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#son lì
tpbvsk · 3 months
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Son môi The One gồm có 15 màu
Test thử độ lên màu như thế nào.. và order ngay.
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deathshallbenomore · 1 year
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madonna mi devo alzare alle sei perché dobbiamo andare a redacted voglio: appiccare il fuoco
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ancilla-hawkins · 2 years
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quando il berna ha detto che ha scelto il toronto al posto dell'atalanta perché "era interessato al progetto", spero che il famoso progetto fosse scappare dalla serie a perché sennò signore mio
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xshootingstarrikex · 4 months
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Con te, ogni giorno della mia vita ❤️🖤
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maiacademyvnn · 1 year
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withered-owll · 11 months
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Some late night doodles from my sub AU :3
Just Macaque trying his best in being a single parent and PIF being a supportive older sister and helping her little brother raise his and SWK’s child that the Great Sage is obviously oblivious about.
Ok, ok so quick backstory:
Wukong and Macaque used to be young, promising yet troublemaking inventors from the Lower Metropolis. That until one day Wukong was caught by the Celestials in the Upper Metropolis known also as The Cloud City, and imprisoned.
He was later on taken in by Tripitaka as a sort of apprentice and becoming ‘The Greatest Inventor’, and leaving Macaque in the Lower Metropolis.
Mac obviously pissed off and hurt tries to attack Tripitaka (y’know Jinx’s style and all) and Wukong protects his master.
They get into a huge fight in their old hideout, that turns out to be an old factory, and Macaque loses his right eye. The factory is burning and Wukong leaves Macaque there but forgets about an old boiler still filled with gas which explodes before Wukong can come back for his friend and mate.
Macaque barely manages to escape through his shadow portal, getting a few burns on his body and more than a half of his fur burned.
He manages to get to his sworn sister’s house, hurt and as it turns out, pregnant with his and Wukong’s daughter- Lì-Líng.
PIF obviously has some not so nice words and many, many insults to throw at Wukong’s face but Macaque stops her. He doesn’t want Wukong to know about their child OR that he escaped the explosion.
And so Macaque is raising his daughter with some of PIF’s help. Red Son knows about his uncle’s child but his mother forbid him about talking about Lì-Líng to anyone, especially Wukong’s new successor.
And again, if you want to know more about this little sub AU of mine, please don’t hesitate to ask! ^^
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godisacutedemon2 · 4 months
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Varcò la soglia di quel bar coi capelli legati e la mano sventolante vicino al viso: faceva caldo, troppo caldo, nonostante fossero appena le 8 di mattina. Le goccioline che le partivano dalla fronte scendevano giù lungo tutto il viso arrivando alla bocca rimpolpata da quel suo lipgloss appiccicoso che usava sempre. Il locale era pieno, le voci erano alte, tutti di fretta ma non troppo: va bene andare a lavoro, sì, ma con calma, ce n'è di tempo per lavorare, ma per esser felici e spensierati ce n'è troppo poco. Si avvicinò al bancone, a servirla c'era un bel giovane sorridente. «Non ti ho mai vista qui, sei nuova?» il sorriso si fece ancora più ampio, ma come risposta ricevette il sopracciglio inarcato e indispettito di lei. «Buongiorno, innanzitutto» rimbobò. Erano già due mesi che era lì, ma ancora non si era abituata a quella confidenza che chiunque si prendeva. Sapeva non fosse cattiveria, ma un po' l'infastidiva. Tutti conoscevano tutti e lei, a sentirsi dire sempre la stessa frase, si sentiva un po' un pesce fuor d'acqua. «Sì, sono nuova. Ma ricordate tutti coloro che passano o