Tumgik
#arbitrario
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“I pezzi del passato stanno nella scatola tutti sparsi e li prendiamo a caso, li montiamo un po' come ci viene. Certo, attaccandoli in un modo o in un altro, cambia tutto. Ma ogni racconto è così: arbitrario, dunque falso.”
— Paola Mastrocola, “La memoria del cielo”.
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fenixeyes · 19 days
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noentiendotiendo · 11 months
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El filósofo contaba la historia de un asno que acabó muriéndose de hambre al no poder elegir entre dos montones idénticos de heno.
Manuel Toharia en Historia mínima del Cosmos sobre Jean Burindan.
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anhedonyan · 2 years
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delliebre · 10 months
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dibujos arbitrarios! Inaccurate design 🥸 but fun! Era divertido dibujar a Javier, incluso de nino 🥰
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gestionumana-blog · 2 years
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Pago indemnizado despido arbitrario monto superior establecido
Despido arbitrario Indemnización  Monto superior  ¿Corresponde otorgar montos superiores a la indemnización tarifada?  Fuente: Cas. Lab. 340-2018, Del Santa La  Corte Suprema de Justicia aclaró que la indemnización tarifada propia del despido arbitrario, incluye el resarcimiento de los daños patrimoniales y extrapatrimoniales y solo excepcionalmente se podrá solicitar resarcimiento por daño…
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scogito · 6 months
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Le diversità culturali sono un esempio di come la massa sia priva di logica. Ciò che viene visto normale in un luogo, può essere ritenuto pericolosissimo in un altro.
Un esempio è il concetto di sicurezza, che come tanti altri, è una struttura del Sistema.
Ovvero un indottrinamento di convenienza e di manipolazione.
Un altro esempio sono i valori di riferimento delle analisi cliniche.
Ogni costrutto in questa dimensione è usato e impacchettato a seconda di quello che si vuole ottenere in un determinato periodo storico nella società.
Ciò rende tutto possibile, perché tutto è arbitrario.
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colonna-durruti · 6 months
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Moody’s non boccia l’Italia. Lascia il debito italiano ai confini del baratro e gli attribuisce un ‘outlook’, una prospettiva stabile. In estrema sintesi, i grandi fondi, che sono i signori del debito, hanno deciso che un debito così grande non potesse diventare insolvente perché è ancora troppa la quantità di tale debito che è nelle mani di banche di cui quegli stessi fondi sono grandi azionisti. Temo che quando il debito italiano sarà in misura maggiore direttamente in mano ai risparmiatori italiani, gli stessi signori del rating decideranno che forse sarà conveniente per loro svalutarlo e ricomprarlo a prezzi più bassi e tassi più alti. Il problema vero non è il debito in quanto tale ma il potere arbitrario delle agenzie di rating.
(Alessandro Volpi)
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bibliodiversidad · 2 months
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Reitero, algunos se están comportando como los gorilas/derechas pero desde el otro lado. Esto de perder el respeto por el otro por el simple hecho de haber "votado mal" (nunca se iba a poder "votar bien": la democracia, el "gobierno del pueblo", bajo el capitalismo no existe, tus intereses como clase no estaban sobre el atril del debate). Es muy preocupante la forma en que están perdiendo de vista la raíz del problema (el capitalismo) y culpando a la gente común por haber sido propagandizada/radicalizada hacia la derecha; y están generándose espacios en las redes sociales que son el equivalente a un cámara de ecos pero en vez de ser 4channers incels que se radicalizan cada vez más en el odio hacia la mujer, son ustedes cayendo en Tumblr con aspiraciones de izquierda pero cada vez reverbera con más frecuencia esta idea de que todos los que votaron a Milei "deberían morirse" o el no tener la más mínima simpatía por el que lo votó y está sufriendo las consecuencias, porque "se lo merecen"—¿se están dando cuenta de lo fácil y rápido que es deshumanizarse entre ustedes, la segregación entre los "otros" y "nosotros"? ¿Por qué no, en vez de retotraerse y alienarse dentro de tanta miseria y caer por el nihilismo o el pesimismo, no transforman esa furia que sienten en lucha? ¿Ya no se acuerdan de la furia travesti, de que el amor es el motor del cambio? La salida no es identificar entre bienes/buenos y males/malos arbitrarios, es entender cómo funciona el sistema (y de qué forma nos empuja a estas divisiones intraclasistas) para poder aprender cómo cambiarlo.
