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#stravolto la vita
foreverblondie23 · 1 month
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ipierrealism · 5 months
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Se soffrite il freddo prendete una copertina elettroriscaldata della imetec. Amatemi dopo.
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carlottaragazzalove · 5 months
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Certo che via delle provincie mi ha letteralmente stravolto la vita quel 26 agosto! anche se in quel frangente scherzavi con me! e ripenso stare con te o non stare con te è la misura del mio tempo! la tragedia è ciò che muore dentro col passare dei giorni! Quelli uguali non contano, quelli importanti restano immortalati nel cassetto dei ricordi 😔 Carlotta Grimaldi 🤍💙🩷
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shyphantomdonut · 2 months
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Parlare di lei è come tentare di descrivere un capolavoro senza parole sufficienti. Ogni momento condiviso, ogni sguardo scambiato, è un dipinto di emozioni che riempie il cuore di una felicità così immensa da far svanire il mondo attorno a noi. Ogni parola che pronuncia è come una melodia che incanta l'anima, e mi ritrovo incapace di resistere al suo fascino. Le sue sfumature, così uniche e affascinanti, si riflettono ovunque: tra la folla, nel cuore che ha lasciato impresso sul vetro dell'auto, nei momenti più banali della giornata. È come se fosse parte di me, impossibile da scacciare anche se volessi. Il suo amore ha trasformato la mia vita, spingendomi a superare i confini del mio orgoglio e a mostrare il vero io, senza filtri. Con lei, ogni pensiero trova voce, perché lei è diventata la mia verità. È straordinario poter condividere tutto questo caos di emozioni con qualcuno che mi comprende appieno, che mi ha stravolto la vita in modi meravigliosi.
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apropositodime · 11 months
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Oggi è il compleanno di Andrea dell'anima mia, del cuore mio e adesso che è così grande anche del fegato mio ❤️😃
Questa foto è del 2013,al tramonto nella spiaggia di tropea.Uno dei tanti momenti che ha generato un ricordo.
Anno di cambiamenti e di cose che hanno stravolto la nostra vita.
Sii felice più che puoi ❤️
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
LE RADICI DELLA CRISI
Quando si pensa al "Rinascimento" in Italia, le espressioni si fanno idillio.
Ovviamente, è un errore.
Velato dalla bellezza delle arti plastiche e pittoriche in anni di densa produzione e di "maestri" inarrivabili, paradigmi della successiva "maniera".
Ma nell'Europa del Nord, la crisi spirituale e con essa il rivolgimento delle società e degli individui, la cui collocazione al centro della vita è già indice della modernità, si afferma senza infingimenti.
Nessuna illusione, neanche qui: si tratta di un'altra forma di retorica, severa, austera, grigia.
No, ancora di più: tormentata, angosciata, ossessionata.
L'intero vecchio continente ne verrà stravolto: l'età protestante, la riforma, la reazione delle gerarchie romane, le lotte di potere, il fanatismo religioso, la guerra, fino al "Sacco di Roma", avvenimento spartiacque che segna la fine della centralità della Chiesa cattolica e, paradossalmente, anche la fine dell'Impero incarnato da Carlo V.
Entrambe le istituzioni protagoniste della storia stanno per subire l'avvento delle Nazioni.
Lunga fu la scia, si estenderà per tutto il XVI secolo fino alla Guerra dei Trent'anni tra il 1618 e il 1648 e alla pace di Vestfalia che darà un nuovo assetto all'Europa.
La Germania rimarrà frammentata in Stati che potranno trovare unità solo oltre due secoli dopo.
È il riflesso del passaggio dall'unità religiosa alla fede vissuta come traccia individuale.
Ma non regge al fanatismo della verità: questi, non conosce la tolleranza.
E incombe, dai nuovi pulpiti.
Come il cavaliere attraversa saldo nella sua armatura di fede il dramma della morte e l'incombere del male, così l'uomo che l'arte del Nord immagina, è figura della solitudine e del sacrificio, eroe della lotta: l'unico affidavit è riposto in se stesso.
Dürer intuisce, come ogni vero artista, l'avvento di un modello diverso di umanità: più libera, cosciente.
Ma sa anche che questo modello richiede la ricostruzione di principi guida, di un'identità che dall'individuo passi alla dimensione collettiva: ecco la crisi.
La città, sul picco della montagna, è un enigma lontano, silenzioso.
Il cavaliere, meditabondo nella sua dignità di spada e di obblighi, segue il cammino e i suoi pericoli.
Li attraversa, non li teme.
Perché ne riconosce l'essenza: è identica alla sua.
Uno stanco mendicare che ha solo l'apparente baldanza muscolare di un cavallo al trotto e l'incosciente vitalità di un cane.
