Tumgik
nanabianca · 6 years
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Nana Bianca su La7: protagonisti Instal e Vino75
Sono due startup nate e cresciute in Nana Bianca le protagoniste delle prime puntate di StartupItalia!, la rubrica in onda su La7 che racconterà le storie di imprese e startup attive sia sul mercato italiano che globale.
Parlare di innovazione digitale in Italia significa parlare di persone che si sono messe in gioco, hanno rischiato e hanno portato anche altri a credere nei loro progetti. Che sono riuscite a far diventare realtà i loro sogni, con l’impegno quotidiano e la determinazione a raggiungere gli obiettivi.
Ogni sabato alle 12.45, Magazine 7 ospita la rubrica StartupItalia! L’obiettivo? Portare sul piccolo schermo le realtà imprenditoriali più innovative del Paese e raccontare le loro storie.
Barbara Gasperini, giornalista e autrice televisiva di Lo Stato Social, docufilm per SkyTg24, e CODICE su Rai Uno, con Andrea Nardi Dei.
Le prime due, andate in onda il 31 marzo e il 7 aprile, hanno visto protagonisti Instal e Vino75, che hanno raggiunto dei traguardi importanti proprio negli ultimi anni.
Instal, un Mobile Ad Network incentrato sul performance marketing, si è aggiudicata il premio EY come migliore startup italiana dell’anno 2017. È stata una delle prime realtà in Italia a capire l’importanza di raggiungere gli utenti ovunque e in ogni momento, sviluppando per questo un’attenzione particolare al mobile marketing. Come?
Abbiamo pensato di lasciarlo spiegare direttamente a Filippo Satolli, co-founder e COO di Instal:
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Vino75, invece, si è aggiudicato il premio speciale sul Food allo StartupItalia! Open Summit e, poco più di un anno fa, ha chiuso con un aumento di capitale di un milione e mezzo di Euro guidato da Invitalia Ventures e Sici Sgr. Grazie al digitale ha portato le cantine italiane al di là dei confini regionali e nazionali, stringendo un accordo con il colosso cinese Alibaba.
Ma cosa c’è alla base del successo di Vino75? Sicuramente la capacità di mettersi dalla parte del consumatore, soprattutto quello più inesperto nell’acquisto di vino online. Come? Grazie ad un efficace sistema di filtri che aiuta l’utente a orientarsi tra la vasta offerta presente sulla piattaforma.
Curiosi? Ce ne parla Andrea Nardi Dei, co-founder & CEO:
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nanabianca · 6 years
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Nana Bianca entra in StartupItalia!
Il 19 aprile presso i Frigoriferi Milanesi, in occasione dell’evento di lancio di #SIOS18, StartupItalia! annuncia l’ingresso di Nana Bianca nella società e invita imprenditori e stakeholder dell’economia digitale a dialogare con le startup su molteplici temi: dai Finanziamenti agli Incentivi passando per Open Innovation e Internazionalizzazione, fino ad arrivare alla Trasformazione Digitale.
Con ben 8 mesi di anticipo, l’appuntamento presso i Frigoriferi Milanesi apre il primo capitolo di #SIOS18 che si terrà il 17 dicembre a Milano al Palazzo del Ghiaccio di Via Piranesi.
Per David Casalini, fondatore e amministratore di StartupItalia!, è un gran punto di partenza:
Vogliamo costruire lo StartupItalia! Open Summit 2018 insieme a tutto il nostro ecosistema: studenti, sviluppatori, fondatori ma anche ricercatori, imprese tradizionali e naturalmente investitori e farne un’edizione che porti l’innovazione nel nostro Paese.
Nana Bianca vuole far parte di tutto questo, con con una sinergia fondamentale che mira a supportare l’intero ecosistema delle startup italiane. Con il 38% di capitale, Nana Bianca è infatti entrata nella società.
Commenta così questa scelta Paolo Barberis:
David è uno dei pionieri di Internet. Era su Internet persino prima che lo portassero in Italia. Con Alessandro, Angelo e Jacopo abbiamo fondato DADA e nel 1998 all’inizio del nostro percorso, abbiamo incontrato David, uno dei pionieri di internet. Siamo quindi felici di affiancare il team di StartupItalia! nel percorso di crescita e di posizionamento in Italia, nonché orgogliosi di aver scelto di investire in un progetto che mira a creare un ecosistema fatto di imprese e di piccoli team che sanno innovare e rinnovarsi molto velocemente.
Noi come Nana Bianca abbiamo scelto di investire in questa piattaforma, nella qualità del Team e vogliamo contribuire alla crescita. Questo è un passaggio fondamentale per supportare anche quella dell’intero ecosistema delle startup italiane.
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nanabianca · 6 years
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Influencer marketing: cos’è e quali saranno i prossimi trend
Si sente sempre più spesso parlare di influencer marketing, intendendo con ciò le attività volte a vendere o promuovere prodotti o servizi attraverso quelle persone che hanno la capacità di influenzare qualcun altro nei comportamenti e nell’esperienza di acquisto.
Ma chi è l’influencer? E come possiamo coinvolgerlo nella nostra strategia aziendale?
Prima di tutto, bisogna ricordarsi che si tratta sempre di una persona. E questo viene prima della sua capacità di persuasione, dei suoi follower e dei contenuti che veicola. Per questo, trovare il giusto influencer significa trovare qualcuno la cui credibilità sia forte e la cui immagine sia autentica.
A differenza delle celebrities, gli influencer possono essere ovunque e chiunque. Ed è questo che li rende influenti su gran parte dei loro seguaci sul web e sui social media, il fatto di essere potenzialmente una persona come le altre. Un influencer può essere un fotografo famoso su Instagram, un blogger esperto di cybersecurity che condivide le sue idee su Twitter o un marketing executive ritenuto autorevole dalle sue cerchie su LinkedIn.
Sempre più aziende li cercano e li vogliono coinvolgere nella loro strategia di marketing, ma perché? Gli influencer vengono riconosciuti dagli utenti come degni di fiducia e per questo in grado di stimolare maggiore engagement, che può tradursi in più vendite o più brand awareness. Un brand, inoltre, può scoprire grazie agli influencer un nuovo segmento di consumatori, caprine gli interessi e definire il pubblico dei suoi prodotti o servizi.
Oltre che sulla fiducia, l’influencer marketing fa leva sull’attenzione che gli utenti danno ai contenuti creati da persone piuttosto che da brand.Secondo i dati forniti da Moat Analytics, i contenuti creati da influencer attirano maggiore attenzione rispetto al tradizionale display advertising, addirittura fino a 2:20 minuti rispetto a una media di 19.2 secondi.
Per questo motivo, alla base di un piano di influencer marketing che si rispetti deve esserci una vera e propria strategia volta a individuare l’influencer più adatto alla nostra attività. Uno dei passaggi chiave è l’analisi qualitativa e quantitativa dell’account, per poi passare a individuare le modalità in cui veicolare il messaggio e la piattaforma da cui farlo. The right content in the right place, insomma. Infine, la misurazione delle performance è fondamentale per poter capire cosa ha funzionato e cosa no, tirando le somme della strategia adottata e non dimenticandosi di pensare long-term.
Tuttavia, le cose nel marketing cambiano molto in fretta. Figurarsi nell’influencer marketing, settore nato da pochi anni che sta vivendo il suo momento apice.
Per questo motivo abbiamo pensato di chiedere a chi con gli influencer lavora tutti i giorni: Sheila Salvato, co-founder di Hoopygang, tech company in orbita intorno a Nana Bianca e dedicata interamente al social influencer marketing.
Sheila, come è cambiato e sta cambiando il mondo degli influencer? E che conseguenze ha su chi fa influencer marketing?
Siamo passati dall’influencer marketing celebrity-driven a quello dei micro e middle influencer. Mentre prima si seguivano maggiormente le celebrità e gli influencer con milioni di follower, oggi, con la crescita del bacino di utenti millennial, si è passati ad una maggiore autorevolezza degli influencer micro e middle, persone che hanno un seguito tra i 10k e i 200k.
Recenti studi hanno dimostrato come i Millennial siano molto più inclini ad ascoltare i creator, infatti ben il 70% di loro ha dichiarato di preferire prodotti promossi da micro influencer e solo il 3% si è detto incline all’acquisto di prodotti con endorsement di una celebrità (fonte: CollectiveBias).
Per chi fa il nostro lavoro le cose sono ovviamente cambiate, il bacino di influencer con cui collaborare si è allargato e sebbene possa sembrare più semplice trovare creator con cui lavorare in realtà è il contrario.
Bisogna saper selezionare il giusto influencer per un brand, conoscere le sue attività, la sua audience di riferimento e se questa si adatta all’azienda cui vogliamo proporlo. Durante la selezione dobbiamo anche fare attenzione agli account con decine di migliaia di follower e pochissimo engagement. Per questo abbiamo sviluppato il nostro software proprietario che permette di accedere ad un database di oltre 3 milioni e mezzo di creator in tutto il mondo.
Non solo, bisogna anche creare dei rapporti relazionali a lungo termine. Non si deve lavorare più per singole campagne ma creare un clima di fiducia e collaborazione continuativa con i creator. Il nostro obiettivo è quello di trasformare gli influencer da semplici collaboratori a veri e propri brand ambassador.
