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#Margherita Gentile
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poesiablog60 · 1 year
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Buongiorno...
Subiva l'influenza di una parola gentile o fredda, come una margherita quella del sole o della nuvola.
George Eliot
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lamilanomagazine · 2 months
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Giovanni Gentile, Sangiuliano: “Giusto rendere merito alla sua azione culturale”
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Giovanni Gentile, Sangiuliano: “Giusto rendere merito alla sua azione culturale” “Giovanni Gentile è stato riconosciuto da autorevoli studiosi uno tra i più importanti filosofi europei del Novecento, insieme a Benedetto Croce. La sua è un’elaborazione teorica che offre ancora oggi spunti, dal richiamo al Risorgimento oppure come quando nel saggio postumo ‘Genesi e struttura della società italiana’ individuò il valore della comunità. La stessa scelta del titolo indica una visione: ‘Scendere per strada’ è un motto che lo stesso Gentile adoperò per esortare gli intellettuali a proporre la cultura tra la gente”. Lo ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, visitando oggi la mostra “SCENDERE PER STRADA. Giovanni Gentile tra cultura, istituzioni e politica” che aprirà al pubblico domani, martedì 16 aprile 2024, a Roma, all’Istituto Centrale per la Grafica (via Poli, 54). All’anteprima erano presenti, tra gli altri, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa; il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani; il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni; il Sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti; il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone; il presidente della Commissione Sanità, Lavoro e Affari Sociali del Senato, Franco Zaffini; il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri; i deputati Alessandro Amorese e Ilaria Cavo; gli eredi della famiglia tra cui i due nipoti, il Direttore Generale Educazione e Ricerca del MiC, Andrea De Pasquale; il Direttore generale della Direzione Creatività contemporanea del MiC, Angelo Piero Cappello; il Direttore dell’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, Giuseppe Parlato; i Presidenti di Cinecittà e Anica, Chiara Sbarigia e Francesco Rutelli, il produttore cinematografico e televisivo, Pietro Valsecchi. LA MOSTRA Settantacinque opere esposte tra originali e riproduzioni provenienti da diverse istituzioni, tra cui la Fondazione Roma Sapienza, l’Archivio Giovanni Gentile, l’Istituto della Enciclopedia Italiana, l’Istituto Italiano di Studi Germanici, l’Istituto Comprensivo Regina Margherita e il Museo delle Civiltà. Un percorso articolato in tre sale per rendere conto della complessa e molteplice azione di politica culturale intrapresa nel corso della sua esistenza. All’Istituto Centrale per la Grafica del Ministero della Cultura, a Roma, a Palazzo Poli, dal 16 aprile al 7 luglio 2024, la mostra “SCENDERE PER STRADA. Giovanni Gentile tra cultura, istituzioni e politica” vuole così ricordare uno dei maggiori e tra i più controversi intellettuali del Novecento italiano nella ricorrenza degli ottant’anni dalla sua morte. Dopo una parte introduttiva dedicata alla biografia e ad alcuni momenti cruciali della sua vita accademica e politica, l’esposizione ripercorre le diverse istituzioni che egli promosse e diresse negli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Nella prima sala è dato risalto all’Enciclopedia Italiana, al Centro Nazionale di Studi Manzoniani, all’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente e all’Istituto Italiano di Studi Germanici. Questi ultimi due, nella concezione gentiliana della cultura, dovevano contribuire ad allargare gli orizzonti del sapere al di fuori dei confini nazionali per sprovincializzare la cultura italiana. La seconda sala è incentrata su altre due istituzioni culturali che ebbero un legame forte con Gentile: la Scuola Normale Superiore di Pisa, che lo ospitò prima come studente e poi come direttore, e l’Accademia Nazionale dei Lincei. Sempre in questo ambiente, ampio spazio è dato alla complessa Riforma Gentile pensata ed emanata con una serie di Regi Decreti nel 1923, che diede vita a una scuola selettiva e gerarchica nutrita di tradizioni storiche e studi umanistici. Vi sono anche approfondimenti sull’Istituto Nazionale fascista di cultura e sulla morte del filosofo il 15 aprile del 1944 per mano di un gruppo di partigiani fiorentini. Al termine del percorso, la terza sala ospita un video immersivo, con immagini dell’epoca, che ha lo scopo di fare entrare il visitatore ancor di più nella biografia intellettuale e politica di Gentile. “La difficoltà nella progettazione di questa mostra - dichiara il Direttore generale Educazione, ricerca e istituti culturali, Andrea De Pasquale - ha riguardato principalmente la scelta del tema, poiché Gentile fu uno dei più importanti filosofi italiani del Novecento, ma aderì anche convintamente al fascismo portando la sua scelta fino alle estreme conseguenze. Si è scelto pertanto di presentare laicamente a un vasto pubblico la vita e l’opera di Gentile dando risalto al suo ruolo di organizzazione della cultura. Egli fu infatti l’anima di molte istituzioni che ancora oggi operano nel panorama culturale italiano e il percorso espositivo mira proprio ad evidenziare questa sua influenza sulla vita culturale non solo dell’Italia fascista, ma anche di quella repubblicana”. “Al di là del contesto dittatoriale in cui si svilupparono tutte le iniziative di