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#manifestazione per la Palestina
mariobadino · 3 months
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Cariche di polizia a Pisa
Non è la prima volta e non sarà certo l’ultima che manifestanti pacifici sono caricati dalle forze dell’ordine. A più di vent’anni di distanza le ferite inferte alla democrazia durante il G8 di Genova non si sono ancora rimarginate, ma ho memoria di cariche successive, anche contro studenti di scuola superiore, ad esempio ai tempi dell’«Onda» che contestava la riforma Gelmini. Non è la prima…
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marcogiovenale · 5 months
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oggi, 13 gennaio, a roma: manifestazione per la palestina
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surfer-osa · 3 days
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La commemorazione della strage di Piazza della Loggia (di tanti anni fa) è stata la mia prima manifestazione. Ogni anno, anche quando mi sono trovata a vivere in altre città, ho sempre fatto in modo di tornare a Brescia per partecipare. Quest'anno gran parte del corteo sarà dedicato alla Palestina perché scegliere di non vedere quello che accade attorno, credere di essere le uniche depositarie delle stragi, si chiama privilegio e fa veramente schifo.
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criptochecca · 4 months
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Ma porcodio la comunità ebraica italiana deve starsene zitta “fare la manifestazione per la Palestina il giorno della memoria è una mancanza di rispetto” mentre loro fanno salotto con quelli che Mussolini lo venerano.
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b0ringasfuck · 4 months
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Eh signora mia le foibe... però è lite sull'apertura ai neofascisti
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30000 morti tra i civili in Palestina... però signora mia le Fosse Ardeatine sono responsabilità dell'attacco di via Rasella.
E c'è pure da discutere se si debba aprire o meno ai neofascisti.
Ricordiamo altresì che nonostante la condanna di Fiore per l'assalto alla CGIL compiuto durante una manifestazione No Green Pass... questo è in giro a far campagna elettorale.
Anche li... c'era da discutere se aprire ai neofascisti...
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soldan56 · 7 months
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Mercoledì scorso e oggi pomeriggio, si sono svolte due partecipate iniziative per per la Palestina!
Sono ormai due settimane che la città palestinese di Gaza è assediata dall’esercito israeliano.
Mentre si attende l’avvio di un’offensiva di terra, giorno e notte continuano i bombardamenti.
Sono stati colpiti ospedali, università, luoghi di culto ed edifici residenziali.
Si tratta di un lembo di terra dove vivono più di due milioni di persone, la metà delle quali al momento ha dovuto spostarsi più a sud per cercare riparo.
Non c’è possibilità di un’operazione militare senza colpire indiscriminatamente i civili.
Al momento si contano più di 5.000 morti e il triplo di feriti, un bilancio purtroppo destinato a crescere nei prossimi giorni.
Nel frattempo, sono state bloccate le forniture di elettricità, carburante e cibo perché, è bene ricordarlo, a Gaza tutto quello che entra ed esce – comprese le persone – viene deciso da Israele.
Le conseguenze di questo assedio sono catastrofiche, un’emergenza umanitaria riconosciuta anche dall’ONU.
Questo Israele lo sa, come lo sanno anche i governi occidentali che stanno avallando quella che è a tutti gli effetti una rappresaglia contro il popolo palestinese.
In molti, già rifugiati espulsi dalle loro terre, temono di perdere anche questa casa e non vogliono essere dislocati in Egitto.
Crediamo sia importante prendere parola per fermare questo massacro di civili.
Diciamo no all’attacco israeliano nella Striscia di Gaza perché crediamo che solo una soluzione politica possa essere utile a gettare le basi per una pacifica convivenza fra palestinesi e israeliani.
Troppo a lungo la voce dei primi è stata ignorata, troppo a lungo abbiamo taciuto davanti al colonialismo dei secondi.
Per questo, come cittadin* come umani che si sono mobilitati in queste ultime settimane anche nella città di Rimini, lanciamo una manifestazione pubblica per Sabato 28 ottobre 2023 con ritrovo alle ore 15 alla Stazione FS per chiedere la fine immediata dei bombardamenti su Gaza e l’apertura incondizionata dei valichi di accesso alla Striscia per il transito di tutti i beni necessari alla popolazione.
