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rivoluzionaria · 22 hours
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"Eppure lui era una di quelle persone che sapeva provare l'amore di tutti i baci di Nuovo Cinema Paradiso e, al contempo, l'amara verità delle lacrime di Totò. Una di quelle persone che in ogni bozza, nelle cose taciute, tra grafite e candore, conservava un po' di sé, un po' di me, un po' di te.
Una di quelle che poi si perdeva nelle storie degli altri solo per vedere se certe cose avevano il coraggio di succedere davvero. Una di quelle persone che spesso fissava il sole fino a voler bruciare gli occhi e ogni loro pensiero; una di quelle che ascoltava la musica perché sapeva che ogni parola scritta, per resistere al tempo, doveva vibrare in armonia sopra un'accordo.
Una di quelle persone capaci di rendersi Primavera tra le mani del Botticelli; una di quelle in grado di ascoltarti con lo stesso silenzio assordante di Roma deserta durante il lockdown, che quasi riuscivi a sentire le voci di tutti i desideri del mondo dentro Fontana di Trevi."
— manuela g.
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rivoluzionaria · 22 hours
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“Di colpo mi accorsi che i lineamenti del suo viso somigliavano terribilmente alle strade che avevo percorso per una vita intera; la via della scuola elementare, il vialetto alberato verso casa dei nonni, la salita del maneggio le domeniche pomeriggio, l’autostrada che tutte le estati mi portava alla casa al mare. Capii che, forse, quel ‘senso di famiglia’ lo proviamo quando incontriamo qualcuno il cui sguardo sembra esser stato disegnato da ogni passo che abbiamo compiuto.”
— manuela g.
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rivoluzionaria · 22 hours
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Chissà se lo sai che mi hai dato qualcosa che non sapevo di volere, e adesso non so più come smettere di volerlo.
— manuela g.
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rivoluzionaria · 2 days
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𝙻𝚊 “𝚏𝚊𝚗𝚝𝚘𝚖𝚊𝚝𝚒𝚌𝚊 𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚊 𝚍𝚒𝚜𝚝𝚊𝚗𝚣𝚊” 𝚍𝚒 𝙴𝚒𝚗𝚜𝚝𝚎𝚒𝚗.
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“ll misterioso fenomeno dell’Entanglement (dall’inglese, “groviglio”, “intreccio”), che ancora nessuno è riuscito a dimostrare in modo diretto, è come un intreccio invisibile, un abbraccio che unisce l’esistenza di due sistemi fisici anche molto lontani fra loro nello spazio e nel tempo.
“Quando due sistemi entrano in interazione fisica temporanea, a causa di nota forza tra loro, e dopo un tempo di influenza reciproca questi vengono nuovamente separati, non possono più essere descritti nello stesso modo di prima. Qualsiasi azione fatta su uno finisce per alterare istantaneamente anche l'altro.”
Einstein la definì come una “inquietante azione a distanza” tra le parti che, una volta entrate in contatto, mantengono il loro contatto anche se lontane per miglia. Le coppie di particelle, infatti, si comportano come monete magiche in grado di far uscire sempre testa o croce in sinergia, a prescindere dallo spazio che le separa: possono cioè “allontanarsi fino alle estremità opposte dell'universo, e comportarsi lo stesso all'unisono”. 
Sebbene queste particelle non siano fisicamente connesse, sono comunque in grado di condividere istantaneamente le informazioni tra loro. Questa teoria esce dai canoni della fisica classica secondo cui nessuna informazione può essere trasmessa più velocemente della velocità della luce.
Eppure credo fortemente che due energie possano realmente subire l’influenza l’una dell’altra, una volta entrare in collisione. Quasi si creasse un ricordo, una memoria in grado di cambiarle e tenerle legate per sempre.”
— manuela g.
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rivoluzionaria · 2 days
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"[...] Ma lui era bravo a regalarmi solo pochi istanti intensi e laconici, come quel suo nome che non sapevo pronunciare senza che il mare poi se lo riprendesse; vaglielo spiegare ad un'onda che in certe rive si può anche restare."
— manuela g.
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rivoluzionaria · 2 days
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Chissà se lo sai che mi hai dato qualcosa che non sapevo di volere, e adesso non so più come smettere di volerlo.
— manuela g.
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rivoluzionaria · 3 days
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“E se tu arrivassi diciamo per caso, diciamo senza preavviso, tipo ora, io ti saluterei con un ‘Ciao, straniero’ soltanto per farti un complimento, per ricordarti quanto bella è questa tua estraneità alla realtà comune che ci vuole schiavi nella mente e soldati nel cuore. Perché uno come te è un idealista che non ci sta in un cassetto; uno come te se fa un sogno ad occhi aperti, sveglia anche me. Uno come te immagina di comporre musica sui fili dell’alta tensione solo per farla ascoltare anche al cielo. Uno come te riesce a diventare l’alba di Istanbul per disegnare i confini dell’altra metà di Roma. E a volte poi mi chiedo, chissà se lo sai che dal finestrino di qualunque mio viaggio, il paesaggio oltre il vetro sei sempre tu. Chissà se lo sai che io davvero non lo so come fare per diventare ciò che ti manca. Chissà se lo sai che mi hai dato qualcosa che non sapevo di volere, e adesso non so più come smettere di volerlo.” — manuela g.
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rivoluzionaria · 3 days
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Lui somiglia tanto ad uno di quei paesaggi che si scorgono dal finestrino di un treno; uno di quei posti che ti fanno pensare “lasciatemi vivere lì per sempre”.
— manuela g.
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rivoluzionaria · 5 days
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“Verranno giorni in cui non avrai bisogno di me, bisogno del mio amore. Verranno giorni in cui avrai il desiderio di camminare da solo, giorni in cui sarai faccia a faccia con la tua vita, giorni in cui correrai per perderti e poi ritrovarti. Saranno i giorni in cui ti terrò per mano senza però stringertela, in cui ti seguirò restando in silenzio, un passo indietro, come un padre che ti insegna ad andare in bicicletta senza rotelle. A volte ti volterai per assicurarti che io ci sia ancora, che non abbia lasciato la presa. Vorrai essere certo che puoi farcela, perché io ce la faccio insieme a te; senza accorgerti di stare già pedalando anche senza alcun aiuto, anche senza il mio sorriso che ti sorride lo stesso, anche senza le mie braccia aperte che non ti sfiorano ma ti tengono.” — manuela g.
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rivoluzionaria · 8 days
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Caro te, ti racconto una storia. Fin dai tempi di Michelangelo, gli scultori avevano l'abitudine di nascondere i difetti delle loro opere colando cera fusa nelle fessure per poi coprirla con polvere di marmo. Il metodo era però considerato un inganno e, quindi, qualunque scultura ‘sine cera’ (senza cera) era considerata un'opera d'arte perfetta, pura, autentica. Questa espressione latina coniò, successivamente, il termine ‘sincero’; ancora oggi, a volte, firmiamo le lettere con ‘sinceramente’ per assicurare all'altra persona che il contenuto del messaggio sia vero, schietto, non contraffatto, appunto ‘sine cera’. Ho pensato a quanto impegno mettiamo, ogni giorno, nel riempirci di cera davanti a chi amiamo, per la paura che, sfregiati, non saremmo amati per quelli che siamo davvero. Quante volte restiamo lì, a fissare il soffitto, a guardare fuori dal finestrino di un autobus, un panorama, un tramonto, con un solo, unico pensiero: «C’è qualcuno disposto a stringere queste mie mani, i suoi graffi, la pelle ruvida, ‘sine cera’?». Perché forse è questo il nostro desiderio più profondo. Trovare un “tu” davanti a cui, con pudico tremore, scoprire le nostre crepe ’sine cera’. — manuela g.
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rivoluzionaria · 15 days
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Lo straordinario virtuosismo di Bernini.
Si racconta che il Gian Lorenzo Bernini era solito lasciare un bottone mezzo slacciato nelle sue sculture. Forse un semplice vezzo, probabilmente uno splendido tratto distintivo che sostituiva la firma dell’artista.
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rivoluzionaria · 15 days
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“volevo dirti, sai, che sei devastante anche quando ti volti e te ne vai, che le tue spalle si trasformano nel luogo in cui vengono alla luce le onde di tutti i mari del mondo, che la tua schiena sembra nata fra le mani del Bernini, che le tue braccia disarmano qualunque forma d’arte, e la tua pelle, di marmo e candore, sa animare il David, e sottrargli qualsiasi gloria.” — manuela g.
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rivoluzionaria · 15 days
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Puoi trascrivere un estratto del tuo libro?
“Ti diranno che tutto passa. Ti diranno che tutto passa ma non ti diranno dove. Passerà nelle vene, nelle ossa, tra i contorni del tuo viso, in ogni muscolo, in ogni goccia di sangue, tra i tuoi sorrisi, nelle tue lacrime, attraverso quel vuoto che scaverà nello stomaco. E passerà senza pietà, senza chiederti il permesso. E passerà, e ti cambierà. E resisterai, e passerà. Avrai nuovo inizio, un’altra vita, un altro amore. Ma nelle giornate no, in un momento di crisi, in un attimo di debolezza… beh, solo una cosa ti tornerà alla mente. Un segno sul cuore, una cicatrice rimarginata ma mai guarita. Il desiderio più grande, una stella cadente, la monetina lanciata nella fontana, le striature bianche nel cielo. Un nome e un paio d’occhi. Perché, bambina mia, alcune cose finiscono. Ma altre, semplicemente… finiscono di meno. E saranno l’eco assordante del silenzio con cui fingerai non ne sia mai valsa la pena. Vedrai la tua stessa casa bruciare, senza poter far nulla per salvarla. Ti sentirai stupida quando ascolterai le stesse vecchie canzoni, quando avrai paura del buio e ancora di più della luce, quando piangerai in mezzo alla gente con gli occhi asciutti. Ma proprio in quelle giornate no, in quei momenti di crisi, in quegli attimi di debolezza… quando vivere non ti basterà più, allora ricorderai. E scaverai nel tuo passato, e ti farai del male. Lo farai. Dovrai. Perché dimenticare è impossibile. E ricordare è il solo modo che esiste per imparare a non farlo più.”
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rivoluzionaria · 15 days
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rivoluzionaria · 15 days
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"Eppure lui era una di quelle persone che sapeva provare l'amore di tutti i baci di Nuovo Cinema Paradiso e, al contempo, l'amara verità delle lacrime di Totò. Una di quelle persone che in ogni bozza, nelle cose taciute, tra grafite e candore, conservava un po' di sé, un po' di me, un po' di te.
Una di quelle che poi si perdeva nelle storie degli altri solo per vedere se certe cose avevano il coraggio di succedere davvero. Una di quelle persone che spesso fissava il sole fino a voler bruciare gli occhi e ogni loro pensiero; una di quelle che ascoltava la musica perché sapeva che ogni parola scritta, per resistere al tempo, doveva vibrare in armonia sopra un'accordo.
Una di quelle persone capaci di rendersi Primavera tra le mani del Botticelli; una di quelle in grado di ascoltarti con lo stesso silenzio assordante di Roma deserta durante il lockdown, che quasi riuscivi a sentire le voci di tutti i desideri del mondo dentro Fontana di Trevi."
— manuela g.
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rivoluzionaria · 15 days
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“Caro te, chi l’ha detto che le cose che abbiamo lasciato a metà siano da buttare, che quella parte di vita non vissuta metta in discussione l’incanto della realtà che l’ha preceduta? Chi l’ha stabilito che la bellezza non possa celarsi anche nelle cose ‘non finite’? Per Michelangelo l’incompiuto consisteva sia nel non levigare le superfici delle sue sculture dando loro un valore espressivo, sia nel lasciarle immerse per metà nel marmo. Nella Pietà Rondanini l’artista avverte il contrasto spirito-corpo in modo così intenso e lancinante da lasciare in sospeso il genio della sua ultima opera. Ed è proprio questo suo ‘non finito’ a creare la massima tensione possibile tra la materia e la forma, lasciando, quest’ultima, prigioniera della prima. Paradossalmente possiamo dire che quello che sembra incompleto, in verità, è ciò che più ci sia di integro e finito. Citando Schubert, anche lui lasciò incompiuta la Sinfonia n. 8 in si minore. Il musicista era convinto che i due movimenti della composizione conducevano in sé una perfezione tanto immensa da bastare da soli, incanto lirico di una completezza incapace di desiderare una fine diversa.
Forse io e te ci nasconderemo per sempre nella roccia mai scolpita di Michelangelo, o tra gli spazi vuoti della partitura di Schubert. Forse saremo quella metà eterea, il ‘non finito’ ai confini di un tempo che ci tratterrà, eternamente, a metà tra la terra e il cielo.”
— manuela g.
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rivoluzionaria · 16 days
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“Lo sentii ridere e improvvisamente fu come se la luce del sole avesse sentito il bisogno di attraversare le pareti sconsacrate del mio cuore per forgiarle in rosoni di una cattedrale.”
— manuela g.
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