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#Non c'è invece un popolo di sinistra e un popolo di destra
dolianet2022 · 2 years
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gabriellovescandy · 2 years
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Elezioni del 25 settembre
Di solito non faccio mai post originali, men che meno in italiano e onestamente non so neanche quanti italiani mi seguano, ma mi sembra di averne visti almeno un paio in giro quindi ci tenevo a dire qualcosa a riguardo di questo 25 settembre. Non sono nessuno, ma stavolta mi pare importante.
ANDATE A VOTARE!
Lasciatemi spiegare: so che c'è un grosso movimento di persone disilluse in questo periodo che non sa cosa fare. Oggettivamente non ci sono molte opzioni, e nessuna è particolarmente rappresentativa della nostra idea (nostra usato come termine generale, anche non avessimo le stesse opinioni sento questo sentimento comune che gira da un po'). È vero, fa tutto abbastanza schifo. Ma. La scelta è comunque presente.
I partiti fanno tutti schifo io sto a casa e faccio vedere che ne servono di migliori
Capisco il sentimento di ribellione: io non sono d'accordo con i partiti che mi presentate, resto a casa. Però non è questo il modo per ribellarsi. Stando a casa, il governo non conta il tuo moto di ribellione, non ti conta e basta. Non saprà mai la tua opinione. Mentre se vai a votare scheda bianca (opzione che personalmente non supporto, ma posso comprendere ed è meglio dell’alternativa), il tuo dissenso viene contato e preso in considerazione dal governo. In particolare per il partito che vincerà! Se non ti stanno bene le scelte presenti, sappi che il potere del partito in entrata aumenta o diminuisce in base alla percentuale di voti presi rispetto al popolo votante. Il che vuol dire che se prendono 55 voti su 100 sono al governo, è vero, ma hanno dei limiti. Dopo una certa percentuale di voti presi però, hanno il potere di cambiare la costituzione. Cosa che se non sei fan dei partiti presentati immagino che tu non voglia! Quindi... vai al seggio! Fai sentire la tua opinione! E se vuoi protestare, ti prego fallo in modo sensato almeno.
Sarò anche di sinistra/centro, però la destra ha un fronte unito, non voglio che il governo cada di nuovo
E ora per quelli che invece hanno le idee meno chiare, che sono indecisi magari tra sinistra e destra perché bella la sinistra ma la destra effettivamente ha una coalizione forte e non farà crollare il governo, una sola domanda: secondo voi, perché la destra non è un partito unico? Sarebbe la scelta più sensata, schiaccerebbe la concorrenza, avrebbero molti più voti! La risposta è perché hanno tutti idee diverse. Sembrano un fronte unito, e venderanno questa idea fino al loro ultimo respiro (o più probabilmente fino al 26 settembre), ma si sono oggettivamente messi insieme solo per vincere queste elezioni. Dopo le elezioni pensate davvero che riusciranno a restare uniti? Quando su ogni singola questione ognuno dei leader ha dato risposte drasticamente diverse? No.
Conclusione:
Sono stanca di scrivere questo post quindi andate a votare un partito sensato a sinistra che per quanto disastroso non vuole ammazzare gay e rom e riportare il fascismo in Italia, eh? Perché è l’unica cosa che accomuna quelli di destra, e tanto il governo cade lo stesso perché siamo in Italia. Ma almeno non ci saltano fuori leggi sulla leva obbligatoria e sulla ghettizzazione di minoranze etniche e sociali! Quindi andate a votare e esprimete la vostra opinione, perché il primo che sento lamentarsi del governo per poi dire “beh certo che non ho votato faceva tutto schifo haha lol“ lo meno. Forte. Con una spada affilata.
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cinquecolonnemagazine · 6 months
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Schlein alla prova della piazza, oggi manifestazione Pd per alternativa
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(Adnkronos) - Elly Schlein, dopo diversi anni, riporta il Pd in piazza oggi. Contro il governo della destra e per l'alternativa. E un pezzo di quella possibile alternativa ci sarà con partecipazione di Giuseppe Conte e una delegazione M5S insieme a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Sinistra Italiana. L'aver portato in piazza una parte delle opposizioni è buon viatico, ma la sfida vera per Schlein sarà quella di portarci le persone e riempire piazza del Popolo a Roma. La macchina organizzativa parla di 175 pullman e 7 treni speciali in arrivo.  Mobilitati 150 volontari che avranno il compito, tra l'altro, di dare un'occhiata anche a vessilli e bandiere: la guerra in Medio Oriente ha posto anche la pace come tema centrale della manifestazione e la richiesta dem è quella che ci siano solo bandiere arcobaleno accanto a quelle del Pd. Niente Palestina o Israele. Saranno allestiti anche dei gazebo per firmare sul salario minimo e per tesserarsi. La scaletta prevede sul palco solo Stefano Bonaccini, presidente del partito, e Schlein che chiuderà la manifestazione. Per il resto nessun politico ma solo personalità e storie della società civile dal medico alla sindacalista de La Perla in crisi, allo scrittore Maurizio De Giovanni e alla neosindaca di Foggia candidata dal campo 'larghissimo' a Mamadou Kouassi, il mediatore senegalese che ha ispirato il film 'Io capitano' di Matteo Garrone.   L'immigrazione diventa tema di stretta attualità con l'accordo Italia-Albania. Oggi, senza citare direttamente il protocollo siglato tra Giorgia Meloni e Edi Rama, Schlein davanti alla platea del congresso Pse a Malaga ha attaccato i modelli extraterritoriali per la gestione dei flussi migratori, come quello con la Libia e come sta cercando di fare Meloni con la Tunisia e con l'Albania. Basta con "l'esternalizzazione dei frontiere europee", ha detto Schlein. Un tema caldo a Malaga. Sia perchè Rama è membro osservatore del Pse, sia per il cortocircuito nel Pd di ieri con la richiesta di espulsione dal Pse del premier albanese poi precisata, sia perché la Germania del socialdemocratico Olaf Scholz non è così contraria all'esternalizzazione.   Schlein al congresso Pse ha parlato del governo Meloni come di un governo di "estrema destra che sta mostrando il suo vero volto: combattono i poveri invece che la povertà, tagliano i servizi, discriminano la comunità Lgbtq+. E Meloni è una premier donna che non fa nulla per migliorare la condizione delle altre donne. E' incredibile. Ma c'è una differenza tra una leadership femminile e una leadership femminista...". Un governo che da "risposte sbagliate" dalla precarietà alla sanità pubblica, ha rimarcato Schlein citando i temi che saranno al centro della piazza di domani.   La stessa, peraltro, della chiusura non troppo allegra della campagna elettorale dello scorso anno. Allora sul palco con Enrico Letta c'erano sia Bonaccini che Schlein, di lì a poco sfidanti al congresso. E in quella manifestazione di chiusura della campagna prima delle politiche, Schlein si segnalò come anti-Meloni con il suo slogan "Sono una donna, amo un'altra donna e non sono una madre. Ma non per questo sono meno donna". Tenere insieme "diritti sociali e diritti civili", ha ripetuto la segretaria del Pd al Pse. Se ne parlerà domani mettendo in piazza innanzitutto quello che non va nella manovra del governo Meloni e quello che invece dovrebbe esserci. E poi clima, diritto allo studio e alla casa, fondi per l'alluvione che non arrivano. Dice il capogruppo al Senato, Francesco Boccia: "Assommano una riforma costituzionale che umilia il capo dello Stato allo Spacca Italia di Calderoli. Lo fanno per coprire l'incapacità del governo nell'affrontare il carovita e le emergenze economiche. Domani saremo in piazza per manifestare per la sanità pubblica, per i salari e contro una manovra iniqua che umilia l'Italia e il Parlamento".   [email protected] (Web Info) Read the full article
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falcemartello · 3 years
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Ci si lamenta spesso dell'indifferenza da parte dei cittadini nei confronti della politica. Ma cosa fa la politica per riacquistare autorevolezza agli occhi del popolo? Nulla.
Esponenti di destra e sinistra utilizzano i social nella maniera più squallida possibile. Leader politici dei più disparati (e disperati) schieramenti hanno i profili intasati di foto inutili e ridicole. Guardate, ho mangiato una pizza! Guardate, sto facendo jogging! Guardate, abbraccio i miei figli, vado in palestra, mi bevo un caffè!
Ora, se questi post fossero l'eccezione, la goliardata una tantum per alleggerire i toni ed i contenuti dei canali ufficiali, non vi sarebbe nulla di male. Mostrare una quotidianità slegata dal ruolo istituzionale può risultare simpatico, se ben dosato. Invece siamo di fronte alla regola, il mantra della comunicazione politica del XXI secolo: ci si livella verso il basso invece di tentare di innalzare lo spettatore, o meglio, il potenziale elettore.
Dov'è l'idea di mondo di queste forze politiche e di questi "leader"? Dov'è il loro pensiero, la loro interpretazione della realtà, le loro speranze, le loro aspirazioni? Cosa può vedere il cittadino in simili foto se non l'istantanea di una decadenza intellettiva senza freni? A che serve il like di un "follower" a cui basta questo livello per applaudire?
Non fraintendetemi, lo sfottò e l'ironia fanno parte integrante della politica. Così come il momento di leggerezza e semplicità. Ma, appunto, stiamo parlando di una "parte". La cosa grave è l'assenza del contraltare. Un'assenza che fa fuggire dalle urne milioni di cittadini italiani, delusi e schifati.
L'Italia ha il pilota automatico da anni, è vero. C'è chi lo denuncia da tempo. Tuttavia è chiedere troppo che la nostra vile classe politica, a cui questo cappio va bene, faccia almeno finta di battersi per qualcosa di meglio del responso di una bilancia elettronica?
Matteo Brandi
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sogninpausa · 4 years
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NON SONO RAZZISTA, non mi frega nulla di chi è bianco, nero, rosso, giallo o blu, credo solo che non sia giusto investire miliardi di euro di soldi dei contribuenti italiani, quindi anche miei, per ospitare dei ragazzoni di 80 chili, quando in Italia si dovrebbero investire per la sicurezza delle strade e dei ponti, delle infrastrutture, si dovrebbero investire nella sanità pubblica, invece di chiudere ospedali ogni mese. Ad aprile ci sono state persone che sono morte perché non c'erano posti nelle terapie intensive, quando era nel loro diritto essere curate, visto le tasse che hanno versato nella loro vita... Si dovrebbero investire per rendere le scuole sicure in vista dei prossimi terremoti. C'è gente che non sa come sfamare i propri figli o che dorme in macchina nella completa indifferenza dello stato. Avete capito che molti di noi aspettano 2 spicci da marzo e spendiamo 4.800 euro a migrante su navi da crociera? In tasca a chi finiscono questi soldi? Chi continua ad arricchirsi alle nostre spalle? Però se provi a parlare ti dicono che sei razzista. Allora si, lo sono. Preferirei aiutare la mia gente in primis, ma se proprio questo pensiero va contro i principi dell'attuale ideologia politica, allora, potendo scegliere, visto che sono soldi degli italiani, vorrei che venissero spesi per aiutare i migliaia di bambini che ogni giorno muoiono di fame perché hanno mamme talmente povere e affamate da non avere neanche il latte per nutrirli. Preferirei aiutare le famiglie finanziando direttamente le loro imprese locali, in modo che non siano costrette ad emigrare, perché, chi ha davvero bisogno, l'ultima cosa che vuole è abbandonare la propria terra. Preferirei accogliere i veri profughi, i veri rifugiati di guerra, che sicuramente non hanno 1000/2000 euro per pagare gli scafisti, per loro farei corridoi umanitari, non per questa massa di opportunisti che mentre sono sui barconi fanno video su tik tok... Che buttano il cibo in strada perché non di loro gradimento, che fuggono dai centri di accoglienza, che non rispettano le nostre forze dell'ordine, per non dire altro. Questo se non si vuole parlare dei miliardi di euro di soldi pubblici che ogni anno spariscono nel nulla, degli appalti dati a parenti o amici o simpatizzanti politici per poi ritrovarci con opere realizzate solo per metà. Tutto nella nostra indifferenza più totale. Se non qualche genio che giustifica ciò elencando quello che di peggio a suo dire ha fatto l'altro schieramento politico. Ma non ne avete le xxxxx piene? Vi rendete conto che o a destra o a sinistra è sempre al centro che ce lo prendiamo??? Quello che sta succedendo in Italia è uno schifo, ed è ancora più assurdo il fatto che ci siano persone che non se ne rendano conto. Non è questione di orientamento politico, è il nostro futuro ad essere in gioco, e se non cominciamo a far sentire la nostra voce come popolo, non ne avremo uno. Ci tengo a far crescere mio figlio in un paese sicuro, con sbocchi lavorativi validi, dove vengano tutelate la cultura, la religione, le nostre tradizioni e i nostri valori e non solo quelli delle altre etnie. A chi sta bene la cultura islamica che emigrasse nei loro territori. Stanno distruggendo la nostra identità e ci stanno riuscendo perché il popolo italiano è stato lobotomizzato e plasmato da decenni di condizionamento ideologico. Non si riflette più su cosa sia giusto o sbagliato, ma ci si fa guerra tra chi è di destra e chi è di sinistra, e intanto da entrambe le parti c'è chi mangia sulle nostre vite. In Germania ci sono dei giornalisti che chiamano l'Italia "la terra degli idioti", oggi come oggi credo abbiano ragione loro, quindi riprendiamoci ciò che è nostro prima che sia veramente troppo tardi.
