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#ercole
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Chieti
LA CIVITELLA
Situata nella parte più alta della città, sul colle di Teate.
Civitella significa fortezza perché su questo colle venne costruita per esigenze di difesa una grande fortezza con castello e caserma. Oggi sono rimaste soltanto le mura e una torretta.
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Solo in tempi recenti si è scoperto, a seguito dei lavori per lo stadio del Chieti calcio lì situato, un vero e proprio museo a cielo aperto che viaggia tra epoche differenti come strati di rocce che raccontano diverse ere. Anni e anni prima lì non venivano applauditi calciatori ma squadre di gladiatori infatti la Civitella sorge là dove si trovava una struttura dell'epoca imperiale romana l’anfiteatro della città e prima ancora una necropoli dell'età italica e ancora prima un insediamento risalente all'età del bronzo.
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I TRE TEMPLI
Sono stati scoperti 3 templi e parte dei relativi frontoni e meteope decorati in terracotta da svastiche, cornucopie e foglie. In particolare è stato rinvenuto il Campidoglio di Teate adornato da statue di divinità e muse e le ante fisse raffiguranti Demetra persiana (Diana) e Ercole a riposo, per la cui realizzazione sono stati usati degli stampi in posizioni differenti.
Ercole è il semidio della forza usata però con saggezza, mentre Demetra persiana è la dea della natura e delle fiere, incarna la potenza femminile pertanto è la dea delle donne caste cioè delle donne indipendenti che non soggiaciono alle richieste, all'arroganza e alla violenza del maschio. Demetra inoltre aveva un albero sacro il noce, quindi la sua raffigurazione per i cristiani era un simbolo demoniaco considerandola una strega.
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NEOLITICO
In quest'era l'uomo da cacciatore diventa agricoltore e inizia a lavorare e decorare la terracotta per contenere e conservare le provviste.
Ritrovamento della Grotta dei Piccioni dimora degli uomini primitivi, poi divenuto santuario.
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L'OFFERENTE DI RAPINO
Statuetta raffigurante una donna che porta in offerta un piattino su cui figurano delle spighe.
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CAPPELLA DI UN LIBERTO E I GIOCHI DEI GLADIATORI
Lusius Storax era un liberto diventato poi seviro, sulla sua cappella funebre ha fatto rappresentare in maniera realistica l'organizzazione dei giochi dei gladiatori, dalle trombe che suonano ai gladiatori che combattono in squadre.
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erikoon · 1 year
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This is the first page of a little comic, based on a silly headcanon story. What will happen next? 🤔
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Dutch royalties on vacation in Porto Ercole, Tuscany region of Italy
Dutch vintage postcard
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illustraction · 11 months
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STEVE REEVES’ PEPLUM MOVIES (1958-1962) - PECS & CHAINS: GLADIATOR MOVIE POSTERS (Part 1/10) 
This Blog celebrates the Peplum / Sword and sandal movie genre especially its movie posters which combine beauty, strength, camp, kitsch, gayness, bondage, muscular anatomy and sheer power.
The genre wa sone of the most successful in movi e History especially between 1958 and 1964 with hundreds of movies produced and filmed mainly in Italy and Europe
The 1958 movie Hercules (Ercole) launched the craze as it starred ex Mr Universe STEVE REEVES whose physique and charisma conquered the Box office and the whole world in just 15 movies between 1958 and 1964. While many other US boydbuilders / stuntmen were cast as antique heroes, none came close to the superstardom that Reeves enjoyed and exuded
Above are many posters of his Peplum movies from Belgium, France, Germany, Italy, Japan and the US (click on each image for details)
Director: N/A Actors: Steve Reeves
All our PEPLUM-SWORD & SANDALS MOVIE POSTERS ARE HERE If you like this entry, check the other 9 parts of this week’s Blog as well as our Blog Archives
All our NEW POSTERS are here All our ON SALE posters are here
The posters above courtesy of ILLUSTRACTION GALLERY
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chaoticcultist · 10 months
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What kind of pranks does Alberto often pull on Ercole whenever the latter dares to talk ill about Luca?
