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#( .vera x stefano. )
lamilanomagazine · 9 months
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Trento: al via il Trentino Love Fest con la prima serata di tre
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Trento: al via il Trentino Love Fest con la prima serata di tre. Il format delle giornate prevede quattro sessioni: dj set dalle 17.00 fino alle 19.00; concerti live pre serata; headliner (artista di punta) dalle 22.00; DJ Set e ospiti fino alle 2.00. Il tutto accompagnato da Il tutto sarà̀ accompagnato dal servizio food & beverage attivo per tutta la durata degli eventi. Si parte nella prima giornata con: DJ Set EDG, Trentino Eventi, Radio Dolomiti. Poi a seguire sul palco ci sarà la musica di: Tredici Pietro & Lil Busso; giANMARIA; Rebel Rootz. Spazio quindi a Le Vibrazioni. Formate da Francesco Sarcina, Stefano Verderi, Marco Castellani Garrincha e Alessandro Deidda, sono una delle band italiane più longeve con oltre 20 anni di carriera. Autori di successi come "Vieni da me", "Dedicato a te", "Dov'è" e "Così sbagliato", Le Vibrazioni hanno all'attivo 6 album che contano complessivamente più di un milione di copie vendute. Dal 2003 ad oggi hanno girato l'Italia con più di 1000 concerti. Hanno partecipato quattro volte in gara al festival di Sanremo, l'ultima nel 2022 con "Tantissimo", brano che ha anticipato la pubblicazione del loro ultimo lavoro discografico "VI". Lo scorso anno sono stati l'unico big in gara ad avere, alla conduzione, il maestro Beppe Vessicchio con cui hanno portato nei teatri il tour "In orchestra di e con Beppe Vessicchio" incontrando, per la prima volta, la musica classica in un inedito viaggio musicale. Nella serata dedicata alle cover durante la 73esima edizione del Festival di Sanremo, i Modà e Le Vibrazioni si sono esibiti insieme in una inedita versione orchestrale di "Vieni da me", brano pubblicato nel 2003 dalla band capitanata da Francesco Sarcina e diventato in breve tempo un vero e proprio classico della musica italiana. gIANMARIA è il cantautore vicentino rivelazione dell'edizione 2021 di X Factor, si è distinto nel Trento: al via il Trentino Love Fest con la prima serata di tre emozionando i giudici con gli inediti "I suicidi" e "Senza Saliva" - entrambi contenuti in "Fallirò", l'EP di debutto uscito per Epic/Sony Music lo scorso anno. Dopo essersi guadagnato un posto tra i Big di Sanremo 2023 vincendo la categoria giovani con il brano "La Città Che Odi", gIANMARIA ha partecipato alla 72° edizione del festival della canzone italiana con il brano "Mostro" (certificato disco d'oro) pubblicando l'omonimo album il 3 febbraio 2023. Secondo album in studio, "Mostro" è un disco pop con testi che vanno a pescare nelle due anime di gIANMARIA, quella folle e indecifrabile e quella sensibile ed empatica. Ad aprile gIANMARIA è uscito con "Disco Dance feat. Francesca Michielin" (Epic Records / Sony Music Italy), il nuovo singolo che, insieme alla cantautrice e polistrumentista veneta, descrive il disagio di una ragazza che sente di non aver trovato il suo posto nel mondo. E poi ancora Tredici Pietro (figlio di Gianni, quel Gianni Morandi) e Lil Busso volti rivelazione della scena rap bolognese, tra i più interessanti del panorama italiano. Dopo aver portato a Bologna, loro città d'origine, un modo totalmente nuovo di fare rap ispirandosi alla scena statunitense degli anni Dieci, hanno pubblicato "Lovesick" (Epic Records/Sony Music Italy), il loro joint album. Così Tredici Pietro e Lil Busso descrivono il loro nuovo joint album: "Il disco si chiama LOVESICK, una vera e propria analisi della nostra emotività, che molto spesso facciamo fatica a gestire. Quando abbiamo messo su il progetto ci trovavamo entrambi a dover affrontare situazioni sentimentali complicate, sicuramente diverse tra loro, ma che ci hanno permesso di raccontarci e di esprimerci, ritrovandoci l'uno nella scrittura dell'altro". "LOVESICK" è un progetto dal sound esplosivo, che trova i due rapper bolognesi in piena modalità riflessiva rispetto alle relazioni vissute in questi ultimi mesi, storie d'amore o semplici incontri occasionali. I Rebel Rootz giocano in casa. Trentini doc, sono protagonisti del panorama musicale trentino e non solo da diverso tempo. I Rebel sono una band di ispirazione reggae, nata a Trento nel febbraio 2010. Il loro sound nasce dall'incontro di personalità diverse, motivo alla base della contaminazione sonora che li contraddistingue. Il grande impatto musicale e la naturale capacità di coinvolgere il pubblico, rende questa band unica, energica e solare. I Rebel Rootz sono: Massimo Fontanari (voce e chitarra), Carlo Villotti (chitarra e cori), Francesco Dallago (basso), Pietro Toniolli (tastiere), Loris Dallago (batteria). Nel 2020 si sono aggiudicati la terza edizione del progetto Road to main stage by Firestone, il talent show lanciato da Firestone. Più di 8000 persone hanno votato per dichiararli vincitori assoluti del contest. Nel 2022 esce il singolo "Ricchi dentro ",nato grazie alla collaborazione con Orange studio di Alberto Rappetti ,brano che per qualche settimana è entrato nei primi dieci della classifica airplay . A giugno 2023 esce invece "Marrakech" ,un brano dalle sonorità reggae ma contaminato da un sound Urban, firmato dalla collaborazione con Ciro Princevibe, produttore reggae numero uno in Italia . A chiudere la prima serata DJ Set EDG, Trentino Eventi, Radio Dolomiti, e l'ospite LUM!X.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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solo-net · 4 years
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Here’s a colorful sketch of my nomad V and her corporate lover/boyfriend Stefano Russo. This was lovingly created by the wonderful @dedevilish​ who was more than happy to draw my hot mess of an OTP. And yes, V has a prosthetic left arm and wields a thermal katana. 
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FINAL Met Gala List by Me
These are the celebrities I would invite and would not invite if I was in charge of the list. As of 2018, Anna stated that celebrities below the age of 18 are not allowed to attend, and I say that because there are three film stars who are below 18 that I would love to invite but cannot. Now, without further ado... the list.
The first 200 celebrities attending are...
Anya Taylor-Joy
Zendaya
Sadie Sink
Elle Fanning
Dakota Fanning
Margot Robbie
AnnaSophia Robb
Sarah Hyland
Lily Collins
Madelaine Petsch
Camila Mendes
Saoirse Ronan
Melissa McCarthy
Florence Pugh
Rebecca Ferguson
Halle Berry
Keke Palmer
Miranda Cosgrove
Madison Pettis
Sadie Sink
Awkwafina
Amy Adams
Jessica Alba
Jessica Chastain
Phillipa Soo
Lupita Nyong’o
Gal Gadot
Anna Kendrick
Blake Lively
Jessica Biel
Ariel Winter
Winona Ryder
Zoe Saldana
Charlize Theron
Natalia Dyer
Nicole Kidman
Emilia Clarke
Gugu Mbatha-Raw
Idina Menzel
Viola Davis
Emily Blunt
Sofía Vergara
Meryl Streep
Anne Hathaway
Amanda Seyfried
Constance Wu
Elizabeth Olsen
Ana de Armas
Karen Gillan
Beanie Feldstein
Lin-Manuel Miranda
Hugh Jackman
Daveed Diggs
Jared Leto
Finn Wolfhard
Tom Holland
James McAvoy
Leslie Odom Jr.
Regé-Jean Page
Ryan Reynolds
Chris Hemsworth
KJ Apa
Idris Elba
David Harbour
Caleb McLaughlin
Bill Skarsgård
Alexander Skarsgård
John Krasinski
Stanley Tucci
Charlie Heaton
Robert Downey Jr.
Taron Egerton
Selena Gomez
Ariana Grande
Beyoncé
Rihanna
Halle Bailey
Chloe Bailey
Alessia Cara 
Alicia Keys
Céline Dion
Taylor Swift
Lady Gaga
Ciara
Cassie
Elton John
The Weeknd
Lily-Rose Depp
Cara Delevingne
Taylor Hill
Elsa Hosk
Josephine Skriver
Romee Strijd
Jasmine Tookes
Lais Ribeiro
Sara Sampaio
Heidi Klum (does she even still model?)
Candice Swanepoel
Rosie Huntington-Whiteley
Behati Prinsloo
Miranda Kerr
Adut Akech
Paloma Elsesser
Kaia Gerber
Adriana Lima
Alessandra Ambrosio
Gisele Bündchen
Valentina Sampaio
Karlie Kloss (does she even still model?)
Gigi Hadid
Bella Hadid
Kendall Jenner
Lily Aldridge
Soo Joo Park
Paris Jackson
Daphne Groeneveld
Blanca Padilla 
Sophie Turner 
Nick Jonas
Jennifer Lopez 
Billie Eilish 
Billy Porter 
Zoë Kravitz
Tiffany Haddish 
Dakota Johnson 
Kerry Washington 
Mindy Kaling 
Donatella Versace 
Anna Wintour 
Vera Wang 
Tory Burch 
Benedict Cumberbatch 
Serena Williams 
Kasey Musgraves 
Katy Perry 
Frank Ocean 
Julianne Moore 
Michael B. Jordan 
Jordan Peele 
Janelle Monáe 
Ashley Graham 
Mary-Kate Olsen 
Ashley Olsen 
Jennifer Connelly
Irina Shayk
Diane von Furstenberg
Gabrielle Union-Wade 
Jeremy Scott (designer for Moschino)
Katie Holmes
Emily Ratajkowski 
Gwen Stefani 
Julia Garner
Angelina Jolie
Alicia Vikander
Lizzo
Adwoa Aboh
Jourdan Dunn
RuPaul
Solange Knowles
Billie Lourd
Daisy Ridley
John Boyega
Emma Stone
Bri Larson
Rita Ora
Dua Lipa
Naomi Scott
Law Roach
Kate Moss
Victoria Beckham
David Beckham
Mila Kunis
Natalie Portman
Zoey Deutch
Halsey
Michelle Williams
Kiernan Shipka
Rachel McAdams
Florence Welch
Danielle Bernstein (@weworewhat on Instagram)
Grace Elizabeth
Joey King
Dan Stevens
Christian Siriano
Jeremy Scott
Alessandro Michele (designer for Gucci)
Miuccia Prada
Elie Saab
Iris Van Herpen
Han Chong (designer for Self-Portrait)
Maria Grazia Chiuri (designer for Christian Dior)
Anthony Vaccarello (designer for Saint Laurent)
Silvia Ventura Fendi
Giambattista Valli
Zuhair Murad
Virginie Viard (designer for Chanel)
Ben Affleck
Elaine Welteroth
Nina Garcia
Imaan Hammam
A boyfriend, wife, etc. is allowed as a +1 for the attendees.
Now, here is who I would NOT invite:
Justin Bieber
Hailey Baldwin
Cole Sprouse
Lili Reinhart
Kim Kardashian
Khloé Kardashian
Kriss Jenner
Caitlyn Jenner
Kylie Jenner
Emma Chamberlain
Addison Rae
Charlie D'Amelio (she’s a minor anyhow, but even if she was 18 or older, she still doesn’t deserve to be invited. 😊)
Dixie D'Amelio
James Charles
Cardi B
Nicki Minaj
Miley Cyrus
Priyanka Chopra
Jeffree Star
ALL social media influencers (YouTube, TikTok, Instagram)
Lena Dunham
Pharrell Williams
Chrissy Teigen
Kanye West
Demi Lovato
Doutzen Kroes
Ezra Miller
Winnie Harlow
Chloë Grace Moretz
Johnny Depp
Amber Heard
Armie Hammer
Kristen Stewart
Travis Scott
Emma Roberts
Tom Cruise
Olivia Rodrigo
Hailee Steinfeld
Henry Cavill
Alida Morberg (Bill Skarsgård’s problematic "girlfriend")
David Dobrik
Madison Beer
Domenico Dolce
Stefano Gabbana
Dove Cameron
Sabrina Carpenter
Lil Nas X
Harry Styles
Olivia Wilde
Alexander Wang
Justin Timberlake
Camila Cabello
Shawn Mendes
Madonna
Justin Timberlake
Adam Levine
Sebastian Stan
Alejandra Onieva
This was so fun yet challenging that I might make a part two!
♡ August 26, 2021 September 3, 2021 ♡
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List of canon villain x heroine ships with happy endings in book series
While the title of this list is “List of canon villain/heroine ships with happy endings”, it doesn’t contain only ships with male villains and female heroes:
-some of these ships consist of female villains and male heroes;
-there are some lgbt+ ships and polyamorous relationships here as well;
-in some of these ships both characters are villainous (or antiheroic);
-some of these characters may be seen not as villains, but as antivillains, antiheroes, antagonists or “just” criminals - in the end these definitions are fluid and some characters may be really difficult to categorise, especially if they go through a major character development or if they appear in the slice of life media;
-I included ships involving ex-villains;
-some of these ships are the examples of the enemies to lovers trope, but they don’t involve any characters, who can be categorised as villains or antiheroes.
Other notes:
-in some examples the villain doesn’t get a redemption arc and it’s the heroic character, who changes their alignment;
-in few examples the couple has a bittersweet ending, but I include it due to the fact that both characters are not dead and their relationship itself is happy;
-I included some pre-existing couples;
-this list was created mostly for statistical purposes (it may be used for recommendations as well, but not always) - due to it, this list includes ships that are humorous, don’t play significant role in the canon material, come from the media that are often considered to be bad or come from really obscure media;
-some ships on this list - especially if they come from media created long time ago - may be considered to be controversial due to various reasons, so if you don’t want to read anything potentially disturbing, don’t forget about doing research first;
-I included some ships from non closed canons that have a chance to have a happy ending (they’re described as ‘hopefully’) - if they won’t get a romantic happy ending, I’ll remove them.
I’ll be updating this list from time to time, so feel free to suggest other examples :) - and correct me if I got something wrong (f.e. if the specific ship doesn’t have a happy ending, some characters are not villains and/or antiheroes etc.)
If the types of characters are not specified, the ship consists of a male villain/antihero and a heroine.