Quali saranno i trend dei prossimi anni?
Instagram arriverà quest’anno a superare il miliardo di utenti iscritti continuando la sua ascesa come uno dei social preferiti da parte di molti utenti. Vedremo sempre più contenuti originali e campagne che andranno ad utilizzare questo social network sfruttandone le peculiarità, soprattutto le stories che stanno avendo un notevole successo proprio visto il connubio tra contenuto video e la loro volatilità.
Vedremo anche il consolidamento delle piattaforme di social messagingcome WhatsApp, Messenger e Telegram, dove i brand potranno dialogare direttamente con i propri clienti. Tramite questi canali si sta sviluppando il fenomeno dark social ovvero tutta la condivisione di contenuti su canali privati e che rimane difficilmente tracciabile dai tool di analisi. Un fenomeno in realtà meno oscuro di quanto faccia presagire il nome ma che va considerato attentamente in quanto il ritorno di traffico da questa fonte supera considerevolmente quello proveniente dai social media. Secondo uno studio dello scorso anno ben l’82% delle condivisioni di una pagina web avvengono tramite canali dark social contro l’18% via Facebook e altri social.
L’influencer marketing è in forte crescita e si sta affermando sempre più come una delle strategie di digital marketing di maggior successo. Perciò nel 2018 molte aziende dovranno cominciare a munirsi di software per la gestione di campagne. Avere un tool di qualità con il quale selezionare e contattare gli influencer con i quali si desidera lavorare e attraverso cui gestire campagne e relazioni sarà un elemento di vantaggio per i brand.
Infine, l’influencer marketing si affermerà ulteriormente nei canali B2B, dove una comunicazione innovativa potrà aiutare enormemente il proprio brand: in fondo i decision maker di un’azienda non sono altro che persone e anche nelle decisioni aziendali si comportano seguendo gli stessi principi psicologici. I contenuti di qualità potranno quindi fare la differenza.
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nanabianca · 6 years
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NB Open Day: le startup del 2° batch di Hubble presentano i risultati
Mercoledì 21 marzo qui a Nana Bianca è stata una giornata fantastica! Abbiamo aperto al pubblico i nostri spazi di coworking e il team di Hubble ha tirato le somme del percorso portato avanti in questi ultimi mesi, presentando le 8 startup selezionate nel secondo batch.
Vedere così tante persone incuriosite dal nostro modo di lavorare e dalle parole degli startupper ci ha entusiasmato ancora di più. Dopo il tour degli spazi di coworking in cui lavorano quotidianamente startup, digital freelance e aziende , abbiamo ascoltato le storie e i risultati raggiunti dai giovani imprenditori di Hubble e ci siamo lasciati ispirare dalle loro parole.
Durante il loro percorso di accelerazione di quattro mesi, tutti i team hanno ricevuto un capitale di investimento con cui perfezionare i loro progetti e le loro piattaforme, cercato nuove strategie di funding e accresciuto i propri fatturati. Tutto ciò potendo contare su mentori e insegnanti, che sono e sono stati prima di tutto imprenditori.
Alessandro Sordi, founder di Nana Bianca, nel discorso introduttivo all’evento ha infatti affermato che: «Si tratta di un programma di accelerazione serio, concreto e ben strutturato Hubble è in grado di generare nuovi imprenditori, il cui valore per l’economia di un territorio non è solo nei risultati che le aziende potranno raggiungere ma è piuttosto nella contaminazione e nel rinnovamento di un tessuto imprenditoriale che necessita di giovani talenti».
Il team di Hubble
Siete curiosi di sapere quali sono stati i risultati raggiunti? Scopriteli qui di seguito:
EDGAR
Edgar Smart Concierge è un concierge digitale per ogni host. È possibile personalizzare Edgar a seconda delle esigenze di ogni struttura rendendo facilmente accessibili al cliente una serie di servizi. Nelle ultime settimane si sono chiusi 16 contratti con property manager ed Hotel. Oltre a questo la nuova direttrice commerciale ha attivato 4 contratti con grosse strutture ricettive per oltre 1000 camere. Di pochi giorni fa la notizia della selezione di Edgar per una borsa di 300.000€ dalla Regione Sardegna. E la società mira a raccoglierne altrettanti tramite crowdfunding con Mamacrowd nel mese di maggio…stay tuned!
EDIT
Edit è una piattaforma nata per facilitare il lavoro del Social Media Manager. Permette di affrontare in modo efficiente ed efficace l’iter gestionale, organizzativo e operativo della gestione dei profili social dei propri clienti grazie all’utilizzo di un’unica dashboard. Nel mese di febbraio è uscita la prima versione demo di EDIT con la registrazione di oltre 100 beta testers acquisiti online.
CROWDBOOKS
Crowdbooks investe in autori emergenti e realizza i loro libri grazie alla propria piattaforma di crowdfunding. E’ la prima piattaforma italiana di questo genere. Sta per uscire la nuova versione web, con tutte le funzionalità studiate durante il programma di accelerazione. Le attività di web marketing, il fatturato e l’utenza sono in forte crescita grazie l’attività di vendita diretta online, più che raddoppiata rispetto a 3 mesi fa.
WHIP
Whip è un’applicazione mobile che permette a coloro che amano le moto di tenere traccia e analizzare i dati relativi alle loro performance. E non solo…Whip permette di cercare e definire nuovi sentieri da percorrere. A febbraio è andata online la versione beta e sono stati chiusi accordi con 2 importanti associazioni di bici Enduro/DownHill toscane. Infine, in questi mesi c’è stato il primo contatto con clienti B2B (Triumph & KTM) e la definizione di una chiara strategia di funding per il futuro. Recente la notizia che la startup ha ricevuto un consistente soft commitment di investimento sul prossimo round.
TEYUTO
Teyuto è una Piattaforma di Knowledge Management che permette alle aziende di organizzare, distribuire live e monetizzare i propri contenuti formativi, valorizzando il talento dei propri manager e collaboratori.
Legalmente costituita nel mese di Gennaio 2018, sono stati realizzati la demo i contratti commerciali. Sono in corso trattative con realtà quali Unicredit, Quadrifor, Accenture, Quinn, Borman Consulting, Teleskill.
SHIKE
Shike è il primo Bike Sharing senza stazioni totalmente italiano. Rispetto ai competitor internazionali si distingue per la gestione organizzata della sua logistica tramite un’efficiente piattaforma con tecnologia cloud. Shike è stato selezionato in shortlist per il programma Next Energy, ed avrà la possibilità di ricevere ulteriori 50.000€ in servizi nel mese di giugno. Al via il testing con la città di Parma con le prime bici.
GOTTO
Gotto è la Piattaforma digitale per l’enoturismo che rende più diretto il rapporto tra il consumatore finale e le cantine col fine di far conoscere l’immenso patrimonio vinicolo italiano. Durante Hubble, il team è cresciuto da 3 a 6 persone, son stati chiusi contratti con altre 20 cantine ed è stata sviluppata la piattaforma desktop per la prenotazione e la gestione delle visite in cantina. Oltre ciò, Gotto ha vinto il secondo posto per Premio Innovazione Toscana, ricevendo altri 5.000€.
LABSITTERS
Labisitters è una startup che offre Laboratori di inglese a domicilio. In corso di accelerazione è stata rinnovata la piattaforma web e tramite marketing offline sono riusciti in 4 mesi a raddoppiare il numero di laboratori mensili (ad oggi oltre 100 ). Le founders sono attualmente alla ricerca di funding per poter sviluppare consistentemente la parte di online marketing.
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nanabianca · 6 years
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Gotto, la piattaforma per enoturismo accelerata in Hubble
Niccolò Zanchi, co-founder insieme ai fratelli Vanni Zanchi e Cristiano Filippi, ci parla di Gotto, startup accelerata in Nana Bianca e dedicata al mondo dell’enoturismo. Alla base di questo progetto stanno due obiettivi principali: rendere più diretto il rapporto tra il consumatore finale e le cantine e far conoscere l’immenso patrimonio vinicolo italiano.
Quando e come nasce l’idea alla base del vostro progetto?
Nel 2015, come esigenza personale. Io ed i miei due soci (e fratelli) volevamo visitare alcune cantine in Toscana ma ci siamo resi conto di quanto fosse difficile raccogliere informazioni e prenotare. Ci siamo detti che se lo era per noi che in Toscana siamo nati e cresciuti, sarebbe stato ancor più difficile per turisti Italiani e stranieri. Da qui è nata la consapevolezza che nel mercato del vino esistono molti intermediari, che molto spesso allontanano i consumatori da chi il vino lo produce. Gotto vuole essere uno strumento per connettere produttori di vino e consumatori al fine di instaurare un rapporto di empatia che vada oltre il mero consumo di vino.
Come funziona esattamente?
Gotto è una piattaforma per l’enoturismo, che semplifica la ricerca di informazioni e la prenotazione delle visite in cantina. Su Gotto gli utenti hanno facile accesso a cantine selezionate, con tutte le informazioni necessarie e con la possibilità di prenotare in pochi click. Le cantine ricevono pagamenti sicuri e gestiscono le prenotazioni da un sito web dedicato, in cui raccolgono statistiche suoi propri clienti per migliorare la loro offerta. Questo consente di ottenere un’organizzazione dell’offerta e della gestione delle cantine, ad oggi assente nella maggioranza dei casi.
