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#o so' imbecille io che non lo trovo
seriemorder · 5 months
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raga ma dove cazzo sta il cirque du soleil
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cate81 · 3 years
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UN PENSIERO SUGLI STUPRI E GLI ABUSI.
 Stavo seguendo il caso del figlio di Grillo, accusato di stupro insieme ad alcuni amici. Non ho gli strumenti necessari per sapere se lo stupro sia avvenuto o meno, ma sicuramente non trovo particolarmente nobile farsi una ragazza in tre. Per carità, nessuno vuole moralizzare, ognuno vive la propria sessualità come preferisce, tuttavia se nel rapporto consenziente fra due individui esiste complicità fra i due individui, in un caso come questo esiste più probabilmente complicità fra un gruppo di amici e una ragazza che funge soltanto come trastullo. Se poi tale ragazza abbia scelto o meno di essere il trastullo, questo non ci è dato saperlo. Sul caso di Ciro Grillo non mi interessa dunque esprimere giudizi, non ero lì e non posso sapere. Quello che invece mi interessa approfondire con voi è la facilità con cui oggi si arrivi a parlare di stupro. Siamo sempre lì: come per la violenza sulle donne, anche con gli stupri spesso a denunciare è chi nei fatti quel tipo di dolore non lo ha mai davvero vissuto. Qualcuno in passato mi ha accusato di essere poco sensibile all'argomento, poiché manifestavo dissenso verso l'ipocrita propaganda di oggi, ma la verità è che la mia reazione è dovuta semmai ad un'estrema sensibilità all'argomento, la sensibilità di chi davvero ha conosciuto certi orrori nella sua vita. Perché, parliamoci chiaro: la donna che realmente ha subito violenze si sente soltanto offesa da tutta questa propaganda, sfruttata quasi sempre da una certa politica e da donne che nei fatti non hanno mai conosciuto il vero dolore e la vera paura. Tutti parlano senza osservare il reale tessuto sociale in cui viviamo, sento discorsi anacronistici di vecchi parolieri che sbraitano di come "le donne non vengano mai credute se denunciano" e che "occorre coraggio a denunciare". Mi spiace, ma questo senza dubbio era così ieri, non certo oggi. Oggi la realtà è che a una donna basta volersi vendicare di un ragazzo che magari non le dà più attenzioni per denunciarlo e accusarlo di violenze e nessuno metterà in discussione la sua parola, perché farlo significherebbe sembrare dei "maschilisti misogini". La verità è che oggi subiamo una propaganda a favore delle donne a prescindere e questo mi disgusta per due motivi: il primo è che odio le ingiustizie e pertanto come odiavo un tempo la prevaricazione del maschilismo, trovo oggi odiosa la prevaricazione del femminismo. Il secondo è che non sopporto l'attuale politica del vittimismo: io sono una donna e non ho alcuna voglia di essere una vittima, una creatura fragile, non ho voglia di essere parte di una categoria protetta da tutelare, perché ciò offende e sminuisce ciò che sono. Questa politica del vittimismo non fa altro che alimentare il desiderio di essere martiri. Se un tempo era incoraggiato l'eroismo e la forza, oggi viene incoraggiato il "martirismo". Il debole viene coccolato dal buonismo popolare e quindi le persone anziché cercare di rafforzarsi cercano sempre nuovi motivi, anche fittizi, per alimentare la propria debolezza, arrivando persino a inventare traumi e disgrazie mai vissute, solo per ricevere attenzioni e consensi. In tutta questa propaganda occorre poi fare i conti con uno Stato che nei fatti non esiste, dove se denunci rovini soltanto la reputazione di un individuo ma nessuno ti tutelerá poi davvero legalmente e concretamente dal tuo carnefice. Accade così che le vere vittime tacciono per paura e impotenza, leccandosi le ferite in un angolo e portando dentro un dolore che i più nemmeno possono immaginare, mentre i viziati figli del benessere odierno si creano i propri drammi, spendendo i soldi di mamma e papà per andare in terapia e poterlo poi raccontare sui social, dove una manica di coglioni buonisti condividerà i loro hastag da justice warriors del momento. Ho sentito discorsi assurdi, di ragazze che gridavano allo stupro solo perché dopo essersi ubriacate si sono concesse allegramente a ragazzi, per poi pentirsene il giorno dopo. E poi via subito al gran galá della demagogia, con discorsi della serie: "Poverina, era ubriaca e lui se n'è approfittato". Ah, davvero? Quindi lui non era altrettanto ubriaco? Lui non era poco lucido esattamente come lei? Perché a meno che lui non fosse un integerrimo mormone astemio, a vedere i ragazzi di oggi mi pare che tutti, uomini e donne, si diano all'alcol in egual misura. Quindi mi spiegate perché una