Tumgik
#viviamoci il momento
fiorediluna · 2 years
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non perdiamoci una volta ancora.
RIprendiamoci e viviamoci come non abbiamo mai fatto.
É il nostro momento, lo senti anche te ?♥️
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Mi piace stare con te perché i tuoi occhi mi stanno addosso e mi tieni i polsi come per dirmi “rimani qui ora che ci sono io”. Mi piace sentire la tua mano salire sulla mia schiena e tenermi affrancata al momento, sto bene quando mi fai ridere e mi carezzi il viso come se volessi proteggermi. Mi sento preziosa quando mi scavi negli occhi con un’espressione a metà tra il divertimento e la tenerezza, mi ricorda un misto di cura e attenzione quasi infantile. Mi passi le dita sul collo e colmi la distanza che si è sommata sulla nostra pelle giorno dopo giorno, come se non ci vedessimo mai con gli stessi occhi. Sorrido se mi prendi in giro perché so già che poi mi afferri i fianchi e mi stringi a te, invertendo la rotta senza avvisarmi. La tua sigaretta rollata in quel tempo quasi infinito brucia lentamente tra le mie labbra: vorrei non finisse mai e che il tabacco fosse inesauribile per ricordarmi di te anche quando non ci sarai. Tra la cartina e la fiamma del tuo accendino bianco e blu solo il tempo di un tiro che dovrà riempirmi i polmoni, come ossigeno per artificiale o una cartolina di paesi esotici appesa al frigorifero dopo averla letta sbrigativamente sull’uscio. Il cielo grida canzoni tristi e noi siamo sordi: viviamoci fino alla fine del mondo e poi cominciamo tutto daccapo.
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dimplxsss · 5 years
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allora, sarò breve perché ig mi limita e penso di averti detto tutto in privato, lo posto ora perché un anno fa, a questa stessa ora [23:03] ci siamo messe insieme ;
un anno. ovvero, 365 giorni da quando ho detto si a questa relazione, un anno da quando è successo il “vuoi una patatina” un anno da quando ti raccontavo il mio amore per la neve e tu mi baciasti sotto ad essa dicendo “narra una leggenda che se se baci la persona che ami e nevica, sarete destinati a stare insieme per sempre”. devo essere sincera, un anno fa non ero molto sicura di quanto sarebbe durata questa relazione e dove ci avrebbe portato. lo ammetto, non ne ero molto convinta. credevo che ti saresti stancata quasi subito di me, che avresti preferito qualcun'altra al mio posto. non voglio dire che questa relazione in questo primo anno sia stata tutta rosa e fiori. ci sono stati momenti orribili dove litigavamo sempre, ma.. è normale; nonostante tutto, è bastato parlare per chiarire ogni cosa. non nego che ci sono giorni o momenti dove ti strangolerei volentieri per i nervosi che mi fai venire. molte volte sai essere davvero molto testarda e fare spesso di testa tua. certo, molte volte mi da fastidio questo tuo comportamento, ma questa sei tu. a parte questo, posso dire che ti amo. ogni volta che ti ho vicina e che ti guardo, non posso non pensare a quanto io sia fortunata ad averti al mio fianco. non potevo trovare ragazza migliore di te. in confronto a me, lei mi ama sia che io sia truccata che struccata. ama il mio corpo sebbene io ho passato anni a detestarlo perché non mi sono mai piaciuta e ho sempre trovato dei difetti. che dire.. lei la reputo come la ragazza perfetta. è arrivato quando ormai credevo che per me non esistesse l’amore. una cosa è certa.. io sono sicurissima che lei è la donna che voglio avere al mio fianco e con cui vorrò costruire un futuro e passare il resto della mia vita. ma per il momento godiamoci e viviamoci il presente giorno per giorno. ti amo da far schifo kristin, buon anniversario mi cubanita.
25 gennaio 2018 - 25 gennaio 2019
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sangha-scaramuccia · 4 years
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Sesshin –  di febbraio 2020
Riporto i brani estratti dal notiziario N. 109  ANNO 27  Giugno 2001/2532 utilizzato dal maestro Taino per il teisho.
Il testo ci riporta sul tema della morte, sul volere finire l'esistenza da vivi. Nel commento al testo viene poi ampliato il discorso tra il relativo, ovvero il quotidiano che porta a partecipare al mondo, alle sue gioie e dolori e il passaggio all'assoluto dove tutto è perfetto come è. Dove si assiste alla recita di quanto avviene nell'universo, dove cessa la distinzione tra bene e male e ognuno recita la propria parte.
Nel viaggio di ritorno in auto con i compagni di viaggio, s'è parlato su come si possano lasciare i giudizi morali e vedere tutti quanti come attori di questo cosmico spettacolo. La difficoltà consiste proprio nell'utilizzare le categorie del relativo, del bene e del male, del giusto e dello sbagliato, necessarie quando si è su questo piano, sull'altro di piano quando tutto è una mirabile giostra su cui poco c'è da dire.
Paolo Shōju
Notiziario di SCARAMUCCIA  n. 109 Anno 27 Giugno 2001/2532
Della Morte di Federico
(trascrizione del discorso, alla fine della cerimonia tenuta a Zenshinji domenica 4 marzo, per ricordare Federico Galli suicidatosi a metà gennaio). La regola è che si vada dai preti a chiedere di officiare per i propri parenti o per gli amici. Non è invece normale che essi officino le cerimonie per i propri figli. E siccome gli allievi di questa scuola sono come dei figli dovete accettare la mia incapacità di rimanere freddo lasciandomi prendere dalla commozione. Se siamo tutti insieme in questo luogo di buddismo dipende dalla scoperta che 2500 anni fa fece Siddarta Sakyamuni, il quale affermò “tutto è impermanente, non c’è alcun sé". L’affermazione dell’impermanenza e della non sostanza portò di conseguenza a quanto si potrebbe definire la scoperta dell’acqua calda: non essendoci alcunché di imperituro l’attaccamento a ciò che deperisce causa la sofferenza. Questo è quanto sostenne l’essere che venne chiamato il Risvegliato e il cui insegnamento, chiamato buddismo, si è diffuso nel mondo. Noi qui riuniti, proprio in questi giorni abbiamo constatato che avere degli affetti e delle amicizie porta a soffrire. Poiché le amicizie e gli affetti deperiscono, o cessano, ecco la nostra sofferenza. Il Buddha ha insegnato la via per comprendere la causa del dolore, e il mezzo per riuscire a staccarsi da ciò che dovrà morire, alfine di non soffrire più. Questo vale sicuramente in senso assoluto, ma siccome viviamo nel mondo relativo insieme a tutti gli altri esseri è ovvio che, se continuiamo a viverci, continueremo ad aver a che fare con la nostra sofferenza e con quella intorno a noi. Noi non possiamo giudicare Federico che stiamo oggi ricordando e nemmeno tutti i Federico che decidono di uscire dalla scena del mondo. Alcuni sono in grado di decidere da se stessi, forse, e per altri invece le decisioni vengono prese non si sa dove. Pur rispettando la libertà di ciascuno di decidere della propria esistenza nel modo che ritiene migliore, non si può impedire a quelli che sono loro affezionati di soffrire. Il senso di questa cerimonia è molto semplice: ho imparato in Giappone come si ricordano, o come ci si rivolge alle persone che muoiono. Ripeto gesti e parole che dovrebbero stabilire un qualche contatto con loro, ma deve essere chiaro a tutti che questa cerimonia non serve a Federico, al massimo può servire a noi per renderci conto della caducità dell’esistenza umana. Servire cioè come inizio perché la nostra vita prenda il senso giusto, la direzione che permetta di soffrire delle sofferenze che l’esistenza ci procura e, nello stesso tempo, ottenere il distacco e la chiarezza per vedere che in essenza nessuno nasce e nessuno muore. Nell'entrare sul palcoscenico del mondo ognuno decide, è ineluttabile, di indossare degli abiti dei quali disfarsi il momento in cui termina la propria apparizione. Poiché si è sia attori che registi della propria esistenza, decidiamo il momento in cui la nostra parte deve terminare. È tutto qui. Perciò, in realtà, noi siamo qui per noi. Certo, è per Federico che stiamo insieme, ma nulla possiamo fare per lui. Questa non è una messa per arrecare un beneficio in una vita futura più o meno celeste. Non arreca beneficio a Federico, non arreca beneficio a noi.Nello stesso tempo però viviamoci questo momento con tutto il nostro cuore e godiamoci questa sofferenza vivendola fino in fondo. Altro da fare non c’è! Vi ringrazio per questo incontro. 4 marzo 2001 Dopo la cerimonia è stato piantato un ciliegio giapponese (sakura), che il 17 aprile, mentre finisco di scrivere, è ancora in fiore. Per Fiorella e il compagno Aurelio avevamo piantato gli olivi. Invece, per Christian, il ciliegio che Lea e Alvise hanno piantato davanti casa è di quelli che fanno i frutti. Siccome non lo abbiamo fatto a suo tempo, ho intenzione di piantare un albero per ricordare Paola Padovan. Però sarei contento se i prossimi alberi che metteremo fossero per qualcuno morto di vecchiaia. Durante la Festa dell’Estate a tutti gli amici di Federico verrà dato per ricordo un oggetto della sua attrezzatura di montagna portata a Scaramuccia dai genitori. Per alcuni attrezzi unici e costosi si chiederà una piccola offerta per lo zendo.
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tobeal · 7 years
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Minuti di felicità.
Il tempo è tutto ciò che conta. Niente ha più valore. Capire come utilizzarlo al meglio è il nostro compito più importante, non sprecando nemmeno un minuto. Vivere pienamente. Vivere VERAMENTE.  Quanto tempo impieghiamo facendo finta? Quanto ne abbiamo utilizzato illudendoci? Quanto ce ne serve per accettare ciò che è evidente?
E così facciamo finta di vivere, nascosti dalle illusioni, dal non accettare, dalle attese infinite, dal rimandare, dai “non ce la faccio”, dalle sofferenze cercate, volute, scelte a cui ci sottoponiamo; e poi ci sono le scuse, le bugie dette ed accettate, i silenzi che vogliamo disperatamente riempire 
di pensieri e valore (e di tempo); ci sono le persone sbagliate, non loro in quanto tali ma sbagliate per noi, fasulle per le nostre vite, che ci teniamo intorno per riempire quel tempo da buttare. Ci rimbambiamo di scuse che come brandelli di tessuto faticano a nascondere ciò che c’è dietro. Ci ripetiamo “domani”, ci diciamo che “cambieremo”; immaginiamo futuri impossibili, difficili, complicati. Ci attacchiamo al passato, come fosse l’unica possibilità di vita, come fosse ossigeno. Facciamo finta. Sempre. Facciamo finta di vivere una vita vera. 
Facciamo finta di avere ostacoli e difficoltà, come se non avessimo MAI alternative; sapendo, capendo, essendo coscienti pero’ di averne. Facciamo finta di avere vite infinite, come fossimo personaggi di videogiochi che ricominciano sempre tutto dall’inizio.  Ci costringiamo in trappole di pensieri fasulli. Ci costruiamo ricordi fatti apposta, rimarcati, costruiti su misura per dare importanza a cose che non ne hanno. 
Giustifichiamo il tempo che trascorriamo mentendoci, dando importanza a quelle menzogne che ci siamo raccontati il momento prima e quello prima ancora, riuscendo a costruire, modellare, plasmare un passato che nei momenti di lucidità, sgretoliamo in un secondo. In quei brevi, eterni istanti di razionalità in cui capiamo davvero chi siamo e cosa dovremmo fare. Momenti che spazziamo via, pero’. Preferendo rotolarci nel nulla della finzione piuttosto che vivere veramente la vita. E in tutto questo, ci dimentichiamo che il tempo c’è, è reale, vero e scorre e si consuma come legna che brucia e che non aspetta nessuno.  Abbiamo solo una vita. "Siamo” solo una vita. Siamo solo questo giorno, questo momento. Avremo solo quell’ora di domani. Solo le 16:15 di quel mercoledì di aprile, giugno, novembre. E poi fine, ci sarà il minuto dopo, ma non più le 16:15. Che vogliamo farne? Niente. Buttiamolo. Tanto ne abbiamo di minuti; uno dietro l’altro arrivano senza neanche chiedere. Ce li troviamo lì e non sappiamo che farne. Ci passano accanto e non ce ne curiamo. Beh, quei minuti, loro, piccoli piccoli, sono la nostra vita che si fa piccola e ogni minuto ci da la possibilità di VIVERE. Pensate che miracolo: ogni minuto possiamo cambiarci. Ogni minuto abbiamo il potere IMMENSO di VIVERE come vogliamo, di scegliere, di capire e scegliere ancora meglio. Per utilizzare tutto il tempo, per costruire VITA, invece di finzione. 
Decidiamo di viverlo quel minuto. Regaliamolo a qualcuno che ne ha bisogno. Regaliamolo, sotto forma di ascolto, di aiuto, di comprensione. Regaliamolo come conforto, come speranza, come forza per chi non ne ha. Oppure utilizziamolo per noi. Assorbiamolo tutto. Pensiamo a come migliorarci. Programmiamo come vivere il prossimo, se proprio non siamo stati previdenti a programmare questo minuto. Programmiamo come vogliamo utilizzare quelli che arriveranno. Ma non facciamo finta che cadano dal cielo, che arrivano così, “toh, del tempo... e ora che faccio??”. 
Solo di questo possiamo essere certi: il tempo scorre e dice sempre la verità. Come quando vai a letto la sera e sei contento di andarci presto perché vuoi che arrivi domani. Non vuoi perdere nemmeno un minuto, “domani” hai da fare e sei impaziente. Ti alzerai prima che puoi. Farai le cose meglio e più veloce. Avrai il sorriso appena sveglio, magari sorridevi pure mentre dormivi. Perché sai che è il tuo “giorno”, il tuo “tempo”, è lì e sei ansioso di viverlo. E’ questa la sensazione del VIVERE, del vivere davvero. La profonda, pura, vera sensazione di pace che abbiamo quando sappiamo di non avere tempo da perdere. Viviamo dunque la nostra vita a testa alta, da adulti. Smettiamola di fingerci bambini. Si cresce in fretta ora, lo sappiamo bene di essere grandi. Eppure preferiamo essere metà e metà, un po’ grandi e un po’ no. Scusa per non vivere. 
Buttiamo via tutti i castelli di carte, le finzioni. Via tutto! Pulizia, pulizia di vita. Respiriamo a pieni polmoni. Liberiamoci da queste catene appiccicose che ci costringono in vite infelici, non volute, misere, inutilmente sofferte. Viviamo, invece! La nostra gioventù, la maturità, la vecchiaia. Viviamoci tutto! Come quando vai in un posto nuovo e vuoi “fare tutto”, “provare tutto”. E’ così anche la nostra vita. Lì a disposizione, tutta per noi, minuto per minuto. Minuti di felicità che si rincorrono che arriveranno uno dietro l’altro. Li useremo tutti, scegliendo il meglio per noi, scegliendo la VITA, scegliendo sempre di fare un passo, piccolo, ma vero. Scegliamo la verità, l’onestà, la strada che ci fa risparmiare tempo non perché più facile, ma perché più vera; quella che ci consente di fare cose reali, veramente per noi. Scelte vere, tempo per noi o tempo per gli altri, sì, ma regalato con cura, amore, convinzione; tempo donato, prezioso, che arricchisce noi e gli altri. 
Scegliamo il coraggio, la forza della vita, il sorriso di chi affronta le cose vere. Rifiutiamo gli intrugli, i mezzucci, gli imbroglioni, i ladri di tempo. Circondiamoci di vita, di persone vere, di chi ci vuole bene e ce lo dimostra; circondiamoci di concretezza, di persone che credono nella vita, come noi, che ci aiutano, per affinità, a perseguire i nostri obbiettivi. Sogniamo vita vera. Impegniamoci in progetti, sogni, che si realizzano con un minuto dietro l’altro di impegno e tenacia, possibilità concrete. Siamo visionari, sì, ma vita, non di fumo, di illusioni. Viviamo, viviamo più che possiamo. E saremo sicuri di desiderare ogni singolo giorno come fosse il più importante della nostra vita.
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hypnosdelvento · 4 years
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Immaginando cosa penso,lo dipingo su una tela. Sulla tela più grande di questa stanza,sul soffitto:
M fermo un attimo a guardare il soffitto,non c'è modo migliore per delineare i propri pensieri.
Seduto lì,a luce spenta, guardando ciò che di me si può vedere.
Vedo questo me scorrere,corre.
Va di fretta,non so dove va ,ma ha qualcosa in mano. Sembra qualcosa di grande,sembra una svolta.
Si vede anche un altro me , questo è meno frenetico. È fermo a guardare un filo rosso e sembra volersi chiedere perché il karma si masturba con la sua quotidianità.
Qualcuno lo afferra, sono sempre io. Un me vestito a quadri ,e in ogni riquadro c'è una mia smorfia divertita( mi stai perculando?). È un me stravagante,ma sa il fatto suo.
In un angolo, lì in alto,ci sono io che guardo in una scatola fatte di ragioni di vita,s'intravede la parrucca di Wes Anderson. Si chiede se si tratta di questo? Le ragioni di vita è ciò che ci rende vivi,le nostre passioni?
Ma quanti me ci sono su quel soffitto?
C'é uno che scrive qualcosa:"alla mia morte voglio essere cremato e dato in pasto agli uccelli in Piazza Grande a Bologna".
Che pensiero triste,che pensiero dalliano.
Questo non è un mio pensiero, perché è sul mio tetto?
Qualcuno pensa per me? Qualcuno di loro? Qualcuno dei me? Forse sono solo io. Forse sono solo confuso.
Mi soffermo ancora,e guardo un me che ha un'utopia in mano. Ma che forma ha un'utopia?
Non lo so,ma sembra ...no,non lo dirò. Diamo alle nostre "astrattezze" le forme dei nostri contenitori.
Un me si chiede se amando riesce a dare ciò che riceve o se è solo un egoista. Sa solo che resta il mistero che non sa. Equilibrato,onesto. Non mi riconoscerei neanche io. Non mi vergogno ,potrei essere egoista e decido di restarci.
Mi fa ridere,ma c'è un tizio che erge una scala nello stesso cielo che calpesta,sta rubando tutte le stelle.Penso creda di poterle portare sulla terra per dare una luce a tutti.Ma se la terra su cui poggia la scala è il cielo stesso,serve portarci la luce stellare? Non dovremmo alimentare le nostre luci per risplendere in questo cielo pavimentato?In ogni caso le mette in tasca come fossero sassolini.
La mia testa è strana.
Guardo ancora,in fondo, c'è un me che guarda il mare. Questo me dice che non c'è modo migliore per delineare i pensieri.Riflesso sgranito di quel mare sono io .Io che guardo il soffitto. Ma non è il soffitto, è un cielo violaceo.Sembra quasi che del blu (conosciuto?)sia rimasto solo il vomito di un Dio mondano. Lo sto stringendo in mano e lo lancio...Viene verso di me!
Come un cielo lanciato a mò di Wilson A 1030 , lo stoppo a mano aperta.
Il famoso cielo in una mano che(quale dei me?) apre e noto una nuvola a forma di pensiero:"Sei felice?" .
"Può apparire privo di contenuto,ma ha un filo conduttore che è il variare dell'umore . Dall'intrepido karma come momento negativo,a Salvatore di un mondo che non vuole essere salvato,capace di salire fino ad un cielo fatto di cielo. Anche nei momenti più bui conosciamo davvero il nostro umore? Se scaviamo in fondo resta sempre un sorriso? Io sono arrabbiato,triste , confuso e felice nello stesso tempo. Un sorriso c'è sempre. Un pugnale anche. Forse non dovremmo essere estremisti,ma continuiamo a vivere le nostre emozioni una ad una, nascondendo tutto il resto in base ai momenti. Siamo emozioni,siamo umori,viviamole tutte .Viviamoci sempre"
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coachcountilfour · 4 years
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30.05.2019
12.01
Casa di Giorgia, litigato con D., leggendo il diario di Giorgia.
Io credo che niente accada per caso, sento il bisogno di scrivere, mentre Giorgia legge sento qualcosa crescere dentro di me, come una consapevolezza, una constatazione, una verità, quello che io e D. viviamo e abbiamo vissuto non è semplicemente una storia, è un percorso condiviso verso la verità l’uno dell’altro e credo che questo sia l’unico modo per vivere davvero l’esistere, l’essere insieme all’altra persona. Mio caro Al. , ti capisco, capisco la tua frustrazione, il tuo non riuscire ad arrenderti, il tuo cercare incessantemente di fronte a tanto fuoco di far aprire gli occhi a chi li tiene chiusi stretti, come quando si ha paura, tanta paura, con le mani a coprire la visuale di un intero universo che esiste ma che è tremendo, ma tremendo cosa? Non c’è niente di tremendo, è solo un passo, un passo e cadi, è solo il momento della caduta che ti fa sentire il vuoto dentro, ma ti rendi conto? Stai cadendo, ma guarda, senti, cosa hai nel cuore? Fidati di me, ci sono io alla fine di quel vuoto a prenderti in braccio, e cosa vuoi? Cosa vuoi di più che stare tra le mie braccia? Tu sai bene di cosa sto parlando, quel momento di pace universale in cui le cose del mondo si fermano nella piega tra la tua spalla ed il braccio, siamo lì. Ma che c’è? Perché dopo tutto quello che ho cercato di farti capire ti sei incattivito, come fai a trattarmi male quando ci siamo, siamo nelle nostre anime, ti fai male da solo? Ma cosa stai cercando di fare? Tu dici che io rovino tutto, però tu non hai fatto cadere ancora nessun muro, non mi stai sentendo come facevi, non ti stai ricordando le cose che ci hanno portato qui, ti ricordi perché hai scelto questo? Per essere davvero te stesso, per riscoprirti, per essere felice, per amarmi come hai sempre fatto in fondo nel modo più vero, ma mai dandoci una possibilità. Quindi? D. ma che ti prende? Litighiamo, ti trattieni, stai cercando di ritornare nel tuo buio? No, non lo posso permettere, io non voglio che tu ti dimentichi che io non sono lei, che non sono solo ‘’la tua fidanzata’’, siamo anime, siamo essenze, e tu a volte ti dimentichi, ti dimentichi il toccare il cielo con un dito mentre facciamo l’amore, è da tanto che non facciamo davvero l’amore, hai presente? Sì, hai presente. Non ti perdere di nuovo, non ti perdere in stupide regole relazionali, o nel tuo stress, non ti perdere nella tua rabbia, ehi amore mi senti? Che fai? Prendimi per mano e viviamoci quella vita che immaginavamo insieme ogni volta che ci guardavamo senza gli occhi, ma con le anime vibranti. Io tremo ancora, vibro sempre accanto al tuo essere, ma non ti voglio macchinoso e di frasi fatte, non ti voglio di ‘relazione’, voglio che quando mi tocchi tu lo faccia come se mi stessi toccando per la prima volta, che senti il calore che emana la mia pelle quando ti amo e ci sei tu accanto a me, non voglio perdere la magia che abbiamo vissuto perché è unica, meravigliosa, è l’unico modo per sfuggire alla morte e al mondo e guardami, guardami davvero, io la sento ancora, la sentirò sempre, perché sono capace di guardare quello di cui mi sono innamorata di te, la tua anima piena, io la vedo, la sento, tu non te ne dimenticare, non ti abituare, non lasciarti andare ai ‘’devo mettere una foto con te su facebook’’ oppure ‘’devo chiederti cosa fai ogni due ore.’’ A me non importa niente di questo, a me importa sapere che quando cammini per la strada tu sorridi pensando a quanto è bello amarsi e sentirsi anche senza toccarsi, non ti accasciare, non abbassare le spalle. Mi manchi quando fai così, perché non ti riconosco. Amore, io non la smetto di scrivere per te, io non la smetto di credere in te e in quello che viviamo, perché ho scoperto la porta che rende felici le nostre vite, io la voglio aprire, ci sarai dall’altra parte dell’uscio?
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occhidelmondo · 6 years
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[2/4, 22:44] Carlo: Ciao, come stai? Come sta andando pasquetta? Ti ho pensata oggi [2/4, 22:46] Sara: Ciao!!! ☺ bene tu? Rispetto a ieri è stata una pasquetta davvero rigenerante. Per te? E cosa hai pensato? Comunque anch'io ti ho aspettato [2/4, 22:46] Sara: Pensato * [2/4, 22:48] Carlo: Bene, una bellissima giornata di sole e Lago! 😊 Ho pensato ai tuoi occhi, sono riusciti a rapire i miei pensieri m, alla tua bellezza, è riuscita a portarmi lontano con le immagini! Tu, cosa hai pensato? [2/4, 22:53] Sara: Al tuo sguardo cosi penetrante così misterioso, ai tuoi tatuaggi, che mi fanno fare i viaggi nel tuo universo. Oggi ero in posto disperso nella natura e non so perché, ma mi sono immaginata di guardare le nuvole insieme e viaggiare. [2/4, 22:55] Carlo: Allora le guarderemo insieme e viaggeremo facendoci trasportare da così tanto mistero e affinità! Vorrei averti qui in questo momento [2/4, 22:57] Sara: Ma sono lì. Non mi vedi? Cerca tra i tuoi tatuaggio. Sarò lì a guardarti ed ad sorridere in silenzio. [2/4, 22:59] Carlo: Beh non è la stessa cosa che averti qui realmente, anche se già ti vedo tra i miei tatuaggi! Allora sorridiamo insieme e che il silenzio sia la nostra culla [2/4, 23:02] Sara: Una sera mi avrai realmente ed io riderò imbarazzata. Mi incuriosisci e voglio scoprire o rimanere semplicemente nel mio "non comprendere nulla". [2/4, 23:07] Carlo: Allora non vedo l’ora che quel momento sia vicino, voglio provare a viverci a capire cos’è questa cosa che non è! Capire per poi comprendere, per poi non capire niente e vivere semplicemente il qui ed ora [2/4, 23:07] Carlo: Voglio viverti [2/4, 23:10] Sara: Tu sei proprio un bel mistero... È divertente. [2/4, 23:10] Carlo: Dici? [2/4, 23:10] Carlo: Non più di tanto, sono abbastanza onesto e schietto! Non faccio molti giri di parole, proprio come ho fatto con te [2/4, 23:14] Sara: È proprio questo... Mi incuriosisce questa tua onestà. E quindi si viviamoci.
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crystalsdiamond · 7 years
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Forse chiedevo troppo, ero così immersa nella mia pretesa di felicità che non mi ero accorta di ciò che in realtà mi stava sfilando sotto il naso. Le aspettative per il futuro lasciamole a chi ha poco per essere felice nel presente. Viviamoci il momento che potrebbe essere così sfuggente da struggerci ulteriormente ma almeno sapremo di essere stati felici anche se solo per un secondo.
-Viv
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guance-arruginite · 7 years
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-"Sono per il viviamoci il momento e..." -"E...ora vieni qui." ❤ 25/07/2017
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darkness-again · 7 years
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Sai, tutte le sere penso a te e spesso penso al mio futuro, al nostro futuro. Penso a quando vivremo insieme e ci sopporteremo ogni giorno, quando ci sposeremo e faremo un giuramento, ma la nostra relazione non cambierà, perché è sempre stata un giuramento, una promessa. Penso a quando avremo dei figli, il maschietto un dolce principino che si mostrerà duro davanti agli altri, come te , e una bimba, una fragile bimba, proprio come me. Quando ci chiameranno mamma e papà, quando passeremo di nuovo le notti in bianco ma per loro. Quando passeremo le notti in bianco a fare l'amore, a coccolarci, mica a piangere stringendo uno stupido cuscino. Penso a quando invecchieremo e le nostre giornate saranno sempre uguali, ma ci ameremo lo stesso, ogni giorno più dell'altro. E ogni tanto invece penso ad un futuro senza di te. Che ne sappiamo? Magari non dureremo per sempre, uno dei due si stuferà, uno dei due se ne andrà, di sua spontanea volontà, o per un incidente, una malattia. Ed ora penso, sono tre anni che stiamo assieme. Tre anni quanto tempo sono? Tanto? Poco? Tanto tempo per due della nostra età. Poco tempo perché abbiamo tutta la vita davanti amore mio. Penso che io ti vorrei accanto per il resto dei miei giorni. Con pregi e difetti, con difficoltà e gioie. Non mi importa. Ma penso, viviamoci il momento, ogni attimo è unico, speciale, non si ripeterà mai allo stesso modo. Viviamoci ora, per come siamo. E andrà come andrà. Ma per qualunque cosa sappi che mi troverai sempre per te. Ti amo. Non ho fatto il tuo nome, ma capirai. Grazie di tutto.
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