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1688- Arbitrario decálogo sobre el periodismo (De Tomás Eloy Martínez): • No hay nada peor que una noticia en la que el reportero finge ser novelista y lo hace mal. • El periodismo no es un acto de narcisismo, sino de servicio a los demás. • Ser periodista significa ponerse en el lugar del otro, comprender lo otro. Y, a veces, también ser otro. • Casi todos los periodistas están mejor formados que antes, pero tienen menos pasión. • Preguntar, indagar, conocer, dudar, confirmar cien veces antes de informar: verbos capitales del periodismo. • De todas las vocaciones del hombre, el periodismo es aquella en la que hay menos lugar para las verdades absolutas. • Al lector no se lo distrae con fuegos de artificio o con denuncias estrepitosas, se lo respeta con la información precisa. • El periodismo no tiene sino dos formas que cuidar: la de su herramienta –el lenguaje– y la de su ética. • Si el periodista transa con el Poder (…) destroza el mejor argumento de su legitimidad y el único escudo de su fortaleza. • Aunque en todas las viejas reglas hay una cierta sabiduría, no hay nada mejor que la libertad con que ahora podemos desobedecerlas. PARA IR PENSANDO... LOS QUE AMAN EL PERIODISMO.
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tma-traduzioni · 3 months
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MAGP002 - Apportare Migliorie 
[Episodio precedente] [Indice TMAGP]
[Il decrepito PC dell’O.I.A.R. si accende nuovamente e inizia a registrare da metà di una conversazione.]
[Gwen sta preparando la sua postazione mentre Sam sfoglia il manuale]
SAM
– OK… Dracula.
GWEN
(Distratta) V per vampiri. Presumendo che tu stia parlando del Conte Dracula, come il romanzo, suggerirei la sottosezione “cultura popolare” e presumendo che si stia comportando come penso -
SAM
Cosa che sta facendo.
GWEN
Direi come DPHW… sette quattro sette cinque.
[Sam sfoglia il manuale]
SAM
Fuochino… Sette quattro sei cinque.
[Gwen è chiaramente un po’ irritata]
SAM
OK… Frankenstein?
GWEN
Presumendo che tu intenda lo scienziato e non il mostro  –
SAM
È così.
GWEN
– e quindi sarebbe un’altra “rianimazione”, sottosezioni possibili… “ossessione”, “medicina”, “ricerca” e hmmm. “Blasfemia” forse, quindi sarebbe… quattro due tre sette.
[Sam sfoglia nuovamente il manuale]
GWEN
Beh?
SAM
Cinque tre tre sette.
GWEN
Dà qua.
[Sam le passa il manuale]
[Gwen gira una pagina avanti e indietro]
[Si lascia sfuggire un suono frustrato]
[Il manuale viene restituito a Sam in maniera poco elegante]
SAM
Questo coso è enorme, non possiamo pensare di imparare tutto a memoria?
GWEN
Non riuscirai a tenere il passo se te ne resti tutta la notte a sfogliare le pagine.
SAM
Ma di sicuro c’è una logica o altro. Tipo, per che cosa sta DPHW?
GWEN
Non so se sta per qualcosa. È solo un indice arbitrario. Dopo un po’ inizierai a orientarti -
SAM
Ma l’ha creato qualcuno, il che vuol dire che in un momento c’è stata una logica -
GWEN
Sam.
SAM
– quindi se riusciamo a capire che cosa accomuna i casi simili, allora sapremmo su che cosa si basa il sistema e -
GWEN
(più forte) Sam.
[Sam si blocca a metà del discorso]
GWEN
Non siamo qui per decodificare il sistema. Quello è il lavoro di Colin e hai visto quanto lo ha reso gradevole. Limitati a cercare di imparare i codici e processa i tuoi casi.
SAM
(sventolando il manuale) Ma non riuscirò mai a imparare tutta questa roba! Tu sei qui da anni e non sei nemmeno riuscita a -
GWEN
(Freddamente) Allora licenziati. Nessuno ti sta costringendo a lavorare qui.
SAM
Io – (realizza) Già.
[Una pausa. Gwen sta scrivendo con rabbia]
SAM
(tono di scuse) Senti Gwen –
GWEN
(irritata) Cosa?
[Alice entra facendo rumore. Butta le sue borse alla sua scrivania, rompendo la tensione]
ALICE
Ehilà! Vi sono mancata? È stata un’agonia?
GWEN
(rimettendosi al lavoro) Sei in ritardo.
ALICE
Sono sicura che il governo del Regno Unito sia riuscito a cavarsela senza di me per…
[Controlla l’orologio e ridacchia]
ALICE
…tre minuti e mezzo.
GWEN
(Continuando a scrivere) Chissene.
