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#margherita rui
keepingitneutral · 1 year
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Grotta e Carrubo, Scicli, Italy,
Margherita & Alessandro Rui
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Grotta e Carrubo, Scicli, Italy,
Margherita & Alessandro Rui
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heavensdoorways · 1 year
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Grotta e Carrubo, Scicli, Italy,
Margherita & Alessandro Rui
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lesser-known-composers · 10 months
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Luzzasco Luzzaschi (1545-1607) : T'amo mia vita
Ensemble: Concerto di Margherita :
Giovanna Baviera, Stimme, - Viola da gamba
Francesca Benetti, -Stimme, Laute, Theorbe, Barockgitarre -
Ricardo Leitão Pedro, Stimme, Laute, Theorbe, Barockgitarre
Rui Stähelin Stimme, Laute, Theorbe, Barockgitarre
Tanja Vogrin Stimme, Barockharfe
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Concerto di Margherita | La Cité de la Voix
Concerto di Margherita 
 Les Quotidiennes | 25 – 30 juillet 2017 
La Cité de la Voix - Vézelay Les Quotidiennes | Jeunes ensembles à la Cité de la Voix Tout au long de l’été, de jeunes ensembles professionnels investissent Vézelay, sa basilique et sa Cité de la Voix. Au programme : séances de travail, mais également concerts quotidiens, concerts hors les murs et vidéo ! 
 Concerto di Margherita
 L’ensemble Concerto di Margherita est dédié à la redécouverte de la pratique historique de  chanter et s’accompagner à soi-même à la fois. Tous les membres du groupe chantent et s’accompagnent au théorbe, à la viole de gambe, à la guitare baroque, au luth et à la harpe. Ainsi, cinq instruments et cinq voix se rejoignent pour créer un paysage riche et dynamique. Francesca Benetti, Giovanna Baviera, Tanja Vogrin, Ricardo Leitão Pedro et Rui Stähelin se sont rencontrés en tant qu’élèves à la Schola Cantorum Basiliensis à Bâle, où ils ont créé Concerto di Margherita en 2014. Lié à la musique de Ferrara de la fin du seizième siècle, écrite autour du ‘Concerto elle Dame’, l’ensemble se dédie également à l’œuvre des maîtres vénitiens comme Monteverdi ou Kapsberger ainsi qu’au répertoire roman du début du cinquecento.
 Depuis ses débuts, le Concerto di Margherita a donné des concerts dans des lieux historiques à Ferrara, Bologne, Florence, Venise et Bâle. En 2017, Concerto di Margherita est un des ensembles sélectionnés du programme EEEmerging, programme de soutien aux jeunes ensembles de musique ancienne développé par le centre culturel de rencontre d’Ambronay. 
 Concerto di Margherita 
 Francesca Benetti, théorbe et voix 
Giovanna Baviera, viole de gambe et voix
 Tanja Vogrin, harpe et voix 
Ricardo Leitão, guitare baroque et voix 
Rui Stähelin, luth et voix 
 Réalisation de la vidéo : Valentine Poutignat 
Prise de son : Camille Frachet 
 La Cité de la Voix http://www.lacitedelavoix.net/ Facebook https://www.facebook.com/La-Cit%C3
Source: the youtube channel La Cité de la Voix
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lamilanomagazine · 11 months
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Desio, al via da sabato 27 maggio la II^ Biennale Museo Scalvini
