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#Dipinti a olio su tela
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falsi d'autore su commissione
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anilaciccone · 2 years
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24hdrawinglab · 2 years
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Vigevano ad arte: la Pinacoteca Civica
Vigevano ad arte: la Pinacoteca Civica
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patepatu · 1 month
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MariaJosé Gallardo, raccolta degli ex voto mariani, 2013
Scultura della madonna del XVIII secolo circondata da ex voto con dipinti ad olio e foglia d’oro su tela con colori tipici ma immagino non convenzionali
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steliosagapitos · 1 month
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palmiz · 8 months
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Fernando Botero " I Musicisti" , 1979- 2023, olio su tela, Monterrey Messico, collezione privata.
Botero (1932) è un artista colombiano, fuori dagli schemi nel panorama artistico odierno, inserito nel panorama artistico europeo.
I soggetti dei suoi dipinti e sculture hanno forme sontuose, morbide, dolci, che trasmettono un senso di tranquillità, rimanendo impressi nella mente per la loro grottesca abbondanza.
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giangiacomo1973 · 2 years
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Uno dei miei dipinti preferiti: "Carnation, Lily, Lily, Rose" (Garofano, Giglio, Giglio, Rosa) di John Singer Sargent (1856 - 1925), olio su tela realizzato tra il 1885 e il 1886.
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lartesumarte · 2 years
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👨🏼‍🎨 GRANT WOOD - American Gothic ⏱️ Data: 1930 🖌️ Tecnica: olio su tela 🖼️ Dimensioni: 74.3×62.4 cm 🏛 Ubicazione: Chicago, Art Institute
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American Gothic di Grant Wood è uno dei dipinti più iconici dell'arte americana. Ispirato alla pittura tedesca e fiamminga, il quadro rappresenta un uomo e una donna (nella realtà si ispirò alla figura del suo dentista e di sua sorella) nei tipici abiti contadini e con il forcone a tre punte. Sul retro una tipica casa dell'Iowa. Il quadro dapprima fu accolto da qualche critica, ma ben presto divenne un simbolo di valori di rinascita e forza incrollabile dei pionieri americani, in risposta alla Grande Depressione.
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lamilanomagazine · 9 days
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Cosenza, recuperato il "Cristo in croce" durante una fiera antiquariale
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Cosenza, recuperato il "Cristo in croce" durante una fiera antiquariale I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza (TPC), anche nel 2023 hanno condotto, su tutto il territorio calabrese e nazionale, una serie di azioni investigative, che hanno consentito non solo il recupero di diversi reperti archeologici, frutto di scavi clandestini, ma anche il sequestro di numerosi beni  d’antiquariato, tra cui importanti dipinti commercializzati in Calabria e provenienti da furti in abitazione consumati in tutta Italia, nonché di diverse opere d’arte contemporanea false. Particolarmente significativa è risultata l’attività investigativa che ha consentito il recupero del dipinto, condotta dai Carabinieri del Nucleo TPC di Cosenza coordinati dalla Procura della Repubblica di Parma, ed ha avuto origine da un controllo - teso a contrastare la commercializzazione illecita di opere d’arte – presso la manifestazione antiquariale denominata “Mercantinfiera 2023” tenutasi in Parma nell’ottobre del 2023. In uno stand espositivo, è stato individuato un dipinto olio su tela risalente alla fine del sec. XVII, raffigurante “Cristo in croce”. Il dipinto, risultava essere stato asportato nel 2015, durante un furto perpetrato presso un’abitazione privata della provincia di Benevento. Con la collaborazione del denunciante, si riusciva a confermare la provenienza furtiva del dipinto in argomento che, pertanto, veniva sequestrato d’iniziativa. L’ Autorità Giudiziaria di Parma, condividendo le risultanze investigative raccolte convalidava il sequestro operato d’iniziativa da questo Nucleo disponendo successivamente il dissequestro e la restituzione del bene al legittimo proprietario. Il Nucleo di Cosenza ha proseguito, anche nel 2023, con una incisiva attività di prevenzione che, associata ad una collaterale e costante attività repressiva, ha consentito di contrastare, in modo efficace, le varie forme di aggressioni criminali poste in atto nei confronti del patrimonio culturale locale regionale, anche grazie ai segnali positivi registrati a seguito dell’entrata in vigore della Legge n. 22 del 22 marzo 2022 – con modifiche alle disposizioni penali in materia di tutela del patrimonio culturale attualmente contenute prevalentemente nel Codice dei Beni Culturali (D.lgs. 