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libero-de-mente · 4 years
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SEMBRAVA UNA COSA DELL'ALTRO MONDO
Carissimi amici non voglio fare polemica, non è questo il momento, ma condividere una riflessione si. Il coronavirus ci sta dando una grande lezione, ovvero che molti, troppi, italiani sono un popolo per certi versi irresponsabile ed egoista. Deve arrivare allo stremo per capire e comprendere il comportamento giusto per affrontare una crisi. Il benessere di questi anni ha di fatto creato molti individui spocchiosi, saputelli e individualisti. "Io vengo prima di te" e non "Io e te siamo sulla stessa barca". Dare la colpa a un Governo è molto facile, perdonatemi il paragone ma è come sparare sulla Croce Rossa. Diciamocelo, per natura noi non siamo mai completamente soddisfatti delle decisioni che prendono. Chi più chi meno. Abbiamo tutti osservato le immagini che a dicembre arrivavano dalla Cina, da Wuhan per l'esattezza, dove uomini in tuta anti contaminazione si muovevano goffi mentre soldati bloccavano, fermavano e controllavano. Gente con la mascherina e ancora arresti e fermi a mani alzate. Wuhan non è un villaggio ma una metropoli di 11mln di abitanti. Cose dell'altro mondo avremo pensato, anche quando a gennaio arrivò la notizia del primo morto. Visto e considerato che generalmente i regimi cercano di nascondere i loro malaffari, magari minimizzando i fatti, non si poteva pensare che forse era meglio prevenire che curare? Si è scelta la linea della politica, dire tutto e il contrario di tutto. Si scelse di abbracciare, di non fermarsi e di fare controlli ritenuti sicuri ma che di sicuro non avevano niente. Allora io penso questo, se ci fossimo mossi con anticipo e in maniera pesante contenendo e arginando quello che riusciva comunque a entrare sul nostro territorio, oggi lo scenario sarebbe diverso. I sette miliardi e rotti che il governo utilizzerà, ma saremo sempre noi a pagare, non erano più utili per pagare la marea di piccole e grandi aziende che oggi stanno per fallire? Si pagavano gli stipendi ai loro dipendenti, le rate dei leasing e mutui, si permetteva loro di stare a galla a un patto: tutti a casa. Chiusi. Invece i miliardi serviranno per curarci, e alle aziende non resterà nulla. Ci saremmo risparmiati tante cose, come: - Rimpiangere tutti i tagli alla sanità che sono stati fatti. - Maledirsi del fatto che i posti di terapia intensiva in Italia sono veramente pochi e oggi in alcune strutture stanno decidendo chi tentare di salvare e chi lasciar morire. - Comprendere di quanta gente è pronta scappare e abbandonare i posti dove lavorano o studiano, portando la morte nelle loro terre d'origine. Non si vuole bene ai propri cari, ma a se stessi, diversamente non rischieresti di contagiarli. - Capire come certe passioni degli italiani, dicasi calcio, fermate in nome della salvezza facciano saltare i nervi a tifosi che preferirebbero la pandemia, piuttosto che rinunciare al tifo. - Il senso civico nei giovani che viene a mancare a un altissimo numero di loro rappresentanti. Fuggono dalle zone rosse, fanno tutto il contrario dei protocolli anti contagio. Tutto videoregistrato e sbattuto sui social come trofeo. - Doversi sentire dire di stare a casa per evitare il contagio dagli influencer!! Cioè parliamone, non dai virologi preparati ma da gente che prima dell'arrivo dei social non sapeva che fare. E vengono ascoltati! Non i virologi naturalmente, quelli ma chi li caga. - Che l'igiene è un'utopia per molti. Manco con il virus s'impegnano a usare le norme igieniche di base. - Che in qualsiasi crisi c'è sempre chi ci specula, ma non credevo così tanti. - Rimpiangere le polemiche su Sanremo. - Sapere, lo sto vedendo e ascoltando di persona, che alcune famiglie hanno perso i loro cari senza dare loro ne conforto ne l'ultimo saluto. Neanche il funerale gli è stato concesso. - Che siamo fragili tutti, le nostre infrastrutture e il nostro sistema economico. Ci stavamo rialzando da una crisi epocale, lunghissima con una scia infinita di aziende morte, e non solo aziende. Credo che ci ritroveremo a dover ricominciare da capo. Tutto questo non era meglio risparmiarselo? Non avremmo saputo quanto irresponsabili sono gli italiani, in particolare tanti giovani. Quanto stupidi i politici che trasformano ogni evento per dividersi tra razzisti e buonisti, destra e sinistra e altre scemenze. Molti di noi, tantissimi, sono irresponsabili e nelle prossime ore aspettiamoci misure più restrittive. Perché se alcuni dopo i virologi, gli influencer, Fiorello non ascoltano manco la D'Urso vuol dire che non hanno cervello. Ad majora.
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Nella Zona - un report dalla Zona Autonoma di Capitol Hill a Seattle
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traduzione da https://itsgoingdown.org/get-in-the-zone/
Quella che segue è un'intervista ad un abitante di Seattle che è sceso in strada nella recente rivolta e ha assistito all'attacco dei vigilantes, della polizia e della Guardia Nazionale nei confronti dei manifestanti nel quartiere di Capitol Hill. Ora dopo più di una settimana di riot intensi e di scontri con le autorità, la polizia di Seattle ha evacuato il suo commissariato est e una zona autonoma è fiorita intorno al palazzo abbandonato. Volendo saperne di più rispetto a cosa stia venendo giù abbiamo discusso di cosa è successo in strada in questa settimana e mezza.
IGD: in breve, cos'è successo a Seattle da quando gli intensi riot sono scoppiati alla fine di maggio?
A Seattle tutto è cominciato venerdì 29 maggio con sabato 30 come giorno degli scontri e dei saccheggi più intensi. I giorni seguenti hanno avuto andamenti simili ma erano più che altri concentrati sul distretto est nel quartiere di Capitol Hill. Dove è avvenuta la maggior parte degli scontri con la polizia. Ogni giorno ci sono state manifestazioni di massa in tutta la città mentre le infrastrutture della protesta intorno alle principali attività di Capitol Hill crescevano. Nel corso della settimana sono apparsi cibo, musica, medici, tavoli tematici sulla letteratura e veglie per i caduti.
IGD: L'altro giorno la polizia ha annunciato che stavano impacchettando la loro roba e stavano per abbandonare il distretto. Che ne pensate?
Ad essere onesti è tutto da vedere. Ci sono molte teorie sul perché abbiano abbandonato il distretto. Alcuni pensano che abbiano terminato le risorse, altri che si trattava di un espediente politico per mettersi dalla parte del sindaco. Dalla mia prospettiva è stata una “buona” mossa da parte dell'amministrazione cittadina. Erano sotto pressione della stampa per i lacrimogeni sulle barricate di notte e per gli scontri, mentre la folla non accennava a diminuire. Quando un uomo armato si è presentato sulla scena, la gente si è precipitata nel quartiere per dare una mano. I rischi che la gente correva stando di fronte agli sbirri notte dopo notte non sono stati un deterrente come il comune si aspettava. Una volta abbandonato il distretto, un duro colpo per il loro potere, il focus si è spostato sulla polizia militarizzata con equipaggiamento pesante che è ancora in agguato nella zona.
Inoltre hanno montato una dura campagna di “controincendio” alimentando la paura con post sui social riguardo “la minaccia di un incendio del distretto” e tenendo il dipartimento dei vigili del fuoco di Seattle “in allerta”. Dalla mia prospettiva, si è trattato di una scommessa strategica da parte del comune una volta realizzato che ciò che stavano difendendo era tutt'al più simbolico. Il fattore che non avevano messo in conto è che la simbologia è molto importante nella rivolta – le statue tirate giù in tutto il mondo ne sono un buon esempio.
IGD: L'area del quartiere Capitol Hill in cui la gente si è radunata è stata descritta come una zona autonoma. Ci puoi parlare un po’ di questo?
Autonomia significherà molte cose per molta gente. Questo spazio non è certamente sotto controllo del comune a questo punto. Ma è importante ricordare che a causa della pandemia questo quartiere è stato quasi abbandonato per gli ultimi due mesi, il che ha reso felice la scelta di occupare e allo stesso tempo ha offerto uno spazio più facile da ribaltare in qualcosa che sentiamo nostro. Capitol Hill è lo storico quartiere queer e anni fa era abitato da punk, musicisti e freak. Le battaglie campali intorno a Ferguson (2014/2015), a Occupy (2011/2012) e al movimento contro la polizia (2010/2011) hanno visto la maggior parte dei conflitti sulla Hill. È sempre stato il “nostro” quartiere – ma come letteralmente ogni altra città degli Stati Uniti, una rapida gentrificazione e un cambiamento demografico hanno cacciato via tutti, mercificato il mese del Pride, e riconvertito il quartiere in un corridoio tecnologico. Ora le strade sono di nuovo nostre, e con ciò si apre la nuova battaglia e il quesito su cosa voglia dire essere autonomi.
IGD: Com'è la folla che viene fuori da questi eventi? I gruppi della sinistra burocratica e la “peace police" [gli attivisti che si fanno sbirri della pacificazione n.d.T.], come si sono mossi in questo contesto e come sono stati accolti?
Con nove giorni di riot, saccheggi, cortei, sit-in, scontri e quant'altro è dura categorizzare la folla in qualsiasi modo. Ma su tutta la linea, specialmente per il Nord-Ovest Pacifico, si tratta della rivolta più variegata, intergenerazionale e generalizzata che io abbia mai visto.Le strade si sono riempite di Zoomer pieni di energia e anarchici temprati dalla strada, “manifestanti pacifici”, e quelli che volevano scontrarsi direttamente con la polizia e il capitale. Ciò che è emerso tatticamente è l'idea che la difesa militante sia accettabile, e che azioni più aggressive nei confronti della polizia siano più controverse, producendo un elemento profondamente pacificatore che ha preso una certa consistenza. A parte questo, gente di ogni tipo ha continuato a caricare i cordoni delle guardie, tirandogliene di ogni e cercando di creare tensioni con la polizia che faceva letteralmente piovere lacrimogeni sulle teste della gente. La natura complessa di razza e leadership è venuta in primo piano durante questi scontri, con dei bianchi che impedivano alla gioventù nera di compiere certe azioni conflittuali come se agissero su mandato di una presunta “black leadership.” Queste dinamiche hanno reso difficile la coesione della folla, ma non impossibile. Fanculo, nonostante la “peace police” sia riuscita a tenere a bada la Guardia Nazionale e a far sì che abbiano abbandonato il loro amato distretto, non sono comunque riusciti ad essere così influenti, alla fine.
In generale, c'è stata molta emozione viscerale tra questi isolati. Tanta gioia e tanta rabbia allo stesso tempo perché la gente è scesa in piazza insieme fisicamente per la prima volta da mesi di pandemia da Covid-19. Un gruppo musicale chiamato Marshall Law Band ha suonato musica dal vivo ogni sera, a neanche un isolato di distanza da dove la polizia poteva sparare lacrimogeni e granate esplosive ai manifestanti. Un'esperienza a dir poco surreale.
IGD: Ora la Guardia Nazionale si è ritirata. Questo fatto cambia qualcosa?
La Guardia Nazionale da ieri notte (8/6/2020), è ancora molto presente a Seattle. È stata avvistata in vari parcheggi pubblici di scuole e parchi nelle aree intorno al quartiere. Non si vede più come rinforzo dei cordoni di polizia ed è anche sparita dall'isolato, permettendo chiaramente il diffondersi di un'atmosfera più tranquilla. Molta rabbia e collera è stata urlata alla Guardia Nazionale quando avrebbe dovuto marciare fisicamente con la polizia per respingere i manifestanti, la gente sembra essere ancora molto legata a questa idea che la Guardia Nazionale dovrebbe servire il “popolo americano” e sono stati chiamati traditori per aver avuto un ruolo nella repressione della rivolta. La scuola pubblica del distretto di Seattle ha twittato che stavano cercando un modo per impedire alla Guardia Nazionale di usare i loro parcheggi come aree di stazionamento, e indirizzato parole di sostegno a tutti noi che abbiamo dovuto sfidarli nell'ultima settimana.
IGD: Le forze dell'ordine a Seattle e a Portland sembrano aver provato a sfiancare la gente in strada, continuando a gasarla. Puoi dirci qualcosa sulla loro strategia in strada in generale? Come si è risposto?
Lo polizia a Seattle ha cercato molto chiaramente di ripulire la propria immagine sul piano delle relazioni pubbliche nell'ultimo paio di giorni che hanno portato all'abbandono del distretto. La polizia di Seattle ha mandato una serie di avvisi tramite casse amplificate, citando nello specifico l'importanza della protesta pacifica, dicendo cose del tipo: “Siete voi manifestanti che avete avanzato verso di noi, noi non abbiamo fatto alcun passo verso di voi”. Alla fine questi avvisi sono diventati una miriade di tattiche per la dispersione della folla, inclusi lacrimogeni, spray urticanti, pepper-balls sparate da fucili da paintball, proiettili di gomma e granate abbaglianti lanciate direttamente sui manifestanti. Ho notato un'impreparazione alla capacità mostrata dalla folla di rimanere calma di fronte a queste manovre poliziesche aggressive. Moltissimi video mostrano la folla retrocedere lentamente all'avanzata degli sbirri, formando dei cordoni difensivi con scudi ed ombrelli, e a volte anche rilanciare al mittente lacrimogeni e spray urticanti. Anche se è in questi momenti che qualcuno ha colto l'opportunità di lanciare oggetti agli sbirri, cosa ancora incredibilmente impopolare, nonostante la polizia stesse attivamente attaccando la gente.
IGD: L'altra sera a Seattle, un vigilante ha guidato la macchina sulla folla e ha aperto il fuoco colpendo una persona. La violenza dell'estrema destra e/o dei vigilanti è stata un problema ricorrente?
Per ora l'identità dell'uomo che ha sparato è molto confusa. Da quello che in molti hanno potuto capire, è un cane sciolto, un tizio non-bianco qualsiasi dal South End di Seattle. Invece che focalizzarsi su di lui, credo sia importante pensare alla risposta al suo attacco che è inconfutabile.Quando ha guidato la sua macchina ad una velocità significativa sulla folla, la gente non ha esitato a cercare di fermarlo. Si sono messi in mezzo, cercando di tirarlo fuori dalla macchina, per la salvezza di tutti, e di fermare fisicamente l'auto riutilizzando le barricate anti sbirri. Qualcuno è stato colpito dal suo sparo. Si è trattato di un momento orribile e incredibile e di un chiaro esempio di come il processo di liberazione sosterrà attacchi da ogni lato e dovrà difendersi in una serie di modi diversi. Chi era coinvolto ha scoperto chiaramente che alla polizia non importa del nostro benessere, e che possiamo proteggerci dalla violenza reazionaria senza il suo aiuto.La minaccia della violenza reazionaria è reale, e ho paura che vedremo questo boomerang tornarci indietro presto. Ma al momento una delle minacce più grandi sembra essere la paura intorno a queste forze. Mentre scriviamo, in centinaia se non di più stanno messaggiando, twittando, e in generale facendo girare rumori non verificati secondo i quali forze reazionarie sarebbero sulla strada per Capitol Hill ad ogni ora. Questo allarme costante che amplifica gli scanner dei canali della polizia ha intralciato pesantemente la capacità di organizzare una risposta reale e concreta nel momento in cui la destra dovesse effettivamente scegliere di attaccarci.
IGD: Riot shaming, disinformazione liberal, teorie del complotto - la sinistra in senso più ampio ha realmente mostrato a sé stessa la mancanza di un’analisi complessiva e di una comprensione della fase. Sono curioso di come la gente si stia relazionando con la marea di informazioni devianti e con gli attori in cattiva fede.
C'è tanta di quella gente in questo movimento che è difficile analizzare un modo preciso nel quale queste idee sono state affrontate. Dipende inoltre per la maggior parte da quale prospettiva si viene. Vediamo che la gente che si posiziona in modo da “guidare” questo movimento sono ipocriti imbroglioni, mentre altri la pensano come gli anarchici. La nostra risposta in generale è stata esserci, essere presenti con materiali controinformativi ed informazioni disponibili, starci notte dopo notte e affrontare la “peace police”, aiutare i medici a trasportare i feriti, tirare fuori la gente dalle carceri, prendere parte alle discussioni che andavano criptate - e fare quelle alleanze e creare quei gruppi che serviranno per continuare questo conflitto con il distretto est.
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Nuovo post su https://is.gd/Utihiz
Quando l'Amazzonia era vicina a noi, ma c'è speranza ...
di Armando Polito
Vicina a noi Salentini, intendo dire, e andrò a dimostrarlo. Prima, però, vale riassumere ciò che di essa a tutti, o quasi, è noto. Che sia il polmone della terra attaccato da quel virus nefasto che è per il pianeta l’uomo  è un concetto da tutti accettato finché non si decide seriamente di porvi rimedio …, che il toponimo trae origine dall’idronimo Rio de Amaxones, nome dato al fiume dall’esploratore spagnolo Francisco de Orellana quando lo scoprì nel 1540, è nozione da tempo consegnata alla storia. Lo spagnolo doveva essere digiuno di mitologia, altrimenti non avrebbe messo in campo le Amazzoni (in greco Ἀμαζόνες (leggi Amazònes1) a lui evocate  dagli scontri avuti, secondo quanto riferì al ritorno in patria, con tribù locali di donne guerriere. Altrettanto noto è che l’etimo più ricorrente per  Ἀμαζόνες è da α- con valore privativo e μαζός (leggi mazòs), che significa mammella, in linea con le antiche testimonianze letterarie2  secondo le quali donne della zona del Mar Nero si mutilavano della mammella destra per tendere meglio l’arco,  ma in contraddizione costante con tutte le rappresentazioni artistiche dove il seno (e in particolare il destro) appare ben integro e fiorente.