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Sabato 27 maggio 2023 alle ore 16.00 avrà luogo al Museo Scalvini l’opening della II^ Biennale Omaggio al Maestro Scalvini. In tale occasione ci sarà anche la cerimonia di premiazione. Alla Biennale, a cura di Cristiano Plicato, direttore del Museo Scalvini, e organizzata in collaborazione con MA-EC Gallery e con Hearty Souls (Beijing) Culture Creative Industry Development Co.,Ltd, verranno esposti oltre 60 lavori di artisti provenienti da Germania, Francia, Giappone, Romania, Italia e Cina, selezionati tra le tante proposte arrivate. Differenti anche le tecniche, i linguaggi e le forme espressive dispiegate da questi artisti per esprimere diversi concetti e valori legati alle sfere della vita e della morte, del corpo e del paesaggio, dell’intimità e della collettività, della storia e del presente, e alle tematiche più cruciali dell’attualità, dalla guerra all’incomunicabilità sociale, dalla catastrofe ambientale ai Buchi neri. In esposizione dipinti a olio, sculture, fotografie. SABRINA AURELI LUCA BALLESTRA LUCIO BARLASSINA NOVELLA BELLORA HORST BEYER JIANG BO / MENGYU LIU FORTUNATO BOFFI ALESSANDRO BOTTI ALESSANDRO BRUNELLO VITTORIO BRUNELLO XIAOHUA CAI CHANGHUAN CHEN ZHANG CHUANG GIORGIO COTTINI FRANCESCO CUCCI WANTIAN CUI LUCA CURONE MARIA PATRIZIA EPIFANIA CHEN FANG WANG FEI GRAZIA GABBINI ZHIDING GAO IGOR GRIGOLETTO ALESSANDRO GRIMOLDIEU MARZIA HARSHAL BIANCATO KANG KE ZHU LEI ANGELA MARGHERITA LEOTTA ZHANG LI CHIALIANG LIN LANFANG LIU CARLO MADOGLIO GIUSEPPE MATRASCIA ORIELLA MONTIN SIMONA MORONI EMILIA PERSENICO EDDY PETTENÒ OLGA POLICHTCHOUK WENCHUAN PU ZHANG RONG CAMELIA ROSTOM LAVINIA ROTOCOL KAI RUI GIUSEPPE SALMOIRAGHI TIZIANA SANTOLI EMANUELE SCILLERI CRISTINA SIRIZZOTTI HUAWEI TANG AGOSTINO TULUMELLO XUNMU WU ZHAOPING XU RAFOO YANG SHUWEN YANG KOMADA YOSHIYUKI WANG YUN MAOSHEN ZENG CHEN ZHONG HAIXIONG ZHONG La mostra sarà visitabile nei giorni 25, 26 e 28 maggio dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.00 Sabato 27 maggio sarà possibile accedere all’opening delle 16.00 muniti di VIP PASS da richiedere al numero 3495134975 Museo Giuseppe Scalvini Villa Tittoni Cusani Traversi, Via Lampugnani 66, Desio... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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arquipetrus · 1 year
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Cueva y Algarrobo | margherita rui
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giancarlonicoli · 5 years
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23 feb 2019 12:00 1. UN MARITO COCAINOMANE CHE LA CORNIFICA PUBBLICAMENTE PER TUTTA LA VITA, UN FIGLIO CHE SI SUICIDA GETTANDOSI DA UN PONTE “CONTRO” IL PADRE CHE NON LO AMAVA E UNA MADRE ASSENTE, UNA FIGLIA CHE LA SBATTE IN TRIBUNALE: LA VITA DISGRAZIATA DI MARELLA AGNELLI 2. L'AMICA MARINA BRANCA: "GIANNI E MARELLA ERANO DUE GENITORI ASSENTI. IL NOSTRO CENTRO ERA USCIRE E DIVERTIRSI. I FIGLI RESTAVANO A CASA CON SIGNORINE E GOVERNANTI" 3. NICOLA CARACCIOLO, FRATELLO DI MARELLA CHE NON APPREZZAVA GIANNI: "A MIA MADRE NON PIACEVA, NON PENSAVA CHE FOSSE UN BUON MARITO. DISSE CHE ERA UN TIPO TERRIBILE" 
Giorgio Meletti per il Fatto Quotidiano – estratto articolo del 22-1-2018
Verso la fine del documentario prodotto dalla Hbo le parole di Lapo Elkann, figlio di Margherita Agnelli e nipote di Gianni l' Avvocato, nella loro asciuttezza suonano agghiaccianti: "Penso che sia stato un nonno meraviglioso, ma non avrei voluto essere suo figlio". Anche la testimonianza sullo zio e sul cugino Edoardo di Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli, è asciutta e agghiacciante: "Eravamo a pranzo, a un certo punto Edoardo ha detto qualcosa, e Gianni gli rispose male, sprezzante. E io pensai che non riuscivo a credere che dopo tanti anni quel rapporto fosse così logorato dalla mancanza di rispetto del padre verso il figlio".
