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#corteo storico
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Campomarino - Palio delle oche:
il corteo
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crironic · 1 year
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Firenze: lo scoppio del Carro
Firenze vale bene una vacanza. La città dell’arte, del Rinascimento, non delude mai. Alle bellezze architettoniche si aggiungono anche antiche tradizioni, che ancora resistono al tempo e che attirano turisti da ogni parte del mondo. Il giorno di Pasqua, in particolare, riserva un’usanza molto attesa dai fiorentini: lo scoppio del carro. Lo Scoppio del Carro, a Firenze, fa parte di quelle…
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fabriziosbardella · 1 year
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Dopo due anni di interruzione per la pandemia il carnevale di Ivrea ritorna con le sue Battaglie delle arance per le strade della città piemontese #carnevalediivrea #battagliadellearance #vezzosamugnaia #fagioligrassi #giovedigrasso #corteostorico #fabriziosbardella
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ancilla-hawkins · 8 months
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il mio inglese che si fa estremamente 🍝maccheronico🍝 quando devo dare informazioni ai turisti
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asterargureo · 2 years
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Che sfiga i baresi. Dopo due anni finalmente possono fare il festone per San Nicola e oggi diluvia.
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crazy-so-na-sega · 5 months
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dal patrimonio all'impegno, l'Europa dei nostri figli
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L’Europa non è l’appendice vassallizzata di un Occidente posto sotto il geloso dominio di una superpotenza dagli ideali messianici, convinta di dover portare al mondo i benefici dei suoi presunti valori universali. Né è la penisola di un’Eurasia il cui baricentro sarebbe situato alla periferia degli Urali.
L’Europa non è il culmine di una storia vergognosa che dovrebbe essere cancellata, o addirittura sfigurata, per imporre ai suoi eredi il plumbeo velo di un pentimento mortale. Né è la nave dei folli, guidata dai profeti allucinati e deliranti della “decostruzione”, intenzionati a minare le basi antropologiche che garantiscono la crescita e la conservazione delle culture, delle società e dei popoli.
L’Europa non è un insieme di terre sfigurate, una natura devastata in nome di imperativi di crescita illimitata branditi per sostenere politiche miopi. Non è tanto meno la fuga da ogni logica di potere, in nome delle fantasie di un’ecologia poco compresa.
L’Europa non è un corteo di tecnocrati incaricati di nutrire “il più freddo dei mostri freddi”, come un signore senza volto che spoglierebbe i suoi vassalli delle loro prerogative con meticolosa autorità, ma si dimostrerebbe incapace di assicurarne la difesa. L’Europa non è l’Unione Europea.
L’Europa è qualcosa di completamente diverso e molto più di tutto questo. È allo stesso tempo un'eredità antichissima e la prefigurazione del futuro delle persone che la incarnano.
L’Europa è uno spazio geopolitico abitato da millenni da un gruppo di popoli strettamente imparentati. Nonostante la violenza dei conflitti che hanno tessuto il tessuto eroico e tragico della loro storia comune, questi popoli condividono lo stesso patrimonio di civiltà, forgiato da una lega di elementi etnici che non hanno subito variazioni, sulla scala del continente, dall’inizio del l'età del bronzo, duemila anni prima dell'era cristiana. L'espansione celtica, l'alba greca del pensiero, l'ascesa dell'imperium romano , la renovatio imperii carolingia e germanica , il ritorno alle fonti perenni del genio antico al tempo del "Rinascimento", il risveglio della coscienza identitaria degli europei popoli della metà del XIX secolo , tutti questi fenomeni apparentemente molto diversi costituiscono in realtà l'espressione polifonica dello stesso genio europeo, espresso in forme diverse e costantemente rinnovate, sia negli ambiti politico, filosofico e artistico che scientifico e tecnologico. , da persone provenienti dallo stesso crogiolo. Ma il cataclisma del “secolo 14” venne a scuotere questo edificio di civiltà. Ancor più della distruzione e delle immense perdite che causarono, le due guerre mondiali portarono gli europei a dubitare pericolosamente di se stessi. Spesso accecati da ideologie tese a fare tabula rasa del passato in nome di un cosiddetto “senso universale della storia”, i nostri popoli devono oggi uscire dal letargo in cui lo ha gettato il materialismo consumistico degli ultimi decenni.
