Tumgik
#pubblicazioni a Roma
carmelagabriele · 1 year
Photo
Tumblr media
Hai un'opera nel cassetto e vuoi farla pubblicare? Contatta allora Luce dell'Arte Edizioni! Si riceve su appuntamento, dopo aver scritto alla dott.ssa Carmela Gabriele a: [email protected] o aver telefonato al n. 3481184968.
1 note · View note
raffaeleitlodeo · 5 months
Text
La controrivoluzione delle élite di cui non ci siamo accorti: intervista a Marco D’Eramo - L'indipendente on line
Fisico, poi studente di sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi, giornalista di Paese Sera, Mondoperaio e poi per lungo tempo de il manifesto. Marco D’Eramo ha di recente pubblicato il saggio Dominio, la guerra invisibile contro i sudditi (ed. Feltrinelli, 2020), un libro prezioso che, con uno stile agevole per tutti e dovizia di fonti, spiega come l’Occidente nell’ultimo mezzo secolo sia stato investito di una sorta di rivoluzione al contrario, della quale quasi nessuno si è accorto: quella lanciata dai dominanti contro i dominati. Una guerra che, almeno al momento, le élite stanno stravincendo e che si è mossa innanzitutto sul piano della battaglia delle idee per (ri)conquistare l’egemonia culturale e quindi le categorie del discorso collettivo. Una chiacchierata preziosa, che permette di svelare il neoliberismo per quello che è, ovvero un’ideologia che, in quanto tale, si muove attorno a parole e concetti chiave arbitrari ma che ormai abbiamo assimilato al punto di darli per scontati, ma che – una volta conosciuti – possono essere messi in discussione.
Ci parli di questa rivoluzione dei potenti contro il popolo, cosa è successo?
Nella storia i potenti hanno sempre fatto guerra ai sudditi, se no non sarebbero rimasti potenti, questo è normale. Il fatto è che raramente i sudditi hanno messo paura ai potenti: è successo nel 490 a.C., quando la plebe di Roma si ritirò sull’Aventino e ottenne i tribuni della plebe. Poi, per oltre duemila anni, ogni volta che i sudditi hanno cercato di ottenere qualcosa di meglio sono stati brutalmente sconfitti. Solo verso il 1650 inizia l’era delle rivoluzioni, che dura circa tre secoli, dalla decapitazione di re Carlo I d’Inghilterra fino alla rivoluzione iraniana, passando per quella francese e quelle socialiste. Da cinquant’anni non si verificano nuove rivoluzioni.
E poi cosa è successo?
Con la seconda guerra mondiale le élite hanno fatto una sorta di patto con i popoli: voi andate in guerra, noi vi garantiamo in cambio maggiori diritti sul lavoro, pensione, cure, eccetera. Dopo la guerra il potere dei subalterni è continuato a crescere, anche in Italia si sono ottenute conquiste grandiose come lo statuto dei Lavoratori, il Servizio Sanitario Nazionale ed altro. A un certo punto, le idee dei subordinati erano divenute talmente forti da contagiare le fasce vicine ai potenti: nascono organizzazioni come Medicina Democratica tra i medici, Magistratura Democratica tra i magistrati, addirittura Farnesina Democratica tra gli ambasciatori. In Italia come in tutto l’Occidente le élite hanno cominciato ad avere paura e sono passate alla controffensiva.
In che modo?
Hanno lanciato una sorta di controguerriglia ideologica. Hanno studiato Gramsci anche loro e hanno agito per riprendere l’egemonia sul piano delle idee. Partendo dai luoghi dove le idee si generano, ovvero le università. A partire dal Midwest americano, una serie di imprenditori ha cominciato a utilizzare fondazioni per finanziare pensatori, università, convegni, pubblicazioni di libri. Un rapporto del 1971 della Camera di Commercio americana lo scrive chiaramente: “bisogna riprendere il controllo e la cosa fondamentale è innanzitutto il controllo sulle università”. Da imprenditori, hanno trattato le idee come una merce da produrre e vendere: c’è la materia prima, il prodotto confezionato e la distribuzione. Il primo passo è riprendere il controllo delle università dove la materia prima, ovvero le idee, si producono; per il confezionamento si fondano invece i think tank, ovvero i centri studi dove le idee vengono digerite e confezionate in termini comprensibili e affascinanti per i consumatori finali, ai quali saranno distribuiti attraverso giornali, televisioni, scuole secondarie e così via. La guerra si è combattuta sui tre campi della diffusione delle idee, e l’hanno stravinta.
Quali sono le idee delle élite che sono divenute dominanti grazie a questa guerra per l’egemonia?
La guerra dall’alto è stata vinta a tal punto che non usiamo più le nostre parole. Ad esempio, la parola “classe” è diventata una parolaccia indicibile. Eppure Warren Buffet, uno degli uomini più ricchi del mondo, lo ha detto chiaramente: «certo che c’è stata la guerra di classe, e l’abbiamo vinta noi». O come la parola “ideologia”, anche quella una parolaccia indicibile. E allo stesso tempo tutte le parole chiave del sistema di valori neoliberista hanno conquistato il nostro mondo. Ma, innanzitutto, le élite sono riuscite a generare una sorta di rivoluzione antropologica, un nuovo tipo di uomo: l’homo economicous. Spesso si definisce il neoliberismo semplicemente come una versione estrema del capitalismo, ma non è così: tra la teoria liberale classica e quella neoliberista ci sono due concezioni dell’uomo radicalmente differenti. Se nel liberalismo classico l’uomo mitico è il commerciante e l’ideale di commercio è il baratto che si genera tra due individui liberi che si scambiano beni, nel neoliberismo l’uomo ideale diventa l’imprenditore e il mito fondatore è quello della competizione, dove per definizione uno vince e l’altro soccombe.
Quindi rispetto alle generazioni che ci hanno preceduto siamo diventati un’altra specie umana senza accorgercene?
L’idea che ogni individuo è un imprenditore genera una serie di conseguenze enormi. La precondizioni per poter avviare un’impresa è avere qualcosa da investire, e se non ho capitali cosa investo? A questa domanda un neoliberista risponde: «il tuo capitale umano». Questa è una cosa interessantissima perché cambia tutte le nozioni precedenti. Intanto non vale l’idea del rapporto di lavoro come lo conoscevamo: non esiste più un imprenditore e un operaio, ma due capitalisti, dei quali uno investe denaro e l’altro capitale umano. Non c’è nulla da rivendicare collettivamente: lo sfruttamento scompare, dal momento che è un rapporto tra capitalisti. Portando il ragionamento alle estreme conseguenze, nella logica dominante, un migrante che affoga cercando di arrivare a Lampedusa diventa un imprenditore di sé stesso fallito, perché ha sbagliato investimento. Se ci si riflette bene, la forma sociale che meglio rispecchia questa idea del capitale umano non è il liberalismo ma lo schiavismo, perché è lì che l’uomo è letteralmente un capitale che si può comprare e vendere. Quindi non credo sia errato dire che, in verità, il mito originario (e mai confessato) del neoliberismo non è il baratto ma lo schiavismo. Il grande successo che hanno avuto i neoliberisti è di farci interiorizzare quest’immagine di noi stessi. È una rivoluzione culturale che ha conquistato anche il modo dei servizi pubblici. Per esempio le unità sanitarie locali sono diventate le aziende sanitarie locali. Nelle scuole e nelle università il successo e l’insuccesso si misurano in crediti ottenuti o mancanti, come fossero istituti bancari. E per andarci, all’università, è sempre più diffusa la necessità di chiedere prestiti alle banche. Poi, una volta che hai preso il prestito, dovrai comportarti come un’impresa che ha investito, che deve ammortizzare l’investimento e avere profitti tali da non diventare insolvente. Il sistema ci ha messo nella situazione di comportarci e di vivere come imprenditori.
