E poi le ali, le ali, le ali che ti escono dalla schiena e le polveri sottili dei nostri cuori neri.
-I nostri corpi celesti, Le luci della centrale elettrica
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Sono un paradosso, si lo sono perché mi piace stare da sola ma odio sentirmi sola, vorrei avere degli amici ma ogni volta faccio di tutto pur di allontanarli perché ho paura di essere ferita, vorrei essere migliore ma resto ferma a guardare la mia vita che scorre.
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Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero di Vasco Brondi
Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero di Vasco Brondi
Nel 2008 il cantautore Vasco Brondi pubblica il disco Canzoni da spiaggia deturpata nel quadro del suo progetto artistico Le Luci della Centrale Elettrica. Un album indipendente caratterizzato da melodie orecchiabili e arrabbiate in cui sono avvitati testi sperimentali: meccanismi sintattici caratterizzati da termini metropolitani legati a politica e attualità.
Cito il primo disco anche perché…
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Finirà questo senso di estraneità che dura da anni, e sarà bellissimo.
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Grida tu qualcosa, come quando dai tuoi occhi traboccava il cielo. E cosa vuol dire questa cosa di darsi, di prestarsi a qualcun altro a tempo indeciso e impreciso.
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Ti regalo le lune che non sono ancora piene.
Vasco Brondi
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Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero, Vasco Brondi
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Tra le marmitte dei nostri cieli bassi e le nuvole ipocaloriche che disegnavi tu. i rapporti umani con i capelli biondi metterli in frigo e metterli sul fuoco. Nel congelatore e farli sciogliere sotto la lingua. mettersi l’antigelo nel serbatoio dei brutti ricordi. dimenticarmi di me. rispettare le distanze di sicurezza e scoparti alla finestra. darti la buonanotte alle sette di mattina e decapitare i segnali stradali con i paraurti e con la fronte. un nubifragio tra le tue ciglia e il guardrail, come vorrei.
cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero
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ti aiuto a smantellare i sogni, a disinnescare le ansie, baciandoti sulle guance sulle lacrime
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Ci cadevano in testa le stelle inchiodate male.
Vasco Brondi
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Non posso crederci. Che ti rifugi, facendoti luce coi fiammiferi, in miniere piene di fughe di gas.
Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero
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Continuiamo a camminare con i nostri giubbotti antiproiettili e in tutte e due le mani quegli arnesi elettrificati che servono per scacciare i cani, per tenere a debita distanza i nuovi rapporti umani.
Vasco Brondi
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Io cosa racconterò di questi cazzo di anni zero? Le bugie, gli i-phone, i computer, facebook, le memes, la Germania, la Grecia, cose brutte. Niente colori. Cosa racconterò di questi cazzo di anni zero? Racconterò di me, dentro a questi anni, racconterò di chi come me non sapeva cosa raccontare. Racconterò del gelo che sento, racconterò di abbracci negati e di webcam sovraffollate.
Vasco Brondi.
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Era incredibile, cambiavano gli ingredienti ma il sapore delle cose che facevi era sempre lo stesso. Delicatissimo, per usare un eufemismo.
Vasco Brondi, Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero
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Poi mi hai scritto “Spero che le tue canzoni ti portino lontano". E invece io volevo starti vicino.
Vasco Brondi
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