One time, when Luca and Alberto still went to the same school as Ercole, Alberto put a dead fish in Ercole’s desk to make him stink after the older boy made fun of Luca for smelling odd (Luca’s parents cook very unique meals that taste very good, but definitely smell different than everyone else's packed lunch). Alberto made damn sure that for the rest of high school, people associated the smell of old fish with Ercole.
That was the main prank though. Otherwise, if Ercole started messing with Luca, Alberto would just try to fight him. Luca usually stopped him in time, but sometimes he was just left finding Alberto and Ercole in the principles office, both sporting black eyes while trying to glare each other to death across the room.
Ercole kind of fell off the face of the earth after he graduated. He didn't bother Luca, Giulia or Alberto again until he decided to up the anti and become a whole dang supervillian.
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valentina-lauricella · 8 months
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L'ignavia e la virtù
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[...] E parvegli che venissero verso di sé due donne di statura grande: l’una di aspetto bello e nobile; adorna di cotali adornamenti naturali, come sono a dire, nettezza del corpo, verecondia degli occhi e modestia del portamento; vestita di bianco.
L’altra ben pasciuta e morbida, e acconcia quanto al colore in guisa che pareva che ella riuscisse piú bianca a vederla e piú rossa che per veritá non era; con un portamento della vita piú diritto del naturale, cogli occhi molto bene aperti, e con una veste indosso che lasciava trasparire il piú che si poteva della persona: miravasi tratto tratto; stava anche attenta per vedere se altri la guardava, e spesso voltava gli occhi alla sua propria ombra.
(Da La favola di Prodico - Ercole, di Senofonte, traduzione di G. Leopardi)
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wachsurfer2018 · 1 year
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Firenze: Davide o Nettuno...o Ercole o Cacus?
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bestcasesaverio · 1 year
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I drew Saverio Raimondo this art for his birthday and sent it to him via instagram This is the voice clip he responded with. I don’t recall the exact translation but he’s thanking me and saying that it was very kind of me to make it for him. ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
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thebutcher-5 · 1 year
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Hercules (1997)
Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di continuare a parlare di opere leggere e tranquille, dopo gli ultimi articoli impegnativi, e abbiamo discusso di un’opera di Carpenter ingiustamente sottovalutata, Fantasmi da Marte. La storia parla di questo gruppo di soldati su Mate che deve recuperare un criminale catturato in una città mineraria e riportarlo nella…
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hauntsnhoes · 1 year
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I told Saverio Raimondo he’s a snack on insta and he liked it. 
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Chieti
Due Musei Archeologici meravigliosi, posti sull’acropoli di Teate, una città annoverata tra le più del tempo antico, tramite i quali raccontare la storia dell’Abruzzo italico e romano.
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MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VILLA FRIGERJ
Villa Frigerj é sede del Museo Archeologico Nazionale, è una villa neoclassica costruita dal Barone Ferrante Frigerj che al suo interno conserva alcuni reperti di grandissima importanza storica.
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IL GUERRIERO DI CAPESTRANO
Un giorno il contadino Michele Castagna mentre era intento a preparare lo scassato per la vigna trova questa statua e senza capire di cosa si tratta la definsice lu mammocc, per fortuna non la distrugge come invece hanno fatto altri contadini con statue simili per salvare i propri terreni.
La statua raffigura il principe guerriero Nevio Pompulenio appartenente alla tribù dei Vestini ed è una stele funebre trovata prima delle antiche necropoli. Il principe "rachi" era un presidente del consiglio comunale non essendoci in Abruzzo una vera e propria monarchia.
È una statua che si può osservare a tutto tondo, risalente all'età del bronzo e formata da un unico blocco di calcare bianco eccetto il largo cappello.