Gotto vuole diventare un vero e proprio tour operator digitale per il turismo del vino, offrendo pacchetti enoturistici completi, facendo da intermediario da una parte all’offerta delle cantine e, dall’altra ai canali di distribuzione digitale. Per raggiungere quest’obiettivo, fa leva su un’accurata descrizione del prodotto, immagini e grafica di alto qualità e un’offerta letteralmente introvabile su altri canali.
Quanto la vostra formazione/esperienza lavorativa ha influito nella crescita del progetto?
Veniamo da settori diversi e non direttamente legati al digitale. Niccolò dalle banche d’affari, Vanni dai fondi d’investimento (anche nel settore digitale), e Cristiano dalla nautica (costruzioni in fibra di carbonio). Insieme abbiamo già fondato una start up (Carbonovus) nell’ambito di manufatti in carbonio, che cresce rapidamente e sta avendo successo. Questo ci ha sicuramente aiutato a capire come approcciare il problema che volevamo risolvere e da dove partire. Anche le nostre esperienze all’estero (Niccolò ha vissuto 7 anni in Inghilterra tra Cambridge e Londra) ci hanno sicuramente aiutato ad ampliare i nostri orizzonti e capire le necessità dei turisti che visitano l’Italia.
Quali sono gli obiettivi di business che avete già raggiunto?
Ad oggi abbiamo sviluppato la prima versione della app per gli utenti e abbiamo in portafoglio quasi 30 cantine di primissimo livello in Toscana, in crescita costante ogni mese. Stiamo ricevendo le prime prenotazioni, nonostante la stagione sia quella  invernale.
Quali sono i competitor e in cosa la vostra azienda è differente?
Il mercato del turismo del vino è abbastanza inesplorato, tuttavia nell’ultimo anno sono nati alcuni progetti (The Grand Wine Tour, WineDering, ecc.) che si muovono in direzione simile al nostro. Quello che ci contraddistingue è la volontà di creare una rete di qualità, ma trasparente, senza alcun sovrapprezzo per il visitatore e fornendo strumenti alle aziende per migliorare la proprio offerta ed organizzazione (tramite il software a loro dedicato).
Quanto è utile per lo sviluppo del vostro progetto essere in Nana Bianca?
Per noi, far parte di una realtà come Nana Bianca è fondamentale. Ci permette di mettere costantemente alla prova le nostre idee e di trovarne di nuove. Confrontarsi con persone che hanno esperienza e profonda conoscenza del mondo digitale ci spinge ogni giorno a migliorarci. Inoltre, stare accanto ad altri imprenditori che affrontano le nostre stesse difficoltà ci dà la forza per superare i mille problemi tipici di progetti di questo tipo.
Buoni propositi per il futuro?
L’Italia è il più grande produttore di vino al mondo e offre una varietà di vini e vitigni impareggiabile. Nonostante questo, il valore delle nostre esportazioni di vino è di gran lunga inferiore a quello dei nostri cugini Francesi. Il nostro sogno è contribuire, anche in minima parte, a rendere più accessibile il nostro patrimonio vinicolo e a ridurre questa differenza di prezzo.
Per te Nana Bianca è…
Una grande opportunità per noi e per tutte le persone che vogliono fare impresa in questo campo.
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nanabianca · 6 years
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Inglese a domicilio per bambini: l’innovativa idea di Labsitters premiata da Hubble
Un approccio nuovo allo studio dell’inglese: babysitter a domicilio formati all’insegnamento della lingua. Giulia Fantacci, co-founder di Labsitter, ci racconta come è nato il progetto premiato da Hubble.
Quando e come nasce l’idea alla base del vostro progetto?
Labsitters prende vita nel settembre del 2016, ma lo studio del progetto era iniziato a gennaio. Labsitters nasce dalla mancanza di un metodo valido ed efficace per l’insegnamento dell’inglese. Prima di intraprendere la strada per la realizzazione di questo sogno, avevo appurato che non c’era una scuola che fornisse ai bambini una preparazione alla lingua adatta. Lavoro con i bambini da quando avevo 16 anni, ma quando ho iniziato a giocare con loro in inglese, dai 18 anni, ho subito notato che i risultati erano sorprendenti.
Come funziona esattamente Labistters?
È molto semplice: il genitore accede al nostro sito, sceglie giorno, ora, lingua e tema del laboratorio. Nella data stabilita un/una Labsitters si presenterà a casa dell’utente con tutto il materiale per svolgere il laboratorio. I Labsitter sono tutti ragazzi madrelingua che abbiamo prima selezionato con una serie di colloqui, poi formato seguendo il nostro metodo. In quest’ultimo anno abbiamo verificato che i bambini imparano l’inglese in metà del tempo!
Quanto la vostra formazione ha influito nella crescita del progetto?
Tantissimo per quanto mi riguarda. Ho una prima laurea in Economia Aziendale conseguita Firenze e poi una laurea specialistica in International Management conseguita a Bologna, dove ho appreso le basi per realizzare questo sogno. Ho partecipato anche ad un progetto della Fondazione Golinelli, dove abbiamo dovuto aiutare medi e grandi imprese a risolvere alcuni loro problemi interni.
Quali sono gli obiettivi di business già raggiunti da Labsitters?
Al momento siamo attivi sulle città di Firenze e di Milano, con più di 200 laboratori realizzati in meno di un anno dall’inizio dell’attività. Collaboriamo con tante realtà rivolte ai bambini come la Fattoria di Maiano in prossimità di Firenze e le palestre GetFIT di Milano.
Quali sono i competitor e in cosa la vostra start up è differente?
Al momento non abbiamo competitor diretti, ma i soggetti che più si avvicinano alla nostra mission sono le scuole di inglese e le babysitter madrelingua.
Quanto è utile per lo sviluppo del vostro progetto essere in Nana Bianca?
È molto utile: nell’universo Nana Bianca stiamo già collaborando con un’altra realtà del settore e-commerce, che ci supporterà nella revisione del nostro sito e nella pianificazione di una strategia online. Inoltre, lavorare ogni giorno all’interno di questo ecosistema ci dà la possibilità di confrontarci sia con startup, che come noi sono all’inizio del percorso, sia con realtà più grandi e già affermate.
Buoni propositi per il futuro di Labsitters?
Il principale è far diventare Labsitters una realtà ancora più conosciuta sulle città dove siamo già presenti – Firenze e Milano – e ampliare i servizi offerti anche a un target di turisti. Infine, ma non meno importante, ci poniamo l’obiettivo di entrare nel mercato di almeno altre due città italiane entro il 2019.
Per te Nana Bianca è…
Per me Nana Bianca è innovazione. Tutte le città italiane dovrebbero avere un ambiente come la galassia Nana Bianca, per poter supportare i giovani nella realizzazione del proprio sogno di business, proprio come ha fatto con noi.
Giulia e il team di Labsitters sono impegnati nel programma di accelerazione Hubble, strutturato in 60 ore di formazione tecnologica e specializzata, con il supporto di un mentor internazionale dedicato, una biz review settimanale con il team di Nana Bianca e della Fondazione per la ricerca e l’innovazione Unifi.
Entra anche tu nella galassia Nana Bianca: se il tuo progetto è un SaaS, una Mobile App o interessa settori come Machine Learning Solutions, Sharing Economy, CleanTech, Health, Bioinformatics & IoT, inviaci la tua application! È ufficialmente aperta la terza call di Hubble, in collaborazione con Fondazione CR Firenze e Fondazione per la ricerca e l’innovazione.
Per partecipare alla terza call hai tempo fino al 1-04-2018: Join us!
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nanabianca · 6 years
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Shike, il bike sharing senza stazioni
Andrea Tommei e Andrea Cantore ci parlano di Shike, startup presente in Hubble, programma di accelerazione di Nana Bianca. Ma cos’è precisamente? Un sistema di bike sharing senza stazioni che mira a cambiare la nostra idea di trasporto in città e, perché no, a rafforzare la mentalità green che si sta sempre più diffondendo in Italia.  
Quando e come nasce l’idea alla base del vostro progetto?
La nostra idea nasce e si evolve durante i nostri anni di studio magistrale. Sia io (Andrea Tommei) che il mio socio Andrea Cantore studiavamo entrambi fuorisede ed usavamo molto i servizi di bike sharing tradizionali presenti nelle rispettive città, ovvero Milano e Nizza. Ci siamo dunque chiesti se fosse possibile realizzare un servizio che non avesse bisogno delle stazioni di parcheggio tradizionali, ma che si basasse su un sistema molto più libero.
Come funziona esattamente?
Il nostro servizio si basa su tre elementi fondamentali: una bicicletta, un lucchetto “smart” e l’applicazione per smartphone. Chiunque sia in possesso di smartphone può scaricare gratuitamente la nostra app dagli store dedicati. Una volta scaricata, basta aprirla e controllare sulla mappa la bicicletta più vicina alla nostra posizione. Questo è possibile grazie al lucchetto, che al proprio interno ha un sensore GPS che ci permette di tracciare la posizione della bicicletta in qualunque momento.
Una volta trovata la bici più vicina, si può prenotare, previa registrazione di un profilo, e sbloccare la bicicletta semplicemente scannerizzando il QR code presente sul lucchetto. Aperto il lucchetto, inizia la corsa, che dura finché il lucchetto non viene richiuso manualmente sulla ruota posteriore. La bicicletta può essere parcheggiata in qualsiasi punto che non intralci il traffico o il libero flusso dei pedoni.