Ritiene che l’ideologia neoliberista abbia definitivamente vinto la propria guerra o c’è una soluzione?
Le guerre delle idee non finiscono mai, sembra che finiscano, ma non è così. Se ci pensiamo, l’ideologia liberista è molto strana, nel senso che tutte le grandi ideologie della storia offrivano al mondo una speranza di futuro migliore: le religioni ci promettevano un aldilà di pace e felicità, il socialismo una società del futuro meravigliosa, il liberalismo l’idea di un costante miglioramento delle condizioni di vita materiali. Il neoliberismo, invece, non promette nulla ed anzi ha del tutto rimosso l’idea di futuro: è un’ideologia della cedola trimestrale, incapace di ogni tipo di visione. Questo è il suo punto debole, la prima idea che saprà ridare al mondo un sogno di futuro lo spazzerà via. Ma non saranno né i partiti né i sindacati a farlo, sono istituzioni che avevano senso nel mondo precedente, basato sulle fabbriche, nella società dell’isolamento e della sorveglianza a distanza sono inerti.
Così ad occhio non sembra esserci una soluzione molto vicina…
Invece le cose possono cambiare rapidamente, molto più velocemente di quanto pensiamo. Prendiamo la globalizzazione: fino a pochi anni fa tutti erano convinti della sua irreversibilità, che il mondo sarebbe diventato un grande e unico villaggio forgiato dal sogno americano. E invece, da otto anni stiamo assistendo a una rapida e sistematica de-globalizzazione. Prima la Brexit, poi l’elezione di Trump, poi il Covid-19, poi la rottura con la Russia e il disaccoppiamento con l’economia cinese. Parlare oggi di globalizzazione nei termini in cui i suoi teorici ne parlavano solo vent’anni fa sembrerebbe del tutto ridicolo, può essere che tra vent’anni lo sarà anche l’ideologia neoliberista.
Intanto chi è interessato a cambiare le cose cosa dovrebbe fare?
Occorre rimboccarsi le maniche e fare quello che facevano i militanti alla fine dell’Ottocento, ovvero alfabetizzare politicamente le persone. Una delle grandi manovre in questa guerra culturale lanciata dal neoliberismo è stata quella di ricreare un analfabetismo politico di massa, facendoci ritornare plebe. Quindi è da qui che si parte. E poi bisogna credere nel conflitto, progettarlo, parteciparvi. Il conflitto è la cosa più importante. Lo diceva già Machiavelli: le buone leggi nascono dai tumulti. Tutte le buone riforme che sono state fatte, anche in Italia, non sono mai venute dal palazzo. Il Parlamento ha tutt’al più approvato istanze nate nelle strade, nei luoghi di lavoro, nelle piazze. Lo Statuto dei Lavoratori non è stato fatto dal Parlamento per volontà della politica, ma a seguito della grande pressione esterna fatta dai movimenti, cioè dalla gente che si mette insieme. Quindi la prima cosa è capire che il conflitto è una cosa buona. La società deve essere conflittuale perché gli interessi dei potenti non coincidono con quelli del popolo. Già Aristotele lo diceva benissimo: i dominati si ribellano perché non sono abbastanza eguali e i dominanti si rivoltano perché sono troppo eguali. Questa è la verità.
[di Andrea Legni]
https://www.lindipendente.online/2023/11/01/la-controrivoluzione-delle-elite-di-cui-non-ci-siamo-accorti-intervista-a-marco-deramo/?fbclid=IwAR0J1ttaujW9lXdoC3r4k5Jm46v3rQM_NMampT4Sd_Q-FX4D-7TFWKXhn3c
28 notes · View notes
fashionbooksmilano · 6 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Emilio Federico Schuberth
Moda e media ai tempi della dolce vita
Dorothea Burato
Electa, Milano 2023,128 pagine, 17,2x24cm, ISBN 9788892824317
euro 24,00
email if you want to buy : [email protected]
Il volume è l’esito di una approfondita ricerca sulla figura dello stilista di origini napoletane attivo a Roma a partire dagli anni Quaranta. Emilio Federico Schuberth si impone sul territorio nazionale e internazionale grazie soprattutto al sapiente uso di strategie di promozione del suo marchio attraverso il medium cinematografico e quello televisivo. Nel panorama della moda italiana, che si afferma a partire dal dopoguerra, Schuberth rappresenta una voce fuori dagli schemi: il suo atelier è stato una tappa obbligata per le dive del cinema, le soubrette del varietà e le donne più eleganti del jet set internazionale. Schuberth veste le più grandi dive del cinema, come Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Martine Carol, Valentina Cortese, Alida Valli, Anna Magnani, Bette Davis e Gloria Swanson, sia dentro che fuori dallo schermo, recita in alcuni film e partecipa a trasmissioni televisive di grande popolarità come Carosello, Il Musichiere e La via del successo. Nel volume la storia dello stilista-star viene raccontata attraverso quattro macro-sezioni: la prima è dedicata alla biografia del sarto, fino ad oggi poco indagata; la seconda alla ricognizione del proficuo rapporto che Schuberth ha instaurato con il mondo del cinema in venti anni di attività, dalla partecipazione come attore in alcuni film, alla promozione del proprio marchio grazie alle più famose dive del cinema; la terza si focalizza sul lavoro di Schuberth come stilista al servizio del grande schermo; la quarta sezione è dedicata alle esperienze nell’ambito radiotelevisivo e all’uso strategico che lo stilista fa del neonato medium televisivo promuovendo le sue creazioni anche al pubblico di massa. Chiude il volume l’analisi del filmato promozionale Vedette 444, brillante analogia tra la creazione di moda e l’industria meccanica cui prende parte anche Schuberth. Il materiale dell’archivio CSAC, nello specifico i figurini del Fondo Schuberth e le fotografie del Fondo Publifoto Roma, si è rivelato uno strumento di studio fondamentale per la ricostruzione dell’attività del sarto in oltre due decenni di attività e ha fornito un ricco repertorio di immagini e documenti per il libro. Ne è testimonianza l’album dei figurini di moda, in chiusura del libro, con una selezione di materiale particolarmente rappresentativo della vivacità e varietà che ha caratterizzato l’attività dell’atelier di Schuberth nei decenni centrali del Novecento. Il volume è il quarto di una serie di pubblicazioni e iniziative in collaborazione tra la casa editrice Electa e CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma. Lo studio, e il prezioso lavoro di riordino e catalogazione di cui questa pubblicazione offre testimonianza, ha dato a CSAC l’opportunità di catalogare e digitalizzare tutti i bozzetti e le fotografie del sarto in modo da rendere fruibile il patrimonio del fondo all’esterno.
02/11/23
7 notes · View notes
toscanoirriverente · 1 year
Text
Per Selvaggia Lucarelli “qualcosa  non torna sul caso di Carlotta Rossignoli” e fa molto bene a indagare. Le suggerirei di metterci poi altrettanta meritoria acribia nell’indagare, però, come il suo già apprezzato (quando era a “il Fatto”) Giuseppe Conte passò tra il 2018 e il 2002 da Cultore della materia a Docente ordinario, una scalata in quattro anni mai riuscita ad alcuno. Certo, stiamo parlando dell’Einstein del diritto, ma non si è mai visto che si passi da cultore a ricercatore (2018), da ricercatore a associato (2000), da associato a ordinario (2002) nei tempi minimi di legge (due anni ogni volta e da verificare nelle scadenze) e, più o meno, con le stesse pubblicazioni “scientifiche”! Qualcuno rileva che nel 2002 – nel mentre all’università Luigi Vanvitelli di Salerno si teneva il concorso che dà la carica di ordinario a Conte – Guido Alpa, presidente di commissione, condivideva con il suo pupillo Conte la stessa sede di lavoro in via Sardegna, a Roma. Qui c’è solo quel piccolo problema, che le università non concedono l’accesso agli atti dei concorsi…
8 notes · View notes
micro961 · 1 month
Text
Massimiliano Martelli - “Non basterà”
Un pop ritmato e malinconico per il nuovo singolo del cantautore romano, terzo estratto dall’EP “Quanto pesa la felicità”.