Perché non siamo solo eredi: questa eredità ci obbliga! Ora ci chiama all'impegno totale, per affrontare le sfide dei tempi con lucidità e determinazione. La posta in gioco è colossale: i popoli europei devono oggi scegliere tra la cancellazione definitiva o la volontà di realizzare il proprio destino storico, pur continuando ad affermare liberamente la propria identità e sovranità sullo spazio continentale dove si è radicato il loro genio più di cinquemila anni fa. In questo contesto ciascuno di noi può scegliere di arrendersi, sforzarsi di conservare cautamente un tiepido e più o meno comodo compromesso, o al contrario restare attivamente fedele a “ciò che siamo”, in tutti gli ambiti della vita e dell'esistenza, per poter “vivere da europeo”. Questa scelta e questo impegno determineranno quale sarà l’Europa dei nostri figli.
Questo è infatti l'appello che lanciamo: l'Europa non è solo la base delle nostre patrie, cioè la “terra dei nostri padri”; deve anche diventare, secondo le parole di Nietzche, la “terra dei nostri figli”. L’Europa è mito e destino, memoria delle origini e desiderio costantemente rinnovato di riconnettersi con la grandezza originaria. È il luogo dove il genio dei popoli europei ha eretto i megaliti di Stonehenge, le colonne del Partenone, le navate delle cattedrali, e ha progettato i canti omerici, la musica polifonica, la fisica quantistica e il razzo Arianna. Ovunque in Europa sta sorgendo una nuova generazione, consapevole delle proprie radici, della propria identità, della propria appartenenza a una civiltà comune. Di fronte a sfide senza precedenti, tocca oggi realizzare una vera “rivoluzione conservatrice”, intesa a liberare le menti dalle catene ideologiche che le ostacolano. Questa è la strada verso le “grandi risorse”, preludio a un nuovo rinascimento che porterà i popoli d’Europa a riprendere insieme il pieno controllo del proprio spazio geopolitico. L’Europa è il gusto del potere ritrovato, dell’orgoglio dei popoli e delle nazioni, trasceso dalla coscienza di servire un interesse più alto, quello della nostra civiltà.
-Henri Levavasseur
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lamilanomagazine · 2 days
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Verona, al Monumento Officine Manutenzione Locomotive la cerimonia per il 79° anniversario della Festa della Liberazione
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Verona, al Monumento Officine Manutenzione Locomotive la cerimonia per il 79° anniversario della Festa della Liberazione.  Nel 1943 i binari dei treni sono stati il teatro della più grande operazione di rastrellamento di esseri umani. Milioni di ebrei, così come tutti gli altri deportati, vennero trasportati nei campi di concentramento in condizioni disumane all'interno di carri merci, un viaggio estenuante fino a diciotto giorni senza acqua e cibo. Per la maggior parte purtroppo senza ritorno. Per questo motivo Verona ha ieri celebrato il 79° anniversario della Festa della Liberazione al Monumento Officine Manutenzione Locomotive alla stazione di Porta Vescovo. Una cerimonia promossa da Rappresentanza Sindacale Unitaria RSU e dalla Commissione Biblioteca dello Stabilimento Trenitalia di Verona che ha visto sfilare un corteo dalla portineria dell'Officina di Porta Vescovo fino al monumento dove si è celebrata la cerimonia con la presenza del Sindaco, dell'assessore alla memoria e il Presidente del Consiglio Comunale. "È un onore iniziare da questo luogo indossando il tricolore, in rappresentanza della mia città che è medaglia d'oro al valore militare. Da oggi diamo il via ai tanti eventi che ricordano un momento storico del nostro paese. Ricorderemo per sempre quanto è accaduto nelle Officine veronesi, ricorderemo quella resistenza messa in campo nella quotidianità e quel marcare la differenza ogni giorno, rischiando la vita per dei valori dei quali  beneficiamo. Oggi c'è ancora paura a chiamare l'antifascismo con il suo