è proprio un vostro modo di approcciare?» continuò quindi lei. Il giovane si passò la mano tra i capelli lisci che gli cadevano sulla fronte «signorina, non mi permetterei mai di approcciarvi... O almeno, mi correggo, non così» rise, era bello. «Scusatemi se mi sono permesso o se vi ho dato fastidio... Diciamo che qui ci conosciamo tutti» botta secca «o comunque, più o meno mi ricordo chi passa, un viso così bello lo ricorderei». Le lusinghe erano tante, ma la pazienza la stava proprio perdendo. «Sì, capito, capito. Mi può portare un caffè, per favore?» «sì, certo, permettetemi di presentarmi almeno, io son-...» dei passi lenti dietro di lei la interruppero «Antò, e falla finita! Ti vuoi sbrigare? Non è cosa, non lo vedi? Portagli 'sto caffè e muoviti, glielo offro io alla signorina». La situazione stava degenerando, la ragazza in viso era ormai paonazza e non di certo per il caldo. «Scusatemi tutti, il caffè me lo pago da sola! Posso solo e solamente averlo?! Si sta facendo tardi, non pensavo che qui fosse un delirio anche prendere un caffè!» per un attimo calò il silenzio che non c'era mai stato, nella mente di lei passò un vento di leggerezza e sollievo, senza rendersi conto che, con quell'affermazione, si era di nuovo sentita come tutto ciò che non voleva sentirsi: un pesce fuor d'acqua. «Scusatemi» bofonchiò, poi di nuovo «potrei avere gentilmente un caffè? Grazie. Mi andrò a sedere al tavolo» il barista la guardò, un po' dispiaciuto «signorì, se permettete, cappuccino e cornetto, offre la casa. Sentitevi un po' a casa, vi farebbe bene» e si dileguò. Non disse nulla e si trascinò verso il tavolino, non poteva combatterli: erano tutti pieni di vita lì in quel posto. Che alla fine, un po' di gioia dopo anni di sofferenze, non sarebbe poi mica guastata.
Si sedette lì, ad un tavolino accanto ad un immenso finestrone: da lì si vedeva il mare, mozzafiato. Si guardò intorno. Il viavai di gente era irrefrenabile e la mole di lavoro assurda, ma la cosa più bella di quel posto è che nonostante le richieste più assurde dei clienti, venivano accolti tutti con il sorriso più caloroso del mondo.
Sorseggiava il suo cappuccino, lasciando vagare il suo sguardo di tanto in tanto, fin quando non si fermarono inchiodati su quello di un altro. Nell'angolo, in fondo, c'era un ragazzo. Gli occhi scuri tempesta bloccati nei suoi ciel sereno. I capelli un po' arricciati gli scappavano qua e là dalla capigliatura indefinita che portava. Un ricordo è come un sogno lucido, che però puoi toccare, sentire, annusare, vivere ad occhi aperti, vivere senza dormire. In quell'angolo di stanza, c'era lui. I battiti partirono all'impazzata all'unisono, nel bar non c'era più nessuno, solo loro. So potevano quasi toccare co mano, nonostante la distanza a separarli, le loro mani accarezzavano i rispettivi visi come a gridare “sei vera? Sei vero?”. Un impeto di emozioni, un vulcano in eruzione, la pioggia sul viso, il vento che porta il treno che sfreccia, il pianto di un bambino, la risata di un ragazzo. «Signorì, tutto apposto?» il tempo di sbattere le palpebre: lui non c'era più «sì, sì... Pensavo di aver visto qualcuno di mia conoscenza».
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papesatan · 7 months
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Dieci anni. Son trascorsi ormai dieci anni da questa foto, le nostre vite sono saettate via nel buio, trasmutate. Difficile rincontrare ora quei sorrisi di giocosa spensieratezza, perduti in sogni e progetti impossibili da realizzare. Io e te, amico mio, sorridevamo sbarbati al futuro, trattenendoci luce negli occhi, il povero Gianfranco era ancora vivo, inviolato dal male, inconsapevolmente teso a una vita che per lui non c'era, Pierluigi non sapeva ancora che di lì a poco sarebbe divenuto il celebre filibustiere Barbascura X, pirata della scienza. O forse lo sapeva, noi sicuramente no. Cosa ne è stato di quei sorrisi? Quanti perduti? Quanti realizzati? Guardo il mio e penso che neanche allora, pieno di sogni, ero felice. Ma allora cos'ho fatto del mio tempo? A volte credo d'essere ancora lì, fermo, in posa col bicchiere in mano, ad aspettare che tocchi a noi. Mi auguro non sia troppo tardi.
