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edizionimedusa · 3 months
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Ieri sera alla presentazione del libro di piccolo formato di Franco Toselli, Quasiarte, da un disegno di Lisa Ponti. Piacevole e distesa. Pubblico discreto e assolutamente “democratico”, a suo agio perché capace di diffonderlo. I ritratti, sintetici e cristallini, di artisti e amici che hanno calcato le pareti delle gallerie di Toselli, emergono con forza delicata e vitalissima. Una scrittura solo apparentemente aforistica e scarna, in realtà una prova di vera poesia in prosa. Che piacere, sereno e pacato, nel tourbillon dell’arte contemporanea. Ha concesso agli astanti, nella bottega di Cecé Casile, la fine del pomeriggio e l’inizio della sera quieta, finalmente pacificata, nel gorgo milanese di fine mese. Dialogava nella meraviglia di leggersi con le parole di Federico Nicolao. A tracolla le due macchine fotografiche di Thomas Pagani, analogiche, con tutti i bianchi e tutti i neri del mondo. Tutti bastavano a loro stessi e il mondo a loro.
Franco e Aurora (Orlandi) mentre lavoravano ad alcuni testi del libro. © Foto di Thomas Pagani
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edizionimedusa · 5 months
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Viene in mente la battuta di Amleto che, deposto il teschio del buffone Yorick, ormai consunto, esclama “A che bassi servizi possiamo essere destinati, Orazio!”. Quello della guerra è uno di questi. Lo scrittore spagnolo, Ramón del Valle-Inclán, morto a Santiago de Compostela nel 1936, racconta, con lampi di linguaggio espressionista, le trincee dell’aprile del 1916 in Francia: La mezzanotte. Visione stellare di un momento di guerra. Enrico Lodi, curatore del volume – autore dell’altrettanto importante saggio Scrittura e violenza. Letteratura e guerra civile: il caso spagnolo – ci spiega la tensione che sorge tra la volontà di rappresentare la guerra nel suo insieme e l’impossibilità di farlo. È la guerra moderna, tecnica, illuminata dai riflettori che accecano e mostrano l’infamia della morte sotto la loro gelida luce. Del Valle-Inclán aveva composto un ciclo di romanzi dedicati alla guerra carlista che insanguinò la Spagna tra il 1833 e il 1839, il suo è lo sguardo disincantato di chi sa di cogliere, attraverso la guerra, il basso servizio a cui è destinata questa attività così peculiare all’uomo. Così almeno sembra. Oggi come ieri.
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edizionimedusa · 7 months
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La recensione di “Avvenire” dell’Ibis di Ovidio. Invettive per tutti. Desiderate una nuova collezione di improperi da affibbiare al vostro nemico di sempre? Fatelo con eleganza... usate Ovidio!
La penna è di Rosita Copioli.
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edizionimedusa · 10 months
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Il romanzo di Zola interroga profondamente i cristiani. Ben oltre le sue qualità narrative. Molte tesi esplicite, se vogliamo datate. Ma la questione centrale rimane quella della salvezza e dell'intervento divino nella storia collettiva dell'uomo e in quella individuale degli uomini. Da lì non si sfugge, ma soprattutto non ci si può allontanare dalle contraddizioni che la soluzione positivista solleva. Nella recensione di «Lourdes» oggi su “Avvenire”.
Di Zola edizioni Medusa ha pubblicato “Viaggio a Lourdes” e “Il dottor Pascal”, acquistabili sul sito Edizioni Medusa: https://www.medusa-mcedizioni.com
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edizionimedusa · 10 months
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edizionimedusa · 11 months
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Uno dei titoli di cui Edizioni Medusa va fiera: Gli anni di viaggio di Wilhelm Meister, o i Rinuncianti di Johann Wolfgang Goethe. Finalmente ristampato. La prima edizione, del 2005, a cura di Rosita Copioli, è la prima integrale in lingua italiana.
