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#silvia romano libera
spettriedemoni · 4 years
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L'odio, il livore e la violenza
Potrei dire che non mi aspettavo tanto odio né i commenti stupidi alla liberazione di Silvia Romano. Potrei dirlo ma non è così. Me li aspettavo. Così come mi aspettavo il silenzio del LM che quando Silvia fu rapita era ministro e oggi non può troppo lodare il governo per la sua liberazione ma neppure può attaccarla perché politicamente e mediaticamente non gli conviene. Inoltre sta precipitando nei sondaggi, per cui deve muoversi con cautela. E poi i suoi seguaci stanno già dando il peggio di sé senza incoraggiamenti.
Facendo un breve riassunto con annessa analisi alla buona, proviamo un po' a capire la logica (hahahahahaha) di certa gente.
Non dobbiamo accogliere gli immigrati dall'Africa perché stiamo stretti, non c'è lavoro, portano le malattie e poi puzzano pure, quindi aiutiamoli a casa loro. Cosa ha fatto Silvia? È andata ad aiutarli a casa loro.
Quando è stata rapita però c'è chi ha criticato questo suo prendere alla lettera il motto legaiolo. Ricordiamo la paternale di tal Gramellini, per esempio, dal suo pulpito digitale.
Oggi Silvia è a casa, in Italia. Sono tutti felici?
No, non lo sono.
La prima cosa è il costo della sua liberazione. Sono comunque meno dei soldi rubati da un certo partito. Tra l'altro mi piacerebbe sapere quanto si è pagato per i due Marò.
Si lamenta il fatto che se l'è andata a cercare. Argomentazione cretina come quella delle donne violentate perché avevano la minigonna. Chiariamo che la vittima è lei.
Qualcuno la paragona alla vicenda di Quattrocchi, esaltandolo rispetto a lei. Certo Quattrocchi ha avuto una medaglia al valore ma era andato lì per soldi a differenza di Silvia. Come pure Baldoni, che i sovranisti patrioti tendono a dimenticare. Oppure lo definiscono un "pirlacchione".
Si parla poi del suo vestito, della possibile gravidanza (smentita) e del fatto che fosse troppo in salute per essere stata rapita. Ancora una volta di una donna si guarda l'aspetto fisico e l'abbigliamento, prima di tutto. Che schifo.
Non è tutto: il problema è la sua conversione all'Islam. Qui di seguito una persona occidentale anche essa convertita all'Islam
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Bene continuiamo.
La conversione a una religione riguarda l'intimo di una persona e basta. Sono affari suoi se ha deciso di diventare musulmana. Non mi riguarda e non vi riguarda.
C'è un musulmano che fa il giornalista e che è stato pure condannato per aver scritto fake news. Si è convertito al cristianesimo e ha fatto pure la morale al Papa. Al Papa, capito?
Uno così è diventato pure parlamentare europeo.
Una ragazza agnostica che ha voluto aiutare chi sta peggio, sia in Italia che in Africa (sì ha fatto volontariato pure in Italia, mi spiace dirvelo), che è stata prigioniera per circa un anno e mezzo ha trovato conforto nel Corano, è tornata senza dare lezioni a nessuno, viene lapidata.
Ditemi, perché vi costa tanto ammettere che è migliore di noi tutti?
Migliore anche di me che scrivo queste righe.
Silvia Romano è libera. Mi basta questo per oggi.
A chi la odia non regalo neppure un secondo in più del mio tempo.
Non ve lo meritate.
Fatevi una "vacanza" come quella che si è fatta lei. Ve la pago io, molto volentieri.
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ritaglietti · 4 years
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la mamma che le toglie lo zaino dalle spalle.