lei ubriaca dovrebbe essere considerata incapace di intendere e volere e un lui ubriaco non può essere giustificato allo stesso modo? Ipocrisia da farisei! Mi spiace essere arrabbiata, ma lo sono, e molto. Sono arrabbiata per tanti motivi. Sono arrabbiata perché mi offende vedere donne che non hanno mai conosciuto orrori usare certi drammi reali per fare le ego-vittime. E purtroppo avrei numerosi esempi di casi in cui mie conoscenti hanno millantato abusi. E fa incazzare, perché non solo non hanno il minimo rispetto delle vere abusate, ma spesso rovinano per sempre la vita di ragazzi che magari non hanno mai fatto male a una mosca. E sono arrabbiata perché non ho più voglia di vedere gente stupida o che ci tratta da stupidi. Donne, non lo sapete che bere fa perdere lucidità? Siete tutte candide e ingenue Heidi scese dal monte? Io non credo, penso anzi che ormai già a 14 anni ne sappiate più di me. Quindi, se non volete l'indomani pentirvi di un rapporto sessuale che da sobrie probabilmente non avreste avuto, non potreste semplicemente prendervene la responsabilità ed eventualmente non bere? Perché se una persona non è capace di bere, allora non beva! Tutti bevendo hanno fatto cazzate, ci mancherebbe, in modo diverso ne ho fatte anche io, però mi son sempre assunta la responsabilità dei miei errori. Perché se scegli di bere, se scegli TU di renderti vulnerabile, dopo non puoi accusare nessuno delle tue cazzate. Se un uomo ti prende, ti blocca in un angolo e ti violenta, allora è stupro. Se un uomo ti fa ricatti morali per ottenere favori sessuali, allora è una forma di abuso. Ma se tu per scelta ti ubriachi con lui e decidete di divertirvi e fare le teste di cazzo, allora siete solo e semplicemente due teste di cazzo, entrambi, nessuna vittima e nessun carnefice. O forse in quanto donna vuoi essere trattata come imbecille, incapace di intendere e volere? Non so te, ma io sono donna e non mi sento affatto imbecille e se sbaglio, proprio come un uomo, mi prendo ogni responsabilità delle mie azioni. Per concludere, le vitttime di stupro esistono? Certo che sì, come esistono però anche le stronze bugiarde. E il fatto che un tempo ogni donna ingiustamente non era quasi mai creduta non significa che oggi si debba al contrario credere a tutte. E gli stupratori esistono? Sì, ovvio, e sono dei figli di puttana, nature marce che nessuna campagna di sensibilizzazione potrà mai cambiare. Non serve far campagne di sensibilizzazione contro gli stupratori o i "bulli", perché chi è una brutta persona non diventerà certo buono. Ciò che semmai possiamo fare è insegnare alle vittime a diventare forti, a difendersi, a rendersi meno attaccabili, a scegliere di non essere più vittime. Io per tanto tempo, soprattutto da giovane, mi son sentita una vittima. Avevo vissuto cose orrende e mi sentivo soltanto una creatura ferita, giustificata pertanto ad essere debole. A quel tempo non sapevo manifestare certe emozioni e quando finalmente son riuscita a farlo mi sono accorta che tutto quello che potevo ricevere era la compassione. Non era vero sostegno, non era era vera stima o vero affetto, era solo falsa pietà. Ed io trovai quella compassione più umiliante persino delle ferite ricevute, così ho capito che tutto ciò che potevo fare era diventare forte e circondarmi di donne e uomini forti. Sapevo di non essere wonderwoman, sapevo che qualcuno avrebbe potuto farmi del male, ma sapevo anche che per quel che potevo non lo avrei più permesso. Non potevo tornare indietro e sfondare di botte chi mi aveva fatto del male, ma potevo scegliere, dentro di me, di non vivere più quel dolore da vittima, di andare oltre quel ruolo degradante. Alzare la testa anziché piangersi addosso! Ogni persona ha le sue situazioni e ciò che ho vissuto io non ha nulla a che fare con le dinamiche odierne, dove dominano i locali, l'alcol e la noia, ma lo stesso principio di forza e auto determinazione può comunque essere applicato. Se ad esempio sai che bevendo ti rendi più vulnerabile, non puoi semplicemente controllarti? Non sto dicendo di non bere, tutti hanno diritto di divertirsi, ma c'è bisogno di devastarsi al punto da non riuscire nemmeno più ad avere il controllo di te stessa? Se tu arrivi a bere così tanto, al punto da accettare consapevolmente di non essere più padrona di te stessa, allora sei tu che ti sei stuprata, sei tu ad aver fatto violenza su te stessa, sei tu a non rispettarti. E non te lo dice una astemia moralista, te lo dice una che ha conosciuto anche l'auto-distruzione e che per amor proprio e dignità ad un certo punto ha saputo dire No, Vafanculo. Una società che ti tratta da martire e ti dice poverina se nei fatti ti auto-distruggi non è una società che ti ama, é solo una società di deboli e