Tumblr media
«Questo brano racconta di come il tempo non potrà di te fare un saggio ma semplicemente più vecchio se vivi costantemente nel rimpianto e nel rincorrere mille cose per ritrovarsi poi sempre al punto di partenza, come in un giro senza fine. E in questo malessere ci si può anche convincere che non basterà la presenza, la vicinanza, l’amore, l’amicizia, della persona al tuo fianco per esserti d’aiuto.». Massimiliano Martelli
“Non basterà” è il terzo singolo estratto dall’EP “Quanto pesa la felicità” a firma del cantautore romano Massimiliano Martelli, lavoro che vede alla produzione la collaborazione di Maurizio Mariani.
DICONO DEL DISCO:
«Un titolo colorato a pastelli questo “Quanto pesa la felicità”, un modo di essere e di fare, una scrittura che cerca nelle liriche la fotografia contemporanea senza troppi lirismi aulici o qualche bandiera estetica di quel fastidioso “politicamente corretto”.» Bravo! online
«Crescere, emancipazione, e poi la consapevolezza. Il suono acustico di una chitarra sa bene come fare gli onori di casa dentro un disco fermo e deciso nella sua scrittura.» Music Map
«“Quanto Pesa la Felicità” è molto più di un semplice EP; è un viaggio profondo nell’animo umano, un’indagine sulla vera natura della felicità e dei valori che davvero contano nella vita.» Exit Well
Tumblr media
Massimiliano Martelli nasce e vive a Roma. Si avvicina alla musica da adolescente cominciando a suonare la chitarra da autodidatta e facendo le prime esperienze in alcune band giovanili del suo quartiere, Cinecittà. Successivamente studia pianoforte per alcuni anni in una scuola musicale di Centocelle e parallelamente fa parte di una compagnia teatrale amatoriale con la quale mette in scena diverse rappresentazioni a Roma. Segue poi un lungo silenzio artistico che vede Massimiliano assorbito dalla sua attività professionale, quella di operatore sociosanitario che svolge in contesti e quartieri difficili della periferia romana. Questa lunga parentesi si rivelerà comunque per lui un bacino da cui attingere per quei personaggi, le immagini e le storie che popoleranno le sue canzoni che cominciano a prendere forma e sostanza nel 2018 quando Massimiliano inizia una collaborazione con Alessio Ventura e Dario Benedetti (rispettivamente voce e chitarra dei DHAMM, vincitori di Sanremo giovani 1994) che lo porterà l’anno successivo a pubblicare il suo album di esordio discografico “Differente (2019)”, con la label bolognese Vivamusic-Areasonica Records, che viene presentato sia durante un’intervista telefonica su Radio Mania sia dal vivo nell’iniziativa “La musica unisce” a Velletri (RM) dove Massimiliano si esibisce in solo, con il brano “Somigliare a me” in una performance chitarra e voce. Partecipa poi al concorso nazionale “Musica contro le mafie” con il pezzo “Dalla stessa parte”, scritto per l’occasione. L’avvento da lì a poco della Pandemia di Covid-19, fa sì allora che Massimiliano si concentri nei due anni successivi più sull’aspetto della composizione. Rompe il contratto con la label bolognese del disco d’esordio e diventa artista indipendente. Seguono così nel 2022 le pubblicazioni di due EP, “2019” e “Complicazioni inutili”, curati ancora dal binomio Ventura-Benedetti e dei singoli “Più di ieri” e “Fulmine” a cura questa volta del produttore Walter Babbini: parte del nuovo repertorio viene presentato in occasione dell’evento live “Summer Stage” a LARGO Venue – Roma, dove Massimiliano si esibisce accompagnato dai suoi musicisti.
Una nuova ricerca musicale, di suono e di forma lo porta così, prima dell’estate 2023, ad una nuova collaborazione, con il produttore Maurizio Mariani presso il cui studio di registrazione prende pian piano forma e sostanza il suo nuovo progetto “Quanto pesa la felicità”, un EP di 5 brani uscito il 12 gennaio 2024 e del quale fanno parte i singoli estratti “Starò bene”, pubblicato a fine ottobre, “Crescere”, in uscita il primo dicembre e “Non basterà” in uscita il 15 marzo.
LINK SOCIAL
0 notes
lamilanomagazine · 2 months
Text
Concorso nazionale per le scuole “Ambiente e legalità – Insieme per il futuro”, promosso da Legambiente insieme all’Arma dei Carabinieri in occasione del trentennale di presentazione del primo rapporto sull’ecomafia 
Tumblr media
Concorso nazionale per le scuole “Ambiente e legalità – Insieme per il futuro”, promosso da Legambiente insieme all’Arma dei Carabinieri in occasione del trentennale di presentazione del primo rapporto sull’ecomafia. “Ambiente e legalità - Insieme per il futuro” è il titolo del concorso nazionale per le scuole secondarie di primo e secondo grado promosso da Legambiente, in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, in occasione del trentennale della prima presentazione del rapporto sulle ecomafie, svoltasi a Roma il 5 dicembre del 1994, elaborato insieme all’istituto di ricerca Eurispes. L’obiettivo è quello di arricchire l’evento di celebrazione del trentennale con la premiazione di alcuni lavori realizzati dalle classi nel corso dell’anno scolastico 2023-2024 sul tema dell’educazione alla legalità ambientale: dal rispetto delle norme in materia di tutela dell��ambiente alle buone pratiche di cittadinanza responsabile, con particolare riguardo alla denuncia dei fenomeni illegali in danno dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali (art. 9 della Costituzione). Il concorso è rivolto a studenti delle classi prime e seconde delle scuole secondarie di primo grado e dal primo al quarto anno di quelle di secondo grado. Al concorso possono partecipare singole classi o gruppi di studenti appartenenti a una o più classi dello stesso Istituto. I partecipanti potranno candidarsi scegliendo una delle due macrocategorie: a) video (servizi; videoclip; sintesi video di spettacoli teatrali, musicali, flash mob, realizzazione murales ecc.); b) pubblicazioni (articoli e/o inchieste cartacee, produzioni di testi on line, mostre su pannelli). Ogni classe potrà partecipare portando più elaborati. Per ogni elaborato è necessario inviare il modulo di partecipazione online, l’elaborato ed eventuali liberatorie per il consenso al trattamento dei dati, il tuto via mail o wetransfer a [email protected] entro il 30 giugno 2024 La valutazione degli elaborati sarà curata da una giuria, composta da rappresentanti di Legambiente e dell’Arma dei Carabinieri, sulla base e nel rispetto dei seguenti criteri: correttezza e pertinenza rispetto al tema, creatività e originalità, incisività del messaggio. Per ciascun ordine scolastico verranno premiati 2 elaborati, uno per ciascuna delle due macrocategorie. Le info e il bando su: http://www.legambientescuolaformazione.it/... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
fashionluxuryinfo · 3 months
Text
Tumblr media
Venerdì 19 gennaio torna la rassegna “Libri al Museo” con il primo appuntamento del 2024 in programma al Museo di Roma
Alle ore 17.00, nella Sala Tenerani di Palazzo Braschi, si terrà la presentazione del volume La molteplicità del volto. Studi per la storia del ritratto dal XVI al XXI secolo di Tommaso Casini Parte venerdì 19 gennaio alle ore 17.00 dal Museo di Roma il nuovo anno della rassegna Libri al Museo, il ciclo a cura della Sovrintendenza Capitolina che si propone, anche nel 2024, di ospitare in varie sedi museali la presentazione di pubblicazioni dedicate alla storia dell’arte, alla museologia e ai beni culturali.
