“Il ventennio fascista non fu, come oggi qualche sciagurato immemore figura di credere, un ventennio di ordine e di grandezza nazionale: fu un ventennio di sconcio illegalismo, di umiliazione, di corrosione morale, di soffocazione quotidiana, di sorda e sotterranea disgregazione civile. Non si combatteva più sulle piazze, dove gli squadristi avevano ormai bruciato ogni simbolo di libertà, ma si resisteva in segreto, nelle tipografie clandestine dalle quali fino dal 1925 cominciarono a uscire i primi foglietti alla macchia, nelle prigioni, tra i confinati, tra i reclusi, tra i fuorusciti. Venti anni di Resistenza sorda, ma era resistenza anche quella: e forse la più difficile, la più dura e la più sconsolata. Vent’anni: e alla fine la guerra partigiana scoppiò come una miracolosa esplosione. E il 25 aprile finalmente i vecchi conti col fascismo furono saldati: e la partita conclusa per sempre. Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza.””
"There may not be, you know, as much humanity in the world as one would like to see, but there is some. There's more than one would think. In any case, if you...if you break faith with what you know...that's a betrayal of many, many, many, many people. I may know six people, but that's enough. Love has never been a popular movement and no-one's ever wanted really to be free. The world is held together, really it is, held together, by the love and the passion of a very few people. Otherwise, of course you can despair. Walk down the street of any city, any afternoon, and look around you. What you've got to remember is what you're looking at is also you. Everyone you're looking at is also you. You could be that person, you could be that monster, you could be that cop. And you have to decide in yourself not to be."
(Meeting the Man: James Baldwin in Paris (1970), dir. Terence Dixon)