nome. Celebrare oggi la resistenza, e portare simboli come il tricolore, è una grande responsabilità collettiva. L'esempio di chi ha sacrificato la propria vita ci dà la forza di rappresentare valori che ricordiamo con fierezza. Essere figli della Resistenza, dell'antifascismo, di una Repubblica nata su valori forti e essere dalla parte giusta è un orgoglio che va ritrovato. È un impegno che dobbiamo prendere soprattutto nei confronti dei giovani, per il loro presente e futuro, affinché sappiano che questi sono i principi fondanti della nostra comunità". Alla cermonia erano inoltre presenti il capo impianto dell'Officina Manutenzione Ciclica OMC Verona Porta Vescovo Gaetano Compagnone, lo storico della Shoah e rappresentante dell' Istituto Veronese Resistenza ed Età Contemporanea Carlo Saletti, don Vincenzo Zambello, il presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Verona Andrea Castagna, il Coro "Voci della Ferrata" con il maestro Raffaello Benedetti rappresentanti di Ivres Associazione veronese di documentazione, studio e ricerca, Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra Aned, Alpini, pensionati dell'Officina Grandi Riparazioni, ex combattenti, Protezione Civile, Dopolavoro ferroviario, Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti ANPPIA e i donatori sangue ferrovieri.  "L'impegno che noi associazioni manteniamo costante è quello della Memoria, accompagnata da una rigorosa ricerca storica di ciò che è successo nel nostro Paese – ha sottolineato il presidente provinciale Anpi Andrea Castagna -. Non è soltanto un aspetto rituale, ma il compito di mantenerlo nella vita democratica, perché è da episodi come quello che ricordiamo che è nata la libertà che conosciamo. Mantenere questo filo che unisce la Resistenza, la guerra di liberazione a quello che oggi abbiamo è un fattore importante, anche di fronte a quanto sta succedendo nel mondo, nelle guerre, nei conflitti, nelle forme in cui i popoli sono privi della loro libertà, un elemento fortemente collegato alla resitenza. I sedimenti del nostro Paese sono molto profondi, quindi il rischio del ritorno del fascismo non c'è. Piuttosto c'è il rischio di introdurre qualcos'altro modificando la storia, modificando alcune norme o la Costituzione. Tutti elementi che potrebbero rendere difficile l'applicazione della Costituzione stessa". Lo storico Carlo Saletti è intervenuto ricordando quelle che furono le "Ferrovie del terrore". "Per rimanere in tema di ferrovie è importante ragionare sugli ingranaggi che hanno reso possibile quello che chiamiamo sterminio degli ebrei d'Europa. Le cifre sono altissime, ma quello che c'è dietro è il grande dolore. Ottomila deportati per motivi razziali, venticinquemila per motivi politici, basti pensare agli scioperi del '44 e tutto quel tessuto di resistenza quotidiana che poteva essere nel sabotaggio sul lavoro, per quanto potrebbe riguardare la categoria dei ferrovieri, e circa seicentocinquantamila internati. Numeri vasti che sono possibili perché in Europa c'è una rete ferroviaria vasta ed imponente. Nel 1939 era di centomila chilometri, di cui quarantaduemila nel paese più evoluto, cioè la Germania. Si dovrebbe ragionare sul rapporto barbarie, cultura e tecnologia, perché la Germania è forse il paese con maggior tasso di cultura al mondo, che produce la barbarie con la quale, molto probabilmente, in determinate fasi storiche ha dei legami insidiosi. In Germania c'erano 12.500 grosse locomotive in grado di trasportare fino a cinquanta vagoni merci ognuna. I tedeschi avevano la tecnologia e la logistica per poter concepire la più grande operazione di rastrellamento di esseri umani in Europa. Tutto questo è reso possibile dalla modernizzazione. Il treno è il simbolo della modernizzazione, e non è un caso che uno dei cliché che passano a tutti i livelli riguardo alla deportazione è il vagone ferroviario, e non c'è memoriale nel mondo in cui non ce ne sia uno".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Gemellaggio tifoserie: Fratellanza, solidarietà e passione oltre i colori
