Tumgik
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Sono quel tipo di essenza che ti aspetta fuori dalla porta per ore affinché ti assicuri di avere un abbraccio appena finita la tua crisi.
Quell’anima nociva che ti pronuncia parole pacifiche cosicché la tua ansia si allevi.
Quell’angolo buio dove ti vai a rintanare quando non vuoi parlare in mezzo a tanta gente.
Sono il tuo primo fan anche per una semplice discussione che non vorresti affrontare.
Sono il tuo primo coach anche solo per mangiare un piccolo chicco di riso.
E sai, io faccio tutto questo senza accorgermene
Lo faccio con il cuore.
Inconsciamente cerco di amarti come una madre con il suo piccolo.
Ma ne sarei grata se, senza dire niente, tu possa darmi anche solo un bacio per far smettere il caos che ho nella mente.
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mood-ink · 2 years
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scatole
Vorrei così tanto aiutarti ma sono impotente.
Ti giuro, se ne fossi minimamente capace a mutarmi
Diventerei una scatola affinché tu ci possa entrare dentro e non sentire il rumore dell’esterno
Una scatola di cartone cosicché possa assorbirmi tutte le tue lacrime e non lasciarne sul tuo viso nemmeno l’ombra.
Se in qualche modo io riesca a farti strappare un sorriso ogni volta che mi vedi
Ti giuro che mi mostrerei ai tuoi occhi ogni ora del giorno e della notte
Dimmi solo quello che vuoi e io la farò
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Tumblr media
“Il rasoio fa male, il fiume è troppo basso, l'acido è bestiale, la droga dà il collasso, la corda si spezza, la pistola è proibita, il gas puzza, allora viva la vita.”
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mood-ink · 2 years
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Sono una stanza chiusa
Una posizione fetale sotto le coperte
Sono quella goccia di petrolio che uccide il corallo attorno a sé
Una portatrice di disturbi alimentari
Qualsiasi cosa tocco diventa cenere
E non capisco ormai se siano gli altri ad avere dei problemi o se sia io a procurarli.
Non so se son viva
o sono perduta per sempre,
se posso ancora cercarmi nel mondo
o se devo piangere mestamente i miei mali
come morta tra pensieri della sera.
Mi son presa tutto: la quotidiana preghiera
e la struggente febbre dell’insonnia,
lo stormo bianco dei miei versi
e l’azzurro incendio degli occhi.
Nessuno mi è stato più intimo di te,
nessuno mi ha reso più triste,
nemmeno chi mi ha tradita fino al tormento,
nemmeno chi mi ha lusingata e poi dimenticata.
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Altri versi di Narciso
Narciso mi ricordo delle giornate fresche estive passate sotto le stelle
Ripenso ancora alle tende fatte con le coperte per ascoltare i singhiozzi tra i pianti
Penso ancora a quei segreti detti con il silenzio degli sguardi tra due complici
Se fossi stata Natura ti avrei fatto nascere fiore così che qualcuno potesse strapparti via dal mio grembo terreno
E una volta andato, nessuno avrebbe ricordato la tua vita
Ricordo delle giornate sotto le stelle sola, in lacrime, perché tu ritornassi
Ripenso ancora alle tende fatte con le coperte per nascondermi dal mondo che tu mi avevi creato
Penso ancora ai nascondigli che mi creavo per la paura di fidarmi di qualcun altro
E forse se io fossi nata Natura, tu saresti stato Morte così che avessi capite del perché tutto quello intorno a te bruci
Pessimo come una goccia di petrolio in una barriera corallina
Fastidioso come un schiocco di dita in un’armoniosa pace
Traumatico come l’abbandono di una madre
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Anche perché quando riesci a trovarlo,sale l’ansia perché non pensi di meritarti una persona del genere
È raro trovare qualcuno che ti ascolti, che ti ascolti per davvero
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Esistono determinati momenti nella vita dove si sente un piccolo brivido lungo la schiena,
la pelle inizia a irrigidirsi e la testa sembra diventare più pesante, come se la gravità
battesse con delle martellate i pensieri
Esistono giorni di sole, con il profumo di mare nell'aria cosi stancanti
Esistono notti di un freddo estivo con il crepito del fuoco così sole
Una solitudine che ti abbraccia e ti fa sentire che è li, presente e costante, come una
madre; sempre nascosta nell'angolo che ti osserva ma nel momento del bisogno si palesa
di fronte a te.
Non esistono parole umane per riuscire a descrivere questa nitida sensazione:
si sentono urla strazianti al punto da far bruciare la gola
pizzicano così tanto gli occhi che sembra esserci arrivata dei carboni ardenti sopra
è straziante tenere le parole bloccate in un nodo stretto alla gola tanto da far
boccheggiare il respiro, come
un pesce fuori dall'acqua. Quel bisogno, quella necessità, quella richiesta del proprio corpo di dire;
"torniamo a come eravamo prima"
In una bolla
Fuori dal mondo
Senza alcun'anima che possa considerarti
meritiamo tutti di stare da soll
Meritiamo di vivere cosi, straziati e ansiosi
Perché per quanto ci provi e mi sforzi di andare avanti, le cose non fanno altro che
degenerare
È inutile far finta di niente quando sulle spalle si hanno macerie di una città bombardata.
