Tumgik
#perchè è proprio gnocco
ross-nekochan · 1 year
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
JAGO - Venus (2018)
JAGO is an Italian artist working in the field of sculpture. He was born in Frosinone (Italy) in 1987, where he studied art high school and then the Academy of Fine Arts (left in 2010).
His artistic research is rooted in traditional techniques. Jago uses marble as a noble material, but he treats fundamental themes of the era he inhabits, establishing a direct relationship with the public through the use of video and social networks to share the production process.
43 notes · View notes
mossmx · 3 years
Note
Sulla questione di Ama attraente: hai ragione ma nessuno è ancora pronto a questo discorso.
Also consiglio vivamente di vedere il video di lui che imita Amanda Lear a Tale e Quale. In quel video
-scopriamo che Ama ha davvero delle belle gambe
-prova euforia di genere vestito da donna. Much to think about that
Ps: è pieno di fic amadello su ao3 ma nessuno cerca il tag giusto maledizione (Amadeus/Fiorello)
Ask A+!
Ci tengo a precisare giusto per la cronaca che io non sono attratta da Amadeus per motivi caratteriali (anche se quel naso è proprio esteticamente notevole ♡) e non mi considero una shipper Amadello (in breve Amadello non mi tira, ma apprezzo l’estetica dell’OTP e le scenette)
Detto ciò: tutto è fair play e io riesco BENISSIMO a capire che un* può volersi fare Amadeus e tipo se una cosa esiste ci sarà almeno l’1% della popolazione che ci vuole pensare in contesti sessuali. Il mio post è nato dal fatto che secondo me c’è un potenziale nsfw infinito in Amadeus di cui la gente non parla (lui e altra gente considerata “cursed” XD) XD Cioè mentre Fiorello è praticamente accettato che è gnocco sembra che Ama sia un po’ il brutto anatroccolo XD ma appunto se ti tira Ama sei valid af!
Purtroppo non ho trovato il video D: peccato perchè io sono sempre in prima linea per uomini vestiti da donna 👀👀👀👀 e gambe mhhhmhmhmmm se vuoi linkare feel free to!
Non le ho mai cercate perchè come sopra detto non mi tira in quel senso ma ho dato una scorta a AO3 per curiosità e dai summary sembrano tutte TOP
Lascio il link alle Amadello rated E per gli intenditori su AO3
Non so chi sia Kikky ma they are doing the Lord’s work!!! Bless them. Condivido la mia corona di peni con l*i se la accetta XD
2 notes · View notes
dilebe06 · 4 years
Text
Man To Man
Perchè le garanzie sono importanti
Tumblr media
Nel visionare questa serie ho fatto 3 errori: 
Il primo è stato credere che Big Boss da Descendants of the sun partecipasse a questa serie inondando tutto di magnificenza come solo lui sa fare. Ed invece fa solo un cameo. #metristissima 
PS: usare Big Boss solo per i cameo dovrebbe essere impedito dalla legge. Fortunamente non c’è Big Boss ma ben 2 attori da Live...vi si perdona.
Il secondo errore è stato credere che la serie fosse incentrata su i due protagonisti che collaborano attivamente su campo per tutta la serie. 
Ed il terzo è stato aver pensato che Man to Man fosse un drama spy con momenti comedy..quando invece è l’incontrario. O meglio... la serie mi è parsa divisa strutturalmente in due fasi: tutta la prima metà più commedia che spionaggio. Mentre da metà in poi la commedia passa più in secondo piano, concentrandosi sulla storia d’azione. Il risultato che ho percepito e di cui sono d’accordo con @veronica-nardi è stato di guardare due serie tv diverse. Purtroppo non sono un amante di tale strutturazione perchè mi si crea la percezione di un equilibrio sballato.
Metto subito le mani avanti dicendo che se la parte più leggera non mi ha mai fatto morire - anche se ha avuto momenti molto divertenti e che ho adorato - la seconda parte della serie è dove il drama è riuscito veramente ad intrattenermi. Tutta l’ultima parte mi regala esattamente quello che volevo! 
Tuttavia le due parti non sono esenti da difetti: la parte spy è spesso poco chiara con personaggi che fanno o dicono cose che non si sa come o da chi lo abbiano saputo. Mentre la parte comedy nella seconda parte, mi hanno spinto a chiedermi l’utilità di certi personaggi. 
Molto buona la caratterizzazione dei personaggi e la loro recitazione con la mia Palma D’oro che va rispettivamente a Park Sung-Woong con il suo Yeo Woon-Gwang, Yeon Jeong-Hun nei panni della VERO IDOLO DI QUESTA SERIE  Mo Seung-Jae e  Chae Jung-An con Song Mi-Eun. Questi tre sono i personaggi che più mi sono piaciuti, con cui ho più empatizzato e di cui ho seguito le vicende con più attenzione. 
Un pò meno attenzione me l’hanno data gli altri due protagonisti e la storia d’amore. Quest’ultima l’ho trovata ripetitiva - pure la OST nelle scene romantiche era sempre la stessa @veronica-nardi - e noiosa. Mentre il protagonista - molto gnocco non c’è che dire - per me poteva essere approfondito molto meglio. 