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corallorosso · 3 years
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Matteo Salvini è quello del “Senti che puzza scappano anche i cani” cantato contro i napoletani alla festa della Lega. È quello che parlò di “pulizia etnica controllata” per i rom e gli africani. È quello che ha portato una bambola gonfiabile sul palco, paragonandola alla Boldrini. È quello che ha scatenato i peggiori insulti sessisti delle scimmie urlatrici che frequentano la sua pagina contro Silvia Romano, contro Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le volontarie rapite in Siria, contro Carola Rackete, persino contro delle studentesse minorenni che manifestavano. È quello che, per anni, ha sdoganato la xenofobia e il razzismo. È quello che ha criminalizzato e multato chi salvava vite umane in mare. È quello che mandava la digos a rimuovere dai balconi gli striscioni contro di lui. È quello che in Europa è alleato con l’ultradestra neonazista tedesca, austriaca, polacca, francese. È quello che ha come modelli Putin, uno che ammazza i suoi oppositori da sempre, o Orban, che giusto ieri ha fatto chiudere l’ultima radio libera sul territorio ungherese. E poi Trump, Bolsonaro e via dicendo. Se c’è un neofascista a comandare da qualche parte, nel mondo, potete stare sicuri che sia un suo grande amico. È quello dei vangeli e dei rosari branditi come arma elettorale. È quello del family day, quello di Pillon, il senatore contro l’aborto e per il “ruolo naturale della donna”. È quello che per anni, ogni santo giorno, non ha fatto altro che andare a ricercare ogni presunto illecito imputabile a un immigrato, per poi sbatterlo sulla sua pagina Facebook e far credere a milioni di persone che, se stavano male, la colpa era di chi stava peggio di loro. È quello che, ogni volta che qualcuno ammazzava un ladro, anche disarmato, anche a sangue freddo, stava sempre con l’assassino. È quello che vorrebbe la Flat Tax per far risparmiare i ricchi industriali del nord che lo sostengono. È quello che è andato a vedere i lager in Libia, dove ogni giorno muoiono migliaia di migranti, e ci ha fatto sapere che “stanno tutti benissimo”. È quello delle cene assieme a Casapound. È quello che disse “Mi fa schifo” a Ilaria Cucchi, che difendeva il fratello morto. È quello che, riferendosi ai figli degli omosessuali, disse: “Se un bambino cresce con genitori o un genitore gay, parte da un gradino più sotto. Parte con un handicap" È quello del “Io sto con le forze dell’ordine”, anche quando stupravano delle studentesse americane a Firenze o uccidevano Cucchi, Aldrovandi, Giuliani. Ecco, Salvini è questo. E non è per massimalismo, non è per fare il sognatore o il “duro e puro”, credetemi, ma una cosa ce l’ho ben chiara: se Salvini sta da una parte, io sto sempre dall’altra. Emiliano Rubbi
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ideeperscrittori · 4 years
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Silvia Romano è libera. È una notizia talmente bella che se fossi l'avvocato difensore del 2020 imposterei l'arringa così: "Riassumo gli elementi a favore del mio assistito. Seguitemi con attenzione, perché l'elenco è davvero lungo: punto primo, Silvia Romano è libera. Ho finito, vostro onore".
– L’Ideota
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donaruz · 4 years
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Corriere della Sera: Silvia Romano libera: Conte dà la notizia via Twitter.
https://www.corriere.it/cronache/20_maggio_09/silvia-romano-liberata-notizia-profilo-twitter-conte-654d8276-9208-11ea-9f60-1b8d14bed082.shtml
✌❣
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e-ste-tica · 4 years
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silvia romano libera grazie 2020 allora ci sono anche buone notizie
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blogitalianissimo · 4 years
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comunque molto curioso come all’inizio quando era stato solo detto che silvia romano sarebbe stata riportata in italia tutti felici perché era libera e nessuno nemmeno nominava il prezzo de riscatto, poi appena hanno visto che si è convertita e che indossa l’hijab tutti a fare commenti spregevoli e a commentare sul riscatto... adoro l’italia ma certi italiani un po’ meno
In realtà i commenti spregevoli su di lei ci sono sempre stati, anche prima della liberazione, non ti dico la merda sessista che ho letto.
Che poi è innegabile che questi commenti siano aumentati del 420% non appena si è menzionato l’Islam.