Ci vediamo Sabato!
“Guardando alla genesi dello Stato di Israele, le 𝙖𝙣𝙖𝙡𝙞𝙨𝙞 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙨𝙚𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙞 da tempo ci permettono di comprendere come chi subisce un’oppressione non sia per questo estraneo all’agire a sua volta oppressione verso altri.
Facciamo tesoro del bagaglio di concetti critici che il 𝙛𝙚𝙢𝙢𝙞𝙣𝙞𝙨𝙢𝙤 𝙙𝙚𝙘𝙤𝙡𝙤𝙣𝙞𝙖𝙡𝙚, 𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙞𝙩𝙖𝙧𝙞𝙤 e 𝙖𝙣𝙩𝙞𝙧𝙖𝙯𝙯𝙞𝙨𝙩𝙖 ci mette a disposizione per prendere posizione contro il genocidio in atto in queste ore, e ci uniamo alla forza del movimento femminista internazionale per schierarci al fianco della comunità e della diaspora palestinese sotto attacco.
Siamo corpi-territori: un’altra «arte» di abitare la terra è possibile e non c’è comunità umana e non umana per cui questo non debba essere un diritto.”
Da @capovolteedizioni
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archivio-disattivato · 7 months
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Bandiera gigante della Palestina sulla Torre di Pisa. Blitz dei manifestanti
Hanno eluso la sorveglianza al termine di un corteo e sono saliti sul monumento
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Le immagini della bandiera e della manifestazione (Foto dalla pagina Facebook Exploit Pisa)
Pisa, 17 novembre 2023 – Hanno eluso la sorveglianza e sono riusciti ad introdursi all’interno della Torre di Pisa. Poi, una volta in cima, hanno appeso una bandiera gigante della Palestina. Blitz dei manifestanti dei centri sociali questa mattina in piazza dei Miracoli.
Al termine di una manifestazione pro Palestina, gli attivisti sono riusciti in qualche modo a salire sulla Torre e da lì hanno appeso un bandierone palestinese e acceso alcuni fumogeni. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine.
A rivendicare il gesto è stato in seguito il Collettivo Universitario Autonomi di Pisa, che attraverso una nota ha parlato di “Piazza dei Miracoli come piazza della Palestina”. La manifestazione studentesca, si legge nel volantino, era stata proclamata per chiedere il "cessate il fuoco e libertà per la Palestina”.
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riflussi · 7 months
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cosa fai quando… tutto sembra perduto?
Tendenzialmente mi chiudo a palla e mi lamento, tantissimo.
Però sto rivalutando l'uscire dalla propria comfort zone, sforzarsi, uscire di casa, far muovere l'ingranaggio e vedere dove ti porta. Magari non serve a un cazzo, magari torni a casa senza voglia di vedere nessuno, come quando sono uscita con una mia amica ed ero girata per il cortisone: non mi ha fatto bene. Riconosco che pochissimo e per pochissimo mi ha sollevato il morale, per poi però risbattermi in un gradino più sotto di come stessi prima, perché a casa, da sola, ho riflettuto su tante cose (eh vabb).
Ma magari può succedere il contrario, come oggi. Oggi non volevo uscire, sono giorni che sono stanca e senza forze e sono andata da sola ad una manifestazione pro-palestina. E che palle le manifestazioni da soli. Però ho visto tante persone riunite con un solo fine, quello di far sapere alla classe dirigente che non staremo in silenzio davanti a un genocidio. Ho visto la determinazione, il coraggio di tante persone, la genuinità dei gesti, dei cartelloni, delle urla (a tratti disperate). Ero sola, ma sapevo di non esserlo, anzi. Sulla strada del ritorno ho sentito un podcast. Non è bellissimo eh, non è uno dei miei preferiti, ma è sincero. Genuino, di nuovo. E mi ha fatto riflettere. Anche la manifestazione mi ha fatto riflettere.
Forse mi hanno solo aiutata a rimettere in prospettiva le cose. Sicuramente bisogna forzarsi ad uscire e vedere che succede, cercare di lasciarsi andare a ciò che ci appassiona e rende curiosi, eccitati, che ci fa sorridere, anche nei momenti più tetri.