VOTO: 7 =
Tumblr media
La prima cosa che voglio dire è fare i complimenti alla serie per i personaggi di contorno: il padre della protagonista, l’altro Agente Fantasma, la stilista amica della moglie dei Signor Mo...tutti personaggi minori ma che la serie si è impegnata a caratterizzare e tenere sullo schermo. Non è una cosa facile con tutti i personaggi da gestire che avevano già! 
Il secondo “complimenti” lo voglio fare al Colpone di Scena Finale sulla rivelazione del Direttore del NIS come spia e dell’organizzazione corrotta di cui quest’uomo fa parte..non me l’aspettavo ed è stato una bella sorpresa..anche ben programmata. D’altronde qualche episodio prima mi stavo lamentando che questa serie era la prima serie d’azione che vedevo senza nessun colpo di scena. Ebbene si...prima degli ultimi 3 episodi la serie è stata prevedibile: farci capire sin dall’inizio che la moglie del Signor Mo era un agente del NIS ad esempio, non è stata un’idea geniale...posso pensare ad almeno una dozzina di modi per rendere la storia meno scontata. 
Ed è proprio con la storyline dei coniugi Mo che il drama è riuscito a prendermi: non ho mai odiato il Signor Mo e non l’ho mai visto come cattivo della serie, anzi...tutti che gli spillavano soldi e nessuno che gli riusciva a completare le sue richieste. Non posso voler male ad un uomo il cui motto è stato “largo ai giovani”  mentre minaccia e ricatta SENZA MAI USCIRE DA CASA SUA!! E poi ha una storia tristissima: i colleghi di suo nonno vogliono farlo diventare un loro burattino, sua moglie - che lui ama tantissimo - l’ha sposato per via di una missione, gli rapiscono il figlio....cioè T_T 
Tumblr media Tumblr media
E sul finale... io ero convinta che la signora Mo chiedesse il divorzio e poi tornasse tra le aitanti braccia dell’attore. Invece la serie mi stupisce ancora... #bravo
Come bravi sono stati Jang Tae-Ho e Lee Dong-Hyun due ruoli che ho amato e che mi hanno emozionato molto... Dong  -Hyun poi era adorabile e spassoso. XD 
Ed infine le parti che mi sono piaciute meno: 
1) il protagonista
Avrei desiderato più introspezione e approfondimento su questo personaggio. Per me è difficile empatizzare con la scelta se rimanere uomo del NIS o lasciare il suo lavoro per la normalità, quando non so nulla di lui. Ha una famiglia? perchè è diventato un agente? i suoi genitori sono ancora vivi? ne dubito perchè è un drama coreano ed i drama coreani sono spesso pieni di orfani o da uno dei genitori deceduti. #legit quanto è stato difficile diventare agente di cosi alto livello? se lascia il NIS gli mancheranno le missioni? Sono domande sceme è vero...ma servono a creare una storia per il personaggio. 
2) la storia d’amore
Le scene d’amore sono carine su questo non c’è dubbio. C’è tutta quest’aura romantica di sottofondo, con sguardi sognanti e musica stra romantica che fa da contorno. 
Il problema è che non ho mai capito esattamente perchè lui si è innamorato di lei. Se è perchè la manager è una donna diversa dalle altre, perchè è tosta, perchè lo tratta male... insomma una motivazione del perchè l’agente K che naviga tra donne da tutta la vita, scelga proprio Lei. 
Oltre a ciò, alla lunga questa storia d’amore mi ha annoiato. Le scene d’amore - dove non accadeva nulla la ribadivano sempre le stesse cose - erano diventate così tante che non mi vergogno a dire che ad una certa, in queste scene, ho premuto il tasto “avanti veloce”. 
3) la semibromance e il ruolo dell’attore e della Manager nella trama
Onestamente mi freno dal chiamare bromance la relazione tra i due protagonisti, semplicemente perchè, per quasi tutto il drama, è stato l’attore ha ricoprire l’agente K d’ aMMORE mentre l’altro quasi lo schifava. Solo verso il finale si è assistito ad una relazione d’amicizia/fratellanza paritaria...e mi spiace per questo non posso dargli la piena bromance. 
Tumblr media
Inoltre - e qui si ritorna al mio secondo errore - l’attore passa 3/4 episodi a commentare quello che succede spettatore come noi pulendo le statuine. Siccome pensavo che questo fosse il coprotagonista, vederlo non fare NULLA per diversi episodi, mi ha lasciata perplessa. 
Passi per la Manager che poteva essere inserita solo come oggetto romantico e che invece si è rivelata più “utile” del previsto...ma il ruolo dell’attore nella trama principale inserito a singhiozzi, non è stata una scelta registica che ho amato perchè l’ho percepito proprio come inutile.
7 notes · View notes
Text
Capitolo 1:
Era una giornata di merda, avevo litigato con mia madre e con mio fratello! Nessuno mi capiva.
L’unica mia speranza era ritrovarmi in Margherita, la mia migliore amica. Con lei passavo tutte le mie giornate.
La chiamo. “Ehi Marghe a che ora vieni da me?” - “pizza e Netflix alle 19.30, la solita wustel e patatine?” - “Come farei senza di te. “ le dissi.