mediocri che ti vuole debole e mediocre. Non è vero amore, è solo gente bassa che sta ad applaudire la tua caduta per sentirsi meno sola nel proprio degrado. Se vuoi l'amore devi in primis dartelo tu, imparando ad innalzare te stessa. Non pretendere il rispetto dell'uomo, impara tu per prima a rispettarti. Se ti ubriachi fino a non ricordare più il tuo nome, se frequenti uomini che come te fanno altrettanto, di preciso cosa ti aspetti di trovare? Il principe azzurro non credo stia lì nella merda in cui hai scelto di sguazzare. E per rivolgermi anche all'uomo, va da sé che nemmeno tu troverai in certi contesti la tua principessa. Che posso dire? Questa non è un'autobiografia, non voglio scendere nei dettagli, però posso assicurarvi di aver vissuto esperienze realmente difficili, che spesso non son nemmeno dipese da me. Eppure ho scelto di non essere una vittima, l'ho scelto in primis dentro di me. Ho scelto di affrontare ciò che ho vissuto, di farne una fonte di rafforzamento anziché un pretesto di vittimismo. Ho iniziato persino a vedere il mio dolore come uno strumento per capire e sentire il dolore degli altri, quello vero, perché le persone ferite esistono, nonostante la moltitudine di commedianti in cerca di attenzioni. Il mio post non è una condanna verso chi parla di certe disgrazie, anzi, parlarne va bene. Il mio post è semmai contro chi mistifica, protetto da una società che vuole il martire. È contro chi ne parla perché vuole muovere negli altri pietismo, anziché trovare in sé stesso orgoglio, forza e fierezza. Alle persone che hanno vissuto certi orrori, donne e uomini, va il mio più sincero affetto, reale e privo di pietà, nonché il mio invito a scegliere di non essere più vittime. A tutti gli altri che vivono di menzogne, vittimismo e ipocrisia va invece il mio disgusto e sí, forse davvero anche la mia compassione. Avete scelto il caos, avete scelto di farlo entrare dentro di voi e ora che state bruciando continuate a buttarvi benzina addosso, perché nei fatti vi fa schifo il vostro mondo. E la verità è che potrebbe esistere un mondo ben migliore ma non avete più la voglia e la forza di crearlo. Siete anestetizzati da un falso benessere, da falsi valori, da un caos cancerogeno che vi hanno spacciato come normalità. Ma vi basterebbe guardarvi dentro per capire che nessuno di voi sta bene e che nel profondo sentite chiaramente che qualcosa non va. In nome di una falsa libertà siete diventati schiavi. E finché non capirete questo non credo di aver molto altro da potervi dire.
trovata sul web
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Allora.
ALLORA. Ho un nervosismo addosso che veramente è un miracolo che oggi non ho mangiato e risputato nessuno. Ultimamente mi stanno succedendo tanti di quei disastri che a breve chiamo l’esorcista. Ho veramente bisogno di un po’ di supporto morale, perché non ne posso più. Di niente.
Oltretutto, ultimamente ricasco sempre sugli stessi pensieri, che non mi abbandonano mai, e sto iniziando veramente a preoccuparmi. Spiego per la me del futuro che leggerá questo post non sapendo di che cazzo blatero, cosa che succede di continuo alla me del presente con i post del passato.
Allora, un mesetto fa in un altro post raccontavo, quasi per ridere, l’aver “conosciuto” (su Tinder, ahahahaha) un ragazzo che sembrava piuttosto interessante, ma che sta a 300+ km da me. Chiameremo questa persona Ma. perché non ho lo sbattimento di dare soprannomi a nessuno.
Insomma Ma. inizialmente sembra molto simpatico e carino ma comunque non ho dato molto peso alla situazione perché ehy, siamo lontanini amico mio e io mi sono rotta le palle che non ho delle cose complicate. Non me le merito (ancora) le cose complicate. Però passa il tempo e si continua a parlare e parlare e parlare tutte le sere per 2+ mesi, e io sono sempre in attesa della mossa falsa, oppure della cosa detta fuori posto, o del racconto assurdo della propria vita, di qualche fissa morbosa, di qualsiasi cosa di odd abbastanza da farmi dire “Run Ginny run”. E qui casca l’asino. O l’asina, che poi sarei io.
Mr. Ma. in D U E mesi e ore e ore di chiacchiere non ha tirato fuori nulla che non va. Nessun commento assurdo, nessuna storia di vita da farmi pensare “ok anche lui è da neuro subito”, nessun tipo di atteggiamento strano. Nessun padre morto che lascia debiti economici assurdi, nessuna famiglia di pazzi totali che fanno ricatti psicologici al figlio perché non è laureato. Nessuna madre che potrebbe interrogarmi durante il pranzo per vedere se sono intelligente abbastanza per un figlio che non la sopporta. Nessuna strana avversione contro vegetariani, vegani etc. NESSUN SEGNO NEMMENO MINIMO DI NARCISISMO PATOLOGICO PER CUI ALLA FINE SI FINISCE SEMPRE E SOLO A PARLARE DI LUI.
