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ninoelesirene · 9 days
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Ci vorrebbe così poco
ma forse non è poco;
il nostro poco
non è il poco degli altri,
il nostro tanto
non il loro tanto.
Serve il giusto
il giusto che sia giusto.
Non sia tanto
non sia poco,
che sia giusto
il giusto tutto nostro.
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ninoelesirene · 10 days
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Di tutti gli istanti che ricordo con esattezza, mi piacerebbe fissare quello in cui ho cominciato a stare meglio. Vorrei fosse uno spartiacque, come gli snodi di un processo o le date che dividono le epoche storiche. A che pagina, di preciso, inizia il capitolo?
Ma la serenità è un sentimento generoso: preferisce, rarefatta, diffondersi in tutte le direzioni, invece che incunearsi sotto la carne come hanno sempre fatto i dolori. La pace interiore accetta di esistere e fare bene venendo dimenticata, come una madre giusta.
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ninoelesirene · 20 days
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Se ti tocca la sorte di affacciarti molto giovane (e tuo malgrado) sull’abisso nascosto in qualcuno che ami, puoi imparare con il tempo a prevedere l’arrivo dell’oscurità, a sentirne la pressione sulle tempie, senza lasciare che ti paralizzi.
La fragilità di chi amiamo oggi è uno specchio che fa emergere anche le nostre debolezze, e in quel riflesso è custodito il segreto che, con un po’ di fortuna, un giorno potrà insegnarci ad amare meglio chi verrà domani, noi stessi compresi.
L’amore maturo va incontro alle tenebre, non cambia strada se la via si dissesta, non storna lo sguardo se la cornice si sfalda, non si allontana quando il sentimento diventa sghembo. Chi ama compiutamente sorride all’apollineo, ma ancor di più al dionisiaco; chi ama bene accoglie la fatica e delle stanze buie altrui (e proprie) si fa inestinguibile luce.
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ninoelesirene · 20 days
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Non voglio niente di meno.
[77 anni fa]
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Il 7 aprile 1947, 75 anni fa, i miei nonni materni si sono sposati, stabilendo per sempre la mia idea di bellezza.
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ninoelesirene · 27 days
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Ho cominciato a stilare una lista, l’ho chiamata “la lista dei contrari profondi”. Funziona più o meno così: ogni idea, concetto, emozione importante dell’esistenza ha un contrario semantico, che è quello che troviamo dentro al dizionario e un altro più nascosto, che è quello che troviamo dentro di noi.
Ho identificato finora tre coppie, ma aggiornerò la lista, man mano che nuovi “contrari profondi” emergono:
Il contrario della morte non è la vita, il contrario della morte è l’amore;
Il contrario della perfezione non è il difetto, il contrario della perfezione è la realtà;
Il contrario della tristezza non è la felicità, il contrario della tristezza è il mare.
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ninoelesirene · 28 days
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In fondo accettare che una cosa non è possibile significa riconoscere che molte altre lo sono.
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ninoelesirene · 30 days
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Facciamo passi verso noi stessi di cui non comprendiamo subito il significato. Sembrano scelte come altre, fatte per motivi estemporanei, e sono invece un improvviso coagulo di salvezza; una salvezza paziente, che arriva da lontano e si conficca nel suolo come una saetta. Essa attende i nostri piedi nudi, pronta a essere vista, pronta a dirci, finalmente, che anche noi vogliamo essere visti.
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ninoelesirene · 1 month
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Ricordo tutto ciò che non è stato detto bene
Ricordo tutto ciò che non è stato detto
Ricordo tutto ciò che non è stato
Ricordo tutto ciò che non è
Ricordo tutto bene.
[forse]
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ninoelesirene · 1 month
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Quando vedi o fai una cosa bella, ti vengono in mente in automatico una, due, al massimo tre persone con cui vorresti condividerla. È un ottimo modo per capire chi conta davvero.
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ninoelesirene · 2 months
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C’era una volta una locomotiva. Aveva paura di lasciar andare. Non le piaceva lo stridore dei binari, né il rombo sordo delle gallerie. Pensava che allungare il convoglio, agganciando via via alle sue spalle i vagoni preferiti incontrati nel cammino, l’avrebbe mantenuta stabile e sicura.
Un giorno, però, uno dei vagoni si ribellò. Emanò un fischio improvviso, gridando: “io non voglio essere solo un vagone, io sono una motrice!”.
La locomotiva, sgomenta, cominciò a sentirsi ballonzolare a destra e sinistra e si rese conto che il vagone s’era messo d’impegno per sganciarsi, esponendo l’intera carovana alla possibilità di deragliare.
“Come è possibile? - gridò - ti ho portato con me per tutto questo tempo, facendomi carico del tuo peso, senza dire nulla! Cosa ho fatto di sbagliato?”
“Non ti sei accorta che il tuo compito, come il nostro, è quello di guardare avanti, e non ti sei accorta che, avendoci alle tue spalle, non hai potuto capire chi volesse restare e chi, invece, aveva altri progetti.”
“Ma se ci separiamo sarà una catastrofe! Se una cosa finisce è morta.”
“Ti sbagli, la catastrofe è di chi rallenta il suo percorso verso l’unica direzione possibile: il domani” e, dicendo così, assestò un colpo più forte, staccandosi dal convoglio e lanciandole un fragoroso bacio.
“Ti voglio bene” disse, mentre innescava i motori pronto a imboccare il prossimo scambio.
La locomotiva era attonita, ma non poté fare a meno di notare che era più leggera e poteva articolare meglio i movimenti. Le curve erano fluide, il cigolio meno invadente. Stava andando più veloce.