ALICE
Tutto bene qui? Ti sei divertito a giocare con la Zietta Gwen?
[Una pausa]
SAM
…Sì. Tutto bene.
[Una pausa]
ALICE
(accendendo il suo computer) …fico. Analizzeremo questo pesante silenzio più tardi. Non abbiamo ancora finito i tuoi casi arretrati.
SAM
Certo.
[Una pausa. Rumore di tasti mentre tutti lavorano.]
GWEN
(Borbotta) Se sei così preoccupata dai casi arretrati allora forse potrebbe essere utile arrivare in orario…
ALICE
(avvicinandosi silenziosamente Gwen) Hey Gwen? Gwen? Gwen?
GWEN
(A denti stretti) Cosa?
[Pausa]
ALICE
(Ironica) Il tempo non è reale.
[Sam ridacchia]
[Gwen fa un respiro profondo]
GWEN
Chiudi il becco.
[Saltiamo a un’altra registrazione. Le voci qui sono un po’ distorte, essendo una videocall]
DARIA
Pronto, mi senti?
PSICOLOGA
Sì, ma non c’è il video.
DARIA
Um. Io, um preferirei di no se va bene?
PSICOLOGA
Potrebbe essere una cosa di cui parlare in seguito, ma per adesso va bene.
DARIA
Ottimo.
PSICOLOGA
Ho visto gli appunti che il dottor Khan mi ha mandato e c’è molto di cui discutere quindi - 
DARIA
Non sono pazza.
[Una pausa]
PSICOLOGA
Ma certo. Non mi piace molto quella parola nemmeno a cose normali, ma sono curiosa di sapere perché hai deciso di iniziare così.
DARIA
L’ultimo tizio usava molto la parola “allucinazioni”, ma non è così… so che è stato reale. E ho bisogno che tu mi creda.
[Pausa]
PSICOLOGA
Penso di poterlo fare. Posso provarci, almeno.
DARIA
E non fare nemmeno quello. Non voglio farti pena. Voglio solo arrivare alla fine di questo percorso.
[Pausa]
PSICOLOGA
A cose normali non incoraggerei questo approccio, ma comprendo che queste sono sedute imposte dal tribunale, quindi la situazione è un po’ più complessa. Perché non iniziamo sentendo la tua versione di quello che ti ha portata qui. Che ne pensi?
DARIA
Oh. Er. Non pensavo che ci saremmo arrivate subito così…
PSICOLOGA
Non dobbiamo se non vuoi.
DARIA
No, no, va bene. È solo che, non so bene da dove partire, sai?
PSICOLOGA
Prenditi tutto il tempo che ti serve.
DARIA
Certo.
[Una pausa mentre pensa]
DARIA
Ho sempre odiato il mio aspetto. Sono certa che sotto ci sia qualche trauma nel profondo se proprio vuoi scoprirlo, ma è un fatto. E non una cosa a cui posso non pensare. Sono un’artista che lavora principalmente grazie alle commissioni sui social media. Il che vuol dire che passo quattro o cinque ore al giorno su Instagram come minimo, e questo ti crea problemi dopo un po’, sai? Cioè, si sà che è tutto finto, sono tutti filtri e Photoshop e tutti fanno finta di essere “al naturale” e #makeupree! Ma saperlo non ti rende immune, e sì, mi sono ritrovata in un periodo un po’ buio. E quando ho compiuto 30 anni, ho deciso di fare qualcosa al riguardo.
Sono partita dai capelli, li ho lasciati crescere per far sembrare la mia faccia più lunga. Ha funzionato più o meno. Poi mi sono liberata di tutti i vestiti vecchi di mia sorella maggiore e ho attinto ai miei risparmi per prendermi un paio di jeans che non mi facessero sembrare un cono stracarico di gelato. Ho persino sborsato un bel po’ per un tubino nero per quando sarei riuscita a perdere un po’ di peso. Mia mamma ha detto che ero troppo ambiziosa, ma adesso mi sta largo, ovviamente. La maggior parte dei vestiti mi stanno larghi… 
[Una pausa]
PSICOLOGA
Daria?
DARIA
(imbarazzata) Scusa, dove ero rimasta?
PSICOLOGA
Stavi cambiando look.
DARIA
Oh, già, sì. Allora ero in bagno davanti allo specchio che cercavo di capire che cosa mancava, ed è stato a quel punto che ho deciso che avevo bisogno di un tatuaggio. Ne avevo già un paio - delle cosucce sul polpaccio e sul polso - ma ho deciso che mi serviva qualcosa di grosso. Qualcosa che cambiasse davvero il mio aspetto. Quindi ho iniziato a cercare dei tatuatori su Insta.