Se il contesto storico è quello che vede l’esercito napoleonico scorrazzare per l’Europa e oltre, con i risultati che ben sappiamo, ancora maggiori sono gli sconvolgimenti “morali” e materiali della “forma di vita” che anche con Goethe, indubbiamente, la cultura europea comincerà a chiamare occidentale. Agli Entsagenden si susseguiranno, nella letteratura tedesca, salendo su fino a Broch a Mann a Musil uomini e personaggi che dei Rinuncianti se non i cantori saranno gli eredi incerti e claudicanti. Un romanzo, come scrisse Kierkegaard, di una totalità perfetta, un mondo contenuto in uno specchio, il vero e proprio microcosmo.
Se volete leggere non qualcosa, piuttosto volete avere a che fare con qualcuno… ebbene quel qualcuno si chiama, in questo caso Goethe, e la vita del nostro continente vi apparirà più chiara nella sua storia, nella sua decadenza e, anche, nella sua promessa mai mantenuta… Affrettatevi… non ne abbiamo stampate molte…
Per acquistarlo cliccare sull’immagine.
P.S. La copertina è un particolare del Sogno di san Giuseppe di Georges de la Tour.
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edizionimedusa · 11 months
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Tre titoli per tre temi importanti: la modernità e la critica radicale a cui la sottopone Charles Péguy (trad. e cura di Riccardo De Benedetti);
il miracolo e la sua folla in uno dei romanzi di Émile Zola meno letto in Italia (a cura di Mario Porro);
l’invettiva rabbiosa dell'intellettuale tradito dal potere nello strano poema di Ovidio (trad. e cura di Maria Clelia Cardona). Sono gli ultimi tre titoli di Edizioni Medusa che raccolgono da tre forme diverse in epoche diverse, prospettive utili alla riflessione sul nostro presente.
Si possono già ordinare direttamente dal sito di edizioni medusa: https://www.medusa-mcedizioni.com.
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edizionimedusa · 1 year
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Si possono uccidere gli orsi? Nel nostro mondo è questione controversa. Ma la discussione etica sull’argomento ferve da anni con esiti non sempre in linea con la pubblicistica più diffusa.
Un ottimo punto della situazione lo fa questo libro del 2012. Autori: Ch.M. Korsgaard - C. Diamond - J.B. Callicott. Titolo: Contro i diritti degli animali?; curatore: Roberto Peverelli.
Da leggere, condividere o meno, ma uscire dalle secche del pressapoco e del grottesco, con qualche spunto, non banale, sulle radici di un certo “liberalismo”.
Linkare la copertina per acquistarlo direttamente da Medusa.
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edizionimedusa · 1 year
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“Quale dei due è più credibile, Mosè o la Cina?”, chiedeva Pascal. In questo Saggio d’interculturalità, François Jullien esorta a uscire dall’antico conflitto tra ragione e fede, per guardare alla nozione di Dio dall’esterno, dall’Altrove cinese dove tale nozione non ha fatto presa, ben presto assorbita dal Cielo-Natura. L’immagine di una realtà scandita dal succedersi armonioso di fasi, sul modello dell’alternarsi delle stagioni, e regolata dalla logica interna della Via, il Tao, non ha aperto in Cina l’interrogazione sull’origine da cui muove la nostra filosofia, non ha reso necessario il ricorso a un Agente trascendente. La Cina non ha sviluppato il momento religioso della coscienza che si rivolge nella preghiera a un Dio personale, si è affidata alla dimensione rituale, legata al culto degli antenati. Ora che Dio “muore”, non per l’ateismo che lo nega, ma per l’indifferenza nella quale la sua idea è caduta, possiamo meglio comprendere quale risorsa essa abbia rappresentato per l’Europa e cosa possiamo ancora trarne. Forse è giunto il tempo, suggerisce Jullien, di ripensare ciò che è stato attribuito a Dio per riportarlo al vivere, per vedere in un incontro, uno sguardo, un momento d’intimità quel che incrina d’infinito la comune misura dei giorni.