List of canon villain x heroine ships with happy endings in live action movies
List of canon villain x heroine ships with happy endings in live action series
List of canon villain x heroine ships with happy endings in anime and manga
List of canon villain x heroine ships with happy endings in animation and comics (excluding anime and manga)
List of canon villain x heroine ships with happy endings in standalone pieces of literature
List of canon villain x heroine ships with happy endings in visual novels and video games
List of canon villain x heroine ships with happy endings in music 
[note: the links usually lead to the respective Goodreads pages]
Book series - fantasy, sci-fi & horror
hopefully Jean-Claude x Anita - Anita Blake: Vampire Hunter, an ongoing urban fantasy series by Laurell K. Hamilton, an American author (suggested by @a-cynical-dreamer-world)
Tristan x Isla - The Black Prince Trilogy, a 2014-2015 fantasy romance series by P.J. Fox, an American author (suggested by @vilheroinefairytale)
Stefanos x Erin - Books of the Sundered, a 1991-1994 fantasy romance series by Michelle Sagara West, a Japanese-Canadian author (suggested by vilheroinefairytale) 
Laurent x Damen (male villain x male hero) - The Captive Prince, a 2013-2018 fantasy romance series by C.S. Pacat, an Australian author (suggested by @mademoisellemurders and @basilt0npitch)
Legend x Donatella - Caraval, a 2017-2019 fantasy romance series by Stephanie Garber, an American author (suggested by @addiesluc)
Beltain x Percy - Cobweb Bride, a 2013 fantasy romance series by Vera Nazarian, an Armenian-Russian American author (suggested by @monsters-and-villains)
Vlau Fiomarre x Claere Liguon - Cobweb Bride by Vera Nazarian (suggested by monsters-and-villains)
Persephone x Hades (female villain x male hero) - Cobweb Bride by Vera Nazarian (suggested by monsters-and-villains) 
hopefully Rhysand x Feyre (male antagonist x female hero) - A Court of Thorns and Roses, an ongoing fantasy romance series by Sarah J. Maas, an American author (suggested by @pacificwanderer)
Bane x Mirra - Demon Lord, a 2010-2012 fantasy series by T C. Southwell, a South African (?) author (suggested by a-cynical-dreamer-world) 
the dragon terrorizing Ankh-Morpork x Errol (female villain x male hero) - Guards! Guards!, the 1989 novel in Discworld series by Terry Pratchett, a British author
Magnus x Cleo - Falling Kingdoms, a 2012-2018 fantasy series by Morgan Rhodes, a Canadian author (suggested by an anon and addiesluc)
Cardan x Jude (male villain x female antihero) - The Folk of the Air, a 2018-2019 fantasy series by Holly Black, an American author (suggested by monsters-and-villains and pacificwanderer) 
Madoc x Oriana - The Folk of the Air by Holly Black [warning: a bittersweet ending - Madoc goes to exile and Oriana follows him as his wife]
Lucius x Narcissa (the pre-existing couple; male antagonist x female antagonist)  - Harry Potter, a 1997-2007 fantasy series by J.K. Rowling, a British author
Draco x Astoria (male antagonist x female hero) - Harry Potter series by J.K. Rowling [warning: Astoria dies in The Cursed Child]
Marak x Kate - The Hollow Kingdom Trilogy, a 2003-2005 fantasy romance series by Clare B. Dunkle, an American author (suggested by monsters-and-villains and vilheroinefairytale)
Trent x Rachel - the Hollows/Rachel Morgan series, a 2004-2016 fantasy series by Kim Harrison, an American author (suggested by @meadow-mellow)
Howl x Sophie - Howl’s Moving Castle, a 1986-2008 fantasy romance series by Diana Wynne Jones, a British author (suggested by monsters-and-villains) 
various couples - the Immortals After Dark series, an ongoing paranormal romance series by Kresley Col, an American author (suggested by pacificwanderer)
Zane x Danica - Hawksong (the 1st book in The Kiesha’ra series), a 2003 fantasy romance novel by Amelia Atwater-Rhodes, an American author (suggested by roguesareth)
Hai x Nicias - Wyvernhail (the 5th book in The Kiesha’ra series), a 2007 fantasy romance novel by Amelia Atwater-Rhodes, an American author (suggested by roguesareth)
the Lord of the Feasts x Hiresha  - Lady of Gems, a 2011-2013 fantasy series by A.E. Marling, an American author (suggested by vilheroinefairytale) 
Day x June - Legend, a 2012-2019 sci-fi series by Marie Lue, an American author (suggested by @augustintodarkness)
Ulvhedin x Elisa - Footprints of Satan (as the main characters) and The Last Knight (Ulvhedin is one of the main characters), 1983 fantasy romance novels, the 13th and the 14th volume of The Legend of the Ice People by Margit Sandemo, a Norwegian-Swedish author (suggested by @neoma2) 
Mar x Shira - The Garden of Death (the 17th volume of The Legend of the Ice People), a 1984 fantasy romance novel by Margit Sandemo (suggested by neoma2)
Marcel/Lucifer x Saga - Lucifer’s Love (the 29th volume of The Legend of the Ice People), a 1987 fantasy romance novel by Margit Sandemo (suggested by neoma2)
Tamlin x Vanja (male antivillain x female hero) - The Demon of the Night (the 33th volume of The Legend of the Ice People), a 1987 fantasy romance novel by Margit Sandemo (suggested by neoma2)
Halkatla x Rune (female villain x male hero) - A Glimpse of Tenderness and Is There Anybody Out There? (the 43th and the 47th volume of The Legend of the Ice People), 1988 and 1989 fantasy romance novels by Margit Sandemo (suggested by neoma2)
Ulvar x Tilli (male ex-villain x female hero) - mentioned in Móri and the Ice People (the 2nd volume of The Legend of the Realm of Light, the continuation of The Legend of the Ice People and The Warlock saga), a 1995 fantasy romance novel by Margit Sandemo (suggested by neoma2)
Eli x Oskar (male antivillain x male hero) - Let the Right One In and Let the Old Dreams Die, a 2004 vampire novel and its 2013 sequel by John Ajvide Lindqvist, a Swedish author 
Zakath x Cyradis  - The Malloreon series (sequel series of The Belgariad series), a 1987-1991 fantasy series by David Eddings, an American author (suggested by a-cynical-dreamer-world) 
Noah x Mara - the Mara Dyer series, a 2011-2014 fantasy romance series by Michelle Hodkin, an American author (suggested by mademoisellemurders)
Ileskar/Illukar x Medair - Medair, a 2010-2011 fantasy series by Andrea K. Höst, an Australian author (suggested by monsters-and-villains)
Vin x Elend - Mistborn, a 2006-2008 fantasy series by Brandon Sanderson, an American author (suggested by @thefirewithallthestrengthithath)
Spook x Beldre - The Hero of Ages, a 2008 fantasy novel from the Mistborn series by Brandon Sanderson, an American author (suggested by @thefirewithallthestrengthithath)
Valen x Nova - Neron Rising, a 2018-2019 science fantasy romance series by Keary Taylor, an American author (suggested by an anon)
Simon x Meg - the Others series, a 2013-2019 urban fantasy series by Anne Bishop, an American author (suggested by meadow-mellow)
hopefully Caspian x Lace - Pandemonium, an ongoing fantasy series by Willow Anderson, an American author (suggested by addiesluc)
Mr. Gray x Maura - The Raven Cycle, a 2012-2016 fantasy series by Maggie Stiefvater, an American author (suggested by vilheroinefairytale)
Nasir x Zafira - Sands of Arawiya, a 2019-2021 fantasy series by Hafsah Faizal, an American author (suggested by @filigranka)
Lou x Reid (enemies to lovers) - Serpent & Dove, an ongoing fantasy romance series by Shelby Mahurin, an American author
Warner x Juliette - Shatter Me, a 2011-2020 dystopia series by Tahereh Mafi, an Iranian-American author (suggested by @abydragonfly)
Christoper x Sarah - Shattered Mirror and All Just Glass (the 3rd and the 7th book in the Den of Shadow series), 2001 and 2010 paranormal fantasy novels by Amelia Atwater-Rhodes, an American author (suggested by @roguesareth) 
Malachiasz x Nadya - Something Dark and Holy, a 2019-2021 fantasy series by Emily A. Duncan, an American author (suggested by pacificwanderer)
implied as the future for Ciena x Thane (friends to lovers to enemies to lovers) - Lost Stars (a Star Wars novel), a 2015 American science fantasy romance novel by Claudia Gray, an American author (suggested by pacificwanderer)
Sinjir x Conder (male antihero x male hero) - Life Debt and Empire’s End, the 2nd and the 3rd part of the Star Wars Afermath trilogy, a 2015-2017 science fantasy series by Chuck Wendig, an American author 
Mara Jade x Luke (female villain x male hero) - Star Wars Legends, an American science fantasy series [warning: Mara Jade tragically dies, but it happens many years later after they got romantically involved]
Caelena x Rowan - Throne of Glass, a 2012-2018 fantasy romance series by Sarah J. Maas, an American author (suggested by vilheroinefairytale and pacificwanderer)
Seth x Josie - Titan, a 2015-2018 paranormal romance series by Jennifer L. Armentrout, an American author (suggested by mademoisellemurders)
Regin x Sonea (male ex-villain x female hero) - the Traitor Spy trilogy (a sequel to The Black Magician trilogy), a 2010-2012 fantasy series by Trudi Canavan, an Australian author (suggested by neoma2)
Osse x Uinen - briefly described in The Silmarillion, the 1977 book from Legendarium created by J.R.R. Tolkien, a British author
probably Lestat x Louis (male villain x male antihero) - The Vampire Chronicles, a 1976-2018 vampire series by Anne Rice, an American author (suggested by mademoisellemurders)
Damon x Bonnie - The Vampire Diaries: Evensong, an American vampire romance series (suggested by a-cynical-dreamer-world)
Hideo x Emika - Warcross, a 2017-2018 sci-fi series by Marie Lue, an American author (suggested by @dystopianinterstellar)
R x Julie - Warm Bodies, a 2010-2018 romance/zombie series by Isaac Marion, an American author 
Keenan x Donia - Wicked Lovely, a 2007-2011 paranormal romance series by Melissa Marr, an American author (suggested by a-cynical-dreamer-world)
Irial x Leslie x Niall (male villain x male antihero x female hero) - the Wicked Lovely series by Melissa Marr (suggested by a-cynical-dreamer-world)
Devlin x Ani - the Wicked Lovely series by Melissa Marr (suggested by a-cynical-dreamer-world)
Morozko x Vasya - the Winternight Trilogy, a 2017-2019 historical fantasy seeries by Katherine Arden, an American author (suggested by pacificwanderer)
Khalid x Shahrzad - The Wrath and the Dawn, a 2015-2016 fantasy romance series by Renée Ahdieh, an American author (suggested by monsters-and-villains and pacificwanderer)
Ships that used to be featured here as ‘hopefully getting a HEA’:
-Eve x Ezekiel (female villain x male hero) from the LIFEL1K3 trilogy, a 2018-2019 sci-fi series by Jay Kristoff, an Australian author (suggested by monsters-and-villains): Eve gets a redemption arc and survives, but Ezekiel gets a romantic happy ending with a different female character;
-Thorn x Ophelia from The Mirror Pass, a 2013-2019 fantasy series by Christelle Dabos, a French author (suggested by vilheroinefairytale): they are happily married for some time, but at the end of the series they are forcefully separated and it's implied that despite her efforts, Ophelia will never find her husband;
-Archex aka Cardinal x Vi from the new Star Wars extended canon books - Phasma and Black Spire by Delilah S. Dawson, an American author: Archex  gets a redemption arc and it’s revealed that he has romantic feelings for Vi, but she doesn’t return them; at the end Archex dies by sacrificing himself.
Book series - crime & thriller
Anthony x Claire - Consequences, a 2011-2015 thriller/erotica series by Aleatha Romig, an American author (suggested by @ainomica)
Hannibal x Clarice (male villain x female hero turned villain) - The Silence of the Lambs and Hannibal, 1988 and 1999 horror novels, the 2nd 3rd part of the Hannibal Lecter series by Thomas Harris, an American author (suggested by @heroaine, and vilheroinefairytale and an anon)
Villanelle x Eve (female villain x female hero) - Killing Eve, a 2018-2020 thriller series by Luke Jennings, a British author
Ignazio x Karissa - Monster in His Eyes, a 2014-2016 crime/romance series by J.M. Darhower, an American (?) author (suggested by ainomica)
Fred x Aniela - Niewolnice z Long Island (en. The Slaves of Long Island), a ca. 1930 thriller/crime series by Antoni Marczyński, a Polish author (suggested by neoma2)
John x Vicky - Vicky Bliss, a 1973-2008 mystery series by Elizabeth Peters, an American author (suggested by vilheroinefairytale)
various couples - many books by Edgar Wallace, a British author (suggested by vilheroinefairytale)
Book series - historical 
Juan x Mónica - Corazón Salvaje, a 1957 series by Caridad Bravo Adams, a Mexican author (suggested by a-cynical-dreamer-world)
Chu Beijie x Bai Pingting - Gu Fang Bu Zi Shang (en. A Lonesome Fragance Waiting to be Appreciated), a 2005-2015 historical romance series by Feng Nong, a Chinese author (suggested by a-cynical-dreamer-world)
Lazaro x Leonora - books by Frédéric Lenormand, a French author (suggested by vilheroinefairytale)
Mickey x Silence - Wicked Intentions (2010), Notorious Pleasures and Scandalous Desires (2011) from the Maiden Lane, a historical romance series by Elizabeth Hoyt, an American author (suggested by neoma2)
Book series - slice of life & drama
Andrew x Neil (male villain x male hero) - All for the Game, a 2013-2014 sports series by Nora Sakavic, an American author (suggested by an anon)
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juruna53 · 4 years
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A letra de 'Inumeráveis' de Chico Cesar mostra que os mortos da pandemia não são números. São vidas, com sonhos, projetos e história. Se números não tocam a gente, espero que nomes consigam tocar, diz o poeta.
Inumeráveis (Composição: Chico Cesar, a partir de poema de Bráulio Bessa:/2020) Intérprete: Chico Cesar
André Cavalcante era professor
amigo de todos e pai de Pedrinho
O Bruno Campelo seguiu se caminho
Tornou-se enfermeiro por puro amor
Já Carlos Antônio, era cobrador
Estava ansioso pra se aposentar
A Diva Thereza amava tocar
Seu belo piano de forma eloquente
Se números frios não tocam a gente
Espero que nomes consigam tocar
Elaine Cristina, grande paratleta
fez três faculdades e ganhou medalhas
Felipe Pedrosa vencia as batalhas
Dirigindo über em busca da meta
Gastão Dias Junior, pessoa discreta
na pediatria escolheu se doar
Horácia Coutinho e seu dom de cuidar
De cada amigo e de cada parente
Se números frios não tocam a gente
Espero que nomes consigam tocar
Iramar Carneiro, herói da estrada
foi caminhoneiro, ajudou o Brasil
Joana Maria, bisavó gentil.
E Katia Cilene uma mãe dedicada
Lenita Maria, era muito animada
baiana de escola de samba a sambar
Margarida Veras amava ensinar
era professora bondosa e presente.
Se números frios não tocam a gente
Espero que nomes consigam tocar
Norberto Eugênio era jogador
piloto, artista, multifuncional
Olinda Menezes amava o natal.
Pasqual Stefano dentista, pintor
Curtia cinema, mais um sonhador
Que na pandemia parou de sonhar
A vó da Camily não vai lhe abraçar
com Quitéria Melo não foi diferente
Se números frios não tocam a gente
Espero que nomes consigam tocar
Raimundo dos Santos, um homem guerreiro
O senhor dos rios, dos peixes também
Salvador José, baiano do bem
Bebia cerveja e era roqueiro
Terezinha Maia sorria ligeiro
cuidava das plantas, cuidava do lar
Vanessa dos Santos era luz solar
mulher colorida e irreverente
Se números frios não tocam a gente
Espero que nomes consigam tocar
Wilma Bassetti vó especial
pra netos e filhos fazia banquete
Yvonne Martins fazia um sorvete
Das mangas tiradas do pé no quintal
Zulmira de Sousa, esposa leal
falava com Deus, vivia a rezar.