All’inizio sembra che ci sia una marea di scelta, ma più guardi più ti rendi conto che per la maggior parte sono design riciclati, e anche quelli erano deeecisamente troppo costosi per me.
A dire il vero stavo cercando un po’ di ispirazione per una commissione quando li ho trovati. Dovevo fare un ritratto per un personaggio, una generica streghetta alchimista, ed è stato mentre stavo cercando dei simboli o roba simile che ho trovato “Ink5oul” - è, uh, come “ink soul”, anima d’inchiostro, ma la S è il numero 5. Puoi cercarli. Adesso sono piuttosto popolari.
Non avevano altrettanti followers allora, ma i loro design erano fantastici, e offrivano uno sconto enorme se dopo accettavi di farti scattare delle foto. Ho pensato che non avevo niente da perdere a contattarli, quindi sono andata sul loro sito, ho compilato il loro form “about me” per contattarli e ho ricevuto immediatamente una risposta che mi invitava al loro “prestigioso” studio di Londra.
Ho udito lo studio prima ancora di vederlo. Della sgradevole musica dubstep riecheggiava dall’altro capo del corridoio, e quando ho girato l’angolo mi sono ritrovata davanti il  set up più da influencer che si possa immaginare. Un'enorme scritta a neon viola occupava la maggior parte dell’ingresso del negozio con “Ink5oul” in corsivo, affiancata da un paio di casse così grandi da essere ridicole. Guardando l’interno, dava più l’idea che lo studio fosse dedicato alle lampade ad anello e all’attrezzatura fotografica che ai tatuaggi!
Ink5oul in persona erano… onestamente, erano un po’ una delusione. Non mi mi è rimasto molto impresso, tranne che avevano un bellissimo design con un serpente e dei fiori che correva lungo il loro braccio fino al collo ed era così vivido che sembrava sul punto di strisciare via dalla loro pelle e sulla sedia.
Mi hanno fatto cenno di avvicinarmi e abbiamo chiacchierato per un po’. È stato strano - non mi hanno chiesto il tipo di disegno che volevo, mi hanno solo fatto domande sulla mia vita, sul motivo per cui volevo l’inchiostro. Sono stata onesta, forse anche fin troppo, ma niente è sembrato attirare la loro attenzione finché non gli ho detto cosa facessi per vivere. Poi hanno fatto un sorriso enorme e hanno urlato,”L’artista diventa la tela!”
Prima che potessi rispondere hanno pigiato un pulsante del loro setup, e improvvisamente eravamo in diretta streaming con le luci puntate negli occhi e il loro braccio stretto attorno alle spalle. Non ricordo molto di quello che hanno detto ai viewers, ma continuavano a ripetere a tutti quanto ero fortunata mentre mi trascinavano sulla sedia. E poi all'improvviso l’hanno reclinata, e prima che mi rendessi conto di quello che stava succedendo, ho urlato per la sorpresa quando l'ago mi ha toccato la pelle. Non avevano parlato del disegno o altro, hanno solamente iniziato a lavorare sulla parte interna del mio braccio sinistro, quello con cui disegno. Potevo sentire il panico montare, ma non potevo che restarmene seduta immobile.
A quel punto avevo perso la capacità di pensare, in quanto quello è stato il peggior dolore di tutta la mia vita. Terribili fitte di dolore mi attraversavano il braccio da una estremità all’altra,  dal petto alla punta delle dita. Ogni muscolo si era teso per riflesso e avevo inarcato la schiena sulla sedia. Volevo urlare ma non riuscivo nemmeno a respirare, come se migliaia di vespe mi stessero dilaniando il corpo con i loro pungiglioni mentre della mediocre musica dubstep mi attraversava la cassa toracica e Ink5soul chiacchieravano con i viewers, del tutto indifferente.
Devo essere svenuta, perché quando ho riaperto gli occhi Ink5oul si trovava dall’altra parte dello studio a pulire gli strumenti insanguinati. Lo streaming era finito e sembrava che fossi stata dimenticata. Il dolore era diminuito, quindi mi sono azzardata a controllare l’avambraccio, mi aspettavo di vedere un macello di brandelli insanguinati. Ma invece, un perfetto design con dei pennelli partiva dall’interno del mio gomito fino al palmo della mano, un vortice di motivi floreali intrecciati con simboli che non riconoscevo. Nonostante il dolore ho ruotato il braccio avanti e indietro per ammirare l'opera, e quei simboli quasi parevano brillare sotto la luce. Era… era bellissimo.