0 notes
agrpress-blog · 3 months
Text
In libreria da novembre 2023 Il meglio di Script. Per una diversa idea di cinema. Antologia di una rivista che veniva dal futuro (Dino Audino editore). «Il fare un libro è men che niente se il libro fatto non rifà la gente» «Sfogliando la raccolta di articoli, saggi, interventi che avete tra le mani vi renderete subito conto, sin dalle prime pagine, perché Script è “una rivista che viene dal futuro”. Se il primo volume si intitola Per una diversa idea di cinema è perché le idee che circolavano dentro Script erano davvero diverse rispetto a tutto quello che si leggeva e diceva nel mondo del cinema italiano di quegli anni. [...] Ci trovo dentro cose mai lette prima: l’idea che la regia è un iceberg e la parte importante sta sotto, la convinzione che gli sceneggiatori sono i veri creatori del film [...] che il cinema è uno sport di squadra e il film un prodotto pensato in funzione di un investimento e di un mercato, non il trastullo narcisistico di registi presuntuosi che giocano a fare Cassavetes con i fondi pubblici e così via. Sarebbe però riduttivo pensare a Script come a una rivista di critica cinematografica. In quelle pagine prendeva forma una precisa idea di politica culturale. C’erano diverse proposte concrete che ahimè all’epoca restarono lettera morta, salvo vederle messe in pratica poi un po’ ovunque, e ora inseguite anche qui, tra mille difficoltà e vecchie resistenze ancora fortissime, con il solito, tipico ritardo italiano, che non di rado diventa poi fatale» (Andrea Minuz, Introduzione a Il meglio di Script. Per una diversa idea di cinema. Antologia di una rivista che veniva dal futuro, Dino Audino editore, Roma 2023) «Script inizia le sue pubblicazioni nel maggio del 1992 e chiude nel giugno del 2011 dopo cinquanta numeri. La sua cadenza era quadrimestrale, ma, dopo i primi due anni, non venne più rispettata. “Usciamo quando riusciamo”, ci dicevamo. E nella frase c’era tutto il clima di partecipata provvisorietà in cui si creava la rivista, per lo più nei ritagli di tempo ricavati dal lavoro di sceneggiatore - che il 90% degli autori praticava (mentre chi sta scrivendo era il direttore-editore). Furono pubblicati molti numeri doppi, sicché, nella sostanza, uscirono intorno ai trentacinque volumi per un totale di circa cinquemila pagine. L’antologia che presentiamo ne raccoglie circa quattrocento suddivise in tre volumetti tematici. Poche pagine, poco prezzo, molto peso specifico (almeno si spera). Il pubblico che vorremmo raggiungere è prevalentemente quello degli studenti, lettori che forse non erano ancora nati ai tempi degli articoli. Ma noi, che venivamo dal futuro, oggi finiamo per essere loro coetanei e in tempi di Twitter o X, come si chiama ora, abbiamo pensato di accorciare pesantemente i nostri articoli per togliergli il “grasso in eccesso” e rendere più immediatamente evidente la sostanza delle argomentazioni. Del resto, per citare a memoria una battuta di Brad Pitt in Ocean’s Eleven, scritto da Ted Griffin, «Perché usare sette parole se puoi dirlo in quattro?». Certo, il rischio di raccontare Scriptattraverso un’antologia è che il lettore saltabecchi qua e là facendo zapping e pensando di cogliere impunemente fior da fiore. C’è da dire per fortuna che quando una rivista ha avuto una forte identità – una volta si sarebbe detto che era “di tendenza” – la cosa si fa memo problematica. E’ un po’ come un pezzo jazz, un tema centrale e tante variazioni che però prima o poi sempre tornano al tema. Come del resto avviene con una sceneggiatura quando è davvero buona. Date queste premesse, Il meglio di Script non racconta la storia della rivista - non date, nomi, eventi del passato, glorie da ricordare o medaglie da lustrare - racconta invece la sua geografia. Per questo abbiamo raccolto gli articoli non in ordine cronologico ma logico, per aree di interesse, per grandi questioni che avevamo intuito sarebbero state importanti ancora oggi. E sono queste che abbiamo scelto di selezionare e di sottoporvi.
Citando il nostro nume tutelare, Aristotele: Fermi, non mettete mano alla pistola - laddove la Storia si occupa delle “cose accadute”, il poeta “delle cose che potrebbero accadere”, lo storico si concentra sul “particolare”, il poeta ricerca “l’universale”, ovvero quell’universo dei possibili dentro cui può inverarsi l’azione umana. Ora non c’è dubbio che, in quanto sceneggiatori e quindi vicini ai drammaturghi-poeti di cui parla il filosofo, gli articoli che scrivevamo partivano sì dalla denuncia del presente, ma si proiettavano verso il futuro, verso le cose che auspicavamo potessero accadere. […]» (Dino Audino, Guida alla lettura in Il meglio di Script. Per una diversa idea di cinema. Antologia di una rivista che veniva dal futuro, Dino Audino, Roma 2023) La rivista «Script», fondata nel 1992, era nata da un gruppo di sceneggiatori con l’ambizione di innovare e modernizzare il cinema italiano. Un cinema la cui presunta parte migliore - autori, critica, Università - era ancora immersa nelle acque della Nouvelle Vague. Quella “Nuova Onda” su cui avevano surfato i ragazzi degli anni Sessanta, spentasi nel resto del mondo, dopo trent’anni si era trasformata in una palude. Il primo di tre volumetti che antologizzano un’esperienza - durata quasi vent’anni - che ha influenzato una generazione non solo di scrittori, ma, più in generale, di giovani professionisti del cinema. E non è da escludere che abbia fatto venire qualche dubbio e qualche ripensamento a chi ha gestito la fallimentare politica culturale e industriale del nostro comparto audiovisivo. Il meglio di Script. Per una diversa idea di cinema. Antologia di una rivista che veniva dal futuro, pubblicato da Dino Audino editore (Roma) nella collana “Script”, Introduzione di Andrea Minuz, è disponibile in libreria e online da novembre 2023.