Nel mondo del calcio, il tifo non si limita semplicemente a sostenere la propria squadra del cuore. Spesso, esso sfocia in legami di fratellanza e solidarietà che trascendono i confini delle rivalità sportive, dando vita a vero e proprio gemellaggio tra tifoserie. Le origini dei gemellaggi I gemellaggi affondano le loro radici negli anni '70, periodo in cui il movimento ultras iniziò a strutturarsi e a sviluppare una propria identità. Nascevano da un'idea di unità e coesione tra gruppi di tifosi che condividevano valori comuni, spesso legati a ideologie politiche o sociali. Le motivazioni alla base dei gemellaggi Le motivazioni che spingono alla nascita di un gemellaggio sono molteplici. Alcune tra le più comuni includono: - Vicinanza geografica: Tifoserie di città vicine tendono a stringere gemellaggi per motivi di affinità culturale e linguistica. - Ideologia politica: I gemellaggi tra tifoserie con la stessa ideologia politica sono molto frequenti, creando un senso di solidarietà nella comune lotta per le proprie idee. - Amicizia e rispetto reciproco: In alcuni casi, i gemellaggi nascono da semplici rapporti di amicizia e rispetto reciproco tra i leader dei gruppi ultras. - Rivalità comune: Un nemico comune, spesso una tifoseria rivale particolarmente sentita, può spingere due tifoserie a gemellarsi per creare un fronte unito contro di essa. Le caratteristiche di un gemellaggio Un gemellaggio non si limita a una semplice dichiarazione di amicizia. Esso comporta una serie di riti e tradizioni che rafforzano il legame tra le due tifoserie. Tra queste, ricordiamo: - Scambio di striscioni e sciarpe: I simboli delle due tifoserie vengono scambiati come segno di reciproco rispetto e affinità. - Incontri amichevoli: Le due tifoserie si organizzano per assistere insieme alle partite delle rispettive squadre, creando un'atmosfera di festa e di fratellanza. - Cortei congiunti: In occasione di manifestazioni o eventi speciali, le due tifoserie sfilano insieme in corteo, mostrando la loro unione e il loro sostegno reciproco. - Supporto reciproco nelle difficoltà: Nel caso di scontri con le forze dell'ordine o con tifoserie rivali, le tifoserie gemellate si aiutano e si sostengono a vicenda. Gemellaggio tra tifoserie: le più famose Nel panorama calcistico italiano, alcuni gemellaggi sono diventati particolarmente famosi e sentiti. Tra i più noti ricordiamo: - Inter - Lazio: Un gemellaggio storico, nato negli anni '70, che ha visto le due tifoserie protagoniste di momenti di grande unità e solidarietà. - Verona - Hellas Verona: Un gemellaggio nato da una forte affinità ideologica e da un comune senso di appartenenza alla città di Verona. - Sampdoria - Genoa: La "gemellaggio dell'eterna amicizia", nato da un rapporto di rispetto reciproco e da una comune passione per il calcio. - Juventus - Legia Varsavia: Un gemellaggio nato da motivi politici e da una comune avversione al comunismo. Oltre il calcio I gemellaggi non si limitano al mondo del calcio. Anche in altri sport, come la pallacanestro e la pallavolo, esistono gemellaggi tra tifoserie che testimoniano la forza del legame che può nascere tra persone che condividono la passione per lo sport e per i valori comuni. I gemellaggi rappresentano un aspetto importante del mondo ultras e del tifo in generale. Essi dimostrano che lo sport può essere un veicolo di valori positivi come la fratellanza, la solidarietà e il rispetto reciproco. In un mondo spesso diviso da conflitti e incomprensioni, i gemellaggi ci offrono un esempio di come sia possibile costruire ponti e creare legami di amicizia che vanno oltre le differenze. Foto di tookapic da Pixabay Read the full article
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alemicheli76 · 5 days
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Torna Aldo Boraschi con il terzo volume della serie Cronache nere. 