Quanto la vostra formazione/esperienza lavorativa ha influito nella crescita del progetto?
Certamente la formazione che più ha inciso nel progetto è stata quella del mio socio Andrea Cantore. Senza la sua formazione informatica non credo avremmo neanche mai provato ad iniziare un simile percorso lavorativo.
Quali sono gli obiettivi di business che avete già raggiunto?
Abbiamo raggiunto diversi obiettivi, ma non proprio di business si può parlare. Il traguardo più importante che abbiamo raggiunto è stato quello di convincere un’importante impresa del settore ciclistico italiano a credere nel nostro progetto e a finanziarlo.
Quali sono i competitor e in cosa la vostra azienda è differente?
I nostri principali competitori sono le startup cinesi Ofo e Mobike, che nel giro di 8 mesi hanno avuto una crescita esponenziale, sia in termini di numeri di utilizzi, che in termini di finanziamenti. Noi ci differenziamo per il modello di business: non ci basiamo sulla quantità di bici posizionate, ma sulla qualità della logistica che sta dietro al servizio.
Quanto è utile per lo sviluppo del vostro progetto essere in Nana Bianca?
Per il nostro progetto, essere accelerato in Nana Bianca, soprattutto in questo momento di sviluppo, è fondamentale. Non solo per il grant da 50 mila Euro che viene erogato nel corso dei 4 mesi del percorso, ma soprattutto perché le competenze e i consigli che possono darci le persone all’interno di Nana Bianca, a partire dai fondatori, sino ai direttori del programma, i mentor, ma anche le stesse startup accelerate prima e insieme a noi, saranno di importanza basilare durante i mesi antecedenti e immediatamente successivi al lancio del servizio.
Buoni propositi per il futuro?
Buoni propositi per il futuro ne abbiamo parecchi. Il primo e il più immediato è certamente quello di lanciare il servizio nelle due città che ci siamo dati come obiettivo iniziale, ovvero Parma e Padova. Poi il proposito più grande è invece meno pratico e un po’ più filosofico: vorremmo riuscire davvero a diffondere un certo tipo di mentalità green all’interno delle città del nostro paese. Ci piacerebbe, grazie al nostro progetto, riuscire a portare l’Italia ai livelli della Danimarca per quanto riguarda la percentuale di utilizzi della bicicletta e speriamo che questo possa avvenire nel più breve tempo possibile.
Per te Nana Bianca è…
Il miglior trampolino di lancio che potessimo trovare!
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nanabianca · 6 years
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EDIT, il social media management non è mai stato così semplice
Oggi vi parliamo di EDIT, startup accelerata in Hubble, insieme al suo team: Matteo Martinelli, Front End Developer, Enrica Raffa, Social Media Manager, Marco Gallotta, Account Manager, Niccolò Carlo Costa, UI/UX Designer, Leo Mainardi, Full Stack Developer e Giacomo Ranzi, Full Stack Developer. Una squadra numerosa, che ha dato vita a questo progetto partendo dalla propria esperienza. L’obiettivo? Aiutare i Social Media Manager nel loro lavoro, creando una piattaforma in grado di gestire più social contemporaneamente per più clienti.
Quando e come nasce l’idea alla base del vostro progetto?
L’idea di creare qualcosa in grado di semplificare l’iter lavorativo dei Social Media Manager nasce dal bisogno più che mai realistico e concreto di quelli che, come noi, gestiscono quotidianamente una miriade di pagine Facebook, account Twitter e profili Instagram di clienti. Qualche mese fa, stanchi di lavorare con milioni di file Excel aperti, di memorizzare password improbabili e di demoralizzarci a causa dell’eccessivo costo dei tool al momento in commercio che in piccola parte avrebbero potuto semplificarci la vita, abbiamo detto: realizziamo una app nostra!
Come funziona esattamente?
Da qui nasce EDIT, una piattaforma grazie alla quale gestire i social network in modo semplice e intuitivo. Un luogo in cui i Social Media e gli addetti ai lavori coinvolti possono fare un vero e proprio lavoro di squadra, senza intoppi e dispersione di informazioni.
Quanto la vostra formazione/esperienza lavorativa ha influito nella crescita del progetto?
Indubbiamente la nostra esperienza lavorativa, come anticipato, è il motore di tutto il progetto. E ci rende ben consapevoli di quelle che sono le esigenze del nostro target.
Quali sono gli obiettivi di business che avete già raggiunto?
EDIT è al momento allo stato embrionale. Quindi non possiamo parlare di effettivi obiettivi raggiunti in quanto una prima fase di beta testing da parte di personalità di settore (e la successiva commercializzazione vera e propria) deve ancora partire.
Quali sono i competitor e in cosa la vostra azienda è differente?
Il segmento di mercato è denso di competitor, diretti ed indiretti (i social network stessi, ad esempio, nelle proprie funzionalità native di pubblicazione e sponsorizzazione sono da considerarsi tali). Tuttavia, crediamo fortemente nella realizzazione di un tool focalizzato sull’esperienza del lavoratore, che può approcciarlo e utilizzarlo in maniera semplice e sicura. EDIT è un amico a cui rivolgersi per lavorare meglio, sia grazie all’automazione e alla semplificazione dei processi, ma soprattutto grazie alla community che orbita intorno ad esso e al suo interno.
Quanto è utile per lo sviluppo del vostro progetto essere in Nana Bianca?
Probabilmente, senza la spinta di Nana Bianca EDIT sarebbe rimasto qualcosa che avremmo utilizzato solo internamente, nella nostra quotidianità lavorativa. L’ambiente altamente professionale, che abbiamo il privilegio di condividere sia con gli altri ragazzi coinvolti in questa “missione”, sia con le personalità cardine di questa realtà, sta rendendo tutto concreto, reale, effettivamente misurabile.
Buoni propositi per il futuro?
Applicare al meglio tutti gli insegnamenti che ci vengono elargiti quotidianamente. Dalle lezioni ai consigli dei mentor vogliamo fare tesoro di ogni suggerimento e, perché no, applicare il metodo acquisito per tantissimi progetti futuri.
Per voi Nana Bianca è…
Innovazione, competenza, genialità.
Il secondo round di Hubble –  il programma di accelerazione promosso da Nana Bianca, Fondazione CR Firenze e Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione – si avvia alla conclusione con l’ultimo mese di formazioni e biz review settimanali. Se vuoi partecipare al prossimo batch, sei ancora in tempo a iscriverti qui.
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nanabianca · 6 years
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Hubble scommette su EDGAR: Digital (Smart) Concierge per i tuoi viaggi completi a portata di click
Una app di digital concierge che diventa la app personalizzata di ogni struttura ricettiva. Accoglienza e assistenza completa agli ospiti già in fase di progettazione del viaggio. Un marketplace di esperienze unico: Hubble intervista Luca Sini, CEO di Edgar Smart Concierge. Quando e come nasce l’idea alla base del vostro Edgar? Edgar vede la sua nascita nel 2014 con Guide Me Right: un community marketplace dove scoprire e prenotare esperienze di viaggio insieme a un esperto locale. Nel 2017, dalla fusione con parte del team di 1000 Italy, nasce il progetto di Edgar Smart Concierge. Si tratta della prima suite di accoglienza con cui ogni esercizio può personalizzare la propria app di digital concierge per gestire i propri ospiti ed offrire tutti i servizi, interni ed esterni alla struttura. Abbiamo unito due esigenze principali: disporre di un modello di business più solido (B2B) e aprire un canale distributivo sostenibile per le esperienze di Guide Me Right. La nostra vision è divenire l’assistente di viaggio personale di ogni viaggiatore, fornendo un’esperienza completa con un unico device; mentre la mission è restituire centralità, all’interno dell’offerta turistica, agli operatori del settore ricettivo. Edgar è lo strumento che permette loro di rispondere perfettamente a tutte le esigenze prima, durante e dopo il soggiorno.
Come funziona esattamente? Edgar Smart Concierge è la app personalizzata di ogni esercizio ricettivo, bastano pochi passaggi per attivarla. Per prima cosa, l’host inserisce le informazioni personalizzate della propria attività tramite l’apposita extranet, poi invita gli ospiti a scaricare l’app attraverso il collegamento al gestionale. Quando l’ospite vi accede, attraverso il codice struttura, può scoprire e prenotare esperienze, servizi, punti di interesse. Dall’altra parte, l’host gestisce le richieste degli ospiti, inviando offerte, consigli e contenuti utili. Edgar, quindi, permette la soddisfazione del cliente, con un minimo sforzo e una maggiore marginalità per l’imprenditore, che guadagna per ogni acquisto concluso tramite la app.
Quanto hanno influito le vostre precedenti esperienze lavorative sulla crescita del progetto? Molto. Edgar è la naturale conseguenza di due distinte iniziative orientate entrambe a promuovere il territorio italiano dal basso, con il coinvolgimento di esperti ed appassionati locali nella condivisione di attività e consigli autentici. I due team, attraverso queste esperienze, hanno toccato con mano il funzionamento e le difficoltà intrinseche ad un progetto esclusivamente B2C. Ad oggi, l’obiettivo originario di innovare l’offerta turistica collegando i viaggiatori con i fornitori di servizi travel rimane, mentre il nostro approccio è diventato più pragmatico e sostenibile. Dai rispettivi background di ognuno di noi abbiamo sviluppato un nuovo prodotto per il mercato B2B.