0 notes
elmas-66 · 3 months
Text
Poesie e Silloge poetica di Stefania Giammillaro presentata dal poeta Fabio Petrilli, pubblicazione di Elisa Mascia da San Giuliano di Puglia -Campobasso
Note BiograficheStefania Giammillaro (Messina, 1987). Avvocato e Dottoranda in diritto processuale civile all’Università di Pisa. Ha all’attivo due pubblicazioni: Metamorfosi dei Silenzi, Edas, Messina, 2017, e L’Ottava Nota – Sinfonie Poetiche, Ensemble, Roma, 2021. L’unica sua novella Nuncintedda è stata pubblicata, con altri suoi componimenti, nell’antologia I Blu Books – Quaderni Collettivi,…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
personal-reporter · 5 months
Text
Più libri più liberi 2023 a Roma
Tumblr media
Come ogni anno nella prima settimana di dicembre, nel periodo che va dal 6 al 10, si terrà a Roma uno dei festival di editoria più importanti d’Italia,  Più libri, più liberi, che  si svolgerà in zona Eur, presso il Centro Congressi La Nuvola di Fuksas. La fiera è presieduta da Annamaria Malato e diretta da Fabio Del Giudice e il programma di quest’anno è stato affidato a Chiara Valerio. Ogni anno alla manifestazione viene dato un tema, che fa da sfondo ai tavoli tematici discussi nei vari approfondimenti culturali e che quest’anno è Nomi, cose, animali, città in onore del famosissimo gioco che ha intrattenuto generazioni di bambini e ragazzi. Più libri, più liberi è nata  nel 2002 per volontà dell‘Associazione Italiana Editori con l’intento di dare alle case editrice piccole e medie un palcoscenico dove esporre le loro pubblicazioni, spesso relegate all’oblio dal marketing delle grandi multinazionali del settore. Ma il punto vero di forza della Fiera è che al grande spazio che viene dato alle Case Editrici viene affiancato un altrettanto grande spazio dedicato ad approfondimenti culturali tra  incontri con autori, reading, dibattiti su temi di attualità, iniziative per la promozione della lettura, musica e performance live  che scandiscono le cinque giornate della manifestazione in una successione continua di eventi per tutte le età. L’evento sarà ricco di incontri con personalità di rilievo del panorama culturale nazionale e internazionale, come la giornalista e scrittrice Cecilia Sala, l’astrofisica e scrittrice fantasy Licia Troisi, il fumettista Zerocalcare e la conduttrice radiofonica Daniela Collu e l’attore Pietro Sermonti, consacrato al successo con la serie Un medico in Famiglia, ma noto al pubblico soprattutto per il ruolo di Stanis nella serie Boris. Inoltre alla Fiera saranno presenti personalità artistiche che grazie al loro talento, sono riuscite, in modi e per motivi diversi, a lasciare un segno nel mondo come Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa della casa di moda Dior, il Premio Strega Paolo Giordano, lo storico più famoso dei nostri tempi, Alessandro Barbero w la giornalista, scrittrice e reporter brasiliana Eliane Brum. Più libri, più liberi è promossa e organizzata dall’AIE, con il sostegno del Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura, Regione Lazio, Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma e ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, con il contributo di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, in collaborazione con Istituzione Biblioteche di Roma, ATAC azienda per i trasporti capitolina, EUR Spa, Dior e si avvale della Main Media Partnership di Rai con il Giornale della Libreria, inoltre partecipa ad Aldus Up, la rete europea delle fiere del libro cofinanziata dall’Unione Europea nell’ambito del programma Europa Creativa. Read the full article
0 notes
bikewalden · 5 months
Text
sul RELATIVISMO
Intervista a Giovanni Jervis Realizzata da Luciano Coluccia, Anna Biocca
E NON ERANO AFFATTO CREDENTI
Il disprezzo per le scienze, universaliste per vocazione e votate allo studio dei fatti, una certa cultura cattolica del dialogo fra le religioni, il 68 che ha combattuto con l’autorità anche la competenza, le filosofie della crisi della ragione... Un relativismo che ci impedisce di dire che la democrazia è il migliore dei sistemi politici, che la promozione di scienza e istruzione è un compito civile fondamentale. Intervista a Giovanni Jervis.
Giovanni Jervis insegna all’Università La Sapienza di Roma dove è ordinario di Psicologia Dinamica nella Facoltà di Psicologia. Fra le sue pubblicazioni principali ricordiamo: Manuale critico di Psichiatria, Feltrinelli, 1975; Presenza e identità, Garzanti, 1984; La psicoanalisi come esercizio critico, Garzanti, 1989; Fondamenti di psicologia dinamica, Feltrinelli, 1993; Sopravvivere al Millennio, Garzanti, 1996; Prime lezioni di psicologia, Laterza 1999; e tra i più recenti Individualismo e cooperazione. Psicologia della politica, Laterza, 2002 e Contro il relativismo, Laterza, 2005.
Una Città n° 133 / 2005 novembre
0 notes
tempi-dispari · 6 months
Photo
Tumblr media
New Post has been published on https://www.tempi-dispari.it/2023/10/27/soluzioni-per-lunderground-noise-symphony/
Soluzioni per l'underground: Noise Symphony
Prosegue il nostro viaggio nell’underverso per trovare una via di uscita all’attuale stagnazione. Questa volta ci dicono la loro i ragazzi e le ragazze di Noise Symphony. Un punto di vista sicuramente interessante perché viene da chi sta ‘dall’altra parte’, ossia da chi si occupa di produrre nuovi talenti.
Una breve presentazione della vostra etichetta
Noise Symphony, creata dal musicista e produttore Francesco Tosoni (credits inc. Raffaella Carrà, Battiato, Brunori Sas, Nada, Roberto Bolle, Ornella Vanoni, Silvia Salemi, Drag Race, XFactor, Valentina Cenni e Stefano Bollani – Via dei Matti numero Ø) nasce a Roma nel 2009 come etichetta discografica indipendente e studio di registrazione.
La nostra peculiarità è quella di includere in un solo ambiente tutto ciò che riguarda il fare musica: a partire dalle prime fasi della pianificazione di un progetto, fino alla sua distribuzione e comunicazione agli addetti ai lavori. Lavoriamo sia con artisti emergenti che già conosciuti, seguendo ognuno di questi progetti in maniera del tutto personale creando un percorso basato sulle peculiarità del singolo artista.
Da qualche anno ci occupiamo, inoltre, di post produzione audio, consulenza musicale e composizione tailor made di musiche per programmi tv, documentari, film, serie e pubblicità e abbiamo avuto il piacere e l’onore di lavorare per alcuni programmi con personaggi come Raffaella Carrà, Roberto Bolle, Stefano Bollani, Brunori Sas e molti altri.
Nel 2019 abbiamo dato vita ad Indieffusione, piattaforma dedicata alla musica nuova ed emergente. Ci eravamo resi conto che il discorso di etichetta tradizionale stava iniziando a cambiare rispetto a quello che era negli anni passati e che ci fosse bisogno di un safe place in cui gli artisti potessero trovare un confronto costante per crescere e migliorare nel loro lavoro.
Com’è, secondo la vostra esperienza, lo stato di salute della musica?
Dopo la nascita delle piattaforme digitali e delle conseguenti possibilità del DIY che permettono di distribuire in autonomia e in pochi click la propria musica, assistiamo ad un sovraffollamento del mercato musicale dove solo nel nostro Paese escono centinaia di singoli ogni settimana.
In questo mare magnum di pubblicazioni, molto spesso realizzate in maniera embrionale e non ancora veramente pronte per essere sul mercato, anche quegli artisti emergenti che – seppur in maniera indipendente – hanno realizzato un prodotto con delle grandi potenzialità, finiscono nel dimenticatoio.
È un peccato perché di artisti validi ne ascoltiamo ogni giorno tantissimi. Crediamo sia stressante per gli artisti pubblicare la propria musica e vedere che poco accade, senza ricevere un riscontro e capire effettivamente perché non funziona o perché non si riesce ad emergere.
Come è cambiato nel corso del tempo il vostro approccio alle nuove proposte?
Proprio attraverso la nascita di Indieffusione. Con Noise Symphony ci siamo resi conto del boom di proposte degli ultimi anni e abbiamo capito che l’idea di etichetta doveva essere in qualche modo trasformata. Indieffusione è una piattaforma gratuita che nasce per dare agli artisti emergenti, ma anche ad etichette e uffici stampa, la possibilità di proporre i propri progetti e ricevere un confronto in un ambiente assolutamente non competitivo.
Abbiamo una Community, un social network interno alla piattaforma depurato da ogni tipo di algoritmo, in cui è possibile iscriversi e condividere le proprie uscite che ogni settimana ascoltiamo attentamente. Da qui, i brani selezionati entrano a far parte delle nostre attività settimanali: la radio in rotazione 24/7 con interviste e approfondimenti, le classifiche, i nostri spazi live in collaborazione con Largo Venue e Latte Fresco a Roma.