42/2004) e integrando il Codice Penale con 17 nuovi articoli (da 518-bis a 518-undevicies). In merito alle attività condotte, si riportano, di seguito, i risultati ottenuti: nr 1 persona arrestata in flagranza di reato; nr. 50 persone deferite in stato di libertà, alle Autorità Giudiziarie, di cui 21 per reati contro il paesaggio; nr. 9 beni antiquariali recuperati; nr. 2.939 reperti archeologici recuperati; nr. 26 opere pittoriche false sequestrate; nr. 4 opere d’antiquariato false sequestrate; nr. 76 controlli ad aree archeologiche finalizzati a prevenire le attività di scavo clandestino; nr. 51 controlli ad aree paesaggistiche e monumentali finalizzati a prevenire abusi edilizi; nr. 35 controlli ad attività antiquariali, fiere e mercatini di settore finalizzati a prevenire i reati di ricettazione e riciclaggio; nr. 228 beni culturali sottoposti ad accertamenti fotografici.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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enkeynetwork · 10 days
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esamedistato2024 · 1 month
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Paul Gauguin (1848-1903)
Vita e stile
Gaugin fu un grande viaggiatore tra l'Europa, il Sud America, l'Oceania, in particolare Tahiti, per cercare nuove espressioni in un mondo culturalmente diverso, come l'arte medievale e la vita contadina, le stame giapponesi... Fa uso di un colore materico, vivace, quasi espressionista. A 17 anni cominciò già a viaggiare per mare, prima come marinaio, poi come militare di leva. Lavorò poi come agente di cambio, ma abbandonò l'impiego per via di una crisi economica. Questo gli permise di dedicarsi solamente alla pittura.
Volendo scappare dalla vita frenetica, soffocante, piena di aspettative si strasferisce in Bretagna, poi si imbarca per Panama. Dopo ever soggiornato brevemente con Van Gogh, si trasferi a Tahiti, per poi tornare dopo due anni a Pont Avent. Morì in prigione per essersi opposto alle politiche razziste del governatore francese.
L'onda
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L'onda, è un olio su tela, dipinto da Gauguin nel 1888. L'artista ha reso con immediatezza l'effetto della corrente  attraverso le pennellate lineari, che disegnano gorghi e movimenti dell'acqua. Nel confronto con una stampa di Utagawa Hiroshige, con un paesaggio marino, si nota la ripresa dei motivi lineari. Hiroshige usa una linea di contorno molto sottile, che tende a 'ritagliare le forme'. Gauguin però non usa le sfumature e i colori delicati di Hiroshige, ma grandi zone piatte e colori contrastanti e innaturali: acqua verde e gialla, spiaggia rossa. Le due figure in alto, sono solo una citazione e sembrano delle cifre. Gauguin non trasmette un'immagine realistica, ma un'immagine emozionale, come un sogno o un ricordo, in cui la realtà  è stravolta dal sentimento dell'artista. Qui la protagonista è l'acqua, ma anzichè offrire una sensazione di serenità , di distensione come l'acqua vista dagli impressionisti e in particolare da Monet, suscita un'idea di forza immensa, incontenibile, violenta. Ricollegandosi a un tema caro al Romanticismo, l'acqua rapresentata in questo dipinto di Gauguin racchiude la simbologia della forza degli elementi, visti come potenze misteriose e un'ammirazione  mista a un timore primitivo.
Il cristo Giallo
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Un crocifisso con la figura di Cristo si staglia in primo piano contro il paesaggio della campagna bretone. La croce è costruita con semplici assi squadrate. La figura di Cristo è essenziale, legnosa e realizzata con forme semplici e un po incerte. I suoi piedi sono sovrapposti e posano su di una piccola mensola fermati da un grosso chiodo metallico. Ai piedi della croce vi sono alcune contadine bretoni in abito tipico, con cuffia bianca, ampio abito scuro e grembiule. Un prato in discesa viene interrotto da un muretto a secco scavalcato da un uomo. Alcuni alberi punteggiano i confini dei campi e in lontananza si alzano le colline dai profili ondulati. Tra gli alberi si intravedono alcune abitazioni sparse sul declivio. Il cielo azzurro è sgombro di nubi.
Paul Gauguin nei dipinti realizzati a Pont-Aven rappresentò la semplice religiosità della tradizione contadina delle genti bretone, a nord di Parigi. L’artista in fuga dalla civiltà e dalle difficoltà esistenziali si rifugiò nella società arcaica e semplice della campagna come farà in seguito presso le isole della Polinesia francese. Con il giallo che colora il corpo di Cristo, Paul Gauguin volle, forse, simboleggiare il dolore umano. Sicuramente l’artista utilizzò più volte la figura di Cristo con il quale si immedesimava per esprimere la propria sofferenza esistenziale. Inoltre il giallo è lo stesso colore utilizzato per descrivere i campi di grano che possedeva un profondo significato religioso. Il ciclo di crescita del grano, fonte di vita, era paragonato al ciclo religioso della vita di un cristiano. Cristo partecipa quindi tramite questo riferimento cromatico alla vita quotidiana dei contadini.