Lei era l’unica che c’era sempre stata, l’unica che mi comprendeva anche quando il mondo intero mi stava voltando le spalle! Non è facile trovare un’amica come lei al giorno d’oggi.
Erano le 19 , mi misi la mia tuta-pigiama da drago, verde, con la zip davanti e l’enorme coda a zigzag dietro; anche Marghe l’aveva come la mia ! L’avevamo comprata da H&M un anno fa.
Arrivarono le 19.30 e suonò il citofono! Urlo “Filippo vai ad aprire”, Phil era mio fratello, più piccolo! Lui non era come Leonardo, il primogenito! Phil era sempre dalla mia parte, forse perché anche io sono sempre stata dalla sua. Poi mi ricordo che ero sola in casa, quindi andai ad aprire. Un uragano di gioia entrò in casa. La mia Marghe! Pronta sempre a risollevarmi, ogni volta che le mie giornate sembravano buie. Ci mangiammo la nostra pizza special e vedemmo una serie tv su Netflix. Stavo bene. La conosco da quando eravamo minuscole perchè mia nonna abita alla casa accanto alla sua. Eravamo come sorelle da piccine, avendo la stessa età facevamo i compiti insieme, ci scambiavamo vestiti, trucchi etc. Finita la nostra pizza special, tra un pettegolezzo e un altro, mi arriva una notifica.
“Francesco ha iniziato a seguirti.”
Andiamo io e Marghe a vedere il suo profilo. Si trattava di un gran pezzo di gnocco. Addominali da paura, occhi verdi e un ciuffo biondo. Scorsi un po’ di foto e me ne innamorai a prima vista. Fatto un po’ di stalking sul tizio in questione, scoprii che abitava su un paesino accanto al nostro. Pensai: “ma dove ti sei nascosto per tutto questo tem....”
NUOVO MESSAGGIO DA FRANCESCO
Apro immediatamenteDopo i primi classici messaggi ci iniziamo a conoscere.
Si erano fatte le 2.00 di notte, Marghe già stava sognando sul divano mentre io, accovacciata sul pavimento cercavo di autoconvincermi che il ragazzo non mi stava “prendendo”, ma sbagliavo. Già fantasticavo un futuro insieme a lui.
La sveglia suonò! Erano le 8.15 di mattina! CAVOLO HO DORMITO SUL PAVIMENTO! CHE MAL DI SCHIENA ACCIPICCHIA! E MARGHE DOV’È?
Mi alzai, andai in cucina e la trovai a sfornare pancake con la Nutella! La adoravo. Mentre li mangiavo mi sono infilata il primo costume che ho trovato nell’armadio e scappai di corsa fuori casa. Ovviamente prima salutai Marghe.
Lavoravo nella piscina comunale del mio paese, non perché mi servivano soldi, anzi! La mia famiglia è sempre stata assolutamente presente in questo! Lavoravo per mettere i soldi da parte nel mio conto in banca. Mi piaceva sapere di avere soldi tutti miei li.
Arrivata in piscina, iniziai a pulire come tutte le mattine. Era particolarmente caldo quella mattina, ma non potevo non farlo! Finito il mio dovere mi andai a godere un bellissimo succo alla pesca. Il mio preferito.
Dopo pranzo, verso le 15, iniziarono ad arrivare molte persone! Erano le 15.35, avevo appena mandato un sms a Marghe quando arrivò un gruppo di ragazzi e ragazze. Mai visti prima d’ora.
Di solito quando arrivano persone nuove mi chiedono sempre informazioni su pagamento, spogliatoi, regolamento etc, ma questi non lo fecero.
Arrivò l’ora di chiusura e arrivò anche il mio capo! Mi diede i soldi della giornata e mi disse una cosa insolita: “Quando hai fatto, chiamami che dobbiamo parlare.” Annuii e mi misi a fare le ultime cose.
Avevo fatto, lo raggiunsi, ero un po’ titubante su ciò che doveva dirmi.
Vidi il mio capo seduto su un tavolo con un ragazzo, di spalle, non era un ragazzo qualunque. Anche se stava di schiena sembrava che già lo avevo visto da qualche parte o incontrato!
“Devo dirti che da oggi non sarai più sola a gestire la piscina, ti affiancherà questo ragazzo: Francesco; è nuovo nel mestiere quindi i primi 10 giorni starà insieme a te ad imparare. “
Era proprio lui! Non potevo credere ai miei occhi
E ora?
3 notes · View notes
miriskussnika · 5 years
Text
Cose di oggi random
Pare che il mio subconscio abbia un messaggio breve e conciso per me: ho sognato un pappagallo che mi chiamava “chiavica” in loop - chissà cosa ne penserebbe Freud?;
Mi sono svegliata alle 6:00 e sono andata a correre (le due cose separatamente succedono più spesso di quanto io stessa crederei possibile, ma insieme vi assicuro che c’è proprio del sovrannaturale);
Quando sono tornata a casa dalla mia corsetta (durata 30 min e conclusasi con un “BRO” pieno d’affanno), mi sono riaddormentata come una pera - ma l’attività fisica non dovrebbe darti la carica, l’energia, accelerare il metabolismo e tutte quelle belle cosine lì?;
Stamattina i miei capelli hanno deciso di essere la versione riccia della pettinatura di David Bowie Re dei Goblin - solo che almeno lui era gnocco;
Ho avuto un dejà-vu fortissimo mentre parlavo con una collega di “Un posto al sole” e dicevo la frase “A me piaceva, perchè è pieno di cattiveria gratuita”;
Lascio qui un CHE ANSIA catartico generale, così, senza perchè e senza percome;
Sono in pausa yogurt, ma vorrei essere in pausa vino - ed è solo martedì;
Non ci sono più le mezze stagioni;
Sto scrivendo cose a caso solo per fare una lista più lunga, ma in realtà ho smesso di avere qualcosa da dire dopo il terzo punto.