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catsloverword · 2 months
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- Buon otto marzo, amore.
- Grazie.
- Indovina cosa ti ho portato?
- Il diritto costituzionale all’aborto.
- Quasi, le mimose.
- Ma io volevo il diritto costituzionale all’aborto.
- E invece ho le mimose. Ecco, le mettiamo in un bel vaso. Ti piacciono?
- Insomma.
- Ma son gialle, son belle. E da questa prospettiva guarda cosa sembrano?
- Cosa sembrano?
- Il diritto costituzionale all’aborto.
- Non è vero.
- Ma sì, vieni, mettiti qua dove sto io. Uguali proprio. Comunque mica ti ho portato solo le mimose.
- Ah, ecco.
- Ti ho portato anche quella cosa che mi chiedi da un po’ di tempo.
- Essere presa sul serio nei diversi contesti sociali?
- Esatto, il gelato per la festa della donna.
- No, era essere presa sul serio nei diversi contesti sociali.
- Semifreddo striato con purea di frutti di bosco e decorato con pan di spagna. I frutti di bosco son lì perché...
- Son rosa.
- Capito? Abbracciami.
- …
- Che c’è? Su, non fare quella faccia, credi davvero che oggi me la sarei cavata con un fiore e un gelato?
- Ah, meno male.
- In questo giorno speciale ti voglio fare il regalo più importante di tutti.
- Cioè?
- Il minimo indispensabile.
- Prego?
- La promessa che anche quest’anno farò il minimo indispensabile.
- Amore…
- La promessa che anche quest’anno non t’ammazzerò.
- …
- La promessa che anche quest’anno non abuserò di te. Fisicamente o psicologicamente.
- …
- La promessa che non ti oggettificherò, che non ti sminuirò, che non ti limiterò, che non proverò a controllarti o a manipolarti.
- …
- La promessa che anche quest’anno ti tratterò con un pochetto meno condiscendenza dell’anno scorso. Che non ti dirò come devi pensare, che ti ascolterò per bene non solamente quando devo venderti qualcosa o portarti a letto.
- …
- La promessa che proverò a mettermi nei tuoi panni ogni volta che sarà funzionale ai miei scopi. La promessa di continuare a chiudere consultori, escludere gli assorbenti fra i beni di prima necessità, e prendere tutte le decisioni sulla tua vita, ma ogni tanto di fare anche io i lavori di casa.
- …
- La promessa di trattarti con l’ottanta percento di dignità sul posto di lavoro, e di sforzarmi ogni volta per riconoscere il tuo ruolo professionale. La promessa di ritenere il tuo parere pari a quello di uomo. La promessa di pagarti quasi quanto lui.
- …
- La promessa che discuterò in televisione con altri uomini dei tuoi problemi e qualche volta ti inviterò per parlarne. La promessa di darti sempre il mio parere, anche quando non è richiesto.
- ...
- La promessa di non identificarti esclusivamente come un’incubatrice, ma di premiarti se mi sforni almeno tre figli.
- …
- La promessa di fare tutto questo. E niente più di questo.
- …
- Be’? Non sei contenta?
- Contentissima.
- E l’anno prossimo, un’altra mimosa.
Dal web
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dramasetter · 1 month
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Ciao nonna,
Tutto questo non me lo aspettavo proprio, non ora. Io non ero pronta. Non lo si è mai, certo, ma io pensavo che mia nonna avrebbe vissuto altri 50 anni.