Non si fa altro che sforzarsi di andare avanti facendo degenerare le cose che si hanno
intorno.
Dobbiamo smetterla di inciampare nella vita delle altre persone perché siamo destinati a morire soli
Frantumerei cranio a muro
Strapperei via la carotide
Spezzerei su uno spigolo le verteore
Che senso ha continuare come se nulla fosse quando nella testa si aggirano costanti queste voci?
Voci che sanno distinguersi dalle altre, cosi persistenti e cosi frustamente familiari ormai
In questo momento il mio unico pensiero felice è quello di vedermi in una fossa comune.
Non merito, non merito di vivere questa vita, una vita troppo felice, piena di gioie, colma di serenità.
Merito di non vivere, di ciondolare per un cappio dal soffitto
Merito una vasca piena di sangue
Merito le torture peggiori, le fustigazioni e le malattie
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Ho così tanta ansia di fidarmi delle persone che ormai ho paura di esprimere un mio pensiero anche con uno sconosciuto
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Avere la costante sensazione che a nessuno interessi niente di quello che stai dicendo.
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Si attaccan al tuo ventre spine di ortica
Ingoi gocce di veleno scure
smontano tutte le tue strutture
Sono del sapor dello zucchero più dolce
Si aprono delle chiusure mentali
Siamo solo noi gli animali
Non c’è uomo davanti la guerra
Non c’è guerra causata da un uomo
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“Le piccole stanze furon di nuovo ingombre di casse, tante bare nelle quali seppellivo, cogli oggetti e coi libri, i miei sogni e i miei palpiti”
— Sibilla Aleramo, tratto da Una Donna 
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quelle notti quando
Un macigno sulle costole
Gli occhi guardan il soffitto nero
Giran come delle trottole
Mentre sussurri “non è vero”
Il respiro pesante
Ascolta,è quasi alienante
Un silenzio assordante
La gola stretta
Nessun sussurro di voce
Mille marinai Si sono impegnati
hanno stretto quel nodo
Pesante come una nave
Una risposta si accende
Una lacrima scende
Come una coccola sulla tempia
Riaffiora il ricordo
E ti gratti i polsi
E ti strofini la coscia
Ma è questa la vita con Angoscia
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Sono Urano Nel corpo di Gea
L’amore distruttivo è l’unico frutto che è riuscito a concepire la mia mente
Un feto ucciso l’unica cosa che è riuscita a creare il mio ventre
Non me ne faccio una colpa
Non me ne faccio un vanto
Provo a succhiare tutto il nettare che la natura mi può dare nella speranza di essere abbastanza sazia da proseguire
Ma non sono mai sazia
Rimango sempre all’assaggio
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DAVANTI A UN CAMINETTO
Ora vorremmo chiedere della Morte.
E lui disse: Voi vorreste conoscere il segreto della morte, ma come potrete scoprirlo se non cercandolo nel cuore della vita?
Il gufo, i cui occhi notturni sono ciechi al giorno, non può svelare il mistero della luce.
Se davvero volete conoscere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita,
poiché la vita e la morte sono una cosa sola, come una sola cosa sono il fiume e il mare.
Nella profondità dei vostri desideri e speranze, sta la vostra muta conoscenza di ciò che è oltre la vita;
e come i semi sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera.
Confidate nei sogni, poiché in essi si cela la porta dell’eternità.
La vostra paura della morte non è che il tremito del pastore davanti al re che posa la mano su di lui in segno di onore.
In questo suo fremere, il pastore non è forse pieno di gioia poiché porterà l’impronta regale?
E tuttavia non è forse maggiormente assillato dal suo tremito?
Che cos’è morire, se non stare nudi nel vento e disciogliersi al sole?
E che cos’è emettere l’estremo respiro se non liberarlo dal suo incessante fluire, così che possa risorgere e spaziare libero alla ricerca di un Dio?
Solo se berrete al fiume del silenzio, potrete davvero cantare.
E quando avrete raggiunto la vetta del monte, allora incomincerete a salire.
E quando la terra esigerà il vostro corpo, allora danzerete realmente.
Perché è lì che il corpo ritrova la sua pace dei sensi, la mente non si trastullerà più.
Come si fa a bramare la morte?
In fin dei conti la morte non è niente se non un paradiso ultraterreno dopo un infernale vita; varcare la soglia di casa e riuscire a mettersi a letto con la testa ancora dolorante.
Si vede la morte come una cosa spaventosa, da evitare a tutti i costi.
Questo avviene perché l’uomo, nella sua natura, non riesce a vivere la sua vita mortale, tenta in tutti i modi di cercare l’immortalità puntando all’onnipotenza.
Non è difficile spiegare che l’uomo non ha mai capito un cazzo su questo aspetto, che cosa se ne fa di una vita immensa se guardandosi indietro non ci sono colori ma solo una stradina buglia e logora illuminata da un lampione fulminato, allora vale la pena morire come un ciondolo al soffitto.
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