O X da questão talvez seja amar
por isso não seja tão indiferente
Se números frios não tocam a gente
Espero que nomes consigam tocar
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freedomtripitaly · 4 years
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Taormina e il suo mare sono in assoluto una delle mete più ambite di tutta la Sicilia a livello internazionale. Il suo fascino, anche se in modo completamente diverso, può essere paragonato soltanto a Capri, a Positano, a Portofino oppure, al di fuori dei confini italiani, a Saint Tropez. L’antica Tauromenion greca è una vera e propria terrazza del monte Tauro affacciata sul mar Ionio, le cui acque furono solcate per la prima volta dai Greci, nel 735 a.C., e poi dagli altri antichi navigatori del Mediterraneo. Come per il resto della Sicilia, nel corso dei secoli Taormina ha visto sfilare popoli e culture, eserciti e potenti, commercianti e artisti provenienti da tutto il Mediterraneo e l’Europa intera. Dal 212 a.C. Roma, poi i Bizantini e gli Arabi per oltre un secolo; i Normanni e gli Svevi, gli Aragonesi, lo splendore rinascimentale e poi illuminista, fino ai Borboni e all’unità d’Italia. Per le sue bellezze storiche e naturali la fama turistica di Taormina, che sembra davvero sospesa tra rocce e mare, comincia con il Gran Tour settecentesco diventando ben presto meta privilegiata di letterati e intellettuali provenienti da tutta Europa: da Goethe a D.H. Lawrence, da Truman Capote a Jean Cocteau; da Salvatore Quasimodo, Freud ed Einstein ad Anna Achmatova, ad Ava Gardner, a Liz Taylor, a Greta Garbo. Partiamo dunque alla scoperta delle spiagge più belle di Taormina e dintorni, un viaggio che avrà necessariamente come tappa finale la visita delle meraviglie storiche di Taormina, con tutto il suo fascino mondano e al tempo stesso antico e marino. La spiaggia no stress di Mazzeo A nord di Taormina per cominciare si sviluppa una lunghissima baia che da capo dei Greci, dominato dall’imponente torrione cilindrico del castello di Sant’Alessio Siculo giunge alle spalle di Mazzarò, comprendendo le località di Fondaco Parrino, Mazzeo e Spisone. Qui la spiaggia è ghiaiosa, nonché facilmente raggiungibile sia da Letojanni che da Taormina, anche tramite un ottimo servizio di autobus. La spiaggia di Mazzeo, il tratto iniziale, è la spiaggia di solito meno affollata nei dintorni di Taormina ed è quindi ideale per chi evitare i lidi più affollati. Il fondale roccioso mantiene l’acqua trasparente, mentre l’arenile si mantiene ampio e regolare. Le rocce parlanti di Spisone A Spisone la baia tende invece a restringersi. La spiaggia si allunga sotto rocce a strapiombo, mentre dal mare emergono massi che sembrano vivi. Nel tratto finale della baia spuntano scogli e isolotti dai nomi curiosi, come l’isola delle Sirene, che ripara l’omonima e minuscola baia proprio sotto al promontorio roccioso di capo Mazzarò, oppure lo scoglio dello Zio Gennaro, poco più al largo davanti all’isolotto. La baia incantata di Mazzarò Questa spiaggia è la preferita dai taorminesi. Questa minuscola baia stretta tra capo Mazzarò e capo Sant’Andrea si raggiunge da Taormina prendendo la scenografica funicolare o scendendo i gradini della scalinata di via Castelluccio. Mazzarò, che un tempo non era che un piccolo borgo di pescatori, ospita oggi alcuni tra gli hotel più esclusivi e i ristoranti migliori di Taormina. La sua spiaggia è decisamente la più elegante di tutto questo tratto di costa messinese. Il fondale di ghiaia e sassolini è bagnato da acqua turchese e cristallina, in cui si celano grotte e suggestivi anfratti marini, da scoprire durante avventurose immersioni subacquee. Isola Bella: la spiaggia più famosa di tutta la Sicilia La più famosa, e anche la più fotografata, la spiaggia di Isola Bella si trova ai piedi del monte Tauro proprio di fronte a Taormina. Tutelata dal 1998 all’interno della riserva Naturale omonima. Questa baia racchiusa tra capo Taormina e capo Sant’Andrea è divisa al centro, proprio come fosse la punta centrale del tridente di Poseidone, dalla piccola e magnifica isola Bella. Per raggiungere l’isola bisogna scendere circa un centinaio di gradini, al termine dei quali la fatica viene senza dubbio ripagata da questa splendida spiaggia di ghiaia e ciottoli, in parte attrezzata e in parte libera, incorniciata dagli scogli e riparata dai due alti promontori. I fondali sono poco profondi, trasparenti e popolati da numerosi pesci di scogliere. Davanti all’isola si allunga un piccolo istmo di sabbia, raggiungibile con la bassa marea oppure guadando l’acqua, che rappresenta sicuramente il punto più ambito della baia dove distendersi a prendere il sole. Grazie al servizio di alcuni barcaroli è possibile inoltre fare il giro della baia e scoprire la grotta Azzurra di capo Sant’Andrea, all’interno della quale si possono ammirare cangianti giochi di luce che riverberano nell’acqua e sulle pareti di roccia viva. Villagonia: l’abbraccio eterno del mare Superato capo Taormina e la sua celebre grotta della Conchiglia si sviluppa la lunga baia di Villagonia con la sua ghiaia fine, meta ideale sia degli amanti sia della barca a vela, per le correnti e i venti che invitano a solcare dolcemente il mare, che della movida notturna. Qui infatti si trova Lido Panasia, una delle discoteche più frequentate di Taormina. La sabbia dorata di Giardini Naxos Oltre il porticciolo Saia e la sua piccola spiaggia di rocce laviche, situata sotto il profilo della chiesa di Santa Maria Raccomandata, comincia il litorale di sabbia dorata che contraddistingue Giardini Naxos, l’unica tra le spiagge di Taormina a non avere ne’ fondali ghiaiosi ne’ rocce o scogli. Anche qui i fondali sono poco profondi e quindi particolarmente adatti anche ai bambini. Il vivace lungomare di Naxos è inoltre pieno di bar, ristoranti e negozi. La baia di Naxos è chiusa a sud dal suggestivo capo Schisò, con il porto ma soprattutto la sede del parco e museo Archeologico di Naxos. Qui una scultura che riprende le forme della Nike di Samotracia ricorda che lo sbarco dei primi coloni greci sulle coste siciliane. Tra la rigogliosa macchia mediterranea e affascinanti memorie storiche si nasconde infine, proprio sotto al promontorio, un’altra magnifica spiaggia di sabbia fine. I palazzi medievali di Taormina, i resti romani e le mura arabe Taormina però non è soltanto spiagge. Il suo centro storico medievale vanta infatti uno straordinario patrimonio artistico e architettonico, a partire da corso Umberto I, arteria principale della cittadina. Il bellissimo palazzo Corvaia risale al X secolo, eretto originariamente dagli Arabi, e oggi ospita il museo delle Arti e Tradizioni. La splendida villa Comunale e i suoi giardini un tempo erano la residenza di Lady Florence Trevelyan, la nobildonna inglese cugina della regina Vittoria e amante del giardinaggio che trasformò l’isola Bella in un lussureggiante giardino botanico. Lungo le vie si incontrano inoltre numerosi edifici che evocano gli antichi splendori di Taormina. Il trecentesco palazzo Duchi di Santo Stefano, capolavoro assoluto dell’arte gotica siciliana e oggi sede della fondazione dedicata allo scultore messinese Giuseppe Mazzullo (1913-1988); la quattrocentesca casa Cipolla, mirabile esempio di rinascimento siciliano, e casa Cuseni, curiosamente decorata da motivi Arts and Crafts tipicamente anglosassoni. L’odeon romano e la coeva domus di San Pancrazio (I secolo a.C.), e poi i resti dell’antica cinta muraria, eretta dagli Arabi poco prima dell’anno Mille, entro la quale si possono ammirare ancora oggi le imponenti porta Messina e porta Catania. La chiesa di San Giuseppe e il Duomo di Taormina La duecentesca torre dell’Orologio si contende piazza IX Aprile, detta anche Piano di Sant’Agostino, con facciata bianco-rosata della barocca chiesa di San Giuseppe. Al suo interno sono da segnalare le lesene in pietra di Siracusa e di Taormina, che rivestono quasi interamente le pareti della chiesa, magnificamente scolpite con motivi floreali e teste di angeli alate, entro cui sono ospitati 8 dipinti con episodi tratti dalla Vita di Gesù e 12 piccoli affreschi con progetti e personaggi biblici. L’imponente castello Arabo, che domina la città dalla rocca del Tauro, un tempo corrispondeva all’acropoli inferiore di Tauromenion (la superiore si trova nell’odierna e vicina Castelmola). Le simboliche quattro Fontane barocche della città sono invece situate in piazza Duomo, dove appunto si erge la duecentesca chiesa di San Nicola, la chiesa principale di Taormina. La facciata in pietra viva del duomo è impreziosita da tre rosoni rinascimentali in pietra di Siracusa, mentre il portale barocco permette di accedere all’interno, dove è custodito, tra altre opere d’arte, il mirabile Polittico cinquecentesco di Antonello de Saliba, composto di sei tavole inserite in un retablo ligneo (una pala d’altare), che un tempo adornava l’altare dell’ex chiesa di Sant’Agostino. Il teatro Antico di Taormina Il monumento più antico di Taormina è, infine, anche quello più importante, quello che da solo vale la visita dell’intera cittadina. Lo straordinario teatro romano, di origine probabilmente greca e risalente al III secolo a.C. Una terrazza scavata nella roccia che ha come sfondo il mar Ionio e l’Etna e che un tempo poteva ospitare circa 10 mila spettatori. Durante il Medioevo alcune strutture del complesso vengono smantellate e utilizzate come materiale di recupero per altre costruzioni. A partire dagli artisti europei del Settecento, che giunsero qui seguendo l’itinerario del Grand Tour, la bellezza del teatro Antico di Taormina ha lasciato senza parole intere generazioni di fronte alla sua bellezza mozzafiato. Oggi il teatro è il fiore all’occhiello delle attività culturali della città e ogni anno ospita numerosi eventi come la cerimonia di premiazione del David di Donatello, concerti, opere liriche e il Taormina Film Fest. https://ift.tt/3dBaEbg Le spiagge migliori di Taormina e dintorni Taormina e il suo mare sono in assoluto una delle mete più ambite di tutta la Sicilia a livello internazionale. Il suo fascino, anche se in modo completamente diverso, può essere paragonato soltanto a Capri, a Positano, a Portofino oppure, al di fuori dei confini italiani, a Saint Tropez. L’antica Tauromenion greca è una vera e propria terrazza del monte Tauro affacciata sul mar Ionio, le cui acque furono solcate per la prima volta dai Greci, nel 735 a.C., e poi dagli altri antichi navigatori del Mediterraneo. Come per il resto della Sicilia, nel corso dei secoli Taormina ha visto sfilare popoli e culture, eserciti e potenti, commercianti e artisti provenienti da tutto il Mediterraneo e l’Europa intera. Dal 212 a.C. Roma, poi i Bizantini e gli Arabi per oltre un secolo; i Normanni e gli Svevi, gli Aragonesi, lo splendore rinascimentale e poi illuminista, fino ai Borboni e all’unità d’Italia. Per le sue bellezze storiche e naturali la fama turistica di Taormina, che sembra davvero sospesa tra rocce e mare, comincia con il Gran Tour settecentesco diventando ben presto meta privilegiata di letterati e intellettuali provenienti da tutta Europa: da Goethe a D.H. Lawrence, da Truman Capote a Jean Cocteau; da Salvatore Quasimodo, Freud ed Einstein ad Anna Achmatova, ad Ava Gardner, a Liz Taylor, a Greta Garbo. Partiamo dunque alla scoperta delle spiagge più belle di Taormina e dintorni, un viaggio che avrà necessariamente come tappa finale la visita delle meraviglie storiche di Taormina, con tutto il suo fascino mondano e al tempo stesso antico e marino. La spiaggia no stress di Mazzeo A nord di Taormina per cominciare si sviluppa una lunghissima baia che da capo dei Greci, dominato dall’imponente torrione cilindrico del castello di Sant’Alessio Siculo giunge alle spalle di Mazzarò, comprendendo le località di Fondaco Parrino, Mazzeo e Spisone. Qui la spiaggia è ghiaiosa, nonché facilmente raggiungibile sia da Letojanni che da Taormina, anche tramite un ottimo servizio di autobus. La spiaggia di Mazzeo, il tratto iniziale, è la spiaggia di solito meno affollata nei dintorni di Taormina ed è quindi ideale per chi evitare i lidi più affollati. Il fondale roccioso mantiene l’acqua trasparente, mentre l’arenile si mantiene ampio e regolare. Le rocce parlanti di Spisone A Spisone la baia tende invece a restringersi. La spiaggia si allunga sotto rocce a strapiombo, mentre dal mare emergono massi che sembrano vivi. Nel tratto finale della baia spuntano scogli e isolotti dai nomi curiosi, come l’isola delle Sirene, che ripara l’omonima e minuscola baia proprio sotto al promontorio roccioso di capo Mazzarò, oppure lo scoglio dello Zio Gennaro, poco più al largo davanti all’isolotto. La baia incantata di Mazzarò Questa spiaggia è la preferita dai taorminesi. Questa minuscola baia stretta tra capo Mazzarò e capo Sant’Andrea si raggiunge da Taormina prendendo la scenografica funicolare o scendendo i gradini della scalinata di via Castelluccio. Mazzarò, che un tempo non era che un piccolo borgo di pescatori, ospita oggi alcuni tra gli hotel più esclusivi e i ristoranti migliori di Taormina. La sua spiaggia è decisamente la più elegante di tutto questo tratto di costa messinese. Il fondale di ghiaia e sassolini è bagnato da acqua turchese e cristallina, in cui si celano grotte e suggestivi anfratti marini, da scoprire durante avventurose immersioni subacquee. Isola Bella: la spiaggia più famosa di tutta la Sicilia La più famosa, e anche la più fotografata, la spiaggia di Isola Bella si trova ai piedi del monte Tauro proprio di fronte a Taormina. Tutelata dal 1998 all’interno della riserva Naturale omonima. Questa baia racchiusa tra capo Taormina e capo Sant’Andrea è divisa al centro, proprio come fosse la punta centrale del tridente di Poseidone, dalla piccola e magnifica isola Bella. Per raggiungere l’isola bisogna scendere circa un centinaio di gradini, al termine dei quali la fatica viene senza dubbio ripagata da questa splendida spiaggia di ghiaia e ciottoli, in parte attrezzata e in parte libera, incorniciata dagli scogli e riparata dai due alti promontori. I fondali sono poco profondi, trasparenti e popolati da numerosi pesci di scogliere. Davanti all’isola si allunga un piccolo istmo di sabbia, raggiungibile con la bassa marea oppure guadando l’acqua, che rappresenta sicuramente il punto più ambito della baia dove distendersi a prendere il sole. Grazie al servizio di alcuni barcaroli è possibile inoltre fare il giro della baia e scoprire la grotta Azzurra di capo Sant’Andrea, all’interno della quale si possono ammirare cangianti giochi di luce che riverberano nell’acqua e sulle pareti di roccia viva. Villagonia: l’abbraccio eterno del mare Superato capo Taormina e la sua celebre grotta della Conchiglia si sviluppa la lunga baia di Villagonia con la sua ghiaia fine, meta ideale sia degli amanti sia della barca a vela, per le correnti e i venti che invitano a solcare dolcemente il mare, che della movida notturna. Qui infatti si trova Lido Panasia, una delle discoteche più frequentate di Taormina. La sabbia dorata di Giardini Naxos Oltre il porticciolo Saia e la sua piccola spiaggia di rocce laviche, situata sotto il profilo della chiesa di Santa Maria Raccomandata, comincia il litorale di sabbia dorata che contraddistingue Giardini Naxos, l’unica tra le spiagge di Taormina a non avere ne’ fondali ghiaiosi ne’ rocce o scogli. Anche qui i fondali sono poco profondi e quindi particolarmente adatti anche ai bambini. Il vivace lungomare di Naxos è inoltre pieno di bar, ristoranti e negozi. La baia di Naxos è chiusa a sud dal suggestivo capo Schisò, con il porto ma soprattutto la sede del parco e museo Archeologico di Naxos. Qui una scultura che riprende le forme della Nike di Samotracia ricorda che lo sbarco dei primi coloni greci sulle coste siciliane. Tra la rigogliosa macchia mediterranea e affascinanti memorie storiche si nasconde infine, proprio sotto al promontorio, un’altra magnifica spiaggia di sabbia fine. I palazzi medievali di Taormina, i resti romani e le mura arabe Taormina però non è soltanto spiagge. Il suo centro storico medievale vanta infatti uno straordinario patrimonio artistico e architettonico, a partire da corso Umberto I, arteria principale della cittadina. Il bellissimo palazzo Corvaia risale al X secolo, eretto originariamente dagli Arabi, e oggi ospita il museo delle Arti e Tradizioni. La splendida villa Comunale e i suoi giardini un tempo erano la residenza di Lady Florence Trevelyan, la nobildonna inglese cugina della regina Vittoria e amante del giardinaggio che trasformò l’isola Bella in un lussureggiante giardino botanico. Lungo le vie si incontrano inoltre numerosi edifici che evocano gli antichi splendori di Taormina. Il trecentesco palazzo Duchi di Santo Stefano, capolavoro assoluto dell’arte gotica siciliana e oggi sede della fondazione dedicata allo scultore messinese Giuseppe Mazzullo (1913-1988); la quattrocentesca casa Cipolla, mirabile esempio di rinascimento siciliano, e casa Cuseni, curiosamente decorata da motivi Arts and Crafts tipicamente anglosassoni. L’odeon romano e la coeva domus di San Pancrazio (I secolo a.C.), e poi i resti dell’antica cinta muraria, eretta dagli Arabi poco prima dell’anno Mille, entro la quale si possono ammirare ancora oggi le imponenti porta Messina e porta Catania. La chiesa di San Giuseppe e il Duomo di Taormina La duecentesca torre dell’Orologio si contende piazza IX Aprile, detta anche Piano di Sant’Agostino, con facciata bianco-rosata della barocca chiesa di San Giuseppe. Al suo interno sono da segnalare le lesene in pietra di Siracusa e di Taormina, che rivestono quasi interamente le pareti della chiesa, magnificamente scolpite con motivi floreali e teste di angeli alate, entro cui sono ospitati 8 dipinti con episodi tratti dalla Vita di Gesù e 12 piccoli affreschi con progetti e personaggi biblici. L’imponente castello Arabo, che domina la città dalla rocca del Tauro, un tempo corrispondeva all’acropoli inferiore di Tauromenion (la superiore si trova nell’odierna e vicina Castelmola). Le simboliche quattro Fontane barocche della città sono invece situate in piazza Duomo, dove appunto si erge la duecentesca chiesa di San Nicola, la chiesa principale di Taormina. La facciata in pietra viva del duomo è impreziosita da tre rosoni rinascimentali in pietra di Siracusa, mentre il portale barocco permette di accedere all’interno, dove è custodito, tra altre opere d’arte, il mirabile Polittico cinquecentesco di Antonello de Saliba, composto di sei tavole inserite in un retablo ligneo (una pala d’altare), che un tempo adornava l’altare dell’ex chiesa di Sant’Agostino. Il teatro Antico di Taormina Il monumento più antico di Taormina è, infine, anche quello più importante, quello che da solo vale la visita dell’intera cittadina. Lo straordinario teatro romano, di origine probabilmente greca e risalente al III secolo a.C. Una terrazza scavata nella roccia che ha come sfondo il mar Ionio e l’Etna e che un tempo poteva ospitare circa 10 mila spettatori. Durante il Medioevo alcune strutture del complesso vengono smantellate e utilizzate come materiale di recupero per altre costruzioni. A partire dagli artisti europei del Settecento, che giunsero qui seguendo l’itinerario del Grand Tour, la bellezza del teatro Antico di Taormina ha lasciato senza parole intere generazioni di fronte alla sua bellezza mozzafiato. Oggi il teatro è il fiore all’occhiello delle attività culturali della città e ogni anno ospita numerosi eventi come la cerimonia di premiazione del David di Donatello, concerti, opere liriche e il Taormina Film Fest. Taormina è un luogo ricchissimo di stora e bellezze tutte da scoprire, dal Teatro Antico alle meravigliose spiagge di Isola Bella e Giardini Naxos.