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abr · 7 months
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(...) Judith Butler, studiosa femminista, esperta di questioni di genere e punta di diamante del pensiero «woke» statunitense, (...) diciassette anni fa durante un convegno all'università di Berkeley: «Hamas e Hezbollah sono movimenti sociali progressisti, parte integrante della sinistra globale». Una saldatura tra frange della sinistra radical e il fondamentalismo islamico (...) che porta alla diffusione di notizie non verificate o fake news anche da parte di quei giornalisti sempre attenti alla deontologia degli altri. Prendiamo il caso di Rula Jebreal, giornalista e scrittrice palestinese con cittadinanza israeliana e italiana (...). L'attivista attacca Israele in tv e dal suo seguitissimo profilo su X. Solo che la foga può fare brutti scherzi. (...) Venerdì Jebreal condivide un video in cui si vedono dei cittadini israeliani intonare cori che inneggerebbero alla distruzione di Gaza. Poi commenta indignata: «Fanatici di destra israeliani celebrano la carneficina a Gaza, esultano per l'uccisione di 4mila bambini palestinesi». (...) Solo che il video è del 2015. Un montaggio di filmati girati otto anni fa durante una manifestazione di un gruppetto di estrema destra contro i matrimoni misti. Ma la cosa più grave è che il video è stato preso dal profilo di Matteo Cocchi, un utente neofascista che twitta citazioni di Adolf Hitler.
E poi c'è la Lucarelli, opinionista del Fatto Quotidiano. Anche lei nell'impazienza di attaccare Israele rilancia una clip in cui si vedono dei civili morti su una strada. Poi scrive: «Sembrano le immagini di Bucha. Ma vedo meno pietà in giro». La fonte del video sostiene che l'esercito israeliano è il responsabile del massacro. Altri accusano Hamas. Lucarelli poi fa marcia indietro e spiega di non sapere chi abbia commesso il crimine. Sicuramente sarebbe stato opportuno evitare di diffondere un filmato non verificato. Ma sui social c'è di tutto. E impazzano giovanissimi tik toker con decine di migliaia di followers, invitati anche dalle tv nazionali, che accostano la Palestina e Hamas alla resistenza contro il nazifascismo. Non manca nemmeno chi si esalta davanti ai lanci di razzi da Gaza contro i civili israeliani. L'odio contro Israele è virale e si nutre di bufale.
Grazie a chiunque Lassù per avermi dato neuroni sufficientemente numerosi e attivi da evitare come la peste i carri in convoglio solidale delle Rula (pro Hamas) e delle Selvaggia (ch'illi so'tutti uguagli).
Ps.: Rula può dire fare girare e attaccare perché é musulmana araba israeliana, come tanti altri in Israele (la maggioranza degli abitanti di Haifa città ad esempio), col 100% dei diritti civili, caso unico per arabi mediorentali (*). Fosse cittadina di Hamas-land , uhmmm, mi viene qualche dubbio che potrebbe.
(*) Alla faccia di quelli che "no allo stato sionista", parificando di fatto Israele all'integralismo islamico (siamo al rovesciamento della realtà).
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europaae · 3 months
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Come ci ricorda Hume nella sua investigazione sulla conoscenza umana, sii un filosofo, ma tra tutta la tua filosofia, sii un uomo.
E magari le sue parole proprio non erano riferite ad una ragazzina di 22 anni che una domenica mattina si è svegliata ed è andata a una manifestazione per Palestina. Però sì, proprio oggi le parole di Hume sono le più adatte.
Tra tutte le tue etiche e tutte le vostre narrazioni post verità, ci siamo dimenticati che significa essere uomini. cioè essere umani, raga. la base. andiamo all'università o ci mandano all'università (questo ancora nessuno l'ha davvero capito), studiamo, molti (me compresa) lavoriamo per mantenerci e dopo ci guardiamo in giro e che?
Oggi in una conversazione normale con la mia famiglia, mia sorella esorda "ma', siamo una generazione giovane e irrequieta (Tânăra și neliniștită ndr.), non puoi farci niente!" e credo che non ha potuto descriverlo meglio e sopratutto descrivermi meglio, che mi sono ritrovata in una manifestazione per Palestina solo un'oretta dopo che quella conversazione si concluse.