Scusa nonna, perché alla fine non mi hai mai insegnato a fare i tuoi ravioli di patate o i cian. E scusa per tutte le volte che mi facevi trovare il budino o la ciambella sapendo che mi piacevano e io non li mangiavo perché in fissa con il mio peso. Lo so che tu nel modo più dolce ci hai sempre provato.
Grazie nonna per tutte le volte che mi portavi su dalle vigne e mi facevi scegliere un coniglietto tra quelli piccini da poter coccolare per tutto il tempo che restavamo lì. E grazie per tutti i racconti di quando eri bambina che ci riportavi la sera prima che io e F dormissimo.
Grazie nonna, perché fino all'ultimo la tua preoccupazione è stata "ma Federica sta uscendo?" no nonna, non sto uscendo, ma posso prometterti che farò del mio meglio per cercare di uscire di più. Scusa, perché a volte quando son venuta a trovarti ero triste e non riuscivo a trasmetterti il bene che ti voglio. Ma io spero che tu lo sappia. Vorrei potertelo dire un'ultima volta perché non trovo giusto non aver avuto la possibilità di salutarti, di dirti quanto tu sia stata speciale come nonna.
Ora mi fa tutto un po' paura, oltre alla tua perdita immagino che ci sarà un momento in cui entrerò in quella casa e sarà l'ultima volta che la vedrò senza saperlo. Non so cosa ne sarà della casa, del paese, niente. Quella parte delle nostre origini?
Però una cosa lo so. Io sarò sempre la tua bina, la tua ninina.
E ti voglio bene nonna
Tanto
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der-papero · 1 month
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Roma-Napoli di ritorno dalla serata con Daniele, traffico intenso, non è una novità. Come non lo è il fatto che la 1a corsia fosse completamente libera (tranne qualche TIR qui e lì), e quindi ho potuto viaggiare liscio a 130 km/h senza traffico e senza problemi. Le persone, TUTTE, non quasi tutte, vedono un'auto superare alla loro destra senza difficoltà, e non si fanno alcuna domanda, niente, vanno lisci, fottono e se ne fottono, non si pongono né il problema delle regole né quello del proprio vantaggio personale, meglio rischiare un frontale in 2a piuttosto che viaggiare puliti in 1a (la 3a non la nomino nemmeno, data la 2a intasata si riduce ad un covo di esagitati a cazzo duro che si flashano e bestemmiano addosso).
Dopo tanti anni ho capito che non ci sarà mai verso per gli italiani di rispettare il Codice della Strada (ancora mi sorprendo come, almeno per i sedili frontali, abbia funzionato l'obbligo della cintura), quindi non ...
NOOOO SCUSATE, INTERRUZIONE!!!
Son parcheggiato in una strada di un paesino del casertano (Casagiove), mentre la Mami compra le colombe e io son qui a scrivervi questa cagata, passano un ragazzo e una ragazza, lui si ferma all'improvviso davanti alla mia Meggie e fa (non ho capito se mi aveva notato o meno)
NOOOOO, E LA MAAADOOONNAAAA!!! MINCHIA CHE MACCHINA!!!
Poi fa una foto al davanti e una dietro, così, senza sapere né leggere né scrivere. Ora, siccome giorno 9 Aprile mi verrà consegnata l'auto nuova e questo è l'ultimo viaggio della mia Meggie, nonostante abbia ricevuto diversi apprezzamenti nei suoi 4 anni, questo è stato proprio il più eclatante ed è la più degna chiusura della sua avventura con me. Ma torniamo a noi.
Dicevamo, non possiamo sperare nel senso civico né nel rispetto delle leggi, dobbiamo puntare a qualcosa di più coinvolgente. E mentre viaggiavo, pensa che ti ripensa, mi viene in mente un'idea.
Il sistema Tutor attivo sulle autostrade è in grado di leggere le targhe, quindi direi di usarlo così:
detrazioni fiscali progressive se usi la prima corsia!!!
Più usi la prima corsia, più risparmi sulle tasse, con la possibilità di controllare sul proprio cassetto fiscale a quant stamm come bonus.