Il rachi in questione indossa dei calzari e un vestito cerimoniale da guerriero, la cinta è composta da 5 anelli concentrici in bronzo, sul petto porta una spada corta per facilitare la corsa, infatti i combattimenti erano molto ravvicinati perché i Vestini erano bassi di statura. Ha un falcetto simile a quello dei druidi celtici quindi era anche un sacerdote e indossa un disco (cerimoniale) che gli protegge il cuore, ma il disco non presenta decorazioni. Il volto è coperto da una maschera per rispetto funebre e il cappello è così largo forse per coprirsi dal sole, inoltre in alto si nota una cresta simbolo dell'importanza di quella famiglia.
L'uomo deve mostrare la sua forza pertanto la vita è molto molto stretta infatti nelle necropoli sono stati trovati risalenti a quest'epoca cinturoni in bronzo molto pesanti utilizzati proprio per far risaltare il busto e le spalle, per le stesse ragioni indossa una gorgiera ovvero una collana che risalta il suo collo molto stretto e sui bicipiti dei bracciali con anche pendagli.
Di lato si può notare un'iscrizione in lingua osca grazie alla quale si è riusciti a risalire al nome del principe rappresentato.
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FANCIULLA SEPOLTA INSIEME AL PRINCIPE DI CAPESTRANO
La statua fa intuire una figura piccolina, pertanto si potrebbe ipotizzare essere la figlia del rachi, indossa una veste sopra un'altra veste ed è ritratta in una posa dolce e delicata con la manina che poggia sul viso.
IL CORREDO DEL GUERRIERO DI CAPESTRANO
Tra i vari reperti rinvenuti nel corredo possiamo notare: una collana, le armille indossate sui bicipiti, i calzari, un disco messo a protezione del cuore, un falcetto, due lance in ferro, una spada, un coltello, spiedi per arrostire la carne e un "rasoio" perché i guerrieri dell'antichità (eccetto i vichinghi) non portavano la barba lunga considerandola pericolosa nelle battaglie poiché i nemici la potevano afferrare rendendo difficile combattere.
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STELE IN LINGUA BUSTROFEDICA
Importanti perché hanno consentito di non perdere tracce della lingua italica nonostante le conquiste romaniche che in effetti resero tutti romani, in particolare la lingua bustrofedica chiamata così perché segue l'ordine dell'arare del bue. Grazie a queste stele si è scoperto il vero nome di queste popolazioni: Safin, storpiato dai romani in Sabini, Sabelli e Sanniti.
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LETTI D'OSSO
Più che per dormire servivano a banchettare e conversare ma soprattutto per esporre il defunto durante la cerimonia funebre, sono realizzati in legno ed osso e testimoniamo l'incredibile abilità degli artigiani italici.
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STATUA DI ERCOLE
Ercole è un semidio poiché metà mortale e metà divino, in quanto suo padre è Giove, a cui gli abruzzesi erano molto legati, tant'è che sono stati ritrovati molti bronzetti votivi raffiguranti Ercole.
Il cammino delle 12 fatiche di Ercole è un'allegoria del cammino attraverso le difficoltà della vita che vengono superate il che avvicina il semidio all'uomo.
SANTUARIO DEDICATO A ERCOLE
Ritrovato a Sulmoma inizialmente si pensava erroneamente fosse dedicato al poeta Ovidio.
Grazie ad una frana sono rimasti intatti tanti reperti come un altare sacrificale.
Nel Naos si trovava il simulacro della divinità ovvero un bronzetto raffigurante Ercole a riposo poggiato alla grande clava con la pelle di Leone di Nemea. Molto probabilmente questo bronzetto, ora conservato nella sala del museo, era il bronzetto che si trovava nella bottega del supremo maestro greco Lisippo e utilizzato come modello di ispirazione per la realizzazione di tutti gli altri bronzetti di Ercole a riposo.