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paoloxl · 5 years
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E’ in corso una vera e propria offensiva di recupero del fascismo: dalla spiaggia di Chioggia, ai campi estivi neo–nazisti, ai manifesti inneggianti alla bontà di governo di Mussolini. Più in generale il clima è di allentamento al riguardo dei principi fondamentali dell’antifascismo, sulle sue ragioni profonde, sulla realtà storica dei fatti. Ha contribuito a questa sorta di rilassatezza culturale l’attacco alla Costituzione tentato nel corso die mesi scorsi e (provvisoriamente?) respinto con il voto del 4 Dicembre 2016. Per questi motivi è bene tener viva la memoria, perché senza di essa si smarrisce l’identità repubblicana dell’Italia: il profondo significato etico e politico di questa identità conquistata con la lotta. Queste le ragioni del tentativo di rinnovo del ricordo contenuto in questo intervento, partendo dalle due stragi–simbolo compiute dai nazifascisti nell’estate del 1944 a Sant’Anna di Stazzema e a Marzabotto. Intervento che si conclude con l’elenco delle 139 stragi compiute su tutto il territorio nazionale per un totale (secondo l’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia) di circa 23.000 vittime Sant’Anna di Stazzema All’inizio dell’agosto 1944 Sant’Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco come “zona bianca”, ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione, in quell’estate, aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò, all’alba del 12 agosto 1944, tre reparti di SS salirono a Sant’Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant’Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide[10], gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne, vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro in quanto civili inermi, restarono nelle loro case. In poco più di mezza giornata vennero uccisi centinaia di civili di cui solo 350 poterono essere in seguito identificate; tra le vittime 65 erano bambini minori di 10 anni di età. Dai documenti tedeschi peraltro non è facile ricostruire con precisione gli eventi: in data 12 agosto 1944, il comando della 14ª Armata tedesca comunicò l’effettuazione con pieno successo di una “operazione contro le bande” da parte di reparti della 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS nella “zona 183”, dove si trova il territorio del comune di S. Anna di Stazzema; l’ufficio informazioni del comando tedesco affermò che nell’operazione 270 “banditi” erano stati uccisi, 68 presi prigionieri e 208 “uomini sospetti” assegnati al lavoro coatto. Una successiva comunicazione dello stesso ufficio in data 13 agosto precisò che “altri 353 civili sospettati di connivenza con le bande” erano stati catturati, di cui 209 trasferiti nel campo di raccolta di Lucca I nazistifascisti rastrellarono i civili, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra, bombe a mano, colpi di rivoltella e altre modalità di stampo terroristico. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni(23 luglio-12 agosto 1944). Gravemente ferita, la rinvenne agonizzante la sorella maggiore Cesira (Medaglia d’Oro al Merito Civile) miracolosamente superstite, tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell’ospedale di Valdicastello. Infine, incendi appiccati a più riprese causarono ulteriori danni a cose e persone. Non si trattò di rappresaglia (ovvero di un crimine compiuto in risposta a una determinata azione del nemico): come è emerso dalle indagini della procura militare di La Spezia, infatti, si trattò di un atto terroristico premeditato e curato in ogni dettaglio per annientare la volontà della popolazione, soggiogandola grazie al terrore. L’obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra i civili e le formazioni partigiane presenti nella zona. La ricostruzione degli avvenimenti, l’attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato l’Eccidio sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale militare della Spezia, conclusosi nel 2005 con la condanna all’ergastolo per dieci SS colpevoli del massacro; sentenza confermata in Appello nel 2006 e ratificata in Cassazione nel 2007. Nella prima fase processuale si è svolto, grazie al pubblico ministero Marco de Paolis, un imponente lavoro investigativo, cui sono seguite le testimonianze in aula di superstiti, di periti storici e persino di due SS appartenute al battaglione che massacrò centinaia di persone a Sant’Anna. Fondamentale, nel 1994, anche la scoperta avvenuta a Roma, negli scantinati di Palazzo Cesi-Gaddi, di un armadio chiuso e girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi armadio della Vergogna, poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero risultati fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e giudiziaria sulle stragi nazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra. Prima dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, nel giugno dello stesso anno, SS tedesche, affiancate da reparti della X MAS, massacrarono 72 persone a Forno. Il 19 agosto, varcate le Apuane, le SS si spinsero nel comune di Fivizzano (Massa Carrara), seminando la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca,nel comune di Fivizzano . Nel giro di cinque giorni uccisero oltre 340 persone, mitragliate, impiccate, financo bruciate con i lanciafiamme. Nella prima metà di settembre, con il massacro di 33 civili a Pioppetti di Montemagno, in comune di Camaiore (Lucca), i reparti delle SS portarono avanti la loro opera nella provincia di Massa Carrara. Sul fiume Frigido furono fucilati 108 detenuti del campo di concentramento di Mezzano (Lucca), mentre a Bergiola i nazisti fecero 72 vittime. MARZABOTTO Dopo l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema avvenuta il 12 agosto 1944, gli eccidi nazisti contro i civili sembravano essersi momentaneamente fermati. Ma il feldmaresciallo Albert Kesselring aveva scoperto che a Marzabotto agiva con successo la brigata Stella Rossa e voleva dare un duro colpo a questa organizzazione e ai civili che l’appoggiavano. Già in precedenza Marzabotto aveva subito delle rappresaglie, ma mai così gravi come quella dell’autunno 1944. Capo dell’operazione fu nominato il maggiore Walter Reder, comandante del 16º battaglione esplorante corazzato (Panzeraufklärungsabteilung) della 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS, sospettato a suo tempo di essere uno tra gli assassini del cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss. La mattina del 29 settembre, prima di muovere all’attacco dei partigiani, quattro reparti delle truppe naziste, comprendenti sia SS che soldati della Wehrmacht, accerchiarono e rastrellarono una vasta area di territorio compresa tra le valli del Setta e del Reno, utilizzando anche armamenti pesanti. «Quindi – ricorda lo scrittore bolognese Federico Zardi – dalle frazioni di Pànico, di Vado, di Quercia, di Grizzana, di Pioppe di Salvaro e della periferia del capoluogo le truppe si mossero all’assalto delle abitazioni, delle cascine, delle scuole», e fecero terra bruciata di tutto e di tutti. Nella frazione di Casaglia di Monte Sole la popolazione atterrita si rifugiò nella chiesa di Santa Maria Assunta, raccogliendosi in preghiera. Irruppero i tedeschi, uccidendo con una raffica di mitragliatrice il sacerdote, don Ubaldo Marchioni, e tre anziani. Le altre persone, raccolte nel cimitero, furono mitragliate: 197 vittime, di 29 famiglie diverse tra le quali 52 bambini. Fu l’inizio della strage: ogni località, ogni frazione, ogni casolare fu setacciato dai soldati nazisti e non fu risparmiato nessuno. La violenza dell’eccidio fu inusitata: alla fine dell’inverno fu ritrovato sotto la neve il corpo decapitato del parroco Giovanni Fornasini. Fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, dopo sei giorni di violenze, il numero delle vittime civili si presentava spaventoso: circa 770 morti. Le voci che immediatamente cominciarono a circolare relative all’eccidio furono negate dalle autorità fasciste della zona e dalla stampa locale (Il Resto del Carlino), indicandole come diffamatorie; solo dopo la Liberazione lentamente cominciò a delinearsi l’entità del massacro. 13 giugno, la strage di Niccioleta Il 13 giugno 1944, i reparti tedeschi e fascisti irruppero a Niccioleta per punire i suoi abitanti che, come in molte zone del grossetano, avevano disertato di presentarsi ai posti di polizia fascisti e tedeschi di Massa Marittima, in seguito ad un manifesto affisso in tutti i comuni della provincia di Grosseto, firmato da Giorgio Almirante. Sei minatori (Ettore Sergentoni, con i figli Aldo e Alizzardo, Rinaldo Baffetti, Bruno Barabissi e Antimo Ghigi) vennero fucilati subito nel piccolo cortile dietro il forno della dispensa, largo non più di tre metri. Il minatore Giovanni Gai riuscì a fuggire nella macchia, grazie ad un attimo di distrazione di un fascista di Porto Santo Stefano, Aurelio Picchianti, che si stava arrotolando una sigaretta. Altri 150 operai furono portati a Castelnuovo di Val di Cecina, e la sera del 14 giugno, 77 minatori vennero giustiziati sulla strada per Larderello, 21 deportati in Germania e gli altri liberati. In tutto perirono nella strage 83 operai di Niccioleta. Tra i cadaveri si scoprì tempo a dietro che c’erano anche i componenti della famoso gruppo partigiano la “Banda di Ariano”: Gianluca Spinola, Vittorio Vargiu, Franco Stucchi Prinetti e Francesco Piredda assassinati dai nazifascisti sempre il 14 giugno. Elenco degli eccidi e delle stragi riconosciute (da Wikipedia) A    Strage di Acerra    Eccidi dell’alto Reno B    Eccidio di Barletta    Strage della Benedicta    Eccidio di Bergiola Foscalina    Eccidio della Bettola    Strage della valle del Biois    Massacro di Biscari    Bombardamenti di Foggia del 1943    Eccidio di Borga    Strage di Borgo Ticino    Eccidio di Boves    Eccidio di Braccano    Bus de la Lum C    Eccidio di Cadè    Strage di Caluso    Strage di Campagnola    Strage del palazzo Comunale di Campi Bisenzio    Strage di Canicattì    Eccidio di Capistrello    Strage di Castello    Strage di Castiglione    Strage di Cavriglia    Eccidio del Colle del Lys    Eccidio di Cravasco    Strage di Cumiana E    Eccidi di San Ruffillo    Eccidio di Santa Giustina in Colle    Eccidio de La Storta    Eccidio dei conti Manzoni    Eccidio dei XV Martiri di Madonna della Pace    Eccidio del Castello dell’Imperatore    Eccidio del Ponte dell’Industria    Eccidio del pozzo Becca    Eccidio dell’Aldriga    Eccidio della caserma Mignone    Eccidio della famiglia Arduino    Eccidio delle Fosse Reatine    Eccidio di Argelato    Eccidio di Bari    Eccidio di Cadibona    Eccidio di Caffè del Doro    Eccidio di Cavazzoli    Eccidio di Cibeno    Eccidio di Civitella    Eccidio di Codevigo    Eccidio di Crespino sul Lamone    Eccidio di Gardena    Eccidio di Guardistallo    Eccidio di Maiano Lavacchio    Eccidio di Malga Bala    Eccidio di Massignano    Eccidio di Monte Manfrei    Eccidio di Monte Sant’Angelo    Eccidio di Pessano    Eccidio di Piavola    Eccidio di Pietralata    Eccidio di Portofino    Eccidio di Pratolungo    Eccidio di San Michele della Fossa    Eccidio di San Piero a Ponti    Eccidio di Schio    Eccidio di Trivellini    Eccidio di Valdagno    Eccidio di Vallarega    Eccidio di Vattaro    Eccidio di via Aldrovandi    Eccidio di Malga Zonta F    Strage di Falzano    Eccidio dell’aeroporto di Forlì    Strage di Forno    Strage delle Fosse del Frigido    Eccidio di Fragheto G    Bombardamento di Grosseto    Strage di Grugliasco e Collegno L    Eccidio di Salussola    Strage di Lasa    Strage di Leonessa M    Martiri di Fiesole    Martiri ottobrini    Strage di Marzabotto    Strage di Matera    Strage della cartiera di Mignagola    Strage della Missione Strassera    Strage di Monchio, Susano e Costrignano    Eccidio di Montalto    Eccidio di Montemaggio N    Eccidio di Nola O    Operazione Ginny    Operazione Piave    Operazione Wallenstein P    Eccidio di Procchio    Eccidio del Padule di Fucecchio    Strage di Pedescala    Strage di Penetola    Eccidio del Pian del Lot    Eccidio di piazza Tasso    Strage di Piazzale Loreto    Eccidio di Pietransieri    Eccidio di Ponte Cantone    Eccidio del ponte di Ruffio    Strage della Portela R    Rastrellamenti di Villa d’Ogna    Eccidio della Righetta    Strage di Rionero in Vulture    Eccidio della Romagna    Eccidio di Ronchidoso    Strage di Rovetta S    Eccidio di San Giacomo Roncole    Strage di San Polo    Eccidio di Sant’Anna di Stazzema    Eccidio di Scalvaia    Strage del collegino di Sesto Fiorentino    Strage di Solcio di Lesa    Eccidio di Soragna    Eccidio di Spino d’Adda    Strage del Duomo di San Miniato    Strage del pane    Strage della caserma di Anghiari    Strage della corriera fantasma    Strage della famiglia Einstein    Strage di Barbania    Strage di Corrubbio    Strage di Costa d’Oneglia    Strage di Gorla    Strage di Oderzo    Strage di San Benedetto del Tronto    Stragi di Ziano, Stramentizzo e Molina di Fiemme T    Eccidio di Tavolicci    Eccidio di Testico    Eccidio del Torrazzo    Strage di Treschè Conca    Triangolo della morte (Emilia)    Strage del Turchino U    Strage di Serra Partucci V    Eccidio di Valdobbiadene    Eccidio di Vercallo    Eccidio dell’ospedale psichiatrico di Vercelli    Eccidio di Vinca http://contropiano.org/news/politica-news/2017/08/12/estate-1944-le-stragi-nazifasciste-non-dimenticare-094699?fbclid=IwAR0ypcv8T_o9uUEHrRgHMUtlhFrD2q1ENyloc1n1hniBh7yoPirhaUYc4Ns
24 notes · View notes
isolaradiale · 5 years
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Lost in Space 04
Hello, Isolans! We have conducted an activity check for the month of October!
If your character isn’t on this list, make sure to check this page to see how many stars that character has earned this month! Stars can be used for purchases at the marketplace.
The blogs that were removed from the Isola Radiale masterlist are under the cut. Note that both blogs with broken links and deactivated accounts will be included both at the top of this list and in their proper categories.
If you were removed in error, please simply send a re-application message. Several different people work on the activity checks, so it’s possible there are mistakes! If this happens to you, you will be able to keep everything you previously had, you just may be placed in a different residence.
Our general activity rules regarding checks are as follows:
Make at least three in-character posts during a calendar month.
Only one drabble and/or meme response of 300+ words counts as activity.
One-liners or minis not tagged #isola mini also do not count.
Please Note: If you are removed during two consecutive activity checks, you will not be allowed to re-apply as that character for two calendar months. 
Additionally, anyone removed during the activity check will have a 12-hour window from the time of posting to re-claim their character. Any character not reclaimed during that period will be open to the community at large. 
BROKEN URLs:
Jack Skellington (Disney, CONDO 436)
Saiki Kusuo (The Disastrous Life of Saiki K, CONDO 448)
Nami (One Piece, CONDO 440)
Maria Robotnik (Sonic the Hedgehog, HOUSE 127)
Yusei Fudo (Yu-Gi-Oh, TOWNHOUSE 252) *DASH ONLY
ANNE WITH AN E
Anne Shirley-Cuthbert (CONDO 472)
ALIEN VS PREDATOR
Scar (TOWNHOUSE 204)
Teresa "Tequila" Aquila (APARTMENT 331)
ARCANA FAMIGLIA
Felicita (CONDO 436)
ARCHIE
Jughead Jones (HOUSE 113)
AVA'S DEMON
Ava Ire (HOUSE 136)
Odin Arrow (CONDO 404)
AVATAR
Katara (HOUSE 154)
Kuvira (CONDO 455)
AZUR LANE
Akagi (TOWNHOUSE 234)
BIOSHOCK
Elizabeth (CONDO 457)
BLEACH
Ichigo Kurosaki (CONDO 447)
BRAVELY DEFAULT
Ringabel (APARTMENT 359)
CHILDREN OF THE WHALES
Suou (APARTMENT 320)
CODE GEASS
Euphemia li Britannia (APARTMENT 362)
Kallen Kozuki (HOUSE 160)
CRITICAL ROLE
Yasha (APARTMENT 326)
D. GRAY MAN
Lenalee Lee (APARTMENT 304)
DANGANRONPA