Quali sono gli obiettivi di business che avete già raggiunto? Guide Me Right è online dal 2015 e conta già più di 1000 esperienze locali autentiche disponibili su tutto il territorio italiano. Queste, da luglio, sono prenotabili anche tramite la App di Edgar Smart Concierge, testata durante l’estate 2017 e ora lanciata in tutta Italia, con focus sulla Toscana. Siamo soddisfatti dei primi traguardi: il 30% dei turisti invitati dagli esercizi affiliati ha scaricato e utilizzato la app della struttura per prenotazioni durante il suo viaggio.
Quali sono i competitor e in cosa la vostra azienda è differente? Il mercato dei Digital Concierge è in espansione: alcuni operatori sviluppano una app dedicata per ogni struttura, altri consegnano un device al check in degli ospiti. Edgar è diverso: è un’app che diventa l’app personale della struttura con solo un codice. Sappiamo che questo è il modello più flessibile, scalabile ed economico per gli operatori: si offre una vasta gamma di servizi integrati in una sola app, raggiungendo il turista prima che arrivi. Nel 69% dei casi, infatti, il viaggiatore acquista esperienze e servizi quando è ancora a casa. E noi siamo gli unici sul mercato con un marketplace di questo tipo.
Quanto è utile per lo sviluppo del vostro progetto essere in Nana Bianca? Nana Bianca rappresenta uno dei principali hub di innovazione in Italia. Nelle poche settimane in cui siamo stati affiancati dal team di Hubble abbiamo compreso cosa significhi essere sostenuti da professionisti del settore. La nostra sensazione attuale è che tale sostegno era ciò che ancora mancava per sviluppare in pieno tutte le opportunità di business insite nel nostro progetto.
Buoni propositi per il futuro? Il nostro obiettivo è quello di procedere nello sviluppo commerciale del progetto e di validare la nostra offerta su altri mercati per ottenere un importante aumento di capitale a inizio 2018. Potremo così accelerare ancora di più il nostro percorso di crescita.
Per te Nana Bianca è… Nana Bianca rappresenta un acceleratore di imprese concreto dove le possibilità di trasformare la propria startup in una vera e propria azienda si moltiplicano.
Luca, insieme al resto del team – Chiara Sini, Karin Vernieri e Marcello Stani – partecipa al programma di accelerazione Hubble, dove esperti e professionisti in ambito digital e start up supportano la crescita del progetto Edgar. Al termine di questa esperienza, riceveranno 50.000 euro da investire nello sviluppo della loro app. Se anche tu hai un progetto in ambito Health, Machine Learning solutions, Sharing Economy, Clean Tech, Health, Bioinformatics & IoT, stai sviluppando un SaaS o una Mobile App, non perdere questa opportunità: si è aperta la nuova call di Hubble! Invia la tua candidatura al programma di accelerazione promosso da Nana Bianca, Fondazione CR Firenze e Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione. Se sarai tra i selezionati: 60 ore di formazione tecnica e specializzata, il supporto di un mentor internazionale e una biz review settimanale con il team di Nana Bianca a tua disposizione.
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nanabianca · 6 years
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Teyuto, una rivoluzione nella formazione aziendale
Un nuovo modo di comunicare in azienda, unendo socialità e nuove tecnologie. Questa è la sfida di Teyuto, start up del programma Hubble di Nana Bianca. I fondatori Marcello Violini, Lorenzo Nargiso e Marco Fiorilli ci raccontano come hanno sviluppato la loro tecnologia.
Quando e come nasce l’idea alla base del progetto Teyuto?
L’idea di Teyuto nasce ed è stata sviluppata da Marcello Violini e Lorenzo Nargiso. La vision era quella di stravolgere e innovare il mondo della formazione attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, nello specifico, le dirette video. A inizio 2016 la nostra tecnologia ha attirato l’attenzione di una grande corporate del settore bancario. Così abbiamo potuto lavorare a stretto contatto con il reparto e-learning dell’azienda, apprendendo il più possibile. Abbiamo realizzato, proprio lì, che il nostro prodotto aveva i giusti requisiti per diventare lo strumento adatto alla comunicazione aziendale nel prossimo futuro. Le grandi corporate si scontrano, infatti, con la difficoltà di sfruttare le competenze interne, dunque sono costrette a affidarsi ad agenzie esterne che forniscono video corsi registrati. Tuttavia, questi risultano spesso non sono in target con la mission aziendale, sacrificando la componente importante del rapporto umano. Ad oggi Teyuto è l’unico strumento che permette ai manager di andare in diretta da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento per formare i propri collaboratori con metodi più leggeri e interattivi, creando, allo stesso tempo, un catalogo on demand di esperienze sempre riproducibili.
Come funziona esattamente?
Teyuto è uno strumento verticale alla conoscenza che sfrutta una serie di tecnologie all’avanguardia. Il manager si pone alla stregua di un influencer su Youtube, ma in ambiente aziendale, gestendone tutta l’organizzazione. In questo modo, si creano relazioni e condivisione reciproca tra manager e dipendenti: la tecnologia diventa un vero canale per la conoscenza. I manager possono creare collezioni con dirette video programmati e interagire con i collaboratori tramite una chat. Si avranno così a disposizione video on demand con tutte le domande poste: un cloud video di esperienze. Teyuto fornisce un efficiente sistema chiuso: i manager possono organizzare collezioni di video live e andare in diretta anche da mobile, mentre i collaboratori possono seguire le dirette e visionare il materiale on demand in qualsiasi momento. E’ disponibile anche un Marketplace nel quale le aziende possono vendere o acquistare materiale in target per i propri collaboratori. Offriamo anche una serie di statistiche, per comprendere i reali interessi dei collaboratori e riorganizzare il proprio materiale per la formazione, oltre a poter individuare e premiare i talenti interni.
Quanto le vostre esperienze formative e lavorative hanno influito sulla crescita del progetto?
Crediamo nell’importanza del team e Teyuto porta avanti i nostri valori: comunicazione, conoscenza e contaminazione reciproca. Lavoriamo molto sulla comunicazione interna e non procediamo mai se non siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Oltre ad essere co-fondatori di Teyuto, siamo da prima amici: sappiamo come venirci incontro reciprocamente. Altro fattore influente per noi è vivere l’Attico Startup a Bologna, il primo spazio di co-living per giovani imprenditori in Italia: confrontarsi ogni giorno con le esperienze dirette di altri imprenditori di successo ci aiuta a evitare errori e soprattutto a contaminarci positivamente. Nel team, ognuno ha delle competenze molto verticali e un background di esperienze distinto: ciò ha influito sul carattere innovativo di Teyuto.
Quali sono gli obiettivi di business che avete già raggiunto?
Essenzialmente quattro. Il primo risiede nella fase di avanzamento del progetto: possiamo affermare che la tecnologia e le features alla base della vision del prodotto, ad oggi, sono pronte. Il secondo è possedere un portfolio di potenziali grandi clienti, per il quale stiamo definendo le strategie di ingresso nelle aziende. Il terzo obiettivo raggiunto è l’aver stretto importanti relazioni con agenzie di formazione e manager che ci supporteranno sulla parte dei contenuti. Il quarto obiettivo raggiunto è quello di essere stati selezionati da Hubble.
Quali sono i competitor e in cosa la vostra azienda è differente?
I competitor per noi più diretti sono le piattaforme di Learning management system, tuttavia  Teyuto, per le innovazioni che apporta alle attuali metodologie di formazione, segna una nuova era della comunicazione aziendale. La realizzazione di una formazione basata sulle relazioni lo rende uno strumento rivoluzionario e inimitabile: i collaboratori non sono fruitori passivi, ma si sentono protagonisti all’interno dell’ azienda.
Quanto è utile per lo sviluppo del vostro progetto essere in Nana Bianca?
Nana Bianca per ognuno di noi rappresenta sia una crescita personale che del team. Inoltre  segna l’inizio di un percorso strategico, mirato agli obiettivi e la possibilità di confrontarsi sugli aspetti importanti con il supporto di professionisti. Nella fase iniziale di una startup come Teyuto, è fondamentale non perdere di vista la visione aziendale.
Buoni propositi per il futuro di Teyuto?
Ne abbiamo molti! Il primo è riscontrare un feedback che attendiamo come positivo dai primi clienti. Oggi abbiamo la piattaforma in versione trial in italia, a breve inizieremo la campagna marketing lanciando il video spot di Teyuto, successivamente inzieremo ad esplorare anche altri mercati.  Entro 2019 lanceremo altre linee di business accessibili anche a piccole imprese e a privati. L’obiettivo è quello di essere presto leader della comunicazione aziendale, proiettando le aziende verso il futuro, sfruttando l’intuizione innovativa nella metodologia e la tecnologia ad oggi a nostra disposizione.
  Per voi Nana Bianca è ….
Nana Bianca è il luogo ideale per avviare un’idea imprenditoriale altamente innovativa: oltre ad un ambiente di lavoro stimolante, si entra in contatto con un network di professionisti che contribuiscono quotidianamente alla crescita di Teyuto in ogni suo aspetto.