1 note · View note
lalindaaa · 7 years
Text
L’amore!
Anche se mi ha sempre fregato, l’amore è la cosa più bella che ci sia.
Quando ero più piccola e guardavo i film, nei quali i protagonisti facevano le peggio cose, rischiavano tutto quello che avevano per salvare la/il loro amata/o, mi chiedevo “Possibile? Possibile essere così imbecilli? sei gnocco/a te ne trovi subito un altro/a appena girato l’angolo! Magari quando tornate a casa ti tradisce subito!” (il cinismo è una virtù che ho coltivato fin da subito ;) ).
Be ora che sono un po’ più grandicella e ho provato sulla mia pelle l’amore, posso dire questo alla me piccina “Si Linda, l’amore fa fare tutto, anche le peggio cazzate, non c’è forza più grande su questa terra e non è una cosa da film smielenso... è proprio vero”
Perché non c’è cosa più bella al mondo che guardare negli occhi la persona che ami, guardarla intensamente, far scorrere gli attimi e guardarla più intensamente possibile. Accarezzarle il viso, avvicinarsi a lui e guardarlo negli occhi. Fanculo i baci, fanculo gli abbracci, fanculo al sesso. La cosa più bella per me è stare a guardarlo negli occhi e accarezzargli il viso.
L’ amore ti leva di dosso tutta la merda che hai, tutte le preoccupazioni, tutte le cose andate male, si spengono e svaniscono nel nulla. Amare una persona è la cosa più bella che ci sia su questa terra, niente è paragonabile.
Dell’amore ho imparato abbastanza da quando ero piccina, quello che non ho ancora imparato è l’essere amati. Perché nonostante mi sia innamorata, nessuno si è mai innamorato di me.
L’amore non corrisposto è l’esatto contrario dell’amore, tutto il bene, tutte le sensazioni meravigliose che provi, si capovolgono e ti schiacciano, ti manca il respiro, provi panico e non capisci più quale si la retta via. E la domanda che mi faccio è “Perché?” Perché cazzo provo questo sentimento immenso, perché ho tutto questo amore dentro di me per una persona che invece non prova niente? Perché per me è scattato l’amore, così travolgente, così impetuoso, così forte che non riesci più a respirare, come un vento che ti porta via l’aria e tu rimani li, annaspante, in ginocchio e ti chiedi solo, perché?
Poi il tempo passa e dopo il rifiuto, dopo l’uso che la gente ha fatto di te, ricominci a respirare, ricominci a capire che c’è altro da fare e non si può per sempre piangere.
E poi senti le persone che ti dicono che ti rimproverano, che ti danno della debole quando stai male per qualcuno, “suvvia, cosa sarà mai, ma ci stai ancora male? Devi avere forza, non essere così pallosa, io ne ho passate peggio di te e non ho fatto tutte queste tragedie!”. Ecco, queste persone mi fanno incazzare, ma mi fanno anche pena. Queste persone non hanno mai amato davvero, magari sono fidanzate, da anni forse, ma se ti dicono questo, non hanno capito proprio un cazzo dell’amore. Perché quando non sei corrisposto, si attiva un processo che ti annienta. ti senti una merda, ti senti inadatto, quindi non solo soffri perché la persona che ami non ti caga, ma soffri anche perché ti senti uno schifo tu. E pensi “se fossi stata più bella, se fossi stata più simpatica, se fossi stata più brava se fossi stata etc etc”. Oltre al mancato amore che ti distrugge l’anima, che ti fa piangere la notte, che fa diventare grigio anche un giardino fiorito in primavera, ti senti male perchè pensi di non valere un cazzo.
Quindi care persone che rompete la minchia, mi fate pena. Perché anche se sto soffrendo per amore, almeno io so cos’è, voi... non lo so mica se lo conoscete.
2 notes · View notes
somenerdishstuff · 4 years
Text
serie tv della settimana
Questo weekend ho avuto molto tempo per fare una bella scorpacciata di serie tv, ecco quali ho guardato e cosa ne penso:
Sex education : è uscita la nuova stagione, che come le precedenti è una vera e propria classe di educazione sessuale, avrei voluto esistesse qualcosa di simile quando ero adolescente. Ovviamente per me acquisisce punti anche per il fatto che sia giarata in inghilterra (amo l’accento british) e che gli attori siano bravissimi.