Angie Yonaga (CONDO 435)
Fuyuhiko Kuzuryuu (HOUSE 171)
Kaito Momota (TOWNHOUSE 214)
Kyouko Kirigiri (CONDO 402)
Sayaka Maizono (APARTMENT 374)
DARK SOULS
Creighton (HOUSE 139)
DETROIT BECOME HUMAN
Alice Williams (CONDO 433)
DIABOLIK LOVERS
Azusa Mukami (TOWNHOUSE 229)
DIGITAL DEVIL SAGA
Argilla (HOUSE 171)
THE DISASTROUS LIFE OF SAIKI K
Saiki Kusuo (CONDO 448) *BROKEN URL
DISGAEA
Seraphina (APARTMENT 365)
DISNEY
Elsa (HOUSE 138)
Prince Edward (HOUSE 161)
Jack Skellington (CONDO 436) *BROKEN URL
DON'T STARVE
Wilson P. Higgsbury (APARTMENT 338)
DRAGON AGE
Garrett Hawke (HOUSE 154)
DRAGON BALL
Android 17 (HOUSE 147)
THE DRAGON PRINCE
Ezran (HOUSE 138)
Runaan (CONDO 424)
DRAGON QUEST
Camus (CONDO 406)
DRAMATICAL MURDER
Koujaku (TOWNHOUSE 275)
ELSWORD
Raven Cronwell (Furious Blade) (TOWNHOUSE 203)
Raven Cronwell (Nova Imperator) (HOUSE 119)
ENSEMBLE STARS
Rei Sakuma (TOWNHOUSE 255)
Tsukasa Suou (APARTMENT 341)
THE EVIL WITHIN
Stefano Valentini (HOUSE 130)
FATE
Archer (Gilgamesh) (HOUSE 129)
Assassin (Carmilla) (CONDO 473)
Assassin (Phantom of the Opera) (APARTMENT 368)
Berserker (Mysterious Heroine X Alter) (TOWNHOUSE 262)
Caster (Leonardo da Vinci) (HOUSE 164)
Caster (Wolfgang Amadeus Mozart) (CONDO 420)
Kirei Kotomine (HOUSE 166)
Olga-Marie Animusphere (CONDO 427)
Rider (Alexander the Great) (APARTMENT 314)
Rider (Quetzalcoatl) (HOUSE 174)
Rider (Ushiwakamaru) (HOUSE 174)
Sakura Matou (APARTMENT 374)
FINAL FANTASY
Fray Myste (CONDO 442)
Kuja (TOWNHOUSE 261)
Lightning Farron (HOUSE 131)
Oerba yun Fang (TOWNHOUSE 236)
Omega (HOUSE 166)
FIRE EMBLEM
Camilla (CONDO 414)
Ephraim (HOUSE 175)
Grima (M) (APARTMENT 354)
Lene (TOWNHOUSE 257)
Orochi (CONDO 434) *DROPPED
Sonya (HOUSE 157)
FLCL
Canti (CONDO 427)
FRUITS BASKET
Ayame Sohma (HOUSE 166)
FULLMETAL ALCHEMIST
Ling Yao/Greed (HOUSE 165)
GINTAMA
Tae Shimura (APARTMENT 352)
GOD EATER
Alisa Ilinichina Amiella (CONDO 416)
Lindow Amamiya (CONDO 423)
GOLDEN KAMUY
Ienaga Kano (HOUSE 172)
GRANBLUE FANTASY
Fenrir (HOUSE 105)
Magisa (HOUSE 130)
Seofon (CONDO 462)
Shiva (HOUSE 152)
GUNDAM 00
Feldt Grace (TOWNHOUSE 272)
HARRY POTTER
Queenie Goldstein (CONDO 441)
HELLO CHARLOTTE
Charlotte Wiltshire (CONDO 470)
HOMESTUCK
Dirk Strider (TOWNHOUSE 241)
Elwurd (CONDO 462)
Lord English (CONDO 422)
Porrim Maryam (APARTMENT 353)
HOW I MET YOUR MOTHER
Victoria (APARTMENT 359)
HYPNOSIS MIC
Dice Arisugawa (Townhouse 260)
Ramuda Anemura (TOWNHOUSE 209)
IDOLISH7
Nagi Rokuya (HOUSE 164)
Ten Kujou (APARTMENT 304)
JOJO'S BIZARRE ADVENTURE
Enrico Pucci (APARTMENT 370) *DROPPED
Joseph Joestar (CONDO 467)
Josuke Higashikata (APARTMENT 370)
KAGEROU PROJECT
Haruka Kokonose (Apartment 338)
Kousuke Seto (Condo 428)
KEN GA KIMI
Kayo (Apartment 334)
KINGDOM HEARTS
Namine (HOUSE 104)
Roxas (CONDO 451)
Xion (Condo 415)
LAMENTO BEYOND THE VOICE
Shui (Condo 421)
THE LAST UNICORN
Schmendrick (APARTMENT 364)
LEAGUE OF LEGENDS
Jayce (APARTMENT 331)
Khada Jhin (House 158)
Twisted Fate (CONDO 431)
LOVE LIVE
Mari Ohara (TOWNHOUSE 245)
LUPIN III
Arsene Lupin III (CONDO 429)
Fujiko Mine (APARTMENT 305)
MABINOGI
Elatha (CONDO 405)
MARVEL
Gwen Stacy (Spider-Gwen) (HOUSE 166)
Jean Grey (Phoenix) (APARTMENT 319)
Johnny Storm (HOUSE 121)
Laura Kinney (X-23) (APARTMENT 358)
Matthew Murdock (Daredevil) (HOUSE 101)
MERLIN (BBC)
Merlin (Townhouse 237)
METAL GEAR
Dr. Hal "Otacon" Emmerich (APARTMENT 319)
Quiet (HOUSE 105)
MIRACULOUS LADYBUG
Marinette Dupain Cheng (Ladybug) (Townhouse 246)
MONOGATARI
Hitagi Senjougahara (APARTMENT 301)
MONSTER HIGH
Draculaura (APARTMENT 356)
MONSTER PROM
Vera Oberlin (HOUSE 126)
MOTHER 3
Lucas (TOWNHOUSE 269)
MY HERO ACADEMIA (BOKU NO HERO ACADEMIA)
Tamaki Amajiki (Suneater) (TOWNHOUSE 243)
Uraraka Ochaco (Uravity) (HOUSE 144)
NARUTO
Neji Hyuga (CONDO 420)
NEVER SATISFIED
Su-Yeong (APARTMENT 311)
OCTOPATH TRAVELER
Cyrus Albright (APARTMENT 366)
ONE PIECE
Nami (CONDO 440) *BROKEN URL
Shyarly (HOUSE 140)
ONMYOJI
Dodomeki (APARTMENT 326)
Yuki Douji (CONDO 447)
ORIGINAL CHARACTERS
Ba'al (HOUSE 143)
Ebene Sootil (APARTMENT 346)
Eli McKendal (TOWNHOUSE 234)
Ichiko Calleghan (HOUSE 103)
Jounoichi Nakahara (HOUSE 116)
Liu Canglong (APARTMENT 336)
Maurecai (HOUSE 132)
Orion (TOWNHOUSE 212)
Sallajeth Mahoy (TOWNHOUSE 223)
Scottie Valentin Cicogne (TOWNHOUSE 250)
Yenmal Piprin (HOUSE 159)
Zack Ledger (HOUSE 109)
OVERWATCH
Fareeha Amari (Pharah) (TOWNHOUSE 263)
PANDORA HEARTS
Reim Lunettes (TOWNHOUSE 259)
PERSONA
Aigis (HOUSE 145)
Haru Okumura (APARTMENT 355)
Ken Amada (HOUSE 173)
Marie (TOWNHOUSE 235)
Ryoji Mochizuki (CONDO 471)
PUELLA MAGI MADOKA MAGICA
Kazumi (TOWNHOUSE 221)
RED VS. BLUE
Dr. Emily Grey (APARTMENT 354)
RWBY
Velvet Scarlatina (APARTMENT 308)
SAILOR MOON
Chibiusa Tsukino (Sailor Chibi Moon) (TOWNHOUSE 231)
Michiru Kaoru (Sailor Neptune) (CONDO 459)
SENNEN MEIKYUU NO NANA OUJI
Titus Ram (HOUSE 107)
SHIN MEGAMI TENSEI
Flynn (HOUSE 159)
SILENT HILL
James Sunderland (APARTMENT 307)
SINOALICE
Red Riding Hood (Alternative) (TOWNHOUSE 255)
SONIC THE HEDGEHOG
Maria Robotnik (HOUSE 127) *BROKEN URL
SOUL EATER
Maka Albarn (HOUSE 153)
SPAWN
Al Simmons (Spawn) (CONDO 450)
STAR OCEAN
Faize Sheifa Beleth (APARTMENT 309)
Noel Chandler (TOWNHOUSE 248)
STAR TREK
Jim Kirk (CONDO 415)
Spock (HOUSE 114)
STARCRAFT
Alarak (HOUSE 172)
STARFIGHTER
Alexei Cain (CONDO 423)
STARGATE UNIVERSE
Nicholas Rush (CONDO 432)
SUPER MARIO
Peach (TOWNHOUSE 268)
TALES OF
Eizen (CONDO 417)
Emil Castagnier (TOWNHOUSE 216)
Ratatosk (APARTMENT 316)
TEKKEN
Eliza (APARTMENT 340)
TOKYO GHOUL
Ken Kaneki (CONDO 416)
TOUHOU
Rinnosuke Morichika (CONDO 412)
Tenshi Hinanawi (APARTMENT 349)
TOUKEN RANBU
Kashuu Kiyomitsu (HOUSE 173)
Mutsunokami Yoshiyuki (TOWNHOUSE 273)
TRINITY SEVEN
Arata Kasuga (HOUSE 105)
UNDER NIGHT IN BIRTH
Gaien Enkidou (HOUSE 145)
UTA NO PRINCE SAMA
Ranmaru Kurosaki (CONDO 441)
Yamato Hyuga (APARTMENT 368)
VOCALOID
SeeU (HOUSE 157)
WARFRAME
The Operator (CONDO 425)
WE KNOW THE DEVIL
Venus (HOUSE 162)
WELCOME TO NIGHTVALE
Cecil Palmer (TOWNHOUSE 263)
WOLF'S RAIN
Kiba (CONDO 459)
WORLD TRIGGER
Hyuse (HOUSE 165)
YU YU HAKUSHO
Hiei (TOWNHOUSE 247)
YU-GI-OH
Dartz (TOWNHOUSE 233)
Takuma Saiou (TOWNHOUSE 207)
Yusei Fudo (TOWNHOUSE 252) *DASH ONLY
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bongianimuseum · 4 years
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“Fragilità e Distacco / 70 Years Ruggero  Maggi”
COMUNICATO  STAMPA
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
“Fragilità e Distacco / 70 Years Ruggero  Maggi”
a cura di Sandro Bongiani
Dal 29 agosto al 28 novembre  2020
Inaugurazione: sabato 29 agosto 2020, ore 18.00
 S’inaugura sabato 29 agosto 2020, alle ore 18.00, la mostra  collettiva internazionale a cura di Sandro  Bongiani dal titolo: “Fragilità e Distacco / 70 Years Ruggero Maggi” che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica all’artista italiano Ruggero Maggi, uno dei più interessanti artisti contemporanei nati negli anni cinquanta. Una importante mostra collettiva internazionale in concomitanza anche della speciale ricorrenza del suo settantesimo compleanno, presentando 289 opere di 295 artisti presenti su un totale corpus grafico di ben 388 opere arrivate  da ogni parte del mondo.
Ruggero Maggi inizia la sua attività di artista negli anni '70 con lavori incentrati sulla poesia visiva, sulla mail art, copy-art, laser art e olografia caratterizzati anche dall’inserimento di “estratti” di vita reale. Con il passare degli anni queste strutture “interferenti” all’interno dell’opera sono diventate sempre più evidenti, in un rapporto di intensa “osmosi”, in cui a partire dal 1989 gli arcaici elementi naturali convivono con componenti tecnologici, fino alle opere recenti dove il concetto “Artificiale /Naturale” tra ”sincronismo concettuale e emozionale” assume un ruolo predominante consegnandoci una realtà in cui l’azione umana coincide con quella morale, in un complesso intrico di rimandi e di sollecitazioni. Sandro Bongiani nella presentazione a questa rassegna scrive: “un continuo interesse verso la natura e la dimensione umana in un complesso rimando di sollecitazioni e interferenze, di sottintesi e nascosti richiami in cui l'azione coincide sinteticamente con il tempo provvisorio e oscuro dell’uomo. In questa particolare condizione, la sua ricerca marginale di confine “più vera di natura” ha saputo prendere corpo e manifestarsi in una sintesi poetica accorta che condivide le urgenze estreme della vita ed i contrasti inquieti della nostra malandata  società contemporanea”.
  Artisti presenti:
Christian Alle  Dino Aloi  Antonio Amato Lutz Anders  Leslie Atkins  Paola Baldassini  Franco Ballabeni  Calogero Barba  Fabiola Barna Donatella Baruzzi Pier Roberto Bassi Umberto Basso  Keith Bates  Elisa Battistella  Lutz Beeke Giacomo Beffa  Lancillotto Bellini  Milena Bellomo  C. Mehrl Bennett  John M. Bennett  Luisa Bergamini  Mariarosa Bergamini Pedro Bericat  Carla Bertola Diane Bertrand  Rita Bertrecchi  Massimo Biagi  Gabriele Bianconi  Lucia Biral Manuel  Xio Blanco Antonio Bobò  Rovena Bocci  Norbert Bockmann  Kika Bohr Giovanni Bonanno  Adriano Bonari  Anna Boschi Rosa Bosco  Maria Cecilia Bossi  Marzia Braglia  Hans Braumüller  Rossana Bucci Joachim Buchholz  Anna Maria Buonapace  Viviana Buttarelli  Fulgor C. Silvi  Mirta Caccaro Alfonso Caccavale  Glauco Lendaro Camiless  Loretta Cappanera  Guido Capuano Lamberto Caravita  Cascadia Artpost  Bruno Cassaglia  Antonia Mayol Castello Gianpiero Castiglioni  Renato Cerisola  Bruno Chiarlone  Simonetta Chierici Silvia Cibaldi  Cosmo Cinisomo  Circulaire132 Maria Antonietta Claretto  Anna Maria Cognigni  Ryosuke Cohen  Mabi Col Francesco Cornello  Enzo Correnti Carmela Corsitto  Crackerjack Kid  Maria Credidio  Anna Maria Crescenzi  Laura Cristin Carla Crosio  Rosa Cuccurullo  Crescenzio D'Ambrosio  Nicolò D’Alessandro  Diana Danelli Marc De Hay  Ko De Jonge  Mario De Leo Antonio De Marchi  Teo De Palma  Adolfina De Stefani  Albina Dealessi  Michel Della Vedova  Antonio Di Michele  Debora Di Bella  Elena Di Felice  Maura Di Giulio  Fabio Di Ojuara  Franco Di Pede  Marcello Diotallevi  Giovanna Donnarumma  Mike Dyar Eart Art  Mimmo Emanuele  Rita Esposito Ever Arts  Cinzia Farina  Fernanda Fedi Gretel Fehr Domenico Ferrara Foria Ivana Ferraro  Luc Fierens  Giuseppe Filardi  Anna Finetti Alessandra Finzi  Aaron Flores  Maurizio Follin  Roberto Formigoni  Kiki Franceschi  Nicola Frangione  Piet Franzen SIDAC  Giglio Frigerio  Ivo Galassi Daniele Galdiero  Rosalie Gancie  Antonella Gandini  Attilia Garlaschi  Claudio Gavina  Ombretta Gazzola  Roberta Ghisla  Roberto Gianinetti  Mario Giavino Ed Giecek  Gino Gini  Guglielmo Girolimini  Lino Giussani Coco Gordon  Bruno Gorgone  Daniela Gorla Claudio Grandinetti  Elke Grundmann  Paolo Gubinelli Giovanni Gurioli  _Guroga  Karl Friedrich Hacher  Hanrahan Peter Hide 311065 Uwe Hofig Slanye Huang  Carlo Iacomucci  Ibirico Gennaro Ippolito  Robert James  Benedetta Jandolo  Janus Edition Isabel Jover  Magda Lagerwerf  Felipe Lamadrid  Giusi Lazzari Ettore Le Donne  Nadine Lenain  Pascal Lenoir Alfonso Lentini  Marialisa Leone  Giovanni Leto Pino Lia  Pierpaolo Limongelli Pietro Lista  Oronzo Liuzzi  Serse Luigetti Ruggero Maggi  Olga Maggiora Nadia Magnabosco  Mailarta  MailArtMartha Loredana Manciati  Antonio Mancini  Antonello Mantovani  Angela Marchionni Renzo Margonari  Patrizio Maria  Dorian Ribes Marinho  Laura Marmai Max Marra  Calogero Marrali  Maria Grazia Martina Maribel Martinez  Gianni Ettore Andrea Marussi  Anna Maria Matone  Anja Mattila Michelangelo Mayo  Monica Mazzone  Pierluigi Meda  Massimo Medola  Myriam M. Mercader  Miche Art Universalis  Monica Michelotti  Virginia Milici  Gabi Minedi Antoni Mirò  Annalisa Mitrano  Henning Mittendorf  Mauro Molinari  Domingo Sanz Montero  Maya Lopez Muro  Museuvofmailart  Keiichi Nakamura  Giuliana Natali  Katerina Nikoltsou  Aldo Nodari Pierangela Orecchia  Clemente Padin  Lucia Paese  Franco Panella  Katia Paoletti  Linda Paoli Paola Pareschi  Sjoerd Paridaen  Enzo Patti  Giuseppe Pellegrino  Remy Penard Walter Pennacchi  Mariella Perani  Marisa Pezzoli  Riccardo Pezzoli  Tarcisio Pingitore  Horvath Piroska  Valentina Poli  Veronique Pozzi Painè  Nadia Presotto  Daniele Principe  Tiziana Priori  Gina Pritti Giancarlo Pucci  Fabrizio Randini  Cesar Reglero  Gaetano Ricci   Angelo Ricciardi  Isabella Rigamonti  Carla Rigato Ina Ripari  Costantino Rizzuti  Ilaria Rizzuti  Jaume Rocamora  Gian Paolo Roffi  Claudio Romeo Piero Ronzat  Giovanni Ronzoni  Lorenzo Rosselli  Manuel Ruiz Ruiz  Marialuisa Sabato  Hikmet Sahin Piero Sani  Sergio Sansevrino  Antonella Sassanelli  Antonio Sassu Anna Maria Saviano  Roberto Scala  Duccio Scheggi  Peter Schubert  Lars Schumacher  Jörg Seifert Cesare Serafino  Lucio Serafino Tiziano Serafino  Domenico Severino  Noriko Shimizu  Maria Josè Silva – Mizè  Pietro Silvestro Cecilia Solamito  Luigino Solamito  Alberto Sordi Cristina Sosio  Lucia Spagnuolo  Celina Spelta Ciro Stajano  Honoria Starbuck  Giovanni e Renata Strada  Rod SummersVec  Elisa Taiola Franco Tajariol  Nello Teodori  Ernesto Terlizzi  Gian Paolo Terrone  Elsa Testori Roberto Testori  Thierry Tillier  Paola Toffolon  Renata Torazzo  Micaela Tornaghi  Horst Tress Alan Turner  Stefano Turrini  Mikel Untzlla Sigismund Urban  Valdor   Generoso Vella  Silvia Venuti Ada Vera Verbena  Daniele Virgilio  Alberto Vitacchio  Antonio Zenadocchio  Rolando Zucchini.
 RUGGERO  MAGGI / Biografia
Dal 1973 si occupa di poesia visiva e libri d'artista (Archivio Non Solo Libri); dal 1975 di copy art e arte postale (Archivio Amazon); dal 1976 di laser art, dal 1979 di olografia, dal 1980 di X-ray art e dal 1985 di arte caotica sia come artista - con opere ed installazioni incentrate sullo studio del caos, dell’entropia e dei sistemi frattali - sia come curatore di eventi: “Caos italiano” 1998; “Caos – Caotica Arte Ordinata Scienza” 1999 – 2000; “Isole frattali” 2003, “CaoTiCa” 2004, “Attrazione frattale” 2006, “Caos e Complessità” 2009, “Caos, l’anima del caso” 2010, “Caotica.2014” Lodi e Jesi.
Tra le installazioni olografiche: “Una foresta di pietre” (Media Art Festival - Osnabrück 1988) e “Un semplice punto esclamativo” (Mostra internazionale d’Arte Olografica alla Rocca Paolina di Perugia – 1992); tra le installazioni di laser art: “Morte caotica” e “Una lunga linea silenziosa” (1993), “Il grande libro della vita” e “Il peccatore casuale” (1994), “La nascita delle idee” (1993) esposta nel 1995 al Museo d’Arte di San Paolo (BR).
Suoi lavori sono esposti al Museo di Storia Cinese di Pechino ed alla GAM di Gallarate. Ha inoltre partecipato alla 49./52./54. Biennale di Venezia ed alla 16. Biennale d’arte contemporanea di San Paolo nel 1980.
2006 realizza “Underwood” installazione site-specific per la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate.
2007 presenta come curatore il progetto dedicato a Pierre Restany “Camera 312 – promemoria per Pierre” alla 52. Biennale di Venezia.
2008 presenta come curatore il progetto “Profondità 45 – Michelangelo al lavoro” sul rapporto Arte -Tecnologia. Nel 2008 a Villa Glisenti (BS) ed all’Art Centre della Silpakorn University di Bangkok, per un simposio artistico italo-thailandese dedicato alle problematiche del riscaldamento globale, realizza l’installazione “Ecce ovo”.
2009 cura l’installazione site-specific collettiva “Prima o poi ogni muro cade” all’interno di PLAZA: OLTRE IL LIMITE 1989-2009 XX Anniversario della caduta del Muro di Berlino in Galleria del Corso a Milano; evento successivamente presentato a Villa Pomini a Castellanza (VA) e Spazio Luparia a Stresa.
2010 “GenerAction – un promemoria per le generazioni” progetto di Mail Post.it Art presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo - Gallarate.
2011/2013/2015/2017 presenta a Venezia con il Patrocinio del Comune di Venezia Padiglione Tibet, progetto presentato successivamente alla Biennale di Venezia, al Museo Diotti di Casalmaggiore (CR), palazzo Ducale di Genova e presso la Biblioteca Laudense di Lodi.