Teyuto è una delle 6 startup selezionate nella seconda call di Hubble per l’anno 2017. Se anche tu vuoi entrare nella galassia di Nana Bianca, segnati la data del 1 aprile, fine della terza call  per presentare la tua candidatura al programma di accelerazione per start up.
Il tuo progetto potrebbe essere selezionato da Hubble e beneficiare di 60 ore di formazione specializzata, del supporto di un mentor internazionale, di una biz review settimanale con il team di Nana Bianca e della Fondazione per la ricerca e l’innovazione. Al termine del programma riceverai un investimento di 50.000 euro per sviluppare il tuo progetto.
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nanabianca · 6 years
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Dimenticate le solite app per performance sportive: scopriamo WHIP. New entry in Hubble
Hubble intervista Gioele Meoni, informatico e sportivo e co-founder di WHIP, l’app innovativa per monitorare e condividere le proprie performance ad un altissimo livello di dettaglio.
Quando e come nasce l’idea alla base del progetto WHIP?
Ricordo bene la prima volta in cui ho parlato di WHIP con il team. Erano già molti anni che questa idea si riproponeva nella mia testa di informatico e appassionato sportivo. Ma gli ho dato voce davvero in occasione di un pranzo con i miei vecchi colleghi sul Lago Trasimeno. Complice l’atmosfera conviviale, ci siamo confrontati su questa possibilità e, qualche giorno dopo, abbiamo iniziato, a poco a poco, la scrittura del codice alla base di WHIP.   
Come funziona esattamente?
In gergo tecnico, ti parlerei di path recognition, campionamenti ad alta frequenza, sensor fusion, micro servizi back-end, algoritmi GIS e simili concetti. In pratica, però, si tratta di una app per appassionati di off-road, che desiderano misurare e confrontare le proprie performance mentre corrono in mountain bike o su una moto da cross. Abbiamo ideato una  tecnologia innovativa per tracciare dati geospaziali ad alta frequenza provenienti da diversi sensori e dispositivi: action camera, smartphone e bike computer. Così, i nostri utenti possono migliorarsi sempre e condividere le proprie performance sportive con gli amici ad un livello precisissimo di dettaglio.
Quanto la vostra formazione e l’esperienza lavorativa di ognuno di voi ha influito nella crescita del progetto?
Sicuramente la formazione, le esperienze lavorative e molto del background di ogni membro del team è confluito in WHIP. Io sono appassionato di motocross, su cui ho corso per anni, oltre ad essere un informatico. Alessandro (Veracchi, Product Manager) è un ingegnere informatico, ma anche un esperto ux designer. Eros (Verderio, Marketing Manager) è un marketing manager e si occupa anche della direzione creativa. Andrea (Veracchi) è il nostro direttore finanziario. In questo insieme di competenze diverse e complementari, la cosa più difficile è stata imparare la gestione della burocrazia e delle pratiche amministrative, che si celano inevitabilmente dietro a ogni grande sogno e idea.
Quali sono gli obiettivi di business che avete già raggiunto con WHIP?
Il primo è stato il raggiungimento, attraverso la raccolta “Le tre F – fools friends family” di 200.000 euro per iniziare l’attività. In secondo luogo, appena ha visto la luce il prototipo Alfa, questo ha destato l’attenzione di un acceleratore di start up: Nana Bianca. Al momento ci stiamo muovendo per coinvolgere piloti e testers nel nostro progetto, insieme a nuovi investitori, per crescere ogni giorno di più. Un ottimo traguardo si è rivelato lo studio approfondito di una pubblicazione di un’università danese, dal quale abbiamo attinto per creare il nostro algoritmo di riconoscimento percorsi, che oggi è un software registrato. L’obiettivo di business più recente è alle porte: rilasceremo a breve una versione Beta della nostra app, dedicata a testers selezionati grazie alla registrazione sul nostro sito www.whip.live.
Quali   sono i competitor del settore e in cosa WHIP è differente?
La nostra vision si caratterizza per la raccolta, il miglioramento e l’arricchimento di dati relativi a performance sportive, provenienti da dispositivi di terze parti, quindi già esistenti. La nostra tecnologia aggrega gli stream di dati dell’attività fatta, offrendo nuove letture per le performance. Pubblichiamo, infatti, le attività registrate nel feed WHIP dei nostri atleti e in altre app e social media.  Non sentiamo di avere competitors diretti perchè evitiamo di confrontarci con soggetti già affermati sul mercato. Il nostro obiettivo è affiancare e apportare un miglioramento a devices e portali dedicati allo sport già esistenti. Se devo fare dei nomi, però, alcuni nostri concorrenti potrebbero essere Strava, Runtastic e Garmin.
Quanto è utile per lo sviluppo del vostro progetto essere in Nana Bianca?
Il supporto di Nana Bianca è fondamentale per la nostra attività! Per molte ragioni: contatti, scambi di idee e metodologia di lavoro soprattutto. Inoltre, siamo orgogliosi di essere stati selezionati dal programma di accelerazione di start up Hubble: lo riteniamo un valore aggiunto per il progetto, un riconoscimento di qualità anche agli occhi di futuri finanziatori.
Buoni propositi per il futuro?
Abbiamo moltissimi programmi per i prossimo futuro. Attueremo alcuni test, sperando in esiti positivi. Allargheremo la nostra community, coinvolgendo anche i primi utenti di WHIP. Studieremo le metriche più valide per il successo della nostra app. Inoltre prevediamo due diligence nel breve periodo.
 Per te Nana Bianca è…
Nana Bianca è un acceleratore di start up e un aggregatore di idee prezioso per i progetti di noi giovani con lo sguardo sempre rivolto al futuro.
Gioele, come gli altri membri del team – Alessandro e Andrea Veracchi e Eros Verderio –  è entusiasta del programma di accelerazione Hubble, che li vede impegnatissimi nella crescita del progetto WHIP. Al termine del programma, riceveranno 50.000 euro da investire nello sviluppo della loro app.  Se anche tu hai un progetto in ambito Health, Machine Learning solutions, Sharing Economy, Clean Tech, Health,  Bioinformatics & IoT, stai sviluppando un SaaS o una Mobile App, non perdere questa opportunità: è aperta la terza call di Hubble!
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nanabianca · 6 years
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YPO, Young Presidents’ Organization, premia Nana Bianca a Villa Cora
A Villa Cora, lunedì 18 dicembre, si terrà l’annuale cena di gala di YPO (Young Presidents’ Organization), un’associazione internazionale che raggruppa giovani imprenditori, presidenti d’azienda e amministratori delegati, nata nel 1950 negli Stati Uniti e sviluppatasi poi nel nostro Paese, con una significativa rappresentanza proprio a Firenze.
Durante la serata sarà consegnato il premio Tuscan Excellence Awards 2017 a Jacopo Marello, Paolo Barberis e Alessandro Sordi, fondatori di Nana Bianca “per il contributo che hanno dato allo sviluppo delle start up digitali in Italia” e a Marcia Wieder, CEO e Fondatrice di Dream University, “per aver costruito 13 scuole in Africa e realizzato i sogni di milioni di persone”.
Giunto alla quinta edizione, Tuscan Excellence Awards è un premio internazionale conferito a coloro che si contraddistinguono in attività di solidarietà nei confronti della società civile.
Nate con il desiderio di sostenere, finanziare e supportare giovani e progetti imprenditoriali innovativi, sia Nana Bianca che Dream University sono un valido esempio di impegno e successo sul territorio.
In passato sono state premiate figure quali Leonardo Ferragamo, come presidente di Palazzo Strozzi, Cristina Acidini, Soprintendente del Polo Museale Fiorentino, Anna Marchi Mazzini, Presidente del Comitato della Regione Toscana, A.I.R.C. Associazione per la Ricerca sul Cancro, ed Enrico Marinelli, Presidente della Fondazione The Guild of the Dome.
YPO è un’organizzazione internazionale con sede principale negli Stati Uniti che conta circa 25.000 membri in 130 paesi.
Fu fondata nel 1950 da un giovanissimo imprenditore americano, Ray Hicock, che sentì la necessità di scambiare idee ed esperienze con altri giovani nella sua stessa situazione.
Da sessant’anni ad oggi, YPO mantiene lo scopo iniziale di mettere in contatto persone della Business Community Internazionale attraverso una serie di eventi  ed esperienze altamente personalizzate e specifiche per ogni membro.
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nanabianca · 6 years
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Vitamina: dalla farmacia a casa tua. Hubble e la startup di integratori su misura
Una farmacista nutrizionista e due startupper digitali. Da questo insolito incontro nasce Vitamina, personalizzatore di integratori alimentari, segmentati in mono componenti. Filippo Sala, Giovanna Geri e Marco Saccenti ci raccontano cosa li unisce nel progetto selezionato da Hubble.
Quando e come nasce l’idea alla base del progetto Vitamina?