ONORARONO è un giallo, la cui trama prende spunto da un fatto realmente accaduto in riviera negli anni Settanta. LA PARTE SBAGLIATA DEL TAPPETO, invece, narra di un misterioso incidente avvenuto durante il corteo storico dei Fieschi. Evento su cui il giornalista Fabio Riccò, protagonista di entrambe le storie, dovrà indagare collegandosi a eventi di un passato molto lontano. A tessere queste…
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Corteo storico di San Nicola 2024: due le istanze pervenute per l'affidamento dei servizi
La ripartizione Culture e Turismo rende noto che alle ore 12 di oggi, termine fissato per la RDO (richiesta d’offerta) relativa all’affidamento dei servizi di ideazione, progettazione, realizzazione, organizzazione, allestimento e gestione integrata del Corteo storico di San Nicola 2024, con inviti in favore dei 6 operatori economici che avevano manifestato interesse in risposta al precedente…
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Moncalieri: l'arte delle Supercar invade le strade in un evento automobilistico senza precedenti
Domenica 24 Marzo il centro storico di Moncalieri diventerà una vera e propria vetrina di auto da sogno. Si tratta di “Muncarle“, un evento automobilistico senza precedenti, organizzato in collaborazione con “Pitstop & Drink“. La giornata prenderà il via alle ore 15 con una sfilata di Supercar e Hypercar lungo Via San Martino. Come un corteo di regine, queste auto d’élite sfileranno una dopo…
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agrpress-blog · 2 months
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Roma: migliaia in piazza per la pace e il diritto di manifestare Migliaia di persone hanno sfilato, nono... #cgil #Dirittodimanifestare #israele #manifestazione #mauriziolandini #mediooriente #pace #Palestina https://agrpress.it/roma-migliaia-in-piazza-per-la-pace-e-il-diritto-di-manifestare/?feed_id=3732&_unique_id=65ed61bbd2e30
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bigarella · 3 months
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collasgarba · 3 months
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personal-reporter · 5 months
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Natale 2023 a Genova
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E’ un Natale 2023 ricco di novità quello di Genova, davvero da non perdere. La prima grande novità, realizzata con la collaborazione dell’Arcidiocesi di Genova, è quella del Passaporto dei presepi dove, come con il Cammino di Santiago, è possibile ricevere un timbro per ognuno dei 45 presepi aderenti all’iniziativa.  I presepi si trovano sia alcuni dei luoghi più suggestivi della città, come la cattedrale di San Lorenzo, il santuario della Madonnetta, il museo dei Cappuccini, il museo di Palazzo Rosso e Palazzo Tursi, ma anche in luoghi più nascosti e inconsueti e seguirà le tempistiche e le tradizioni proprie di ciascun sito, ad esempio quelli del mercatino di San Nicola e i Cappuccini sono già visitabili. I passaporti potranno essere ritirati presso le edicole convenzionate con i servizi demografici a partire dall’8 dicembre e gli abbonati alla testata diocesana Il cittadino lo riceveranno invece direttamente a casa. L'ultimo timbro dovrà essere  nella giornata di chiusura della manifestazione, in concomitanza alle celebrazioni della Candelora, il 4 febbraio, a Palazzo Ducale, dove è allestito il presepe di Casa Luzzati, poi saranno consegnati i riconoscimenti a chi avrà conseguito il maggior numero di timbri sul passaporto. Inoltre, per ricordare gli 800 anni del primo presepe allestito nel 1223 a Greccio da San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, il professore Giulio Sommariva e il rettore della Basilica di Assisi guideranno un momento di riflessione sull’importanza culturale e religiosa del presepe. Attesa soprattutto dai più piccoli tornerà ad animare le delegazioni genovesi la slitta di Babbo Natale, pronta a regalare magia con animazioni, letture dedicate al Natale, caramelle e sorprese per i bambini, che arriverà anche volando in mongolfiera. Protagonisti del Natale genovese saranno anche i presepi viventi,  oltre a cinque presepi diffusi sul territorio cittadino, con due a Voltri, uno all’Acquasanta, uno a Granarolo e uno a Ceranesi, il 5 gennaio si terrà una rievocazione storica del corteo dei magi, che culminerà con l’allestimento di un presepe vivente nel chiostro del Museo Diocesano. Tre diversi cortei, a cui prendono parte figuranti dei gruppi storici con costumi del periodo del presepe del Maragliano, uno per ciascun magio, partiranno da tre chiese del centro storico, san Filippo, san Marco al molo e santa Maria di Castello, confluiranno alla cattedrale di san Lorenzo da cui poi, accompagnati da sua eminenza monsignor Marco Tasca, infine si sposteranno nel chiostro del museo diocesano. Read the full article
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unfilodaria · 5 months
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“Capurà’, è mmuort’ l’alifante!”