Lo so, da dove prendiamo i soldi? Dal risparmio dovuto al crollo dei sinistri e degli ingorghi, un traffico ordinato a destra fa zillioni di volte più dei limiti di velocità. Cioè, secondo me svoltiamo, superiamo pure gli svedesi in civiltà.
Giorgia (lo so, avete ragione, ma intanto c'è lei, non posso di certo chiederlo al mio salumiere), se ti capita di passare su queste parole, sticazzi il like, prendi in considerazione questa proposta che potrebbe ridisegnare il volto della mobilità su ruote.
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ninna--nanna · 3 months
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Ieri è successa una cosa non troppo carina con una delle ragazze a cui dò ripetizioni. In parte ci sono rimasta male, perché dopo mesi passati a darle ripetizioni anche negli orari più assurdi (e lì si, ho sbagliato io, perché la gente poi della troppa bontà ne approfitta), tu ti comporti così non appena ti chiedo un favore io.
In realtà su cose simili, potrei aprirne molte di parentesi. Mi rendo conto che spesso mi ritrovo ad essere carina e gentile, ma dall'altra parte il riscontro è pari a 0 o poco più. Spesso la gente mi dice: "eh vabbè fai la stronza anche tu, tanto ormai son quasi tutti così". È che io non ci riesco su certe cose, non sarei proprio io.
Quindi sunto? Continuerò a prenderla in quel posto, ma almeno continuerò anche ad essere buonina
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unbiviosicuro · 3 months
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a volte ho solo bisogno di cose uguali e di sentire che tutto si ripete in molti modi diversi; che torna, o semplicemente rimane. e non me ne ero resa conto ieri quando la mia spesa al supermercato ha incluso un mazzo da dieci di narcisi ancora completamente chiusi. li ho buttati nella borsa scegliendoli più per il costo ridotto che per altro, sovrappensiero assecondando la sola abitudine di comprare fiori per me stessa ogni volta che posso. ma poi stamattina sempre sovrappensiero noto che una sola notte in acqua è basta a far schiudere i primi due, di un giallo primaverile bellissimo, e se mi avvicino con il naso hanno quell'odore fresco e intenso tipico di tutti i fiori da bulbo. e mi sono ricordata che nella vecchia baita che ora non è più nostra c'era sempre questo angolo di giardino in cui stagionalmente (ma durante l'infanzia si sa che le stagioni son confuse - aber sind wir im Herbst oder im Winter? - e non sai bene quando è ora di ciliegie o di fragoline di bosco, o di bucaneve) sbucavano questi narcisi incandescenti, e ogni volta mi sorprendevo come fosse la prima, perché anche se nessuno apparentemente si prendesse mai cura di quell'angolino, loro sbucavano sempre. ma com'è che sono qui? e c'era questa storia che li aveva piantati la nonna Franca, quellachenonhomaiconosciuto, che è morta prima di vedere quella casa ristrutturata. e infatti la casa aveva una targa che diceva "Ca' Franca" e una sua foto incastrata nel vetro della vetrinetta della credenza fino all'ultimo giorno in cui l'abbiamo svuotata. ma aldilà della targa e della fotografia era chiaro che la vera presenza della nonna-mai-conosciuta fossero quei narcisi che improvvisamente sbocciavano luminosi, che forse davvero erano per tutti un po' improvvisi. ogni tanto salivi, una domenica pomeriggio qualunque, e scoprivi che erano lì. e mi piace pensare che questa primavera (o questo inverno, che il clima mescola raccolti e fioriture come nella testa di un bambino) sono ancora lì, che sottoterra come per magia si spingono fuori fino a vedere il sole ed è la nonna che ci ricorda che è ancora sua, quella casa. che le cose e le persone si ripetono, ritornano, o forse che non se ne sono mai andate
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canesenzafissadimora · 2 months