Beh per l’Italia e gli italiani ho solo una cosa da dire: “Il presepe è bello, sono i pastori che sono una chiavica.”
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nonleggerlo · 4 years
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#fotodipolitici - Silvia Romano è libera. Foto definitiva - #Conte #SilviaRomano https://www.instagram.com/p/CAAk90tlpDS/?igshid=sywg7n02pex8
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imcubo · 4 years
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Silvia Romano è libera!
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francesca-fra-70 · 4 years
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Se questa si è  convertita all’Islam come lei stessa sostiene, per quale motivo è stata riportata in Italia pagando un notevole riscatto?
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spettriedemoni · 4 years
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TOCCHERÀ ARRESTARE I SALLUSTI E GLI SGARBI
Il Fatto Quotidiano 12 May 2020
DANIELE LUTTAZZI
Silvia Romano è stata liberata, e da destra sono subito arrivate le “felicitazioni, ma”. Maria Giovanna Maglie è trasecolata per via dell’abito tradizionale somalo indossato da Silvia, come se Silvia fosse una corrispondente Rai all’estero che poteva fare shopping compulsivo gonfiando la nota spese. Vittorio Feltri l’ha buttata sui soldi del riscatto, perché in questo modo lo Stato ha finanziato i terroristi. Ma se oggi Aldo Moro è vivo, è perché lo Stato pagò il riscatto. Scusate, esempio sbagliato. Ha ragione Feltri: non finanziando i terroristi di destra, lo Stato impedì le stragi di piazza Fontana, piazza della Loggia, Italicus e stazione di Bologna. Scusate, altro esempio sbagliato. Insomma, quanti soldi sono? 53 milioni? Ah no, quelli sono i soldi pubblici presi da Libero dal
2003 al 2017. 49 milioni? Ah, no, quelli deve restituirceli la Lega. 21 milioni? Ah no, quelli sono i soldi buttati dalla Regione Lombardia per l’inutile ospedale alla Fiera. Insomma, quanti? 4 milioni. Siamo 60 milioni di italiani, quindi 0,06 euro a testa. Vittorio, stacce. Per dirottare l’attenzione su di sé (ne era in astinenza, dato che tutti stavano parlando di Silvia e non di lui), Sgarbi ha proposto che Silvia venga arrestata perché complice dei terroristi, visto che si è convertita all’Islam. Ma l’equazione Islam = al Qaeda è islamofobia; ed è grazie all’islamofobia che al Qaeda fa proseliti. Ovvero, Sgarbi sta facendo il gioco dei terroristi: arrestiamo anche lui? Lo stilista Sallusti, buttandola sul vestito come la Maglie (“È stato come vedere tornare un prigioniero dei campi di concentramento orgogliosamente vestito da nazista. Non capisco, non capirò mai”), non capisce neppure che sta facendo la stessa equazione di Sgarbi (Islam = al Qaeda), che fa il gioco dei terroristi. Arrestiamo pure Sallusti, Vittorio? Alessandro Meluzzi, psichiatra, sminuisce la conversione religiosa di Silvia parlando di “sindrome di Stoccolma”. Ma Meluzzi, che in gioventù ha militato nel Pci, poi nel Psi, poi è diventato parlamentare di Forza Italia, poi è entrato nell’Udr di Cossiga, poi in Rinnovamento Italiano, poi nei Verdi, poi ha fondato i Cristiano Democratici Europei aderendo all’Udeur di Mastella, infine è approdato a Fratelli d’Italia, ma ammira Putin, è stato massone e console onorario del Paraguay, s’è convertito al cristianesimo, è stato diacono cattolico di rito greco-melchita, poi presbitero della Chiesa ortodossa italiana autocefala, poi primate, metropolita e arcivescovo di tale Chiesa con il nome di Alessandro I, e quando va in tv tuona contro l’aborto, il matrimonio omosessuale e l’eutanasia, sostenendo pure che “certi pedofili non commettono reato e nemmeno peccato”, e che Bergoglio è promotore del piano Kalergi (sostituire gli europei con africani e asiatici); Meluzzi, dicevo, di che sindrome soffrirà?