2014 PadiglioneTibet partecipa alla Bienal del Fin del Mundo in Argentina.
2016 “TERRA/materiaprima” progetto di Mail Art presso la Galleria di Arti Visive dell’Università del Melo – Gallarate.
2016 presenta Padiglione Tibet al Castello Visconteo di Pavia.
2017 presenta la 1 Biennale Internazionale di Mail Art a Venezia – Palazzo Zenobio
2018 Padiglione Tibet partecipa alla Vogalonga (Venezia)
2018 installazione “Erosioni in pinzimonio” - Poetry and Pottery Un’inedita avventura fra ceramica e poesia visiva - CAMeC centro arte moderna e contemporanea La Spezia
2018 installazione CaraPace - Museo Tecnico Navale - La Spezia
2019 “Onda Sonora” libro collettivo – V Biennale del Libro d'artista - Napoli
2019 ARTNIGHT Venezia – Padiglione Tibet - videoproiezione 2011.2019. Storia di un padiglione per un paese che non c'è - Magazzini del Sale, Reale Società Canottieri Bucintoro
2019 riceve il Premio alla carriera - PREMIO ARTE IN ARTI E MESTIERI 2019 – XIX EDIZIONE - Fondazione Scuola Arti e Mestieri "F. Bertazzoni" - Suzzara (MN)
2020 “#GlobalViralEmergency / Fate Presto” L’arte tra scienza, natura e tecnologia - Spazio Ophen Virtual Art Gallery – Salerno
  “Fragilità e Distacco / 70 Years Ruggero  Maggi”
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY  
Via S. Calenda, 105/D  - Salerno,  Tel/3937380225    
e-mail:  [email protected]     
Gallery: http://www.collezionebongianiartmuseum.it  
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
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don-vito-rap · 4 years
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Io sono UNO niente 3 della minkia... Chi dice ciò bestemmia e sarà fuoco 🔥 eterno senza alcuna ombra di dubbio 🤷‍♂️, come sole ☀ è uno e una la luna, vi faccio esempio, ora ho 3 cuscini mezzaluna 🌛 invece che 1, se volevo creavo 3 soli e 3 lune ma mi è piaciuto Farne 1 e 1 e non sono cose in cui vi riguardano VOO UMANI SIETE TUTTI DEI DEMENTI A CAPACITÀ MENTALE LIMITATISSIMA vi do esempio dio esiste anche se non lo vedi, tu che quando ti suonano a porta 🚪 che sarà spessa 4 3 o 5 cm se non hai lo spioncino non puoi vedere ne sapere se tuo caro o se ti sta suonando uno x ucciderti CHE MINKIA NE PUOI CAPIRE DI DIO COGLIONE UMANO il piu furbo scienziato umano è più scemo della zanzara piu scema perché lei non avrà mai dubbi su di Me dice il re dei 👑 dove caxxo sono i re ora piangono per mogli morte di corona virus dove caxxo sta loro potenza SU STA MINKIA... SIETE NULLA MISTO A NIENTE #UMANIquisquiglie.... Sai come mia legge chi si bacia in pubblico va frustrato è legge eterna mai abrogabile da chicchessia, ma se si baciano ora che sta virus?! Devono essere messi a morte, hanno messo caxxi loro davanti a tutto loro popolo e leggi divine quarantena in torah e corano, devono crepare e se uno stato non li uccide TUTTO QUELLO STATO È SATANISTA state certi che vi faccio crepare tutti da primo a ultimo.. E muti... Bergoglio quando prega IO DO ORDINE A ANGELI E MIO PADRE ANNUISCE che ogni sua richiesta sia rifiutata e chi lo segue vada con lui in fuoco invero Pietro è sempre stato infame come iscariota e pure tommaso e Paolo, migliori erano Maddalena stefano Giacomo bartolomeo e figli del ⚡tuono, chi ha minimo dubbio scelga sua sedia in inferno, tu portami le chiavi a casa miane sarai salvo e fai ammenda vera dei tuoi peccati IO NON HO MAI DETTO BUON GIORNO E BUON PRANZO A NESSUNO ho sempre detto shalom alek pace a voi salam aleikun e ISM ELOHA bismi llah quando mangio e non esiste altra traduzione tollerabile in cielo terra e sottoterra e in acqua... (presso Don Vito's Cats Bar Home) https://www.instagram.com/p/B9yD7hypwdo/?igshid=so8p7loam8xn
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bosummers · 4 years
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"26 DICEMBRE, si “FESTEGGIA” la nascita dell’ANTISEMITISMO CRISTIANISTA PALESTINESE!!!!
Oggi è il 26 Dicembre, ed è FESTA NAZIONALE COMANDATA, ed è una FESTA RELIGIOSA. Certo, sarà anche bello non dover andare al lavoro (per chi lavora, che non si sa più se è un bene o un male assoluto), e va bene, passi…. Ma lo sai almeno cosa stiamo “festeggiando”??
Festeggiamo “SANTO STEFANO PROTOMARTIRE”. Proto/martire, il primo martire della DITTATURA MONOTEISTA PALESTINESE che dura da poco meno di 2000 anni….
Ebbene, chi era costui???
era uno dei primi 7 diaconi definiti dagli apostoli per fare politica mascherata da “attività sociale benefica”, quella di cui Bergoglio va cianciando a favore dei “confratelli in crimine” islamisti, cioè quelli che secondo la retorica fascista ci starebbero “invadendo”.
Allora, fuori dalle favolette, facciamo un po’ di storia vera. delle tre religioni abramitiche, AV-RA-HAM, la prima ad essere stata “creata” fu quella Giudaica, circa 4mila anni fa (duemila anni prima dell’invenzione di Cristo).
Anche se la religione giudaica sostiene di esistere fin dalla “creazione”, come del resto sostengono anche le altre due, è evidente che fu creata 2000 anni prima della nascita del cristianesimo.
Ora, senza andare troppo nel dettaglio (ma lo faremo), la situazione politica della PALESTINA di duemila anni fa era molto instabile. Il territorio era occupato dalle truppe romane, che in termini religiosi sono decisamente laiche.
Quando Roma conquista un territorio, impone tasse (per costruire sovrastrutture, ma anche, logicamente, per portare ricchezza in città), ma lascia la lingua, gli usi e costumi locali in essere, e soprattutto la religione locale.
Il motivo, estremamente SAGGIO (e che non farà mai praticamente più nessun’altro dopo, il che sarebbe un motivo sufficiente per essere a favore di ROMA invece che “di sinistra o “anticapitalist*”, ma ne riparleremo) è quello di NON creare risentimento nelle popolazioni locali, che possa poi fomentare rivolte.
Motivo logico, militarmente e politicamente, ma “laico avveduto, saggio, perfino “democratico”, diremmo oggi.
I romani però non sapevano ancora di avere a che fare colla peggiore ideologia del male che sia mai sbocciata sul pianeta terra, al cui confronto il nazismo è stato solo un gioco da pallidi imitatori dilettanti.
Quindi in sostanza all’epoca la religione dominante in PALESTINA era il GIUDAISMO, cioè’ la versione ebraica del monoteismo di YHWH, di Dio insomma.
Ma all’interno del giudaismo esistevano varie sette politiche, con sfere ideologiche e di influenza diverse. Tra queste le più forti erano quelle degli ZELOTI, degli ESSENI, dei SAMARITANI, dei FARISEI..
La setta dei BATTISTI ad esempio non si ispirava purtroppo al più grande cantante della storia della musica italiana (oltre a DEMETRIO STRATOS), ma a quel GIOVANNI BATTISTA che molti storici ritengono essere il personaggio storico realmente esistito su cui poi gli “evangelisti” plasmarono l’invenzione della figura di Gesù Cristo, molto anni dopo…
Ora, anzi “allora”, queste sette andavano tutte in giro a fare opera di conversione presso i Giudei più ortodossi, e lo facevano con le tecniche ancora in uso ora, cioè distribuzione di cibo e vestiario, o altri beni, la famosa TECNICA BUONISTA DELLA SOLIDARIETA’ finalizzata politicamente a altro..
Uno di questi, probabilmente mai esistito, o meglio creato a posteriori, era, nella tradizione evangelica degli Atti degli Apostoli, un ebreo ellenico di nome Stephanos, parola che in greco significa CORONA (non la Birra, purtroppo), e che rappresenta appunto la raffigurazione del MARTIRIO (anche Cristo quando trascina la croce sul monte Golgotha infatti indossa la “corona”).
Quindi evidente dalla simbologia, è tutto inventato a posteriori.
Perciò la favola degli Atti degli Apostoli continua raccontando che costui portava cibo, aiuto e sostegni alle vedove greche in palestina, che venivano discriminatate dagli EBREI CATTIVI, a favore delle vedove ebree che ricevevano “approcci e welfare STATALE”.
Quindi un santo, una figura eccezionale, “ovviamente devoto alla causa del cristianesimo” (che peraltro ancora non era stato formulato), e pure il primo a fare MIRACOLI dopo Gesù’ Cristo.
Quindi costui facendo DEL BENE a povere donne PERSEGUITATE DAGLI EBREI CATTIVI, diventa il primo SIMBOLO VIVENTE DELL’ANTISEMITISMO.
La narrativa degli Atti degli Apostoli continua raccontando che a causa di ciò il SINEDRIO, che sarebbe “l’autorità ebraica in territorio palestinese” dell’epoca in seno al governo romano, lo accusa ingiustamente di BLASFEMIA, e lo condanna alla LAPIDAZIONE. perciò costui, probabilmente mai esistito, MUORE COME PRIMO MARTIRE CRISTIANISTA…
Ma martire di cosa??
Semplice, della lotta di questa setta, contro gli EBREI ORTODOSSI del tempo.
In pratica quindi il 26 DICEMBRE si “festeggia” la nascita del preconcetto ANTISIONISTA, della discriminazione dell’odio contro gli ebrei, che dura da duemila anni, e che crea una linea diretta che dalle SETTE CSRISTIANISTE arriva fino al NAZISMO….
E la costruzione falsificata, costruita ad arte di questa narrativa antiebraica, e’ frutto di un’altra linea diretta che da GLI ATTI DEGLI APOSTOLI arriva fino ai PROTOCOLLI DEI SAVI DI SION.
Curioso notare inoltre che in questa narrativa falsificante, costruita davvero ad arte e piena di simbologie esoteriche, si racconta anche che uno dei testimoni della lapidazione del nostro futuro SANTO MARTIRE (ripeto, probabilmente inesistente) STEFANO CORONA (anche un’altro Corona, martire del berlusconismo, potrebbe essere beatificato da Bergoglio, quindi qui glielo suggeriamo ufficialmente, tanto, visto che si santifica la peggio feccia…), sia un membro della setta cristianista dei FARISEI, un certo PAOLO DI TARSO che successivamente diventerà uno dei peggiori criminali della storia del cristianismo, cioè colui che portò per primo questa dottrina TERRORISTA TEOCRATICA E TOTALITARIA di una SETTA PALESTINESE ANTIEBRAICA, proprio a ROMA, dove ci sta come FORZA DI OCCUPAZIONE COLONIALE da circa 2000 anni.
Questo con buona pace della narrativa fascista contro “l’invasione dei migranti islamici”, quando la vera invasione da parte di un corpo estraneo fu proprio quella PALESTINESE che i fascisti tanto amano, insieme in logicissimi termini (VA) ai loro falsi nemici comunisti, coi cui condividono anche L’ODIO PER GLI EBREI, opps, scusate, SIONISTI!!!
E questo perché in termini (VA), tutto esiste in funzione del suo contrario, perché tutto nel COSTRUTTO MAGICO/IDEOLOGICO è esattamente il suo contrario, anche se finge tutt’altro….
E il collante d’unione smascherato dal (VA) del falso dualismo fascismo/comunismo è proprio il terzo incomodo abramitico del GIUDAISMO, il capro espiatorio del cristianismo panarabo (e successivamente del patto dei Fratelli Musulmani tra Islam e Nazismo), rivelatosi nella creazione quindi dell’ANTISEMITISMO.
Ora io mi chiedo sinceramente come faccia la Comunità Ebraica Italiana, e Romana in particolare (e di questa centralità di Roma riparleremo molto presto), ad accettare che IL GIORNO IN CUI SI PRATICAMENTE FESTEGGIA LA NASCITA DELL’ANTISEMITISMO, sia FESTA NAZIONALE RELIGIOSA, sancita dallo Stato italiano.
Anche perché, nota bene, la Festa di Santo Stefano del 26 Dicembre non è un mito arcaico, una “tradizione millenaria” o quant’altro, ma è stata istituita nel non certo lontano 1949!!!!!
E’ necessario quindi un lavoro di decostruzione sul mito delle “radici cristiane dell’Europa”, MAI ESISTITE, perché la realtà invece è che le radici libertarie & libertine, pagane & gaudenti originali greco-romane sono state soppiantate dall’invasione e colonizzazione di una setta terroristica palestinese che nulla ha a che fare con la nostra storia e i nostri valori di vita e libertà (e anche sessualità) più profondi, decisamente anticristianisti!!!
Helena Helena
(VA) – DEE CYBORG
X B@CCO!
ascolto consigliato: Necros Christos – Necromantic Doom (2002) (blackened death doom metal tedesco)"
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solo-net · 4 years
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{ LOVE ME WRONG }
You make me take what I can get. Your love is poison that won't let me live. You make me drunk and desperate. 'Cause it helps me to forget what you don't give. 
i. love me wrong - isak danielson // ii. wasted time - the weeknd // iii. oui - jeremih // iv. bend & break - fm-84, ollie wride // v. dancing with a stranger - sam smith, normani // vi. i don’t know if we can be friends - hollyn // vii. love and war - fleurie // viii. hurricane - tommee profitt 
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Sant’Enrico Imperatore patrono Oblati benedettini
Biografia
S. Enrico nacque nel 972 da Enrico, re di Baviera e da Gisela, figlia di Corrado re di Borgogna. Ebbe ottima indole, nobili sentimenti e rara virtù: qualità che fecero di lui un imperatore santo.
Incoronato da Benedetto VIII il 22 febbraio del 1014, Enrico comprese quanto gli fosse necessaria la umiltà per non prevaricare; e la cercò e l'esercitò quindi in tutti i suoi atti. Era solito dire che Iddio voleva due cose da lui: la santificazione propria ed il benessere dei sudditi: programma che il glorioso monarca svolse lodevolmente in tutta la sua vita.
Unitosi in matrimonio con S. Cunegonda, conservò nella vita coniugale la perfetta castità, tanto da poter dire, in fin di vita, ai genitori di lei: Io ve la rendo illibata come me la deste.
S. Enrico per difendere la giustizia conculcata, ebbe anche a sostenere molte guerre, con le quali rese il suo nome sempre più temuto e rispettato.
In esse riusciva sempre vittorioso: ma il santo re prima di attaccar battaglia pregava e faceva pregare i soldati. In questo modo potè scacciare dall'Italia i Greci che, alleati dei Turchi, minacciavano la stessa Roma.
Eresse a sue spese molte cattedrali, fra cui quella di Bamberga, dedicata ai Ss. Pietro e Paolo, che fu consacrata dallo stesso Pontefice di Roma; restaurò molte chiese danneggiate dagli eretici, eresse sedi vescovili, fondò orfanotrofi.
Il suo zelo si spinse tanto avanti da riuscire a convertire Stefano, re di Boemia, il quale a sua volta portò tutta quella nazione alla vera religione.
In mezzo alle terrene grandezze, S. Enrico sentiva di non essere pienamente soddisfatto, perché bramava di servire unicamente a Dio. Per questo, essendo amico del beato Riccardo, abate di Verdun, fece istanze presso di lui per poter entrare nel suo monastero. Ma l'abate, vedendo il bene che il santo re faceva ai popoli, non glielo permise: e S. Enrico inchinò riverente il capo all'ubbidienza e tornò alla reggia.
Anche nelle infermità S. Enrico benediceva Dio: così sopportò con esemplare rassegnazione la contrazione di una coscia che lo rese zoppo per tutta la vita.
Circondato dai grandi dell'impero e da molti vescovi, santamente spirò in Grône il 13 luglio del 1024.
Il suo corpo venne sepolto nella chiesa di Bamberga ed egli fu canonizzato da Eugenio III nel 1145.
Fu ufficialmente dichiarato da Pio X patrono degli Oblati benedettini. Fu beatificato nel 1146.
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stannussy · 4 years
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Aww thank you so much for Liking/Reblogging my stefano x vera playlist! :3 *huggles*
;D no need! Its pretty good!
