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#colpa delle stelle
unosguardocheuccide · 8 months
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" Mi sono innamorata di te come quando ci si addormenta: piano piano poi... Profondamente. "
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millelenzuola · 1 month
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Van Houten,
io sono una persona buona ma uno scrittore di merda. Lei è una persona di merda ma un buon scrittore. Insieme faremmo una grande squadra. Non voglio chiederle favori, ma se ha tempo - e da quello che ho visto ne ha un sacco - mi chiedevo se potesse scrivere un discorso funebre per Hazel. Ho tutti gli appunti, ma sarei felice se lei potesse farli diventare un discorso coerente, o anche solo indicarmi che cosa dovrei fare in un altro modo.
Cara Hazel le cose stanno così: quasi tutti sono ossessionati dal pensiero di lasciare un segno nel mondo. Di tramandare qualcosa. Di sopravvivere alla morte. Tutti vogliamo essere ricordati. Anch'io. Questo è ciò che più mi disturba, essere un'altra immemorata vittima dell'antica e ingloriosa guerra contro la malattia.
Io voglio lasciare un segno.
Ma Van Houten, i segni che gli umani lasciano troppo spesso sono cicatrici. Costruisci un meganegozio orrendo, o fai un colpo di stato, o provi a diventare una rockstar e pensi “Adesso sì che si ricorderanno di me” ma (a) non si ricordano di te, e (b) tutto quello che ti lasci alle spalle sono altre cicatrici. Il tuo colpo di stato si trasforma in una dittatura. Il tuo negozio distrugge il paesaggio.
(Okay, magari non faccio così schifo come scrittore. Ma non riesco a mettere insieme le idee, Van Houten. I miei pensieri sono stelle che non riesco a far convergere in costellazioni.)
Siamo come un branco di cani che pisciano sugli idranti. Avveleniamo l'acqua di fonte con la nostra piscia tossica, segnando ogni cosa come MIA nel ridicolo tentativo di sopravvivere alla nostra morte. Io non riesco a smettere di pisciare sugli idranti. So che è sciocco e inutile - inutile in modo epico, nella mia attuale condizione - ma sono un animale come chiunque altro.
Hazel è diversa. Lei cammina leggera, vecchio mio. Lei cammina con passo leggero sulla terra. Hazel conosce la verità: la probabilità che abbiamo di ferire l'universo è pari a quella che abbiamo di aiutarlo, ed è molto probabile che non faremo né l'una né l'altra cosa.
La gente dirà che è una cosa triste lasciare una cicatrice più piccola, che saranno in pochi a ricordarla, che sarà stata amata in modo profondo, ma non a vasto raggio. Ma non è triste, Van Houten. È magnifico. È eroico. Non è questo il vero eroismo? Come dicono i medici: primo, non fare del male.
I veri eroi comunque non sono quelli che fanno le cose, i veri eroi sono quelli che NOTANO le cose, quelli che prestano attenzione. Il tizio che ha inventato il vaccino antivaiolo non ha inventato niente. Ha solo notato che le persone che avevano contratto il vaiolo bovino non si ammalavano di vaiolo.
Dopo che la mia PET si è illuminata tutta, mi sono intrufolato nel reparto di terapia intensiva e l'ho vista mentre era priva di sensi. Sono entrato dietro un'infermiera che aveva la tessera magnetica e sono riuscito a stare seduto accanto a lei per dieci minuti prima che mi scoprissero. Ho davvero pensato che sarebbe morta prima che che io avessi avuto il tempo di dirle che stavo per morire anch'io. È stato spaventoso: l'incessante aggressione meccanizzata della terapia intensiva. Aveva quest'acqua scura cancerogena che le usciva dal torace. Gli occhi chiusi. Era intubata. Ma la sua mano era ancora la sua mano, ancora calda, con le unghie dipinte di un blu così scuro che sembrava nero e io l'ho tenuta stretta e ho cercato di immaginare il mondo senza di noi e per circa un secondo sono stato una persona abbastanza buona da sperare che morisse in modo da non dover scoprire che stavo per morire anch'io. Ma poi ho chiesto più tempo per poterci innamorare. Il mio desiderio è stato realizzato, suppongo. E le ho lasciato la mia cicatrice. Un infermiere è entrato e mi ha detto che dovevo uscire, che non era consentita la presenza di visitatori, e io gli ho chiesto come stava e il tipo ha detto: “Sta ancora accumulando acqua.” Una benedizione nel deserto, una maledizione nell'oceano.
Cos'altro dire? È così bella. Non ti stanchi mai di guardarla. Non ti preoccupi se è più intelligente di te: lo sai che lo è. È divertente senza essere mai cattiva. Io la amo. Non puoi scegliere di essere ferito in questo mondo, vecchio mio, ma hai qualche possibilità di scegliere da chi farti ferire. A me piacciono le mie scelte. Spero che a lei piacciano le sue.
- John Green
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Non puoi scegliere di non soffrire in questo mondo, però puoi scegliere per chi soffrire. 🥹
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sidicecheilibri · 10 months
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“-Augustus Waters era un bastardo che adorava autocelebrarsi. Ma noi lo perdoniamo. Lo perdoniamo non perché avesse un cuore buono in senso figurato quanto quello autentico faceva schifo, non perché ne sapesse di più su come si tiene una sigaretta in bocca di qualunque altro non fumatore della storia, non perché ha ottenuto la sorte di vivere diciotto anni quando avrebbe dovuto viverne di più-
-Diciassette-
-Sto dando per scontato che tu abbia ancora un po’ di tempo, bastardo rompiballe-
-Credetemi- ha ripreso, -Augustus Waters parlava così tanto che sarebbe stato capace di interrompervi al suo stesso funerale. Ed era presuntuoso: buon Gesù, quel ragazzo non si faceva mai una pisciata senza meditare sulle abbondanti risonanze metaforiche dello spreco di liquame umano. Ed era anche vanitoso: non credo di aver mai incontrato una persona fisicamente attraente tanto consapevole di esserlo. Ma vi dico questo: quando gli scienziati del futuro si presenteranno alla mia porta con gli occhi robotici e mi diranno di provarli, io dirò a quegli scienziati di sparire, perché non voglio vedere il mondo senza di lui-”
— Colpa delle stelle, John Green
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nondedicocanzoni · 1 year
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The night will hold us close and the stars will guide us🖤
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ma-pi-ma · 2 months
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A volte gli uomini sono padroni del loro destino; la colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo dei subalterni.
William Shakespeare, Giulio Cesare
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a--piedi--nudi · 1 month
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La realtà
Volevo fare una passeggiata ma mi hanno interrotta. La vicina ha cominciato a parlare e parlare e parlare, poi è arrivata l'amica ottantenne della nostra condomina più anziana e anche lei a parlare parlare di come si sia cresciuta quattro nipoti contemporaneamente e da sola, di come ora a ottant'anni non abbia nemmeno un dolorino, anzi, nemmeno mezzo...e io ci credo perché la vedo nell'orto, da casa dei miei genitori, dalla mattina alla sera, piegata in due come un portafoglio; non s'inginocchia lei, non si tocca la schiena, non fa pause. Lavora. Piegata in due. L'unica cosa è la sera, una grande solitudine e malinconia, ha detto, perché sono sola; per questo cerco di stare in casa il meno possibile. È già abbronzata, ha già raccolto i "bruscandoli" e li stava portando alla sua amica (sta chiusa in casa tutto il giorno, poverina, ed è un anno più giovane di me, ha detto). Ci ha parlato dei figli, delle gare di sci, del vischio e dell'uomo che glielo regala. Volevo passeggiare mezz'ora prima di andare a prende mia madre, avevo voglia di vedere il mio nuovo amico un cagnolino solo, sempre seduto sotto il portico della casa nuova. È bianco e nero; quando passo mi fissa un istante da lontano e poi balzella fino alla recinzione guardandomi attraverso tutto quel pelo che gli copre gli occhi. Mi guarda solo un istante e poi sbatte la schiena contro la rete per farsi accarezzare. Si gode le coccole e si gira come sul girarrosto; un po' sulla schiena, un po' di fianco un po' sulla testa. Ha il pelo sporco e non gli tolgono mai la pettorina da guinzaglio, mi dispiace tanto ma sono felice venga in contro al piacere di una carezza. L'ottantenne è sola, il cane è solo, anche il condomino qui affianco è solo. La moglie l' ha lasciato, all'improvviso dopo trent'anni. Era bella, bionda, elegante, leggiadra, lunatica e un po' antipatica; non la vedevo da tempo ma credevo fosse colpa del lavoro e di questi cazzo di uffici dai quali ci facciamo fagocitare e invece se n'è andata con un altro. Ci ha lasciati un po' tutti, in realtà, perché un condominio di sei unità è come una famiglia allargata. Lei era "la bella", quella da senso d'inferiorità perché con il marito, le figlie, il nipote, il lavoro, la palestra, le lavatrici sempre a girare e i capelli da asciugare, era comunque perfetta: lavava le scale, puliva ogni giorno la terrazza, lavava la macchina e ora più nulla di tutto questo. Chi se ne va è come se morisse, se ne parla al passato. Invece è viva e vegeta e ora starà di sicuro meglio, finalmente, si godrà la vita, un nuovo amore e la primavera che arriccia i pensieri. Lui, invece, è qui affianco, dimagrito, lo sguardo un po' spento. Vedovo. È sola l'ottantenne alla sera, è solo il cane tutto il giorno, è solo F. qui affianco, forse che la solitudine mi stia parlando? Non so. Ci sarà sicuramente qualcosa da capire. Ho delle amiche che scrivono poesie, a volte le capisco e a volte no, ma c'è chi dice che la poesia non si debba per forza capire, può essere anche solo un ritmo, un disegno, un colore...una volta anche io la pensavo così ora no. Preferisco capire o, perlomeno, sentire qualcosa. Le amiche oggi hanno presentato due libri, eravamo in tanti: dal soffitto della libreria scendevano testi dondolando su cartellini chiari, guardavamo tutti all'insù, era strano, sembravamo proprio esseri umani che leggono delle idee, che assaporano visioni. Bello. Gente. Parole scritte e parlate, sguardi, baci, rincorse di mani a sentire la carne con la carne, toccare. Ho bevuto un rosé, sorriso a sconosciuti, rivisto conosciuti che non vedevo da tempo. Mamma ha comprato un tailleur color inchiostro, io due libri. Mi hanno riportata a casa presto, le stelle erano appuntite, in salotto mi aspettavano cose da leggere e invece sto scrivendo. Ieri notte ho sognato te, ho sognato che dormivamo abbracciate strette, talmente strette che non c'era spazio fra noi, tutto combaciava. Eravamo una. Il sogno è la realtà, basta saperla vedere.
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yomersapiens · 2 months
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Vorrei farti delle domande citando un grande poeta e/o pensatore dei nostri giorni: Come stai? Che hai fatto oggi? Che t'è stai a vedè ultimamente?
Stavo passando la serata a giocare online con i miei amici da diverse parti del pianeta come ogni lunedì, BG3 è davvero molto bello se giocato insieme a persone di cui ti fidi ma ahimè sti due si sono messi a litigare e hanno interrotto la partita e io mi sono ritrovato ad avere il lunedì sera libero, cosa che non capita mai. Così mi sono detto che ok, posso rispondere a qualche domanda senza sentirmi in colpa per non avere nulla da dire. (Poi mi dici chi è sto poeta che citi).
Sto in una fase di eterna attesa e l'ho scritto proprio qualche giorno fa e mi sembra che niente abbia voglia di iniziare. Ho pure scritto delle mail per chiedere almeno a chi ha ricevuto delle mie proposte di battere un colpo ma niente, letargo. Diresti che c'è ancora qualcuno che dorme nonostante le temperature siano quasi vicine ai venti gradi? Almeno qua a Vienna, non so dalle tue parti. Sai una cosa, ho sempre paura che i miei desideri poi si avverino. Che ci sia qualcuno lassù in alto in ascolto e che, estenuato dal mio ripetere ogni inverno "che vita di merda qua a Vienna fa sempre freddo è sempre grigio non smette mai di fare schifo il tempo" abbia deciso di punirmi esaudendo il mio desiderio di cambiamento. Ecco perché fa caldo ma io non riesco a godermela perché penso al collasso climatico.