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microsatira · 4 years
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Silvia Romano libera. I primi risultati dei 450 esperti della task force.
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corallorosso · 4 years
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Silvia Romano libera dopo quasi due anni. Panico fra i minorati mentali di casa nostra. (AntonioCabras)
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ideeperscrittori · 4 years
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QUELLI OSSESSIONATI DAI RISCATTI
Sono stati puntuali. Hanno tempi di reazione immediati e risposte automatiche. Sono l'anello di congiunzione tra l'essere umano e il bot. Sono imprevedibili come il lancio di un dado che ha lo stesso numero su tutte le facce.
Dopo la liberazione di Silvia Romano hanno subito pensato a una cosa: "Quanti soldi di riscatto sono stati pagati?".
L'entità della loro disumanità è qualcosa che non riesco a misurare senza pensare a grandezze planetarie. Ma voglio provare a darvi un'idea. Mi sono venuti in mente vecchi dibattiti sulla pena di morte, mentre pensavo a quelli che si interrogano su eventuali riscatti.
Io sono contro la pena di morte. Per dirla tutta, sono anche contro il carcere, ma non voglio aprire una discussione su questo argomento. Parliamo di pena di morte. Ogni volta che dico di essere contro le esecuzioni capitali, spunta il solito originalissimo individuo che chiede: "E se la vittima fosse tua figlia?".
Questa domanda non mi è mai piaciuta. Potrei rispondere che non hon ho figlie, ma non voglio cavarmela così facilmente. Ebbene, se la vittima fosse mia figlia non potrei immaginare la mia reazione. Forse la penserei allo stesso modo e continuerei a essere contro la pena di morte. O forse perderei il lume della ragione, diventerei un giustiziere psicopatico e vorrei fare a pezzi l'assassino con le mie mani. Ma non sarei più io. E soprattutto non sarei la persona giusta a cui chiedere un parere sulla sorte dell'assassino. Una cosa è certa: la morte dell'assassino fra atroci sofferenze non riporterebbe indietro la mia ipotetica figlia.
Sono contro la pena di morte proprio perché ho conservato la ragione, perché la mia mente non è sprofondata in una spirale di odio.
Ma perché mi è tornata in mente quella domanda? Perché l'ho rivista proprio oggi. Per il mio solito istinto masochistico, che sommato al consumo di alcolici distruggerà il mio fegato, sono andato a leggere i tweet che parlavano della liberazione di Silvia Romano. Ho visto tante maligne allusioni. C'era gente che scriveva: "Quanti soldi degli italiani sono stati pagati?".
Qualcuno ha reagito così: "E se fosse tua figlia?". E stavolta la domanda è tutt'altro che fuori luogo. Perché qui non siamo di fronte allo spettro di una giustizia oscurantista basata sull'occhio per occhio. Mentre la pena di morte non cancella il male commesso e sancisce la definitiva trasformazione della cosiddetta giustizia in qualcosa di barbaro, il pagamento di un riscatto può salvare una vita.
Ma in questo caso le persone ossessionate dai riscatti, spesso coincidenti con i fanatici che auspicano torture e morte per i criminali, non pensano: "E se fosse mia figlia?". E non pensano alla difesa degli italiani, che in teoria è al centro delle loro volgari invettive. Non pensano neppure a uno dei loro slogan preferiti: "Aiutiamoli a casa loro". Si contraddicono, ma la logica non è esattamente al primo posto nell'elenco delle loro priorità. Non hanno un principio, un'idea, un valore. Modificano gli slogan per adattarli alle esigenze di una propaganda che fa leva sulla paura e sull'odio.
Per concludere, non sappiamo nulla su eventuali riscatti. Ma chissenefrega. Oggi la cosa importante, per chi ha un barlume di umanità, è che Silvia Romano sia libera.