Così come le luci si erano accese all’improvviso, si spensero, e io venni accompagnata all’uscita. Niente raccomandazioni, niente cure. Dissero che avevano le foto di cui avevano bisogno e prima che me ne accorgessi, mi ritrovai fuori, disorientata e malferma. Avevo preso in considerazione di rientrare, ma ero così  stanca… invece me ne tornai barcollando a casa, con il mio nuovo tatuaggio completamente esposto.
Una volta tornata al mio appartamento, l’ho pulito, ho messo la crema, e poi l’ho coperto come meglio potevo, ma era già guarito. Se non fosse stato per il dolore, sarebbe potuto essere lì già da delle settimane. Sono andata davanti allo specchio del bagno e mi sono osservata e per la prima volta ho visto una persona interessante. Una persona che volevo conoscere meglio.
Sono diventata un po’ maniacale a quel punto. Per la prima volta in vita mia volevo provare un auto-ritratto. Qualcosa di autentico e fisico, volevo sentire i pennelli nelle mie mani e l’olio sulle mie dita.
Ho lavorato per tutta la notte con una passione che non provavo da anni. C’erano spessi grumi di vernice in tutta la stanza; le mie mani, braccia e viso e vestiti ne erano coperti, ma quando ho studiato il lavoro finito, era perfetto. Non solo, era di gran lunga il mio miglior lavoro, un Impasto bellissimo che saltava fuori dalla tela. Mi definivo un’artista da anni, ma questa è stata la prima volta che mi ci sono sentita.
Non ricordo di essermi addormentata, e non mi sono svegliata fino a dopo le quattro di pomeriggio. Ero ancora stanca e avevo un mal di testa martellante oltre al mio braccio dolorante, ma mi sono comunque svegliata con il sorriso, perché quando ho aperto gli occhi, la mia stessa faccia mi stava guardando. E per la prima volta, non provavo vergogna. 
Per lo meno, non all’inizio.
Osservandola, però, ho notato che anche se era fedele alla realtà, non era perfetta. Gli occhi erano ancora leggermente sbagliati, l’angolo del sorriso non era corretto, e ovviamente il naso aveva ancora qualcosa che non andava.
Guardandomi intorno, mi sono resa conto che tutti i miei colori erano ancora fuori. Ho guardato il mio nuovo tatuaggio, e mi sono resa conto che avrei potuto fare un ritocco veloce. Niente di eclatante, solo un piccolo aggiustamento, solo per me.
Nonostante il mal di testa, la fame, la fatica e il dolore al braccio, ho portato una spatola all’occhio sinistro. Solo un piccolo tocco. Era un cambiamento sottile, si notava a malapena, ma sapevo che stavo facendo del progresso, perché potevo sentire quando la lama grattava l’osso.
Quando sono andata in bagno a controllare, ero soddisfatta del risultato. Non c’erano chiazze scolorite, niente sangue, nessuna ferita ma il volto attorno ai miei occhi era decisamente più simmetrico. Aveva un aspetto decisamente migliore. Ma non ancora perfetto.
Mi sarei dovuta fermare allora. Avrei dovuto fare una pausa. Avrei dovuto chiamare mia mamma, mettere tutto da parte e uscire, ma… avevo il potere nelle mie mani. Potevo finalmente rendermi perfetta. All’inizio erano leggeri miglioramenti, che ogni volta davano un nuovo brivido di dolore. Ho allungato leggermente le mie dita, reso le mie orecchie un po’ più delicate, ho raddrizzato il naso e cambiato l’angolo degli zigomi, affilato il mento, rimpicciolito la vita e aumentato il petto, ho reso la mia forma più affusolata, allungato le gambe, sistemato le caviglie, assottigliato i polisi, accorciato i piedi.. Niente di che, davvero.
Ma è stato quando ho ritoccato le spalle che sono incappata in un problema. Mentre il mio pennello e la mia spatola facevano le loro alterazioni, il tatuaggio sul mio braccio ha iniziato a fuoriuscire, non dalla mia pelle, ma lungo la parte superiore del braccio, diffondendosi e riversando i suoi fiumi di colori nei nuovi confini che stavo tracciando. E il tatuaggio era, ovviamente, l’unica cosa che al momento era perfetta, quindi dovevo lavorare senza toccarlo come meglio potevo.
Ho lavorato costantemente per giorni. Ogni volta che passavo la spatola nella mia pelle e le davo una nuova forma mi facevo sempre più vicina alla perfezione, ma ogni volta dovevo fare sempre più compromessi attorno al tatuaggio che si diffondeva.