Alcuni di loro vengono anche supportati proprio dalla nostra realtà attraverso la finalizzazione di un brano che riteniamo abbia un potenziale, il sostegno nella distribuzione e nella promozione.
Oggi è più facile o più difficile proporre nuovi artisti?
È decisamente più facile proporre nuovi artisti ma molto più difficile avere un riscontro, uno spazio dedicato o anche un semplice feedback… soprattutto per un progetto esordiente. I canali di comunicazione (i social network ma non solo…) sono aumentati in modo esponenziale.
Tuttavia riuscire a creare un seguito, sedimentare nel cuore del pubblico e mantenere una reale fan base è la vera sfida per gli artisti della nuova era. Attraverso le attività promozionali radiofoniche, social e Spotify di Indieffusione cerchiamo di amplificare il messaggio degli artisti della nostra Community e di selezionare quelli più pronti per offrire un pubblico reale e attento a cui proporli attraverso i nostri eventi esclusivi.
Come sono cambiati gli artisti?
L’essere un artista è una caratteristica in continua evoluzione da sempre. Oggi la figura dell’artista concentrato esclusivamente sulla creazione dei propri prodotti creativi sembra essere quasi del tutto tramontata. L’artista di oggi deve prima di tutto saper comunicare un messaggio, avere una personalità carismatica e trainante. Deve offrire uno stile di vita capace di plasmare quello degli altri ma contemporaneamente essere un imprenditore capace di tracciare una road map del suo progetto artistico.
Serve la capacità di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle innumerevoli piattaforme a disposizione sul proprio smartphone e di saperle soprattutto monetizzare. Non c’è una regola perfetta, ognuno affronta questa sfida con il proprio carattere e la propria personalità. Il rischio di perdere il focus sull’obiettivo è molto alto e per questo il ruolo delle Label, dei manager o di piattaforme come la nostra possono risultare un supporto molto prezioso per gli artisti della nuova era.
Qual è l’iter per essere accettati dalla vostra etichetta?
Suggeriamo sempre di venire a trovarci nella nostra Community su indieffusione.com e inviarci lì le proposte da valutare. Le analizziamo attentamente e diamo in qualunque caso un riscontro con delle indicazioni per mettere eventualmente meglio a frutto il progetto.
Non abbandoniamo però mai la selezione live perché il palco, secondo noi, è il posto migliore in cui ci si può rendere conto delle potenzialità di un artista, al di là di ogni sovrastruttura creata dalla produzione. È quello che è successo con Narciso, uno dei nostri artisti attualmente in roster.
Quali sono i criteri di selezione?
Non siamo mai stati indirizzati ad un genere particolare ma siamo attenti solo a quello che ci fa vibrare ed emozionare per primi. Per questo gli artisti nel nostro roster di etichetta si contano sulla punta delle dita, perché ci poniamo come obiettivo quello di lavorare un progetto a 360 gradi dedicandogli tutte le nostre risorse e le energie che merita. Uno degli artisti che abbiamo attualmente in roster è, appunto, Narciso.
Lo abbiamo scoperto durante il Tour Music Fest dove è arrivato in finale e ne abbiamo intuito subito le potenzialità da cantautore e performer. Abbiamo iniziato con lui un percorso da oltre un anno che ci ha portati all’ingresso in Drag Race Italia, la versione italiana del celebre talent di RuPaul, alla pubblicazione di 3 singoli, due dei quali scritti in collaborazione con Roberto Casalino, autore che ha segnato gli ultimi 10 anni della musica italiana e che abbiamo l’onore di avere in squadra.
Quest’anno si è esibito al Roma Pride e, con il suo ultimo singolo “Discoball”, siamo arrivati in semifinale al Deejay On Stage, il contest di Radio Deejay a Riccione dove il riscontro di giuria e pubblico è stato pazzesco.
Con lui, ad esempio, abbiamo dato vita a “Musica Q”, un format live in collaborazione con Latte Fresco dove ogni mese diamo la possibilità a tre artisti emergenti di esibirsi sul prestigioso palco di Largo Venue a Roma e alternarsi sul palco proprio con Narciso, padrone di casa che, oltre a condurre la serata, si esibisce anche con i suoi brani e originalissimi mash-up.
Tornando alla domanda: quello che ci ha catturati è stata la sua personalità da vera e propria pop-star internazionale con una vocalità incredibile e il suo modo di stare sul palco che troviamo unico ed eccezionale. Attualmente siamo al lavoro su nuove uscite che sveleremo al più presto.
Quanto contano i trend del mercato nella scelta delle nuove proposte?
Siamo sempre molto attenti a quello che oggi il mercato propone ma abbiamo anche un mantra che ripetiamo da anni: “C’è chi segue il trend e chi lo crea”. Noi siamo proiettati verso la creazione di nuove scene, nuovi solchi creativi originali e sostenibili che possano lasciare traccia e delineare un percorso proficuo per l’intera scena musicale. È una grande ambizione, quasi utopica – ne siamo coscienti – ma è la benzina che tiene acceso il motore della nostra attività.
L’approccio diy (do it yourself) ha influito sul mondo delle etichette? In che modo?
Come dicevamo prima, con i mezzi a disposizione oggi l’artista è abilitato a bypassare il concetto di etichetta per realizzare, distribuire e promuovere la propria musica in autonomia. Le possibilità del DIY sono molteplici ma crediamo che il confronto con dei professionisti del settore, anche solo per avere un feedback esterno che possa aiutare l’artista a perfezionarsi e a migliorarsi sia fondamentale.
Qual è il peggior difetto dei nuovi artisti?
Crediamo sia impossibile generalizzare e preferiamo pensarla in maniera costruttiva. Quello che riscontriamo maggiormente è l’impazienza e la fretta di voler arrivare. Siamo tutti coinvolti in un mondo che oggi va velocissimo ma gettare delle basi per diventare veramente un artista richiede dedizione costante che non può essere spenta dal primo insuccesso o dal numero di stream e follower che non si riesce ad ottenere.
La nostra società oggi è basata sui numeri, sul dover apparire a tutti i costi, ma crediamo che la verità dell’essere artista abbia a che fare con la genuinità della propria personalità e del proprio messaggio, che è unico. Anche se il fatto di raggiungere un pubblico appassionato e fedele richiede del tempo, quando il proprio lavoro è una missione, alla fine porterà i suoi frutti.
Cosa dovrebbero cambiare per avere più possibilità di essere notati?
Prima di tutto dovrebbero apprendere il concetto che capacità e notorietà artistica sono due elementi complementari dell’essere artista ma che molto spesso hanno tempi di maturazione diversi e, soprattutto, pesi diversi nella creazione di un percorso artistico sostenibile e duraturo.
La notorietà ai giorni nostri può avvenire in modo improvviso e anche molto veloce ma se dietro non c’è una ricerca e una costruzione solida del soggetto artistico rischia di essere prematura e del tutto controproducente. Il contrario no.
Ma anche il pubblico e gli addetti al settore dovrebbero tornare a vivere più attivamente la scena, con più curiosità, attenzione, ritrovando l’ebbrezza della scoperta di nuovi artisti e di nuova musica… ma questa è un’altra storia!
Un consiglio per chi volesse iniziare a fare musica oggi?
Lavorare, durante tutto il percorso, al fine di creare una squadra di persone amiche e addette al settore che possano fare da specchio onesto, sincero e reale oltre a supportare l’artista in tutte le fasi di sviluppo del suo progetto. È il motivo per cui nasce Indieffusione.