Dettaglio di un rilievo con scena di combattimento tra un greco ed un’amazzone su un sarcofago da Tessalonica risalente circa al 180 d. C.
Per questo quell’α- secondo altri non avrebbe un valore privativo ma esattamente opposto, cioè intensivo, per cui  Ἀμαζόνες significherebbe donne dal seno fiorente.
Lo spagnolo aveva fatto corrispondere al salto all’indietro nel tempo un salto in avanti nello spazio, nel senso che, partendo da un etnico che aveva avuto il suo habitat originario nella regione del fiume Termodonte sulla costa meridionale del Mar Nero era andato a finire nell’America del sud con un idronimo che alla fine avrebbe dato al toponimo che designa il vastissimo territorio circostante, l’Amazzonia appunto.
Io col toponimo mi accingo a fare esattamente l’opposto. Ἀμαζονία (leggi Amazonìa) è il titolo di una delle opere attribuite ad Omero dalla Suda o Suida, una sorta di enciclopedia in greco del X secolo. Alla voce Ὅμηρος (leggi Òmeros) si legge: … Ἀναφέρεται δὲ εἰς αὐτὸν καὶ ἄλλα τινὰ ποιήματα· Ἀμαζονία, Ἰλιὰς μικρὰ … (Gli sono attribuiti anche alcuni altri poemi: Amazzonia, Piccola Iliade …).
Come nome di donna compare in un epicedio (epigramma funerario) di anonimo dell’Antologia Palatina (raccolta di epigrammi risalente al X secolo). È il n. 667 del libro VII: Τίπτε μάτην γοόωντες ἐμῷ παραμίμνετε τύμβῳ;/Οὐδὲν ἔχω θρήνων ἄξιον ἐν φθιμένοις./Λῆγε γόων καὶ παῦε, πόσις, καὶ παῖδες ἐμεῖο/χαίρετε, καὶ μνήμην σώζετ᾿ Ἀμαζονίης. (Perché gemendo invano state davanti alla mia tomba? Tra i morti non ho nulla degno di gemiti. Cessa e cessa di gemere, o marito, e state bene, figli miei,  e conservate il ricordo di Amazzonia)
Diodoro Siculo (I secolo a. C.), Bibliotheca Historica
II, 3 Τοῖς δ’ ἀνδράσι προσνεῖμαι τὰς ταλασιουργίας καὶ τὰς τῶν γυναικῶν κατ’οἴκους ἐργασίας. Νόμους τε καταδεῖξαι, δι’ὧν τὰς μὲν γυναῖκας ἐπὶ τοὺς πολεμικοὺς ἀγῶνας προάγειν, τοῖς δ’ἀνδράσι ταπείνωσιν καὶ δουλείαν περιάπτειν. Τῶν δὲ γεννωμένων τοὺς μὲν ἄρρενας ἐπήρουν τά τε σκέλη καὶ τοὺς βραχίονας, ἀχρήστους κατασκευάζοντες πρὸς τὰς πολεμικὰς χρείας, τῶν δὲ θηλυτερῶν τὸν δεξιὸν μαστὸν ἐπέκαον, ἵνα μὴ κατὰ τὰς ἀκμὰς τῶν σωμάτων ἐπαιρόμενος ἐνοχλῇ· ἀφ’ ἧς αἰτίας συμβῆναι τὸ ἔθνος τῶν Ἀμαζόνων ταύτης τυχεῖν τῆς προσηγορίας.(Agli uomini [la regina delle Amazzoni] assegnava la filatura della lana e gli altri lavori domestici delle donne. Essa stabiliva leggi in base alle quali guidava le donne alla guerra e destinava gli uomini ad uno stato umile ed alla schiavitù. Dei figli ai maschi mutilavano gambe e braccia rendendoli inadatti alle necessità della guerra, bruciavano la mammella destra delle donne affinché non fosse d’impaccio durante gli sforzi del corpo)
III, 53: Φασὶ γὰρ ὑπάρξαι τῆς Λιβύης ἐν τοῖς πρὸς ἑσπέραν μέρεσιν ἐπὶ τοῖς πέρασι τῆς οἰκουμένης ἔθνος γυναικοκρατούμενον καὶ βίον ἐζηλωκὸς οὐχ ὅμοιον τῷ παρ᾽ἡμῖν. Ταῖς μὲν γὰρ γυναιξὶν ἔθος εἶναι διαπονεῖν τὰ κατὰ πόλεμον, καὶ χρόνους ὡρισμένους ὀφείλειν στρατεύεσθαι, διατηρουμένης τῆς παρθενίας· διελθόντων δὲ τῶν ἐτῶν τῶν τῆς στρατείας προσιέναι μὲν τοῖς ἀνδράσι παιδοποιίας ἕνεκα, τὰς δ᾽ἀρχὰς καὶ τὰ κοινὰ διοικεῖν ταύτας ἅπαντα. Τοὺς δ᾽ἄνδρας ὁμοίως ταῖς παρ᾽ἡμῖν γαμεταῖς τὸν κατοικίδιον ἔχειν βίον, ὑπηρετοῦντας τοῖς ὑπὸ τῶν συνοικουσῶν προσταττομένοις· μὴ μετέχειν δ᾽αὐτοὺς μήτε στρατείας μήτ᾽ ἀρχῆς μήτ᾽ ἄλλης τινὸς ἐν τοῖς κοινοῖς παρρησίας, ἐξ ἧς ἔμελλον φρονηματισθέντες ἐπιθήσεσθαι ταῖς γυναιξί. Κατὰ δὲ τὰς γενέσεις τῶν τέκνων τὰ μὲν βρέφη παραδίδοσθαι τοῖς ἀνδράσι, καὶ τούτους διατρέφειν αὐτὰ γάλακτι καὶ ἄλλοις τισὶν ἑψήμασιν οἰκείως ταῖς τῶν νηπίων ἡλικίαις· εἰ δὲ τύχοι θῆλυ γεννηθέν, ἐπικάεσθαι αὐτοῦ τοὺς μαστούς, ἵνα μὴ μετεωρίζωνται κατὰ τοὺς τῆς ἀκμῆς χρόνους· ἐμπόδιον γὰρ οὐ τὸ τυχὸν εἶναι δοκεῖν πρὸς τὰς στρατείας τοὺς ἐξέχοντας τοῦ σώματος μαστούς· διὸ καὶ τούτων αὐτὰς ἀπεστερημένας ὑπὸ τῶν Ἑλλήνων Ἀμαζόνας προσαγορεύεσθαι. (Dicono che nelle parti occidentali della Libia ai confini della terra comanda un popolo governato da donne e che conduceva una vita diversa dalla nostra. Infatti per le donne era costume occuparsi della guerra e per un tempo stabilito dovevano combattere mantenendo la verginità. Trascorsi gli anni del servizio militare si univano agli uomini per procreare ed esercitavano il potere e tutti gli affari pubblici. Gli uomini trascorrevano la vita in casa, come presso di noi le mogli, obbedendo agli ordini delle consorti. Non partecipavano al servizio militare né al potere né ad alcun’altra facoltà nelle cose pubbliche, da cui prendendo coscienza potessero opporsi alle donne. Alla nascita dei figli affidavano i piccoli agli uomini e questi li nutrivano con il latte e con gli altri alimenti come conveniva all’età dei bambini)
Quinto Curzio Rufo (incerta l’epoca in cui sarebbe vissuto, ma compresa tra il I e il IV secolo d. C.), Historiae Alexandri Magni Macedonis, VI, 5: Erat, ut supra dictum est, Hyrcaniae finitima gens Amazonum, circa Thermodonta amnem Themiscyrae incolentium campos. Reginam habebant Thalestrin, omnibus inter Caucasum montem et Phasin amnem imperitantem. Haec cupidine visendi regis accensa finibus regni sui excessit et, cum haud procul abesset, praemisit indicantes, venisse reginam adeundi eius cognoscendique avidam. Protinus facta potestas est veniendi. Ceteris iussis subsistere, trecentis feminarum comitata processit atque, ut primum rex in conspectu fuit, equo ipsa desiluit duas lanceas dextera praeferens. Vestis non tota Amazonum corpori obducitur: nam laeva pars ad pectus est nuda, cetera deinde velantur. Nec tamen sinus vestis, quem nodo colligunt, infra genua descendit. Altera papilla intacta servatur, qua muliebris sexus liberos alant: aduritur dextera, ut arcus facilius intendant et tela vibrent. (C’era, come sopra s’è detto, il popolo confinante delle Amazzoni che abitavano i campi intorno al fiume Termodonte. Avevano come regina Talestri che dominava su tutte le terre tra il monte Caucaso e il fiume Fasi. Questa, presa dal desiderio di vedere il re, uscì dai confini del suo regno e quando non fu molto distante mandò avanti alcuni ad avvertire che la regina era venuta desiderosa di conoscerlo. Subito le fu concessa la facoltà di venire, Comandato agli altri di star fermi, venne avanti accompagnata da trecento donne e, non appena fu al cospetto del re, saltò giù dal cavallo tendendo con la destra due lance. Non tutta la veste cinge il corpo delle Amazzoni: infatti la parte sinistra è scoperta fino al petto, le restanti parti sono coperte. Tuttavia l’orlo della veste, che stringono con un nodo, non arriva alle ginocchia. Un seno è conservato intatto per allattare i figli di sesso femminile. La destra viene bruciata perché più agevolmente tendano l’arco e scaglino le frecce)
Stefano Bizantino (probabilmente VI secolo d. C.), Ἐθνικά (leggi Ethnicà), alla voce  Ἀμαζόνες (leggi Amazònes): ἔθνος γυναικεῖον πρὸς τῷ Θερμωδόντι, ὠϛ  Ἔφορος, ἅς νῦν Σαυροματίδας καλοῦσι. φασὶ δὲ περὶ αὐτῶν ὅτι τῇ φύσει τῶν ἀνδρῶν διαφέροιεν, αἰτιώμενοι τοῦ τόπου τὴν κρᾶσιν, ὡς γεννᾶν εἰωθότος τὰ θήλεα σώματα ἰσχυρότερα καὶ μείζω τῶν ἀρσενικῶν. Ἐγὼ δὲ φυσικὸν νομίζω τὰ κοινὰ πάντων πάθη, ὥστ’ ἄλογος ἡ αἰτία. Πιθανωτέρα δ’ ἥν φασιν οἱ πλησιόχωροι. Οἱ γὰρ Σαυρομάται ἐξ ἀρχῆς ἐπὶ τὴν Εὐρώπην στρατεύσαντες καὶ πάντες διαφθαρέντες, τὰς γυναῖκας οὔσας μόνας …. καὶ αὐξησάντων τῶν ἀρρένων, στασιάσαι πρὸς τὰς γυναῖκας, ὑπερεχουσῶν δὲ τῶν γυναικῶν καταφυγεῖν τοὺς ἄρρενας εἰς δασύν τινα τόπον καὶ ἀπολέσθαι. Φοβηθεῖσαι δὲ μή πως ἀπὸ τῶν νεωτέρων τιμωρία τις γένηται, δόγμα ἐποίησαν ὥστε τὰ μέλη συντρῖψαι καὶ χωλοὺς πάντας ποιῆσαι. Ἐκαλοῦντο δὲ καὶ Σαυροπατίδες παρὰ τὸ σαύρας πατεῖν καὶ ἐσθίειν, ἢ [Σαυροματίδες] διὰ τὸ ἐν τῇ Σαυροματικῇ Σκυθίᾳ οἰκεῖν. Ἔστι καὶ Ἀμαζονία πόλις Μεσσαπίας. Λέγεται καὶ Ἀμαζών ἀρσενικῶς. Λέγεται καὶ Ἀμαζόνιον τὸ οὐδέτερον διὰ τοῦ ι καὶ Ἀμαζονίδης. (popolo di donne presso il Termodonte, come dice Eforo, che ora chiamano Sarmati. Dicono che per natura differiscono dagli uomini adducendo a causa il clima del posto, come se fosse abituato a generare i corpi femminili  più forti e validi di quelli maschili. Io invece ritengo cosa naturale le caratteristiche comuni di tutti, sicché  la causa addotta è assurda. Ritengo più verosimile quella che adducono i vicini. Infatti dicono che i Sarmati da principio avendo combattuto contro l’Europa ed essendo morti tutti, le donne che erano sole …. ed essendosi gli uomini moltiplicati entrarono in competizione con le donne, poi, però, essendo più numerose le donne, gli uomini fuggirono in un luogo boscoso e morirono. Esse, temendo che ci fosse una qualche vendetta da parte dei più giovani, stabilirono il principio per cui le loro membra dovevano essere compresse e che tutti fossero resi storpi. Erano chiamate anche Sauropatidi per il fatto che mangiavano e si nutrivano di lucertole o [Sauromatidi] per il fatto che abitavano nella Scizia sarmatica. C’è anche Amazzonia città della Messapia. Si dice anche Amazzòne al maschile3 . Si dice anche Amazzonio neutro con (aggiunta di) i e Amazzonide.
Dove fosse con precisione l’Amazzonia messapica o con quale centro antico o attuale possa identificarsi io non lo e non so nemmeno se qualcuno si sia mai posto il problema. L’unica speranza è che qualcosa possa venire dagli organizzatori della prossima Notte della taranta che, apprendo, hanno l’intenzione di portare sul palco gli Indios dell’Amazzonia … (https://www.virgilio.it/italia/lecce/ultima-ora/notte_taranta_2020_con_indios_amazzonia-59744853.html). A quando gli Esquimesi?
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1 In latino, con retrazione dell’accento,  Amàzones (per via di o greco che è breve), da cui la voce italiana.
2 In Περί ἀέρων, ὑδάτων, τόπων (Arie, acque, luoghi), attribuito ad Ippocrate (V-IV secolo a. C.), 17:  Ἐν δὲ τῇ Εὐρώπῃ ἐστὶν ἔθνος Σκυθικὸν, ὃ περὶ τὴν λίμνην οἰκέει τὴν Μαιῶτιν, διαφέρον τῶν ἐθνέων τῶν ἄλλων, Σαυρομάται καλεῦνται. Τουτέων αἱ γυναῖκες ἱππάζονταί τε καὶ τοξεύουσι, καὶ ἀκοντίζουσιν ἀπὸ τῶν ἵππων, καὶ μάχονται τοῖσι πολεμίοισιν, ἕως ἂν παρθένοι ἔωσιν. Οὐκ ἀποπαρθενεύονται δὲ μέχρις ἂν τῶν πολεμίων τρεῖς ἀποκτείνωσι, καὶ οὐ πρότερον ξυνοικέουσιν ἤπερ τὰ ἱερὰ θύουσαι τὰ ἐν νόμῳ. Ἣ δ’ ἂν ἄνδρα ἑωυτῇ ἄρηται, παύεται ἱππαζομένη, ἕως ἂν μὴ ἀνάγκη καταλάβῃ παγκοίνου στρατείης. Τὸν δεξιὸν δὲ μαζὸν οὐκ ἔχουσιν. Παιδίοισι γὰρ ἐοῦσιν ἔτι νηπίοισιν αἱ μητέρες χαλκεῖον τετεχνημένον ἐπ’ αὐτέῳ τουτέῳ διάπυρον ποιέουσαι, πρὸς τὸν μαζὸν τιθέασι τὸν δεξιὸν, καὶ ἐπικαίεται, ὥστε τὴν αὔξησιν φθείρεσθαι, ἐς δὲ τὸν δεξιὸν ὦμον καὶ βραχίονα πᾶσαν τὴν ἰσχὺν καὶ τὸ πλῆθος ἐκδιδόναι. (In Europa c’è il popolo degli Sciti che vive intorno alla Palude Meotica, differente dagli altri popoli e col nome di Sauromati. Le loro donne vanno a cavallo, tirano con l’arco e dal cavallo lanciano il giavellotto finché sono ragazze. Non perdono la verginità fino a quando non abbiano ucciso tre nemici e non possono convivere prima di aver compiuto i sacrifici previsti dal loro costume. Quella che prende un uomo per sé cessa di andare a cavallo finché non c’è la necessità di un servizio militare comune a tutti. Non hanno la mammella destra. Ad esse quando sono ancora bambine le madri pongono sul seno destro un arnese infuocato fatto di bronzo e il seno viene bruciato così da impedirne la crescita, per dare alla spalla e al braccio destro tutta la forza e l’estensione)
3 Da non confondere (perché tramandato con l’iniziale maiuscola, ma i manoscritti dettano legge fino ad un certo punto sulla distinzione rispetto alle minuscole) con il comune ἀμαζών (leggi amazòn), che significa alla lettera privo di pagnotta e per traslato uomo povero, avendo tutt’altra etimologia :da α– privativo+μάζα (leggi maza)=focaccia d’orzo.