This is us : ero rimasta indietro con questa serie, che mi richiede di essere in un certo stato d’animo per guardarla. Ho appena finito di mettermi in pari, ho versato tutte le lacrime che posso versare (non pensavo che esistesse qualcosa che riuscisse a farmi piangere più di Grey’s anatomy, ma mi sbagliavo molto). Siamo ormai alla quarta stagione e sinceramente non mi ha ancora stancate e riescono ad introdurre nuove storie e personaggi in un modo davvero unico.
Riverdale : allora, so che è un vero e proprio teen drama, ma non ci posso fare niente se a volte mi piacciono pure quelli ! anche se devo dire che continuo a guardarlo solo perchè trovo gnocco Cole Sprouse, che mi ricorda il mio primo amore delle medie e perchè non riesco a lasciare le cose a metà (mortacci tua mamma, che mi hai attaccato sta fissa!). 
Grace and Frankie :  è appena uscita la nuova stagione di questa meravigliosa serie che parla senza peli sulla lingua della vita di due donne over 70. E ancora una volta sono riusciti ad attaccarmi allo schermo, a farmi ridere a crepapelle e a farmi anche riflettere. E poi voglio dire, Jane Fonda è una dei personaggi principali, quindi va visto per forza !
Le terrificanti avventure di Sabrina : appena uscita la nuova stagione. Anche questa mi ha tenuta attaccata allo schermo, anche stavolta la storia è stata accattivante, piena di sisterhood e woman power. MI piace che le nuive generazioni di teenagers possano vedere questo genere di telefilm, dove le donne sono protagoniste, forti, che mostri come si possa essere combattute fra posizioni di potere e voler essere vicino alle persone che amiamo. Penso che questo telefilm, in una chiave molto leggera, introduca molti temi che toccano la vita degli adolescenti, e non solo.
0 notes
Text
L'arte del banchetto rinascimentale
New Post has been published on https://www.aneddoticamagazine.com/it/larte-del-banchetto-rinascimentale/
L'arte del banchetto rinascimentale
Non crediamo che questa moda del mangiar bene, delle cene faraoniche e dispendiose, del mangiare con regole precise e prefissate sia“roba” moderna… No, no miei cari vi sbagliate. L’arte del convivio a tavola risale a circa 500 anni fa in pieno Rinascimento e in confronto agli usi culinari odierni non vi è paragone in quanto a fastosità e abbondanza e per di più non crediamo che al tempo tutto questo fosse ad esclusivo appannaggio delle rinomate città rinascimentali… No, no, tali usanze erano consolidate anche nelle più remote zone italiche, bastava che vi fosse un signorotto locale e sicuramente non sarebbe mancato per le occasioni speciali un banchetto degno di tale nome. L’eccezione unica e fondamentale facendo un raffronto contemporaneo è che bene o male oggi un individuo con una modesta posizione sociale,qualcosa sotto i denti lo mette, al tempo era un po’ più dura, gozzovigliavano solo i notabili locali.
Il cibo dei poveri
Questa regola valeva anche per la Garfagnana, la maggior parte delle persone era umile e povera, a fatica nel lontano XVI secolo riusciva a mettere insieme pranzo e cena e quando in una famiglia non mangiava il genitore, mangiava il figlio e viceversa; buona parte del sostentamento arrivava comunque dalla terra, i poveri garfagnini (quelli che potevano mantenersi) facevano molto uso di verdure, legumi e pochissima carne, quelli che non potevano mantenersi si recavano alla modesta mensa cosiddetta “dei bisognosi”, dove la scodella della minestra aveva una croce per ricordare agli sventurati che il loro cibo era frutto della bontà di Dio. Niente a confronto di quello che passava per la tavola dei governatori garfagnini in quel di Castelnuovo, l’unico che a quanto pare fu parsimonioso nel suo viver già di per sè morigerato fu l’Ariosto, i suoi predecessori o i suoi successori quando c’era da banchettare non si tiravano sicuramente indietro, anche perchè l’arte del “banchetto rinascimentale” prende corpo e si diffonde nel nord Italia proprio alla corte estense, proprio la medesima corte che per secoli fra vicende alterne governerà in quasi tutta la Garfagnana.
Ercole II d’Este dotto in alimenti
Ercole I d’Este quando sposò Eleonora d’Aragona principiò questa sfarzosità, che raggiunse poi i massimi livelli di raffinatezza nel periodo compreso tra il regno di Ercole II (dotto in alimenti) e quello di Alfonso II, non parliamo poi del Cardinal Ippolito d’Este (figlio proprio di Ercole I), in un banchetto luculliano mangiò talmente tanti gamberoni che lo portarono all’indigestione e di li alla morte. Insomma, per farla breve tutti i governatori garfagnini venivano già improntati da Ferrara con questa arte nel proprio D.N.A e in effetti al tempo era considerata una vera e propria arte che univa il gusto dello spettacolo e della musica atta ad intrattenere gli ospiti, a quello della tavola, in poche parole era un vero e proprio status symbol che per mezzo dell’ostentazione della tavola imbandita, esaltava la grandezza del signore o del regnante di turno e in sostanza, quando il popolino in Garfagnana faceva la fame, all’interno delle fortezze estensi garfagnine (e non solo in quelle), nelle ricorrenze importanti, si metteva in atto un cerimoniale e un protocollo che nessuno avrebbe mai detto…
Tutto era contornato da vari personaggi con compiti ben precisi, che facevano si che un banchetto risultasse degno del proprio signore.