Rimase sospesa dentro se stessa per qualche minuto. Pensò a chi avrebbe davvero voluto con sé. Il convoglio procedeva per inerzia, con la velocità accumulata dopo la separazione, poi, a un tratto, senza pensarci e con il cuore che le batteva all’impazzata, la locomotiva tirò la leva che l’avrebbe sganciata anche da tutti gli altri vagoni ed esclamò: “io sono libera e voi siete liberi. Non siamo vagoni, siamo motrici. E a volte siamo stazioni, altre destinazioni.”
La carovana cominciò a sfaldarsi con un gran fragore che sapeva, però, di un inizio. Era simile a un Big Bang ferroviario.
Non potendosi voltare, la locomotiva accettò di non sapere con certezza quali vagoni l’avrebbero seguita verso una meta comune; ma andava bene così. Urlò un fortissimo “grazie!” in direzione del vagoncino ribelle, che ormai procedeva spedito, verso Ovest.
Quel binario era suo e suo soltanto, ora. E non era la fine.
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ninoelesirene · 2 months
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7 marzo 1983 (io me lo ricordo, e questo basta).
Nel 2021 mio nonno avrebbe compiuto 100 anni. È nato il 30 o 31 luglio - non si è mai capito - del 1921. L’ho conosciuto, ma non lo ricordo perché è morto che avevo 8 mesi. Di lui però ho sentito molto parlare. Il sorriso perfetto e le mani grandi, la forza d’animo e di corpo, la casa natale davanti a quella di Masaccio e la somiglianza incredibile con mamma erano temi ricorrenti nei discorsi di mia nonna. Pochi giorni fa mi sono riappropriato di un suo anello, sopravvissuto a traslochi, passaggi di mano e vite perdute. Fu ricavato negli anni ‘40 dalla fusione di una moneta d’argento e ci sono impresse le sue iniziali. PD. Potrebbero voler dire altro e invece significano Deserto Pierallini (a ben guardare la D sta davanti alla P).
“L’amore donato un giorno è donato per sempre”, mi ha ricordato qualcuno oggi. È così. E io me lo tengo stretto, con la memoria e con le parole e con le iniziali e con gli anelli fighi che mi stanno anche bene. Nella giornata dei nonni e sempre.
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ninoelesirene · 2 months
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Lo stesso balzo è un passo da gigante e un salto mortale.
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ninoelesirene · 2 months
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“Che tristezza questa ridicola retorica del ‘Io sono fatt* così’, perché nella maggior parte dei casi ‘tu’ sei fatt* male o quantomeno sei fatt* come altri milioni; non sei originale, non sei controcorrente.
Invece mi innamora chi cambia, chi ragiona, chi afferma se stesso sì, ma come qualcosa in movimento; e mi incanta chi cambia me, chi mi aiuta a capire ragionando, chi non mi asseconda e non si asseconda.
Oggi sono un altro, ma non mi ci abituo.”
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ninoelesirene · 2 months
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Se c’è una luce in fondo al buio, esiste anche una profondità oscura dove essa si perde. Se guardiamo dritto, con coraggio, riusciamo a distinguere il modo in cui, avvicinandovisi, i raggi si rarefanno e le lasciano il posto. Quel luogo remoto merita amore. Non solo lo merita, lo chiama, lo invoca e vuole essere raggiunto: insieme nel fulgore e insieme nel silenzio assordante delle tenebre.
Certe volte il cielo di Roma è così azzurro che vorrei tu lo vedessi con i miei occhi.
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ninoelesirene · 2 months
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Potrei dare un nome alla tua morte. Essa è nata quando sei partita. Troppo vicina al cuore, l’ho tenuta stretta in braccio ed è bastato un attimo per vederla camminare, sentirla colmare ogni stanza con la sua voce muta.
Un giorno alla volta, ha imparato le maniere, ascolta, apprende, evolve e si ripara ancora alle mie spalle, se l’occasione lo richiede. Parlo di lei agli amici, racconto di come a casa si alzi sulle punte, agiti le mani, faccia piroette, legga poesie in cima a una sedia, pur di farsi ricordare.
È ormai adulta questa morte e le ho dato un nome. Guarda avanti, si allontana e mi stupisco a ogni suo passo. Finalmente ci bastano le mani e conoscere, noi soli, cosa sia per me la vita, senza più intorno la tua.
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ninoelesirene · 2 months
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Le cose belle spesso non sono vere, ma le cose vere, proprio in quanto vere, sono sempre belle.
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ninoelesirene · 2 months
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Ho notato che dimentico le cose. Piccole e grandi, recenti e passate. Le dimentico, proprio le cancello. Ho pensato che bevo troppo e non ho più 20 anni, che mi distraggo facilmente, attratto da tutto e da niente davvero. Non è mai successo, anzi, al contrario, ho lasciato che la memoria mi rincorresse tutta la vita, come un terra-aria che non ti molla finché non esplodi. Date, odori, date, canzoni, date, l'inclinazione della luce che entra dalla finestra, date, un temporale, date, un ballo notturno, un abbraccio notturno, un bagno notturno; e date, date, date. Se penso anche solo al mese di febbraio, l'ho visto gradualmente popolarsi di spillette: 10, 13, 14, 17, 19, 28. Ogni anno un segno nuovo sul mese più corto e più potente per me, insieme a giugno e a luglio. Non sono per forza cicatrici, anche solo segni di un passaggio. I was here, we were here. Ora invece molta roba passa e basta. Sarò mica esploso? Forse, ma il battito del tuo cuore, il modo in cui attraversa la stoffa, riscalda la mano e riempie l'orecchio come un metronomo antico e futuro, non passa mai. E se non ricorderò chi sono, ricorderò almeno con chi ero.
"We were together, I forgot the rest."
Walt Whitman
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