E non solo! Oltre a non esserci assolutamente nulla di odd in questo cristiano, la cosa ancora più strana è che mi ascolta quando parlo, sembra realmente interessato alle cose di cui parlo e a capire il senso. È una persona EMPATICA! Il che mi fa quasi strano perché di solito non trovo facilmente persone così, nemmeno fra chi conosco da molto.
E C’È DI PIÙ! Per la prima volta nella mia vita parlo con una persona di sesso maschile che non solo NON FA MANSPLANING perché sono una donna quindi va di default. No. Invece spiega le cose in maniera molto intelligente, interessante, curandosi di far capire e non di vantarsi con paroloni, ed ha una capacità analitica che forse ho visto prima solo in Giampaolo. Cioè è dannatamente intelligente e affascinante senza sforzarsi di esserlo, e rimanendo piacevole anche se mi parla di cose che non capisco. Inutile dire che questa cose mi fa impazzire e non posso credere che una persona con un cervello così affascinante esista. Probabilmente potremmo chiuderci in una stanza per ore e parlare di tutto e non ci annoieremmo minimamente.
Ora il problema quindi qual’è? Bhe sono vari. Primo problema: mi sono lentamente, subdolamente, ma costantemente nel tempo, affezionata a Ma. e adesso ovviamente mi sento proprio un imbecille, perché è evidente che sto facendo un casino che non finisce mai. È una persona che vive lontanissimo da me, che come me è ancora incasinata con lo studio e la vita in generale e non ha una sua indipendenza, e OVVIAMENTE C’È IL COVID quindi pur trovando una scusa e il modo e la maniera per vedersi, ma dove cazzo vado? Cioè, i miei casi umani saranno stati pure casi umani, ma almeno il massimo che dovevo farmi era un ora e mezza di viaggio per arrivare, non saltare di regione in regione. Senza alcun tipo di scusante. Con il Covid.
Il secondo problema è ovviamente concatenato al primo, ma leggermente diverso: questa stessa situazione ha iniziato a non essermi più indifferente. Questo significa che questo mio stupido cervellino tarlato, all’insaputa della sua proprietaria tarda, è già andato oltre la semplice simpatia, visto che il non poterlo vedere di persona ha iniziato a intristirmi e a tratti a farmi stare male. Perché dai, trovo una persona così intelligente e fantastica, con cui non smetterei mai di parlare, che mi affascina e MI TIENE TESTA, e quella persona vive in culo alla luna. Questa è l’ennesima beffa che non mi merito per niente, e mi fa un male cane pensare che per una volta che le cose sembrano andare bene, comunque ci deve essere un problema piuttosto rilevante e non facilmente risolvibile in mezzo. Cioè ma perché per una volta non poteva succedere di trovare una persona così, ma a 20 minuti di macchina? Da poter vedere ogni volta che ne ho voglia e ho tempo. Perché deve essere sempre tutto fottutamente oppositivo alla mia vita. Perché??
Oltre ad un terzo fatto non meno rilevante: io sono stanca di stare male per gli altri, perché non posso avere ciò che voglio, che non è un drago o un castello irlandese, ma una semplice persona. E non ho la forza di deal with another problem. Non voglio più buttarmi a capofitto nelle cose senza testa, solo con il cuore. Perché quello che succederà già lo so. Mi affezionerò tantissimo a questa persona, fino a inventarmi modi e maniere per vederla, e qualcosa andrà storto, perché quello che farò non sarà abbastanza, e mentre io mi affezionerò, Ma. deciderà che faccio schifo e che ha perso solo un sacco di tempo. Che gli ho frodato un sacco di tempo, e io mi ritroverò di nuovo nel mio full-time drama a cercare di capire, ancora e ancora, dove cazzo ho sbagliato e perché. E starò malissimo perché ho investito tanto e ci ho perso ancora.
E non penso di potermi permettere ancora una situazione simile, non penso di potermi permettere ancora altre ferite, perché mi sento veramente esausta, mentally. Nel tempo ho perso quella durezza che avevo, quello scudo contro tutti, e mi sono lasciata avvicinare dagli altri, e non ci ho guadagnato niente. Al limite ci ho perso la serenità. E sto combattendo contro di me, contro la parte di me che mi dice “Lascia entrare questa persona, fidati ancora una volta, lasciali vivere questi sentimenti, non li soffocare, respingere e sbattere fuori.” Ma non voglio che sia quella parte a vincere, voglio che si opponga la logica, e sradichi tutto. Anche se questa persona sembra perfetta, e soprattutto buona e sincera. Non mi sembra qualcuno che possa giocare con i miei sentimenti e con me, o che possa sbattermi il telefono in faccia e gettarmi parole avvelenate addosso mentre io piango. Eppure è già successo. Come potrebbe essere diverso sta volta?
Non so come comportarmi, mi sento nuda e senza difese. Perché mi sono messa da sola con le mie mani in questa situazione, e adesso sento la mancanza di una persona che non ho nemmeno mai visto? Perché devo sentire un legame quando invece i legami dovrei finire di stroncarli? Perché sono così dannatamente un imbecille? To be continued, perchè io veramente non so dove mettere le mani 😔
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wol-roos · 6 years
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Futuro? Fart-uro!