Rappresentazione del trinciante
C’era lo“scalco“ che decideva il menù insieme al cuoco, decideva anche i posti a sedere, infatti non è che ci si metteva a sedere a caso in tavola, il governatore (in questo caso) sedeva con gli ospiti di maggiore riguardo a un tavolo posto su una pedana, in modo che tutti potessero ammirarlo, occupava questo posto dominante rispetto agli altri, al centro, se la tavola era a ferro di cavallo, a capotavola se era rettangolare, certe volte (ma non si è mai letto di questo in Garfagnana) a questi banchetti poteva anche presenziare un pubblico di sudditi (a presenziare… non a mangiare!), rimane il fatto che lo scalco era poi anche l’economo e l’impresario teatrale che organizzava gli spettacoli ed era talmente importante questa figura da essere spesso un nobile a rappresentarla.
Il coppiere
C’era poi il “bottigliere“, decideva quale vino si addicesse al pasto, era anche il proprietario della cantina, a ruota del bottigliere ecco il “coppiere“, colui che mesceva il vino. Altra figura importantissima era il “trinciante“, questo personaggio tagliava e disossava la carne, dando agli ospiti più importanti i pezzi migliori, aveva inoltre la mansione di tagliare tutto ciò che passava in tavola (pesci,frutta e quant’altro), in pratica erano considerati dei veri  artisti, dovevano affettare le vivande senza appoggiarle su nessun piano. Addetto alla credenza non poteva che essere il “credenziere“, era incaricato a impiattare e a condire il cibo. Ultimi in ordine di importanza (ma di fondamentale presenza) erano i paggi, gli odierni camerieri.
Esisteva poi tutta una parte che riguardava l’intrattenimento, il giullare o per intendersi il buffone di corte era quello che riscuoteva più successo, era inventore di burle, narratore di novelle e sonetti irriverenti. Fra una portata e un’altra c’era anche chi declamava o recitava pezzi di opere o intere poesie; alla corte estense si esibirono pezzi da novanta come lo stesso Ariosto, Pietro l’Aretino o Ruzante, il tutto era sempre accompagnato dalla musica e dai canti che interrompevano la lunghissima successione di portate. Ma cosa consisteva tutto questo ben di Dio? Cosa si mangiava in queste speciali occasioni? Bisogna fare subito una differenza fra un banchetto che si svolgeva direttamente alla corte estense e un banchetto che si svolgeva in Garfagnana alla corte del governatore o dei signori locali.
Il giullare
Cominciamo con il dire che l’intrattenimento “garfagnino” era fatto sopratutto dai giullari e dalla musica, nessuno (a quanto pare) declamava poesie, l’arte poetica al tempo non attecchiva in Garfagnana… Variava anche il menù,naturalmente nemmeno nella nostra valle non si badava a spese, tant’è che le portate erano talmente tante che i commensali non ce la facevano ad assaggiarle tutte. Venivano offerte vivande arricchite da ingredienti costosi (pensare che una noce moscata costava quanto sei mucche) e mentre prima a Ferrara e poi a Modena (capitali estensi) si potevano gustare le prelibatezze più esclusive e uniche, in Garfagnana ci si doveva “accontentare” di quello che si poteva recepire o da quello che si trovava in zona, qualcosa difatti veniva importato da oltre Appennino, ben poco però, perchè si rischiava che con il lungo viaggio le cibarie andassero alla malora. La cacciagione invece era locale, tant’è vero che un banchetto rinascimentale“garfagnino” consisteva in particolar modo in un’abbuffata di carne, vero emblema di potere, la carne era considerata roba da ricchi. Figurarsi che alla corte estense era già arrivata la pasta, già si mangiavano i maccheroni o una sorta di gnocco, nonchè tagliolini o minestre di riso, ma in Garfagnana no, si mangiava “la ciccia”, ma non solo: frittate, lumache e funghi, che dire poi di“una bona torta fatta di fegadetti di pollo”, le frattaglie al tempo erano una vera leccornia, era poi molto in voga l’utilizzo di umidi e guazzetti vari, oltre ad un ampio uso del latte e dei suoi derivati: burro e formaggi. Le carni erano di ogni sorta e tipo: vitello, suino, capretto, pollame e cacciagione varia. Specialità erano gli arrosti di maiale con zucca in agrodolce e funghi porcini nostrali alle pere selvatiche (nella convinzione del tempo che le pere fossero un antidoto per eventuali funghi velenosi). Una curiosità dell’epoca dice che gli arrosti prima di essere messi allo spiedo venivano bolliti nell’acqua per ammorbidirli, perchè usava uccidere animali vecchi, non più abili al lavoro nei campi. Particolarmente apprezzate erano poi le teste di vitello, manzo e capretto delle quali veniva mangiato tutto, occhi compresi. Il “trinciante” qui aveva un particolare compito di tagliare la carne in pezzi non più grandi di un dito, la carne era dura e la maggior parte degli invitati aveva denti in pessime condizioni… Molto apprezzati erano anche i dolci, sopratutto le confetture, erano accompagnate da vino speziato.