E in verità in giro c'è gente con voglia, vedo la forza e sento l'energia. vivo a Barcellona e la vedo la gente. E di persone della mia età ne conosco e ne ho conosciute. ed è vero. È dannatamente vero. siamo giovani. e siamo irrequieti. forse siamo cresciuti troppo coi nonni e quelle storie di guerra, qualcosa ci hanno insegnato. La libertà è fragile ma ti costa una vita. E ti costa vite.
L'Europa si avvicina sempre di più a uno sguardo destro e noi giovani, tremiamo. io sinceramente questa storia l'ho già sentita e, a parte di non piacermi, io non ho nessuna intenzione di stare ferma, o tantomeno zitta.
Gaza, non sei sola.
Gaza, Gaza, non sei sola.
Anche se la notte piangi, e non dormi.
Non sei sola.
Anche quando cerchi i tuoi figli, tra le macerie.
Non sei sola.
C'è una Europa che resiste, che ti è vicina.
C'è una Europa che scende nelle strade e protesta.
C'è una Europa che lo dice alla TV di fermare il fuoco.
C'è una Europa che ha capito che giocare a Risiko con il mappamondo è sbagliato.
E davvero, c'è questa Europa.
E davvero, non sei sola Gaza.
E davvero, stop al genocidio.
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colonna-durruti · 6 months
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Potere al popolo
🔴PERCHE' POTERE AL POPOLO NON ERA IN PIAZZA IERI ALLA MANIFESTAZIONE "CONTRO L'ANTISEMITISMO" A PIAZZA DEL POPOLO? PER NOI RIFIUTARE L'ANTISEMITISMO OGGI VUOL DIRE ESSERE AL FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE.
Vogliamo essere chiari. Rifiutare, oggi, concretamente, l'antisemitismo, vuol dire essere solidali con il popolo palestinese.
E chi, come Salvini, Tajani e La Russa, ma anche Schlein e Conte, ha manifestato ieri spalla a spalla "contro l'antisemitismo" sotto la bandiera di uno stato genocida come Israele, sta in realtà fomentando l'odio razziale nelle nostre società.
Partiamo dalla definizione più semplice, quella di antisemitismo. Essa è "l'avversione nei confronti dell'ebraismo, maturatasi in forme di persecuzione o addirittura di mania collettiva di sterminio da una base essenzialmente propagandistica, dovuta a degenerazione di pseudoconcetti storico-religiosi o a ricerca di un capro espiatorio da parte di classi politiche impotenti". E' l'odio per gli ebrei in quanto ebrei.
Se una lezione ci ha lasciato l'Olocausto, è quella di non ripetere la disumanizzazione di una etnia o di una religione in quanto tali, facendone un capro espiatorio da abbattere e sterminare. Tanto Zygmunt Bauman, quanto Hannah Arendt (autrice quest'ultima non a caso per lungo tempo osteggiata dalla stessa cultura israeliana) hanno dimostrato che lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazifascisti non sia stata una parentesi diabolica della nostra modernità burocratica, ma una sua conseguenza diretta, che rischia di ripetersi in forme diverse.
La sostanza di ciò che è avvenuto agli ebrei nel corso del Novecento, si sta riproducendo oggi in forme diverse in quel fazzoletto di terra che è la Palestina ai danni degli arabo-palestinesi, e ciò da almeno 75 anni. Il sionismo, alla base della fondazione dello Stato di Israele, è infatti una corrente politica dell'ebraismo europeo che nasce alla fine dell’800 in piena epoca coloniale e che teorizza la fondazione di uno stato ebraico, Israele appunto, nella regione della Palestina storica.
Il sionismo non solo immagina, ma pratica questo processo, a partire dagli inizi del 900, intensificandolo mentre la Palestina era sotto controllo britannico. Nei fatti, quello che il movimento sionista ha realizzato in Palestina in alcuni decenni - precedenti alla seconda guerra mondiale e all’Olocausto - è la colonizzazione di una terra che gli scritti sionisti pretendono “vuota”, o abitata da rozzi e inferiori arabi (come sempre accade nel contesto di una colonizzazione).