1742 -L‘ Alifante a BAIANO
Il 7 settembre del 1742 approdò, nel porto di Brindisi, un’imbarcazione a vela da carico (tartana) partita da Durazzo con a bordo un poderoso elefante indiano destinato a Carlo III di Borbone. Nel racconto popolare la notizia diffusa era che si trattasse di un dono del sultano ottomano Mahmud I al re del Regno di Napoli. E secondo lo storico Michelangelo Schipa: “si voleva con questo presunto successo in politica estera, rafforzare nell’interno il prestigio del nuovo re Carlo di Borbone”. In realtà fu acquistato dal conte Finocchietti su mandato del marchese di Salas, con lo scopo di compiacere il re che lo desiderava all’interno del suo serraglio.
La notizia del passaggio di questo pachiderma si diffuse nei diversi territori del regno, richiamando l’attenzione di tante persone di ogni estrazione sociale e suscitando enorme curiosità e stupore .
Il corteo attraversò l’abitato di Baiano e di questo singolare evento troviamo riscontro in un brano della raccolta di memorie della famiglia Foglia, il cui estratto è stato riportato da Antonio Iamalio nel libro “ LA VALLE MUNIANENSE”.
“ A' di 4 ottobre 1741 il Granvesirre de' Turchi mandò a regalare all’attuale Re di Napoli CARLO TERZO, infante di Spagna c gran Duca della Toscana, uno grossissimo Animale chiamato l’Alefante, il quale passò per mezzo la Piazza di cotesta nostra Terra di Baiano, et tanta soldati del Commissario di Campagna e turchi, che custodivano il med., il quale non è stato mai veduto da nessuno di questi Regni. Il detto Alifante pareva una montagna di carne, che fu uno gran portento; il detto nostro RE se lo tiene in Napoli dentro la tarcena (darsena) con grandissima spesa custodito.”
Chissà quanta meraviglia si manifestò tra i Baianesi nel vedere passare, sulla via Regia delle Puglie, il corteo con l’elefante destinato al re. Per tutti fu un evento insolito e una nuova esperienza di conoscenza, fino allora limitata a quella degli animali domestici che facevano parte del vivere quotidiano dell’epoca.
ll giorno 1 novembre di quell’anno l’elefante, scortato da soldati e gestito da sei turchi, con una lenta marcia, arrivò alla Reggia di Portici e fu accolto nello zoo privato affidandolo alle cure di un caporale del regio esercito.
Diventò subito una straordinaria attrazione con la possibilità di ammirarlo da vicino pagando una lauta mancia al caporale che lo accudiva.
Inoltre, fu fatto sfilare durante le parate ufficiali del re e perfino esibito nel 1743 a teatro San Carlo durante la rappresentazione dell’opera “Alessandro nelle Indie”.
Purtroppo, morì nel 1756, pare per un’impropria alimentazione, e il suo guardiano tornò alle ordinarie mansioni di sottufficiale, perdendo i benefici della notorietà e i vantaggi economici.
Per questa nuova situazione, i Napoletani, ai quali di certo non manca l’estro creativo e lo spirito canzonatorio, coniarono il detto “Capurà’, è mmuort’ l’alifante!” a evidenziare la fine di una situazione favorevole.
Lo scheletro dello sfortunato pachiderma fu trasferito, nel 1819, al Museo Zoologico, dove ancora oggi è esposto.
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Angelo Piciullo
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