“Ciao.” “Ciao.” “Non dirmelo: il drink offerto da quel biker poco raccomandabile aveva qualche pasticca ed ora ho il culo sfondato?” “Cosa? No, no.” “Minchia meno male, sarebbe la terza volta che succede..” “Non- senti, ti ho ritrovato davanti casa mia, spaparanzato come una balenottera in un reportage di Greenpeace.” “Ah... capisco. Beh.. io non ricordo nulla però.” “Non mi stupisce, dopo quella tua storia sui drink e il biker..” “Ma dove mi trovo?” “Chicago” “Come Chicago? Io sono di Milano, ma poi, come facciamo a comunicare, io parlo in italiano e tu pure.” “Smettila di sfondare la quarta parete, imbecille!” “Scusa, però, davvero, non capisco come faccia ad essere a Chicago. È uno scherzo, vero? Dai, dimmi chi l’ha organizzato.” “Nessuno scherzo amico, sei a Chicago, sono le 16:02 del 12 Maggio 2360.” “Cosa? Dai, è uno scherzo, smettila di prendermi per il culo.” “Smettila piuttosto tu di usare queste frasi da cliché dei film fantascientifici.” “Ora la stai sfondando tu la quarta parete..” “Giusto giusto..” “Senti come cazzo è possibile che sia il 2360? Mi ero addormentato a Milano, che era il primo Giugno del 2018..” “Vieni dal passato allora. Oppure la roba di ieri ti ha sballato per bene.” “Non lo so, magari è tutto un sogno. Tipo che ora potrei tirarti un calcio nelle palle per testarlo.” “Non ho palle.” “Cosa?” “Come dire.. nel 2360 non esistono generi sessuali, siamo piatti lì. Lisci lisci tipo marmo di Carrara.” “No dai..” “Eh sì. Non te lo spiego nemmeno, storia lunghissima.” “Okay okay, però tu perché assomigli ad un maschio dunque?” “Perché anche nel futuro abbiamo bisogno di generi sessuali per creare lotte di genere.” “Ah vabbè, ma non è cambiato un cazzo allora.” “Beh.. il “cazzo” è cambiato.” “...”
“Senti ma cosa c’è di bello nel futuro? Perché mi sembra tutto identico al 2018?” “Mah, probabilmente perché non si può viaggiare nel futuro e quindi non saprai mai come sarà un ipotetico futuro.” “Ah..” “Eh. Possiamo smettere di rispondere a monosillabi o..? Avrei una certa fretta, domani il mondo finisce.” “Come finisce..” “Il tuo superpotere è ripetere parti di una domanda per accentuarne l’intensità?” “Immagino di sì.” “Che il Divino Billy mi aiuti!” “Come scusa?” “Cosa?” “Hai detto “Divino Billy”, che razza di esclamazione è?” “Il divino Billy è l’imperatore di questo e di tutti i mondi. In questo futuro l’uomo ha scoperto l’identità di Dio.” “Ah. E com’è?” “Mah, è un carlino, niente di ecclatante. Particolarmente carino eh, riesce a scoreggiare e ridere delle sue flatulenze per ore ed ore. Un mito!” “Non capisco..” “Si, si, lo so. All’epoca della scoperta ci furono molti scettici. Poi il Divino Billy apparve ed inondo metà continente con la sua travolgente urina. Fu una vera e propria catastrofe.” “Senti, è meglio se torniamo alla fine del mondo...” “Okay, basta che ci sbrighiamo che devo postare su Nanogram il nostro incontro. Sai quanti blop farò?” “Cosa intendi che domani finirà il mondo?” “Niente. Finirà, per volere del divino Billy. Si è semplicemente stancato e vuole distruggere la Terra per rimodellarla dato che il suo esperimento è fallito.” “Quale esperimento?” “In origine la terra doveva essere popolata e dominata da carlini ma qualcosa è andato storto e gli umani hanno rubato loro il posto. La distruzione è ciò che ci spetta per questo disonore!” “Mi stai dicendo che la terra è nata per essere governata da carlini?” “Sì.” “Senti, mi dici dove trovare un bel locale di escort? Voglio godermi il mio ultimo giorno tra un po’ di alcol e qualche bella donna.” “Oh, ma noi non abbiamo bisogno di soddisfare le nostre voglie e nemmeno di bere. Le forme di svago più importanti sono il ping pong con i pianeti scala 1:1 e le maratone su Loopfix.” “Cazzo..” “Senti però sbrighiamoci che sono di fretta, sto aspettando il mio padrone.” “Di che cazzo stai parlando? Sei uno schiavo?” “No.. no, sono semplicemente il migliore amico del mio padrone. Seguo le sue regole, gli voglio bene da morire e lui in cambio mi mantiene e mi coccola.” “Tu sei pazzo amico.” “Hey, funziona così in tutto il mondo.. OH, eccolo, sta arrivando!” Dal fondo della strada avanzò, con passo lento ma imponente, un normale e coccoloso carlino, il quale ogni combinazione di 6 passi emetteva una flatulenza, che inalava profondamente per poi riderne di gusto. Alla prossima!