Tutto è iniziato a fine 2016 a seguito di un confronto tra Filippo e un amico di famiglia sull’importanza della nutrizione e la sua influenza sulla qualità della vita. A questo si è unito il dato statistico sul mercato mondiale degli integratori alimentari. In particolare l’Italia è il primo paese europeo per vendite, con un fatturato di 2.7 miliardi di euro. L’idea alla base di Vitamina lega questi due fattori, mirando a offrire, dopo un’accurata analisi delle necessità nutrizionali, una soluzione personalizzata, in base a stile di vita e alimentazione del singolo individuo. Negli ultimi mesi mesi abbiamo lavorato alla creazione di una piattaforma online intuitiva, che informi e permetta agli utenti acquisti semplici e calibrati sui propri specifici bisogni: integratori mono componente, sotto forma di pack mensili, comodi e veloci da ricevere a casa.
Come funziona esattamente?
Vitamina è il primo configuratore italiano di integratori alimentari. Attraverso un semplice test a domande, consigliamo all’utente gli integratori di cui necessita, in modo personalizzato; non forniamo un prodotto universale e polivalente, ma ciò che può davvero colmare le carenze organiche di ognuno. Nell’arco di 72 ore, spediamo il pacchetto mensile di integratori direttamente a casa. I prodotti a marchio Vitamina sono studiati e testati da due esperti nel settore: Giovanna e il nostro produttore fiorentino, attivo da oltre 40 anni, entrambi garanzia di affidabilità e tranciabilità dei componenti. Se l’utente desidera aggiungere o eliminare uno o più integratori – quasi tutti mono componente – può farlo direttamente dalla pagina dei prodotti. Questi sono suddivisi in sette categorie corrispondenti ad altrettante necessità organiche: testa, digestione, depurazione, sistema immunitario, stress, energia, pelle. Il nostro servizio è disponibile anche in sottoscrizione mensile.
Quanto la formazione e l’esperienza lavorativa di ciascuno di voi hanno influito sulla crescita del progetto?
Siamo un team eterogeneo: le esperienze di ognuno di noi, in settori differenti, si sono unite per la buona riuscita del progetto. Giovanna, professionista in campo farmaceutico e della nutrizione, ha dato un contributo importante nella scelta dei componenti migliori per i nostri prodotti. Filippo e Marco, invece, hanno maturato esperienze lavorative nel mondo delle start-up, il primo in ambito management, il secondo come graphic designer – anche collaborando insieme in una di queste, Teeser. Conoscere il funzionamento delle start-up digitali e padroneggiare la grafica ci hanno permesso di sviluppare la piattaforma web e il piano di branding in modo coerente.
Quali sono gli obiettivi di business che avete già raggiunto?
Sicuramente l’ingresso in Hubble è stato decisivo per noi. All’interno del programma di accelerazione, abbiamo lavorato alla piattaforma in beta privata, fondamentale per affinare, grazie al contributo di 50 beta tester, la User Experience e la User Interface di Vitamina. Dopo le implementazioni necessarie, siamo stati pronti per il lancio ufficiale a novembre.
Quali sono i competitor di Vitamina e in cosa la vostra azienda è differente?
Negli Stati Uniti, a metà del 2016, sono nate alcune realtà per noi interessanti, come Zenamins e Care/of, che offrono una personalizzazione nutrizionale, simile a quella di Vitamina. In Italia, invece, un livello tale di individuazione delle esigenze specifiche non viene applicato da nessun player: qui non abbiamo competitor così diretti. I nostri maggiori concorrenti sono le farmacie tradizionali e quelle online, che però si limitano a una targettizzazione generica dell’utente (uomo/donna o  ragazzo/ragazza) e delle sue carenze (energia/stress/sistema immunitario). Il pack mensile componibile sulla nostra piattaforma, invece, può rispondere alle esigenze nutrizionali di ognuno, proprio grazie alla segmentazione dei prodotti a livello di mono componenti.
Quanto è utile per lo sviluppo del vostro progetto essere in Nana Bianca?
E’ fondamentale: da una parte per le competenze che possiamo accrescere – anche grazie al continuo confronto interno –  dall’altra per l’innovativa concezione di fare business che si respira in Nana Bianca. Ogni workshop, meeting o business review contribuisce al raggiungimento di piccoli obiettivi settimanali, che alla fine faranno la differenza.
Vitamina appare una start-up molto promettente…Buoni propositi per il futuro?
Miriamo alla leadership nel mercato degli integratori alimentari per ridurre deficienze e squilibri nutrizionali e rendere più facile la vita delle persone. Internet rappresenta un’opportunità preziosa nel responsabilizzare gli individui sulla propria alimentazione e sui modi per migliorarla, la personalizzazione da noi proposta va in questa direzione.
Per voi Nana Bianca è…
Nana Bianca si è dimostrata una grande opportunità di crescita per noi, sia a livello di business che personale. Ogni settimana eravamo supportati da una rete di professionisti competenti, che contribuivano allo sviluppo del nostro progetto. Ciò lo rende un ambiente di lavoro estremamente stimolante.
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nanabianca · 6 years
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CROWDBOOKS: il mix tra editoria e crowdfunding cresce con Hubble
Un mix tra la buona editoria, la fotografia e la potenza del crowdfunding sono i tre elementi che caratterizzano una delle startup selezionate per il secondo round di Hubble.
Crowdbooks è una piattaforma specializzata nella pubblicazione di libri illustrati con un modello di business «comunitario» per incentivare la scoperta, condivisione e sostegno di autori emergenti che possono così farsi conoscere, creare nuove connessioni e beneficiare di una moltitudine di servizi e competenze specifiche dell’edizione che le piattaforme “generaliste” non offrono.  
Un universo esclusivamente destinato ad artisti e fotografi perché – come ci spiega il founder Stefano Bianchi – le dinamiche che portano alla pubblicazione di un libro d’arte e un libro di testo non sono assolutamente le stesse.
Quando e come nasce l’idea di sostenere autori emergenti?
Crowdbooks è un’azienda intimamente legata alla mia professione di grafico ed art-director e alla mia passione per i libri (li colleziono anche!).
Mi sono deciso a fare qualcosa quando ho cominciato a veder passare sulla scrivania del mio ufficio molti progetti editoriali molto belli che per motivi puramente economici non riuscivano a vedere la luce del giorno.
Come funziona esattamente?
Crowdbooks introduce un modello completamente nuovo e unico di pubblicare libri, chiunque infatti può sostenere in modo semplice un libro scegliendo di pre-acquistarne una copia ad un prezzo più vantaggioso e beneficiando talvolta anche di ricompense uniche spesso possibili solamente durante la campagna. La copia pre-acquistata online sarà spedita direttamente all’indirizzo fornito prima che vada in libreria.
Crowdbooks si occupa di gestire il budget raccolto, accompagnando il progetto dalla sua concezione fino alla produzione, vendita e distribuzione offrendo il know how di una casa editrice tradizionale con una dedizione specifica per ogni singolo autore grazie ad un team editoriale affiatato e focalizzato alla comunicazione e il successo di ogni singolo prodotto.
  Quanto la tua esperienza lavorativa ha influito nella crescita del progetto?
Ho un’esperienza ventennale nel settore ed essere stato a contatto, aver lavorato con autori / fotografi, agenzie fotografiche ed editori internazionali è stato fondamentale per poter sviluppare quest’azienda, capire le problematiche attuali del mondo editoriale e trovare il modo di cambiarle in maniera radicale.
Quali sono gli obiettivi di business che avete già raggiunto?
Dall’esordio con i primi 6 libri  pubblicati a Parigi, abbiamo promosso ad oggi 21 libri e raccolto più di €150K in Crowdfunding. Inoltre uno dei nostri libri, Malacarne di Francesco Faraci, ha vinto 4 premi in un anno ed è stato esposto in mostra al CCCB (Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona) come uno dei migliori libri fotografici degli ultimi anni.
Cosa rende unica la vostra startup?
A differenza delle altre piattaforme che “escono” di scena una volta finanziato il progetto, Crowdbooks entra in gioco proprio a questo punto gestendo il budget raccolto, la produzione, la stampa e gli shipping anziché la distribuzione e la vendita in seguito tramite il suo E-Commerce proprietario e tramite i suoi canali distributivi tradizionali (librerie, concept stores etc.).
Quanto è utile essere a Nana Bianca?
Essere in Nana Bianca è sicuramente una cosa positiva in quanto la contaminazione e gli scambi con altre startup è più che utile a migliorarsi e non è difficile trovarsi a collaborare insieme. Inoltre i consigli e il confronto con il team di NB e il percorso formativo proposto è senz’altro di qualità e pertinente per aiutare le startup a crescere in maniera esponenziale.
Buoni propositi per il futuro?
Diventare il punto di riferimento per la pubblicazione e produzione di libri in Crowdpublishing!
Per te Nana Bianca è …………The place to be !
Se siete curiosi di scoprire quali progetti sta sviluppando Crowdbooks e contribuire alla pubblicazione dei prossimi libri, visitate la piattaforma www.crowdbooks.com
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nanabianca · 6 years
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#NoCashTrip 2017 fa tappa a Firenze!
Tutto con uno smartphone:  7 giorni in viaggio senza contanti e senza carte di pagamento.
Il viaggio di #NoCashTrip per la penisola italiana senza contanti e senza carte di pagamento ha fatto tappa a Firenze ieri. Partito da Milano sabato 25 novembre ha già sfidato i tradizionali metodo di pagamento, incontrando non poche resistenze. Alla quinta edizione, l’avventura on the road organizzata da CashlessWay lascia a casa anche le carte di credito con l’intento di dimostrare come sia possibile viaggiare, fare carburante, prenotare, mangiare, dormire e fare acquisti nei negozi, usando soltanto lo smartphone.