L'esteso simbolismo dell'immagine è anch'esso un barlume che non riesce a mascherare il senso di rassegnazione delle tre figure: fiacche comparse in un circo abbandonato al "memento mori".
Come radici senza più terra, abbarbicate sulla roccia.
Dura.
Pesante.
Scenario estremo che nulla potrà accogliere.
- Albrecht Dürer (1471 - 1528): "Il cavaliere, la morte e il diavolo", 1513, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe (Germany)
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apeir0nn · 10 months
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stamattina l'ostetrica Sofia mi ha detto tante cose tra cui che si vede che forse sono depressa, che sono una persona molto profonda, che non devo avere paura dell'abbandono, che sono bellissima e che potrei fare l'influencer intelligente, che devo guardare le cose belle che ho e migliorarmi, che posso avere tutti i ragazzi che voglio e che se mi va di darla ok se non mi va va bene lo stesso, che devo pensare alla mia vita, che devo mangiare, che posso trovare un compagno in qualsiasi momento perché sono intelligente e bella, che se voglio possono aiutarmi a trovare uno psicologo, che non devo essere triste per le piccole cose perché i problemi sono altri e poi alla fine mi ha aperto la fagiana. È stata una visita che mi ha stravolto, non per la patong perché tanto sarò agitata per altre due settimane come minimo, ma perché in 15 minuti ho pianto, mi sono accorta di quanto io sia vulnerabile e debole, ho detto cose di cui non parlavo da tanto tempo a una sconosciuta e ho quasi chiesto aiuto.
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t-annhauser · 5 months
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Perché il borghese – il borghese «ultimo» – non si contenta più della vita comoda, sicura e pigra, ma vuole anche godere delle sofferenze altrui, come a rinforzare il proprio benessere. Non posso dimenticare una vignetta pubblicata nel corso della Grande Guerra da non so più quale giornale francese, nella quale era terribilmente messo in luce questo orrendo sentimento del borghese. Si vedevano due grassi borghesi, marito e moglie seduti a una tavola sulla quale era stato consumato un lauto pranzo, in compagnia di un povero vecchio stravolto dal dolore. E la didascalia diceva per bocca del borghese: «E ora, brav’uomo, che vi abbiamo rifocillato, raccontateci un po’ il massacro della vostra famiglia e la rovina della vostra casa».
Alberto Savinio, Nuova Enciclopedia, voce "Borghesia"
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unfilodaria · 1 month
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Basta un “mal di testa”, un piccolo sbalzo pressorio, un medicinale che ha fatto troppo il suo effetto su di un corpo molto avanti con gli anni, ed ecco che la tua visione tranquilla e monotona del quotidiano, senza una deadline apparente, si ribalta e rimette tutto in discussione. Mia madre è stata male due giorni fa, in realtà la vedevo diversa da almeno un paio. Poi d’un tratto mi si è accasciata (fortunatamente) tra le braccia invertendo la tranquillità in agitazione, il monotono in emergenza. Tutto cambia prospettiva e tutto quello che ti sei detto “che prima o poi potrebbe succedere” é successo. Per fortuna ora sta meglio, così determinata a sopravvivere e soprattutto a farlo a casa sua. Ma le finte certezze sono saltate tutte pur dovendo mantenere l’apparenza del “tutto va bene”. É iniziato un nuovo ciclo di “iron woman”, della donna di ferro che non ha mai mollato dinanzi le mazzate della vita. E noi figli, che ci sentiamo più in balia di lei degli eventi, restiamo in attesa che tutto possa essere nuovamente stravolto
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dottssapatrizia · 1 year
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Si crede molte volte che la vita sia immutabile, che tutto sia già scritto. Alcune volte, invece, accadono cose inspiegabili. Amo dire che "il destino ha molta più fantasia di noi"! Quando pensi che tutto sia finito, con una velocità incredibile, tutto cambia tutto può essere stravolto e da un momento all'altro,ti trovi a vivere una vita tutta nuova
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buongiorno!
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ambrenoir · 9 months
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Ho voluto bene persone che ora non mi guardano più in faccia, ho aiutato persone nel momento del bisogno ed ora non mi parlano nemmeno.
Ho stravolto, ho aiutato, ho pianto ed ho ringraziato perché dalla mia vita merito di più.
Ci sono giorni in cui credevo di non farcela e nonostante tutto ce l'ho fatta, ho creato muri che piano piano cercherò di romperli.
Ho voluto bene così tanto da farmi andare bene tutto nonostante le cose non mi andavano bene, non sono rimasta sola perché la vita non finisce quando una persona se ne va via, nella vita si nasce soli e si muore soli ma ciò che rimane sulla terra è ciò che conta.