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marikabi · 4 years
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Ecologia sabbiosa
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Una spiaggia è un microcosmo. Anzi, un sistema ecologico, nel senso che ha le sue regole di vita e relazione, anche se di ecologico, ovverosia di attenzione all’ambiente, non ha granché.
Per quanto molti Comuni marini, compreso Otranto - dove mi trovo - si spendano moltissimo in educazione ambientale, anche nei confronti dei brevi soggiornanti, la grandissima parte dei turisti assume una ‘mentalità aprés-moi’ [il copyright è mio e sta a ricordare il celebre aforima “Apres nous, le déluge”, ‘Dopo di me, il diluvio’ attribuita a Luigi XV], nel senso che (variamente) ‘chissenefrega della differenziata, del decoro, degli altri, dell’ambiente, tanto non è la mia città, tanto chi ci torna più, tanto ci sto solo una settimana, tanto faceva pure schifo il tramezzino, tanto qui costa tutto, tanto gli operatori ecologici che ci stanno a fare, tanto qui campano grazie a noi turisti’.
A proposito di tramezzino, ho visto un lercio packaging di tramezzino (di quelli triangolari preconfezionati, multistrato) nel vaso del profumato timo marittimo, sull’affaccio del costone. Ed è rimasto lì, per diversi giorni, fino a che una folata di vento (che qui funziona spesso da ramazza, tanta l’intensità) non l’ha smosso dal vaso scaraventandolo nella cunetta del marciapiedi, dove giace da diversi giorni ormai. (Anche gli operatori ecologici hanno diritto alle ferie.)
Ma santiddio, non solo sei così ignorante da cibarti di squallidi tramezzini industriali nella terra della puccia e della pìttula, ma anche così imbecille da lordare un arredo urbano in un luogo così bello. Altro che coscienza alla Greta Thunberg: ci vorrebbe un Carabiniere del NOE o della Forestale per ciascuno di noi.
Vabbe’, di coglioni simili ce ne sono dappertutto. Ritengo di avervi lungamente raccontato di Avellino di prima mattina, sporca e imbrattata dagli idioti del pomeriggio, della sera e della notte, che siano gaudenti avventori di street food, genitori di bambini-divoranti-patatine-in-busta, condomini che per strafottenza/pigrizia/dispetto lasciano il loro pattume nei sacchetti invece di conferirlo nei bidoni condominiali, alla mercé di sorci e randagi.
Vi ho promesso di parlarvi di sociologia della e da spiaggia e osservo l’impegno.
Dapprincipio ho preso di mira gli anziani. Non so perché, ma mantengono in spiaggia comportamenti sociali più opinabili di altri strati demografici. Stanno come falchi nei confronti delle postazioni balneari più ambite. Sulla spiaggia libera (dove vado io) li trovi sempre più presto la mattina a picchettare con cammellate di masserizie i primi posti, oppure gli alberelli dei famosi Gradoni.
Che si trovino in gruppo di consimili o con figli e nipoti, la loro attività di colonizzazione ed avanzamento diventa esasperante. Sono metodici, insistenti, sospettosi e cerchensi al punto da diventare antipatici.
Sono convintissimi di possedere più diritti (e di aver diritto ad alcuni privilegi) per via dell’esperienza; hanno deciso di imporre modalità di relazioni e gusti, in nome di un malinteso senso di saggezza concessa dall’età, come quell’anziano criminale che gira in auto per Otranto con lo stereo a manetta con le canzoni del Fascio. È criminale, perché in Italia l’apologia del Fascismo è reato, ma costui è straconvinto di essere dalla parte della ragione (perchè siamo invasi dai migranti) e offende la Costituzione e rompe i timpani. Nessuno lo ferma. Lo si lascia fare e costui si rinforza nella convinzione e nei suoi comportamenti. Idem per la pescheria del centro che espone merchandising mussoliniano, ricordi, nostalgie, foto, calendari.
(Un po’ come sta succedendo in Italia, con questo fascismo strisciante che emerge dal sottosuolo in tantissimi piccoli atteggiamenti prepotenti, destrorsi, spesso dispettosi e falsamente anti-conformisti, alimentati da una falsissima percezione del reale. Non siamo invasi dai migranti, non sono aumentati i furti e le rapine o gli omicidi. Che siamo immersi in un’antropologia arcaica e patriarcale, maschilista ed arrogante è però confermato dal dato delle violenze domestiche. E sappiate che lo stupro non ha niente a che fare con la sessualità, bensì solo con il maschilismo e la voglia di prevaricazione.)
Questi nostri anziani da spiaggia, passano ore al telefono, quasi nessuno di essi legge un quotidiano, né risolve cruciverba. Osservano attenti i vicini di sabbia per scoprirci il corredo dei difetti, come al gioco ‘trova le differenze’ tra sé stessi e gli altri. 