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Io ho il mio concetto forse strano di amore. Che non è certo continua seduzione, o scenate, o una tetta che sbuca fuori o un mazzo di fiori. Amore per me è voltarmi e sapere che ci sei a proteggermi le spalle anche se distanti. È cercare la tua mano e trovarla, lì accanto. È parlare… tuffarmi tra le tue braccia, i tuoi discorsi e il profumo che indossa la tua pelle. È riconoscerti tra mille, tu con la tua voce ed i tuoi occhi. È rispetto l'amore. È tornare anche dopo un grande litigio, che mette in crisi i momenti mai il cuore. È resistenza l'amore. Mica uno può esser sexy, strabiliante o super eroe sempre… quelli son film e nient'altro. L'amore vero è sacrificio, è dolore a volte. È distacco spesso e poi ritorno. Son notti stretti a scaldarsi dal freddo o a far dolce l'amore. È conoscenza dell'animo dell'altro. È cura. È andare insieme a fare la spesa e ritrovarsi a sorridere perché tu in perenne dieta infili nel carrello qualcosa di dolce. È il suo sguardo che ogni giorno ti sussurra che con te è felice. È la sua telefonata per sapere se hai avuto problemi con la neve o semplicemente per dirti sto tornando a casa. Sono i fine settimana insieme… ed i silenzi che sanno di serenità. L'amore vero è come un libro, di quelli che tieni sul comodino o in grembo durante un lungo viaggio in treno. È un percorso non facile. È una mano stretta stretta alla tua. È guardare insieme la stessa direzione ed urlare dentro “Io con te ci voglio invecchiare”.
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tpbvsk · 11 months
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SON LÌ ROSY
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Màu sắc phong phú
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papesatan · 7 months
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Ieri s’è sposata mia sorella. Credo di non aver realizzato finché non l’ho vista in piedi con mio padre all’altare. Soltanto la sera prima avevo irriso bonariamente i miei scommettendo un paio di birre col buon Angelo su quante volte sarebbero crollati, col sardonico risultato che loro si son fatti roccia sorgiva, commuovendosi il giusto, mentre io son scoppiato a piangere e da lì non ho più smesso. Troppi pensieri d’amore represso, dolore ipogeo, parole non dette: mia sorella razzista omofoba antivax e complottista, il sempre più arduo discuter invano, a schivar nolente bombe e mine. E volerle bene nonostante tutto e ancora, conoscendo la sua sofferenza che è anche la mia, così uguali e diversi. Quando studiava ancora medicina, i professori la consideravano un genio, la migliore del suo corso, la più brillante, e lo era davvero. Avrebbe potuto fare ed essere qualunque cosa avesse voluto. Poi le si ruppe qualcosa, anni d’infinita crisi e non sapersi, una vita fuori corso. Infine, lo strappo, la rinuncia a tutto, cambiando lavoro e vita. Ora lavora come social media manager ed è bravissima in quel che fa (ma lo sarebbe in qualsiasi cosa decidesse di tentare). Il mese scorso, passando dalla cucina, ho notato che il bidone della carta traboccava di fogli e quaderni. Ho cominciato a leggerne il contenuto: vecchi appunti di medicina, esami pianti e sudati, storie inventate (anche lei scrittrice), pagine di diario, pensieri, sfoghi, pezzi di anima scartati e gettati via alla rinfusa. Senza farmi scoprire, ho raccolto tutto e l’ho nascosto al sicuro in camera mia. Sono un accumulatore seriale, è vero, ma non potevo permettere che tutta quella pena andasse perduta. Posso capire perché l'ha fatto, il dolore che le provoca tenersi la caduta ancora a vista. Può fare tabula rasa se vuole, allontanare da sé le pagine d'un passato in cui più non leggersi, lo accetto, vorrà dire che conserverò io i pezzi d'una vita che non è più. Chissà, magari un giorno, ormai in pace, tornerà a cercare quei sogni buttati di rabbia e spregio e allora io, beh, saprò cosa fare.
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