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manozingara · 4 years
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Se un paio di anni fa ci si fosse accordati, (la democrazia è accordo) abbassando le penne e riconoscendo di essere un mondo di lobbisti che lavora solo grazie al politico "di sinistra" avremmo avuto il tempo di risolvere democraticamente alcuni problemi. Invece si è preferito fare "opposizione". Così a Roma dal primo giorno. Così a livello nazionale. E la cara stampa di "sinistra" , l'unica esistente, ha rinfocolato lo scontro anche per vendere copie e non sparire. Ora al solito che non c'è più il NEMICO da combattere la "sinistra" è sparita. Basta vedere dove sono andati i voti di Potere al Popolo e LEU. Ed è sempre stato così. Rileggiamoci il palinsesto di ciascun profilo Facebook dal 4 marzo in poi e facciamoci un bell'esame di coscienza, rileggiamoci anche certi editoriali fotocopia. Esperimento fallito. Prepariamoci ad un vero governo di destra.
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uds · 6 years
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domo arigato (o di quella volta che sono andato in giappone)
-premessa 1: ho appena finito di scrivere il post, è lunghissimo. non ho la forza di rileggerlo, non rompete per i refusi. stay human. -premessa 2: quello che seguirà è un elenco di considerazioni raccolte 1) in una decina di giorni (di cui due di viaggio) 2) durante un tour organizzato. per cui non aspettatevi l'angolino sconosciuto o i guizzi da vero intenditore;
-so che alle parole "tour organizzato" state già sbuffando beffardi di fronte a tanta mediocrità, voi che conoscete lo mondo e il giusto modo di vivere, altro che noi sprovveduti con la guida e gli auricolari. in realtà, essendo la nostra prima e (con una certa probabilità, almeno nel prossimo orizzonte temporale) ultima volta in giappone, considerato la lingua, la cultura, gli spostamenti e tutto il resto, abbiamo preferito affidarci a qualcuno che ci facesse vedere il più possibile, spiegandocelo, piuttosto che voler fare a tutti i costi gli scienziati della vita vera e rischiare di perderci qualcosa di bello. non ce ne siamo affatto pentiti, contando che comunque in media alle cinque del pomeriggio la guida salutava fino al giorno dopo e abbiamo avuto anche tutto il tempo di giracchiare per conto nostro; -abbiamo volato con emirates. quindici/sedici ore di voli con scali a dubai, col tempo che si allungava all'infinito di fronte alla magia del fuso orario e della rottura di balle di stare seduto in una scatola di latta sospesa a migliaia di metri da terra. in aereo ti danno un sacco di attenzioni (però io ho volato quasi sempre con ryanair, per cui in questo caso per emirates siamo nel mondo del bon ci bon ci bon bon bon). e di cibo. cibo che, se viaggi di notte, arriva in orari assurdi. quando ho visto mia moglie svegliarsi al gentile richiamo della hostess e fregarsene del fatto che fosse mezzanotte e quaranta per scofanarsi di gusto il vassoio con la cena (che il menu pubblicizzava essere composta da "tipici sapori arabi", e dall'odore non ho avuto problemi a crederlo) ho avuto l'ennesima conferma della sua grandezza come persona, mentre io mi limitavo a chiedere pietosamente un bicchiere d'acqua e una decisa accelerazione dello spaziotempo; -la cosa più inquietante della emirates: l'acqua servita nel tipo di confezione che siamo abituati a vedere per le marmellatine, linguetta e tutto. -su quattro aerei presi in uno non mi andava lo schermo integrato al sedile per vedere i film/sentire la musica/giocare ai videogiochi, in due non mi funzionavano gli attacchi delle cuffiette. attorno a me a tutti andava tutto. poi uno dice che la sfiga non mira; -appena arrivi in giappone c'è uno shock culturale devastante. sono educati. sono gentili. non gridano. sono disponibili e sorridenti verso chiunque. seguono religiosamente le code. per terra, in dieci giorni, ho visto una (1) cicca di sigaretta e una (1) cartaccia. ed erano tipo le sette e mezza di mattina, quindi magari i netturbini dovevano ancora passare di là; -quando siamo stati a shirakawa la guida ci ha informati del fatto che, essendo un piccolo villaggio, non avrebbe potuto gestire la spazzatura eventualmente lasciata dai turisti, per cui questi sono pregati di tenere i propri rifiuti, per gettarli una volta a casa. ecco, la gente lo faceva. ci credereste? -per strada non si può fumare. ci sono aree apposite, delimitate e recintate, in svariati punti della città. e la gente, pensa te, rispetta questa norma; -anche se, a dire il vero, una volta ho visto della gente attraversare la strada senza aspettare il verde pedonale. ed eravamo noi. oh, i soliti italiani che si fanno riconoscere (no bon, lo fanno anche loro, ma per amor di battuta si fa tutto); -mentre eravamo su di un autobus a tokyo è spuntata, da una traversa laterale, un'allegra combriccola colorata. sappiate che l'attuale moda tra i giovani della capitale è comprarsi (o affittare) dei go kart e girarci per le strade del paese vestiti da personaggi di super mario. è tutto bellissimo; -il concetto giapponese di "dolce" è piuttosto diverso dal nostro. la guida lo ha definito più delicato, io mi limito a constatare alzando sette o otto sopracciglia che il ripieno tipico dei dolci nipponici è la marmellata di fagioli. spero che siamo tutti d'accordo sul fatto che ci sia qualcosa che non va in questo; -abbiamo visto un sacco di robe belle, dal fushimi inari al padiglione d'oro passando per sanjusangendo e così via. già solo per la parte storica e monumentale il viaggio è valso fino all'ultimo centesimo. poi c'è la parte moderna. c'è dotonbori a osaka e shinjuku a tokyo, le insegne verticali luminose, la pupazzosità di qualunque cosa, i programmi tv che sono esattamente come uno si immagina avendone visto le parodie nei simpson. e poi ci sono le parti a metà. da una delle vie centrali di kyoto buttare l'occhio a destra e sinistra e vedere viuzze da film di miyazaki con le casette in legno a uno o due piani e le tegole convesse. i quartieri delle geishe con i cartelli di divieto toccamento geishe, le feste di paese coi carri, i vestiti tradizionali e i canti, i concerti locali di gruppi a metà tra i ricchi e poveri e i pizzicato five; -no, vi farò l'elenco delle robe e delle città che abbiamo visitato, tranquilli, non voglio distruggervi di noia, ché la gente che mostra le foto delle ferie è una piaga sociale terrificante che trova troppo poco spazio nei moderni periodici d’inchiesta; -i water tecnologici. sono ovunque, anche nei bagni pubblici o nei locali più insospettabili. e sono la rivoluzione. se ci penso ancora adesso mi si illumina l'anima; -ah, indovinate chi è capitato in giappone durante l'ondata di caldo più anomala e intensa degli ultimi decenni? un giorno alle dieci e mezza di mattina eravamo a 43 gradi percepiti con il diciottomila per cento di umidità. grazie a dio in giappone c'è un distributore automatico di bevande ogni cinquanta metri. in una giornata avremo bevuto cinque litri a testa tra acqua e aquarius (una sorta di gatorade, onnipresente nelle vending machine. qualche anno fa avevano provato a importarlo, con scarso successo, anche in italia. dopo le giornate in cui mi ha letteralmente salvato la vita sto pensando di importarne diciotto casse al mese. o di indire una petizione per dedicarci un tempio shintoista); -i giapponesi hanno tre alfabeti scritti. uno -fonetico a base sillabica- per le parole giapponesi, un altro -fonetico a base sillabica- soltanto per le parole straniere da trascrivere in giapponese (...) e c'è poi quello "famoso", composto da ideogrammi, dato che i primi due possono dare adito a fraintendimenti. se non fossero così impegnati a complicarsi la vita credo avrebbero già conquistato il mondo da un paio di secoli; -all'inizio e alla fine della via che porta a un famoso tempio buddhista a tokyo ci sono due portali da attraversare. appeso al muro di uno di questi ci sono una sorta di espadrillas che saranno lunghe quattro o cinque metri. sono messe là perché così gli spiriti malvagi arrivano, le vedono, dicono "cavolo, quelle sono le scarpe dei guardiani del quartiere, se sono così grandi loro devono essere enormi" e se ne vanno. poi dite che non sono un popolo meraviglioso; -a quanto abbiamo capito i giapponesi hanno in media un rapporto molto tranquillo e sereno con la propria spiritualità, ma moltissimi sono superstiziosi (la quantità di souvenir legati ad amuleti, oggetti del buon augurio e simili è notevole, per dirne una). una mattina abbiamo visto una fila (ordinatissima) di qualche decina di metri fuori da una ricevitoria che vendeva biglietti della lotteria, in paziente attesa che aprisse, perché aveva la fama di essere una rivendita fortunata; -non mangio pesce, per cui a riguardo posso solo dirvi che mia moglie si è gustata più e più volte del sushi e, tra street food e ristoranti, ha uniformemente ampiamente apprezzato quantità e qualità. posso invece confermare direttamente che in giappone la carne è ottima, specie per quanto riguarda il manzo (kobe o hida che sia). a kanazawa c'era questo posto, il kanazawa meat, in cui ho mangiato uno dei cinque migliori piatti a base di carne della mia vita. se vi capita dite a aikina che vi mando io; -in giappone l'inglese lo parlano poco. soprattutto, lo parlano male, il che, come capirete, può diventare un po' un casino. certo, nei ristoranti risolvono con le vetrine che espongono le riproduzioni in silicone (perfette fino all'inquetudine) dei piatti presenti nel menu, ma vai tu a chiedere cos'è quella salsina. credo che in parte la colpa sia del fatto che pensano foneticamente su base sillabica (e non hanno differenza tra erre ed elle)(e non sono abituati a così tanti accenti), per cui le parole inglesi, nella loro versione, si arricchiscono di suoni che non sarebbero previsti. per riciclare il valido esempio che ci ha fatto la guida (giapponese, parlava l'italiano meglio di tre quarti dei vostri contatti su facebook), loro chiamano il mcdonald's meccu-donaru; -abbiamo comprato, per una conoscente, una rivista di manga. le riviste di manga in giappone sono dei mattoni belli spessi che contengono una decina abbondante di serie e costano pochissimo (abbiamo comprato weekly shonen jump, che ci hanno detto essere la più famosa, e costa meno di tre euro). il concetto è: ti diamo un sacco di serie su carta pessima, così intanto ti leggi tutto a pochi soldi, poi il mattone lo butti via e ti compri il volumetto -che esce periodicamente raccogliendo tot puntate- soltanto di quelle che ti interessano. la trovo una roba di una correttezza e onestà lodevole; -tornato in italia mi sono messo a provare a leggere manga, cosa quasi mai fatta in vita mia nonostante abbia sempre avuto la passione per i fumetti (la mia esperienza a riguardo si ferma a ranma e a death note -ma solo fino al momento in cui muore quel dato personaggio che non nomino per evitare spoiler, poi diventa noioso). ho scoperto che 1) ci sono un numero infinito di manga attualmente pubblicati e 2) ai giapponesi basta una mezza idea in croce per tirarci fuori un fumetto che duri anni e anni. boh, comunque se avete consigli dite pure. per ora sto leggendo attack on titan, che avevo sentito nominare più e più volte, ed è un misto tra il genere zombi e il genere robottoni. è disegnato in maniera oscena, ma la storia ti prende; -ah, di nuovo sul cibo: lo street food giapponese è, in generale, una figata; -nei ristoranti non c'è la cultura di bere acqua. se chiedi dell'acqua ti portano un bicchiere alla volta, gratis, ma ordinarne una bottiglia è impossibile. quando siamo andati a mangiare il tonkatsu, la famosa cotoletta di maiale, ce l'hanno servita con un té a temperatura ambiente fortissimo e amaro. immaginate di mangiarvi la milanese bevendo caffè freddo. oh, son giapponesi, che vi devo dire; -infoconsumatori: a occhio e croce mi sembra che i prezzi siano paragonabili ai nostri, per quanto riguarda i generi medi di consumo; -a takayama abbiamo fatto una degustazione di saké (io sono astemio, per cui il mio è stato più un assaggio, in tutta onestà). paghi meno di due euro -che servono ad acquistare una tazzina che poi ti tieni come souvenir- e poi puoi berci quindici tipi di saké diversi. l'unica regola è che non puoi riempirti più volte la tazzina con la stessa bottiglia. poi uno va a milano e ti chiedono otto euro per uno spritz, e manco ti puoi portare il bicchiere a casa; -il nostro concetto di snack in sacchetto è: patatine. il loro è: pesce fritto (o crostacei)(o alghe) di qualunque genere. brrrrr; -il concetto giapponese di colazione è una roba che nauseerebbe anche la moglie di pasquale ametrano in bianco, rosso e verdone. salse, pesce, fritti e tutto il resto. e io lo so che è tutto un fatto culturale, ma ogni mattina mi stringevo alle mie briochine in miniatura come fossero le ultime testimonianze di un mondo dorato ormai scomparso; -comunque oh, sarà che si era in vacanza, sarà che li abbiamo beccati tutti in buona, sarà che non c'è il mare a praga, ma io in un paese con un senso civico del genere mi ci trasferirei domani, che vi devo dire. anche perché poi uno arriva a casa e quello che dichiara certa gente su facebook e twitter lo capisce anche troppo bene. forse ci servirebbe un alfabeto a parte per le teste di cazzo.
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andanteconmoto · 6 years
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Un nuovo MAXIPOST ELETTORALE - XVIII legislatura edition
La sede vacante è il periodo che intercorre tra la morte/ritiro di un papa e l’insediamento di quello successivo. È il periodo più bello ed equilibrato che esista, almeno per uno come me che subisce passivamente l’ingerenza ecclesiastica in Italia, perché nessuno può dire stronzate su cosa posso e non posso fare per non offendere Gesù. Molto simili sono la crisi di governo e il periodo che intercorre tra due legislature. Momenti di pace dei sensi vissuta al ritmo di una nuova, fantasmagorica e insostenibile CAMPAGNA ELETTORALE. Alle urne, italiani! Ancora non sapete chi incarna meglio le vostre convinzioni? Nessun problema: ecco la guida per districarvi nel marasma dei simboli che potreste trovare sulle vostre schede tra due mesi scarsi.