E' su questa base che è nato lo Stato di Israele. Un progetto che da prima della sua nascita ha goduto dell'assenso del colonialismo occidentale e in particolare anglosassone, il quale, mentre in Europa non muoveva un dito per contrastare le pericolosissime ondate antisemite che vi prendevano piede, aveva bisogno di un alleato in Medio Oriente per contrastare le legittime aspirazioni nazionali e anticoloniali delle masse arabe.
Scrive Ilan Pappe che “Il concetto di “transfer” era ed è profondamente radicato nel pensiero politico sionista” così come la “connessione tra sionismo e colonialismo” e “ l'idea di un'economia esclusivamente ebraica". Dal 1948 in poi l'espansione israeliana è esplosa, dell’esproprio di terre e risorse a danni dei palestinesi, della cacciata di 800.000 arabi dalla regione (oggi sono 6 milioni i profughi palestinesi che non hanno diritto a tornare nella propria terra, alle proprie case).
Il sionismo è anche l’ideologia che copre e legittima questo movimento - ormai vecchio di quasi un secolo - di espulsione ed espropriazione fatto sulla pelle dei palestinesi, lo stato di apartheid di fatto in cui vivono gli arabi palestinesi e la pulizia etnica che continua imperterrita nel tentativo di sterminare la popolazione autoctona.
Esso si basa sulla continua vittimizzazione del carnefice: mentre occupa le terre palestinesi, uccide a sangue freddo in Cisgiordania, Israele ha bisogno di raccontare a sé e agli altri come la legittima resistenza del popolo palestinese, che è anche resistenza armata all'occupazione, sia guidata dall'odio "degli ebrei in quanto ebrei", cioè da antisemitismo, e non dal diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese che ne è esattamente l'opposto in quanto principio che riconosce a tutti i popoli pari dignità.
Israele ha bisogno di disumanizzare gli arabi e di equipararli ai nazisti, in un gioco di specchi pericoloso, che ha effetti devastanti nelle società occidentali dove vivono milioni di stranieri e cittadini arabi o di origine araba.
L'illusione ottica che la propaganda israeliana spaccia per verità da decenni, e che era alla base della manifestazione di ieri, consiste appunto nel far coincidere il progetto sionista di colonizzazione della Palestina con l'essere ebrei tout court, e dunque di far coincidere la critica alla colonizzazione, ossia l'antisionismo, con l'odio per gli ebrei, ossia l'antisemitismo.
Noi invece vogliamo dirlo forte e chiaro. Chi oggi in Italia è più ferocemente a sostegno della politica coloniale e razzista di Israele, sono non a caso gli stessi à la Ignazio La Russa che hanno il busto di Mussolini in casa, ossia di colui che ieri ha contribuito a deportare e sterminare milioni di ebrei in tutta Europa. Sono gli stessi personaggi che ancora oggi covano o mantengono relazioni nemmeno tanto velate con personalità, correnti e gruppi apertamente antisemiti.
Le immagini di Schlein e Conte a braccetto con questa gente ci dicono solo di quanto il centrosinistra italiano sia succube dell'ultradestra e della politica estera USA, e di come ci sia un maledetto bisogno di far crescere una vera sinistra oggi, concretamente antirazzista e senza se e senza ma per il diritto all'esistenza, all'autodeterminazione e alla resistenza del popolo palestinese.