Ne il Cristo Giallo le forme sono semplificate e costruite mediante campiture monocromatiche o debolmente chiaroscurate. Una spessa linea di contorno permette poi di distinguere chiaramente le figure dallo sfondo. Gauguin si ispirò alla tecnica utilizzata nelle vetrate medievali detta cloisonnisme. Il chiaroscuro sopravvive con alcune tracce di ombra di colore verde e molto chiare sul corpo di Cristo e sui volti delle contadine.
I colori utilizzati da Paul Gauguin per Il Cristo giallo hanno un debole riferimento con la realtà. Sono infatti colori simbolici utilizzati per rappresentare lo stato d’animo dell’artista più che per descrivere obiettivamente la realtà. Lo stesso colore del Cristo è quanto di più lontano ad un corpo crocifisso. Il giallo acceso infatti è distribuito su tutta la pelle e si estende abbondantemente nel paesaggio sui campi e sulle colline. Le chiome degli alberi sono color arancione e solo qualche porzione di collina è colorata di verde.
Le donne indossano il costume tradizionale, nero, bianco e dai grembiuli colorati. Gauguin non costruisce la scena utilizzando il chiaroscuro e quindi un’illuminazione realistica. Le figure e le varie parti del paesaggio sono rivelate attraverso contrasti di colore e linee di contorno. Sui corpi delle donne, soprattutto in primo piano, rimane qualche accenno a zone di ombra e di luce che sembra provenire da destra.
Le figure delle tre contadine creano la dimensione dello spazio nel primo piano grazie alla prospettiva di grandezza. Inoltre la sensazione di profondità è sottolineata dalla sovrapposizione dei loro corpi che rinforza la comprensione delle dimensioni spaziali. Il resto del paesaggio contribuisce a descrivere lo spazio in lontananza anche grazie alla progressiva riduzione delle dimensioni degli alberi. Paul Gauguin in questo dipinto come nella sua produzione più matura rifiutò l’uso della prospettiva geometrica. Si tratta infatti di uno strumento lontano dalle esigenze dell’artista di creare arte primitiva, utile a descrivere le tradizioni popolari.
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olitaly · 2 months
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leovanmoric · 2 months
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S’intitola Atlantide la mostra personale di Debora Romei, curata da Leonardo Regano, che segna il ritorno sulla scena dell’artista emiliana, dopo un periodo di intensa ricerca. Un percorso pittorico rinnovato che, guardando all’astrattismo americano e distanziandosi dal figurativismo dominante nella pittura italiana contemporanea, intende studiare i legami profondi su cui si basano le relazioni umane.
La mostra presso l’Officina Leo van Moric si pone come un nuovo inizio per Romei, che qui presenta un percorso pittorico rinnovato e aggiornato verso una sensibilità riformata per la materia e una pratica originale. L’incipit di questo percorso di innovazione è dato dal grande trittico AFÌEMI, un’opera di estremo impatto visivo ed emotivo, in cui l’artista convoglia la propria biografia ed
emotività in una pittura materica, caratterizzata dal contrasto tra il bianco e il nero e articolata in segni dalle sembianze biomorfiche
Il percorso espositivo comprende una ventina di opere inedite, tutte realizzate dal 2020 al 2024, che tracciano un’ampia e significativa visione della recente ricerca dell’artista e, in particolare, dell’ultimo anno di lavoro. Accanto ai dipinti di grandi dimensioni ad olio o acrilico su tela, sono presentati alcuni lavori più piccoli su lino e cotone.
Esposizione a Parma nella Officina Leo van Moric dal 16 Marzo al 15 Maggio 2024
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jacopocioni · 4 months
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Michele Arcangelo Palloni, pittore fiorentino all'estero
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Michele Arcangelo Palloni Michele Arcangelo Palloni è nato a Campi Bisenzio il 29 settembre 1642. Figlio di Cosimo di Fiorindo Palloni e Maria Maddalena Palloni, nonché cugino del predicatore locale, Rev. Andrea di Fiorindo Palloni. Si tratta di un pittore che la critica definirebbe minore in quanto poco conosciuto. Questa suo anonimato è anche a causa della sua abitudine di lasciare alcuni dipinti senza firma. Addirittura la sua firma fu mal interpretata in passato ed alcuni suoi lavori attribuiti ad altri; persino a pittori inesistenti. Talvolta si firmava semplicemente come Florentinus. Alla sua epoca era però un artista conosciuto e ben pagato. Sicuramente talune opere del pittore saranno riscoperte nel corso del tempo, magari qualche tela conservata in una polverosa cantina di qualche museo o sotto un'opera vergata da un altro artista.