Cristoforo da Messiburgo famoso cuoco estense
Sul banchettare Cristoforo di Messiburgo, cuoco di punta presso gli  Estensi scrisse un importante libro di ricette, pubblicato postumo nel 1549: “Banchetti, composizione di vivande e apparecchio generale”. Con una frase rese lampante l’idea di quella che fu l’arte di un banchetto rinascimentale: “…una festa magnifica, tutta ombra, sogno, chimera, finzione, metafora e allegoria”…e allora, buon appetito a tutti!!
        Bibliografia
“Libro novo nel qual si insegna a far d’ogni sorte di vivanda” di Cristoforo Messiburgo, anno 1557 
“Rinascimento alimentare italiano” appunti storici
“Storia della cucina rinascimentale” autori vari, edizioni Belpasso, 1927
0 notes
Text
L'arte del banchetto rinascimentale
New Post has been published on https://www.aneddoticamagazine.com/it/larte-del-banchetto-rinascimentale/
L'arte del banchetto rinascimentale
Non crediamo che questa moda del mangiar bene, delle cene faraoniche e dispendiose, del mangiare con regole precise e prefissate sia“roba” moderna… No, no miei cari vi sbagliate. L’arte del convivio a tavola risale a circa 500 anni fa in pieno Rinascimento e in confronto agli usi culinari odierni non vi è paragone in quanto a fastosità e abbondanza e per di più non crediamo che al tempo tutto questo fosse ad esclusivo appannaggio delle rinomate città rinascimentali… No, no, tali usanze erano consolidate anche nelle più remote zone italiche, bastava che vi fosse un signorotto locale e sicuramente non sarebbe mancato per le occasioni speciali un banchetto degno di tale nome. L’eccezione unica e fondamentale facendo un raffronto contemporaneo è che bene o male oggi un individuo con una modesta posizione sociale,qualcosa sotto i denti lo mette, al tempo era un po’ più dura, gozzovigliavano solo i notabili locali.
Il cibo dei poveri
Questa regola valeva anche per la Garfagnana, la maggior parte delle persone era umile e povera, a fatica nel lontano XVI secolo riusciva a mettere insieme pranzo e cena e quando in una famiglia non mangiava il genitore, mangiava il figlio e viceversa; buona parte del sostentamento arrivava comunque dalla terra, i poveri garfagnini (quelli che potevano mantenersi) facevano molto uso di verdure, legumi e pochissima carne, quelli che non potevano mantenersi si recavano alla modesta mensa cosiddetta “dei bisognosi”, dove la scodella della minestra aveva una croce per ricordare agli sventurati che il loro cibo era frutto della bontà di Dio. Niente a confronto di quello che passava per la tavola dei governatori garfagnini in quel di Castelnuovo, l’unico che a quanto pare fu parsimonioso nel suo viver già di per sè morigerato fu l’Ariosto, i suoi predecessori o i suoi successori quando c’era da banchettare non si tiravano sicuramente indietro, anche perchè l’arte del “banchetto rinascimentale” prende corpo e si diffonde nel nord Italia proprio alla corte estense, proprio la medesima corte che per secoli fra vicende alterne governerà in quasi tutta la Garfagnana.
Ercole II d’Este dotto in alimenti
Ercole I d’Este quando sposò Eleonora d’Aragona principiò questa sfarzosità, che raggiunse poi i massimi livelli di raffinatezza nel periodo compreso tra il regno di Ercole II (dotto in alimenti) e quello di Alfonso II, non parliamo poi del Cardinal Ippolito d’Este (figlio proprio di Ercole I), in un banchetto luculliano mangiò talmente tanti gamberoni che lo portarono all’indigestione e di li alla morte. Insomma, per farla breve tutti i governatori garfagnini venivano già improntati da Ferrara con questa arte nel proprio D.N.A e in effetti al tempo era considerata una vera e propria arte che univa il gusto dello spettacolo e della musica atta ad intrattenere gli ospiti, a quello della tavola, in poche parole era un vero e proprio status symbol che per mezzo dell’ostentazione della tavola imbandita, esaltava la grandezza del signore o del regnante di turno e in sostanza, quando il popolino in Garfagnana faceva la fame, all’interno delle fortezze estensi garfagnine (e non solo in quelle), nelle ricorrenze importanti, si metteva in atto un cerimoniale e un protocollo che nessuno avrebbe mai detto…
Tutto era contornato da vari personaggi con compiti ben precisi, che facevano si che un banchetto risultasse degno del proprio signore.
Rappresentazione del trinciante
C’era lo“scalco“ che decideva il menù insieme al cuoco, decideva anche i posti a sedere, infatti non è che ci si metteva a sedere a caso in tavola, il governatore (in questo caso) sedeva con gli ospiti di maggiore riguardo a un tavolo posto su una pedana, in modo che tutti potessero ammirarlo, occupava questo posto dominante rispetto agli altri, al centro, se la tavola era a ferro di cavallo, a capotavola se era rettangolare, certe volte (ma non si è mai letto di questo in Garfagnana) a questi banchetti poteva anche presenziare un pubblico di sudditi (a presenziare… non a mangiare!), rimane il fatto che lo scalco era poi anche l’economo e l’impresario teatrale che organizzava gli spettacoli ed era talmente importante questa figura da essere spesso un nobile a rappresentarla.