Disponibile in libreria e sulle diverse piattaforme di vendita: FRANÇOIS JULLIEN, Mosè o la Cina, a cura di Mario Porro Pagine: 252 Euro: 25,00; Isbn: 978-88-7698-442-6
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edizionimedusa · 1 year
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Traggo dal Charles Péguy de Il portico del mistero della seconda virtù, un testo il cui tratto stilistico, è una salmodia – fa venire in mente, in tutt’altro ambiente culturale e storico, Kaddish di Allen Ginsberg – l’invito a pensare “al tempo che non sarà più il nostro tempo”.
Péguy descrive la serenità del padre che appresta i figli a vivere il tempo in cui lui non ci sarà più. Il tempo in cui vivranno i nostri figli non sarà più il nostro. Ma il tempo per molti di noi non è già più nostro. Non abbiamo più il tempo. Ce l’hanno sottratto o, se vogliamo, siamo stati noi stessi a sottrarcelo vicendevolmente, con i nostri giochi di specchi. Con difficoltà, però, riuscivamo ancora a pensarlo, quel tempo futuro in cui noi non ci saremo – c’era anche una canzone a ricordarcelo, quando le canzoni accoglievano ancora un po’ gli umori di una poetica popolari ormai cancellata.
Con l’incedere inesorabile, tetragono, folle, della guerra, con l’ombra della possibile morte termica dell’uomo, della sua carnalità, è stato sottratta la possibilità stessa di pensare il tempo che non sarà più il nostro.
P.S. Il portico del mistero della seconda virtù, di Charles Péguy è stato pubblicato nella traduzione e cura di Giuliano Vigini da Edizioni Medusa nel 2014.
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edizionimedusa · 1 year
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La recensione di Alfonso Berardinelli sul “Foglio” di oggi di Promemoria occidentale. Oltre l’effimero a cui si è ridotto il giornalismo culturale odierno. Da umile servitore nella vigna della cultura, che nel frattempo ha perso cognizione della vendemmia, il giornalismo culturale è diventato un’appendice del maquillage pubblicitario. Le interviste di Maurizio Cecchetti ci raccontano di un altro punto di vista.
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edizionimedusa · 1 year
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Un libro, breve, ma sempre un libro. È del grande sociologo Norbert Elias. Lo abbiamo pubblicato, come Edizioni Medusa, nel 2010. Curato da Martino Doni. L’illusione del quotidiano. Sociologia con le scarpe slacciate. Questioni di metodo sociologico. Ma non solo. Elias passeggia a Torremolinos, una cittadina andalusa. Ha le scarpe slacciate. Le donne del posto che incontra lo guardano di sottecchi. Alla fine glielo fanno notare con cortesia e partecipazione. Non sia mai che un loro ospite di riguardo inciampi! Il giorno dopo passeggia nuovamente, ma sul corso principale, folto di turisti, e nessuno si occupa dei lacci delle sue scarpe nuovamente penzolanti.
È l’occasione per Elias di ripensare alla distinzione tra Gemeinschaft e Gesellschaft, vale a dire tra comunità e società. Nella prima ci si prende più cura degli altri, nella seconda meno. Elias ripeté l’esperimento in altri luoghi dell’Europa, riscontrando atteggiamenti sempre diversi e fortemente differenziati tra le due polarità, quella dell’indifferenza e quella della sollecitudine. Per non parlare della commiserazione e della compassione. Contano, nell’estensione dell’esperimento, i caratteri nazionali, la dimensione degli ambienti ecc.
Molti dei nostri discorsi si dispongono nella differenza sperimentata da Elias. Ci stanno bene nello spazio aperto delle due categorie che, osservo, potrebbero benissimo considerarsi di comodo, vale a dire utili ad imbastire giudizi sulle caratteristiche salienti del nostro vivere in comune. La maggior parte delle utopie politiche, ma pure solo delle enunciazioni programmatiche, si nutrono di questa differenza, l’hanno alimentata e, spesso, approfondita, scavando un solco incolmabile tra l’aspirazione alla Gemeinschaft e la degradata e degradante Gesellschaft.
Pare oggi del tutto verosimile l’ipotesi concreta di uno spazio sempre più stretto e impraticabile tra le due. Il discorso politico-sociale è sempre e solo in cerca di come distribuire tra i due poli i fenomeni e le aspettative. Si gioca all’annullamento reciproco. E se avessimo bisogno di entrambi?
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edizionimedusa · 2 years
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edizionimedusa · 2 years
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Sulla “Gazzetta di Mantova” di qualche giorno fa Camillo Bacchini ci introduce alla poesia di Mauro De Maria.
Dal lago del cuore, la raccolta che MC-Edizioni, nella collana “Gli insetti”, giunta ormai al quattordicesimo titolo, offre ai lettori di una poesia attenta all’espressione del proprio senza dimenticare i contesti culturali nei quali il linguaggio poetico deve confrontarsi. Un altro esempio di come sia possibile fare poesia all’altezza delle esigenze spirituali del nostro tempo.
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edizionimedusa · 2 years
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“Agorà” del quotidiano “Avvenire”, grazie alla penna di Simone Paliaga, ha scoperto mercoledì scorso - 10 agosto – il sabba borghese del Père Lachaise. Sulfurea rappresentazione dei vizi e stravizi della borghesia parigina.
Il tratto di Philippe Jullian è corrosivo e dolente insieme. Allude a tutte le decadenze sociali e alla vanità di ogni presa di potere. Dopo il passaggio della livella ogni decoro, ogni status, ogni simbolo della propria condizione sociale diventa derisoria e tragicomica, scheletrica, rappresentazione del nulla alla quale la società, ogni società, soprattutto quella che vanta le proprie supremazie come eterne, è destinata.
La post-fazione è di Pasquale Di Palmo.
Philippe Jullian, Il Circo del Père Lachaise
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edizionimedusa · 2 years
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Continua, anzi, per certi versi si approfondisce, l’interesse dei lettori attenti per la raccolta di poesie di Pasquale Di Palmo, Breviario delle rovine.
È la volta di Elisabetta Monti, per “L’azione”, che in quel “celebra la morte del presente” riassume, icastica, non solo una poetica, quella di Pasquale, ma il suo stesso incedere sulle pagine del libro. E perché no? Nella nostra stessa vita di oggi che per essere tale non riusciamo più neppure a definirla.
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edizionimedusa · 2 years
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C’è chi dichiara, improvvido e impudico, che la guerra sarà vinta dal prevalere della logica di mercato. C’è chi inveca fa discendere la guerra dalla logica stessa del mercato quando non trova equilibri che, per altro, mai sono dati come automatismi del mitologico incontro tra domanda e offerta.
È il caso del mercato del grano che in questi mesi sta producendo un aumento dei prezzi che rischia di affamare interi continenti. La guerra non c’entra nulla, anzi! La minor produzione e l’incremento dei costi energetici sono un prodotto dalla speculazione finanziaria, che fa leva cinica ed emotiva sul conflitto come fosse un fattore determinante. Questa logica è stata descritta da Frank Norris con spietata lucidità alla fine dell’Ottocento.
Ecco, la modernità tutta digitale del presente mostra la sua vera natura e dietro i pixel brilla la stella nera della solita avidità. Leggere questo romanzo è immergersi finalmente, oltre la vicenda del personaggio, nell’incarnazione del “mercato” e della straordinaria potenza della sua logica. Prima, oltre e insieme a tutto ciò che insanguina questa povera e miserrima umanità, persa nel sogno della ricchezza individuale.
«Il basso prezzo del grano teneva i contadini in povertà. Nuove ipoteche furono accese sulle fattorie già pesantemente gravate; anche i raccolti furono ipotecati in anticipo. Nessun investimento in migliorie venne effettuato. Nelle comunità contadine del Middle West non c’erano più acquisti di calessini e organi da salotto. Da qualche parte, in qualche remoto angolo del mondo, il grano a poco, che significava pane da poco, rendeva la vita agevole e induceva prosperità, ma negli Stati Uniti la povertà del contadino si incastrava negli ingranaggi della grande macchina degli affari. Era come se il lubrificante si fosse seccato. Gli ingranaggi lavoravano lentamente e inceppandosi. Le cose erano alquanto mal registrate. Gli stock di Wall Street erano bassi. In una parola, “erano tempi duri”».
Per acquistare il libro cliccare sulla foto.
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