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#Piersanti Mattarella
nicolacostanzo · 4 months
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sayitaliano · 4 months
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On January 6th 1980 in Palermo Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Siciliana and brother of our actual Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, got murdered by a mafia's killer with a shot while he was going by car to the Church with his wife and mother-in-law. One of the first people to come to the rescue has been his brother. And one of the most famous shots about that tragedy showing Sergio Mattarella holding his brother and taking him out of the car was taken by the famous photographer Letizia Battaglia (if you watched the two-episodes movie about her, you may remember that scene).
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curiositasmundi · 11 months
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C’è una convergenza di interessi tra mafiosi ed estremisti di destra su alcuni delitti eccellenti e stragi, manovrata da una regia ancora occulta che mette in collegamento Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e terroristi neri. Storie macchiate dal sangue di vittime innocenti su cui si attende ancora una verità, non solo giudiziaria ma anche politica. Il tema centrale, come scrivono i giudici della Corte d’assise di Bologna nell’ultima sentenza sulla strage del 2 agosto, “è il collegamento tra Cosa Nostra, l’eversione terroristica di destra e i collegamenti con il gruppo di potere coagulatosi intorno alla P2 e a Licio Gelli“. Ci sono una serie di legami che dimostrano che tra i “neri” dei Nuclei armati rivoluzionari, di cui faceva parte anche Massimo Carminati, e Cosa Nostra, vi fossero scambi operativi, “mediati da altri soggetti”. Le inchieste giudiziarie documentano come in diverse vicende i boss calabresi sono andati a braccetto con i neri. E comprendere lo sviluppo di questo intreccio è compito pure della Commissione parlamentare antimafia. Lo scorso aprile sono state rese pubbliche le motivazioni della sentenza della Corte d’assise di Bologna, da cui si legge che è stato un attentato, quello del 2 agosto 1980 alla stazione, eseguito da neofascisti. I giudici mettono in collegamento la strage con l’omicidio a Palermo del presidente della Regione, Piersanti Mattarella, fratello del Capo dello Stato. Per quel delitto sono stati assolti i neri Fioravanti e Cavallini. Nel processo di Bologna sono stati recuperati elementi che hanno indotto i giudici a ritenere che “l’eliminazione di Mattarella dopo quella di Aldo Moro, al quale si apprestava a succedere, secondo ragionevoli interpretazioni della fase storica, era indispensabile per eliminare un irriducibile ostacolo ai piani della P2 e al contempo a quelli di Cosa nostra, convergenti sull’obiettivo data l’azione che Mattarella aveva avviato in Sicilia per sottrarre il suo partito all’alleanza con la mafia”. I sicari di Mattarella non hanno ancora un nome, ma sono stati condannati come mandanti i componenti della cupola. I neri rivendicarono il delitto: “Qui Nuclei Fascisti Rivoluzionari, rivendichiamo l’uccisione dell’onorevole Mattarella in onore ai caduti di Acca Larentia”. Seguita da comunicati di rivendicazione di Br e Prima linea ritenuti depistanti, quasi a correggere quella prima incauta rivendicazione. L’assoluzione in primo grado nel 1995 scaturisce dalle dichiarazioni di Buscetta e Marino Mannoia, i quali assicuravano che i killer erano uomini di Cosa Nostra, senza tuttavia saperli identificare. Fioravanti e Cavallini erano stati processati in base alle accuse rivolte da Cristiano Fioravanti, fratello di Valerio, che li indicava come autori dell’agguato; la testimonianza della moglie di Piersanti Mattarella che vide in faccia il killer e ne descrisse l’andatura ballonzolante di Fioravanti; e infine la presenza di Valerio Fioravanti a Palermo nei giorni in cui Mattarella fu ucciso. Su questo delitto la procura della Repubblica di Palermo sta ancora indagando. E poi c’è lo stesso modello di pistola che uccide Mattarella e il giudice Mario Amato, organizzato e portato a termine dai terroristi dei Nar. In questo caso spara Gilberto Cavallini. La perizia sulla pistola risulta “coincidente” con quella utilizzata per uccidere Mattarella. Ci sono “punti di collimazione” e poi la Colt utilizzata dai “neri” per uccidere Amato aveva “un difetto di funzionamento”, come quella che i testimoni oculari hanno detto per l’arma utilizzata nell’agguato al presidente della regione siciliana. Gli specialisti del Racis dei carabinieri sono riusciti a comparare i proiettili dell’omicidio Mattarella con la Cobra usata dai Nar a Roma. Il risultato è “coincidente”: significa che c’è una probabilità molto alta che l’arma sia la stessa. Sulla saldatura tra mafia e Nar indagava pure Giovanni Falcone, lui non era il solo a credere nella pista “fascio-mafiosa”. La commissione antimafia presieduta da Bindi ha tolto il segreto alla relazione sul delitto Mattarella del 1989 firmata Loris D’Ambrosio, allora in servizio all’Alto commissariato, in cui spiega che “l’inesistenza di piste mafiose per gli autori materiali non implica, sia ben chiaro, l’esclusione della matrice mafiosa dell’omicidio”. Per D’Ambrosio non era solo mafia. Mattarella viene ucciso come “nemico dell’anti-Stato”. E proprio la scelta di affidare l’esecuzione a terroristi neri permette ai capi di Cosa Nostra di “disorientare l’opinione pubblica e l’apparato investigativo” e dimostrare “alla stessa organizzazione quanto devastante ed estesa sia la capacità di espansione e controllo che l’anti-Stato è in grado di esercitare”. Una storia fascio-mafiosa che è materia per un’attenta inchiesta di una commissione parlamentare. Magari quella dell’Antimafia.
Dal delitto Mattarella alla strage di Bologna: la trama oscura che lega mafia e terrorismo nero - Lirio Abbate – repubblica.it
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personal-reporter · 7 months
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Giornate d’autunno del Fai 2023
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Anche quest’anno tornano le Giornate FAI d’Autunno, previste per sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023.  L’evento, che da dodici anni promuove il patrimonio culturale e paesaggistico nel paese, sarà promosso dai Gruppi Fai giovani, oltre che da tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione tra Palazzi storici, ville, chiese, castelli, e ancora esempi di archeologia industriale, musei, collezioni d’arte, aree archeologiche, biblioteche, laboratori artigiani e siti produttivi, oltre ad itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici. Fra i luoghi aperti a Torino c’è anche il Castello di Masino, che domina la vasta piana del Canavese, dove dal Belvedere si può vedere un paesaggio suggestivo ancora oggi intatto e i visitatori potranno visitare l’interno del castello e il parco Settecentesco. Da vedere è anche lo chalet Mollino, che prende il nome dall’architetto Carlo Mollino e si trova nel comune di Sauze d'Oulx, in località Lago Nero. Poco lontano da Milano, a Binasco, c’è il Museo della Macchina per Caffè (Mumac) che  racconta le varie fasi di sviluppo di questo oggetto che si incontra in qualsiasi bar. Chi invece preferisce restare in città può visitare la sede storica della Banca Cesare Ponti, in Piazza del Duomo:  rimasta quasi intatta dal 1881 e sorge dove un tempo i Milanesi altolocati erano soliti ritrovarsi, cioè il Coperto dei Figini. La storia ha attraversato anche il Teatro Verdi, che nasce agli inizi del Novecento come sede di una corale esterna del Teatro alla Scala, nel dopoguerra diventa sala da ballo e in seguito d’incisione, finché negli anni Settanta viene restituita alla vocazione teatrale e musicale dall’Arci. Nel 1975 il Teatro del Buratto subentra nella gestione, facendo del Verdi sede delle proprie produzioni e luogo significativo del teatro a Milano. Molti i luoghi aperti anche a Bologna, come il Santuario del Corpus Domini, uno dei luoghi più cari alla storia devozionale della città, e il Quadrone, un’Oasi di Protezione della Fauna selvatica istituita nel 1985, mentre a Medicina c’è il magazzino ed essiccatoio del riso della Tenuta Vallona, edificato per garantire la miglior resa delle vaste coltivazioni a risaia introdotte nella tenuta e così lenire la disoccupazione della mano d'opera locale. A Roma per la prima volta il Consiglio Superiore della Magistratura apre le porte della sua sede ai cittadini ed al pubblico, per vedere dove si riunisce in plenaria e visitare lo studio del Presidente della Repubblica. Fra gli altri luoghi visitabili c’è l’Oratorio dei Filippini, che sorge accanto alla Chiesa Nuova, che nel XIX secolo diventa tribunale, per poi essere sede dell’Archivio Storico Capitolino nel 1922, con la prestigiosa Biblioteca Vallicelliana e l'Istituto Storico Italiano per il Medioevo. Palermo apre la principale sede locale della Rai, che ha un ruolo centrale nell'ambito dell'informazione, infatti la sua costruzione in viale Strasburgo è stata sollecitata a più riprese anche dal presidente della Repubblica Pertini e dall'allora Presidente della Regione Piersanti Mattarella, ed è stata decisa già negli anni Ottanta dal consiglio d'amministrazione presieduto da Sergio Zavoli. Fra gli altri luoghi c’è il Complesso Monumentale di San Giovanni degli Eremiti, che ricade nell'antico territorio del Transkemonia, che  comprendeva l'abitato posto al di là del torrente Kemonia o Fiume del Maltempo, così denominato a causa delle piene rovinose, durante l'inverno. Read the full article
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vividiste · 1 year
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6 gennaio 1980, ucciso a Palermo in viale Libertà il presidente della regione Siciliana Piersanti Mattarella. Appena entrato in auto insieme con la moglie, coi due figli e con la suocera per andare a messa, un killer si avvicinò al suo finestrino e lo uccise a colpi di pistola. Il vice presidente, il socialista Gaetano Giuliano, guidò la giunta regionale fino al termine della legislatura cinque mesi dopo. Nel luogo dove è avvenuto l'omicidio, in Via della Libertà tra il numero civico 135 e il 137, è stata posta una targa in suo ricordo. Le indagini giudiziarie procedettero con difficoltà e lentezza, anche se una chiara linea interpretativa del delitto si rileva negli atti giudiziari che portarono la Procura di Palermo a quella corposa requisitoria sui "delitti politici" siciliani (le uccisioni di Michele Reina, segretario provinciale della Democrazia Cristiana, dello stesso Mattarella, di Pio La Torre e del suo autista Rosario Di Salvo) che, depositata il 9 marzo 1991, costituì l'ultimo atto investigativo di Giovanni Falcone.
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arcobalengo · 1 year
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A Corrado Simioni? Quello di Hyperion? Quello legato alle Brigate rosse di Moretti? Quello legato alla Cia? «Sì, una fidejussione per Hyperion, la scuola di lingue internazionali a Parigi di cui Simioni era tra i fondatori. Ed era anche grande amico di Mario Moretti. L’Hyperion fu al centro delle attenzioni e manipolazioni da parte dei servizi segreti statunitensi e dei loro alleati, come il Mossad, e le indagini svolte dal dottor Pietro Calogero della Procura di Roma, come lui stesso ha riferito a novembre 2015 alla Commissione parlamentare sul caso Moro, nonostante gli ostacoli posti dal Sisde, accertarono che la sede distaccata dell’Istituto a Rouen in Normandia in realtà era una sede periferica della Cia. Ilardo riferì anche dei rapporti con le Brigate Rosse di Torino, grazie all’intermediazione di un magistrato torinese, Luigi Moschella, che era stato nel 1978 pubblico ministero nel primo processo contro le Br, quello che segnò la fine della vecchia leadership Br e l’avvio della strategia dell’annientamento di Mario Moretti. Magistrato che era amico e in affari non leciti con tale Germano la Chioma, uno dei componenti la banda di Tony Chichiarelli che il 24 marzo 1984 mise a segno la famosa rapina da 35 miliardi di lire alla Brink’s Securmark di Roma. Lo stesso Moschella cercherà di riciclare parte dei titoli trafugati»
. Torniamo al puzzle e ai riferimenti oltreoceano… «Il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro o l’omicidio del Presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella (6 gennaio 1980) non furono altro che delle tappe. Come altri avvenimenti simili, a partire dalla strage di piazza Fontana del dicembre 1969, fino alla strage della stazione di Bologna (2 agosto 1980). Tappe di una prima fase di un piano più sofisticato, teso a quei tempi a far sì che la Democrazia cristiana svolgesse in Italia un ruolo di governo, al fine di contrastare la forte opposizione comunista e socialista e la presenza del Vaticano, con la sua notevole influenza politica, al solo scopo di attuare scelte politiche, economiche e sociali più utili alla politica statunitense e anche per garantire la sicurezza delle tante basi militari Usa presenti in Italia».
Strategia che poi proseguì con un maggior coinvolgimento della criminalità organizzata di stampo mafioso… «I nuovi apparati militari e terroristici. Questo grazie al coinvolgimento della massoneria e dei servizi segreti. Con loro si sono raggiunte forme terroristiche incisive e cruente. Basti pensare alla strage del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e della scorta, il 23 maggio 1992. O a quella del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta, il 19 luglio 1992. O agli attentati stragisti del 1993-1994 a Firenze, Milano e Roma. Tutto ciò all’indomani dell’omicidio di Salvo Lima, uomo forte della Dc siciliana e terminale politico di Giulio Andreotti. Tutto nell’evidente opzione di sostituire il vecchio con un nuovo contenitore politico, come già prefigurato nel “Piano di Rinascita democratica” di Licio Gelli, capo del P2. E agente americano».
Franco Fracassi - The Italy Project
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newstonews · 1 year
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Italian president Sergio Mattarella
Президентство Италии — это в значительной степени церемониальная роль, но она имеет решающее значение для управления страной во времена политической неопределенности. Так кто же такой президент Италии Серджио Маттарелла?
The role
Mattarella is Italy's 12th president and head of state since the country became a republic after the Second World War.
If that number sounds low, given the 65 governments that have ruled Italy in the same period, that's because this role changes only every seven years. This is to avoid the president being too closely tied to any one parliament; both houses have a five-year term, but in practice they tend to change more frequently.
Ordinarily, the president mostly acts as a figurehead: Mattarella regularly represents Italy on trips abroad or in national speeches on key dates. In between governments, his role becomes more central, including dissolving parliament, calling elections, supervising coalition talks, and encouraging parties to form a workable government. 
Проще говоря, должностная инструкция заключается в том, чтобы следить за управлением страной, следя за соблюдением конституции и сохранением единства Италии. В своей инаугурационной речи Маттарелла описал свою роль как роль «политического судьи».
Career background
Mattarella is a well-respected figure in Italian politics, though he was relatively little known by the public and press before he was sworn in in 2015. The 75-year-old was born in the Sicilian capital of Palermo (he's the first Italian president from the region), and studied law in Rome.
After qualifying, he taught law in his hometown, with a focus on constitutional law and Sicily's regional government. His elder brother Piersanti was elected regional president of Sicily, and it was his brutal murder in 1980 at the hands of a local mafia group that persuaded the younger Mattarella to enter the political arena.
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President of Italy Mattarella and President of Finland Niinistö: Europeans must work together
Photo: Juhani Kandell/Office of the President of the Republic of Finland
“It is a particular pleasure for me to make a state visit to Finland this year, when the country is celebrating its 100 years of independence,” President of Italy Sergio Mattarella said in the joint press conference he and President of the Republic Sauli Niinistö held in the Presidential Palace on 27 September 2017.
According to President Mattarella, the theme of Finland’s anniversary year ‘Together’ has always described the way Finns operate, and he pointed out that it would also be a good guiding principle for the European Union and the international community. 
“Italy appreciates Finland’s message and hopes that people will listen to it internationally,” President Mattarella announced.
The Presidents discussed ways of controlling migration
President Niinistö thanked Italy for all the work the country has been doing to control migration on behalf of the rest of Europe and underscored that Europe must work together on this issue. 
“At the moment, Italy is the country under the hardest pressure through the Mediterranean route in particular, and Italy has been receiving massive amounts of refugees for several years,” President Niinistö pointed out. 
“We agree on that we need to make efforts to improve the living conditions in the areas people are leaving from, so that they could stay in their home region. On the other hand, we must figure out together ways by which we could bring the uncontrollable migration under control,” President Niinistö continued. Both Presidents emphasised the importance of compliance with the commonly agreed rules. 
“Migration cannot be eliminated, but Europe must be able to control it together,” President Mattarella said, and highlighted the refugee quotas assigned to the European Commission Member States.
“We thank Finland for having conscientiously complied with the agreement and having received the agreed number of refugees,” President Mattarella commented. 
Security policy and terrorism under discussion
“In our discussions, we strongly highlighted the fact that the EU must secure the safety of its citizens. The fight against terrorism is one area where we must find more solutions specifically by means of increasingly close European and international collaboration,” President Niinistö pointed out. 
President Mattarella also expressed his sympathies on the terrorist attack in Turku. For his part, President Niinistö sympathised with the Italian citizen who got injured in the attack. 
Climate issues are everybody’s concern
The Presidents also discussed, among other things, the Finnish chairmanship of the Arctic Council, and President Niinistö’s proposals for reducing black coal emissions.
President Mattarella cited the address President Niinistö had made at the UN General Assembly, where Niinistö stated that if we lose the Arctic, we will lose the whole world.
“That is the way it is. After the Paris Agreement, we need to take even more steps in the same direction,” President Mattarella pronounced. 
“I have been very pleased with the generous support given to our work in the Arctic Council,” President Niinistö said. 
The day ended with a banquet 
The President of Italy Sergio Mattarella is making a state visit in Finland with his daughter Laura Mattarella on 26–28 September 2017. On 27 September, the day ended with a banquet held by President Niinistö and Mrs. Jenni Haukio at the Presidential Palace. 
President Mattarella’s itinerary also included a wreath-laying ceremony at Hietaniemi Cemetery. Furthermore, he had meetings with the Speaker of the Parliament Maria Lohela and the leadership of the City of Helsinki. On Thursday 28 September, President Mattarella will still have a meeting with Prime Minister Juha Sipilä.
The President of the Republic Sauli Niinistö made a working visit to Italy in November 2014, when he met President Giorgio Napolitano. The previous state visit from Italy to Finland was made in 2008, when President Napolitano met President Tarja Halonen.
The speech by the President of the Republic Sauli Niinist�� at the banquet held in honour of the President of Italy Sergio Mattarella at the Presidential Palace
Pictures on Flickr
President of Italy, Sergio Mattarella visits UoN
March 16, 2023
On Monday 13th March 2023, the President of Italy, His Excellency Sergio Mattarella, arrived at the Jomo Kenyatta International Airport (JKIA) for his four-day official visit to Kenya.
As part of his itinerary, on 13th March 2023, President Mattarella held a public lecture on climate change at the University of Nairobi. This lecture shed light on the importance of addressing climate change and its impacts on society.
During her first two years as First Lady, Dr. Biden traveled to over 40 states and territories, over 100 cities, and ten other countries. She has continued championing the causes that have defined her public life: supporting military families, advocating for increased educational opportunities, and working to end cancer as we know it. She advanced the missions of two key White House initiatives, Joining Forces and the Cancer Moonshot, and also served as a leading messenger for the Administration’s most urgent priorities, including: safely reopening schools after the pandemic’s shutdown, supporting the President’s economic agenda, and urging adults and children to protect themselves and their communities by getting vaccinated against COVID-19.
In the spring of 2021, Dr. Biden announced the next phase and priorities of Joining Forces, her White House initiative to support military and veteran families, caregivers, and survivors. In her first two years, she visited 24 military installations; worked with Joining Forces partners to support over 30 events with the military-connected community; and launched an interagency working group with the National Security Council, which secured over 80 commitments and proposals across the federal government to support military families. Through her Joining Forces work, she has advocated for: increased economic opportunities for military spouses; additional educational programming and support for military children; more focus on health and wellness in the military community; and improved resources for caregivers and survivors, including military and veteran children in caregiving homes.
The Return of Fascism in Italy
With Giorgia Meloni’s party leading in polls ahead of Sunday’s election, the Italian far right is edging closer to power.By Ruth Ben-Ghiat
he election of the first woman prime minister in a country always represents a break with the past, and that is certainly a good thing,” Hillary Clinton said to an Italian journalist at the Venice International Film Festival earlier this month. She was speaking of Giorgia Meloni, a member of the Chamber of Deputies, who could make history if the Brothers of Italy party does as well as expected in Sunday’s elections.
That would be one sort of break with the past. But Meloni would also represent continuity with Italy’s darkest episode: the interwar dictatorship of Benito Mussolini. As Clinton would surely concede, this is not such a good thing.
If Meloni comes to power at the end of this month, it will be as head of a coalition whose other members—Matteo Salvini’s League and Silvio Berlusconi’s Forza Italia—were each once the main force on Italy’s populist right. Brothers of Italy, which was polling at 23 percent earlier this month, has overtaken these more established parties and would represent the bloc’s largest component.
Brothers of Italy, which Meloni has led since 2014, has an underlying and sinister familiarity. The party formed a decade ago to carry forth the spirit and legacy of the extreme right in Italy, which dates back to the Italian Social Movement (MSI), the party that formed in place of the National Fascist Party, which was banned after World War II. Now, just weeks before the 100th anniversary of the March on Rome—the October 1922 event that put Mussolini in power—Italy may have a former MSI activist for its prime minister and a government rooted in fascism. In the words of Ignazio La Russa, Meloni’s predecessor as the head of the Brothers of Italy: “We are all heirs of Il Duce.”
Meloni in many ways sounds more like other modern national-conservative politicians such as Hungary’s Viktor Orbán and America’s MAGA Republicans than Il Duce. “There’s a leftist ideology, so-called globalist,” she told The Washington Post recently, “that aims to consider as an enemy everything that defined you—everything that has shaped your identity and your civilization.”
Meloni’s enemies list is familiar: “LGBT lobbies” that are out to harm women and the family by destroying “gender identity”; George Soros, an “international speculator,” she has said, who finances global “mass immigration” that threatens a Great Replacement of white, native-born Italians. Meloni shows affinity for authoritarian strongmen: Like Marine Le Pen, until recently the leader of the National Rally party in France, Meloni has expressed support for Russian President Vladimir Putin—although she has muted that enthusiasm since his invasion of Ukraine.
Read: Berlusconi was Trump before Trump
Meloni is comparable to Le Pen in other ways. Both are examples of what political scientists call “genderwashing,” when female politicians adopt a nonthreatening image to blunt the force of their extremism. Meloni’s signature look involves flowing outfits in pastel shades. To uninformed foreigners, her ascent could look like female empowerment; she poses as a defender of women, even as her party has rolled back women’s rights. In localities it governs, Brothers of Italy has made abortion services—the procedure has been legal in Italy since 1978—harder to access. Municipal authorities in Verona, where the party has shared power with Salvini’s League, declared the city “pro-life.”
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Meloni and her French counterpart diverge, however, over their respective movements’ extremist history. Le Pen pushed her father out of the leadership of the National Front (National Rally’s forerunner) because of his overt racism and Holocaust denialism. Meloni, though, has never fully disavowed her connection to Italy’s neofascist tradition even as she claims that her party is merely “conservative” and that fascism is a thing of the past.
The tricolor flame in the Brothers of Italy logo contradicts that claim: It celebrates her party’s connection with its fascist past by reviving the MSI’s emblem. The Brothers of Italy also perpetuates its forebear’s values. In particular, the natalist obsession of Il Duce’s 20-year rule, with its “Battle for Births,” has survived in the Brothers of Italy’s present-day concern about boosting the birth rate, its proposal to link social-welfare assistance to mothers and those engaged in child care, and its attempts to limit reproductive rights.
Italy never underwent a process equivalent to Germany’s de-Nazification after World War II. At the start of the Cold War, the Allies wanted to block Western Europe’s largest Communist party from power. They took a minimalist approach to purges of fascists and other punitive measures that could cause social unrest in Italy. They also looked the other way when Giorgio Almirante and other fascists who had served Il Duce founded the MSI in 1946. By the 1960s, the MSI had become the fourth-largest party, yet it remained largely on the sidelines of Italian politics because of the electoral strength of the left.
The political will of the MSI to return the far right to power never waned. The collapse of communism in the Soviet Union and Eastern Europe created a new space for the right to flourish. In came the billionaire Berlusconi and his new party, Forza Italia. Berlusconi’s short-lived center-right government of 1994 also included the Northern League (the original name of Salvini’s party) and brought the MSI’s neofascists into a governing coalition for the first time in Europe since 1945.
Yascha Mounk: The more you watch, the more you vote populist
Their party was rebranded as the National Alliance, yet the MSI’s tricolor flame remained. The National Alliance’s leader, Gianfranco Fini, wore business suits and discouraged fascist salutes among the party faithful, but he hailed Il Duce as “the greatest statesman of the 20th century.” Meloni had joined the MSI’s youth wing in 1992, as a teenager. Four years later, as a young activist electioneering for her party, she echoed Fini’s praise for the dictator. “I think Mussolini was a good politician,” she told a TV interviewer. “Everything he did, he did for Italy.”
The current popularity of Meloni’s party in part indicates the weakness of the Italian center-left, which has struggled to package its ideas in ways that connect with voters. Above all, it signifies an acceleration of Italy’s democratic backsliding. In many respects, Meloni’s current coalition is an updated version of the governments Berlusconi went on to form during the 2000s—which, over time, took on more and more of his neofascist partner’s politics. In 2009, the process was formalized in a merger of Forza Italia and the National Alliance to form a new party, People of Freedom. Berlusconi’s coalitions demonized immigrants and detained them, and stoked anti-communist fears (even though the Italian Communist Party had ceased to exist).
Throughout, Berlusconi played on nostalgia for fascism’s promise of law and order even as he whitewashed its violence. “Mussolini never killed anyone,” he told Britain’s Spectator magazine in 2003; “he sent people into confinement to have vacations.” The Fascist prisons on islands such as Ponza, where torture was practiced, were no holiday resorts. His statement also denied the Fascists’ mass killings in Italy and its colonies, including Libya, and ignored their participation in the Holocaust.
Meloni served as minister of youth in Berlusconi’s last government (2008–11), which proved a laboratory for policies she has made her own. In 2008, one of Berlusconi’s ministers claimed that high immigrant birth rates, together with Italy’s aging population and sluggish demographic growth, would cause Italians to disappear “in two or three generations.” Such fear-mongering finds an audience because of Italy’s historically low birth rates, yet it also foments racist attitudes about who should be having babies.
This nationalist preoccupation echoes Mussolini’s warnings. “Cradles are empty and cemeteries are expanding,” Il Duce declared in 1927. “The entire white race, the Western race, could be submerged by other races of color that multiply with a rhythm unknown to our own.” Meloni��s twist on this theme is “ethnic substitution.” Since 2017, she has tweeted repeatedly that Italian identity is being deliberately erased by globalists such as Soros and European Union officials, who have conspired to unleash “uncontrolled mass immigration.” The paranoid style in Italian politics translates into xenophobic proposals to deny citizenship to children born in Italy to foreign parents and to cut foreigners’ access to welfare benefits.
The People of Freedom merger entailed a loss of autonomy for the neofascist tradition. The breakup of Berlusconi’s coalition in 2011, when the euro-zone crisis forced his resignation, created an opportunity for its far-right partner to make a fresh start. The Brothers of Italy formed the following year.
As it has grown, Meloni has walked a double line, trading in far-right conspiracy theories at times, while claiming to be a traditional conservative at others. The approach has proved ominously successful. Ignazio La Russa is now the vice president of the Italian Senate; and last year, Mussolini’s granddaughter Rachele, who has been a Brothers of Italy politician since 2016, was reelected to Rome’s municipal council with more votes than any other candidate.
What can we expect if the first female-led far-right government comes into being after next week’s election? Meloni seems unlikely to tone down her extremism or change her alignment  with illiberal parties in Europe, such as Hungary’s Fidesz. After all, pursuing hard-line anti-immigrant and anti-LGBTQ policies in the name of defending white Christian civilization has worked well for them. Like Orbán, Meloni has made common cause with U.S. Republicans, attending the Conservative Political Action Conference and the National Prayer Breakfast.
From the December 1945 issue: The last three days of Mussolini
The political résumés of her coalition partners hardly inspire optimism that any government Meloni led would respect the rule of law. Berlusconi is a convicted criminal (on counts of tax fraud and bribery), and in 2018—not long before Salvini became minister of the interior—the League leader called for a “mass cleansing” of immigrants. A scenario in which a Meloni-led government’s rollback of civil rights might put Italy on a path to conflict with the European Union is not far-fetched. That is the situation with Hungary, which a recent European Parliament resolution said can “no longer be considered a full democracy.” Orbán’s government uses such clashes for its populist culture-warring even as it continues to take billions of euros in EU funding.
The Brothers of Italy could also try to revisit a constitutional reform that it first proposed in 2018 but was rejected by Parliament. The measure would make the president elected directly rather than by an electoral college. On its face, a head of state chosen by popular vote appears more democratic, but other things are at play here. Italy’s electoral college was introduced by the 1948 constitution, which enshrined antifascist protections against the future possibility of government takeover by a charismatic demagogue. Ostensibly, Italy’s political system is also parliamentary, which makes the prime minister accountable as the government’s chief executive; the presidency is supposed to be a figurehead role, at a remove from day-to-day partisanship. But the Brothers of Italy’s advocacy of “presidentialism,” as the idea of a more robust head of state with a popular mandate is known in Italy, has naturally put the country’s center-left parties on edge.
In her interview in Venice, Hillary Clinton also remarked on how right-wing parties can sometimes appear better at promoting women. Women like Meloni “are protected by patriarchy,” she said, “because they are often the first to support the fundamental pillars of male power and privilege.” Meloni’s party slogan—“God, Fatherland, Family”—celebrates those very pillars of power. And it came from Mussolini’s dictatorship.
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cutulisci · 2 years
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Palermo, riaperto in parte il Giardino Inglese per il 25 aprile
“Riapriamo oggi una parte del giardino all’Inglese intestato al compianto presidente della Regione Piersanti Mattarella per consentire, domani 25 aprile, il ripetersi di una tradizione che è quella della festa della Liberazione. Lo facciamo alla presenza delle scuole, in un ambiente riqualificato sia sotto il profilo della rigenerazione vegetale, sia sotto il profilo della sicurezza e del…
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lamilanomagazine · 1 month
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Modena, oltre cento alunni uniti nella commemorazione in onore delle vittime di mafia
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Modena, oltre cento alunni uniti nella commemorazione in onore delle vittime di mafia.  "Addio amici, addio famiglia. Spero che quello per cui ho combattuto sia servito, che la mia lotta non muoia con me...". Sono le ultime parole di Piersanti Mattarella, immaginate e interpretate da alcuni studenti giovedì 21 marzo, in occasione di un'iniziativa per la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La commemorazione si è svolta in presenza di oltre cento alunni, provenienti da alcune classi delle scuole medie Carducci e Mattarella, di fronte alla stele nell'area verde di via Carlo Alberto Dalla Chiesa che omaggia, appunto, donne e uomini uccisi dalla criminalità organizzata. All'evento, organizzato dal Quartiere 3, erano presenti il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, il vicepresidente del Quartiere 3 Nino Remigio e alcuni volontari modenesi di Libera, associazione che dal 1995 sensibilizza la società civile nella lotta alla criminalità organizzata. Al centro della commemorazione la lettura di due testimonianze degli studenti, sintesi dei percorsi di legalità svolti nelle scuole. In particolare, gli allievi delle classi prime dell'Istituto Piersanti Mattarella hanno teatralizzato gli ultimi attimi di vita proprio del presidente della Regione Siciliana, assassinato dalla mafia il 6 gennaio 1980, in presenza dei familiari. La breve performance ha permesso di trasporre un progetto creato durante l'anno che racconta, con l'ausilio di tecniche cinematografiche, le vicende di magistrati, giornalisti e politici uccisi dalla criminalità, a cui sono dedicate le vie limitrofe alla scuola (video disponibili su www.ideacinema3.ic3modena.edu.it). L'incontro con personalità impegnate contro le mafie, ma soprattutto il lavoro annuale svolto con la criminologa romana Flavia Fiumara, sono stati, invece, al centro della testimonianza letta dagli studenti della 2^C delle scuole Carducci. Nell'istituto, infatti, dal 2010, è attivo un progetto di legalità che consiste nell'approfondimento di storie di donne e uomini impegnati, anche a prezzo della propria vita, nella lotta quotidiana contro la mafia "che è una cosa orribile e potente – hanno concluso i ragazzi – ma non invincibile perché, parafrasando Giovanni Falcone, come tutti i fenomeni umani ha avuto un inizio e avrà una fine". Nel suo intervento, il presidente Poggi ha voluto sottolineare l'importanza di contrastare le mafie a partire dal valore della cultura e dalla formazione proprio nelle scuole: "La conoscenza, lo studio, i saperi – ha affermato – se resi vivi e operanti nella nostra quotidianità, ci rendono persone libere capaci di sognare e progettare il proprio futuro senza affidarlo a chi, con prepotenza e con l'inganno, ci promette illusioni in cambio di obbedienza, omertà e rinuncia della propria dignità". Dopo le testimonianze, sono stati letti i nomi di alcuni magistrati uccisi dalle mafie ed è stato osservato un momento di silenzio. Al termine, è stata deposta una corona di fiori davanti alla stele commemorativa collocata 15 anni fa, nel 2009, nell'area verde della via dedicata al generale e prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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siciliatv · 3 months