1) Italia! Italia! ovvero i partiti da stadio, quelli il cui unico pensiero è che vogliono governare l’Italia quindi è necessario far capire bene che è l’Italia che vogliono governare e, che ne so, non il Burkina Faso.
# Partito dei valori cristiani
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Che bello il tricolore, quanta emozione che ci dà. Alla fine è il simbolo perfetto dell’unità nazionale, con quei tre colori che libertà uguaglianza e fraternità nessuno sa davvero cosa vogliano dire ma che ricordano un po’ una bella margherita. Che bello il tricolore: mettiamolo sul nostro simbolo. Tante volte. Chi lo vota: I marinai in pensione, quelli che nell’intreccio delle coccarde hanno vissuto un piccolo colpo al cuore. # Movimento Passione Italia
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Questo non è un simbolo, è la resa grafica di una canzone di Mino Reitano: era tanto che volevo, col mio simbolo dire a te, grazie a un vecchio pensiero, grazie al mio paese... (movimento passione) Italia, (movimento passione) Italia: di partiti belli uguali non ce n’è! Chi lo vota: I dislessici e chi è cresciuto in paesi in cui si legge da destra a sinistra. Capisco il gioco cuore-italia ma dai, davvero, messi così i due caratteri si manda a cagare ogni logica. # Energie per l’Italia
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è sempre bello quando in questa lista arrivano i simboli di quelli veri che ci mettono i soldi dentro. I Liberali-popolari-civici e gli innovatori mettono in campo le loro energie per l’Italia insieme a Stefano Parisi. E quale icona può rappresentare al meglio le energie se non delle lampadine tricolore? Delle lampadine tricolore chiaramente spente, anzi, nemmeno spente: che assorbono la luce attorno a loro...  Chi lo vota: Elettricisti di tutta Italia, unitevi! # Sdebitalia
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Sopra il tricolore abbiamo attaccato con gimp una foto di una forbice su un tappeto di velluto che taglia un nastro tricolore, anzi avvolta da un nastro tricolore. Poi, visto che avevamo problemi con la fusione dei livelli abbiamo esportato tutto in bitmap, aperto paint e scritto SDEBITALIA usando il campiona colore per ricreare il tricolore. Ci piace tanto il tricolore, avremmo voluto metterne di più.
Chi lo vota: l’arrotino, la vecchia signora che si fa davvero affilare le forbici dall’arrotino. # Riscossa Italia
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Democrazia, lavoro e sovranità: ecco a cosa penso ogni volta che mi perdo a guardare le colline del Chianti oppure lo sfondo predefinito di Windows XP. Ecco, Riscossa Italia, con la sua simbologia semplice e affatto didascalica, trasforma in tricolore un profilo collinare sotto a un idilliaco cielo azzurro libertà. Riesce proprio a farmene venire voglia, di sovranità. Peccato solo che non abbiano scritto ‘lavoro’ in verde e ‘democrazia’ in rosso: lì si che sarebbe stato un simbolo perfetto. Chi lo vota: Mucche alla riscossa, Tartarughe Ninja alla riscossa, Sandokan alla riscossa, Fantozzi alla riscossa, Zagor alla riscossa, eccetera, eccetera, eccetera. # L’italia di Mameli
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Io parlo della locura, Elettore, la locura. La pazzia, la cerveza, la tradizione, o merda, come la chiami tu, ma con una bella spruzzata di pazzia: il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillette. In una parola: Platinette; perché Platinette ci assolve da tutti i nostri mali, da tutte le nostre malefatte...  questa è l'Italia di Mameli: un paese di musichette, mentre fuori c'è la morte! 
Chi la vota: i tre sceneggiatori di Boris, Karim e forse anche Arianna, che per votare di nuovo Berlusconi ci vuole coraggio.
# Italia Madre
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Il punto più alto della carriera politica di Irene Pivetti è aver avuto una sorella che ha doppiato Meg nel film Disney Hercules. Qualcosa da quell’esperienza ha imparato, apparentemente, perché il logo del suo nuovo esperimento politico sembra tirato fuori da una scena del film. Ma sì dai, è quella testa disegnata sul piatto appeso alla parete nella scena in cui Phil si lamenta delle caviglie di Achille.
Chi lo vota: Pena e Panico, il pittore nevrastenico che tenta di ritrarre Ercole. 
# Ameritalia
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Qualcuno era comunista, diceva Giorgio Gaber, perché sognava una libertà diversa da quella americana. Possiamo quindi assumere che qualcuno fosse maccartista perché sognava esattamente la libertà americana, anzi la fusione con l’America stessa. Ameritalia fonde tricolore e stars and stripes in un nuovo meraviglioso esempio di assoluta bruttura. Chi lo vota: se lo cercate su internet il primo risultato che salta fuori è un burger place di Chicago città, vi lascio immaginare la clientela...
2) MONO Negli anni sessanta l’introduzione del suono stereofonico è stata una rivoluzione per l’industria discografica. Però pare che Sgt. Pepper suoni meglio quando è ascoltato monoaurale. Seguendo l’esempio di questo caposaldo della musica, molti partiti decidono di dedicarsi solo a una cosa, solo a un certo gruppo di persone.
#Movimento gente onesta
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Per quanto potrai impegnarti qualcosa c’è sempre chi ti tirerà addosso le pietre. Poveri 5stelle, apparentemente non abbastanza honesti per questo movimento della gente onesta. Onestamente, non ce la faccio più a sentire invocare onestà-onestà a destra e a manca: non vedo l’ora che compaia un partito per disonesti, ingannatori e affini. Giusto per mischiare un po’ le carte.
Chi lo vota: la gente onesta!!1!
# Il popolo della famiglia - No gender nelle scuole
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Il problema di internet è che dà a troppa gente la possibilità di parlare. Su questo simbolo non voglio spendere più di tre righe. Sono i rugrats quei quattro cosi in basso? Chi lo vota: nostalgici dei rugrats, disegnatori oramai in pensione dei rugrats, quelli che proprio di come funzioni un popolo o una famiglia non hanno capito un cazzo.
# 3MMM - Movimento Mamme del Mondo per l’Italia
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Certo, se vogliamo liberarci dallo stereotipo italiano mafia pizza mamma e mandolino forse non è il caso di votare una cosa del genere. Però a noi gli stereotipi piacciono e quindi ecco queste tre M maiuscole di vaga memoria mussoliniana su un bel mondo tinto di rosa. Se questa lista esiste è solo colpa di Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri: qualche anno fa, in un disco di successo, cantavano: “Voglio che le cariche importanti, dove si decide per il mondo vengano assegnate solo a donne. madri di figli”. Vi hanno preso in parola, spero siate contenti.
Chi lo vota:  Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri.
# No riforma forense
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C’è sempre della poesia in un indirizzo e-mail @libero.it. In un contrassegno elettorale poi è chiaramente un messaggio politico e non tirchieria: non è che non abbiamo voluto comprare un dominio, è che @libero.it ci sembrava proprio un bel messaggio. Liberi, in Italia, dalla riforma forense. Chi lo vota: controriformisti a affini, i collegiali dei concili di Trento e di Costanza, chi proprio non ha voglia che le cose cambino. # Free Flights to Italy
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Le liste della circoscrizione estero non hanno veramente limite alla decenza. Va bene, voli gratis per l’italia. Ma perché non voli gratis dall’Italia? In questo modo mi posso trasferire, entrare nella circoscrizione estero, votarvi e ci guadagniamo tutti quanti. Se invece si vola gratis solo verso l’Italia me lo spiegate poi chi è che vi vota tra 5 anni? Un po’ di lungimiranza, per piacere.
Chi lo vota: volagratis.com 
3) Infinite Jest ovvero quelli che hanno così poco da dire che decidono di dire tutto sul contrassegno, veri post-moderni della politica, quelli che se passiamo ventisette minuti dentro alla cabina elettorale è solo colpa loro. # Movimento disoccupati e precari meridionali-italiani
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Il movimento disoccupati e precari meridionali-italiani si occupa dei problemi pressanti dei disoccupati e precari meridionali-italiani. Guardate come il sole del lavoro illumina coi suoi raggi questi disoccupati e precari meridionali-italiani che sono chiaramente in movimento. Le rielaborazioni del quarto stato nei simboli politici non mancano mai ma loro, facendo camminare tutto il loro movimento verso tre puntini di sospensione hanno portato tutto a un livello di retorica ulteriore. Chi lo vota: Disoccupati e precari, ma solo quelli meridionali-italiani. E che siano in movimento, l’immobilismo è cosa da prima repubblica.
# Lega per l’Italia 1861-2011 orgoglio italiano - movimento presidenzialista
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La lega per l’Italia ci tiene a sottolineare che l’orgoglio che la porta avanti non solo è italiano ma è anche volto al presidenzialismo e rispetta gli standard ISO9001 della comunità europea. Ma sono le date la cosa che, in tutto il marasma della sovrabbondanza di elementi, cattura più vivamente la mia attenzione. L’orgoglio inizia nel 1861, chiaramente, ma finisce nel 2011. Cosa è successo nel 2011? La morte di Liz Taylor? Vecchioni che vince Sanremo? Ai posteri l’ardua sentenza.
Chi lo vota: orgogliosi selettivi, i nuovi leghisti del meridione.
 # MIC - Italia nel Cuore - Storie di vita
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All you need is love. Quasi fuori categoria il MIC che di testo sul simbolo ne ha poco. Però quel piccolo cappelletto che ci promette “storie di vita vera” lascia spazio infinito alla mia immaginazione. In quelle quattro parole io vedo La coscienza di Zeno. Che bello deve essere il loro congresso, una cosa a metà tra un incontro dei weight watchers e un convegno di autopotenziamento.  Chi lo vota: venditori dei sistemi piramidali, ex yesman pentiti e quelli che seguono i seminari EST. Anche qualche alcolista anonimo, ma solo quelli che ce la stanno facendo.
# Partito Valore Umano - Per un nuovo umanesimo 
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Per un nuovo umanesimo. Perché, cos’ha quello vecchio che non va? Petrarca e Boccaccio non vanno più di moda? Il simbolo del PVU mi lascia in preda a mille dubbi di natura puramente grafica: è un cuore quello? perché è dilaniato? Qualcuno ha spezzato il cuore al fondatore del PVU? Insomma, anche qui un partito che non dice troppo ma lascia molto spazio alle domande. (E quei cerchi concentrici lì, messi così sopra e attorno a questa figura dal simbolismo non troppo chiaro mi fanno pensare a uno degli Angeli di Neon Genesis Evangelion. Non so perché.) Chi lo vota: Petrarca e Boccaccio, anche se non vanno più di moda.
# Recupero Maltolto - statuto lavoratori art. 18 -  Bonum commune aqua - tutela domicilio - jus pro merito
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Sto barando qui, barerò ancora più avanti. Sì perché il partito del ‘recupero maltolto’ era già finito in una di queste liste e il fatto che si ripresenti qui forse vuol dire che sto finendo le idee. Però mi piace come a ogni elezione saltino sul carro del vincitore inglobando nel loro contrassegno una nuova battaglia d’attualità. L’articolo 18, in questo caso. Mi piace anche come abbiano deciso, per migliorare la leggibilità del pensiero politico e raggiungere meglio le masse, di usare il latino nel nominare le loro grandi battaglie. Ma solo due su tre, perché chi vuole la tutela del domicilio mi sa che non è abbastanza studiato.
Chi lo vota: Latinisti e latinoranti, quelli come me che si perdevano a leggere le locuzioni sul fondo del dizionario.
# Pace Giustizia Libertà - cambia modello di sviluppo - solidarietà - cristiani per la crescita felice - nuovo modello di sviluppo per l’Italia
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Anche “Pace giustizia libertà” è una vecchia conoscenza, anche loro però hanno portato la battaglia a un livello superiore. Più che un simbolo loro hanno presentato un romanzo: visto che nessuno glielo pubblicava hanno pensato di scriverlo così, in tondo, dentro allo stemma della loro lista. Del resto lo dicono anche loro: cambia modello di sviluppo. Noi lo abbiamo fatto, voi cosa state aspettando?
Chi lo vota: quelli che vogliono cambiare modello di sviluppo e, sostanzialmente, crescere felici. 
# Pensiero Azione PPA - Popolo Partite IVA - Riprogettiamo il paese valorizzando le nostre ricchezze - Protezione Italia - Turismo - MPLibertà - Cristiano-liberali
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PPA vede la sfida di PGL e rilancia con un contrassegno che forse è stato davvero disegnato da qualcuno con un minimo di studi grafici. C’è scritta tantissima roba ma non è così sgradevole da guardare. Se lo stemma di PGL era il romanzo scadente autoprodotto rifiutato da tutte le case editrici, questo di PPA è uno di quei cloni che compaiono dopo i grandi successi di massa, uno dei mille libri sui vampiri innamorati che sono sbocciati attorno a Twilight. La copertina è simile, sembra la cosa vera, però è solo la copertura per trecento pagine di vuoto assoluto. Chi lo vota: le partite IVA. Sinceramente non sapevo che votassero anche loro quest’anno. Mattarella ha parlato dei giovani, non delle partite IVA. Povere, tutte le discriminano.
3) La quadratura del cerchio ovvero quei partiti che non hanno ancora capito come funziona il mondo, quelli che non riescono a lasciarsi alle spalle l’idealismo e i sogni, i partiti con vocazione pindarica, quelli che ancora presentano, dopo diciassette legislature, un simbolo poligonale dentro al contrassegno rotondo.
# Partito Democratico
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Il PD era un partito di sinistra, così tanto di sinistra che ha perso le elezioni anche quella volta che le ha vinte. Poi è scomparso, si è rotto, ricomposto, snaturato, reinventato, è evaporato in una nuvola rossa. Tutti i suoi problemi nascono da qui, dal simbolo: una cosa rettangolare che vuole ricordare la bandiera italiana (ma che comunque ha le proporzioni sbagliate) infilata in un buco rotondo. Povera sinistra.
Chi lo vota: chi si tura il naso, presunti pidioti, nostalgici della prima repubblica e degli sbocchi monocolore.
# Partito Comunista
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Ma il PD non si inventa niente. Le sue radici sono nell’Ulivo, le cui radici sono nei DS, le cui radici sono nel PDS le cui radici sono nel vecchio caro e glorioso PCdI che adesso è così, quadratizzato e senza gioia di vivere, senza nessuna speranza di ricevere un solo voto. Ma anche il vecchio PCdI, a dirla tutta, con le sue due bandierine plasticose, questa cosa della circonferenza non l’ha mai capita. Forse per questo ha perso sempre.
Chi lo vota: lo studente del classico un po’ trasandato, quello che è andato a votare con i mezzi pubblici così da poter leggere nel frattempo “le ceneri di Gramsci”. 
# La Luce del Sud
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Se c’è una cosa che il PD è riuscito a fare nella sua ostinazione spigolosa è inscrivere interamente il logo all’interno del contrassegno. Questa cosa invece non riesce a farla Giusy Papale quando presenta il simbolo del suo partito. La sensazione è che lei abbia da un lato voluto a ogni costo usare un brutto quadro (fatto probabilmente da un figlio in età prescolare) come logo e dall’altro abbia nasato questa equazione per cui il simbolo quadrato non vince mai. Tagliare gli spigoli e colorare di giallo le aree scoperte è solo un tentativo di aggirare il destino.
Chi lo vota: nessuno, squalificato: non ci piace la gente che bara. Accetta la tua natura quadrata, Luce del Sud.