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freedomtripitaly · 4 years
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Famosa soprattutto per la sua pregiata porcellana, Limoges è un comune francese di circa 140mila abitanti con numerose attrazioni e luoghi di interesse. La città è il capoluogo della regione del Limosino e ha una storia che risale a più di 2000 anni fa. Limoges conserva due anime: una più antica, che si sviluppa intorno alla Cattedrale e racconta di secoli di storia; e l’altra più giovane e moderna, che emana cultura e gioia di vivere. Scopriamo cosa non bisogna assolutamente perdere in questa deliziosa città della Francia sud-occidentale. Cenni storici su Limoges Limoges è situata nel cuore della regione Nuova Aquitania e prende il nome dai lemovici, una tribù che vi si stabilì all’epoca della conquista romana. All’inizio del VI secolo quella che si chiamava Augustoritum divenne quindi Limoges. I primi insediamenti nella zona risalgono però al Neolitico. Durante il periodo medioevale, la città era divisa in due: la parte vecchia (Cité), protetta dal potere religioso, e il Chateau, il centro politico e commerciale. Limoges conobbe un periodo di grande prosperità sotto Merovingi e Carolingi. Nel 1370 fu presa e quasi distrutta da Edoardo d’Inghilterra e nel 1607 fu annessa alla corona di Francia. Successivamente, fu fortemente influenzata dalla Controriforma del XVII secolo. Con la Rivoluzione Francese, la divisione iniziale cadde e le due roccaforti vennero unite in quella che è l’attuale Limoges. Nel XIX secolo, la città ebbe una rapida espansione industriale. Oggi la città conserva molte testimonianze del suo passato e, per questo motivo, è uno dei centri più interessanti da visitare. Oltre a essere la città natale del pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir, Limoges è anche la “patria” di Asterix, capo della tribù dei Galli e famoso personaggio dei fumetti creato da René Goscinny e Albert Uderzo. Limoges: cosa vedere Monumento simbolo di Limoges è la Cattedrale di Santo Stefano (Cathédrale Saint-Étienne, in francese), un’imponente costruzione in stile gotico che si trova proprio nel cuore del borgo medievale. La sua edificazione risale al 1273, quando, alla navata della precedente cattedrale romanica, fu aggiunto il coro. I lavori furono interrotti nel 1327 per mancanza di fondi, per poi essere ripresi più volte nel corso degli anni. Per completare la costruzione della Cattedrale come la vediamo oggi, si è dovuto attendere il 1888. Esternamente, la chiesa è dominata da un’alta torre romanica, mentre il resto dell’edificio è in stile gotico. Ma è all’interno che la Cattedrale si mostra in tutto il suo splendore, con linee architettoniche rinascimentali e decori di grande pregio, tra cui dipinti del XVIII secolo e la tomba del vescovo Jean de Langeac. Accanto alla Cattedrale, ci sono i Giardini del Vescovo (les Jardins de l’Evêché), degli splendidi giardini terrazzati con una vista sul fiume Vienne. Nel 1980 è stato realizzato un giardino botanico con piante, fiori, ninfee, cascate e laghetti. Da vedere anche la Cripta di St. Martial, risalente al X secolo, che rappresenta quello che resta di un’antica abbazia dedicata al primo vescovo della città. A questa cripta è anche legata una leggenda: pare che Enrico II d’Inghilterra nel XII secolo avesse trafugato i resti di St. Martial. Questo furto provocò una serie di gravi sconvolgimenti in tutto il territorio, che terminarono solo quando le reliquie ritornarono al loro posto. Il culto del santo è anche legato ai Canti Gregoriani della scuola di St. Martial. Merita sicuramente una visita anche la Chiesa di Saint Michel des Lions, nel quartiere di Le Château, un edificio in stile gotico che prende il nome dai due leoni di pietra situati all’ingresso. Passeggiando tra le strade della città di Limoges si possono osservare numerosi edifici tardogotici e rinascimentali. Nel centro storico si trova anche la Cappella di Saint Aurélien, risalente al XV secolo. Qui sono conservate le reliquie di Sant’Aureliano, patrono dei macellai. Una delle caratteristiche della città sono i mercati, noti con il nome di les Halles. Tra questi, la Maison de la Boucherie, che in epoca medievale era il principale fornitore di tutti i macellai della città. All’epoca a Limoges c’era una vera e propria arte dell’intaglio della carne. Tra le altre attrazioni della città, da vedere anche la Gare des Bénédictins, la stazione ferroviaria in stile Art Déco con le sue vetrate colorate, o il giardino di Orsay, la più antica zona verde della città, dove ci sono anche i resti di un anfiteatro gallo-romano. L’arte della porcellana di Limoges Limoges è nota per essere la “città della porcellana”, in virtù di una tradizione manifatturiera di porcellane di pregio nata nel Settecento grazie ai giacimenti di caolini disponibili nella regione. In epoca medievale, invece, la città era il maggior centro europeo di produzione degli smalti, applicati non solo alla porcellana ma anche al rame e al vetro. La produzione di smalti su rame dorato, fiorita dalla metà del secolo XII al XIV, era inizialmente monastica, poi passò ai laici, assumendo un carattere più industriale. Ancora oggi, Limoges è il principale centro di fabbricazione della porcellana in Francia. Le principali fabbriche dell’Haute-Vienne sono Bernardaud, Haviland & Co. e Raynaud. Da non perdere, quindi, il Museo nazionale della porcellana Adrien-Dubouché che ospita una collezione di 12mila pezzi di maioliche e porcellane provenienti da tutto il mondo, alcune risalenti al VII secolo a.C. Nel Museo è presente anche la più grande esposizione di porcellane di Limoges. Nel Museo dell’Evêché, ospitato nel Palazzo Vescovile, si possono invece ammirare ricche collezioni di smalti del Medioevo e del Rinascimento, antichità egizie e gallo-romane e pitture dal XIV secolo al XX secolo. Merita una visita anche il Four des Casseaux, uno degli ultimi forni per porcellana ancora intatti della città, e l’Acheter Mosaique, dove è possibile ammirare degli splendidi mosaici creati a mano. Da visitare anche il cimitero Louyat, creato nel 1806 con le sue caratteristiche tombe decorate con placche funerarie in porcellana. Cosa fare a Limoges Oltre a visitare musei, monumenti e attrazioni turistiche, Limoges è anche la città ideale per lo shopping. Le strade tra Le Château e la vielle Cité sono pedonali, quindi si può passeggiare tranquillamente tra botteghe e negozi eleganti. Naturalmente, vi sono numerosi negozi dove poter acquistare le pregiate porcellane di Limoges. Nel centro storico si trovano anche molti ristoranti caratteristici, concentrati soprattutto nella zona di Avenue Garibaldi, Boulevard Louis Blanc e ovviamente Rue de la Boucherie. Limoges accontenta anche gli amanti della vita notturna, grazie a numerosi pub e locali situati sull’area pedonale e lungo il fiume Vienne. La città offre manifestazioni ed eventi in tutti i periodi dell’anno: l’ultima settimana di maggio, ad esempio, si tiene la Fiera tradizionale di Saint Loup, a giugno, invece, si svolge la Festa dei ponti lungo il fiume Vienne. Altre manifestazioni che si svolgono durante l’anno sono il Festival del Francophonies, un festival di teatro in lingua francese che si tiene tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre e il Danse Emoi, un’importante rassegna di danza contemporanea che si tiene ogni due anni. Da non perdere neanche il Festival Pop sur la Ville, un festival per giovani cantanti pop emergenti, che si svolge tra ottobre e novembre. E poi ancora il festival letterario Lire a Limoges, che si tiene ogni anno ad aprile. Limoges può essere visitata tutto l’anno, poiché gode di un clima temperato oceanico che consente di avere inverni non troppo rigidi, con nevicate scarse, e autunni piuttosto caldi, con punte anche di 27 gradi. Anche i dintorni di Limoges sono molto affascinanti, grazie a un paesaggio costituito da monti, colline, laghi e fiumi. Da visitare le cascate di Gimel e il paese medioevale di Rochechouart, nei cui pressi si trova un cratere formato dalla caduta di un meteorite, avvenuta 200 milioni di anni fa. Da provare anche un’escursione al parco del Castello Nexon, creato a metà del 1800 dal conte di Choulot, un famoso paesaggista. Oppure fare un giro nel comune di Compreignac, al lago di Saint-Pardoux, con una circonferenza di circa 24 chilometri. A soli 4 chilometri da Limoges, nel comune di Solignac, si possono visitare i Giardini Sonori La Borie, 14 ettari di giardini nel cuore di una tenuta storica del 17° secolo. La particolarità di questi giardini è che sono costituiti da diversi spazi che formano un violino: il labirinto, lo stagno e il suo strumento di ceramica di 100 metri quadrati, la via dell’acqua, il teatro della vegetazione, l’oratorio e il suo vaso musicale, il legno della musica, l’orto-frutteto, la colombaia dove orchestriamo, piante e prati con effetto luminoso. Il giardino è affascinante perché combina suoni naturali e suoni derivanti proprio dai particolari strumenti in ceramica e porcellana. Come arrivare a Limoges Non ci sono voli diretti dall’Italia a Limoges ma è possibile arrivare all’aeroporto Internazionale di Limoges-Bellegarde con voli interni da Parigi, sia da Orly-Ouest che da Roissy Charles-de-Gaulle. In alternativa, si può prendere un treno a Parigi e arrivare alla stazione di Limoges Bénédictins in due ore e mezza circa. Chi preferisce noleggiare un’auto può prendere a Parigi l’Autoroute A20. Altrimenti, sono diverse le compagnie di autobus che collegano la capitale a Limoges. https://ift.tt/395iUON Limoges: alla scoperta dellà città francese Famosa soprattutto per la sua pregiata porcellana, Limoges è un comune francese di circa 140mila abitanti con numerose attrazioni e luoghi di interesse. La città è il capoluogo della regione del Limosino e ha una storia che risale a più di 2000 anni fa. Limoges conserva due anime: una più antica, che si sviluppa intorno alla Cattedrale e racconta di secoli di storia; e l’altra più giovane e moderna, che emana cultura e gioia di vivere. Scopriamo cosa non bisogna assolutamente perdere in questa deliziosa città della Francia sud-occidentale. Cenni storici su Limoges Limoges è situata nel cuore della regione Nuova Aquitania e prende il nome dai lemovici, una tribù che vi si stabilì all’epoca della conquista romana. All’inizio del VI secolo quella che si chiamava Augustoritum divenne quindi Limoges. I primi insediamenti nella zona risalgono però al Neolitico. Durante il periodo medioevale, la città era divisa in due: la parte vecchia (Cité), protetta dal potere religioso, e il Chateau, il centro politico e commerciale. Limoges conobbe un periodo di grande prosperità sotto Merovingi e Carolingi. Nel 1370 fu presa e quasi distrutta da Edoardo d’Inghilterra e nel 1607 fu annessa alla corona di Francia. Successivamente, fu fortemente influenzata dalla Controriforma del XVII secolo. Con la Rivoluzione Francese, la divisione iniziale cadde e le due roccaforti vennero unite in quella che è l’attuale Limoges. Nel XIX secolo, la città ebbe una rapida espansione industriale. Oggi la città conserva molte testimonianze del suo passato e, per questo motivo, è uno dei centri più interessanti da visitare. Oltre a essere la città natale del pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir, Limoges è anche la “patria” di Asterix, capo della tribù dei Galli e famoso personaggio dei fumetti creato da René Goscinny e Albert Uderzo. Limoges: cosa vedere Monumento simbolo di Limoges è la Cattedrale di Santo Stefano (Cathédrale Saint-Étienne, in francese), un’imponente costruzione in stile gotico che si trova proprio nel cuore del borgo medievale. La sua edificazione risale al 1273, quando, alla navata della precedente cattedrale romanica, fu aggiunto il coro. I lavori furono interrotti nel 1327 per mancanza di fondi, per poi essere ripresi più volte nel corso degli anni. Per completare la costruzione della Cattedrale come la vediamo oggi, si è dovuto attendere il 1888. Esternamente, la chiesa è dominata da un’alta torre romanica, mentre il resto dell’edificio è in stile gotico. Ma è all’interno che la Cattedrale si mostra in tutto il suo splendore, con linee architettoniche rinascimentali e decori di grande pregio, tra cui dipinti del XVIII secolo e la tomba del vescovo Jean de Langeac. Accanto alla Cattedrale, ci sono i Giardini del Vescovo (les Jardins de l’Evêché), degli splendidi giardini terrazzati con una vista sul fiume Vienne. Nel 1980 è stato realizzato un giardino botanico con piante, fiori, ninfee, cascate e laghetti. Da vedere anche la Cripta di St. Martial, risalente al X secolo, che rappresenta quello che resta di un’antica abbazia dedicata al primo vescovo della città. A questa cripta è anche legata una leggenda: pare che Enrico II d’Inghilterra nel XII secolo avesse trafugato i resti di St. Martial. Questo furto provocò una serie di gravi sconvolgimenti in tutto il territorio, che terminarono solo quando le reliquie ritornarono al loro posto. Il culto del santo è anche legato ai Canti Gregoriani della scuola di St. Martial. Merita sicuramente una visita anche la Chiesa di Saint Michel des Lions, nel quartiere di Le Château, un edificio in stile gotico che prende il nome dai due leoni di pietra situati all’ingresso. Passeggiando tra le strade della città di Limoges si possono osservare numerosi edifici tardogotici e rinascimentali. Nel centro storico si trova anche la Cappella di Saint Aurélien, risalente al XV secolo. Qui sono conservate le reliquie di Sant’Aureliano, patrono dei macellai. Una delle caratteristiche della città sono i mercati, noti con il nome di les Halles. Tra questi, la Maison de la Boucherie, che in epoca medievale era il principale fornitore di tutti i macellai della città. All’epoca a Limoges c’era una vera e propria arte dell’intaglio della carne. Tra le altre attrazioni della città, da vedere anche la Gare des Bénédictins, la stazione ferroviaria in stile Art Déco con le sue vetrate colorate, o il giardino di Orsay, la più antica zona verde della città, dove ci sono anche i resti di un anfiteatro gallo-romano. L’arte della porcellana di Limoges Limoges è nota per essere la “città della porcellana”, in virtù di una tradizione manifatturiera di porcellane di pregio nata nel Settecento grazie ai giacimenti di caolini disponibili nella regione. In epoca medievale, invece, la città era il maggior centro europeo di produzione degli smalti, applicati non solo alla porcellana ma anche al rame e al vetro. La produzione di smalti su rame dorato, fiorita dalla metà del secolo XII al XIV, era inizialmente monastica, poi passò ai laici, assumendo un carattere più industriale. Ancora oggi, Limoges è il principale centro di fabbricazione della porcellana in Francia. Le principali fabbriche dell’Haute-Vienne sono Bernardaud, Haviland & Co. e Raynaud. Da non perdere, quindi, il Museo nazionale della porcellana Adrien-Dubouché che ospita una collezione di 12mila pezzi di maioliche e porcellane provenienti da tutto il mondo, alcune risalenti al VII secolo a.C. Nel Museo è presente anche la più grande esposizione di porcellane di Limoges. Nel Museo dell’Evêché, ospitato nel Palazzo Vescovile, si possono invece ammirare ricche collezioni di smalti del Medioevo e del Rinascimento, antichità egizie e gallo-romane e pitture dal XIV secolo al XX secolo. Merita una visita anche il Four des Casseaux, uno degli ultimi forni per porcellana ancora intatti della città, e l’Acheter Mosaique, dove è possibile ammirare degli splendidi mosaici creati a mano. Da visitare anche il cimitero Louyat, creato nel 1806 con le sue caratteristiche tombe decorate con placche funerarie in porcellana. Cosa fare a Limoges Oltre a visitare musei, monumenti e attrazioni turistiche, Limoges è anche la città ideale per lo shopping. Le strade tra Le Château e la vielle Cité sono pedonali, quindi si può passeggiare tranquillamente tra botteghe e negozi eleganti. Naturalmente, vi sono numerosi negozi dove poter acquistare le pregiate porcellane di Limoges. Nel centro storico si trovano anche molti ristoranti caratteristici, concentrati soprattutto nella zona di Avenue Garibaldi, Boulevard Louis Blanc e ovviamente Rue de la Boucherie. Limoges accontenta anche gli amanti della vita notturna, grazie a numerosi pub e locali situati sull’area pedonale e lungo il fiume Vienne. La città offre manifestazioni ed eventi in tutti i periodi dell’anno: l’ultima settimana di maggio, ad esempio, si tiene la Fiera tradizionale di Saint Loup, a giugno, invece, si svolge la Festa dei ponti lungo il fiume Vienne. Altre manifestazioni che si svolgono durante l’anno sono il Festival del Francophonies, un festival di teatro in lingua francese che si tiene tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre e il Danse Emoi, un’importante rassegna di danza contemporanea che si tiene ogni due anni. Da non perdere neanche il Festival Pop sur la Ville, un festival per giovani cantanti pop emergenti, che si svolge tra ottobre e novembre. E poi ancora il festival letterario Lire a Limoges, che si tiene ogni anno ad aprile. Limoges può essere visitata tutto l’anno, poiché gode di un clima temperato oceanico che consente di avere inverni non troppo rigidi, con nevicate scarse, e autunni piuttosto caldi, con punte anche di 27 gradi. Anche i dintorni di Limoges sono molto affascinanti, grazie a un paesaggio costituito da monti, colline, laghi e fiumi. Da visitare le cascate di Gimel e il paese medioevale di Rochechouart, nei cui pressi si trova un cratere formato dalla caduta di un meteorite, avvenuta 200 milioni di anni fa. Da provare anche un’escursione al parco del Castello Nexon, creato a metà del 1800 dal conte di Choulot, un famoso paesaggista. Oppure fare un giro nel comune di Compreignac, al lago di Saint-Pardoux, con una circonferenza di circa 24 chilometri. A soli 4 chilometri da Limoges, nel comune di Solignac, si possono visitare i Giardini Sonori La Borie, 14 ettari di giardini nel cuore di una tenuta storica del 17° secolo. La particolarità di questi giardini è che sono costituiti da diversi spazi che formano un violino: il labirinto, lo stagno e il suo strumento di ceramica di 100 metri quadrati, la via dell’acqua, il teatro della vegetazione, l’oratorio e il suo vaso musicale, il legno della musica, l’orto-frutteto, la colombaia dove orchestriamo, piante e prati con effetto luminoso. Il giardino è affascinante perché combina suoni naturali e suoni derivanti proprio dai particolari strumenti in ceramica e porcellana. Come arrivare a Limoges Non ci sono voli diretti dall’Italia a Limoges ma è possibile arrivare all’aeroporto Internazionale di Limoges-Bellegarde con voli interni da Parigi, sia da Orly-Ouest che da Roissy Charles-de-Gaulle. In alternativa, si può prendere un treno a Parigi e arrivare alla stazione di Limoges Bénédictins in due ore e mezza circa. Chi preferisce noleggiare un’auto può prendere a Parigi l’Autoroute A20. Altrimenti, sono diverse le compagnie di autobus che collegano la capitale a Limoges. Limoges è una deliziosa cittadina francese ricca di attrazioni artistico-culturali famosa in tutto il mondo anche per le sue celebri ceramiche.