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Franceschini "Il Volterrano" autoritratto La sua vena pittorica deriva, ovviamente, della pittura fiorentina conseguenza dal mecenatismo della corte medicea. Durante l'infanzia, ed in seguito nell'adolescenza, furono principalmente le opere fiorentine del Caravaggio, e dei suoi seguaci, a colpirlo. A questi studi fu accompagnato dal suo maestro, a sua volta affascinato da queste opere, Baldassarre Franceschini, noto come “Il Volterrano”. Franceschini introdusse Palloni ai segreti sia dell'affresco che della pittura ad olio. Nella sua formazione il Franchescini spiegò molto bene al Palloni l'arte decorativa, quella moderna di Pietro da Cortona, ed allo stesso tempo gli inculcò la tradizione fiorentina dell'affresco derivata dall'arte del Correggio.
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Maria Maddalena dolente Le opere conosciute del Palloni su suolo italiano si trovano presso due chiese di Campi. Una è la chiesa di San Martino sita nel quartiere San Lorenzo dove troviamo la "Madonna con San Giovanni e San Girolamo ai piedi della Croce" e l'altra è presso la chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Capalle dove troviamo "I Dolenti" tra cui la "Maria Maddalena dolente". Probabilmente la Madonna con San Giovanni e San Girolamo ai piedi della Croce (datato a cavallo tra il 1650 e il 1660) è stata la sua prima opera indipendente.
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Cappella di San Casimiro - Il miracolo della resurrezione Possibile che, in stretta collaborazione con il maestro Il Volterrano, Palloni contribuì all'affresco della Cappella Niccolini in Santa Croce e alle decorazioni della chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi. Perché Palloni è cosi poco conosciuto in patria? Semplice, oltre al fatto della sua pessima abitudine di non firmarsi o di firmare non chiaramente, il Palloni lasciò Firenze e nel 1676 si trasferì in Polonia assieme alla moglie. In Polonia ebbe come mecenate il Gran Cancelliere Cristoforo Sigismondo Pac che gli affidò la decorazione del Monastero del Mons Pacis a Pazaislis, nei dintorni della città lituana di Kaunas. Nel 1683 gli venne commissionato di affrescare a Varsavia il palazzo di Jan Dobrogost Krasiński, dal nome del proprietario che era un nobile polacco che a quel tempo sindaco della città di Varsavia. Palloni riuscì ad adattare la propria tecnica pittorica dell'artistica Firenze del XVII secolo alla religiosità monastica o popolare dei magnati dei confini orientali. Questo all'epoca gli permise di essere apprezzato nella terra dell'est e di avere in cantiere sempre nuovi progetti. Allo stesso tempo questo suo "adattarsi" allo stile locale ha contribuito non poco alle attribuzioni errate delle sue opere.
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Cappella di San Casimiro - Apertura della bara di San Casimiro Nel 1688 Palloni divenne pittore di corte. Il re di Polonia Giovanni III Sobieski in persona gli affidò l'incaricò di affrescare la reggia di Wilanów, a sud di Varsavia. La reggia era stata realizzata in uno stile barocco italiano e sembrò logico al sovrano chiamare il pittore italiano cosi famoso in Polonia. Terminato il suo incarico per il re si spostò a Bielany a nord di Varsavia dove affrescò la chiesa dei Camaldolesi ed in seguito a Poznań dove si dedicò al castello di Rydzyna. Nel 1692 Palloni cominciò quella che è probabilmente la sua opera più celebre, la decorazione della Cappella di San Casimiro nella cattedrale di Vilnius. La sua opera decorativa fu in seguito dedicata a Palazzo dell'Atamano e alla chiesa di Sant'Ignazio, sempre a Vilnius, ma entrambe queste opere sono andate perdute. Rientrato in polonia decorò il seminario di Łowicz. Michele Arcangelo Palloni è deceduto a Węgrów in Polonia nel 1712.
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Jacopo Cioni Read the full article
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michelangelob · 5 months
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Le Opere del Natale: l'Adorazione dei Magi di Maíno
L’Opera del Natale che vi propongo oggi è il grande dipinto a olio su tela con l’Adorazione dei Magi, realizzato dal pittore spagnolo Juan Bautista Maíno. Era il 14 febbraio del 1612 quando l’artista appose la sua firma in calce al contratto che lo vincolava nell’eseguire dei dipinti per decorare la chiesa del monastero di San Pedro Mártir a Toledo. Avrebbe dovuto portare a termine la titanica…
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guida-ai · 5 months
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