Ero vicina però, così vicina. C’ero quasi, a quella sensazione di totalità che senti solo quando la tela è finalmente completa… Ma non riuscivo a fare quell’ultimo passo. Ogni volta che sistemavo un punto altri due si disfacevano, e per tutto il tempo il tatuaggio continuava a diffondersi sempre più e il mio capolavoro si allontanava sempre più.
È stato allora che Sarah, la mia coinquilina, è tornata dalla visita ai suoi genitori. Avevo perso la cognizione del tempo e non mi ero resa conto che il suo viaggio era già finito.
Avevo sperato che avrei potuto mostrarle il mio nuovo look una volta finito, ma non ne ho mai avuto la chance. Ha varcato la soglia proprio mentre stavo finendo la bocca, quindi non ho potuto dire niente. Se avessi potuto, sono certa che sarei riuscita a spiegarmi e far sì che capisse.
Invece, si è messa a urlare, e quando ho fatto dei rumori rassicuranti e ho allungato una mano verso di lei, è indietreggiata. Sono riuscita ad afferrarla per un momento, ma il lavoro che avevo fatto sulle mie mani il giorno precedente mi ha impedito di stringere la presa.
È stato allora che mi ha tirato un pugno. Sono certa che fosse solo sorpresa, ma è stato comunque straziante. La sua mano ha colpito proprio il mio zigomo distruggendo il lavoro di giornate intere e da come ha continuato, avresti pensato che la faccia rovinata fosse la sua.
Comunque, sono sicura che hai letto il resto nella verbale del tribunale. Quando è arrivata l’ambulanza, Sarah gli ha detto che avevo provato a suicidarmi con dell’acido che ha trovato tra le cose che uso per dipingere. Mi hanno messa sotto osservazione preventiva e mi hanno concesso di uscire solo quando ho accettato di sottopormi alla terapia. Non ho più fatto nessun aggiustamento da allora. È solo che, mi sa che sto aspettando l’ispirazione.
[Una pausa]
PSICOLOGA
Capisco. Che storia.
DARIA
Non mi credi nemmeno tu.
PSICOLOGA
Non è quello che ho detto. Mi piacerebbe, comunque, chiedertelo in maniera diretta: hai provato a farti del male con l’acido?
[Una pausa]
DARIA
Certo che no. Non ho mai voluto farmi del male, volevo solamente essere… migliore.
PSICOLOGA
Buono a sentirsi.
DARIA
Se avessi voluto ripulire la tela, avrei usato l’acquaragia.
[Di nuovo all’audio del computer dell’O.I.A.R.]
[Un ping quando Sam finisce di catalogare il caso]
[Si stiracchia e fa un respiro profondo]
ALICE
(girandosi) Problemi?
SAM
Hm? No.
ALICE
(Tornando al lavoro) Oh ottimo.
[Una pausa]
SAM
È solo che…
ALICE
(ancora al lavoro) Uh-huh?
SAM
Come diavolo fate ad ascoltare tutte queste cose? Sembra che non vi facciano né caldo né freddo!
ALICE
Oh, capisco… Vuoi sapere come riuscire a leggere e ascoltare tutte queste cose?
SAM
Sì!
ALICE
Il segreto sta nella mia mente di acciaio che mi rende stoica di fronte alle atrocità che codurrebbero la gente con una forza di volontà inferiore alla follia?
SAM
(più irritato) Per favore.
[Una pausa]
ALICE
Smettila di prestare attenzione.
Non guardarmi così, sono seria. Io mi limito a cercare nel testo le parole chiave, e se è uno di quelli parlanti pigio play e nel mentre faccio altro. Poi quando ha finito di fare le sue cose inquietanti lo processo e vado avanti. Non ce la farai se continui ad assorbire tutto. Cavalca l’onda senza essere risucchiato.
SAM
E se trovi qualcosa che sai che potrebbe essere vero?
ALICE
Perchè dovrebbe fare qualche differenza? In più, siamo pagati proprio per non infischiarcene.
SAM
Sì, ma –
ALICE
Mi hai chiesto come faccio. Ecco come.
[Una pausa]
SAM
(Sospirando) Va bene.
ALICE
(tornando al lavoro) Prima lo accetti meglio stai.
SAM
(non convinto) Certo.
[Rumori del sistema CCTV quando inizia una nuova registrazione]
[Alice si sta facendo un pessimo caffè alla macchinetta]
[Gwen entra e inizia afarsi un tè]
[Una lunga pausa]
ALICE
Gwendolyn.