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Arrivano i "Liceo del Made in Italy". 17 in Sicilia, ecco dove sono. 1 è a Favara. Enna rimane esclusa
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Arrivano dal prossimo anno scolastico 2024/25 i nuovi Liceo del Made in Italy. In Sicilia saranno 17, di cui 1 a Favara. I Liceo del Made in Italy autorizzati nelle varie province, saranno così suddivisivi: 3 in provincia di Agrigento, 2 in provincia di Caltanissetta, 3 in provincia di Catania, 3 in provincia di Messina, 1 ciascuno nelle province di Palermo e Ragusa, 2 in provincia di Siracusa e 2 in provincia di Trapani. Nessun Liceo in provincia di Enna. Sono in totale 92 i licei a indirizzo Made in Italy sinora approvati sull'intero territorio nazionale. Oltre ai 17 che saranno attivati in Sicilia, ne nasceranno 12 in Lombardia e nel Lazio, 9 in Puglia, 8 nelle Marche e in Calabria, 6 in Abruzzo, 5 in Toscana, 3 in Liguria, Piemonte e Veneto, 2 in Molise e 1 in Basilicata, Emilia-Romagna, Sardegna e Umbria. L'elenco non comprende le 22 scuole per cui la Regione Campania non ha ancora autorizzato l'avvio del liceo del Made in Italy. Nel resto d'Italia, sono 6 gli istituti scolastici che, pur avendo presentato domanda, non erano in possesso dei requisiti richiesti. Il Liceo del Made in Italy offre un percorso formativo completo integrando scienze economiche e giuridiche con le scienze matematiche, fisiche e naturali. Attraverso questo nuovo percorso liceale, attivo dall’anno scolastico 2024/2025, gli studenti potranno esplorare gli scenari storici, geografici e culturali per comprendere le peculiarità del tessuto produttivo italiano e l'evoluzione sociale e industriale del Paese. Il percorso formativo, annunciano dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, permette di acquisire competenze specifiche per la gestione d'impresa, sulle strategie di mercato e sui processi produttivi e organizzativi, preparando gli studenti alle sfide imprenditoriali. Combinando teoria e pratica, offre un approccio educativo multidisciplinare con sbocchi professionali in tutti i settori di eccellenza del Made in Italy. Nella provincia di AGRIGENTO LICEO SCIENTIFICO - ENRICO FERMI VIA PARMA N. 1, 92019 SCIACCA Codice:AGPS02000P LICEO SCIENTIFICO E SCIENZE UMANE POLITI VIA ACRONE 12, 92100 AGRIGENTO Codice:AGPM03000A LICEO STATALE - MARTIN LUTHER KING VIALE PIETRO NENNI 136, 92026 FAVARA Codice:AGPM02000Q +++++++++++++++++++   Nella provincia di CALTANISSETTA LICEO S. U. E MUSICALE "A. MANZONI" VIALE TRIESTE, 169, 93100 CALTANISSETTA Codice:CLPM01401T LICEO SCIENZE UMANE DANTE ALIGHIERI VIALE EUROPA, 119, 93012 GELA Codice:CLPM018015 +++++++++++++++++++++   Nella provincia di CATANIA I.S. ETTORE MAJORANA LICEO SCIENTIFICO VIA LUIGI CAPUANA 36, 95048 SCORDIA Codice:CTPS170002 IIS MICHELE AMARI-LICEO CLASSICO E LICEO SCIENZE UMANE VIA PADRE AMBROGIO, 1, 95014 GIARRE Codice:CTPC00101L LICEO SCIENTIFICO STATALE "E. MAJORANA" VIA PIERSANTI MATTARELLA, 21, 95041 CALTAGIRONE Codice:CTPS04901R ++++++++++++++++++++++   Nella provincia di MESSINA I.I.S. SANT'AGATA DI M.LLO " L.SCIASCIA"- CLASSICO, LINGUISTICO, SCIENZE UMANE CONTRADA CANNAMELATA, 98076 SANT'AGATA DI MILITELLO Codice:MEPC003013 LICEO LING. E SCIENZE UMANE "BISAZZA" VIALE ANNUNZIATA N. 10/A - RIONE MATTEOTTI, 98100 MESSINA Codice:MEPM01301T LICEO VITTORIO EMANUELE III PATTI VIA TRIESTE 43, 98066 PATTI Codice:MEPC060006 +++++++++++++++++++++   Nella provincia di PALERMO LS SANTI SAVARINO C/DA TURRISI S.N., 90047 PARTINICO Codice:PAPS080008 +++++++++++++++++++++   Nella provincia di RAGUSA LICEO "G. B. VICO" VIA POMPEI 2, 97100 RAGUSA Codice:RGPM01801D +++++++++++++++++++++   Nella provincia di SIRACUSA "L.DA VINCI" FLORIDIA V.LE VITT.VENETO -C/DA SERRANTONE, 96014 FLORIDIA Codice:SRPS150001 L.S. E L. SC. UM."O.M.CORBINO" SIRACUSA V.LE REG. MARGHERITA 16, 96100 SIRACUSA Codice:SRPS14000A +++++++++++++++++++++   Nella provincia di TRAPANI LICEO STATALE " PASCASINO" MARSALA VIA VACCARI,5, 91025 MARSALA Codice:TPPM03000Q LICEO STATALE "I. E V. FLORIO" VIA SANTO SPIRITO SNC, 91016 ERICE Codice:TPPM033018 Read the full article
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stranotizie · 3 months
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La targa dedicata a Piersanti Mattarella "Piersanti Mattarella è stato un esempio luminoso per fare comprendere che un modo di amministrare la res publica è possibile". Lo ha detto il Presidente dell'Anm Palermo Giuseppe Tango nel corso della cerimonia per ricordare, al Giardino della Memoria, Piersanti Mattarella, l'ex Presidente della Regione siciliana ucciso da Cosa nostra il 6 gennaio 1980 davanti ai suoi familiari. Nel corso della cerimonia è stata scoperta, dai figli Maria e Bernardo, la nuova targa dedicata al presidente della Regione, posta accanto a un albero d'ulivo piantato pochi giorni fa, grazie alla collaborazione della Regione siciliana, Dipartimento sviluppo rurale, che ha donato l’albero. Il Giardino delle Memoria è un bene confiscato alla mafia ed è gestito da Assostampa Sicilia con il Gruppo cronisti siciliani e l’Associazione nazionale magistrati di Palermo. Presenti, tra gli altri, il Prefetto di Palermo Massimo Mariani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il Presidente del Tribunale Piergiorgio Morosini, il Procuratore aggiunto di Palermo Annamaria Picozzi, il Procuratore dei minori Claudia Caramanna, il presidente di sezione della Corte d’appello di Palermo Giacomo Montalbano. E, ancora, il presidente della commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici, il presidente della seconda circoscrizione Giuseppe Federico. Per Fnsi e Assostampa Sicilia hanno partecipato la segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante, il segretario regionale Giuseppe Rizzuto, il vicesegretario regionale Roberto Leone, il segretario provinciale di Palermo Gianluca Caltanissetta, la presidente del Gruppo cronisti siciliani Claudia Brunetto, la presidente del consiglio regionale Tiziana Tavella, la presidente del Gruppo pensionati Claudia Mirto, i consiglieri nazionali della FNSI Giancarlo Macaluso e Roberto Ginex, mentre l'Ordine dei giornalisti è stato rappresentato dal consigliere Franco Nicastro. Presenti anche il questore Maurizio Vito Calvino, Leonardo Agueci, presidente della Fondazione Progetto Legalità, che gestisce il “bunkerino” - Museo Falcone-Borsellino, il generale Luciano Magrini, comandante provinciale dei Carabinieri, il generale B. Domenico Napolitano, comandante della Gdf di Palermo, il Comandante dei Vigili urbani Angelo Colucciello e altre autorità. 'Più che fare memoria dovremmo compiere un memoriale'Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione della Stampa ha ricordato l'importanza che magistrati e giornalisti svolgono nella realtà democratica del nostro paese: "Nelle radici di questi alberi dedicati a vittime di mafia, dobbiamo trovare la forza per guardare al futuro. Dopo 44 anni ne sappiamo ancora poco dell'omicidio di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione Siciliana 'delle carte in regola', e ne sapremmo meno se i giornalisti, che oggi vedono molto a rischio la libertà del loro lavoro, non avessero cercato notizie da scrivere e pubblicare per informare i cittadini" - ha detto la segretaria della FNSI che ha concluso: "Piersanti Mattarella diceva che bisogna avere il coraggio di 'alzare i veli'. Con questa norma che mette il bavaglio ai cronisti, ci stanno dicendo che bisogna calare il velo. L'esempio di Piersanti Mattarella che il velo voleva alzarlo, sollevarlo ci deve dare la forza per continuare a fare il nostro lavoro, che è quello di informare i nostri lettori senza censure né bavagli".E Giuseppe Rizzuto, segretario regionale Assostampa ha aggiunto: "Magistrati e giornalisti insieme hanno avuto assegnato dal Comune di Palermo il Giardino della Memoria di Ciaculli, due professioni differenti ma che hanno uno stesso obiettivo: la ricerca della verità. Riteniamo importante in questo momento rivolgere un appello al mondo politico perché mantenga ai giornalisti la libertà di potere raccontare i fatti"."Più che fare memoria oggi dovremmo compiere un memoriale. Fare memoria è ricordare un'assenza, compiere un memoriale è, invece, un ricordare per rendere presente quel fatto o quella persona. E noi riusciremo a rendere presenti questi grandi uomini solo se nel compimento delle nostre azioni quotidiane, all'interno e all'esterno dei nostri uffici, riusciremo a incarnarne i valori e a seguirne l'esempio", ha detto poi ancora nel suo intervento il Presidente dell'Anm Palermo, Giuseppe Tango, eletto appena un mese fa. Presente alla cerimonia anche il segretario dell'Anm Palermo Cinzia Soffientini."Non è un caso che il suo barbaro omicidio è avvenuto proprio il giorno dell'Epifania, mentre si recava a messa con la sua famiglia. Epifania in greco significa 'manifestazione', e lui ha reso manifesto, con il suo martirio e la sua vita, che quando si è mossi da una spinta valoriale, da una tensione morale, si è capaci di avere la forza e il coraggio, anche mettendosi contro una parte dei suoi, di abbattere privilegi e incrostazioni - ha detto ancora il Presidente Anm Palermo Tango - E la trasparenza di Mattarella è ben visibile e presente nelle sue importanti riforme su appalti e urbanistica. Piersanti Mattarella ha voluto proporre un modello alternativo, oserei dire antitetico, a quel "circuito perverso" come è stato definito nella sentenza del 1995, che accomunava mafia e pubblica amministrazione". Luigi Perollo, portavoce della Diocesi di Palermo, ha letto un messaggio dell'arcivescovo Corrado Lorefice indirizzato alla famiglia Mattarella. Mentre il sindaco Roberto Lagalla ha chiuso gli interventi ricordando il grande debito di riconoscenza che la città di Palermo ha verso Piersanti Mattarella. Fonte
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alessandrocorbelli · 4 months
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6 gennaio 1980, vilmente ucciso a Palermo il Presidente della Regione Sicilia, Onorevole Piersanti Mattarella.
Mai dimenticare, anzi, bisogna parlare sempre della mafia e che le Istituzioni svolgano appieno le loro funzioni giurisdizionali per condannare con fermezza tutti i criminali mafiosi responsabili degli accadimenti passati e presenti. Per questo motivo continuo la battaglia contro la mafia intrapresa a favore della campagna “verità e giustizia per Irene Palacino”#veritàegiustiziaperirenepalacino…
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noisynutcrusade · 4 months
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Meloni, commitment to freeing the country from the cancer of the mafia: Piersanti Mattarella hero
«Italy today honors the memory of Piersanti Mattarella, killed by the mafia on 6 January 1980 in Palermo. He is one of the many heroes who, with their courage and integrity, have taught the Italian people that it is possible to fight organized crime and take care of public affairs without giving in to the stench of moral compromise.” The Prime Minister, Giorgia Meloni, declared this in a note.…
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agrpress-blog · 5 months
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Il volume - Falcone e Vespaziani - Un'Alleanza per la Verità, al momento reperibile su Amazon - è appena uscito e già se ne parla molto. L’ultima pubblicazione della scrittrice Amalia Mancini - nota nell’ambiente letterario come “Amelie” - sta riscuotendo curiosità e forte interesse da parte del pubblico. L’ autrice si immerge nell’incredibile mondo di due giganti della giustizia e racconta la storia poco conosciuta di una collaborazione, trasformatasi in amicizia, fra il giudice Giovanni Falcone, vittima della mafia nella tragica strage di Capaci del 23 maggio 1992, e l’avvocato Giovanni Vespaziani, (zio materno di Amelie), oggi novantaduenne. Durante gli eventi narrati nel libro, Vespaziani era il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Rieti, incaricato da Falcone di difendere il pentito di mafia Antonino Calderone. Le vicende storiche testimoniano questo contributo cruciale, che insieme a quelli di Tommaso Buscetta ed altri collaboratori di giustizia, ha permesso a Falcone di tracciare la strada per il leggendario maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra. In un’Italia avvolta dall'ombra della corruzione e della violenza, il rispetto reciproco, la fiducia e l’impegno per la giustizia hanno tessuto un rapporto di stima fra il coraggioso combattente Falcone e Vespaziani, anch’egli instancabile difensore della visione di un’Italia libera e onesta. Entrambi custodi di un sogno comune per un Paese migliore. Il contenuto giornalistico di questo nuovo libro di Amelie è straordinario, non solo perché rivela innumerevoli dettagli di una collaborazione