0 notes
fashionbooksmilano · 3 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Emilio Federico Schuberth
Moda e media ai tempi della dolce vita
Dorothea Burato
Electa, Milano 2023, 128 pagine, 17x24cm, ISBN 97888284317
euro 24,00
Il volume è l’esito di una approfondita ricerca sulla figura dello stilista di origini napoletane attivo a Roma a partire dagli anni Quaranta. Emilio Federico Schuberth si impone sul territorio nazionale e internazionale grazie soprattutto al sapiente uso di strategie di promozione del suo marchio attraverso il medium cinematografico e quello televisivo. Nel panorama della moda italiana, che si afferma a partire dal dopoguerra, Schuberth rappresenta una voce fuori dagli schemi: il suo atelier è stato una tappa obbligata per le dive del cinema, le soubrette del varietà e le donne più eleganti del jet set internazionale. Schuberth veste le più grandi dive del cinema, come Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Martine Carol, Valentina Cortese, Alida Valli, Anna Magnani, Bette Davis e Gloria Swanson, sia dentro che fuori dallo schermo, recita in alcuni film e partecipa a trasmissioni televisive di grande popolarità come Carosello, Il Musichiere e La via del successo. Nel volume la storia dello stilista-star viene raccontata attraverso quattro macro-sezioni: la prima è dedicata alla biografia del sarto, fino ad oggi poco indagata; la seconda alla ricognizione del proficuo rapporto che Schuberth ha instaurato con il mondo del cinema in venti anni di attività, dalla partecipazione come attore in alcuni film, alla promozione del proprio marchio grazie alle più famose dive del cinema; la terza si focalizza sul lavoro di Schuberth come stilista al servizio del grande schermo; la quarta sezione è dedicata alle esperienze nell’ambito radiotelevisivo e all’uso strategico che lo stilista fa del neonato medium televisivo promuovendo le sue creazioni anche al pubblico di massa. Chiude il volume l’analisi del filmato promozionale Vedette 444, brillante analogia tra la creazione di moda e l’industria meccanica cui prende parte anche Schuberth. La ricerca, che incrocia materiale d’archivio con documenti audiovisivi e testimonianze di diversa origine, porta alla luce una figura imprescindibile per la conoscenza dello sviluppo del settore della moda che dal dopoguerra in avanti ha fatto la fortuna del Paese. Il materiale dell’archivio CSAC, nello specifico i figurini del Fondo Schuberth e le fotografie del Fondo Publifoto Roma, si è rivelato uno strumento di studio fondamentale per la ricostruzione dell’attività del sarto in oltre due decenni di attività e ha fornito un ricco repertorio di immagini e documenti per il libro. Ne è testimonianza l’album dei figurini di moda, in chiusura del libro, con una selezione di materiale particolarmente rappresentativo della vivacità e varietà che ha caratterizzato l’attività dell’atelier di Schuberth nei decenni centrali del Novecento. Lo studio, e dunque questa pubblicazione su Emilio Federico Schuberth, rappresentano quello che è il senso profondo di CSAC, ovvero la relazione imprescindibile fra le diverse forme d’arte, in cui si inserisce a pieno titolo anche la moda oltre che il cinema, e la comunicazione. Una visione inclusiva che abbraccia diversi saperi per fotografare il presente e il nostro passato recente. Il volume è il quarto di una serie di pubblicazioni e iniziative in collaborazione tra la casa editrice Electa e CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma. Lo studio, e il prezioso lavoro di riordino e catalogazione di cui questa pubblicazione offre testimonianza, ha dato a CSAC l’opportunità di catalogare e digitalizzare tutti i bozzetti e le fotografie del sarto in modo da rendere fruibile il patrimonio del fondo all’esterno.
25/01/24
4 notes · View notes
gigi-sa-blog · 6 months
Text
Previsioni Lotto 21 ottobre 2023
Tumblr media
Previsioni Lotto 21 ottobre 2023 sono composte da tre consigli di gioco, per la sorte di Ambata, Ambo, Terno e superiori.
Tumblr media
Le Previsioni Lotto proposte sono composte da un'ambata, due ambi una terzina e una quartina si mettono in gioco su due ruote e tutte per 9 colpi a partire dalla data indicata. Le probabilità di centrare una cinquina sono di 1 su 43.949.268 volte, una quaterna 1 su 511.038, un terno 1 su 11.748, 1 ambo su 401, mentre le probabilità di centrare un’ambata (estratto) è di 1 su 18 volte. Previsioni Lotto 21 ottobre 2023 - By GiGi LoTTo © Proposta numero Uno. RuotePalermo - Roma - TutteAmbata9Ambi48-3 / 58-32Terzina9-48-3 / 9-58-32Cinquina9-48-3-58-32 Proposta numero Due. RuoteBari - Cagliari - TutteAmbata1Ambi46-1 / 21-69Terzina1-46-10 / 1-21-69Cinquina1-46-10-21-69 Proposta numero Tre. RuoteGenova - Milano - TutteAmbata13Ambi47-2 / 83-7Terzina13-47-2 / 13-83-7Cinquina13-47-2-83-7 Esiti: Nota: l'ambata si gioca solo sulle ruote secche. GiGi LoTTo consiglia: Puoi anche abbinare all'ambata l'ultimo numero della quartina, per comporre un ambo secco da mettere in gioco sulle due ruote principali e tutte. Si consiglia il gioco anche sulla ruota Nazionale. In caso in cui esca l’ambo secco o sorti superiori su ruota fissa, la previsione va interrotta, perché sfaldata, in tutti gli altri casi proseguire fino alla fine del gioco. Previsioni Lotto Premium Previsioni in abbonamento per la sorte dell'ambo e del terno per scoprire tutti i dettagli delle proposte clicca sui link sottostanti: - Previsioni Lotto Magic - (Previsioni personalizzate) Altre Previsioni del LoTTo Dalla statistica del Lotto le previsioni su singola ruota - Previsione con il massimo ritardatario e analisi statistica, ambi e terni più frequenti in assoluto dal 1939. Per visualizzare le previsioni statistiche, clicca sulla ruota di tuo interesse qui sotto nella tabella. BariCagliariFirenzeGenovaMilanoNapoliPalermoRomaTorinoVeneziaTutteNazionale Altre informazioni sul Lotto. - Estrazioni Lotto - Ultima estrazioni del Lotto. - Archivio Lotto - Tutte le estrazioni del mese in corso e degli anni precedenti. - Previsioni Lotto - Proposte di gioco gratuite. - Previsioni Private Lotto - Proposte di gioco in abbonamento. - Previsioni Statistiche Lotto - Proposte di gioco su base statistica di ogni singola ruota. - Statistiche Lotto - Frequenza e ritardo numeri, ambi, terni e quaterne più frequenti in assoluto. - Metodi Lotto - Tecniche di ciclometria e/o statistica per elaborazioni di pronostici. - Sistemi Lotto - Sistemi e Matrici. - Informazioni Lotto - Come si gioca, quanto si vince e probabilità di vincita. Social Media Se desideri rimanere aggiornato su tutti questi servizi del Lotto, ti consiglio di seguire le pubblicazioni sul sito, nei seguenti modi: – Aggiungi il sito GiGiLotto tra i preferiti del tuo browser (Google, Internet Explorer, Microsoft Edge, Firefox) – Iscriviti sui social media di GiGiLotto:  FacebookTwitterYouTubeTelegram – Iscriviti alla newsletter di GiGiLotto per ricevere informazioni esclusive (che trovi qui sotto).
