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#trascurabili infelicità
parolerandagie · 2 months
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Si fermino un secondo,
i cuori ed i pensieri,
si faccia un silenzio, profondo,
per chi e per quello che esisteva ieri:
promesse già dimenticate,
seppur mantenute, magari,
amori finiti oggi, ed i loro rimasugli,
dentro sguardi amari;
applausi ormai spenti,
ad artisti mai andati in scena,
che vivono di teatri vuoti,
e di continui stenti.
Si fermino i viaggi, i pensieri,
ed un secondo i cuori,
per il freddo che fa lá fuori,
per la pioggia viva,
che cade su quelli fermi, tra i cantieri.
Cuori, pensieri, voglie,
per un istante immobili,
ad onorare quei giorni, amati ed amabili,
ma caduti come foglie.
Facciamolo,
perché siamo poveri, tutti,
che nulla è quel che abbiamo,
se comparato al tutto
che abbiamo perduto.
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parolerandagie · 10 months
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Un caffè. Come dice? Ah, sì sì, ha capito bene: un caffè e basta, niente altro, che ho capito che ridurre al minimo tanto le richieste quanto le aspettative è l'unico modo non dico per essere felici, ma almeno non delusi, grazie.
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parolerandagie · 3 months
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Di noi stessi,
tutti,
indulgenti e censori,
madri e maestre,
colpevoli ed accusatori,
pessimi giudici
che san solo rendere inutili gli errori.
Libri sgrammaticati, senza trama,
ci comanda, della vita, la brama.
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parolerandagie · 1 month
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L'erotismo Senile
Le nude carni:
non tanto un desiderio
quanto un ricordo.
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parolerandagie · 3 months
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Con calici colmi di polvere,
brindiamo alle illusioni antiche,
perché pure furono capaci
di renderci felici, allora,
nell'attesa d'un compiersi,
e poco importa
se non domarono realtà avverse
e svanirono
all'alba di nuovi giorni.
Brindiamo,
pur consci che di bellezza
mai spegneremo la sete.
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parolerandagie · 1 year
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parolerandagie · 1 year
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Della gioventù, cuore mio, vecchio oramai, scorda l’affanno.
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parolerandagie · 1 year
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La sorprese, e lo fece amaramente, l’indifferenza di lui al suo ingresso nel bar: non aveva battuto ciglio, pur guardandola, dandole la sensazione che stesse solo osservando la porta, già da prima, che lei fosse, al meglio, una turbativa di cui non preoccuparsi troppo in una scena ben conosciuta.
Lo raggiunse, rimanendo in piedi, accanto al tavolino che lui stava occupando. 
’’Felice non mi sembri, ma triste nemmeno’’, gli disse.
Lui annusò distratto il liquido ambrato che aveva nel bicchiere, tenuto appoggiandone la ambia pancia al palmo e facendo passare il corto stelo fra medio ed anulare, e rispose ‘’vero, non sono né una né l’altra cosa; se dovessi descrivermi, in questo frangente della mia vita, mi racconterei come arreso, e, bada bene, arreso, non sconfitto, sono certo capirai bene la differenza’’.
Arreso, pensò lei, è chi ha perso la motivazione per combattere qualcosa, sconfitto chi, di combattere, non avrebbe più la forza, ma non esplicitò, si conoscevano talmente bene, nonostante la distanza, sia fisica che emozionale, che ultimamente si era frapposta loro, che non necessitava di conferme.
‘’E’ una pessima notizia’’ gli rispose, ed aggiunse ‘’mi allieverebbe la pena sapere almeno il perché’’.
Lui riportò il bicchiere al naso, roteandolo piano, forse ad agevolare lo sprigionarsi di qualche aroma, e poi rispose:
‘’La mia battaglia fu sempre quella di dimostrare, e dimostrarmi, che l’oggettivo, che l’assoluto, in questa vita fosse possibile trovarlo, addirittura sperimentarlo, che, seppur conscio dei limiti dati dalla determinata (e sconosciuta) lunghezza della vita stessa, si potessero approssimare alcune situazioni, alcune circostanze, alcune sensazioni ad un ‘sempre’, che su qualcosa, insomma, si potesse contare. E pensavo ce la chiave di tutto ciò, la strada da perseguire per raggiungere l’obiettivo, fosse la conoscenza, accompagnata dalla coscienza, dalla consapevolezza.’’
Si fermò, diede un sorso a quello che pareva essere Cognac, ma avrebbe potuto essere altrettanto Brandy o Armagnac, ed a lei sembrò che avrebbe dovuto accontentarsi di quella parziale rivelazione e quindi lo esortò a continuare, ricevendo in cambio un’occhiata quasi infastidita e sicuramente di rimprovero. 
’’Ed invece non posso più negare a me stesso che mi sbagliavo, che tutto è in realtà locale, temporaneo, istantaneo a volte, ed il mio pensare, il mio cercare continuamente di andare oltre il qui ed ora, o, almeno, il mio tentativo di estendere elasticamente questa dimensione, sia addirittura inutile, che anzi vada rendere i miei riflessi lenti, mi impedisca di cogliere quell’istante, quell’attimo.’’
La faccia di lei si fece preoccupata, e lui provò ad alleggerire con un sorriso ma poi aggiunse
‘’La felicità non sta nella conoscenza, mia cara: sta nel trovare il giusto anestetico che alla realtà ti renda insensibile, sta nel non chiedersi, nel non sapere, nell’ignorare.’’
E dopo poco più di un secondo di occhi negli occhi, tornò a portare lo sguardo verso ciò che già prima stava osservando, cioè il nulla, quel nulla da conoscere, da sentire, da sapere, che sembrava fosse diventato il nuovo suo rifugio.
Era triste sentirlo, pareva essere il tramonto di un anima e lei non aveva parole per fermarlo, ma pur silente e non invitata, scostò la sedia e si accomodò accanto a lui: lei no, non si sarebbe arresa.
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parolerandagie · 1 year
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Natale e l'inevitabile tristezza che l'accompagna, presenti qui, fuori e dentro di me.
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parolerandagie · 1 year
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Della gioventù, la vita in autunno, ricorda l'affanno.
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parolerandagie · 1 year
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specchiato dentro un cielo grigio cenere tutto ciò che non è stato
ma avrebbe potuto essere
le malinconie sono foschiose
sono foto appena fuori fuoco
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parolerandagie · 2 years
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E' meraviglioso e disperante come la poesia sia tanto ladra quanto custode di istanti, a volte splendidi, a volte tragici.
Me Stesso
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parolerandagie · 2 years
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…25 anni di vita lavorativa, e gli effetti su di me di tutto ciò, in due badge:
- a destra (giorno dell'assunzione) la ‘’faccia di Cocciolone’’ prigioniero degli iracheni, dopo che il suo Tornado era stato abbattuto, ovvero paura, incredulità e sgomento…
- a sinistra (25 anni dopo) la ‘’faccia di Ocalan’’ nelle mani dei turchi, direttamente da un carcere di massima sicurezza, ovvero nichilismo, rassegnazione, certezza di un destino terribile ed inevitabile…
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parolerandagie · 2 years
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Le gocce di pioggia sono nulla d'altro che un precipitare veloce verso il termine della propria fugace esistenza, in un vasto e comune anonimato, per essere sostituite subito da altre, identiche all'apparenza. Le vite umane devono sembrare niente di più, ad occhi eterni.
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parolerandagie · 2 years
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stelle accese dentro cieli notturni fredde lampade luci insensibili per noi tristi falene
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parolerandagie · 2 years
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Il Lunedì mattina è impossibile svegliarsi belli. O felici. Il Lunedì mattina è già un successo svegliarsi. Ed è un trionfo svegliarsi vivi.
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