epocale fra un magistrato coraggioso e un avvocato determinato, ma anche perché presenta un tesoro di contenuti inediti che portano nel cuore pulsante di una verità nascosta. Con 172 pagine cariche di rivelazioni, Falcone e Vespaziani - Un'Alleanza per la Verità si disvela molto più di una semplice lettura, trasformandosi in un'esperienza che cambierà la prospettiva del lettore/lettrice riguardo ai temi della giustizia, della verità e del coraggio. Amalia Mancini, nata a Rieti, ha trascorso gran parte della sua vita a Roma, dove ha conseguito la laurea in Lettere con 110 e lode e si è affermata come biografa, scrittrice, giornalista. Apprezzata dalla critica anche come sceneggiatrice e poetessa, ha studiato a lungo il mondo del giornalismo, dedicandosi perfino ad una tesi sperimentale su questa professione. Numerosi sono i premi di settore che ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera, fra cui il Premio letterario “Corrado Alvaro” (conferito dalla Presidenza del Ministero per i Beni e Attività Culturali e dalla Fondazione “Corrado Alvaro”), il Premio Borromini (dedicato alla celebrazione del quarto centenario dalla nascita dello stesso, conferito dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali, Ufficio Centrale per i Beni Archivistici), il Premio Capit Terzo Millennio consegnatole da Piero Angela, il Premio internazionale “Altiero Spinelli”, il Premio Viareggio Carnevale. Fra i prossimi impegni di Amalia Mancini, venerdì 1° dicembre sarà a Salerno, presso la sede dello Yachting Club; sabato 2 in Costiera amalfitana, presso l’Aula consiliare Comune di Minori (SA); lunedì 11 a Palermo, all’interno del Palazzo Reale - Assemblea regionale della Sicilia, Sala “Piersanti Mattarella”. Per poi proseguire a Narni (TR), e approdare il prossimo anno a Roma (Sala della Protomoteca in Campidoglio,  mercoledì 24 gennaio 2024), e finalmente nella sua Rieti (data richiesta a gran voce dai molti lettori abituali, e al momento ancora da definire), Tivoli (RM), Viterbo, Firenze, Siena, Arezzo… in un calendario in itinere e che si prospetta decisamente impegnativo per l’Autrice, attualmente anche presidente di giuria del Campionato Nazionale Cittadinanza e Costituzione. Fra i numerosi altri incarichi, ricordiamo che A. Mancini è componente del Comitato di redazione del periodico di Informazione culturale «Cultura e dintorni», e che vanta collaborazioni con varie testate giornalistiche.
Ha consolidato la sua carriera nel campo culturale, collaborando con il Ministero della Cultura per la stesura di biografie di artisti quali Totò, Corrado Alvaro, Borromini, Antonio Canova ed altri. Il risultato di questo impegno straordinario è stata la creazione di cataloghi che raccontano in modo avvincente e approfondito la vita e l'opera di questi grandi personaggi. Fra i suoi libri, Lucio Battisti l’enigma dell’esilio, L’amore piace a tutti, La Tata dei Divi. È coautrice del volume Giovani e Droga, Perché? e curatrice del libro Le mie Prime vere Scarpe. Con la prima edizione di Emozioni Private, che vari siti specialistici hanno posto in testa alla classifica dei dieci migliori libri su Lucio Battisti, l’autrice ha vinto il Premio Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia Comitato Provinciale di Salerno 2019) e il Premio Internazionale Spoleto Art Festival Letteratura 2021. Ad Emozioni private, nella edizione ampliata pubblicata nel 2023, in occasione degli ottant’anni dalla nascita di Lucio Battisti, sono stati assegnati il Premio Scriptura artistico letterario internazionale di Nola (NA), fondato, promosso e organizzato da Anna Bruno; il Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” per la sezione “Saggio o Tesi di laurea”; il Premio Cartesar Carlo de Iuliis; il Premio Internazionale Spoleto Art Festival Letteratura, il Premio Switzerland Literary Prize. Autrice finanche di venti sillogi poetiche inedite, le sue opere abbracciano una vasta gamma di generi, dalle commoventi storie d’amore alle profonde analisi psicologiche, dalle affascinanti biografie ai volumi dedicati all’arte. Questo e molto altro, per un’eccezionale interprete di vicende e sentimenti dei nostri giorni. Il libro è disponibile su amzn.eu/d/2mDakRb
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carmenvicinanza · 5 months
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Asmae Dachan
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Ho trovato Dio in un campo per sfollati in Siria. Quella notte e quel viaggio mi hanno cambiato la vita. Era il mio primo reportage all’estero, in un Paese in guerra, in quella che era la mia casa. Sono cambiata, ho imparato a essere più umile e vicina al dolore degli altri. 
Asmae Dachan è giornalista, fotografa e scrittrice, esperta di Medio Oriente, Siria, diritti umani, Islam e dialogo interreligioso. Collabora con diverse testate tra cui Avvenire, Confronti, Valigia Blu, Panorama, L’Espresso, Vita non Profit, Altreconomia, Venerdì di Repubblica, The Post Internazionale, Osservatorio Diritti e Antimafia 2000.
Insegna Arabo Multimediale all’Università di Macerata ed è consigliera dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche.
Nata il 28 novembre 1976 ad Ancona, da genitori di origine siriana, laureata in Teologia e Studi islamici e in Editoria, Informazione e Sistemi Documentari, ha un master in Etnopsichiatria e Psicologia delle Migrazioni.
Ha operato in Italia, Turchia, Siria, Grecia, Giordania, Inghilterra, Belgio, Etiopia e Tanzania.
È Cavaliera dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, Ambasciatrice di Pace dell’Università della Svizzera per la Pace e volontaria della Croce Rossa Italiana.
Testimone del Centro Astalli per il progetto Focus Giornalismo e il progetto Letteratura ed Esilio, ha creato il blog Diario di Siria – “Scrivere per riscoprire il valore della vita umana” e i podcast Siria, guerra e gelsomini e Vivere nelle nostre case.
Autrice di diversi libri di narrativa e poesia, ha pubblicato Noura; Tu, Siria, Non c’e il mare ad Aleppo, silloge poetica che ha ricevuto il Premio Letteratura al Dorian Gray Books; Dal quaderno blu, premio speciale della giuria al concorso Trofeo Penna d’Autore; Il silenzio del mare, premiato come Miglior Libro al concorso internazionale Golden Books Awards, diploma d’onore con menzione d’encomio al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti finalista al Premio Internazionale Dostoevskij e al Premio Piersanti Mattarella. La sua ultima fatica è Cicatrice su tela, che ha vinto il Premio Nadia Toffa 2022.
Ha ricevuto numerosi premi ed encomi per il suo impegno giornalistico e per il suo attivismo per i diritti umani, compreso il Master honoris causa in giornalismo assegnato dalla European Muslim League e dal IUOP International University of Peace.
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