GWEN
(Fredda) No.
ALICE
(Ironica) Wow. Che modo antipatico di salutare la tua “migliore amica di lavoro”!
GWEN
Non sono in vena.
ALICE
Va bene. Possiamo comunque fare due chiacchere come delle persone normali.
[Una pausa. Gwen non le dà spago]
Dunque...
[Un’altra pausa]
Se potessi magicamente parlare tutte le lingue, ma dopo ogni frase dovessi fare una scorreggia molto rumorosa e dichiarare “sono stata io e lo farò di nuovo.” Accetteresti? 
GWEN
Lena sta pianificando dei licenziamenti.
ALICE
(davvero scioccata) Cosa?
GWEN
Sì. Sono passata davanti al suo ufficio prima e l’ho sentita al telefono. Stanno “espandendo le operazioni esterne” e sai cosa vuol dire. Outsourcing. Licenziamenti.
ALICE
È assurdo! Siamo tipo solo in tre qui. Tra l’altro, tecnicamente questi sono i servizi civili. È impossibile che riescano a delocalizzare tutto senza una montagna di scartoffie.
GWEN
Non puoi saperlo.
ALICE
Hai visto la quantità di carte che genera questo posto. Devi compilare un modulo in triplice copia prima che ti lascino andare a pisciare! Le ce vorrebbero degli anni per fare quello che dici tu.
GWEN
Magari ha iniziato l’iter anni fa. Sappiamo entrambe che Lena non ci penserebbe due volte a cacciarci entrambe.
ALICE
Te, magari. Mi piace pensare che io e lei abbiamo un buon rapporto.
GWEN
Nell’ultimo anno ti avrà detto massimo 10 parole.
ALICE
Lo so. Davvero buono, no? Comunque, che te ne frega? Tu dovresti esserne felice. Una bella e sostanziosa buonuscita e puoi finalmente mollare questo lavoro che odi così tanto.
GWEN
Non odio questo lavoro.
ALICE
Mi avresti potuta fregare!
GWEN
Quello che odio è che nessuno in qua dentro mi porta un briciolo di rispetto. 
ALICE
Ah.
[Una pausa]
Sì, non succederà mai.
GWEN
Chiaramente.
ALICE
Penso comunque che tu abbia frainteso. C’è la stessa probabilità che Lena assuma un altro Sam che ci butti tutti fuori.
GWEN
Se lo dici tu.
[Di nuovo al computer dell’O.I.A.R.]
[Il rumore delle tastiere è accompagnato dalla musica che proviene dalle auricolari di Alice]
[Il telefono di Alice inizia a vibrare sulla scrivania]
SAM
Alice.
[Una pausa]
SAM
Alice!
[Sam la tocca]
ALICE
(togliendosi le cuffie) Ow! Che?
SAM
(Tornando al lavoro) Il cellulare.
ALICE
(Risponde al cellulare e si alza in piedi) Oh grazie.
(Al telefono) Beh ma ciao! Perché mi chiami così tardi? Hm? No, non sono impegnata. Sono a lavoro quindi…
[Fa una pernacchia, Sam ride suo malgrado]
[Passi mentre Alice gira per l’ufficio]
ALICE
Sì, che c’è? Okay. Com’era il pubblico? Sembra uno show abbastanza serio. Non è questo il modo di rivolgerti a tua sorella maggiore. Disgraziato. Allora questa volta c’è davvero la possibilità di un tour oppure… fico. E presumibilmente adesso che ci sono delle attenzioni vere e proprie ti butteranno fuori per qualcuno che sa, beh, suonare uno strumento? Awwwww, sei sempre così dolce.
[Una pausa]
ALICE
(un po’ più seria) Er, sì, dovrebbe andare bene. Dovrà essere dopo il 28, visto che la paga è quel giorno.
Okay, non preoccuparti. Senti, probabilmente dovrei andare e lavorare. Sarebbe davvero imbarazzante se venissi licenziata proprio quando stai per diventare una rockstar stordita dalle droghe.
[Una pausa]
Sì, non ti preoccupare, ci risentiamo più tardi. Salutami Trotter.
[Alice mette giù, veramente felice per un attimo]
SAM
Come sta Luke?
ALICE
Sta bene!
SAM
Suona sempre per i Proiettili per San Sebastiano?
ALICE
(Tornando alla scrivania) Dio no! Si sono sciolti anni da. È con un gruppo nuovo: Dredgerman. Non sono niente male.
SAM
Sono felice stia bene, per quel che riguarda i fratelli ti saresti potuta ritrovare di peggio -
ALICE
Anche lui ha i suoi momenti.