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marcogiovenale · 5 months
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per la palestina, 13 gennaio: manifestazione a roma
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lamilanomagazine · 4 months
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Spintoni e manganellate al corteo pro-Ghali davanti alla sede Rai di Napoli: 12 feriti tra manifestanti e poliziotti
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Spintoni e manganellate al corteo pro-Ghali davanti alla sede Rai di Napoli: 12 feriti tra manifestanti e poliziotti. Cinque poliziotti e sette manifestanti sono rimasti feriti nel corso dei disordini avvenuti davanti alla sede Rai di Napoli, dove è stata indetta una manifestazione di protesta dopo le polemiche per le frasi sul “genocidio” pronunciate da Ghali a Sanremo e il conseguente comunicato dell'azienda a favore di Israele. Una sindacalista rimasta ferita ha detto che si è trattato di una reazione «violenta, spropositata e inattesa». «Siamo stati colpiti con i manganelli solo per aver tentato di affiggere uno striscione», ha aggiunto. L'iniziativa era stata organizzata per protestare contro il documento dell'Ad di viale Mazzini, Roberto Sergio, letto da Mara Venier durante Domenica In, dopo la dura presa di posizione dell'ambasciatore israeliano per lo «stop al genocidio» chiesto dal cantante Ghali sul palco dell’Ariston. Doveva trattarsi di un'iniziativa pacifica, ma poi è scoppiato il caos. Dalla Questura di Napoli viene precisato che “la pressione esercitata dai manifestanti sui poliziotti ha schiacciato i reparti inquadrati verso la recinzione della sede Rai e ciò ha determinato una reazione di alleggerimento che ha chiaramente impedito l'interlocuzione con i manifestanti circa le loro reali intenzioni”. L’iniziativa ha visto l'adesione di Potere al Popolo, del sindacato Si Cobas, dei centri sociali Iskra ed Ex Opg, del centro culturale palestinese Handala e della Rete Napoli per la Palestina. Presente alla manifestazione anche l'ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris, ora portavoce di Unione Popolare. Sull'accaduto sono intervenute anche le opposizioni: i deputati del Pd Emiliano Fossi e Piero De Luca hanno chiesto al ministro dell’Interno Piantedosi «chiarimenti sulla dinamica dei fatti», mentre gli esponenti del M5S in Commissione di Vigilanza Rai hanno parlato di «risposta delle forze dell'ordine ai manifestanti del tutto sproporzionata».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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toscanoirriverente · 8 months
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"Quella terra è dei palestinesi, lo stato d'Israele non ha alcun diritto di esistere". Non lascia spazio a compromessi la voce dei manifestanti che martedì 10 ottobre si sono riuniti in piazza Mercanti, a Milano, per sostenere la nuova intifada iniziata dai miliziani islamisti di Hamas nei confronti della popolazione ebraica. Un odio che da 75 anni si trasmette di padre in figlio e che oggi scorre nelle vene dei tanti ragazzi palestinesi di seconda generazione che vivono in Italia e che hanno deciso di scendere in piazza al grido di "Palestina libera".
"Non abbiamo imparato nulla dalla storia. Fino al 1948 quella terra era dei palestinesi. Gli israeliani lì non ci sono mai stati. Nonostante questo, ora sono proprio gli israeliani che fanno ai palestinesi quello che i nazisti fecero agli ebrei", dice un giovane manifestante, mentre i suoi compagni gridano 'Intifada, intifada'. Un'opinione quasi unanime anche tra gli altri dimostranti accorsi in strada con le bandiere bianche, nere, verdi e rosse: "Quei territori, i nostri territori, sono stati occupati ingiustamente con l'aiuto dell'Europa e degli Stati Uniti. Non c'è posto per due stati, è una soluzione che non accettiamo. Quelle terre sono nostre, lo dice la storia", spiega con rabbia una ragazza con in mano la bandiera della Palestina.
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Una rabbia, quella dei ragazzi palestinesi, che non si placa nemmeno davanti ai sequestri di civili compiuti da Hamas per ottenere scambi di prigionieri con Israele e per usare gli ostaggi come scudi umani contro i bombardamenti. "Le azioni di Hamas sono la risposta ad anni di ingiustizie che il nostro popolo ha subito da parte di Israele - dice un altro giovane -. Con quegli attacchi abbiamo voluto dire agli israeliani che anche noi abbiamo la forza per colpirli".
Palestinesi "brava gente" e per nulla antisemita.
Non noto novità.
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ilgiornaledelriccio · 6 months
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Manifestazione per la Palestina, Verano-La Sapienza, Roma, 10 Novembre 2023. Report e interviste.
Breve report video della manifestazione in sostegno alla Palestina tenutasi a Roma il 10 Novembre.Il presidio in Piazzale del Verano si è poi spostato in corteo verso Piazzale Aldo Moro, di fronte all’Università La Sapienza di Roma. Breve report più interviste ad Alberto Fazolo, Eva Olivero, Maya Issa: Inoltre, il nostro servizio TG per Palestine TV andato in onda l’11 Novembre. Può…
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benissimamente · 7 months
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Manifestazione per la pace che non c'è. Palestina libera.
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