Da un po’ di stagioni, è vietato portare animali in questa spiaggia per una questione di igiene (sporcavano troppo ed i padroni non pulivano. Qui la spiaggia libera è sottoposta a controllo municipale e gestita da una cooperativa di servizi che provvede al presidio di salvataggio, nonché alle postazioni per i disabili, oltre cha affittare ombrelloni e sdraio a prezzi sociali, anzi proletari, e mettere a disposizione una cassa di giocattoli ai bambini e un defibrillatore alla comunità). Così, le moltissime coppie di anziani-con-cane sono emigrate altrove e non li senti più magnificare le gesta dei loro animali, quasi come fossero i nipotini. Per carità, tutto il rispetto e l’affetto verso i vostri animali domestici, ma cert’idolatria canina ha raggiunto punti di pericoloso e spesso ridicolo parossismo.
Concludo per oggi con l’annoverare anche la tipologia di anziano/a che a telefono con i parenti - chenesò - veneti magnifica le qualità, la pulizia e la sistematezza del posto meravigliandosi a pie’ sospinto con un ‘ma chi se lo immaginava’?, oppure con un ‘non ci crederai!’, ovvero con un ‘non sembra Sud!’. Roba da strozzarli, lì su due piedi. Viecch’ e bbuon’.
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Certe volte risulta impossibile decifrare l’atteggiamento di chi ti trovi di fronte, cosa pensa in quel momento, quali sono le sue intenzioni future con te. Mi è capitato infinite volte con innumerevoli ragazze di fare esattamente la cosa peggiore che potessi inventarmi di fare o dire per mantenere un rapporto che poi sbocciasse in qualcosa di più di un’amicizia. Una ragazza in particolare, però, mi è rimasta in mente. Era l’amica di una tipa che frequentavo a scuola, la vedevo tutti i giorni, a ricreazione, si parlava di qualsiasi cosa con la Alessia e sembrava proprio una persona interessante, oltre che essere una bellissima ragazza, la nostra relazione si fermava ad una fantastica amicizia, sia chiaro. Fatto sta che un giorno, dopo mesi così, ha deciso di portarsi dietro una compagna di classe, Elisa, una ragazza di una bellezza diversa, una di quelle bellezze messe in risalto dalla timidezza del soggetto, e sicuramente Elisa era una persona timida, anzi timidissima. Però vedendola tutti i giorni è diventata anche lei una piacevole amicizia, visto che difficilmente rinuncio all’essere me stesso, a prescindere da chi mi trovo di fronte. Insomma, passava il tempo, ed Elisa, da sordo-muta provetta è passata a sillabante neofita, poi a monosillabica frequente, fino a chiacchierante usuale. La sua timidezza svaniva sempre più, ovviamente nei limiti dell’eleganza, perché una cosa si può dire di Elisa, lei era una ragazza elegante, mai fuori dalle linee, sempre pacata, sorridente, una presenza alquanto piacevole. Non so cosa, non so chi, probabilmente non Alessia, non era tipa da spettegolare, ma sono venuto a conoscenza del fatto che Elisa fosse in fissa per qualcuno, o comunque c’era effettivamente qualcuno che era stato in grado di conquistarla anche solo in superficie, la punta dell’iceberg era stata avvistata, diciamo, per usare una metafora di cattivo gusto. La notizia non mi scalfiva affatto, anzi, ne ero felice, sapevo di non poter essere il target di una ragazza così bella. Un giorno, il giorno del compleanno della Alessia, eravamo tutti stati invitati ad una serata in discoteca all’aperto, una villa, l’ultimo luogo dove vorrei andare ma era il compleanno della Ale e mi faceva piacere essere presente. C’era anche Elisa, e come mio solito, l’ho invitata a ballare con la più pura delle intenzioni, sono fatto così, cerco sempre di provare a divertirmi anche se nelle situazioni meno invitanti. Ovviamente mi sono stancato subito di stare in pista tra tutti quegli sconosciuti a muovermi a ritmo di canzoni oscene. Dopo, più avanti nella serata, la stessa pettegola che mi aveva detto della cotta della Elisa, è venuta a dirmi che c’era rimasta male che fossi andato via subito, che non le avessi parlato molto durante la serata, che l’avessi ignorata, e che ora, che se ne stava andando, voleva salutarmi. A questo punto, qualsiasi imbecille capirebbe di piacere a questa ragazza, io, idiota, oltre che imbecille, ero ancora scettico, ma siccome il coraggio per fare cose stupide nonché sbagliate non mi manca, dopo una settimana di roventi paranoie, ho deciso di scriverle. E’ da sottolineare il fatto che quando mi interesso di qualcuna, le paranoie che non mi faccio sono davvero poche, e comincio a scrivere cose dannatamente romantiche, sdolcinate, i pensieri diventano sempre più fitti, lo studio diventa una pausa tra un film mentale e l’altro. Comincio pure a disegnare e ovviamente, nella mia testa, i ritratti che faccio meritano di essere visti dalla persona ritratta, sia detto, a sua insaputa. Passo sbagliatissimo. Perché nel mentre avevo cominciato a scriverle, a fare battutine pungenti, cercavo una certa intimità con lei. Ma il ritratto è stato una cosa stupida. Veramente fuori luogo. Veramente. Infatti è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha tolto ogni dubbio su di me alla povera vittima della mia cotta. Al giorno d’oggi, ogni tanto, commento qualche sua storia su instagram e lei risponde amabilmente, come al solito, con tutte quelle risatine “hahaha” che non riesco a capire perché la gente si ostini ad utilizzare al posto della punteggiatura. Lei, assieme ad altre due o tre conquiste(?) inconsapevoli e bruciate, rientra nella lista di miei rimpianti sentimentali. Le ho detto, dopo un bel po’ di tempo, di essere stato molto interessato a lei e di essere stato onorato del fatto che la sua timidezza si fosse ridotta, col tempo, in mia presenza. La cosa l’ha resa felice. Ma io come ne posso uscire da una situazione simile?! 
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thewolrdofj · 7 years
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Ho imparato
Qualcosa, forse, ho imparato dopo la morte di mia madre. 
Sono stata costantemente accanto ad una persona, che per più di 5 anni mi ripeteva quanto la vita fosse brutta, quanto le persone fossero brutte, cattive, disumane e senza cuore. Mi ripetevo tra me e me che forse era una sua prospettiva di vita, che forse era lei che vedeva tutto nero, che io sarei stata diversa, che avrei affrontato la vita con energia e sempre trovando le cose belle nelle piccole cose. 
Andando avanti il semplice parlare è diventato azione. Azioni di autolesionismo che erano sempre più presenti, come il... no, non le scriverò, ma sono talmente vivide nella mia mente che riesco ad immaginare ancora oggi scene abbastanza crude. 
Indipendentemente dalla sua malattia sono cresciuta con la convinzione che le persone fanno schifo, che si comportano sempre male, che ti usano per i loro scopi e per qualcosa che non daranno mai a te, che saranno felici lontano da te. Una visione molto cupa e macabra ma alla fine è sempre la stessa e l’ho avuta per tanto tanto tempo. 
Andando avanti col suo percorso ho appurato che quello che aveva fatto è stato allontanare le persone, facendole sentire inferiori, ma non era questo il suo obiettivo. A modo suo voleva aiuto, tanto, sostegno, o non so cosa.
Molte volte inveiva e gridava con me, anche in modi pesanti, crudi, che la gente stenta a credere quelle rare volte che mi metto a parlare di me, perchè tanto parlo tanto sto zitta, quando si tratta di me. 
Mia zia diceva che il suo modo di manifestare un aiuto era dire che sarebbe andata via prima, con evidenti tentativi di autolesionismo mal riuscito. Dimostrazioni di aiuto evidenti di paura spavento rabbia. Sempre mia zia diceva che chi parla troppo alla fine non fa mai niente, chi invece parla poco di come sta è chi in fin dei conti poi agisce, anche facendo le cose più brutte. Andando contro i “regali” che vengono gratuitamente donati. 
Andando avanti, per quando forza psicologica ed emotiva tu abbia, queste cose, ti influenzano, ti segnano e ti portano a pensare cose che forse, mai nella vita hai immaginato.
Inizi a vedere tutto nero, ad addossarti colpe che non hai, a non capire e non vedere più quali sono le cose belle, anche se banali. Inizi ad elemosinare attenzioni e quando vedi che le persone non te le danno come vorresti tu è la fine, è veramente la fine. Passi le giornate tra lacrime e quale sprazzo di normalità, inizi a fare le cose meccanicamente senza provare emozioni se non tristezza di ogni cosa. Inappetenza, la descriverei così, perchè dire che non si mangia lo trovo troppo poco professionale. Inizi ad avere paura di ogni cosa, di affrontare le persone, ti chiudi, diventi ermetica, zitta, silenziosa, fai quello che ti riesce meglio fare ma lo fai da sola, sempre sola, se già prima eri abitualmente solitaria ora lo diventi sempre di più. Diventi cupa, stai bene con i libri o con quello che ti piace (anche fosse un giochino virtuale).Diventi nervosa, ti arrabbi subito e inizi a ricordare le cose brutte, i rimproveri che ricevevi da bambina, i motivi che ti facevano stare male, le punizioni che ti venivano date quando non studiavi o rompevi qualcosa, ed è il baratro.
Soprattutto quando ti ricordi che i tuoi genitori facevano e fanno tutt’ora confronti con gente che probabilmente o realmente è migliore di te, negli studi, nella vita, a socializzare, insomma una sorta di superuomo dove TU misero essere imbecille, fatto nascere “contro voglia” non ci arriverai mai. 
Fidatevi sto scrivendo io, ma mi sembra davvero di pensare con le parole di mia madre. 
Hazel Grace Lancaster: “In un caldo pomeriggio d’estate mia madre decise che ero depressa”
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