[Una pausa]
ALICE
(cambiando argomento) E quello cos’è?
SAM
Hmmm?
ALICE
“L’Istituto Magnus?” Stai già pensando di abbandonare la nave?
SAM
Oh non è niente, solo qualche ricerca -
ALICE
Ricerca? Sam, dimmi che non è collegato a uno dei tuoi casi.
SAM
Solo una cosa che avevo trovato il mio primo giorno. Stavo cercando di togliermelo dalla testa.
ALICE
Beh, fallo meglio.
SAM
Va tutto bene, onestamente, sto rispettando il carico di lavoro–
ALICE
Non è per quello.
SAM
Allora qual’è il problema?
[Una pausa]
ALICE
Prima non stavo scherzando, devi davvero tenere le cose separate per questo lavoro. Crea una scatola nella tua testa, e alla fine del turno butta tutto lì dentro e poi pigia il bottone dell’inceneritore, okay? Non vuoi pensare a queste cose fuori da qui. Non ti farebbe bene. Ho già visto della gente diventare strana.
SAM
E fammi indovinare, io sono già abbastanza strano.
ALICE
Sono seria, Sam.
SAM
(Comprende) Okay. Ho capito.
[Click come chiude la pagina su internet]
ALICE
Grazie.
SAM
Non ti preoccupare.
ALICE
Quella sarebbe l’idea di base.
[Computer che si spenge]
[Traduzione di: Victoria]
[Episodio successivo]
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deathshallbenomore · 6 months
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giorno 1 di bollitore in ufficio che mi dà accesso illimitato e arbitrario a bevande calde: il mondo è un posto più bello il sole splende di più la vita mi sorride il benessere è a portata di mano tutti i problemi sono risolvibili tutto si sistemerà ne usciremo ce la faremo
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acquaconlimone · 4 months
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Guardando oltre l'aspetto quasi folkloristico che assume la protesta di "Fleximan" nel segare gli autovelox letti come nuovi elettronici simboli delle gabelle medioevali e non più come prevenzione stradale, gli amministratori locali e la politica tutta dovrebbe cominciare a chiedersi cosa si nasconde dietro a questo nuovo genere di disobbedienza sociale che va al di là dei limiti di velocità e non trincerarsi dietro alle solite risposte che in Europa città come Londra o Madrid oppure Malmoe o Turku hanno già questo limite senza però ricordare la differenza che fanno i trasporti pubblici di Londra rispetto a Roma dove una volta gli autobus dell'Atac prendevano fuoco durante le corse.
Ma io mi chiedo quale sia il limite nel quale una legge è giusta e quando sconfina in un arbitrario strumento vedi i 30 km/h di Bologna fatti (secondo me) per fare cassa e non come un'aggiunta di sicurezza stradale e prevenzione ambientale come viene fatta passare e poi perché proprio i 30 e non i 40? Sono stati fatti degli studi appositi nel decidere questa velocità?
Scarterei i 20 perché realmente impraticabili.
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gestionumana-blog · 2 years
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Establecen reglas para determinar la indemnización por despido arbitrario
Despido  arbitrario  Fuente : Cas. Lab. 02885-2018, Callao El artículo 38º del Decreto Supremo número 003-97-TR contiene dos reglas para la determinación de la indemnización por despido arbitrario:  (i) Para el caso de los trabajadores con menos de 08 años completos de servicios la indemnización por despido arbitrario estará en función a cada año de servicios a razón de una (1) remuneración y…
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somehow---here · 1 year
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Ho fasi, come la luna / fasi per stare nascosta, / fasi per scendere in strada… / Perdizione della mia vita! / Perdizione della vita mia! / Ho fasi per essere tua, / e altre per stare da sola. / Fasi che vanno e vengono, / nel calendario segreto / che un astrologo arbitrario / ha inventato per me. / E svolge la malinconia / il suo interminabile fuso! / Non mi trovo con nessuno / (ho fasi come la luna…) / Se un giorno qualcuno può essere mio / non è il mio giorno di essere sua… / E, quando arriva quel giorno, / un altro è sparito…
Cecilia Meireles
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elbiotipo · 1 year
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me encantan los mapas culturales, dialectales, etc. porque siempre son semi-arbitrarios y vagos (porque algo como una "cultura" es dificíl de definir, mucho menos cartografiar) pero cuando los ves, te das cuenta que sí, acá hay cosas que se comparten, y allá también! Y se correlacionan con idiomas, con historia, con política, y con lo que más me interesa, con la naturaleza misma. Es fascinante.
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