Nota Informativa
L’utilizzo dei dati e delle informazioni su questo sito, come sostegno di scelte di gioco è a completo rischio dell’utente e non costituiscono un servizio di consulenza, non si garantisce nessuna certezza di vincita. Il gioco è vietato ai minori di anni 18. By GiGi LoTTo © Read the full article
0 notes
micro961 · 4 months
Text
HAEN mc - Il nuovo singolo “Trann Tranquillo”
Il brano del poliedrico artista sugli stores digitali e dal 5 gennaio nelle radio
Tumblr media
“Trann Tranquillo” è il nuovo singolo dell’eclettico rapper HAEN mc, sui principali stores digitali e dal 5 gennaio nelle radio in promozione nazionale. Produzione impeccabile dagli arrangiamenti attuali e di tendenza, ma che evidenziano la forte personalità dell’artista, una profonda maturità artistica raggiunta dopo tanti anni di musica tra pubblicazioni e live in giro per lo stivale. “Trann Tranquillo”, ovvero “Tutto Tranne Tranquillo”, descrive le varie motivazioni per la quale non si riesce a stare tranquilli, avvalendo la tesi del detto che dice: “Che fine ha fatto Tranquillo…”.
Sul brano è cucito un testo sarcastico, ma attenzione perché nulla è come sembra. Una mente poco allenata potrà interpretare le strofe appunto in maniera veloce e superficiale, una mente aperta, allenata e profonda, noterà significati importanti dietro ogni rima, solo due esempi per intenderci:
“Nun trov mai nu' parcheggi” (Non trovo mai un parcheggio), c'è chi pensa all'auto, come c'è chi percepisce che ancora non si è trovata la propria dimensione. O anche: “Sta' o' Sol e m mor e fridd!” (C'è il sole ma ho freddo), c'è chi pensa ad una semplice battuta partenopea, come c'è chi capirà che l’artista pensa troppo sbagliando (La mente domina su tutto, e se c'è il sole caldo, ma riesci a concentrarti, sapendo come farlo, avrai freddo), e così via per tutto il testo...
“Per il sound, Dottor Testo, il mio produttore, ha capito subito di cosa avessi bisogno, un beat che fonde tre movimenti: Hip-Hop, Club e Reggaeton. Nel video noterete inoltre riferimenti buddisti, perché lo sono o, meglio, sposo appieno il buddismo, anche se poco praticante.” HAEN mc
Storia dell’artista
Alberto Di Domenico Riquetti, in arte HAEN mc (acronimo di Hardcore, Alberto, E, Napoli) e l’aggiunta di “mc” dai fan in Piazza del Gesù a Napoli, data la spiccata teatralità nei freestyle. Rapper cresciuto tra Volla e Ponticelli (Periferia orientale di Napoli). Nei testi, la voglia di rivalsa delle periferie: “La legge nel quartiere la facciamo noi”. Pubblica nel 2001 il primo disco interamente prodotto da G. Carbone, in Radio Marte Stereo. Trasferito a Roma, fonda il gruppo C$$ (Centro Sud System) con “Gotte Banditos” e Dj “Assassin Scratch”. Tra il 2005 e il 2011, pubblica 2 album di 8 e 10 tracce: “Tutto in Nero” e “Non Ascoltare”, l’unione Roma/Napoli piace e porta il gruppo in svariati live e jam in tutto il centro sud Italia. Nel 2012 ritorna solista sciogliendo il crew. Oltre 20 featuring e collaborazioni in dischi di collettivo hip hop fino al 2015. Tra il 2020 e 2022 pubblica 3 singoli: “Aoh” (feat. Aurel, Zapata J, Strikkiboy su produzione di White Noise del Quadraro Basement), “Dalla Giungla” con “Zapata J e Solofra (stessa produzione) e “Tu…”, stessi feat. e stessa produzione (tracce tutte reperibili su Spotify e YouTube). Nel 2022, in collaborazione con Zapata J e Strikkiboy nasce il progetto “Project 205” e nel novembre 2022 pubblica per la Time2Rap il disco “Exit”.
Instagram: https://www.instagram.com/haenmcnapoli?igsh=MXV5cTFlc3k4cGdrMw==
Facebook: https://www.facebook.com/didomenicoriquetti
Tik Tok: https://www.tiktok.com/@haenmcnapoli
YouTube: https://m.youtube.com/playlist?list=PLZONnDx6gWdrBopf7vibpDqHf2QWFfnWr
Spotify:https://open.spotify.com/artist/1GdxOYTAySfzs4fVl5wuYp?si=XaZ98rmuToW61quLYWcl7w
0 notes
lamilanomagazine · 2 months
Text
Mantova: apre la mostra fotografica “Ukraine. Chronicles of war” di Andrea Carrubba, a cura di Sandro Iovine al Baratta
Tumblr media
Mantova: apre la mostra fotografica “Ukraine. Chronicles of war” di Andrea Carrubba, a cura di Sandro Iovine al Baratta. A due anni dalla invasione russa dell’Ucraina, la Biblioteca Baratts propone una mostra fotografica per riportare l’attenzione sul conflitto. Sabato 24 febbraio, alle 18, presso la sala Peppino Impastato della Biblioteca Baratta a Mantova in corso Garibaldi 88 si inaugura la mostra “Ukraine. Chronicles of war”. Gli scatti di Andrea Carrubba, ripresi nei territori occupati e martoriati dagli eserciti russi, riportano la testimonianza delle terribili conseguenze della guerra che si sta svolgendo ai margini dell’Europa. Carrubba è un fotografo documentarista indipendente e giornalista visivo con un interesse principale per le questioni sociali e umanitarie. Dopo l'Università ha studiato alla John Kaverdash Academy di Milano e si è laureato in Fotografia Professionale. Ha inoltre frequentato il War Reporting Training Camp, una formazione Hefat specializzata per reporter che lavorano in aree di crisi. Freelance dal 2012, ha pubblicato le foto tra gli altri su Time, Washington Post, The Guardian, The Times, El Pais, Cnn, Los Angeles Times, Der Spiegel, The Telegraph, Vanity Fair, Die Zeit, The Atlantic, L'Obs, Al Jazeera Internazionale, Vice e Rolling Stone. Attualmente sta lavorando per elaborare storie di reportage in Italia e all'estero. La mostra è curata da Sandro Iovine, giornalista, critico fotografico, nato nel 1961 a Roma dove, dopo il liceo classico, ha studiato Scienze Politiche con indirizzo Internazionale e lingua e cultura giapponese. Dal 1989 al 1998 è stato redattore presso la Editrice Reflex, prima di trasferirsi a Milano dove, dal 1999 al 2014 ha diretto la rivista “Il fotografo”. Ha insegnato Storia della fotografia a Roma presso l’ISFCI e dal 2003 al 2014 Fotogiornalismo e Comunicazione visiva a Milano. Ha tenuto Master presso il Mifav- Università di Tor Vergata (di cui ha codiretto l’organo di stampa F&D) le Università di Bologna, Insubria, Palermo, Pavia, Perugia e Siena. Ha collaborato con Rai Radio 1, Rai-Radio 3, Radio 24 e Radio Svizzera Italiana, Paese Sera, Avvenimenti, Il Giornale di Napoli e Il Manifesto. Ha curato numerosi libri fotografici come da riferimento nella sezione Pubblicazioni. Nel 2011 è stato curatore della sezione fotografia di Roma Provincia Creativa e fa parte del comitato di valutazione all’interno del progetto Eyes in Progress. Nel 2014 ha fondato la rivista di cultura dell’immagine FPmag (www.fpmagazine.eu) che attualmente dirige. A Milano dirige anche la scuola di fotografia FPschool (www.fpschool.it). Dal 2015 al 2017 è stato Ceo dell’agenzia fotogiornalistia Echo Photojournalism. L’esposizione è realizzata grazie alla collaborazione con Renzo Boatelli, architetto che ha vissuto e lavorato in Ucraina, e Nazzareno Trufelli, architetto e docente presso il Liceo Artistico Giulio Romano di Mantova. Il percorso fotografico sarà visitabile, gratuitamente, dal 24 febbraio al 24 marzo negli orari di apertura del Baratta.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes