Tumgik
#non ci avrei creduto.
crosmataditele · 9 months
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«Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso».
Proverbio indiano
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ineffable-mydear · 10 months
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I had been awake for more than 20 hours when this came to me like a vision. It materialized in my brain synapses, crystalizing my scattered feelings on the overall reception of this season that I have absorbed from the dash (and Neil Gaiman's tumblr).
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dakovas-basette · 2 years
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"La poesia lirica può andare a farsi fottere," disse la studentessa di letteratura italiana, ben conscia che la letteratura italiana è quasi tutta fatta di poesia lirica
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nusta · 4 months
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Livelli di fancazzismo e procrastinazione alle stelle: ho fatto una squadra per il fantasanremo @_@
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angelap3 · 1 month
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Per tutte le parole che non ti ho mai detto
e che avrei sempre voluto dirti,
anche se già sapevo che con esse avrei potuto ferirti.
Per tutti quei giorni passati ad ascoltarti,
anche quando nulla avevi da dirmi.
Per tutti quei silenzi che non hai saputo riempire,
per quelle frasi che non mi hai mai detto
e che avrei voluto sentire.
Per tutte quelle piccole cose che non mi hai saputo donare,
per quei semplici gesti che non hai saputo fare.
Per tutti quei sorrisi che non mi hai regalato,
per quegli sguardi con cui i tuoi occhi non mi hanno guardato,
per le carezze di cui le tue mani mi hanno privato.
E se tutto questo non dovesse ancora bastare,
mi basterà di te ricordare,
tutte le promesse che non hai mantenuto,
tutte le attenzioni che da te non ho avuto.
Tutte quelle foto che non vorrò più guardare,
istantanee di istanti che non ho mai vissuto….
Ma nonostante tutti quei dolci momenti che con te non ho avuto,
nonostante tutto quel tempo che grazie a te ho perduto,
eppure ti dico, in questo amore, per quanto strano, io, ci ho creduto.
Xavier Wheel
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focacciato · 4 months
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Se mi avessero detto che in così poco tempo avrei cambiato città, lavoro, non ci avrei mai creduto, eppure eccoci qui in una nuova vita, in una nuova città e per pura coincidenza oggi sono tre anni di noi
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kon-igi · 6 months
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Ciao Kon. Sono una sanitaria pubblica da molti anni. Sempre più spesso sento il peso di un'organizzazione che pezza ma non risolve, delle responsabilità assolte e liquidate con una pacca sulla spalla. Della stanchezza. Non ho più entusiasmo. So che è il momento d'oro del privato, ma non ho mai creduto alla favoletta del Bengodi, prima gli schiavi erano loro, adesso noi, la ruota prima o poi girerà di nuovo e resteranno sempre i conti da pagare. Certe vicende personali rendono tutto più pesante per il lavoro continuo che devo fare su me stessa. La professione mi ha curata tanto, adesso è come se l'avessi associata al mio malessere e volessi almeno cambiare posto... ma finora oltre a sentirmi dire che sono brava e l'occasione ci sarà, non ho ottenuto alcun miglioramento. Anzi. Sento di poter andare avanti, di essermi almeno allontanata un po'dal baratro della depressione, ma sento sempre addosso le sue dita viscide e l'impasse di non saper decidere cosa potrebbe essere meglio per me professionalmente, come mettere in fila le priorità. Non ti chiedo risposte, solo grazie di ascoltarmi, adesso come altre volte. Grazie.
Sai qual è il tuo errore?
Lo stesso che ho fatto io cioè credere che chi è sopra di te nella struttura piramidale organizzativa si occupi della cura degli altri con le tue stesse motivazioni.
E bada bene che il mio non è un giudizio sul singolo (esisteranno sempre persone ben motivate quanto abietti approfittatori) ma una considerazione sul sistema: più sali nella piramide, più paiono piccole le persone, fino ad assomigliare a numeri tutti uguali... e a volte diversi, quindi meno importanti.
E più sali, più diventano grandi le pressioni che ti fanno e i compromessi a cui devi scendere per evitare che il castello di carte crolli.
Perché il castello di carta, questo castello di carta E' destinato a crollare, senz'ombra di dubbio alcuna.
Da una parte c'è l'inclinazione di molte persone alla cura e all'accudimento (alcuni usano il termine 'missione' ma a me fa schifo perché sottintende abnegazione, sacrificio e troppo spesso annullamento) e poi ci sono quelli che soppesano le scelte con la bilancia del profitto, perché in una società come la nostra questo è il metro di misura che va per la maggiore...
L'utilità.
Prendi un cane non perché sia un membro della tua famiglia ma perché faccia la guardia, studi non per essere migliore della persona che eri ieri ma perché ti eleva nella succitata piramide, aiuti qualcuno non perché si vada avanti tutti assieme ma perché poi lui saldi il suo debito con te, costruisci non per la gioia della creazione ma per competere, ami non per 'sentire' l'altro ma perché l'altro ti ascolti e basta.
Io ho 'risolto' il problema fuggendo, letteralmente, anche solo dalla visione di quella piramide (senza nemmeno interessarmi al posto che avevo in essa) e lavorando in un contesto piccolo, in cima a una montagna e fuori dal mondo.
Detto da altri, avevo tutte le carte in regola per 'fare carriera' e per un po' ho avuto il pensiero e l'illusione che, magari, sulla parte alta della piramide avrei potuto fare qualcosa per cambiare le cose ma vedendo con chi avrei dovuto avere a che fare mi sono reso conto che non avrei avuto le forze fisiche e psichiche e che molto probabilmente sarei dovuto soccombere a quella merda che è la realpolitik.
No, grazie.
Preferisco aiutare e prendermi cura degli altri stando in basso, venendo deriso da colleghi che hanno fatto carriera e portando a casa uno stipendio decisamente modesto ma senza aver abiurato nemmeno per un attimo a quello che mi ero ripromesso tanti anni fa, quando ho cominciato a fare questo mestiere...
Nessuno verrà lasciato indietro.
Ed è faticoso perché le bestemmie te la cavano a forza dal cuore, con i loro sotterfugi, i loro compromessi al ribasso e la loro cecità verso tutto tranne che il guadagno e la gratificazione di un ego gonfio come la vescica di un alcolizzato.
E allora non rimane che aiutare dal basso, ignorando le false lodi da giuda iscariota, continuando per la nostra strada e spesso scegliendo quella che per altri è meno conveniente... ma certe persone non cercano il lustro o la gratificazione fine a se stessa.
Io con l'utilità dettata dagli altri è trent'anni che mi ci pulisco il culo.
Piango chi è andato insieme a chi è rimasto, tendo mille mani alle mille e uno persone che hanno bisogno (perché davvero non li puoi salvare tutti) e nella folla con cui proseguo il cammino verso non so dove mi tengo strette le persone a cui voglio bene.
Quando il castello di carte crollerà, tu sarai lontana e di gran lunga migliore di chi ti maledirà, perché nemmeno allora ti avrà voluto dare ragione.
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canesenzafissadimora · 3 months
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Per tutte le parole che non ti ho mai detto
e che avrei sempre voluto dirti,
anche se già sapevo che con esse avrei potuto ferirti.
Per tutti quei giorni passati ad ascoltarti,
anche quando nulla avevi da dirmi.
Per tutti quei silenzi che non hai saputo riempire,
per quelle frasi che non mi hai mai detto
e che avrei voluto sentire.
Per tutte quelle piccole cose che non mi hai saputo donare,
per quei semplici gesti che non hai saputo fare.
Per tutti quei sorrisi che non mi hai regalato,
per quegli sguardi con cui i tuoi occhi non mi hanno guardato,
per le carezze di cui le tue mani mi hanno privato.
E se tutto questo non dovesse ancora bastare,
mi basterà di te ricordare,
tutte le promesse che non hai mantenuto,
tutte le attenzioni che da te non ho avuto.
Tutte quelle foto che non vorrò più guardare,
istantanee di istanti che non ho mai vissuto.
Tutti quei bei ricordi che non potrò ricordare,
perché con te niente è stato reale,
sei stata soltanto una mera illusione,
ed io da illuso e dal sentimento accecato,
illudermi ho voluto, così ho continuato,
ripetendomi che forse era quello il tuo unico modo di amare,
fino a quando infine, triste e deluso,
l'amara realtà ho dovuto accettare.
Ma nonostante tutti quei dolci momenti che con te non ho avuto,
nonostante tutto quel tempo che grazie a te ho perduto,
eppure ti dico, in questo amore, per quanto strano, io, ci ho creduto.
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Xavier Wheel
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nitroglycerin-a · 3 months
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Se mi avessero detto che a 24 anni avrei ascoltato Jesus Christ dei Brand new nel tram 16 direzione porta palazzo a Torino non ci avrei creduto ma invece eccomi qui
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francesca-70 · 11 months
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Volevo dirti che sto bene.
Ci sono stati momenti, te lo devo dire, che ho creduto di non farcela.
Ci sono stati giorni che mi sono passati accanto senza che io li vedessi.
Ci sono state notti che ho avuto paura di attraversare perché il buio che avevo dentro era più nero delle tenebre.
Ma ora sono qua, a tratti corro libera e leggera e a tratti improvvisamente zoppico ancora un po'.
Ma i giorni adesso mi guardano negli occhi e le notti mi accolgono nei sogni.
So che rideresti se mi dovessi sentire dire queste cose.
Scrolleresti la testa e diresti che sono una bambina, che sono infantile.
Ma non fa niente, ora quello che pensi tu non conta più.
Adesso conto solo io e tutti i pezzi sparsi per terra che ho dovuto raccogliere.
Ma Dio se ce l'ho fatta! Li ho raccolti tutti.
Adesso devo solo sistemare i ricordi.
Decidere quali tenere e quali gettare.
È una scelta dolorosa e difficile.
Se decido di tenere quelli belli, mi farebbero bene solo per poco perché se ricordando i momenti di felicità, mi nascesse un sorriso sulle labbra, avrebbe il sapore dell'inganno.
Se tenessi solo quelli brutti, avrei di te un ricordo  malvagio e crudele, ma vero.
E sarebbe davvero un peccato perché  sei la sola persona che io abbia amato così tanto.
Allora decido di tenerli al riparo.
Li nascondo giù, in fondo.
Li sotterro nella parte più vera che io possieda.
Quella che a te ha sempre fatto paura.
Quella che non ti è mai interessato conoscere.
Li soffoco dentro l'anima.
Lei saprà cosa farne, non sbaglia mai, sai?
Lei è la parte di me che tu hai ucciso senza nemmeno averla mai ascoltata.
Quella parte di me che ti voleva così tanto.
E che non ti cancellerà mai.
Ti auguro di trovare tutto ciò che cercavi in me.
Ed una volta trovato, ti auguro di non dovermi mai rimpiangere.
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(Paola Delton)
da Abbracciami come se fosse Dicembre.
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ninaquincampoix · 5 months
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Ricordo ancora la sera in cui un caro amico che ci ha lasciato da poco, mi disse che ascoltarmi parlare era coinvolgente e che avrei dovuto parlare di antispecismo davanti ad un pubblico, perché secondo lui mi avrebbero ascoltato e forse sarei riuscita a toccare i loro cuori come feci con il suo, bè si sbagliava.
Innanzitutto perché ho vergogna di parlare di fronte a molte persone ed inizio ad andare nel panico e a dimenticare tutto ciò che vorrei dire , ma soprattutto perché le persone non cambiano se non hanno già dentro sè il seme del cambiamento che un bel discorso può solo favorire a farlo sbocciare.
Ma su di una cosa aveva ragione, il senso di giustizia, di consapevolezza e di voglia di cambiare questo sistema mi tira fuori la grinta necessaria ad esporre il mio punto di vista.
Non è facile parlare di diritti in nessuna società esistente su questo pianeta, né per animal3 uman3 né per animal3 non uman3, ma animal3 non uman3 hanno uno svantaggio maggiore, quello di specie.
La specie umana domina sulle altre specie perciò ogni ingiustizia nei confronti delle altre specie è tollerata, normalizzata, accettata perché la maggioranza non vede nessun tipo di problema nello schiavizzare, usare ed uccidere animal3 di altre specie, anzi la vede come una necessità, un diritto. La cosa peggiore è che come ci si rende davvero conto di cosa si nasconde sotto la superficie, di ciò che abbiamo creduto normale e necessario, ci si rende conto che l'ingiustizia dettata dal crederci una specie superiore si trova ovunque, letteralmente, partendo da quello che viene chiamato "cibo", agli "sport", alle "attrazioni" fino alla sperimentazione che tocca ogni prodotto che viene creato per uso umano dalla benzina al rossetto passando per i medicinali e così via.
Toccare i cuori delle persone non è cosa facile, mettere in discussione tutto ciò su cui si basa la loro vita è pressoché impossibile, per questo, nonostante le sue belle parole, nemmeno il mio amico ci riuscì.
Perciò questo vuole essere giusto un ricordo alla sua memoria, alle sue parole che mi avevano commosso e ora ancor di più nonostante io sappia fin troppo bene quanto sia difficile il cambiamento e la cosa che più straziante è il pensiero che 40.000 animal3 al secondo continueranno a morire senza che nessun3 possa davvero farci qualcosa.
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artide · 1 year
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Ho iniziato questo anno qui dentro da educatore. Vivevo in un’altra casa con una persona che mi ha accompagnava per nove anni. Mi ritrovo ora quasi maestro, solo col mio gatto, con una macchina, una casa quasi acquistata. Non avrei mai creduto al processo trasformativo del vivere a contatto con i bambini seppur lo avessi intuito l’anno scorso, lavorando alla Casa dei Bambini. Sono stato testimone di un’evoluzione inaspettata ed estremamente accelerata. Se mi ritrovo ancora in piedi senza aver sentito il peso ed il colpo di questi cambiamenti un po’ è perché il lavoro su di me è stato consapevolezza ed ascolto costante che mi hanno permesso di vivere quanto accaduto per quello che era e parte grazie a meravigliosi colleghi che mi hanno accompagnato come famiglia. Questo anno è stato centrale per ridefinire concetto di famiglia, di cura, ascolto e condivisione. Dieci mesi dal 15 settembre al 15 giugno carichi e densi. Non so come questa avventura continuerà nei modi e nei tempo ma son sicuro che ciò che è accaduto in questo tempo sia una tappa fondamentale che ho attraversato e ne ho avuto percezione costante in ogni attimo: negli intervalli in giardino, nei caffè la mattina in cucina, nei difficili cerchi con i bambini. Ci siamo salutati che quasi nessuno ha abbracciato il maestro ed io non lo richiedo e quando senti A. rispondendo alla semplice domanda della cosa più bella quest’anno con ho trovato un lombrico, capisci che loro vivono di un pensiero talvolta inafferrabile proprio perché gli permettiamo di poter perdersi in una siepe, quando stiamo pensando alla didattica, ai materiali e non dobbiamo ne possiamo pretendere altro che si vivano sotto il nostro sguardo la loro infanzia.
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haiku--di--aliantis · 4 months
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Sono tornata una donna felice, da quando ho inciampato in te. Non avrei mai creduto possibile innamorarmi nuovamente, dopo la fine del mio matrimonio con lui. Abbiamo finito per odiarci e farci del male. Ero diventata un vero rottame. Economicamente e psicologicamente eravamo entrambi allo stremo. Ci mancavano solo le ferite fisiche. E mi sono chiusa a riccio. Piangevo anche di giorno, come una scema.
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Volevo distruggermi e avevo già iniziato. Ero a buon punto... quando sei arrivata tu. Tu sola hai saputo pian piano togliere la ruggine dal lucchetto che proteggeva il mio cuore. Non so come ci sei riuscita: ti ostacolavo, ti respingevo. Ma io oggi palpito per te, desidero solo vederti e stare con te. Il tuo calore mi riscalda e mi tiene in vita. E posso dire che ormai io vivo solo per baciare le tue labbra, nel silenzio della notte. Non esiste momento più bello. Sei il mio angelo benedetto.
Aliantis
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Angel (Jimi Hendrix)
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“Si dice che il cuore è come la neve. Audace, silenzioso, capace di sciogliersi con un po’ di calore. Da dove vengo io ci credono in tanti. E’ il proverbio dei vecchi, dei bambini più piccoli, di quelli che brindano alla felicità. Ognuno di noi ha un cuore di neve, perché la purezza dei sentimenti lo rende terso e immacolato. Io non ci avevo mai creduto. Anche se lì ci ero cresciuta, anche se avevamo il ghiaccio intarsiato nelle ossa, non ero mai stata tipo da certe dicerie. La neve si adatta, è gentile, rispetta ogni spigolo. Ricopre senza deformare, ma il cuore no, il cuore pretende, il cuore urla, stride e s’impenna. Poi un giorno l’avevo capito. L’avevo capito come si capisce che il sole è una stella, o che il diamante è solo una roccia. Non conta quanto sembrino diversi. Conta quanto sono simili. Non importa se uno è freddo e l’altro è caldo. Non importa se uno stride e l’altro si adatta. Io avevo smesso di sentire la differenza. Avrei preferito non doverlo capire. Avrei voluto continuare a sbagliarmi. Ma nulla avrebbe riavvolto il tempo. Nulla mi avrebbe restituito ciò che avevo perso. Allora forse è vero, quello che dicono. Forse hanno ragione: il cuore è come la neve. Con un po’ di buio, diventa ghiaccio.”
—  Erin Doom , “Nel modo in cui cade la neve”.
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noonehearsmeanymore · 26 days
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non mi leggerai, e non mi interessa. ma scrivo comunque a te, come se lo stessi facendo, perché ho bisogno di liberarmi di queste parole e di questo fottuto sentimento che mi accompagna. mi dispiace quasi che tu ti sia comportato così, anche se al momento la rabbia è l’unica cosa che sento. sì, perché sono nera nei tuoi confronti, una persona che non sa cos’è il rispetto come te non me l’aspettavo, sopratutto da quanto ti ha sempre dato fastidio che le persone lo mancassero.
comunque vabe, sì, mi dispiace ma più per te che per me. perché spero ti vergognerai, prima o poi, di come mi hai trattato, contando quanto ho fatto e quanto avrei fatto per te, in caso ce ne fosse avuto l’occasione. ma vabe, l’occasione l’hai distrutta ogni giorno che abbozzavo e accettavo le tue scuse, per poi ritrovarmi a pezzi con tutto che fuoriusciva, ma io imperterrita dovevo sbatterci la testa pur di capire che non era il caso, che non siamo mai stati connessi realmente, perché io ero e sono ad un punto e tu ad un altro, quasi completamente opposto al mio. mi dispiace perché probabilmente ti ho creduto diverso, ma sai, la colpa non è quasi neanche tua, anche se ti sei posto in un modo che era completamente diverso da ciò che ti sei rivelato. dio, forse l’italiano stasera lo mando a puttane.
io non so, a volte penso di aver sbagliato qualcosa, ma continuo a ripetermi, per evitare di impazzire, che non ho sbagliato niente se non quando ho cominciato ad insistere per un confronto, perché tu avevi già deciso di chiudere in quel modo, mentre per me era indispensabile gyardarti negli occhi e farti capire non so, qualcosa, come il modo in cui mi hai fatto soffrire con quella dannata frase. chissà, forse è quella la tua vera natura, “ma poi non rompermi il cazzo dopo” come se l’unica cosa che avessi fatto fosse stata darti fastidio, e mi chiedo che ci sei stato a fa tre mesi accanto ad una persona che dai, ti ha solo rotto il cazzo. ma poi? ma poi mi devo pure sentire in difetto, perché sei sparito in un lampo, come se fossi dimenticabile, come se non avessimo condiviso niente, come se non fossi mai stata niente per te. e forse è proprio questo il problema nella mia testa, sapere di aver dato tanto ad una persona che neanche mi considerava.
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giuliavaldi · 1 year
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Un tempo, ho creduto che un certo gusto per la bellezza avrebbe surrogato per me la virtù, e avrebbe saputo immunizzarmi dalle tentazioni troppo volgari. M'ingannavo. Chi ama il bello finisce per trovarne ovunque, come un filone d'oro che scorre anche nella ganga più ignobile, e quando ha tra le mani questi mirabili frammenti, anche se insudiciati e imperfetti, prova il piacere raro dell'intenditore che è il solo a collezionare ceramiche ritenute comuni. Per un uomo di gusto, poi, l'ostacolo più grave consiste nel fatto di occupare una posizione preminente, che implica ineluttabilmente il rischio dell'adulazione e della menzogna. Il pensiero che in mia presenza qualcuno snaturi, sia pure di un'ombra, l'esser suo, può giungere a farmelo compiangere, disprezzare, odiare persino. Ho sofferto di questi inconvenienti della mia fortuna come un povero di quelli della sua miseria. Ancora un passo, e avrei accettato la finzione che consiste nel pretendere di sedurre, quando si sa bene che ci si impone: ma di qui si comincia a esser nauseati, o forse imbecilli. Si finirebbe per preferire agli accorgimenti leggeri della seduzione le verità brutali della dissolutezza se anche qui non regnasse la menzogna. Sono pronto ad ammettere per principio che la prostituzione non sia che un'arte, alla stessa stregua del massaggio e della pettinatura, ma mi riesce già difficile andare di buon grado dal barbiere o dal massaggiatore. Non ci sono al mondo persone più volgari dei nostri complici. L'occhiata obliqua dell'oste che mi riserva il vino migliore, e per conseguenza ne priva qualcun altro, bastava già, nei giorni della mia giovinezza, a ispirarmi un profondo disgusto per gli svaghi di Roma. Non mi piace che un individuo ritenga di conoscer già il mio desiderio, prevederlo, adattarsi meccanicamente a quella che suppone la mia scelta: l'immagine bassa e deforme di me stesso, che mi offre in quei momenti quell'individuo, mi farebbe preferire i tristi effetti dell'ascetismo. Se la leggenda non ha esagerato gli eccessi di Nerone e le ricerche sapienti di Tiberio, quei voraci consumatori di piaceri dovevano avere sensi molto inerti per andar cercando apparati così complicati, e uno straordinario disprezzo degli uomini per tollerare che si ridesse o si abusasse di loro fino a quel punto. E tuttavia, se ho quasi rinunciato a queste forme troppo meccaniche del piacere, o almeno non mi sono spinto molto avanti, lo devo più alla mia buona sorte che a una virtù che non sa resistere a nulla. Potrei ricadervi, ora che invecchiato, come in una sregolatezza qualunque, o nel tedio. La malattia, la morte ormai imminente, mi salveranno forse dalla ripetizione monotona degli stessi gesti; e come il compitare stentato d'una lezione imparata a memoria.
Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano
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