L’Italia si rivela infatti uno degli ultimi paesi in Europa in fatto di pagamenti elettronici ma primo al mondo per penetrazione di telefoni. Già i classici cellulari sono oggi più numerosi della popolazione mondiale, sorpasso avvenuto già nel 2014. La diffusione degli smartphone è ormai considerata il vero acceleratore dei pagamenti elettronici: nel 2016 i pagamenti con carta in Italia sono aumentati di circa il 10%, sfiorando i 200 miliardi di euro e attestandosi a un livello pari al 24% dei consumi delle famiglie italiane. Inoltre si calcola che il 30% delle transazioni ecommerce avvengono grazie agli “smart” device. Fermandosi a Nana Bianca come terza tappa del viaggio, il presidente di CashlessWay Geronimo Emili ha affrontato con un proficuo scambio di idee ed esperienze il tema culturale dei pagamenti con alcuni delle nostre startup impegnate nel settore delle app e degli ecommerce, tra cui Buru-Buru , Instal.com e Vino75. Durante l’incontro sono emerse le prime difficoltà e resistenze incontrate, come ad esempio in autostrada oppure nei mercati alimentari di forte richiamo turistico.
Per saperne di più non ci resta che seguire il resto del viaggio! La prossima ed ultima tappa del viaggio sarà Roma.
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nanabianca · 6 years
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Il vino parla - sempre più spesso - il cinese. Vino75 lo ha capito: continua la sua scalata in Oriente
 Dal Chianti al lontano Oriente: il successo della start up nata a Firenze nel mercato cinese non sembra incontrare ostacoli. Dopo l’accordo con il colosso Alibaba, il team di Vino75 cerca nuove opportunità per accrescere quota di mercato e brand awareness.
Vino75, start up gravitante nell’universo Nana Bianca, in poco più di tre anni ha decisamente preso il volo. Oggi è una tra le enoteche online più visitate in Italia, con volumi di vendita e ROI invidiabili. Merito dell’ampissima offerta di vini italiani ed esteri di ottima qualità a prezzi competitivi; certo, ma anche di un’esperienza di acquisto privilegiata. Provate per credere: avrete un “Sommelier Virtuale” a vostra completa disposizione per la scelta e l’acquisto dei vini. Del resto la vision alla base del business è ambiziosa: diventare la piattaforma di riferimento per l’acquisto di vino. E la strada imboccata sembra quella giusta, con rotte internazionali: Vino75 nel 2016 ha infatti stretto un accordo commerciale con il colosso cinese Alibaba. La partnership procede fruttuosamente da entrambe le parti e mira alla creazione di un hub del vino italiano in Cina. 
Da un tale successo in un Paese così lontano – in molti sensi – dal nostro, viene da chiedersi come sia nata l’idea. Dal Chianti alla Cina il salto è notevole.
Ci risponde Antonia Caserta, Project manager del progetto China:
“La Cina è un mercato complesso, ma a Vino75 piace cogliere sfide difficili, soprattutto considerando che il mercato cinese si stima possa diventare il secondo mercato mondiale per il vino entro il 2020 (secondo i dati ISMEA). Abbiamo scelto di cogliere questa opportunità sia perché riteniamo che posizionarsi prima di altri in un mercato in così forte crescita sia determinante, sia perché abbiamo le competenze e il livello di maturità necessaria per avere successo”.
Una risposta che non nasconde la consapevolezza di far parte di un’azienda in forte crescita, che non vuole lasciare andare alcuna possibilità in termini di quote di mercato.
E’ vero che è prematuro parlare di market share in questo mercato, ancora in fase di sviluppo, ma i dati non mentono. E premiano Vino75, emersa come l’enoteca online di vino Italiano con i risultati migliori rispetto a tutti gli altri player in occasione dell’ultimo Wine Festival Cinese svoltosi lo scorso 9 settembre. Un traguardo eccezionale, considerando che Vino75 è presente sulla piattaforma Alibaba solo da agosto.
I motivi di tale successo sono molteplici, primo su tutti la semplificazione dei processi produttivi e distributivi: Vino75 China è la piattaforma ideale per tutte le cantine eccellenti italiane ed estere che vogliono approcciare Il mercato cinese attraverso un interlocutore leader sul mercato digitale, con un’esperienza consolidata delle dinamiche di supply-chain, tecnologiche e di marketing.
Una buona percentuale di consumatori cinesi (il 20%) acquista vino on line, spesso attraverso  Alibaba, il colosso del mercato e-commerce: scegliere la piattaforma di Vino75, che ne è partner, rappresenta un ottimo vantaggio competitivo per qualsiasi produttore di vino, a prescindere dalla dimensione del business.
Il mercato cinese – Antonia Caserta lo ribadisce più volte – ha un potenziale enorme: il vino viene considerato uno stile di vita, sempre più ricercato, e le etichette italiane, nonostante un iniziale gap rispetto a quelle francesi, stanno attraversando un fase di crescita impressionante. Probabilmente perché  l’Italia, oltre ad essere il primo produttore di vino al mondo, esprime una qualità ed una biodiversità unica nei suoi prodotti.
Occasioni importanti per aumentare volumi di mercato e brand awareness sono, da qualche anno, le buying holidays. Vino75 ne è consapevole: rappresentano un ottimo strumento per intercettare nuovi consumatori, senza però dimenticare la continuità nel migliorarsi giorno per giorno.
Il Wine Festival di Alibaba, in calendario ogni 9 settembre, è uno degli eventi salienti per le vendite on line. Vino75 quest’anno ha presentato un assortimento di ben 62 etichette, provenienti da 24 cantine eccellenti, riscontrando risultati incoraggianti sia in termini di brand awareness e che di vendite, anche di bottiglie di alto e altissimo livello. Appena passato Il Wine Festival, l’altro grande appuntamento per gli e-commerce cinesi è alle porte: il Single Day si svolgerà il prossimo 11 novembre. Cosa ha in serbo la nostra enoteca virtuale? Vino75 farà la sua parte nella categoria del Vino italiano con offerte allettanti: le cantine presenti nel catalogo potranno raggiungere un numero elevatissimo di consumatori, tanto che il vino italiano potrebbe diventare uno dei più importanti best-seller dell’evento.
E parte del merito sarà anche di Vino75 China, Antonia ne è certa.
  Il vino parla – sempre più spesso – il cinese. Vino75 lo ha capito: continua la sua scalata in Oriente was originally published on Nana Bianca
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nanabianca · 7 years
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Instal vince il premio EY Startup dell’anno 2017
 Milano, 9 Novembre 2017 – Instal, piattaforma di mobile marketing per il settore delle app e dei giochi mobile, vince la terza edizione del premio EY Startup dell’anno. La cerimonia di premiazione tenutasi in Borsa a Milano ha visto tra i finalisti anche ASPISEC – Cyber Security e GREENRAIL – Infrastructure & Transportation.
Il premio EY Startup dell’anno è stato da EY istituito per la prima volta nel 2015 per valorizzare l’intraprendenza e creatività di progetti che abbiano contribuito alla crescita dell’economia nazionale.
  “Vincere questo premio, il più importante per chi fa Startup, è una bella sorpresa in una Italia non sempre attenta ai fondamentali e apre una via in cui le Startup dovranno essere sempre meno contenuto narrativo e sempre più parte attiva nella necessaria e urgente trasformazione digitale italiana.” – commentano i cinque amici e founder Paolo, Alessandro, Jacopo, Saverio e Filippo – “Il panorama italiano è costellato di startup creative e di successo. Essere in grado di emergere in un contesto simile evidenzia che rimanere focalizzati sulla tecnologia, anticipare i trend e guardare ai fondamentali rappresenta il migliore percorso di crescita”.
Il riconoscimento premia il lavoro svolto da Instal sin dalla sua nascita nel 2014 nel settore delle Mobile App che a livello mondiale sono sempre più centrali nelle imprese del futuro.
Un lavoro che nasce dalla volontà di dare risposta alla crescente esigenza da parte di brand e aziende di tenere forte e attivo il legame con i clienti delle proprie applicazioni nell’intero ciclo di vita.
INSTAL
Instal è un progetto nato nel 2014 all’interno dello Startup Studio Nana Bianca a Firenze, dove i fondatori di Nana Bianca – Paolo, Alessandro e Jacopo- insieme a Filippo, Chief Operating Officer e Saverio, Chief Technology Officer, hanno deciso di avviare una innovativa MaDtech Company spinti dalla passione per il business mobile, le nuove tecnologie e la Rete. L’anno successivo si aggiungono al Core team anche Antonella, VP of Business Operation, e Antonio Head of Media Buying and Business Intelligence.
Oggi propone un modello di business molto specifico nel panorama del mobile marketing, presentandosi  come unica piattaforma specializzata sul mondo app che fornisce a brand e aziende una soluzione completa ed integrata, che li accompagni e supporti in ogni fase del ciclo di vita delle loro app con tecnologie specifiche e un team altamente qualificato.
Instal Srl ha  40 persone in 5 diversi uffici in Europa, Cina e Stati Uniti, ed opera in più di 150 paesi, con un fatturato di oltre 5 milioni di dollari ed un trend in costante crescita.
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