# Movimento Riscatto Nazionale
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Il tricolore, tre alabarde spaziali, una bella aquila incattivita che sovrasta lo stemma della repubblica, caratteri che si rifanno alla tradizione fraktur... insomma: tutta l’iconografia che serve a vincere le elezioni in Italia nel 2018. Per fortuna che sono stati così coglioni da cadere anche loro nella trappola della poligonia e non potranno vincere niente. L’abbiamo scampata.
Chi lo vota: il picchetto davanti al cimitero di Predappio, mezza costa ovest del lago di Garda
#Partito Sardo d’Azione
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Avete presente quando siete a un concerto oppure a un evento di piazza e qualcuno due o tre file avanti a voi srotola e fa sventolare questo enorme vessillo con le quattro teste sarde? Succede SEMPRE, OVUNQUE. Quest’anno succede anche alle elezioni. Grazie, Partito Sardo d’Azione, grazie per ricordarci che la Sardegna esiste. La prossima volta però facciamo uno stemma tondo. Dai, con questa grafica di base non era così difficile riuscirci.
Chi lo vota: quelli due o tre file avanti a voi che al concerto oppure all’evento di piazza fanno sventolare la bandiera sarda.
5) Quelli che hanno sbagliato elezione Sì, va bene: si vota per il parlamento italiano, però non è che dobbiamo per forza tutti volerci bene, giusto? Via, basta Italia: il progetto è fallito. Votiamo altri parlamenti dentro al parlamento e mandiamo un po’ tutto in vacca. 
  # Liga Veneta Repubblica
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Mi mette sempre di buon umore pensare che da qualche parte esista gente che pensa che le posizioni della lega e dei fascisti non siano abbastanza definite, mi piace molto che decidano di staccarsi da tutto per essere assolutamente definiti, mi riempie di gioia vedere come provino a farlo legalmente. Carini loro.
Chi lo vota: ne ho conosciuti fin troppi, lasciamo stare.
# NSAB MLNS
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Seriamente: cerchiamo di immaginare il congresso di questi qui. Cinque sfigati tipo quelli del centro sociale di como, pelati e con il bomber che si guardano nelle palle dei loro occhi spenti e cercano un modo per infilare il loro neo-nazismo nelle elezioni italiane. Allora, dice uno, nazionalsocialismo non si può dire, però se scriviamo che siamo nazionalisti e socialisti, forse...  Per non parlare di come tutto questo logo sia un capolavoro di incompetenza. Movimento nazionalista e socialista dei lavoratori è chiaro. Ma NSAB e MLNS cosa vorrebbero dire? A sentimento mi viene quasi il dubbio che abbiano presentato un typo e che quel MLNS avrebbe dovuto essere MSLN. Però forse sono io che ho la coscienza sporca.
Chi lo vota: nessuno, sicuramente verrà bloccato in fase di revisione. Però è già tremendo che qualcuno lo abbia presentato. 
# Potere al popolo
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Sì, va bene, ci abbiamo provato. Non ha funzionato.  Il prossimo.
Chi lo vota: chi vorrebbe votare i 5stelle ma gli puzzano troppo di fascismo.
# Per una Sinistra Rivoluzionaria
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Per una sinistra rivoluzionaria bisogna prendere il treno da Helsinki a Pietrogrado, assediare il Palazzo d’Inverno e instaurare la dittatura del popolo a Mosca. Non votare questo potpourri di retorica, pugni chiusi e nostalgia. Insomma, è proprio il concetto che è sbagliato: come si vota la rivoluzione? 
Chi lo vota:  Mi dispiace Ferrando: il trotzkismo non ha funzionato in Russia, figuriamoci qui.
# Mo!
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Se non ora, quando? Mo. Tipo subito, anzi prima di subito. Mi piace come abbiano tagliato l’Italia dal Lazio in giù e dicano di rivendicare una certa unione mediterranea: è un bel tentativo di nascondere dietro a una espressione dialettale l’ennesimo movimento di rinascita duosiciliano. Ho visto il parlamento duosiciliano, a Palermo. Non ci sta niente dentro.
Chi lo vota: quelli che bevono il caffè Borbone.
# Blocco Nazionale per le Libertà
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I problemi qui sono due: capire esattamente cos’è un blocco nazionale e, successivamente, chiarire cosa intendono per nazione. Quindi: come si blocca un paese per le libertà? Gli si mette un fermo tra i raggi, come nelle biciclette del free bike sharing di Milano? E soprattutto, quale Nazione: l’Italia Reale tipo il paese reale dei 5stelle? Sì giusto? Nessuna nostalgia sabauda, vero? E allora, la corona...
Chi lo vota: quelli che “Italia amore mio non è male come canzone”
# Sacro Romano Impero Liberale Cattolico
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Voglio uscire con Mirella Cece una sera a cena, parlare un po’ con lei e capire cos’è che non va. Non voglio perdere altre parole su questo partito, l’ho già fatto tempo fa, però non riesco a non apprezzare tantissimo il logo rinnovato: una meravigliosa metafora dell’immobilismo della giustizia italiana: guardate, i due piatti della bilancia sono assicurati alla trave orizzontale di un crocifisso, una cosa che sembra anche piuttosto solida. Non si muoveranno mai, quei piatti, finché un carico troppo pesante non ne spezzerà il supporto e via, una nuova ondata di invasioni barbariche.
Chi lo vota: Mirella Cece e gli incoronati la notte di natale. 
6) Fuori scala - TOP 5 ovvero quelli che non sono riuscito a inserire in una di queste categorie ma mi hanno comunque lasciato un profondo segno nel cuore.
# Partito delle buone maniere
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Anche questo è una vecchia conoscenza ma questa nuova veste grafica mi rapisce cuore e cervello. Anche io voglio un dispositivo anti-molestie, un bel fiorellino rosso che una mano con unghie smaltate si appresta a lanciare in mare, verso il tramonto. Quanta poesia, in queste buone maniere.
Chi lo vota: i maggiordomi, quelli a cui è sinceramente piaciuto Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro
# W la fisica
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A ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria, lo diceva Newton. Era inevitabile quindi che in mezzo all’oscurantismo dilagante e alla rinnovata ignoranza scientifica - e mancanza di buon senso - del popolaccio italiano si facesse avanti un partito scientista - per dirla come la dicono i complottisti. L’idea mi rinfranca ma il simbolo è abominevole. Mi piace il piano cartesiano con le due curve disegnate, avrei lavorato su quello. Tutto il resto sembra un brutto derivato delle vecchie word art di windows 98.
Chi lo vota: i soci MENSA, quelli a cui le word art di windows 98 piacciono
# 10 volte meglio
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Giusto, si deve migliorare. Ma perché migliorare una volta quando puoi farlo dieci volte? Giuro, non credo di aver mai visto un simbolo tanto de-ideologico quanto questo prima. Non comunica niente, solo che vuole fare meglio. Ma meglio di chi? Che cosa meglio? Si tratta di un movimento di destra o di sinistra? Non lo so, è affascinante e fallimentare allo stesso momento. 
Chi lo vota: workaholics and overachievers
# MTNPP
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Da un grande nome derivano grandi responsabilità. Credo che il grande nome in questo caso sia movimento tecnico nazionale popolare per la pace. Non è un nome semplice da ricordare, fortunatamente lo si può facilmente abbreviare in Movtecnazpopace. Che mi ricorda uno di quei mille enti dell’immobilismo sovietico o le strane sigle del ventennio fascista. Quanta nostalgia.
Chi lo vota: ex dipendenti del minculpop, appassionati di sciarade.
# Autodeterminatzione
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Vincitore indiscusso della tornata elettorale 2018, partito di governo in pectore, è autodeterminatzione. L’unico contrassegno che si è meritato una googlata perché, da linguista, quella T mi disturba tantissimo. Sono banalmente degli indipendentisti sardi - sì, sempre loro - però il gioco di parole, lo scarabeo, i colori: funziona tutto ed è tutto bello. Bravi tutti, ora sventolate la vostra bandiera coi quattro mori.
Chi lo vota: i quattro mori sventolati sulla bandiera, egittologi e faraoni.
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zeropregi · 6 years
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Le (5) Stelle della continuità
Non erano bastati alcuni sgomberi abitativi per lanciare l'emergenza romana riguardo l’attitudine di quest'ultima amministrazione comunale rispetto agli spazi sociali e abitativi. Del resto non era bastata neanche la vaghezza con cui la giunta Raggi prendeva posizione riguardo lo sgombero richiesto da ATAC di Lucha Y Siesta, la casa delle donne occupata e autogestita verso Cinecittà, finché l'assessora Guerrini non ha messo in discussione anche la Casa Internazionale delle Donne, storica sede nata nel 1987, quando «il Movimento Femminista Romano, a seguito dello sfratto dalla Casa delle Donne di Via del Governo Vecchio – Palazzo Nardini occupa la parte seicentesca di Via della Lungara, 19 rivendicando la prevista destinazione e dando inizio ad una lunga trattativa con il Comune per il restauro e la consegna dell'edificio all'associazionismo femminile».
Il post di 2 giorni fa di Virginia Raggi riguardo la CID [Casa Internazionale delle Donne] è un atto di accusa, come sempre, verso chi dice che la giunta Raggi vuole sgomberare le oltre 40 associazioni che hanno sede in via del Buon Pastore:
«In questi giorni ho letto molti articoli e ricevuto molti messaggi secondo i quali questa amministrazione vorrebbe chiudere la Casa delle Donne. Ebbene, chiariamo subito che questo è FALSO! Questa amministrazione non intende chiudere la Casa delle Donne né intende procedere a sgombero. E questo viene anche confermato dalla lettura della mozione votata in aula dai consiglieri M5S il cui contenuto è stato strumentalmente capovolto per far passare la tesi contraria».
Tra i commenti più votati al post su FB della sindaca si legge:
«Solita ipocrisia piddina, utilizzano un tema civile per sollazzarsi a Trastevere in posizione di pregio, con corsi a pagamento e ristorazione, quindi di lucro, se poi non pagano affitto per 15 anni urlano al comune insensibile. Ormai so letti, si spostassero così pagano anche meno affitto e magari sono più utili».
«Siamo il solito paese di pulcinella...si accumulano centinaia di migliaia di euro di debito per anni con gli occhi chiusi di chi oggi difende l'indifendibile e poi si lanciano accuse contro chi cerca di ricondurre il tutto ad un minimo di correttezza e rispetto delle regole...senza parole, solo sdegno».
Al netto del fatto che i commenti sulle pagine FB hanno il valore che hanno, c'è da dire che questi fan della Raggi riassumono molto del pensiero dell'elettore/trice del M5S. A parte la retorica sui “piddini” – che interessa poco – aver spostato dal piano politico al piano legalitario del “rispetto delle regole” ogni discussione è la mannaia con cui amputare qualsiasi ragionamento. Ed è colpa di tutti, molti, anzi, spesso anche tra gli stessi che oggi difendono la CID o, ad esempio, “Il Grande Cocomero” che, da 25 anni, nel quartiere di San Lorenzo affianca la crescita di bambini e ragazzi diversamente abili o con disturbi psichici e che è ugualmente minacciato di sgombero dal Comune.
Roma è una città senza opposizione al M5S. Il motivo è abbastanza semplice: escluso sulle olimpiadi e (appena) su ATAC, non c'è discontinuità tra la giunta 5S e le precedenti. Del resto a questa kafkiana situazione degli spazi sociali sotto sgombero per “affitti arretrati” ci siamo arrivati grazie alla delibera 140 del 2015 (giunta Marino), passando per Tronca. E la retorica con cui media e politica accompagnarono queste prese di posizione fu sposata da tutti, quasi nessuno escluso: non a caso il PD non ha potuto che astenersi nella votazione della mozione sulla CID, che dà seguito appunto a una delibera del PD stesso. Tornare indietro, smontare l'impianto giustizialista/legalitario o post-ideologico, termine con cui fu salutato con entusiasmo il M5S, è compito arduo. Del bluff sul “benecomunismo” del M5S parlammo già qui ma basterebbe andare a parlare con i comitati contro “il Pentagono italiano” a Centocelle per capire che il “decide il cittadino” è un altro di quei retorici discorsi che hanno fatto vincere i grillini tanto quanto il “decide il Popolo” di Salvini, oggi, è solo l'altra faccia della medaglia.
Del resto la sparizione del piano della politica è evidente anche dal discorso della giunta Raggi e dei suoi sostenitori secondo cui la mozione contro la CID non sarebbe altro che l’obbligatoria attuazione della delibera 140: quasi che, per la mozione Guerrini (che tra l’altro accusa la CID più che altro di non aver creato imprenditoria femminile, svalutandone quindi i servizi che essa offre gratuitamente alle donne – centro antiviolenza, assistenza legale, visite ginecologiche – in supplenza del servizio pubblico), si trattasse di una pratica burocratica e non di una precisa scelta politica, a cui non è estraneo probabilmente il valore economico dello stabile in questione; quasi che una giunta comunale non avesse il potere di modificare la delibera di una giunta precedente.
Senza considerare che è altrettanto politica la scelta di eliminare – al di là della riappropriazione o meno di uno stabile – un’esperienza finora totalmente autogestita e, quindi, autonoma: quando la Raggi scrive di ritenere necessario «creare un tavolo di lavoro all’interno del quale accogliere una pluralità di voci, di diversa provenienza ed età, non escluse le rappresentanti della Casa delle Donne, che insieme all’amministrazione disegnino il nuovo progetto della Casa delle Donne che successivamente sarà oggetto di una futura procedura ad evidenza pubblica per consentire ai diversi soggetti e diverse associazioni, di partecipare e lavorare per la crescita delle donne, di tutte le donne, della città di Roma», cosa intende di preciso? A quale “futura procedura” fa riferimento? Quale sarà l’autonomia politica che la CIDD può continuare ad avere al suo interno? Al di là del famoso “rispetto delle regole”, le “cittadine” che la animano possono davvero continuare a “decidere”?
Ma anche quando l’amministrazione Raggi prova a dar formalmente seguito alla sua retorica del «decide il cittadino» i risultati non più che altro surreali. È questo l’esempio della destinazione dei 17 milioni ricavati per il rinnovo della convenzione su piazza dei Navigatori: la giunta Raggi, infatti come fece Tronca, ha barattato una nuova concessione agli immobiliaristi per la costruzione di un terzo palazzone destinato all’edilizia residenziale privata (palazzo che sarebbe potuto entrare, invece, nel patrimonio immobiliare del Comune) con 17 milioni di euro, da spendere sul territorio dell’VIII Municipio e, sulla destinazione di una parte di questo budget, ha proposto una fumosa consultazione dei cittadini. Se, da un lato, è stata annunciata con sommo gaudio la possibilità dei cittadini di proporre online la loro idee su come spendere questi soldi, dall’altro è stato chiarito che, parallelamente, «sarà attivato un focus group per cui veranno estratti a sorte 50 cittadini su un campione rappresentativo che potranno proporre idee parallelamente alla consultazione online». Su come sarà scelto questo “campione” non è dato sapere niente: insomma, una procedura poco trasparente nella quale si finge che siano i cittadini a “decidere” quando in realtà gli vengono affiancati altri “cittadini” che, evidentemente, sono più “cittadini” di loro. E sul come si è  arrivati a decidere questa modalità di consultazione ovviamente non è stato consultato nessuno.