Il coppiere
C’era poi il “bottigliere“, decideva quale vino si addicesse al pasto, era anche il proprietario della cantina, a ruota del bottigliere ecco il “coppiere“, colui che mesceva il vino. Altra figura importantissima era il “trinciante“, questo personaggio tagliava e disossava la carne, dando agli ospiti più importanti i pezzi migliori, aveva inoltre la mansione di tagliare tutto ciò che passava in tavola (pesci,frutta e quant’altro), in pratica erano considerati dei veri  artisti, dovevano affettare le vivande senza appoggiarle su nessun piano. Addetto alla credenza non poteva che essere il “credenziere“, era incaricato a impiattare e a condire il cibo. Ultimi in ordine di importanza (ma di fondamentale presenza) erano i paggi, gli odierni camerieri.
Esisteva poi tutta una parte che riguardava l’intrattenimento, il giullare o per intendersi il buffone di corte era quello che riscuoteva più successo, era inventore di burle, narratore di novelle e sonetti irriverenti. Fra una portata e un’altra c’era anche chi declamava o recitava pezzi di opere o intere poesie; alla corte estense si esibirono pezzi da novanta come lo stesso Ariosto, Pietro l’Aretino o Ruzante, il tutto era sempre accompagnato dalla musica e dai canti che interrompevano la lunghissima successione di portate. Ma cosa consisteva tutto questo ben di Dio? Cosa si mangiava in queste speciali occasioni? Bisogna fare subito una differenza fra un banchetto che si svolgeva direttamente alla corte estense e un banchetto che si svolgeva in Garfagnana alla corte del governatore o dei signori locali.
Il giullare
Cominciamo con il dire che l’intrattenimento “garfagnino” era fatto sopratutto dai giullari e dalla musica, nessuno (a quanto pare) declamava poesie, l’arte poetica al tempo non attecchiva in Garfagnana… Variava anche il menù,naturalmente nemmeno nella nostra valle non si badava a spese, tant’è che le portate erano talmente tante che i commensali non ce la facevano ad assaggiarle tutte. Venivano offerte vivande arricchite da ingredienti costosi (pensare che una noce moscata costava quanto sei mucche) e mentre prima a Ferrara e poi a Modena (capitali estensi) si potevano gustare le prelibatezze più esclusive e uniche, in Garfagnana ci si doveva “accontentare” di quello che si poteva recepire o da quello che si trovava in zona, qualcosa difatti veniva importato da oltre Appennino, ben poco però, perchè si rischiava che con il lungo viaggio le cibarie andassero alla malora. La cacciagione invece era locale, tant’è vero che un banchetto rinascimentale“garfagnino” consisteva in particolar modo in un’abbuffata di carne, vero emblema di potere, la carne era considerata roba da ricchi. Figurarsi che alla corte estense era già arrivata la pasta, già si mangiavano i maccheroni o una sorta di gnocco, nonchè tagliolini o minestre di riso, ma in Garfagnana no, si mangiava “la ciccia”, ma non solo: frittate, lumache e funghi, che dire poi di“una bona torta fatta di fegadetti di pollo”, le frattaglie al tempo erano una vera leccornia, era poi molto in voga l’utilizzo di umidi e guazzetti vari, oltre ad un ampio uso del latte e dei suoi derivati: burro e formaggi. Le carni erano di ogni sorta e tipo: vitello, suino, capretto, pollame e cacciagione varia. Specialità erano gli arrosti di maiale con zucca in agrodolce e funghi porcini nostrali alle pere selvatiche (nella convinzione del tempo che le pere fossero un antidoto per eventuali funghi velenosi). Una curiosità dell’epoca dice che gli arrosti prima di essere messi allo spiedo venivano bolliti nell’acqua per ammorbidirli, perchè usava uccidere animali vecchi, non più abili al lavoro nei campi. Particolarmente apprezzate erano poi le teste di vitello, manzo e capretto delle quali veniva mangiato tutto, occhi compresi. Il “trinciante” qui aveva un particolare compito di tagliare la carne in pezzi non più grandi di un dito, la carne era dura e la maggior parte degli invitati aveva denti in pessime condizioni… Molto apprezzati erano anche i dolci, sopratutto le confetture, erano accompagnate da vino speziato.
Cristoforo da Messiburgo famoso cuoco estense
Sul banchettare Cristoforo di Messiburgo, cuoco di punta presso gli  Estensi scrisse un importante libro di ricette, pubblicato postumo nel 1549: “Banchetti, composizione di vivande e apparecchio generale”. Con una frase rese lampante l’idea di quella che fu l’arte di un banchetto rinascimentale: “…una festa magnifica, tutta ombra, sogno, chimera, finzione, metafora e allegoria”…e allora, buon appetito a tutti!!
        Bibliografia
“Libro novo nel qual si insegna a far d’ogni sorte di vivanda” di Cristoforo Messiburgo, anno 1557 
“Rinascimento alimentare italiano” appunti storici
“Storia della cucina rinascimentale” autori vari, edizioni Belpasso, 1927
0 notes