Gentile - afferma il coordinatore del Comitato scientifico, Giuseppe Parlato - resta un progetto, realizzato, di modernizzazione attraverso un nuovo rapporto tra Stato e cultura che ha influito notevolmente nella società italiana. Nel secondo dopoguerra, in un contesto del tutto diverso a livello politico, rimane vivo il concetto di intellettuale impegnato nella cultura e nella politica e soprattutto resta l’attenzione dello Stato alla promozione della cultura in tutte le sue forme e discipline”. “SCENDERE PER STRADA. Giovanni Gentile tra cultura, istituzioni e politica” Istituto Centrale per la Grafica Palazzo Poli Via Poli, 54 - 00187 Roma PROGETTAZIONE E COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO Andrea De Pasquale Direttore generale Educazione, ricerca e istituti culturali COMITATO SCIENTIFICO Coordinatore: Giuseppe Parlato Componenti: Simonetta Bartolini, Giovanni Belardelli, Barbara Bracco, Massimo Bray, Massimo Cacciari, Alessandro Campi, Hervé A. Cavallera, Gianni Dessì, Emma Giammattei, Miguel Angel Gotor, Giacomo Marramao, Guido Melis, Mauro Moretti, Marcello Pera, Francesco Perfetti, Roberto Pertici, Adriano Valerio Rossi, Gennaro Sasso, Paolo Simoncelli, Alessandra Tarquini GIUNTA ESECUTIVA Simonetta Bartolini, Giovanni Belardelli, Alessandro Campi, Gianni Dessì, Giuseppe Parlato, Maura Picciau Si ringraziano: Archivio Centrale dello Stato, Archivio Storico Istituto Luce, Centro Nazionale di Studi Manzoniani, Fondazione Roma Sapienza (Archivio Giovanni Gentile), Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice - Roma, Istituto Comprensivo Regina Margherita - Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente, Istituto Italiano di Studi Germanici, Museo delle Civiltà - Roma, Scuola Normale Superiore di Pisa Apertura al pubblico: 16 aprile - 7 luglio 2024 ingresso gratuito orari: 10:00 - 19:00 martedì - domenica, lunedì chiuso ultimo accesso ore 18:30  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 7 months
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Una mostra su Achille Funi a Ferrara
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Virgilio Socrate Achille Funi (Ferrara, 1890 - Appiano Gentile, 1972) visse da protagonista i principali movimenti che hanno caratterizzato la cultura italiana della prima metà del Novecento e, dopo essersi distinto nel Futurismo, divenne uno tra i grandi interpreti del Realismo magico, del moderno classicismo di Novecento e del muralismo degli anni Trenta, pur mantenendo sempre una spiccata autonomia. Innamorato dei miti classici, Funi assimilò dai maestri dell'Officina ferrarese uno sguardo legato alla tradizione figurativa antica come al linguaggio più attuale di Cézanne, Picasso, Derain, de Chirico. Ora Ferrara, fino al 25 febbraio 2024,  gli rende omaggio con una vasta rassegna antologica al Palazzo dei Diamanti, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d'Arte del Comune di Ferrara. La mostra, a cura di Nicoletta Colombo, Serena Redaelli e Chiara Vorrasi, ripercorre la vita del pittore attraverso più di centotrenta opere, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane e straniere, tra cui figurano i suoi capolavori, come dipinti a olio e a tempera, acquerelli e disegni a carboncino e a sanguigna, nonché cartoni preparatori per i grandi affreschi e mosaici, che offrono al pubblico l'occasione di scoprire lo straordinario talento di uno dei più grandi maestri del Novecento. L'esposizione prende avvio dalle prime prove del giovane Funi, per poi lasciare spazio ai capolavori futuristi, come Uomo che scende dal tram e Il motociclista del 1914, che suscitarono l'ammirazione dell'amico Umberto Boccioni poi, dopo le testimonianze della prima guerra mondiale, il percorso mette in luce il cruciale apporto dell'artista alla stagione del Ritorno all'ordine e alla restaurazione delle forme classiche. La fase del dopoguerra è rappresentata da opere nel segno di Cézanne, della pittura metafisica e di  Leonardo, come Genealogia (La mia famiglia) del Mart di Rovereto o Il bel cadavere (Le villeggianti) del Museo del Novecento di Milano, cui seguono i capolavori del Realismo magico, la cui atmosfera di stupore attinge alla cultura figurativa quattro-cinquecentesca e, oltre a Maternità e La terra, c’è anche L'acqua, presentata in questa occasione per la prima volta dopo oltre un secolo. Sono inoltre esposte alcuni lavori di Novecento, il movimento coordinato da Margherita Sarfatti, che raduna i più autorevoli esponenti di un moderno e maestoso classicismo, come il leonardesco Autoritratto da giovane del Museo d'arte della Svizzera Italiana di Lugano, la picassiana Saffo, la raffaellesca Lettura domenicale della GNAM di Roma o l'androgina Venere del Musée cantonal des Beaux-Arts di Losanna. Negli anni Trenta e Quaranta Funi cercò i segreti dei maestri antichi rileggendo i generi della storia dell'arte in una chiave moderna, dal ritratto alla pittura storico-mitologica, testimoniata da Publio Orazio uccide la sorella della Nationalgalerie di Berlino, dalla natura morta al paesaggio di Il Foro romano delle GAMC di Ferrara. L'esposizione si conclude con la stagione della pittura murale dove, assieme a Sironi, Funi diede un nuovo slancio alla tradizione italiana dell'affresco e del mosaico, impegnandosi nelle campagne decorative con i miti della nazione sulle pareti di edifici monumentali. La rassegna offre l'occasione per riscoprire Il Mito di Ferrara, impresa decorativa che Funi ha realizzato per la Sala dell'Arengo del Palazzo Municipale della città estense, che rappresenta la summa dei grandi progetti murali che il pittore ferrarese ha affrescato negli anni Trenta e Quaranta a Milano, Trieste, Roma e Tripoli, di cui si può ammirare nell’esposizione una selezione di cartoni preparatori. Read the full article
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jacopocioni · 1 year
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Famiglia Sassetti seconda parte
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Figlie di Sassetti SECONDA PARTE DONNE USCITE DI CASA SASSETTI Con i loro matrimoni hanno aggiunto quarti di nobiltà ad una antica nobile casata - Filippa o Lippa Sassetti, fu moglie di Bernardo Anselmi nel 1350 o circa; - Bartolomea di Sinibaldo di Ghino Sassetti, fu moglie Bartolomeo Lamberti nel 1350 o circa; - Niccolosa di Neri di Manfredi Sassetti, fu moglie di Adriano de Rossi nel 1310, o vel circa (significa che Neri e Manfredi si datano almeno al 1250); - Lisabetta di Federigo di Pierozzo Sassetti, fu moglie di Filippo Anselmi nel 1350, o vel circa; - Betta di Federigo detto, fu moglie di Nofferi degli Atti in detto tempo; - Maria di Federigo detto, fu moglie di Giovanni Ambrogi in detto tempo; - Masa di Federigo suddetto, fu moglie di Simone Cenni in detto tempo, anzi nel 1320 o circa (anche Federigo di Pierozzo si datano almeno al 1260); - Lena di Bernardo di Alessandro Sassetti, fu moglie di Filippo Tolosini, e poi di Iacopo Covoni nel 1360 o circa (Bernardo può essere collocato almeno al 1290); - Bandecca di Lapo di Sassetto Sassetti, fu moglie del Corbo Pucci nel 1360, o vel circa (quindi Lapo e Sassetto si collocano al 1250); - Sandra di Alessandro Federigo Sassetti, fu moglie di Cambio Arrighi, e poi di Beltozzo Bartoli nel 1360 o circa; - Fiondina di Pellaio di Sassettino Sassetti, fu moglie di Talamo Adimari nel 1400, o vel circa; - Una figliola di Federigo di Sassetta Sassetti, che non si è trovato il nome fu moglie di Messer Filippo Cavalcanti nel 1300 in circa; - Una figliola di Federigo di Pierozzo di Federigo, che non si trova il nome, fu moglie di Gregorio Tornaquinci nel 1340 circa; - Sandra di Gio. Di Lapo Sassetti, moglie di Francesco Buonomini, detto Morello, nel 1360, o vel circa; - Ginevra di Tommaso di Federigo Sassetti, moglie di Domenico Zecchini l’anno 1420, o vel circa; - Caterina di Tommaso suddetto, moglie di Paolo Bomboni in detto tempo; - Antonia di Gentile di Bartolomeo Sassetti, moglie di Minerbetti nel 1490, o vel circa; Bartolomea di Gentile suddetto, moglie di de’ Rossi, nel suddetto tempo; Manimetta di Gentile suddetto, moglie di Acciaioli, nel suddetto tempo; Filippa di Federigo di Tommaso Sassetti, moglie di Benedetto Alberti nel 1490, o vel circa; Cammilla di Federigo suddetto, moglie di Lorenzo Strozzi, nel suddetto tempo; Fiammetta di Federigo di Tommaso, fu moglie di Simone Folchi, nel 1490 in circa; Lena di Reda di Alessandro Sassetti, fu moglie di Marco Arrighi nel 1320 in circa; Lena di Tommaso di Federigo Sassetti, fu moglie di Bartolini nel 1420, o circa; - Vaggia di Francesco di Tommaso Sasselli, fu moglie nel 1480 in circa, di Antonio Carnesecchi; - Lisabetta di Francesco suddetto nel medesimo tempo, fu moglie di Giambattista de’ Nerli, e poi d’Antonio Gualterotti;  - Sibilla di Francesco suddetto, fu moglie in detto tempo d’Antonio Pucci;  - Violante di Francesco suddetto, nel tempo medesimo fu moglie di Neri Capponi;  - Lena di Francesco suddetto, nel medesimo tempo fu moglie di Bertoldo Corsini;  - Ghilla di Sassetto d’Azzo Sassetti, fu moglie di Messer Ruggierino de’ Pigli, nel 1300 in circa;  - Ginevra di Sassetto suddetto, nel medesimo tempo fu moglie di Iacopo Soldi;  - Violante di Galeazzo di Francesco Sassetti, fu moglie di Giovanni Gerini nel 1520, in circa;  - Nera di Teodoro di Francesco, fu moglie di Batista Buondelmonti nel 1540, o vel circa;  - Dianora di Teodoro detto, moglie nel medesimo tempo, di Carlo Marucelli;  - Ginevra di Teodoro detto, moglie di Pierfilippo di Ridolfo nel 1538, o vel circa;  - Margherita di Francesco anzi Teodoro suddetto, moglie del suddetto Alessandro Bardi di Vernio, l’anno 1540 in circa;  - Ginevra di Carlo di Tommaso Sassetti, fu moglie di Iacopo Pinadori l’anno 1550 in circa;  - Cammilla di Vincenzo di Tommaso Sassetti, fu moglie di Valore Valori l’anno 1558 in circa;  - Nera di Giambattista di Teodoro Sassetti, fu moglie di Girolamo Gondi nel 1555, e poi di Dietisalvi Rinieri 1561;  - Maria di Giambattista suddetto, fu moglie di Niccolò Bartoli nel 1557, o vel circa;  - Nera di Federigo di Galeazzo Sassetti, fu moglie di Baldino Martellini nel 1575, o vel circa;  - Fiammetta di Filippo di Galeazzo Sassetti, fu moglie di Filiromoli 1565, o vel circa, e poi di un capitano del Monte a S. Savino;  - Lucrezia di Filippo suddetto, nel medesimo tempo, fu moglie di Gio. Lopez di Zuniga spagnolo, e poi di Giambattista Griselli;  - Lena di Tommaso di Federigo Sassetti, fu moglie di Neri Bartolini nel 1430, o vel circa;  - Pippa di Tommaso suddetto, moglie di Lorenzo Baroncelli nel 1440, o vel circa.  L’elenco delle donne uscite negli anni dalla famiglia Sassetti, è frutto del lavoro di ricerca di Francesco Sassetti, ricavato dalle memorie lasciate dai suoi antenati. 
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Alberto Chiarugi Read the full article
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conandaily2022 · 1 year
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UCLA grad Mahnoor Euceph meets Italy's Elisa Tortora, Margherita Gentile, Lucrezia De Vecchis  
Mahnoor Euceph graduated summa cum laude from the University of California, Los Angeles in Los Angeles, California, United States in 2017. She is of Pakistani descent and her boyfriend was born to a white father and a Chinese mother.
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amicidomenicani · 1 year
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Quesito Buona e Santa festa di tutti i Santi.  Buonasera Padre Angelo.  Mi chiamo Margherita, sono polacca, ma vivo in Italia (a Roma) da quasi 30 anni.  Nell’Apocalisse 1,13 è scritto: “e in mezzo ai candelabri [qualcuno] simile a un figliuolo d’uomo, vestito di tunica talare e cinto presso alle mammelle d’una fascia d’oro.” Nella Bibbia che possiedo del 1864 in polacco-latino, spiega in parte del significato della fascia d’oro, con la quale [Cristo] è cinto alle mammelle, e poi rimanda a Cornelio a Lapide per le ulteriori spiegazioni. Io ho cercato un pdf di Apocalisse con i commenti/spiegazioni di Cornelio a Lapide, ma non lo trovo in lingua né italiana, né inglese. Ne ho trovato soltanto una in latino, ma purtroppo il latino non lo parlo (almeno per ora). Volevo chiederle umilmente di mandarmi la spiegazione della fascia d’oro e se ha in suo possesso, anche il pdf di Apocalisse by Cornelio a Lapide o un link, da dove potrei scaricarlo o in inglese, o meglio ancora in italiano.  La ringrazio con tutto il cuore e attendo la sua gentile risposta.  Laudetur Jesus Christus  Margherita  Risposta del sacerdote Cara Margherita, 1. La visione avuta da Giovanni è davvero grande. È descritta così nell'Apocalisse: “Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d'oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d'uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro” (Ap 1,12-13). 2. A Giovanni apparve Gesù Cristo, il figlio dell’uomo. La Bibbia di Gerusalemme annota: “Il Messia appare nelle funzioni di giudice escatologico. I suoi attributi sono descritti per mezzo di simboli: Sacerdozio (rappresentato dall'abito lungo); Regalità (fascia d’oro), Eternità (capelli candidi); Scienza divina (occhi come fiamma di fuoco per scrutare gli affetti e i pensieri); Stabilità (piedi di bronzo). La sua maestà è terrificante (splendore delle gambe, del volto, potenza della voce). Egli tiene le sette Chiese (le stelle) in suo potere (mano destra) e la sua bocca si appresta a lanciare i suoi decreti mortali (spada affilata) contro i cristiani infedeli”. 3. La fascia d'oro rimanda agli antichi costumi orientali. Nel primo libro dei Maccabei si legge che “il re Alessandro, udendo queste notizie, aumentò gli onori a Giònata; gli inviò la fibbia d'oro, che si usa donare ai parenti del re, e gli diede in possesso Ekron e tutto il suo territorio” (1 Mac 10,88-89). Era dunque simbolo di potere. 4. Il padre Marco Sales scrive: “La fascia portata ai reni è simbolo di azione come si legge in Luca 12:35: “Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese”, ma portata sul petto indica riposo e maestà. Gesù Cristo è così presentato come sacerdote il re”. 5. Alfred Wikenhauser commenta: “Cristo porta una veste che gli scende fino ai piedi, stretta al petto da una cintura d’oro. L'abito ampio è distintivo del sommo sacerdote; la cintura intrecciata d'oro fa parte anch'essa dell'abbigliamento dei sommi sacerdoti, oltre che dei re; trattandosi di un abito sacerdotale, essa passa non ai fianchi, ma sul petto. Abito e cintura, dunque, simboleggiano la dignità di sommo sacerdote di Cristo. Espressione di altissima santità è il suo aspetto. Capo e capelli sono pari a candidissima lana. Il colore bianco non è simbolo dell'eternità di Cristo, ma dello splendore degli esseri celesti, dei quali egli fa parte. (Qui Wikenhauser si discosta dalla Bibbia di Gerusalemme ma non da Marco Sales, secondo il quale la bianchezza simboleggia la gloria celeste. n.d.r.). Gli occhi che scintillano come vampa di fuoco significano che allo sguardo penetrante del figlio dell'uomo non rimane nascosto nulla. I piedi sono simili a metallo fuso, - secondo un'altra possibile traduzione del termine greco - a minerale d'oro reso incandescente dal fuoco. La voce risuona come lo scrosciare di un'ingente massa d'acque, com
e il rimbombo del mare. Nella destra tiene sette stelle, simbolo delle sette Chiese, in forma di corona eretta verso l'alto e tenuta stretta da un cerchio invisibile. Dalla bocca gli esce un'acuta spada a due tagli, espressione della parola che giudica e punisce. Il volto del figlio dell'uomo brilla come il sole quando dardeggia in tutta la sua forza” (L'Apocalisse di Giovanni, p. 51). 6. Purtroppo non sono in possesso del commento di Cornelio a Lapide. Con l'augurio che anche tu possa contemplare Nostro Signore nella sua maestà come l'ha contemplato San Giovanni, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.  Padre Angelo
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norma-jane · 1 year
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Luca
Domenica sera ho cenato da Luca . Architetto di Trento in trasferta a Verona . L'ho conosciuto per merito di Margherita . Un sabato sera a casa sua e il suo gruppo di amici tra i quali c'era lui . È divorziato e non ha figli . È simpatico brillante e abbiamo in comune la passione per l'opera . È più giovane di me ma non sembra eh? E poi non si notano quei 6 anni . Non ho una vera relzione perché io non voglio impegnarmi sto bene così. Lui invece insiste ogni tanto. La prima volta con lui è stato...una novità per me. Uscivo dal matrimonio anche se in accordo è sempre traumatico . E , mi piacciono i suoi modi . Ti assomiglia su questo : è premuroso garbato gentile e ...sfrontato quanto basta ma forse non è il termine giusto. A letto è (...).
Ha un buon profumo e sa di buono quando lo prendo in bocca e lui impazzisce per questo e quando viene non smette subito lo tiene li nella mia bocca mi prende la testa e si fa come.un massaggio ...e viene di nuovo.
Mi piace da morire così..
❤️
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apatiap0rtamivia · 2 years
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Iris: mi piacerebbe parlare un po’ con te
Orchidea: sei bellissima/o
Tulipano: ho bisogno di abbracciarti
Margherita: vorrei un tuo bacio
Peonia: desidererei fossi qui con me
Begonia: sono felice che tu esista
Viola: sarebbe stupendo incontrarti
❤️❤️❤️
sei gentile <3
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Siamo nell’ottobre del 1972 e il long-playing vende 150.000 copie, mentre il 45 giri 800.000 e rimane primo in classifica per oltre 5 mesi dividendo il podio con Il mio canto libero di Lucio Battisti.
Il disco è affidato all’orchestra di Tony Mimms ed è suonato da ottimi solisti: Silvano Chimenti e Franco Carli si occupano assieme a Baglioni delle chitarre, Luciano Brigidi al basso, Massimo Buzzi, Ciro Cicco e Sandro Centofanti alle percussioni. Antonio Coggio assieme a Toto Torquati suona diversi strumenti oltre a firmare la realizzazione del disco.
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QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE
Interprete: Claudio Baglioni
Etichetta: RCA Italiana
Catalogo: DPSL 10551
Data di pubblicazione: Ottobre 1972
Matrici: BKAY 26764/BKAY 26765
Supporto:vinile 33 giri
Tipo audio: Stereo
Dimensioni: 30 cm.
Facciate: 2
Note: Copertina apribile a libretto con due ante apribili - Disegni e fumetto di Pompeo De Angelis - Della prima stampa esiste una versione con il retro della copertina in bianco e nero e priva in alcuni riquadri dei crediti dei musicisti - La ristampa con codice PSL 10551 ha la copertina non apribile / Registrato da Franco Finetti dal 27 Agosto al 30 Settembre 1972 nello studio C della RCA di Roma / Distribuito da RCA Italiana - Roma
BRANI
Lato A
PIAZZA DEL POPOLO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
UNA FACCIA PULITA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
BATTIBECCO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CON TUTTO L'AMORE CHE POSSO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CHE BEGLI AMICI!...
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
MIA LIBERTÀ
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
LA PRIMA VOLTA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
Lato B
QUEL GIORNO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
IO TI PRENDO COME MIA SPOSA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CARTOLINA ROSA
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
PORTA PORTESE
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
QUANTO TI VOGLIO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
SEMBRA IL PRIMO GIORNO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
CON TUTTO L'AMORE CHE POSSO
Autori: Claudio Baglioni, Antonio Coggio
PRODUTTORE
Antonio Coggio
ORCHESTRA
Anthony Rutherford Mimms
EDIZIONI MUSICALI
RCA Musica
MUSICISTI
Gerardo Abate violino
Aurelio Albini violino
Claudio Baglioni chitarra
Gennaro Baldini trombone
Fernando Baratta violino
Giancarlo Becattini trombone
Luciano Brigidi basso elettrico
Massimo Buzzi percussioni
Massimo Buzzi batteria
Alvaro Capanni basso
Pietro Capodieci basso
Franco Carli chitarra
Silvestro Catacchio violino
Alessandro Centofanti coro
Alessandro Centofanti percussioni
Adalberto Cerbara viola
Adalberto Cerbara violino
Montserrat Cervera violino
Silvano Chimenti banjo
Silvano Chimenti chitarra
Ciro Cicco percussioni
Ciro Cicco batteria
Antonio Coggio tastiere
Temistocle Colloridi flauto
Enrico Colonnese violoncello
Rolando Cristifani violino
Giuseppe Cuccaro tromba
Giovanni Culasso tromba
Eraldo D'Angelo violino
Roberto Davini coro
Salvatore De Girolamo violoncello
Martino Di Fulvio tromba
Paolo Falco corno
Tino Fornai violino
Sandrino Franceschini violino
Alberto Francolini violoncello
Margherita Gabrici violino
Marianna Gazzani flauto
Sal Genovese sax
Angelo Gentile viola
 I Cantori Moderni di Alessandroni cori
Luciano Madami violoncello
Luciano Madami violino
Paola Massari voce
Paolo Mezzaroma violino
Antonio Miscia viola
Guido Mozzato violino
Alessandro Nadin viola
Marcello Palombi violino
Ilicio Perugia violoncello
Alberto Pini violino
Ernesto Pumpo trombone
Antonio Russo sax
Luigi Sagrati viola
Nicola Samale flauto
Francesco Santucci tromba
Francesco Santucci trombone
Domenico Sebastiano corno
Italo Tagliagambe tuba
Giuseppe Taurino sax
Maria Teresa Temperilli 
Toto Torquati tastiere
Mario Tucci violino
Vito Vallini violoncello
Alvise Verzella tromba
Franco Vinciguerra trombone.
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fenitelaminaperdue · 3 years
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Ue' dove sei? E' una vita che non ti fai sentire. Sei vivo? Ti ricordi di me? Testa di cazzo scrivimi. Ti ho voluto bene ma sei stato una merda. Ti ho dato anche il culo e tu? Eccomi sono qui, ancora steso sul divano color nocciola e caffè impreziosito da miriadi di mini impronte digitali al sapore di nutella, pizza margherita e patatine alla paprika, ornato da microraffigurazioni dal significato arcano e sconosciuto, erette con plastilina e dido' in multicolor sfavillante, "questa è una casa mica una caverna del paleolitico!...paleo che? papà ma come parli? Come un uomo del paleolitico ovvio. Il nano ride, io rido e boh non so se il vicino stia ridendo". Sorrido inebetito seduto al banco del primo anno di liceo quando, furtivamente, tastavo per la prima volta la consistenza di una ghiandola mammaria su gentile concessione della mia compagna di banco e leggendo ad alta voce di una certa Silvia e dei suoi occhi "ridenti e fuggitivi" ancora non pensavo al " limitare di gioventù che salivi" e gentilmente venivo ripagato dalla bruna al mio fianco con un sorriso malizioso ed una mano nella tasca del pantalone di velluto blu. "Hai delle belle labbra, sembrano quelle di una ragazza" mi sussurra fuori contesto, ma poco importa adesso fa caldo anche se in aula non abbiamo il riscaldamento, "scusi professoressa devo andare al bagno" eh no "prof"non è stato ancora inventato , ancora mangiamo il panino con la mortadella all'intervallo mica le parole!". Che caldo, sono in un pomeriggio di giugno quando la Romana con la sua testa al riccio di Medusa mi pietrificava con il super attacco triplo combinato "sguardo nocciola e pistacchio con panna maxi" , "tette a pera" e "culo stretto nei jeans" quel tanto che bastava a bloccarmi il fiato ed affondarmi le dita nel cuore per regalarmi il primo grande dolore che fa rima con amore e non con la figlia del dottore, ambaraba'cicci'cocco'e e con un salto sono di nuovo piccolo seduto sul como' insieme ad una lampada rococo' . Indosso le cuffie della Philips di mio padre grandi come la sua testa taglia 58, mentre io ho 4 anni, non so ancora scrivere, ma so accendere un Hi-Fi, alzare la testina di un giradischi, aprire un pacco di dischi da 45, centrare il buco ed avviare musica e capire che per perdersi è un attimo e per ritrovarsi non basta una vita o forse neanche due, ma poco importa tanto si vive una volta sola quindi inutile pensarci "Guarda il mio piccolo genio ". Ma si mamma io non so ancora dirtelo ma sono un vero genio, il genio della fuga dal dolore che le tue urla mi provocano e che quest'uomo con la tromba malinconica ed un buffo cappello in testa ricopre e rende meno atroce, e no non penso a chissà che ma solo che non vorrei essere qui e intanto preparo piani di evasione impossibile come Frank Morris da Alcatraz, mi lancio dalla scogliera e "splash". Nuoto attraverso mille corpi in una discoteca di un lungomare piagato da zanzare e parcheggiatori abusivi col bicchiere pieno di liquido blu che brucia la gola e lo stomaco. Adesso il cervello è sotto spirito come le ciliegie della nonna e i pensieri si addormentano finalmente lasciando lo spazio solo a mani, lingue labbra che non conosco e non ricorderò, ma che importa sono buone, calde e saporite e questo buio che ci avvolge fuori e dentro profuma tantissimo di pelle al feromone cotto al naturale , Gin e Blue Curacao, "scusa come hai detto che ti chiami? Ah Silvia" Ah sti maledetti occhi ridenti e fuggitivi tornano ancora e mi trasportano su questo terrazzo di mattoni forati da vera crudeltà umana sulla collina di Zedra e mi godo una cassa di birra scambiata con un paio di finti occhiali alla John Lennon insieme ad un amico troppo alto ed uno troppo tondo. Beviamo al calore di questa estate che ci accoglie in un meridiano ed un parallelo che non sono in nostri ma che osserviamo rinascere lentamente come i fiori sui bordi dei marciapiedi e che sfidano impavidi i mostri rotolanti e neri, buoni per tutte le stagioni, "GoodYear", "you too and your sister" perchè l'inglese è soprattutto un'opinione quando hai 20anni. Ci
sentiamo come degli eroi mentre siamo solo sei occhi, sei mani e sei gambe mossi da altre mani, occhi e gambe che ci spostano come pedine sulla scacchiera e che a loro volta non sono che pezzi di un altro quadrato bianco e nero di un'altra scacchierà e così via ma non all'infinito, perchè in fondo tutto finisce anche il caldo e poi torna freddo dell'inverno. SI vero d'inverno fa freddo, ma che caldo che fa qui sullo Ziqqurat di UR dove pesto con incoscienza 2000 anni di storia che sono li nel deserto a ricordarti che tutti i mutui, anche quelli ad interesse zero, hanno una scadenza e che la pietra dura piu' della carne, per cui che cavolo ci devo fare con questa materia inorganica che mi sopravviverà? A chi lascerò le plastiche della mia TV, il piombo ed il rame dei miei PC, il legno laccato dei miei mobili tutto ricevuto in cambio di carta colorata o plastica numerata con microchip codificato a 5 cifre ? Ma il coccio dei piatti è riciclabile? Si lo so la prendo sempre alla lunga hai ragione e soprattutto non so mai concludere bene una cosa, sono un uomo del paleolitico. Dove sono ? Qui. Qui dove?...eh qui.
Il passato riposa Bellamente nel letto degli ospiti O mi segue per casa Come un'ombra incollato ai miei gomiti
Samuele Bersani "Il tuo ricordo"
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inzaghismo · 2 years
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margherita vicario semplicemente la più bella talentuosa gentile iconica incredibile sexy queen out there
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poesiablog60 · 3 years
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Subiva l'influenza di una parola gentile o fredda
come una margherita
quella del sole o della nuvola
George Eliot
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lamilanomagazine · 6 months
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"Immagina Messina": prosegue il calendario degli eventi natalizi in città e nei villaggi
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"Immagina Messina": prosegue il calendario degli eventi natalizi in città e nei villaggi Messina si appresta a concludere l'anno con uno spettacolare calendario di eventi, promosso dall'Amministrazione comunale proponendo una serie di appuntamenti per concludere il 2023 in maniera grandiosa. Tra i principali appuntamenti il 28 dicembre, il concerto dei "Pooh Amici X Sempre", alle ore 21, a piazza Duomo; e per la notte di S. Silvestro il 31 dicembre, a partire dalle 22, tanta musica con "The Good Fellas e Dj Set di Radio Italia con Dj Paoletta", sempre a piazza Duomo per salutare il nuovo anno. In dettaglio gli eventi che da oggi, martedì 26 dicembre a martedì 2 gennaio 2024 allieteranno il centro città: - 26 dicembre dalle 16.00 "Babbo Natale a Messina" lungo il viale San Martino; - 26 dicembre dalle ore 17.30 "Concerto Notti disiata" nella chiesa di S. Caterina Valverde, via Garibaldi; - 26 dicembre dalle ore 20.30 alle ore 24:00 "Rueda di Natale" a Piazza del Popolo; - 28 dicembre alle ore 9.00 "Deposizione della Corona" al Gran Camposanto; - 28 dicembre dalle ore 10.30 "Commemorazione delle Vittime" presso Piazza Immacolata Di Marmo; - 28 dicembre dalle ore 18.30 "Rappresentazione teatrale sul Terremoto" al Palacultura; - 28 dic embre dalle ore 18.30 "Parata del fuoco Incantato" sul viale San Martino; - 28 dicembre dalle ore 19.00 alle ore 21:00 "Il Canto Di Natale Nel Mondo" presso la Basilica di Sant'Antonio; - 29 dic embre dalle ore 17.00 "Progetto Suono Jazz Orchestra" al Palacultura; - 29 dicembre dalle ore 17.00 "Notte funesta. Commemorazione Anniversario del Terremoto del 1908" presso il Palacultura; - 29 dicembre dalle ore 17.30 "La Magica Banda Dei Babbo Natale" lungo il viale S. Martino; - 30 dicembre dalle ore 11.30 "Le avventure di Pinocchio" a Villa Sabin; - 30 dicembre dalle 18.30 "Magia di Natale con Band" lungo il viale San Martino. Inoltre, gli eventi nei Villaggi sempre da oggi, 26 dicembre 2023 al 2 gennaio 2024: - 26 dicembre dalle ore 18.00 "Il Natale dei sentimenti" nella Parrocchia Sacro Cuore di Gesù e S. Pietro apostolo di Spartà; - 26 dicembre "Mercatini di Natale" a Curcuraci; - 26 dicembre dalle ore 18.00 alle ore 22.00 "Presepe Vivente" a Bordonaro; - 27 dicembre dalle ore 16.00 "Spettacolo di Danza" presso l'Oratorio della Gioia APS di Santa Margerita; - 27 dicembre dalle ore 18.30 "Il Natale dei sentimenti" nel salone parrocchiale della Chiesa Santa Maria della Chiesa – Santa Margherita Runci; - 27 dicembre dalle ore 17.30 "Tombolata e animazione" presso la sede A.T.S di Gesso; - 28 dic embre dalle ore 10.00 "Spettacolo di Danza" presso la Parrocchia Santa Maria di Gesù di Provinciale; - 28 dicembre dalle ore 15.30 "Un Ritiro in festa" al Centro polisportivo Giovanni XXIII - via Palermo; - 28 dicembre dalle ore 18.00 alle ore 20.00 "Christmas village party" a Santo Stefano di Briga Marina; - 28 dicembre dalle ore 17.30 "Il Natale di Martin" nella chiesa San Michele Arcangelo; - 28 dicembre dalle ore 18.30 Concerto di Natale presso la Chiesa Santa Domenica di Tremestieri; - 28 - 29 - 30 dicembre dalla mattina "Laboratorio per bambini" presso Oltredanza - Rione Taormina; - 29 dicembre dalle ore 9.00 alle ore 18.00 Musicisti sul bus ATM con tappe Altolia, Giampilieri Superiore e GiampilieriMarina, Briga San Paolo, Pezzolo, Mili Marina, Mili San Marco, Mili San Pietro, Larderia inferiore; - 29 dic embre dalle ore 16.00 "Il Grande Gigante Gentile presso Oratorio Santa Maria della Speranza - Santo Stefano Medio; - 29 dicembre dalle ore 16.30 "Fai un salto, fanne un altro" Oltredanza - Rione Taormina; - 29 dic embre dalle ore 17.00 "2° Giro dei Presepi" per le vie del borgo di Mili San Pietro; - 29 dicembre dalle ore 17.00 "Villaggi in festa" a Minissale; - 29 dicembre dalle ore 18.00 alle ore 20.00 "Christmas village party" presso l'auditorium della Chiesa Immacolata di Contesse; - 29 dicembre dalle ore 18.00 "Esibizione dello zampognaro" presso la Parrocchia Santo Stefano Iuniore – Salice; - 29 dic embre dalle ore 18.30 "Il Natale dei sentimenti" nella chiesa di San Giovanni Battista di Larderia; - 29 dicembre dalle ore 19.00 "Concerto polifonico" presso la chiesa di San Domenico; - 29 dicembre alle ore 19.00 "Christmas in Peace" nella chiesa Parrocchiale S. Paolino di Mili Marina; - 29 dicembre dalle ore 19.30 "Musiche di E. Morricone" presso la Chiesa Santa Maria di Gesù di Ritiro; - 29 dicembre dalle ore 19.30 "Festa di Natale in Musica" presso la sede A.S.D. Massa S. Lucia Villaggio Massa Santa Lucia; - 29 e 30 dicembre dalle ore 15.00 alle ore 17.00 Laboratorio teatrale presso Via Gaetano Alessi 2 – Mangialupi; - 30 dicembre dalle ore 16.30 "Banda dei Babbi Natale" presso la Chiesa S. Maria Annunziata di Cumia superiore; - 30 dicembre dalle ore 16.30 "Fai un salto, fanne un altro" presso Oltredanza - Rione Taormina; - 30 dicembre dalle ore 18.00 alle ore 22.00 "Presepe Vivente" di Bordonaro presso la Parrocchia S. Maria delle Grazie; - 30 dicembre dalle ore 18.00 "Esibizione dello zampognaro" presso la Parrocchia Santo Stefano Iuniore – Salice; - 30 dic embre dalle ore 18.00 "Esibizione della zampogna" nella Parrocchia San Giuseppe di Bisconte; - 30 dic embre alle ore 18.30 "Manuale di sopravvivenza per boomer" spettacolo teatrale per famiglie nella Piazza Pozzo di Giampilieri Superiore; - 30 dicembre dalle ore 19.00 "Musiche di E. Morricone" presso la Chiesa Santa Maria della Lettera di Torre Faro; - 30 dicembre dalle ore 19.30 "Musiche tradizionali" presso Giampilieri Marina; - 31 dic embre dalle ore 10.00 "Natale In Citta" presso la Chiesa di Santa Maria di Montalto di Orto Liuzzo; - 1 gennaio 2024 tombolata per tutti presso Curcuraci; - 2 gennaio alle ore18.00 "Il Natale dei sentimenti" a Giampilieri Superiore; - 2 gennaio alle ore 18.30 "La notte di Giufà" spettacolo teatrale per bambini presso la Piazza della Chiesa di Mili San Marco. Si ricordano infine, gli appuntamenti presenti per tutto il periodo Natalizio: - Autobus Itineranti ATM con Musica e Babbo Natale in giro nei villaggi e nel centro città; - Presepe meccanizzato in centro città presso Piazza Cairoli; - Mercatini di Natale a Piazza Cairoli; - Natale in Teatro al Teatro Vittorio Emanuele; - Le 4 ville incantate con le attività a cura della Messina Social City (Le luci di Natale a Villa Dante - Il Villaggio del Natale presso Villa Mazzini - Il Bosco Incantato presso Pineta Montepiselli - Il mondo delle fiabe presso Villa Sabin); - sino al 6 gennaio 2024 "Il borgo dei 100 presepi" presso il villaggio di Ganzirri; - 26 dicembre "Beer & food" a Piazza del Popolo, con musica, cibo e intrattenimento; - sino al 7 gennaio 2024 dalle ore 16.30 alle ore 20.00 "XVIII Mostra di Arte Presepiale" presso i Chiostri del Palazzo Arcivescovile; - sino al 7 gennaio "Natale con Gioia a Castanea - Presepe Vivente" con orari: 26 dicembre e 1-6-7 gennaio dalle ore 17:30 alle ore 19.30 e 27-29-30 dicembre e 2-4-5 gennaio dalle ore 18:30 alle ore 19.30. - Per il programma completo degli eventi si invita a guardare il sito e seguire la pagina Facebook Messina Città degli Eventi... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Meglio l’originale o la copia?
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È una tendenza propria della cinematografia, molto più che di altri generi artistici, quella di produrre dei cloni, dei remake di film già girati, forse perché la tecnologia fa passi da gigante e tale progresso risulta quanto mai evidente sul grande schermo. Un film rifatto a distanza di tanti anni non sembra più la stessa cosa: si passa dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore, dalle vecchie cineprese alle steady cam alle videocamere digitali, cambiano (ma non sempre) attori e registi.
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Alcuni esempi sono clamorosi, come la favola di Pinocchio che ha dato numerosi spunti al cinema: a parte i cartoni animati (Walt Disney e Enzo D’Alò), gli adattamenti cinematografici si moltiplicano (se ne sta girando ancora uno in questi giorni per la regia di Benicio del Toro), dall’insuperabile sceneggiato di Luigi Comencini, con Nino Manfredi, Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, alla serie televisiva del 2009 con Bob Hoskins, Luciana Littizzetto e Margherita Buy, al film di Roberto Benigni del 2002, fino all’ultimo riuscitissimo esperimento di Matteo Garrone del 2019, dove possiamo rivedere Benigni, non più nel ruolo del dispettoso burattino ma in quello di mastro Geppetto, e ammirare Gigi Proietti, Mangiafuoco, nonché due esilaranti Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini nei panni del Gatto e della Volpe. 
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E ancora, King Kong, dall’epico originale del 1933, già allora all’avanguardia per effetti speciali, alla versione a colori del 1976 con Jessica Lange e Jeff Bridges, all’ultima apparizione del 2005 con effetti visivi tra i più spettacolari della storia del cinema.
La nostra breve carrellata consiglia alcuni fra i titoli più noti di cui, forse, è sfuggito l’originale.
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Il passaggio dal bianco e nero al colore rende più evidente ‘l’aggiornamento’, come per il film, vincitore del premio Oscar nel 1942, L’inafferrabile Signor Jordan, tratto dalla commedia Heaven Can Wait di Harry Segall. Il rifacimento del 1978, Il paradiso può attendere, con Warren Beatty, Julie Christie e James Mason, è davvero divertente. Rispetto all’originale il protagonista non è un pugile ma un giocatore di football americano: “Beatty, vestendo i panni che furono a suo tempo di Robert Montgomery, trova una taglia azzeccatissima in una pièce che ne moltiplica la presenza, che ne amplifica e allarga l’epicentro, quasi giocando con la sua fisicità … che lo fa saltare da un corpo all’altro rimanendo sempre uguale a se stesso”.
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Il grande Hitchcock tornerà spesso in questa rassegna: a proposito di La signora scompare (1938), interpretato da Michael Redgrave (papà di Vanessa), il regista stesso racconta: «In The Lady Vanishes dovevo girare una scena molto tradizionale imperniata su una bevanda drogata. Cosa si fa di solito in un caso di questo genere? Ci si sbriga con un dialogo del tipo: “Tenga. Lo beva” “No, grazie” “Ma sì, le assicuro che le farà bene” “Non ora, più tardi” “La prego” “È troppo gentile...” e il personaggio prende il bicchiere, lo porta alla bocca, lo allontana, lo posa, lo riprende e ricomincia a parlare prima di decidersi a berlo ecc. Allora mi sono detto: “No, non voglio fare così, proveremo a cambiare un po’.” Ho fotografato una parte della scena attraverso i bicchieri affinché il pubblico li veda costantemente, ma i personaggi non li hanno toccati prima della fine della scena. Allora avevo fatto fabbricare dei bicchieri molto grandi e ora uso spesso degli accessori ingranditi... È un bel trucco, eh?» Vivace e avvincente anche la versione del 1979 con l’inossidabile Angela Lansbury, Elliott Gould e Cybill Sheperd. 
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Nel caso di L’uomo che sapeva troppo Hitchcock replica se stesso: il remake del 1954 con James Stewart e Doris Day è praticamente inarrivabile, ma anche il suo modello di vent’anni prima (fa parte della fase britannica dell’attività del regista) è estremamente interessante, con Peter Lorre, il cattivo dei cattivi, divenuto celebre nel 1931 come protagonista di M - Il mostro di Düsseldorf di Fritz Lang e che ritroveremo in un altro film di Hitchcock, L’agente segreto, e poi spesso al fianco di Humphrey Bogart (per esempio in Casablanca e Il mistero del falco): un’autentica garanzia per gli amanti del thriller. Per ammissione dello stesso regista: “La prima versione è stata fatta da un dilettante di talento, mentre la seconda da un professionista.” 
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L’accenno a Bogie ci porta a un altro capolavoro, Il grande sonno, al quale collaborarono i più bei nomi del cinema e della letteratura: Raymond Chandler, scrittore, William Faulkner, sceneggiatore, Howard Hawks, regista e, accanto a Bogart, naturalmente, la fascinosa Lauren Bacall. “Giochi di sguardi, erotismo ai limiti della censura per l’Hollywood del tempo e scambi caustici di battute, sono il biglietto da visita di un’opera capace di uscire con destrezza dal prevedibile … Centodieci minuti di puro cinema, un viaggio in bianco e nero tra ombre e illusioni dentro un passato mai tanto presente.” Forse era troppo sperare che si potesse eguagliare un simile capolavoro, eppure il tentativo è stato fatto più di trent’anni dopo in Marlowe indaga, interpretato da un altro ‘duro’ di Hollywood, Robert Mitchum.
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Per restare nell’ambito del noir, uno dei primi e più celebrati film di questo genere è La fiamma del peccato del geniale Billy Wilder, tratto da La morte paga doppio di James Cain e ispirato a un fatto di cronaca, con Barbara Stanwyck, la regina delle dark ladies, Edward G. Robinson e Fred MacMurray. Se pensiamo che un genere artistico attraversi una sorta di parabola, dai primi dilettanteschi esperimenti al progressivo perfezionamento, possiamo ricrederci guardando questo film, archetipo del genere noir eppure già perfetto in ogni sua parte. L’inizio è folgorante, perché tutta la vicenda non è che un flash back svelato dal protagonista su un mangianastri. A proposito di questa pellicola, vi raccomandiamo il prezioso documentario, Billy, ma come hai fatto?, in cui Wilder (il regista di L’asso nella manica, Sabrina, Viale del tramonto, A qualcuno piace caldo, Quando la moglie è in vacanza e di molti altri capolavori) racconta la genesi dell’opera e i trucchi cinematografici cui ha fatto ricorso. Questo il giudizio di Hitchcock sul film: “Dopo La fiamma del peccato, le due parole più importanti nel mondo del cinema sono ‘Billy’ e ‘Wilder’”. Il remake è Brivido caldo del 1981 con Kathleen Turner e William Hurt: questa versione ha aggiunto alcuni colpi di scena e accentuato l’atmosfera di torbida sensualità.
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Concludiamo con un triplice rifacimento dal giallo Il postino suona sempre due volte sempre di James Cain. La trama, anche se l’autore non compare nei titoli, è stata usata da Luchino Visconti per Ossessione, considerato l’archetipo del neorealismo, che fece esclamare a Vittorio Mussolini: “Questa non è l’Italia”. In effetti è un’Italia povera, in canottiera sdrucita (quella indossata da Massimo Girotti, un Marlon Brando nostrano su una polverosa strada della Bassa Padana), non certo in linea con gli ideali di grandezza della mitologia fascista. Un vero noir all’italiana, un esordio con i fiocchi per il regista, che ricevette anche i preziosi consigli di Giorgio Bassani. La variante americana è completamente rovesciata: al posto delle vesti lacere di Girotti e dei capelli spettinati dell’intensa Clara Calamai, il guardaroba impeccabile e le elaborate acconciature di Lana Turner, autentica dark lady in bianco. Esce dopo 45 anni la rivisitazione di Bob Rafelson con la bellissima Jessica Lange e uno strepitoso Jack Nicholson: l’inappuntabile mise della Turner lascia il posto alle seducenti vesti da camera della Lange. Tre versioni diverse dello stesso titolo, ognuna a suo modo specchio dei tempi: una interpretazione in chiave chiaramente politica quella del 1943, un adattamento quasi da ‘telefoni bianchi’ nel 1946 e l’ultima trasposizione, del 1981, sicuramente la più spregiudicata e intrigante. A voi la scelta!
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Se dovessi immaginare una storia su Margherita sarebbe una vita gentile. Che aggettivo strano da attribuire alla vita, ma è proprio quello che Margherita emana: gentilezza. Nel modo in cui prende i frutti dal cestinino che tiene come fosse garanzia e testimonianza di gratitudine, alla terra e magari Margherita ha anche fede e allora grazie anche a Dio. Gli occhi bassi e concentrati perché a nessuna di quelle grazie possa accadere alcunché. E allora, grazie a te, Margherita!
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