Il cittadino in realtà non decide nulla, soprattutto quando si oppone alla privatizzazione degli spazi pubblici o che lo erano stati pubblici. Del resto Roma (in questo caso Zingaretti) ha appena venduto a un privato Palazzo Nardini, la prima storica occupazione del Movimento Femminista, eppure nessuno ha consultato “il cittadino” riguardo l'ennesima svendita di un bene nel centro storico gentrificato. Nessuno chiede ai cittadini di decidere circa il futuro del deposito ATAC di Trastevere (o di San Paolo due volte occupato dai Movimenti), altro bene pubblico di recente messo in vendita nella stessa zona. Nessuno si è opposto all'ultima ridicola delibera “contro la movida selvaggia” proposta dalla giunta (che prevede tra l’altro un misterioso “mini-daspo” dal centro storico per chi viene sorpreso ubriaco), anzi, nei 2 municipi governati dal PD, hanno provato a scavalcare la delibera Raggi con una ancora più restrittiva.
Al centro, di nuovo, c'è proprio il rapporto che hanno le istituzioni con lo spazio pubblico, da anni ormai frontalmente sotto attacco. La chiusura, la svendita,la militarizzazione, la limitazione dell'utilizzo dello stesso sonopoliticamente accettate da destra a sinistra. Per le ragioni diverse, ovviamente, che spaziano da quelle securitarie a quelle monetarie.
In una dichiarazione di pochi mesi fa l'assessora per Roma Semplice, Flavia Marzano, parlava di «790.000 euro di sconto all'anno!» a proposito della CIDD dimenticando che quello “sconto” non è uno sconto ma solo l'abbattimento del canone d'affitto al 20%,stabilito dalla delibera 26 del 1995per tutte le realtà sociali ospitate in immobili del Comune di Roma. Oltretutto Marzano ha sottolineato il fatto che «sono più di 3000 mq di edificato, in una zona pregiata di Roma»
La zona pregiata di Roma, Trastevere, è un ex rione popolare che negli ultimi 20 anni ha visto questo quartiere trasformarsi in un divertimentificio per romani e turisti, espellendo i propri abitanti, sostituendoli come in un normale processo di gentrificazione. Il punto è che sottolineare che la CID, che ottenne quello spazio dopo un percorso di lotte durato oltre un decennio, si trovi in una zona pregiata di Roma è un'affermazione molto più politica di quanto si pensi. Soprattutto è un'affermazione che nasconde un'idea di città condivisa dal grosso degli schieramenti politici da destra a sinistra: quella secondo cui gli edifici pubblici a disposizione delle realtà sociali e associative dei cittadini possono essere solo quelli fatiscenti alla periferia della città, mentre il centro va “messo a valore” o quanto meno ripulito da tutte le presenze che mettano in evidenza le contraddizioni sociali della città, fossero quella di coloro che frugano nei cassonetti (il famoso «accattonaggio molesto») o quella di chi visita e assiste gratuitamente le donne. 
Del resto come in centro la Raggi ha disposto il divieto dell'apertura dei compro-oro, perché chi si occupa di violenza sulle donne deve stare in centro? Magari meglio in periferia dove secondo la Raggi, a proposito di donne e violenza, «non vi è dubbio alcuno che soprattutto nelle periferie vi siano condizioni di povertà molto più estese rispetto agli anni ’80; leggiamo quotidianamente di ragazze e donne bullizzate, maltrattate, violentate, ignorate, uccise». Non vi è alcun dubbio – afferma –, eppure basterebbe chiedere a chi lavora su donne e violenza se è davvero così: perché non serve una laurea in psicologia per comprendere quanto le forme della violenza sulle donne siano diversificate e stratificate e magari una sindaca che dice la sua sulla questione potrebbe provare a tenere in considerazione pure quelle meno visibili e clamorose, quelle su cui non si possono costruire allarmi securitari e che, pure, sono ben presenti a chi di violenza sulle donne si occupa.
Quindi passiamo dal discorso da immobiliarista della Marzano alla retorica classista sulle violenze nei confronti delle donne da parte della Raggi con un'enorme nonchalance e magari facendole passare per opinioni e non per posizioni politiche ben chiare. Ovviamente nessuno ha controbattuto né ieri alla Marzano né oggi alla Raggi. Magari andandosi a informare quanto poco finanzi i centri antiviolenza nelle tanto care periferie – dove infatti, con mille difficoltà, tali centri esistono – questa amministrazione comunale.
La difesa degli spazi pubblici, delle occupazioni abitative, rimangono temi centrali di un'opposizione che nessuna delle forze politiche presenti nel consiglio comunale può faresemplicemente perché è una partita aperta dai tempi delle giunte precedenti, da destra a sinistra, passando per Tronca, dove fondamentalmente c'è un'unità di vedute e intenti. Alla faccia dei cittadini o del Popolo, ovviamente con la P maiuscola perché così vale di più.
[Scritto nuovamente a 4 mani con autrice che vuol rimanere anonima]
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Da #Facebook “Pass sanitario, vicolo cieco sociale”, la CGT si dichiara contro la repressione e la regressione sociale.
In Francia, stavolta è sceso in campo il più grande sindacato francese, la CGT (Confederation Générale di Travail, stessa sigla della CGIL) 650 mila iscritti: ha indetto uno sciopero generale contro “la legge sanitaria.
"La crisi attuale ha mostrato i limiti e le conseguenze catastrofiche di decenni di politica liberale, perseguita esclusivamente a vantaggio degli interessi capitalistici”. [...]
“Ancora una volta, c’è la determinazione a stabilire nuovi vincoli e nuove deviazioni per coprire i ripetuti fallimenti nell’affrontare la pandemia”.
E ancora: "Il sindacato ferroviario “SUD Rail” aveva precedentemente condannato le “misure autoritarie” del presidente Emmanuel Macron.
I dipendenti delle ferrovie non controlleranno il “passaporto della vergogna” così si è espresso pochi giorni fa il sindacato dei ferrovieri.
[...]
In Francia, contrariamente a quel che succede in Italia, è la Sinistra che si schiera decisa contro le leggi di Macron su covid, obblighi vaccinali e passaporto sanitario.
Non solo, si invitano lavoratori, iscritti e tutti quanti a boicottare tali misure.
E qui da noi... la sinistra italiana dov'è???
Beh ... Il PD è insieme al banchiere e liquidatore Draghi a firmare leggi e proclamare editti su cui il regime e la dittatura del ventennio avrebbero avuto sicuramente qualcosa da imparare.
Il resto di ciò che rimane della sinistra, a partire da Potere Al Popolo e poi a seguire Rifondazione Comunista e il nuovo Partito Comunista Italiano.
Non pervenuti al mittente.
Le loro posizioni sul lasciapassare sanitario sono più che dimesse.
Hanno forse avuto paura che a prendere posizione in materia di difesa dei diritti costituzionali e delle libertà fondamentali, oppure che gridare NO alla discriminazione di stato, si potesse essere scambiati per novax, negazionisti, terrapiattisti, oppure "fascisti"...??
E così da parte di questi soggetti politici, (che si definiscono di sinistra e per le piene libertà e i diritti civili) non una parola sulla pesantissima e pericolosa discriminazione che il governo di draghi ha messo nero su bianco, per via di una legge;
non una parola sul fatto che almeno stando al governo, persino i ragazzini dai 12 anni in su, nemmeno potranno più recarsi in biblioteca, in un centro sportivo, ricreativo o culturale, a meno che non siano punturati, oppure debbano sottoporsi a tampone ogni due giorni.
Come non una parola si è sentita sullo stile della campagna vaccinale condotta dal generale pennuto in prima linea, in stile, "birra e patatine in cambio ti vaccino".
Non una parola sulle migliaia di segnalazioni avverse compreso morti, anche e soprattutto fra i più giovani in seguito alla famosa puntura di un preparato che è tutto fuorché un vaccino.
Così come non una parola sulla mancata attuazione della farmacovigilanza attiva che era stata promessa da AIFA in sede di approvazione provvisoria, condizionale e in via emergenziale di un preparato farmaceutico sperimentale che, viene somministrato a tappeto su tutta la popolazione, soggetti giovani, sani con rischio nullo di malattia grave da covid, oppure in soggetti guariti che già hanno sviluppato anticorpi molto più adeguati di quelli che si suppone possano fare sviluppare con questi "vaccini", oppure senza uno straccio di analisi né la minima prevenzione in soggetti già predisposti di suo al possibile svilupparsi di trombi e fattori di coagulazione.
Come anche non una parola da parte dei soggetti politici di sinistra, né la minima pressione è stata fatta perché venissero approvati, istituzionalizzati e diffusi capillarmente i protocolli e tutto ciò che serve per attivare terapie domiciliari, pronte e adeguate, che, in merito la riduzione del rischio di malattia grave e letalità covid, han dimostrato sul campo prima, e studi alla mano poi, essere ben più efficaci dei "vaccini" anticovid, pagati profumatamente in contratti capestro a multinazionali farmaceutiche con decine di processi e condanne a carico.
Non una presa di posizione infine neanche sulla terapia col plasma iperimmune, di cui in Italia siamo stati precursori, terapia che ha salvato migliaia di persone, ma che da noi è stata osteggiata e derisa in tutti i modi, mentre in tanti altri paesi, da mesi è stata approvata e applicata con notevoli risultati in termini di cure dei malati covid.
Hanno speso parole invece, a lamentarsi delle piazze italiane ed estere, che si riempivano con centinaia di migliaia di persone di ogni estrazione politica, sociale e culturale, additandole come di destra, senza rendersi conto invece che così facendo, proprio per via del vuoto che da loro è stato lasciato, si è permesso (si badi bene, in Italia finora riuscito forse in soli due casi su centinaia di manifestazioni)
che le destre tentassero di mettere il cappello su tali proteste, portate invece avanti in modo spontaneo, moti di protesta e opposizione reale, politicamente non identificabili, composti da persone di ogni estrazione, sociale, politica e culturale.
Riguardo al sindacato... stendiamo un velo pietoso.
Se in Francia la CGT, l'omologo della CGIL italiana non solo ha preso netta e fortissima posizione contro il green pass, ma addirittura invita apertamente i propri iscritti e tutti i lavoratori a boicottarlo e a disubbidire.
Da noi in Italia invece, abbiamo i sindacati confederali che come sempre bussano alla porta del padrone, pigolando, facendosi piccoli piccoli, con il cappello in mano e ultimamente anche un po' genuflessi, per paura di disturbare il grande manovratore all'opera,
con alcuni rappresentanti sindacali confederali, (non ironizzò purtroppo è vero) che addirittura si spendono coi propri tesserati per spiegare loro come funzioni l'applicazione del Green Pass sui posti di lavoro, perche possano applicarla in modo corretto...
Significative poi le parole di alcuni giorni fa del segretario generale della GGIL, Landini, che non ha saputo esprimere di meglio che:
"Nessuna contrarietà del sindacato all'estensione del green pass ma serve una legge"....
e così il governo lo ha preso in parola, ha fatto una legge apposta.
Poi, cari "compagni" non ci lamentiamo se la Meloni in questo momento oltrepassa il 23% dei consensi, perché in molte delle posizioni della cosiddetta "sinistra ufficiale", lasciatemelo dire vi prego, si fa a gara per idiozia, senza capire che, analizzando tali posizioni nei loro contenuti, non si può fare a meno di constatare essere di gran lunga più a destra di alcune posizioni espresse invece attualmente dalla Meloni.
Così come gli spazi che la destra riesce a riempire, ciò è dovuto al fatto che tali spazi si sono completamente svuotati della benché minima presenza della sinistra, e di qualsiasi rappresentanza di questa.
All'esatto contrario invece, di ciò che accade di lá d'Alpe, dai nostri fratelli e sorelle francesi da cui c'è solo da imparare.
https://www.mag24.es/2021/07/31/francia-sindacati-compatti-contro-il-green-pass-i-lavoratori-di-ogni-ordine-e-grado-invitati-a-boicottare-il-lasciapassare-di-macron/
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Il paese dei pesciolini rossi con l'alzahimer: Nessuno si ricorda più che la Lega diceva “Teroun, padroni a casa nostra, meridionali di merda”, “I giovani che vanno all'estero sono degli ingrati di merda, Roma Ladrona” questo urlavano Bossi, Maroni e Salvini fino a ieri l'altro. Hanno eliminato “Nord” dal nome del partito, hanno spostato il focus negli ultimi due anni dai meridionali agli immigrati ed eccallà che il signor Matteo Salvini da prendere le uova in faccia in tutte le città in cui andava, ora è passato a prendere applausi e voti in nome delle ruspe prima e della sicurezza poi anche a Canicattì. Diceva “Bongo Bongo un uh” alla Kyenge ed ora ha Obi Wankenobi primo senatore della storia della repubblica italiana, con la Lega il primo nero con la lega, che cazzo nemmeno gli sceneggiatori di Lost ci arrivavano. E adesso si ergono pure paladini della giustizia sociale e della corretta immigrazione facendo finta di essere immediatamente diventati dei moderati col culo degli altri. I 5 stelle non volevano parlare con nessuno quando si affacciarono al potere, dovevano scardinare tutte le porte e cacciarli, dovevano tutti andare affanculo, agli inciuci non ci stavano dicevano “Non ci parleremo mai con loro che hanno distrutto l'Italia” ed invece, adesso che hanno il potere devono tutti parlare con loro, vogliono che tutti gli altri gli parlino con loro, perché ora pensano di decidere loro, “Tutti devono parlare con noi” dicono felici, come un bambino quando finalmente gli danno il giocattolino in mano. Il PD non vuole fare il governo con i 5 stelle, anzi Matteo Renzi, non il Pd, perché è lui il Pd. Le sue dimissioni valgono come quelle di Berlusconi da Mediaset: sono una menzogna fino a quando rimarrà lì; e quella sinistra lui l'ha rottamata ed è stato talmente rottamatore che senza accorgersene, ha rottamato anche se stesso. Renzi è il prodotto Berlusconiano che quelli di sinistra hanno sempre odiato e non voluto per anni. Bastava collegarlo alla mafia e alle stragi di Falcone e Borsellino ed invece lo hanno deriso, fatto film e satira senza essere mai stati veri oppositori di giustizia e facendo quello che andava fatto con serietà. La stessa cosa ora lo fanno con i cinquestelle deridono, fanno i Nanni Moretti pieni di ironia sul congiuntivo, sul reddito di cittadinanza dando inconsapevolmente maggiore forza al nemico politico di turno. Così ha fatto Renzi spocchiosamente. Più sei spocchioso, autoritario e Giorgio Mastrota e più tutti ti salutano definitivamente. Io non capisco quanto piace a quelli della sinistra italiana di questi ultimi 10 anni e quanto abbiano goduto nell'essere sempre degli osservatori, facendo critica sugli altri, credendo di essere un grande partito per l'eternità sull'altezza dei tempi. Non c'è la sinistra, non c'è mai stata in Italia, solo sprazzi di due o tre tesserati che ora sono sotto terra. E fino a quando quel sentiment di orfani da vero partito si allarga prenderanno posto altri movimenti e partiti che cercano di prenderlo in pieno quel sentimento del popolo che siano di estrema destra o una cozzaglia di cose buone, ignoranti e post ideologiche, “ah no ideologiche, ah aspetta mettiamoci d'accordo”. Trump è andato al governo con solo 3 mesi di formazione del suo partito: le evoluzioni di un paese non sono più decennali, ci vuole poco, due legislature ed un partito fatto da un comico degli anni ‘80 arriva a prendere il 35% ed in contemporanea manda affanculo tutti gli storicismi di Tolstoy, Marx, ecc, la storia conta poco nel cervello del popolo, il ricordo ancora meno. Spero che peró stia nascendo quell'idea di fare veri partito fondati sulle idee reali e non cozzaglie di slogan partitiche sulla cresta dell'onda del momento. Il popolo è un bambino di 6 anni e non si ricorda bene quando aveva 3 anni cosa cavolo succedeva in famiglia, gli dicono “Cazzo bambino erano solo 3 anni fa, ma come mai non ti ricordi?” Il popolo è come un bambino che non ha mai i neuroni troppi sviluppati per la memoria a lungo termine, ricorda l'adesso quello che c'è molto bene ma non come ci si è arrivati ed i partiti lo sanno. Spero che in questo periodo storico nasca qualcosa che sia di destra o di sinistra, post idelogica ma non senza forma, che abbia un'idea precisa di percorso umano verso il miglioramento perché si vede che ci si improvvisa a seconda di quello che vuole il popolo per dargli, quanto basta, il suo bel contentino da elettore disperato, pariolino o separazionista. E adesso tutti al bar, veloci! Che ho la ruspa in seconda fila e mi è entrato il reddito di cittadinanza, offro io.
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giancarlonicoli · 4 years
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8 giu 2020 15:39
GLI ASSEMBRAMENTI SONO TOLLERATI SOLO QUANDO SONO DI SINISTRA? SARDINE E CENTRI SOCIALI IN PIAZZA: ZERO SANZIONI. CHISSÀ DA CHE PARTE STAVANO INVECE I VENTITRÉ AMICI AL BAR DI SCANDIANO, IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA, MULTATI CON 280 EURO A TESTA PER VIOLAZIONE DELLE NORME ANTICONTAGIO DURANTE LA MOVIDA DEL WEEKEND…
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ANDREA MORIGI per Libero Quotidiano
Buoni a sinistra e cattivi a destra. È un classico. Due colonne separate, come sulla vecchia lavagna di scuola. La mossa decisiva per spaccare l'Italia in due è la negazione del diritto di riunione a una parte dell'opinione pubblica, contrapposta a un'altra che gode invece perfino della facoltà di assembramento in nome dell'antirazzismo.
Sulla manifestazione di "Ragazzi d'Italia" che si è svolta sabato 6 giugno al Circo Massimo di Roma, per contestare il governo, piovono le condanne politiche.
Suo malgrado, la tifoseria bresciana che l'ha convocata non si è dotata nel frattempo di un ufficio per le pubbliche relazioni. Non è esattamente nella loro prassi. Anzi, gli ultras scelgono il silenzio stampa, tanto sanno già in anticipo che di loro e di Forza Nuova, che partecipa massicciamente all'incontro, si scriverà in ogni caso che sono gruppi «palesemente fuori dalla Costituzione italiana», come afferma la Federazione Nazionale della Stampa in un comunicato successivo agli scontri e al lancio di oggetti contro giornalisti, carabinieri e poliziotti.
Con un bilancio provvisorio di due arresti e 15 fermi da parte della Digos e una serie di filmati da analizzare per catturarne altri, il servizio reso alla causa da una frangia violenta è un bel marchio di "fascisti".
Gridavano «Duce, Duce», in effetti, e salutavano col braccio teso in segno di sfida, anche se in realtà ce l'avevano con la ripresa del campionato di calcio a porte chiuse. Ma il vice segretario del Pd, Andrea Orlando, dai microfoni del Tg3, invoca una riflessione sul loro scioglimento. Stia attento chi osa mettersi sulla strada dell'esecutivo Conte.
RABBIA SOCIALE Dove va a sfogarsi la rabbia sociale, finché perdura il divieto di entrare allo stadio non solo per i soggetti al daspo, ma per tutto il pubblico? È una domanda da porsi seriamente, non solo in qualche stanza delle questure o al Viminale, ma anche nelle facoltà di Sociologia. Perché altrimenti qualcuno prima o poi riesce a trasformarsi nell'avanguardia del disagio dei tifosi, sfuggendo alla trappola di lasciarsi rappresentare come nemico del popolo. Per ora, non è accaduto.
C'è qualche aspirante capopopolo improvvisato, tipo l'ex generale Antonio Pappalardo, che tenta di sottrarre energie alle proteste, ma soprattutto ci sono le Sardine a canalizzare gli impeti antisistema. Ieri se ne sono radunate tremila in piazza del Popolo nella Capitale «con il massimo della sicurezza e delle norme per il distanziamento sociale e precauzioni sanitarie», come hanno voluto sottolineare in un loro comunicato, e per questo si sono guadagnati il plauso delle forze di maggioranza.
Loro sì che, indossando le mascherine, si sono mostrati responsabili, senza attentare alle istituzioni. «Non saremo esempio di scempio come si è manifestato ieri pomeriggio a Roma», avevano annunciato prendendo le distanze dai camerati disorganizzati del giorno precedente.
DEBITI DA SALDARE La sinistra di Palazzo ha un debito di riconoscenza verso le Sardine che le parole non possono saldare. Hanno evitato il tracollo in Emilia Romagna alle ultime elezioni regionali. Alle prossime elezioni si penserà a inserirli nelle liste. Il portavoce del movimento Mattia Santori, si porta avanti: «Noi saremmo per lo ius soli puro, ma siamo convinti che prima serva un'opera di sensibilizzazione, di educazione». Ecco, i maestri sono loro.
Allora il segretario dem anticipa la caparra e plaude: «Dalle manifestazioni contro il razzismo un bellissimo esempio di civiltà» e «una lezione a chi, promuovendo odio, ha offeso Roma con urla, violenza e assembramenti irresponsabili». Hanno trovato i bravi ragazzi, rispettosi e obbedienti, con i quali andare a prendere l'aperitivo tenendo a distanza gli altri. «A chi sostiene che non ci sono più differenze diciamo: ci sono e noi stiamo di qua, con loro, per la democrazia», aggiunge Zingaretti. Chissà da che parte stavano invece i ventitré amici al bar di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, multati con 280 euro cadauno per violazione delle norme anticontagio durante la movida del weekend.
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kommunalka-blog · 5 years
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SUL POPULISMO. AUTORI VARI. Jan-Werner Müller, Qué es el populismo? Tratti distintivi. Critica delle élites, antipluralismo (pars pro toto) che sfocia in una sorta di politica identitaria (solo alcuni sono realmente popolo e gli oppositori sono visti come nemici del popolo). I populisti al governo. Si appropriano dell’apparato dello stato, ricorrono al clientelismo di massa, provano a sopprimere la società civile incontrando diversi livelli di resistenza. Anche se scrivono costituzioni lo fanno principalmente in un’ottica di riduzione o eliminazione del pluralismo. Il populismo usa il linguaggio della democrazia, corrompendola e degradandola. Per questo la sua azione è subdola e pericolosa, perché difficilmente controbattibile al principio. Il populismo come immaginazione moralista della politica, in nome di un popolo fittizio vs. le élites. Il populismo anti-pluralista è l’ombra della democrazia rappresentativa, nasce con lei. Per il populismo solo esiste un bene comune, il popolo sa qual è e il movimento si incarica di guidarlo verso l’obiettivo. Invece di perseguire una rappresentazione democratica della volontà popolare, i populisti dicono di rappresentare simbolicamente il “popolo reale”, spesso anche in contrapposizione ai risultati elettorali. La “vera identità” vs. maggioranza. I populisti si sentono più democratici delle stesse democrazie all’interno delle quali nascono e agiscono. Per i populisti il referendum è uno strumento plebiscitario, che ratifica ciò che la guida ha già identificato come genuino interesse del popolo. Il popolo in questo modo conferisce un mandato imperativo alla classe politica populista che agisce secondo con una attitudine protettrice e in un certo senso si deresponsabilizza. Non deve rispondere delle sue azioni perché le sue intenzioni sono già state confermate a priori. La logica del populismo alimenta le teorie della cospirazione: se esiste un risultato moralmente corretto da opporre al risultato reale dev’esserci per forza qualche cospirazione occulta che allontani il risultato reale da quello sperato. Si crea una connessione diretta tra la guida e l’essenza del popolo, una identificazione senza nessun tipo di intemediazione, né dei partiti né della stampa (da qui gli attacchi ai giornalisti). Il concetto di “rappresentazione diretta” non è più un ossimoro. Autoritarismo interno. I populisti al potere. Continuano a incolpare le élites anteriori, il populista è sempre vittima anche se comanda (Maduro). Governare ci converte in una campagna permanente. Democrazia militante. Techiche di governo. Colonizzazione dello stato, clientelismo di massa, legalismo discriminatorio, repressione della società civile. La fallacia della “democrazia illiberale”, dove governo della maggioranza e stato di diritto non camminano insieme (Torra). Il vincitore prende tutto e fa tabula rasa di tutto ciò che lo ha preceduto. I populisti usano la divisione concettuale tra liberalismo e democrazia, tipica della critica di estrema sinistra e estrema destra. Democrazia sostanziale vs. democrazia formale (Schmitt). Anche se affermano di combattere il liberalismo in realtà i populisti attaccano frontalmente la democrazia. In questo contesto, anti-capitalismo, nazionalismo culturale e politica autoritaria sono strettamente vincolati. Si costituzionalizza la volontà popolare senza restrizioni, per perpetuare “la corretta immagine del popolo”. Le costituzioni populiste sono disegnate per limitare il potere dei non-populisti. Il populismo ambisce a una chiusura definitiva, alla formulazione di una domanda finale. Nelle non-democrazie “noi, il popolo” è una domanda rivoluzionaria non populista, nelle democrazie significa esattamente il contrario. La promessa non compiuta delle democrazie: il popolo può governare (i populisti si appropriano di questa promessa e agiscono come se il popolo fosse uno). La funzione anti-populista dei partiti. Rappresentano la diversità. Oggi il populismo è forte laddove i partiti sono deboli. Tecnocrati e populisti rifiutano il dibattito democratico. La consolidazione delle democrazie dipende fondamentalmente dalle decisioni delle élites conservatrici. La grande menzogna: solo esiste un popolo e solo i populisti lo rappresentano. Roger Eatwell e Matthew Goodwin, National Populism. The Revolt Against Liberal Democracy Distrust, Destruction, Deprivation, De-alignment. Democrazia diretta vs. democrazia liberale. Degenerazione del termine fascismo. Il nazional-populismo appella a un'alleanza fra differenti gruppi sociali, dà priorità a cultura e interessi di una nazione e dà voce a persone che si sentono ignorate e disprezzate da élites corrotte e distanti. Differenze populismo/fascismo. Differenza estrema destra/destra radicale. Differenza nazional-populismo/nazionalismo populista. Liberaldemocrazia: sovranità popolare, elezione rappresentanti, governo limitato, società pluralista. Nazional-populismo vs. correzione politica. Critica alla democrazia non implica di per sé sostegno all'autoritarismo. La connessione tra nazional-populismo e religione è forte negli USA e nell'Europa dell'Est, meno in altri contesti. Non è razzismo esplicito ma richiamo a cultura e valori nazionali. Alcuni commentatori vedono il nazional-populismo come una risposta al neo-liberismo. Il capitalismo è stato sempre storicamente legittimato dalla religione e dal nazionalismo. Le posizioni economiche del nazional-populismo sono molto varie e vanno dal libero mercato allo statalismo, rubando in questo caso argomenti alla sinistra perfino nella sua versione più populista. La socialdemocrazia ha perso l'appoggio delle classi lavoratrici tradizionali a causa della sua posizione lassista sull'immigrazione. Nazional-populismo light. Effetti indiretti del nazional-populismo: spingere sistemi politici occidentali verso destra. La sinistra è spiazzata, dovrebbe cambiare totalmente il discorso politico. Pankaj Mishra, La edad de la ira Dal messianismo rivoluzionario, alle utopie totalitarie, alla cultura dell'individuo, al fallimento degli ideali, all'età dell'ira. Radicalismo e nazional-populismo hanno antenati comuni. L'Internazionale dei risentiti di tutte le epoche. Il nazionalismo e il socialismo militante restaurarono l'ideale religioso di trascendenza e lo fecero apparire realizzabile in questo mondo. Il fondamentalismo religioso nasce dall'indebolimento delle convinzioni religiose a livello sociale. La morte di Dio provoca una riaffermazione fanatica della sua esistenza. Nel passaggio dal vittimismo alla supremazia morale, Rousseau creò la dialettica del risentimento. Praticamente tutti i grandi pensatori europei, indipendentemente dall'ideologia, trasportarono il provvidenzialismo cristiano a categorie del razionalismo. La chiave della condotta umana non risiede nello scontro di civiltà ma in un irresistibile desiderio mimetico. Il mondo in generale presenta una politica dell'identità fondata su aggravi storici e timore di nemici interni ed esterni. Il nazionalismo torna ad essere oggi un mezzo per la riaffermazione di un'identità collettiva che proclama la differenza tra noi e loro. Questa teoria di una identità collettiva - in cui il popolo è una comunità nazionale organica, unita da una lingua e da un modo di pensare proprio, da tradizioni comuni e da una memoria collettiva consacrati dal folklore e dalla leggenda - risulta in pratica più attraente e utile per molti che i concetti illuministi astratti del razionalismo individualista. Fu specialmente l'idealismo tedesco a dotare di carattere politico e cornice razziale la tradizione del Volk, affermando che il popolo una volta liberato dal cosmopolitismo avrebbe restituito la società alla sua integrità originaria. L'idea nazionale fue elevata alla sfera della religione e dell'eternità e preparò il terreno allo stato autoritario. Fu in Germania dove si generò la variante conservatrice del populismo che formula la teoria dell'unità del popolo contro le élites transnazionali, pur situandosi all'interno di un mondo moderno e globalizzato. Di fatto l'affermazione insistente del nazionalismo attuale dimostra precisamente il declino della forma storica dello stato-nazione. Il nuovo auge delle identità particolari dimostra che il risentimento continua ad essere la metafisica a specchio del mondo moderno, da Rousseau a oggi. Disse Voegelin: "La crisi rivoluzionaria del nostro tempo si distingue da rivoluzioni anteriori per il fatto che la sostanza spirituale della società occidentale si è ridotta fino a quasi sparire, e non c'è nessun segnale che il vuoto si stia riempiendo con nuove fonti". Il nazional-populismo è la risposta a questo sentimento. La globalizzazione, mentre promuove la integrazione delle élites, sviluppa il settarismo politico e culturale nel resto della popolazione. Jorge Cagiao y Conde, Micronacionalismos Se consideriamo la nazione un fenomeno naturale ne derivano certe conseguenze: 1) la nazione non ha bisogno del nazionalismo, esiste già 2) il nazionalismo è una malattia, un'esaltazione 3) le politiche implementate dagli stati-nazione non sarebbero nazionaliste, sarebbero non-nazionaliste. Se consideriamo le nazioni come finzioni costruite a partire da realtà storiche, sociali e culturali allora è necessario un movimento nazionalista che le crei, le promuova e le difenda. In questo caso nazionalismo e democrazia potrebbero convivere. La distinzione che conviene fare dunque non è tra nazionalismo civico e nazionalismo etnico ma fra nazionalismo democratico e liberale e nazionalismo autoritario. Lola García, El naufragio El procés come significante vuoto. Due populismi: il 15M e l'indipendentismo si consolidano allo stesso tempo Movimento delle classi medie in piena crisi economica. Utopia disponibile, realizzabile a breve termine. La democrazia intesa esclusivamente come diritto di voto, senza considerare pluralismo e legalità. Prevalenza dell'attivismo sulla politica. Simbolismo costante. Necessità di trasformare ogni tornata elettorale in un plebiscito. Lo stato spagnolo non è riformabile, referendum o referendum, e altri concetti definitivi. Nel progetto di costituzione catalana si sottomette chiaramente il potere giudiziario all'esecutivo. Battaglia per l'egemonia all'interno dell'indipendentismo. Il ruolo delle entità non elette. La rottura della legalità nel pleno del Parlament. Giornalismo militante.
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