La vita mi ha portato a dire "la troppa disponibilità fa male alle persone" ed è vero, perché tu per quanto puoi essere gentile è disponibile arriverai al punto di dire *No* è lì sarai visto il cattivo della situazione, perché non hanno piacere di averti e viverti ma solo di usarti.
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ricorditempestosi · 1 year
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ho voluto bene a persone che ora non mi guardano piú in faccia, ho aiutato persone nel momento del bisogno ed ora non mi parlano nemmeno.
ho stravolto, ho aiutato, ho pianto ed ho ringraziato perché dalla mia vita merito di piú.
ci sono giorni in cui credevo di non farcela è nonostante tutto ce l'ho fatta, ho creato muri che piano piano cercheró di rompere.
ho voluto bene così tanto da farmi andare bene tutto nonostante le cose non mi andavano bene, non sono rimasto sola perché la vita non finisce quando una persona se ne va via, nella vita si nasce soli e si muore soli ma ciò che rimane sulla terra è ciò che conta.
la vita mi ha portato a dire "la troppa disponibilità fa male alle persone" ed è vero, perché tu per quanto puoi essere gentile è disponibile arriverai al punto di dire "no" è lì sarai visto il cattivo della situazione, perché non hanno piacere di averti e viverti ma solo di usarti.
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immensoamore · 1 year
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Io penso che le persone non si dimenticano. Non puoi dimenticare chi un giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva battere il cuore, chi ti faceva piangere per ore intere.
Le persone non si dimenticano. Cambia il modo in cui noi le vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita. Ci sono persone che hanno tirato fuori il meglio di me, eppure adesso tra noi, c’è solamente un semplice ‘ciao’. Ci sono persone che hanno preso il mio cuore e lo hanno ridotto in mille pezzi, senza nemmeno pensarci due volte. Ci sono persone che sono entrate nella mia vita in punta di piedi e ne sono uscite esattamente nello stesso modo. Ci sono persone che hanno creato un gran casino, che hanno sconvolto i miei piani, che hanno confuso le mie idee. Ci sono persone che nonostante tutto, sono ancora parte della mia vita. Ci sono persone che sono arrivate e non sono più andate via. Ci sono persone che, anche se io non le ho mai sentite, ci sono sempre state. E poi ci sono persone che non fanno ancora parte della mia vita, ma che tra qualche anno forse, saranno le persone più importanti per me. Ci sono persone che: nonostante mi abbiano fatto versare lacrime, mi abbiano stravolto la vita, mi hanno insegnato a vivere. Mi hanno insegnato a diventare quello che sono. E, anche se oggi tra noi resta solamente un sorriso o un semplice ‘ciao’, faranno per sempre parte della mia vita. Io non dimentico nessuno. Non dimentico chi ha toccato con mano, almeno per una volta, la mia vita. Perché se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che mi scontrassi anche con loro prima di andare avanti..
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canesenzafissadimora · 4 months
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E tu mi vieni a dire che l’uomo muore lontano dalla vita lontano dal dolore e in questa quasi indifferenza non è più capace di ritrovare il suo pianeta fatto di aria e luce.
E tu mi vieni a dire che il mio presente è come un breve amore del tutto inconsistente che preso dai miei sogni io non mi sto accorgendo che siamo al capolinea al temine del mondo.
E tu mi vieni a dire che tutto è osceno che non c’è più nessuno che sceglie il suo destino non ci rendiamo conto che siamo tutti in preda di un grande smarrimento.
E sento che hai ragione se mi vieni a dire che l’uomo sta correndo e coi progressi della scienza ha già stravolto il mondo però non sa capire che cosa c’è di vero nell’arco di una vita tra la culla e il cimitero.
E tu mi vieni a dire c’è solo odio ci sarà sempre qualche guerra qualche altro genocidio e anche in certi gesti che sembran solidali non c’è più un individuo siamo ormai tutti uguali.
E sento che hai ragione se mi vieni a dire che anche i più normali in mezzo ad una folla diventano bestiali e questa specie di calma del nostro mondo civile è solo un’apparenza solo un velo sottile.
E tu mi vieni a dire quasi gridando che non c’è più salvezza sta sprofondando il mondo ma io ti voglio dire che non è mai finita che tutto quel che accade fa parte della vita.
Ma io ti voglio dire che non è mai finita che tutto quel che accade fa parte della vita.