Tre giorni dopo, il 15 novembre 2000, Edoardo Agnelli si suicidò lanciandosi nel vuoto da un viadotto alto 80 metri sull' autostrada Torino-Savona. Giulio Marconi, per una vita cuoco dell' avvocato, sembra il più umano: "Allora io gli ho fatto, Avvoca', dico, un po' di colpa ce l' ha pure lei. Edoardo per me era un ragazzo bravissimo, il padre ha avuto poca fiducia in lui, e lui vedendosi così ha fatto quello che ha fatto".
Tiberto Rodrigo Brandolini d'Adda, detto Ruy, figlio di Cristiana Agnelli e cugino di Edoardo, sembra emozionato: "Gianni era totalmente devastato. Mi disse: 'Dio, devi avere un sacco di coraggio per buttarti giù da quel ponte'. Sì, Edoardo lo fece per mostrare al padre che aveva coraggio".
Nicola Caracciolo di Castagneto, fratello di Carlo e Marella, cognato dell' Avvocato, si commuove: "Dopo il funerale di Edoardo, nella casa di Villar Perosa, Gianni mi disse: 'Non dovremmo mai dimenticare che questa è stata una casa felice, ma questa adesso non è una casa felice'". La sorella Cristiana: "Vidi Gianni un mese dopo la morte di Edoardo. Era molto, molto triste. Non lo riconobbi". Dopo il suicidio del figlio che non aveva saputo amare, l' Avvocato sprofonda in una invincibile depressione e nella malattia che lo ucciderà due anni dopo, il 24 gennaio 2003.
La vita di Gianni da giovane? "Ragazze, ragazze, ragazze", sorride compiaciuta Maria Sole. "Un seduttore irresistibile", chiosa Diane von Fürstenberg, ex moglie di Egon figlio di Clara Agnelli. Un matto, insinua Carlo De Benedetti: "Guidava come se stesse gareggiando in Formula 1 e invece era nel centro di Torino". Una vita erotica turbolenta ma alla luce del sole, almeno davanti agli occhi di amici e amiche che nel documentario di Hooker non lesinano particolari indiscreti e piccanti fino al cattivo gusto.
La stilista Jackie Rogers racconta della sera che in un albergo lo trovò a letto con Anita Ekberg, non si capisce bene se prima o dopo il matrimonio con Marella Caracciolo, ma forse si capisce. Sicuramente quel matrimonio fu preceduto da una relazione di cinque anni con la scoppiettante Pamela, un anno più grande di Gianni ed ex moglie del figlio di Winston Churchill.
Pamela lo voleva sposare ma non piaceva alle sorelle dell' Avvocato, e forse nemmeno a lui. La relazione costa cara all' Avvocato, in tutti sensi. Copre d' oro la ragazza, regalandole un attico nella zona più prestigiosa di Parigi e mettendole a disposizione servitù e autista. Ma una sera del 1952, in Costa Azzurra, Pamela lo sorprende con la giovane Anne-Marie d' Estainville e dà in escandescenze, notificando alla ragazza, e senza abbassare la voce, di ritenerla "una puttana".
Gianni e Anne-Marie, raccontano divertiti gli amici, decidono di sottrarsi all' ira funesta dell' ex nuova di Churchill e futura ambasciatrice americana a Parigi. Saltano sull' auto sportiva del giovane miliardario e vanno a tutta velocità incontro al grave incidente stradale (sette fratture alla gamba) di cui Agnelli porterà i segni per il resto della vita. "Era pieno di droga", racconta l' amico fedele toccandosi platealmente il naso, come a dire che Agnelli tirava di cocaina quando ancora a Torino si facevano di bagna cauda.
A questo punto le sorelle decidono che la donna giusta per Gianni è Marella, sei anni più giovane di lui e da anni, dicono, innamoratissima dello scapestrato dongiovanni, come lo definisce la sorella Maria Sole, la quale giura che, a dispetto della celebre massima dell' Avvocato secondo cui innamorarsi è roba da cameriere, anche lui "era molto innamorato" della donna che sposò nel 1953. Se a casa Agnelli non impazzivano per Pamela, a casa Caracciolo non apprezzano Gianni: "A mia madre non piaceva, non pensava che fosse un buon marito. Disse che era un tipo terribile", ricorda Nicola Caracciolo…..
Si ipotizza che Agnelli avesse annoverato tra le sue prede sessuali anche la first lady americana Jackie Kennedy durante una vacanza da cartolina a Capri nell'estate 1962, con l' Avvocato (già sposato e padre di due figli) a fare i fastosi onori di casa e John Kennedy a Washington a occuparsi dei destini del mondo (ed eventualmente anche di quelli della sua amante Marilyn Monroe, morta suicida proprio in quelle settimane)…..
Qui l'allegra fiducia di Maria Sole sulle inclinazioni non fraterne del fratello verso casa Kennedy ("Non ne sarei sorpresa") consegna allo spettatore un senso di sospensione tra l' ammirazione e il disprezzo. E comincia a proiettare il racconto verso il finale tragico. Questa gioventù dorata che pensa solo a divertirsi viene dipinta in modo impietoso dagli stessi reduci. Parla l' amica Marina Branca: "Gianni e Marella erano due genitori assenti. Anche io non ero così presente. Il nostro centro era uscire e divertirsi. I figli restavano a casa con signorine e governanti".
"Non erano una famiglia normale", dice una voce fuori campo. Racconta De Benedetti, socio e amministratore delegato della Fiat nei famosi cento giorni del 1976: "Ero dall' Avvocato, a un certo punto si apre una porta ed entra Margherita, completamente rasata. Agnelli la guarda e dice: 'Ma che hai fatto?'. E lei: 'Almeno ti sei accorto di me'".
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mobilpro · 7 years
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Novamobili al Salone del Mobile con “A Colorful Story”
Una partecipazione caratterizzata da un forte spirito innovativo quella che vede protagonista #Novamobili al prossimo #SalonedelMobile di Milano.
Quest’anno l’evento coincide con l’importante traguardo, per l’azienda, dei suoi 50 anni di attività. Una importante occasione per inaugurare e far conoscere un nuovo corso creativo e di immagine, partito già lo scorso anno con un evento Fuori Salone che l’ha vista presentare alcuni prototipi di mobili e sistemi di arredamento realizzati in collaborazione con alcuni importanti studi di design e che hanno rappresentato una prima anticipazione di prodotti futuri.
Il claim che l’azienda si appresta a lanciare per descrivere questo suo nuovo corso si chiama “A Colorful Story”.
Secondo le parole della stessa Novamobili: “Ci piaceva l’idea di inserire in questo spazio neutro una palette colori piuttosto accesa e decisa abbinata a finiture rame e oro. L’abbiamo fatto attraverso l’utilizzo di pedane orizzontali e pannelli verticali dal top sia lucido che opaco mescolati a paraventi rivestiti da pannelli in laminato. Non volevamo un allestimento troppo serio, volevamo un set up pulito, ben realizzato, in grado di arrivare a tutti. Per l’oggettistica la soluzione è stata chiara fin dall’inizio, dovevamo puntare sull’astrazione e sul colore e abbiamo scelto pezzi di Dawn Bendick, Esh Gallery, galleria salvatore lanteri e Matteo Thun Atelier”.
All’interno dello Stand saranno sottoposte all’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori le ultime creazioni dell’azienda. Creazioni di mobili, complementi ed imbottiti che vedono la firma dello Studio Zaven, di Matteo Zorzemoni, di Philippe Nigro, Makoto Kawamoto, Margherita Rui per lo studio Dogtrot.
Verranno proposti inediti abbinamenti cromatici e materici per quanto riguarda i materiali, mentre per quanto riguarda i rivestimenti tessili saranno esposte nuove tonalità, frutto di una attenta ricerca sulle attuali tendenze dello stile per colori e texture.
Dal sito ufficiale Novamobili:
Novamobili celebra quest’anno i primi 50 anni e si presenta alla prossima Milano Design Week con un’immagine rinnovata e una nuova collezione per la zona giorno, nata dalla collaborazione con alcuni tra i designer più interessanti del panorama internazionale e da un’attenta ricerca su tessuti, trame e cromie. Novamobili continua il suo percorso di ricerca sul contemporaneo ed esplora il tema del colore rivelando una personalità vivace, allo stesso tempo elegante e creativa. Oggi prende forma un nuovo capitolo della sua storia, composto da pagine colorate: “A colourful story”.
Novamobili sarà presente al Salone Internazionale del Mobile, 4-9 aprile 2017, Hall 12 Stand B25 C22.
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Novamobili al Salone del Mobile con “A Colorful Story” Novamobili al Salone del Mobile con “A Colorful Story” Una partecipazione caratterizzata da un forte spirito innovativo quella che vede protagonista #Novamobili al prossimo #SalonedelMobile di Milano.
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UN QUADRO, TRE MILIARDI DI FOTOGRAFIE E LE CENERI DEL PRADO
di Silvia Nadalini ex allieva ITFB
“Josè Manuel Ballester è un artista spagnolo conosciuto  per una serie di rielaborazioni in cui, utilizzando insieme tecniche proprie della fotografia e della pittura, vengono sottratte le figure a famosi quadri capolavori dell'arte rinascimentale e barocca. E' quasi inimmaginabile l'Ultima Cena Leonardesca senza Gesù e gli apostoli riuniti, solo una tavola imbandita e una stanza vuota; oppure la Venere di Botticelli senza Venere, una conchiglia vuota, priva della sua metaforica "perla":  possiamo provare ad immaginare uno spazio, un contenitore, un contesto, che appartiene al nostro immaginario collettivo, alla nostra storia, alla nostra cultura, così, svuotato? Che cosa resta se tolgo da un contesto i personaggi? Siamo sicuri che resti solo uno scenario vuoto? ”
Una immagine  è realtà, è fotografia, è costruzione, è matrice di significato, di storia e di storie;  è "profezia  al contrario, come Cassandra ma con gli occhi rivolti al passato. Noi vediamo il passato ma dal passato possiamo in qualche modo leggere il futuro" ( Barthes citato da de Bernart 1998). Una immagine, una fotografia, ci permette quindi di accedere al passato, al presente ed al futuro; è uno scenario che si può riempire di altri contenuti e significati, oltre a quello raffigurato. Una fotografia od una immagine diviene così a volte,  voce dell'indicibile. Se ci spostiamo all'ambito clinico, la scelta di una immagine per un collage o di una fotografia per il genogramma, è importantissima e presuppone un lavoro (interiore) di recupero e di ricerca che è altamente significativo di per sè (de Bernart 1998).
L'opera di Ballester si intitola "Spazi Occulti": togliendo i personaggi ai quadri Ballester ci consegna uno scenario nudo, quello che sta "dietro", ciò che esiste ma è coperto da una figura. Nelle sue opere quindi  i protagonisti diventano la Luce, il Tempo e gli Spazi, non le persone. Luce, tempo e Spazio  che potremmo coniugare in un lavoro terapeutico sullo scenario ricreato dalla riflessione del terapeuta quando usa il proprio sè, cercando di andare oltre alle persone, "persone" come "maschere",  oltre ai ruoli statici e irrigiditi , oltre al "caos "o alla "rigidità" , le "pose". Per esempio, quando il terapeuta  interviene per cambiare il "quadro"  disponendo i pazienti diversamente nello spazio, o chiede loro di disporsi diversamente. Torniamo a Josè Ballester ed allo spunto che l'opera di questo artista ci offre: la  presenza dei personaggi dei quadri rielaborati diventa  reale ed irreale al tempo stesso, perchè i quadri ce li ricordiamo bene, sappiamo chi vi era ritratto: essendo un patrimonio culturale condiviso, possiamo dire di "averli dentro". Per questo motivo l'assenza di una figura nota diventa una presenza fantasmatica, e questi quadri-fotografie dove le figure sono svanite, non possono più nascondere ciò che contengono, non possono più occultare ciò che era ed è "al di là", ciò che sta dietro, lo scenario diventa protagonista mentre i personaggi sono altrove, hanno abbandonato la scena o stanno per entrarci.
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Vediamo in dettaglio l'opera di Ballester considerando il quadro Las Meninas, il quadro più famoso di Diego de Velasquez, ed una delle pitture più importanti dell'arte universale, uno dei dipinti più commentati, discussi, analizzati e imitati di tutta la storia dell'arte. E' anche, secondo me, un esempio perfetto di quel processo che noi spesso cerchiamo in terapia, il "complessizzare". Rendere un sistema complesso, dargli vita, movimento (Siegel 2003) . Descrivo brevemente questo capolavoro del Siglo de Oro spagnolo. Si tratta di una scena d'interno, una scena rubata dalla quotidianità della vita di palazzo nel 1656. Nella composizione possiamo riconoscere vari personaggi. Anzitutto la protagonista, che  sembrerebbe essere  l'Infanta Margherita, figlia di Filippo IV re di Spagna e di Marianna D'Austria, la bella bambina bionda e  sorridente al centro del quadro. Margherita è  accompagnata dalle due damigelle , "las "meninas", appunto: si chiamavano  Augustina Sarmiento, quella che offre l'acqua alla principessina, figlia del Conte di Salvatierra,  e Isabella de Velasco, figlia del conte di Ayala, che nello stesso anno in cui  Augustina morirà, il 1659, solo otto anni dopo la data attribuita al dipinto, si sposerà con il conte de Aguilar. Dato che il quadro si intitola "las meninas", forse le protagoniste sono loro? Altri personaggi ci incuriosiscono: la nana idrocefala, si chiamava Maria Barbola. La presenza di nani  e buffoni, cui era consentito farsi beffe e giocare perfino col re, era frequente nelle corti . Poi  la nobildonna Marcela de Ulloa, la governante, che parla con Diego Ruis de Ancona, assistente del pittore. Donna Marcella vestiva come una monaca ma non lo era davvero. Si vestiva così per dichiarare la sua dedizione totale come "guardamujeres de las damas de la reina": effettivamente il suo sguardo non lascia dubbi, l'onore delle damigelle è salvo!  Poi, un cane, un mastino catalano:  un simbolo di fedeltà; ed anche un altro compagno di giochi, il piccolo Nicola Pertusato, un italiano inviato alla corte di Spagna per esservi educato, che è ritratto mentre stuzzica il cane (è una metafora dei rapporti con l'Italia?) e che sarà il più longevo tra i personaggi ritratti. Quante cose potrebbe raccontarci Nicola! E poi ancora, riconosciamo  il pittore stesso,  l'autoritratto di Diego Velasquez mentre dipinge: come il terapeuta che usa il proprio sè, nel quadro ci si mette anche lui. Sul fondo, un uomo  entra oppure esce , è il gentiluomo Josè Nieto Velasquez , curiosamente, un "altro" Velasquez,  sulla soglia di una stanza che si apre verso un altrove,  ma non si capisce dove, l'esterno, un corridoio, un'altra stanza, un cortile? E' forse un "altro" Velasquez terapeuta che entra ed esce dalla scena alla ....Carl Whitacker? Sulle pareti della stanza raffigurata  ci sono dei quadri, quadri nel quadro, su cui sono dipinte delle scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio. Sono quadri che Velasquez figlio riproduce in questo per omaggiarne l'autore, il padre. Alla parete è appeso anche uno specchio,  in cui si riflettono Filippo e Marianna, i genitori di Margherita. Se il papà e la mamma di Margherita sono riflessi da questo specchio, ed il cavalletto di Velasquez è girato, allora Felipe e Margherita sono accanto allo spettatore, sono accanto a noi che osserviamo la composizione, accanto a me che guardo il quadro! "Ma dov'è il quadro? "esclamò Jean Cocteau quando lo vide per la prima volta al Museo del Prado di Madrid: è l'emozione che tutti noi proviamo difronte a questa scena, perchè è incredibile  ma Velasquez ci sta ingannando e sta dipingendo noi, ed è Margherita che ci guarda. Allora i protagonisti del quadro siamo noi, proprio noi che ne siamo apparentemente assenti? Margherita potrebbe avere sei o sette anni, è una bimba molto amata, si capisce bene. Tutto è gioco e movimento attorno a lei. Un erudito conoscitore dell'arte potrebbe aggiungere che se si traccia una linea che abbia origine dal suo prezioso pendente sul cuore e verso destra tocchi tutte le sommità del capo ai personaggi fino al pennello di Velasquez, si otterrebbe  la Spirale Aurea, uno dei grandi misteri della vita, che tanto ricorda il nostro eriksoniano "Ciclo Vitale", una origine che si espande secondo una legge naturale. Salvador Dalì disse che se un incendio avesse distrutto tutte le opere conservate nel Prado, lui avrebbe respirato solo il fumo delle ceneri de "Las Meninas". E' un giorno qualsiasi del 1656, ma potrebbe anche essere oggi: ecco l'elaborazione di Ballester.
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http://www.josemanuelballester.com/
In questo scenario, in questo Spazio, non sappiamo se la piccola Margherita di Spagna debba ancora entrare nella stanza in cui il maestro Velasquez vorrebbe ritrarla. Ci sono due quadri alle pareti, sono rimasti lì, e ci ricordano come tutto sia metamorfosi, trasformazione. O forse, Margherita con il suo stuolo di genitori ed amici, è appena uscita. Uscita per andare incontro alla sua vita, una storia un pò triste, perchè Margherita sposerà lo zio Leopoldo d'Austria ed avrà quattro figli, tutti nati morti, ed una figlia, che le sopravviverà, la gracile e severa Antonia d'Austria . Ciò che più mi affascina dell'opera di Ballester , che ho sovrapposto al capolavoro di Velasquez, è la potenza evocativa del luogo, abitato e poi svuotato, ed in quanto "vuoto", libero di offrirsi al nostro sguardo come un contenitore sicuro, dove poter soggiornare. E magari questo quadro , deserto (Ballester) oppure abitato (Velasquez) è come un sogno: lo suggerisce pensare che Pedro Calderon de la Barca, autore dell'opera "La Vita è Sogno", è vissuto proprio nella stessa epoca di Velasquez e forse è passato anche lui in quella stanza. Mi permetto di sognare anch'io allora, e immagino che questo luogo, dove la bambina Margherita è entrata ed uscita tante volte mentre cresceva, forse assomiglia ad una stanza dove entrano ed escono bambini, giovani, famiglie intere. E' un luogo che, così come le elaborazioni di Ballester, in fondo non resta mai vuoto, si articola dinamicamente su un continuum di presenze ed assenze, ma è sempre pieno di Luce, cioè, di bisogno di chiarezza; di Tempo, per ripercorrere storie e narrative familiari, di Spazio, di spazio per sè, di respiro, di alleggerimento. Di emozioni, sempre condivise, sempre vissute o rivissute, insieme. Di uomini e donne che ci donano le loro storie. E parte tutto da qui, anche se "qui" non è che un frammento nel flusso della Vita.
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Suggerimenti: La Meninas Museo del Prado Guggenheim Bilbao
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Giaches de Wert (1535-1596) - O primavera gioventu
aus Undicesimo libro di madrigali a cinque voci (VEnezia, Angelo Gardano, 1595) Concerto di Margherita Francesca Benetti (Theorbe und Leitung), Tanja Vogrin (Harfe), Giovanna Baviera (viola da gamba), Rui Staehelin (Laute) und Ricardo Leitão Pedro (Barockgitarre) Klosterkirche Königsfelden, Windisch 25.10.2015
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Giovanni Giacomo Gastoldi (1554-1609) Quarto Libro de' Madrigali - Venezia, 1602 
CONCERTO DI MARGHERITA 
 Tanja Vogrin, harp & voice 
Giovanna Baviera, viola da gamba & voice 
Francesca Benetti, baroque guitar & voice 
Ricardo Leitão Pedro, renaissance lute & voice 
Rui Staehelin, theorbo & voice 
 Audio/Video Production: Leonardo Bortolotto 
Recorded in Basel (CH) - July 2018 
 www.concertodimargherita.com
 From the youtube chnnel of Concerto di Margherita
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Girolamo Frescobaldi (1583-1643) - Canzone terza à 2   Concerto di Margherita Francesca Benetti (Theorbe und Leitung), Tanja Vogrin (Harfe), Giovanna Baviera (viola da gamba), Rui Staehelin (Laute) und Ricardo Leitão Pedro (Barockgitarre)
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