– L’Ideota
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lorenzocarbone87 · 4 years
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Silvia Romano è finalmente tornata in Italia
Ci sono diverse etnie nel mondo, diverse religioni, diverse culture e questo è la bellezza del nostro mondo. Ciò che è diverso è bello, o almeno così dovrebbe essere, e invece ciò che è diverso ci spaventa, sopratutto in Italia. Lo vediamo succedere con il razzismo e l'islamfobia, cose che in un paese civile e moderno non dovrebbero esistere. Ma perché abbiamo paura di ciò che è diverso da noi, perché rappresenta un pericolo? Le differenze esistono, non solo di etnia, di cultura ma anche di ricchezza e di livello di educazione. I paesi africani sono anni luce indietro rispetto a noi a livello di ricchezza e di educazione e la maggior parte delle persone sono indifferenti a tutto ciò, perché è una realtà lontana. Ma ci sono persone che hanno il cuore grande, come Silvia Romano, una volontaria che ha lavorato in Kenya nei pressi del villaggio Chakama. Il 20 novembre 2018 è stata rapita da un gruppo armato che aveva il chiaro intento di ottenere un riscatto. La prigionia di Silvia è durata 18 mesi, periodo che metterebbe alla prova chiunque, ma lei è sopravvissuta mantenendo anche un atteggiamento positivo. Il rapimento è avvenuto in una città poco sicura, almeno secondo il suo collega di progetto Davide Ciarrapica. Il 10 maggio è stata liberata grazie all'opera di mediazione dell'intelligence italiana ma non è stata accolta da tutti con calore. Diversi esponenti politici, sopratutto dalla destra, l'hanno criticata per la sua decisione di convertirsi all'Islam e a cambiare il suo nome in Aisha Ed è qui che torniamo alla islamfobia, la paura del diverso, di una religione che secondo alcuni sarebbe alla base della nascita del terrorismo islamico, sarebbe come dire che i cristiani siano stati tutti colpevoli per le crociate. Il deputato leghista Alessandro Pagano è arrivato a definirla in un intervento al parlamento “neoterrorista”, solo perché il gruppo che l'ha rapita è Shabaab, un organizzazione che si ritiene finanzi il terrorismo. Le critiche sono arrivate anche dal mondo dello spettacolo infatti Ornella Vanoni, la cantante ha affermato : “Se era così felice, convertita, sposata perché l'avete liberata?”.Il suo post è stato inondato di critiche ed insulti motivo per cui è stata costretta a rimuoverlo. Una riposta positiva alla vicenda è arrivata dal mondo ecclesiastico, dal presidente della Cei che ha definito Silvia Romano come una “nostra figlia" e “Questa ragazza con una grande grinta e forza interiore che l'ha salvata. É stata spinta da moltissimi motivi , religiosi e umanitari e questo l'ha aiutata a sopravvivere. Quello che è sicuro è che definire una persone come terrorista solo perché ha scelto di convertirsi all'Islam è sbagliato. Perché non possiamo essere semplicemente tutti felici che una ragazza che ha fatto e vuole tuttora fare del bene per la comunità africana finalmente è libera e ha potuto riabbracciare i suoi cari?
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unfilodaria · 4 years
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Da Silvia ad Aisha: i misteri di una conversione 11 MAGGIO 2020 È un’angoscia profonda quella che probabilmente ha dettato una scelta del genere. Ora è libera sia di accettarla consapevolmente sia di liberarsene DI TAHAR BEN JELLOUN La conversione all’islam di Silvia Romano pone diversi interrogativi. Il primo consiste nel sapere quali rapporti intrattenevano con lei i jihadisti somali del gruppo al-Shabaab, che l’hanno rapita il 20 novembre 2018 nel Sudest del Kenya. Dopo la sua liberazione, la ragazza ha dichiarato che «sono stata forte e ho resistito». Ma quando si resiste non si sposa l’ideologia o la religione del proprio carnefice. Che cosa è successo nello spirito di questa giovane operatrice umanitaria durante i 536 giorni della sua prigionia? Perché ha scelto l’islam? Dice che è una scelta libera. Dobbiamo crederle. Ma una domanda sorge spontanea: perché aderire a questo islam che rapisce, terrorizza e ti priva della libertà gettando in una grande angoscia la tua famiglia e i tuoi cari Silvia Romano è comparsa in tenuta islamista, vale a dire la tenuta di un islam rigorista, integralista e antioccidentale. Il velo, l’ibaya (una sorte di djellaba lunga) sono dei simboli recenti di un islam duro, un islam protestatario e identitario. E l’islam che anima una parte dei ragazzi delle banlieues che sono partiti a combattere nelle fila dello Stato islamico in Siria e in Iraq. È normale che si possa essere sedotti dai testi religiosi. La lettura intelligente del Corano può essere un arricchimento intellettuale e spirituale. Bisogna però evitare di farne una lettura letterale, cioè gretta e intollerante. Il rito dominante in Arabia Saudita, in Qatar e in diversi altri Stati è il rito wahhabita, dal nome di un teologo del XVIII secolo, Mohammed ‘abd-al Wahhab, che propugnava un islam di un rigore assoluto: al ladro si mozza la mano, alla moglie adultera si taglia la testa e così via. Il gruppo al-Shabaab agisce in nome di questa ideologia dell’intolleranza totale e spietata. I giovani che compiono questi atti terroristici sono dei jihadisti, cioè dei militanti pronti a sacrificarsi per far trionfare l’islam in ogni parte del mondo. Nell’islam, la parola jihad ha due significati: il primo consiste nel pretendere dal credente che faccia uno sforzo su di sé per superare il suo egoismo e le sue debolezze. È un significato nobile e umanista. Il secondo significato sta a denotare la lotta contro l’aggressore: si parte per il jihad quando il Paese o la religione sono sotto attacco e rischiano di crollare. È il secondo significato a essere in voga oggi tra gli islamisti armati, che siano i Talebani in Pakistan, i soldati dello Stato islamico o i semplici militanti per la causa di un islam identico a come comparve nel VII secolo in Arabia Saudita. Allora, come e perché una donna moderna, occidentale, che è stata privata della libertà e non sa se la sua vita sarà rispettata, ha potuto scivolare verso l’islam? Spesso i convertiti abbracciano una religione e vi si dedicano anima e corpo, al punto di non avere più nessuna distanza fra i testi e la fede, fra lo spirito e la lettera. Ora che è stata liberata Silvia proseguirà il suo progetto umanitario o cercherà di diffondere intorno a sé un islam scoperto in condizioni quanto meno strane? Silvia Romano è diventata Aisha, in riferimento alla moglie del profeta Maometto, la figlia del suo fedele compagno Abu Bakr, scelta quando aveva soltanto 9 anni e sposata appena cominciò ad avere il ciclo. Aisha era la sposa preferita del profeta. Ebbe una grande influenza su di lui e quando rimase vedova condusse una guerra senza quartiere contro le tribù che contestavano il messaggio dell’inviato di Dio. Fu una donna eccezionale e per questo il suo nome è così diffuso nel mondo islamico. Silvia/Aisha è diventata un personaggio che confonde le piste. Convertirsi a una religione dopo una riflessione matura, con cognizione di causa, per convinzione vera e profonda è una cosa assolutamente normale e ammessa. Ma convertirsi dopo aver passato così tanti mesi sotto la pressione di mercenari che utilizzano l’islam come copertura per estorcere denaro a uno Stato, è una scelta che apre un dibattito. L’isolamento, il terrore, la paura di essere uccisi sono ingredienti che a volte perturbano la ragione e la libertà di spirito. Non pensi più allo stesso modo quando sei libero e quando sei privato di ogni libertà, con in più la minaccia di perdere la vita. È un’angoscia profonda quella che probabilmente ha dettato a Silvia una scelta del genere. Ora è libera sia di accettarla consapevolmente sia di liberarsene.
Da Silvia ad Aisha: i misteri di una conversione | Rep
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