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pangeanews · 4 years
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“Forse c’è un male segreto nella natura che ha permesso l’origine di questo uomo…”. Andrea Zanzotto, oltre il paesaggio
Ci sono figure della letteratura talmente poliedriche e universali, che è impensabile poterne tracciare in breve un profilo, umano ed artistico insieme, perché risulterebbe sommario, come sommario sarebbe ogni, seppur necessario, intendimento di celebrazione. È il caso del poeta Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 – 18 ottobre 2011), l’eco della cui scomparsa non si è ancora spenta, a dimostrazione non solo del suo immenso lascito poetico (tra l’altro, è tra i poeti italiani novecenteschi più tradotti e studiati all’estero), ma anche del suo incommensurabile lascito intellettuale e umano, che chiunque abbia avuto modo di conoscere il poeta ha potuto toccare con mano. Rimangono scolpite nella memoria quelle poche essenziali parole in risposta a un giornalista, che gli chiedeva, nel giorno del suo novantesimo compleanno, che cosa avesse capito della vita: “Niente. Ci vorrebbero non 90 anni, ma 900 anni, per poter forse sperare di capire qualcosa”. Viene qui adombrata una sorta di cronologia biologica e per certi versi al di là dell’uomo, dunque, tendente forse alle ere geologiche, o certamente appartenente ai quei ritmi naturali dai quali l’uomo, suggeriva Zanzotto, si era fatalmente sconnesso, proprio devastando il paesaggio, e solo dentro i quali l’uomo potrebbe oggi riprendere coscienza della sua dimensione fatalmente minima.
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Tale richiamo alla geologia, come storia al di sopra di tutte le storie possibili, si ritrova peraltro in un formidabile e antico pezzo critico su Montale (L’inno nel fango, 1953, in Fantasie di avvicinamento, Mondadori 1991), laddove viene esplicitata una visione dell’uomo “dannato per un’accidia cui si trova costretto”, e che “continua a gorgogliare nella belletta il suo ‘inno’, e il suo inferno è il ritrovarsi tra gusci, fanghiglie e frammenti di terra e di pietra, in cui viene a risolversi la sua umanità, il sentire che ogni storia finisce col coincidere con quella dei detriti fisici, con la geologia” – saggio esemplare quanto precursore della vastissima attività critico-riflessiva di Zanzotto (che Pier Vincenzo Mengaldo definirà, per originalità, come non apparentata con nessuna altra tendenza della critica in Italia; e per la quale Stefano Agosti non tarderà a fare paragoni con autori come Proust, Eliot e Valery; e del cui acume Stefano Dal Bianco dirà essere il prodotto di una “mente inglobante e totale”, che si avvicina all’autore analizzato con una “serie di circoli ermeneutici”), attività che trasversalmente ha accompagnato tutta la produzione poetica di Zanzotto (e senza la quale è impossibile comprenderla appieno), poi raccolta ed edita in tre differenti tempi: gli scritti sugli autori dell’Ottocento e del Novecento, sentiti come padri (Fantasie di avvicinamento, cit.); gli scritti sugli autori del Novecento, sentiti come fratelli, minori o maggiori, oppure come “altri” (Aure e disincanti del Novecento letterario, Mondadori 1994); gli scritti caratterizzati da una maggiore teoresi sulla poesia, in generale e sulla propria (Prospezioni e consuntivi, in Le poesie e prose scelte, Meridiano Mondadori 1999).
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Tuttavia, alle ere geologiche da sempre la poesia di Zanzotto ha controbilanciato, pascalianamente, la salvezza della poesia, emblematicamente rappresentata dalla “cameretta” di Petrarca: laddove Zanzotto si chiede quale posto ha Il Canzoniere “entro il ritmo, il timbro inafferrabilmente complesso dell’esistenza del poeta”, ne ricava un’intuizione che è facilmente ascrivibile alla sua, di vita: nel crogiuolo di ossimori, prima di tutto esistenziali, e poi stilistici e contenutistici, la cameretta di Petrarca – da leggere infine come una metaforizzazione di Pieve di Soligo –, è ben lungi dall’essere evasione, ma “è indizio della sempre rinnovata postulazione di un senso che chiama da altrove, e appare dunque connaturata alla poesia […]: sia verso l’edificazione delle forme, sia verso lo spazio di un’altra storia” (Petrarca tra il palazzo e la cameretta, 1976, in Fantasie di avvicinamento, cit.). Dal suo osservatorio sul mondo – Pieve di Soligo –, al pari di Leopardi, Zanzotto ha fatto della sua poesia il centro del mondo, avendolo ricondotto a sé, come nessun altro nel Novecento italiano – perché è ormai indubbio che Zanzotto sia il più grande poeta del nostro Novecento, per la qualità della poesia e la portata del pensiero.
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E quale “altra storia” si nasconda dunque Dietro il paesaggio (Mondadori 1951), dietro la rassicurante parvenza della “piccola patria” di sapore holderliniano, lo rivelano molti degli interventi di poetica di Zanzotto, raccolti nelle Prose scelte del Meridiano, nonché la memorabile raccolta di racconto Sull’Altopiano (Neri Pozza 1964), quest’ultima emblematica non solo del rapporto tra poeta e paesaggio, ma anche del futuro rapporto tra scrittore e testo (Bandini), e carica delle microstorie locali che alla fine come in un mosaico compongono la Storia, anzi l’unica storia plausibile, fino alla detonazione esposta in 1944: FAIER, alla bestemmia cioè di un paesaggio che non può ridare la vita a un giovane partigiano, e fare giustizia per il suo sangue innocente versato (e questo non è che un esempio minimo del sempre intenso impegno civile di Zanzotto): “E, anche se non ha più forza di chiamare aiuto, Gino sta in agonia, perdendosi fiotto a fiotto dentro la terra, dalle due ore senza termine di quel tramonto. Egli è assorto nel verde profondissimo del prato della sua infanzia, non può ancora veramente credere che tutto quanto gli era caro e gli sta intorno sia così sordo e duro e inerte, che la sua terra gli stia suggendo, stia riprendendogli tutte le forze”. D’altro canto, sembra suggerire il poeta, la sola storia di cui si può scrivere è alla fine quella di cui si esperisce in qualche modo, direttamente o indirettamente, ed è poi quella che scrive la poesia: in una famosa video-intervista con Carlo Mazzacurati e Marco Paolini (Ritratti. Andrea Zanzotto, Biblioteca dell’Immagine 2001), Zanzotto afferma chiaramente di avere perso la fiducia nella Storia da bambino, quando una zia gli fece notare che era inutile che raccontasse le vicende dei Romani o dei Greci, se non sapeva cosa stesse accadendo in quel preciso istante in un palazzo di Pieve di Soligo. Ed è quello che egli riafferma in una delle prose di poetica, facenti parte di Prospezioni e consuntivi (Prose scelte, cit.): “Da quale prospettiva ci si dovrà collocare per avere una visione panoramica attendibile? Quella di ‘Sirio’ non basterebbe più… oggi del resto si dubita se per caso tutto il processo che noi finora abbiamo sentito come ascendente non sia invece discendente. E non meno giustificata è quella prospettiva per cui sembra che la storia, ipertesa, tra arciarmi e arciproduzione, si avvicini a un punto X, a un momento deflagrante […]. A questo punto l’intervento della poesia, o di un certo modo di intendere la poesia, con relativi risultati, si affaccia umilmente per favorire dei tentativi di diagnosi e prognosi…”  (Il mestiere di poeta, 1965).
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La poesia si pone dunque come vera e unica storiografia possibile. Ma è pur anche il filo rosso della Storia (e della sua violenza) quello che percorre tutta l’opera poetica zanzottiana, dai primi rarefatti emblemi bellici in Dietro il Paesaggio (cit.), alle poesie elegiache dei compagni partigiani morti di Vocativo (Mondadori 1957), e che per strade sotterranee giunge fino al monolite de Il Galateo in Bosco (Mondadori 1978) – primo capitolo della cosiddetta “trilogia”, a cui seguono Fosfeni e Idioma (il primo, un viaggio verso il siderale; il secondo, un viaggio verso il locale, anche linguisticamente parlando) –, laddove “le pendici del Montello […] sono contemporaneamente luogo naturale (il paesaggio primario dell’autore), luogo storico, segnato dagli ossari dei caduti della Prima guerra mondiale, e luogo letterario (lì Giovanni della Casa scrisse il Galateo e in elogio della selva del Montello compose nel 1683 un’ode rusticale Nicolò Zotti)” (Enrico Testa). In questo spazio, dove appunto si stratificano relitti di diversa natura, “ne risulta […] un precipitare dell’io e delle sue personae verso il basso e l’indifferenziato” (Testa), dove residui umani e residui linguistici diventano tutt’uno nel rifondare un senso minimo, dato dalla memoria, e in ultima analisi, dalla poesia: “Sempre più con essi, dolcissimamente, nella brughiera / io mi avvicendo a me, tra pezzi di guerra sporgenti da terra, / si avvicenda un fiore a un cielo / dentro le primavere delle ossa in sfacelo, / si avvicenda un sì a un no, ma di poco / differenziati, nel fioco / negli steli esili di questa pioggia, da circo, da gioco” (Rivolgersi agli ossari…). E anche agli innocenti rubri papaveri di Meteo (Donzelli 1996), scritto in parte nel pieno delle guerre della ex-Jugoslavia, sono emblemi del sangue, e del guastato rapporto tra uomo a natura: “Papaveri ovunque, ossessivamente essudati, / sudori di sangui di ogni / assolutamente / eroinizzato    slombato
paesaggio / sudore spia / di chissà quale irrotta malattia”.
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Allo stesso tempo, dunque, la poesia è testimone dal rapporto tra cultura e natura, tra uomo e paesaggio; rapporto che Zanzotto fu certamente tra i primi, se non il primo, a denunciare nei suoi irreparabili guasti, già ne La Beltà (1968), recensita da Montale, che ne comprese immediatamente la portata epocale, con il suo “rumore della storia, spesso degradata a ‘storiella’, e i perfidi sibili del presente con la sua onnivora mercificazione e dissesti, anche ecologici, del paesaggio” (Enrico Testa). E infatti, in un intervento del 1972 (all’inizio della devastante deflagrazione industriale nel Nord-Est), Zanzotto scrive: “Nel rapporto natura-cultura ho costantemente sentito sia la bipolarità sia la continuità. Così, oggi, di fronte al sadico scempio che si sta facendo della natura, non so se esso sia da imputare del tutto a un tipo di cultura (che pure è aberrante in piena evidenza) o a un male segreto della natura stessa, tale da aver permesso che da lei avesse origine ‘questo’ uomo” (Uno sguardo dalla periferia, in Prospezioni e consuntivi, cit.). Riconosciuto universalmente come il “poeta del paesaggio”, tale definizione dunque rischia tuttavia di essere riduttiva, se diventa una gabbia stereotipica. È pur vero che nella citata intervista con Paolini, Zanzotto afferma la centralità del paesaggio, inteso come luogo, ma sempre in relazione all’esperienza psichica: “Per me il paesaggio è, prima di tutto, trovarmi davanti a una grande offerta, a un immenso donativo, che corrisponde proprio all’ampiezza dell’orizzonte.  È come il respiro stesso della presenza della psiche, che imploderebbe in sé stessa se non avesse questo riscontro. […] Noi in un primo tempo, siamo una specie di centro mobile, che si sposta, con noi stessi, ricentrando gli orizzonti e i limiti. Poi, mano a mano che si accumula una nostra storia psichica, ci accorgiamo di trovarci perpetuamente nascosti dietro il paesaggio – e io ho scritto appunto Dietro il paesaggio – oppure davanti, o immersi in un continuo gioco di ‘trapungere’. Un paesaggio ideato come qualcosa che punge e trapunge e di cui noi siamo una specie di spoletta, che si aggira in mezzo, che cuce… oppure qualcosa che taglia. Quindi, mano a mano che si accumula una nostra storia psichica, noi la depositiamo in questo paesaggio, che all’origine aveva già una sua autorità e che accoglie, poi, le ferite che noi gli infettiamo”. Si direbbe che in Zanzotto il linguaggio sia dunque espressione del rapporto tra questo io-psichico e il paesaggio-realtà. Nel momento della rottura del rapporto con il paesaggio, nasce allora il trauma della rottura con il linguaggio tradizionale poetico, che da La Beltà in poi diventerà “il linguaggio nella sua totalità, come luogo dell’autentico e dell’inautentico” (Stefano Agosti), nella sua irreparabile scissione tra significante e significato, tra vita psichica e mondo.
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L’ultimo Zanzotto registra nelle sue opere poetiche questa irreparabile frattura, forse la prima nella storia, e così profonda, tra uomo e paesaggio, come già avvenuta, e prospettando alla fine una salvezza nella sussunzione biologica/geologica nella Natura: in Sovrimpressioni (Mondadori 2001), infatti, “paesaggio e soggetto sono ora entrambi nella stessa barca: ci sono e non ci sono. Il personaggio in scena è un anziano signore, la cui mente è data per difettosa, mentre il fronte della natura, annichilito dai non-luoghi, è come se si sublimasse in un oggetto di percezione pura, e i messaggi che ci manda sono non-messaggi che provengono da un altrove tanto temporale quanto spaziale” (Stefano Dal Bianco). Memorabile in questo senso l’incipit della seconda parte poemetto Ligonàs: “No, tu non mi hai tradito, [paesaggio] / su te ho / riversato tutto ciò che tu / infinito assente, infinito accoglimento / non puoi avere: il nero fato/nuvola / avversa o della colpa, del gorgo implosivo”. Queste stesse “istanze costruttive e organiche del cosmo” (Dal Bianco), si ritrovano anche nel libro-testamento Conglomerati (Mondadori 2009), rappresentate sotto la veste dell’altrettanto eterno disordine; ma il libro è anche la rappresentazione di un viaggio ultramondano di matrice dantesca, che non a caso finisce però con una parola montaliana, “assenzio”, e una poeticamente universale, “silenzio”.
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Per concludere, in una lettera-saggio a Berardinelli del 1998, intitolata in origine Tra passato prossimo e presente remoto (in Prospezioni e consuntivi, cit.) – titolo poi modificato non a caso in Dai campi di stermino allo sterminio dei campi (Liberal libri 1999) –, rimangono di Zanzotto queste parole, che hanno ora valore definitivo di consuntivo: “Ho continuato sopraffatto ed esaltato ad un tempo, in questo mio atteggiamento verso l’ambiente e, se mi è capitato ben presto di sottolineare una pari minaccia sovrastante il luogo e la lingua, devo però precisare che solo con il procedere degli anni Settanta e particolarmente dopo la metà degli anni Ottanta questa minaccia si è trasformata in reale devastazione. […] La catastrofe dei luoghi e appunto dei ‘sogni’ […] è anche catastrofe dei campi, cioè della memoria, nella quale i tempi si dispongono secondo un ordine: se si fosse conservata la memoria che il progresso scientifico e tecnico era frutto della civiltà umanistica […], non si sarebbe perso di vista del tutto il nucleo utopico, […] tale […] da rendere necessario il progetto di un qualche ‘senso di realtà’. […] Se pensiamo però che la scienza-tecnica ad alta efficacia ha solo poco più di tre o quattro secoli, vediamo che sicuramente c’è ancora una lunghissima strada da fare prima di riarmonizzare le dissonanze che necessariamente in questo periodo essa ha provocato, avendo in vista nuovi assetti del mondo. Per esempio, armonizzare il tempo storico e il tempo biologico o, ancor meglio, geologico e cosmologico: noi constatiamo con quanta difficoltà le teste umane recepiscano la nostra vera condizione, specie quelle dei ‘potenti’. Se questi pensassero che dominano un pianetino, un bruscolo periferico in un’estrema galassia e che dopo tutto hanno solo quello, il loro atteggiamento sarebbe più sanamente depresso (direbbe Hillman)”. Buona eternità, dunque, ad Andrea Zanzotto, poeta di Pieve di Soligo e del mondo: infine anche il Novecento ha avuto la sua Recanati, qui e ora.
Giovanna Frene
*Opere principali di Andrea Zanzotto (poesia, saggistica, interviste)
Dietro il paesaggio (Mondadori 1951)
Elegia e altri versi (Edizioni della Meridiana1954)
Vocativo (Mondadori 1957)
IX Ecloghe (Mondadori 1962)
Sull’altopiano (Neri Pozza 1964)
La Beltà (Mondadori 1968)
Gli Sguardi i Fatti e Senhal (Mondadori 1969)
A che valse? (versi 1938-1942) (Scheiwiller 1970)
Pasque (Mondadori 1973)
Filò. Per il Casanova di Fellini (Edizioni del Ruzante 1976)
Il Galateo in Bosco (Mondadori 1978)
Fosfeni (Mondadori 1983)
Idioma (Mondadori 1986)
Fantasie di avvicinamento (Mondadori 1991)
Aure e disincanti nel Novecento letterario (Mondadori 1994)
Meteo (Donzelli 1996)
Le poesie e prose scelte (Mondadori “I Meridiani” 1999)
Sovrimpressioni (Mondadori 2001)
Eterna riabilitazione da un trauma di cui s’ignora la natura (Nottetempo 2007)
Viaggio musicale (Marsilio 2008)
Conglomerati (Mondadori 2009)
In questo progresso scorsoio (Garzanti 2009)
Tutte le poesie (Mondadori 2011)
Ascoltando dal prato. Divagazioni e ricordi (Interlinea 2011)
Haiku for a season / Haiku per una stagione (Chicago-Londra 2012)
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[Il saggio è stato pubblicato nel “Notiziario bibliografico”, Periodico della Giunta regionale del Veneto, n. 67, giugno 2013, pp. 49-52]
*La fotografia in copertina di Andrea Zanzotto è tratta da qui
L'articolo “Forse c’è un male segreto nella natura che ha permesso l’origine di questo uomo…”. Andrea Zanzotto, oltre il paesaggio proviene da Pangea.
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