Giorgio Gaber
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti 
LE RADICI DELLA CRISI
Quando si pensa al "Rinascimento" in Italia, le espressioni si fanno idillio. Ovviamente, è un errore. Velato dalla bellezza delle arti plastiche e pittoriche in anni di densa produzione e di "maestri" inarrivabili, paradigmi della successiva "maniera". Ma nell'Europa del Nord, la crisi spirituale e con essa il rivolgimento delle società e degli individui, la cui collocazione al centro della vita è già indice della modernità, si afferma senza infingimenti. Nessuna illusione, neanche qui: si tratta di un'altra forma di retorica, severa, austera, grigia. No, ancora di più: tormentata, angosciata, ossessionata. L'intero vecchio continente ne verrà stravolto: l'età protestante, la riforma, la reazione delle gerarchie romane, le lotte di potere, il fanatismo religioso, la guerra, fino al "Sacco di Roma", avvenimento spartiacque che segna la fine della centralità della Chiesa cattolica e, paradossalmente, anche la fine dell'Impero incarnato da Carlo V. Entrambe le istituzioni protagoniste della storia stanno per subire l'avvento delle Nazioni. Lunga fu la scia, si estenderà per tutto il XVI secolo fino alla Guerra dei Trent'anni tra il 1618 e il 1648 e alla pace di Vestfalia che darà un nuovo assetto all'Europa. La Germania rimarrà frammentata in Stati che potranno trovare unità solo oltre due secoli dopo. È il riflesso del passaggio dall'unità religiosa alla fede vissuta come traccia individuale. Ma non regge al fanatismo della verità: questi, non conosce la tolleranza. E incombe, dai nuovi pulpiti. Come il cavaliere attraversa saldo nella sua armatura di fede il dramma della morte e l'incombere del male, così l'uomo che l'arte del Nord immagina, è figura della solitudine e del sacrificio, eroe della lotta: l'unico affidavit è riposto in se stesso. Dürer intuisce, come ogni vero artista, l'avvento di un modello diverso di umanità: più libera, cosciente. Ma sa anche che questo modello richiede la ricostruzione di principi guida, di un'identità che dall'individuo passi alla dimensione collettiva: ecco la crisi. La città, sul picco della montagna, è un enigma lontano, silenzioso. Il cavaliere, meditabondo nella sua dignità di spada e di obblighi, segue il cammino e i suoi pericoli. Li attraversa, non li teme. Perché ne riconosce l'essenza: è identica alla sua. Uno stanco mendicare che ha solo l'apparente baldanza muscolare di un cavallo al trotto e l'incosciente vitalità di un cane. L'esteso simbolismo dell'immagine è anch'esso un barlume che non riesce a mascherare il senso di rassegnazione delle tre figure: fiacche comparse in un circo abbandonato al "memento mori". Come radici senza più terra, abbarbicate sulla roccia. Dura.  Pesante. Scenario estremo che nulla potrà accogliere.
- Albrecht Dürer (1471 - 1528): "Il cavaliere, la morte e il diavolo", 1513, Staatliche Kunsthalle, Karlsruhe (Germany)
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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Note
Sei innamorato o fidanzato?
E come te rispondo?
Prova a spiegarmelo tu.
Fidanzato non lo sono, su questo non ci piove, chi o passass stu guaio?
Innamorato?
Cosa significa essere innamorato?
C'è una vocina dentro di me che appena ha letto "sei innamorato" ha urlato si, ma quella vicina resta dentro di me e cerco di tenerla a bada il più possibile.
Ho una persona che è entrata nella mia vita, nel mio cuore ed ha stravolto un po' tutto. Ci parlo quasi tutto il giorno, ogni attimo che ho disposizione provo a renderla parte della mia vita, che sia con un messaggio, con una foto, un audio, una stronzata qualsiasi ma che le dica "sto pensando a te" ed io penso continuamente a lei, vivo praticamente col battito accelerato, con quella voglia di stravolgere la mia vita per far sì che lei possa farne parte, che io possa farle capire quanto sia importante, quanto sia semplicemente la mia felicità. E ci sono altri milioni di cose che sento, vorrei dire, dirle.
Ho paura però, di non essere all'altezza di come riesce a farmi sentire(riesce a farmi sentire al posto giusto, a prendere quel cuore e a maneggiarlo con cura anche se alcune volte per fortuna sdrammatizza altrimenti mi ritroverei sciolto sul pavimento a fissare il soffitto e vedere la notte stellata di Van Gogh), di donarle i miei sbalzi d'umore, le mie insicurezze.
Voglio essere casa per lei, un rifugio sicuro, ma anche la leggerezza che possa farle superare anche quelle giornate no.
Ma tra dire il fare c'è di mezzo la mia insicurezza di non riuscirci, certo ci proverei ogni giorno, ma meriterei lei anche in quei giorni in cui non ci riesco?
Penso di aver scritto un bel po' e forse di non averti fatto capire nulla.
Pensi che io sia innamorato? Dimmi un po'.
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