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elie2 · 1 year
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Rewatched the post-race piazza scene in Luca recently. Were the fishermen have killed the fish boys without Massimo’s intervention? In hindsight, I think it’s unlikely. The fishermen seem to be fairly hesitant. They advance on Luca and Alberto, harpoons and nets at the ready, but then stop. It looks like they’re weighing how much of a threat these monsters actually pose. True, the fishermen are clearly ready to believe any person who they deem confident and trustworthy. However, apart from Massimo, who at the scene meets these criteria? 
This doesn't mean the stakes aren't high, though. Almost certainly, if the fishermen couldn't decide how dangerous Luca and Alberto were, they would have taken the next most logical course of action: to drive them back into the sea. Better be safe than sorry. And that might have been the end of Luca and Alberto’s plans to live on land. 
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dazibaovisivi · 2 years
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cacodivision
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tanogabo · 4 months
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(via Il cinghiale di Erimanto: la quarta fatica di Ercole)
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khrenek-art-gallery · 6 months
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Antonio Canova, "Ercole e Lica"
(1795-1815), gruppo scultoreo in marmo bianco (altezza 335 cm.), Galleria nazionale d'arte moderna, Roma.
IL MITO DI LICA
Lica, giovane araldo di Ercole, fu incaricato dall'eroe di recarsi dalla moglie Deianira per recuperare la sua tunica. Quest'ultima, gelosa del marito che in quel momento era innamorato di Iole, per riconquistarlo intrise la veste col sangue del centauro Nesso, ucciso in precedenza da Ercole, pensando che fosse un filtro d'amore, ignorando che in realtà era un potente veleno col quale il centauro voleva vendicarsi per la sua uccisione.
Indossata la tunica e impazzito per il dolore, Ercole pensò che ad avvelenarlo fosse stato l'ignaro Lica, che gliel'aveva consegnata, e lo scagliò nel mare d'Eubea dove venne tramutato in uno scoglio che prese il suo nome.
"Ed ecco che scorge Lica nascondersi sconvolto nell'anfratto
d'una rupe; con tutta la collera accumulata dal dolore:
"Lica," gli grida, "a te dunque devo questo dono mortale?
A te dovrò imputare la mia morte?". Quello, pallido, atterrito,
trema, balbettando attenuanti in sua difesa.
Mentre balbetta e cerca di abbracciargli le ginocchia,
Ercole l'afferra, lo fa roteare tre, quattro volte
e, con più violenza di una fionda, lo scaglia nel mare d'Eubea."
[Publio Ovidio Nasone, "Le metamorfosi", libro IX, versi 211 -218 ]
Il gruppo scultoreo ritrae l'episodio narrato nel libro IX delle Metamorfosi di Ovidio e precisamente il momento in cui Ercole sta per scagliare il povero Lica in mare.
" L'eroe appare in un momento di massima tensione muscolare, colto nell'atto di sollevare un piede dello sfortunato ragazzo, il quale invano oppone resistenza, aggrappandosi all'altare alle spalle dell'eroe e alla pelle di leone, abbandonata ai suoi piedi. Lica appare sollevato con forza da terra e sospeso in aria un attimo prima di essere scagliato nei flutti del mare.
Il gruppo, con la torsione ad arco dei due corpi nudi, sprigiona una grande intensità energica, che ha il suo apice nell'urlo disperato del fanciullo e nei tratti adirati di Ercole, incorniciato in una folta barba di ricci; l'eroe appare completamente nudo, se non per il sottilissimo velo che Canova utilizzò per ricoprire la massa dei muscoli." [Tratto dalla seguente fonte web:
it_wikipedia_org-wiki.Ercole_e_Lica] — presso Galleria nazionale d'arte moderna di Roma.
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luigiviazzo · 8 months
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Via Lattea spettacolo dell'estate ma non solo perché in realtà è ben visibile tutto l'anno, tranne in primavera quando scende bassa sull'orizzonte anche se in realtà nella stagione della canicola e del solleone si staglia in cielo la sua porzione più generosa, con la complicità della caccia alle Perseidi che la rendono ancor più facilmente rintracciabile e osservabile.
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