Oggi andare in bici è stato bello. Allo psicologo ho spiegato che da noi, in italiano, paziente e pazienza hanno la stessa origine e per noi è ovvio pensare che un paziente debba avere pazienza ma che per loro, per sti poveracci di austriaci, non è così immediato. Loro per dire pazienza dicono Geduld e per dire paziente dicono Patient, ok dicono anche Geduldig per dire quando uno è paziente ma non nel senso di paziente paziente, nel senso di paziente paziente, capito? Ecco. Nemmeno io. Tantomeno il mio psicologo che oramai secondo me annuisce e aspetta lo Stato gli versi i soldi che io non ho. Ho parlato un sacco in tedesco oggi. Forse troppo. Ho parlato pure in inglese ma poi mescolavo le parole. Sono stato a fare da traduttore per degli amici che hanno un'azienda che fa miele. Andiamo in questo hotel a quattro stelle, aspettiamo nella lobby e tutto sembrava finto. C'erano un sacco di oggetti da hotel di quelli che vedi ovunque, anche le persone che entravano e andavano verso le loro stanze erano persone standard che vedi ovunque. Poi arriva il nostro interessato e dopo essersi presentato sbatte sul tavolo il portafoglio dal quale escono almeno una ventina di banconote da cento euro più altre valute che non conosco, penso dollari perché avevano le cifre scritte con caratteri orrendi. Puzzava l'alito a tutti ma io dovevo ascoltare e tradurre e fare da intermediario mentre cercavo pure di capire se sto tizio pieno di soldi fosse una persona affidabile o meno. Quanto dolore provo quando sento odori fastidiosi. Dopo quasi due ore finalmente ce ne andiamo, raccogliamo i barattoli di campioni omaggio e prima di salutare mi dice che adesso vende una delle sue case perché ne compra una sulla palma a Dubai. Io gli dico che bello, una casa su un albero. Lui mi fa no no hai presente quel posto da ricchi che c'è a Dubai che ha la forma di una palma e ci sono le case vicino all'acqua nel deserto ecc ecc e io lo fermo e gli dico guarda, beato te che ti puoi permettere di fare sti acquisti e spero pure che ti diano gioia, a me piace spendere massimo 2€ su vinted per comprare una carta pokémon dall'illustrazione caruccia. Io la gente con i soldi non la capisco. O con i soldi apparenti, chissà se non era una montatura per ottenere del miele gratis. Cioè io lo farei ma perché assomiglio sempre di più a Winnie the Pooh come mi dice sempre Pimpi. Ora per rilassarmi stavo cercando altre carte nuove dove investire una manciata di euro, per quei quindici secondi di felicità che mi donano quando le guardo al sole e ne ammiro i riflessi.
Poi andiamo avanti, cosa sto guardando. Blue Eye Samurai su Netflix mi ha preso molto, inaspettatamente. Sharp Objects anche, HBO, fatta molto molto bene. Me l'ero persa qualche anno fa e sto recuperando. L'ultima stagione di Curb your Enthusiasm perché poi Larry David ha deciso di smettere e sono parecchio triste dato che lui è il mio animale guida, tutta la mia vita attuale è una mera scopiazzatura del personaggio creato da lui. Infine, lo aggiungo io, sto leggendo Dune. Ci sto riuscendo. Sono molto orgoglioso perché l'ho sempre ritenuta una grande mancanza, soprattutto di voglia, non essere riuscito a portare a termine la lettura perché annoiato dall'ampollosità di Herbert e invece toh, sarà che sono un vecchio rompicoglioni, ma mi sta piacendo. Forse pure perché mi immagino quel bono di Chamalamet (non voglio googlare come si scrivere il suo nome correttamente la mia è una scelta politica) e allora scende giù più saporita. So di stare tradendo il Dune di Lynch ma pure lui dice non c'aveva capito un cazzo mentre lo girava e in effetti dai era palese.
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canesenzafissadimora · 6 months
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Considero valore ogni forma di vita,
la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto,
un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente,
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo,
accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare
e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
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Erri De Luca
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soysaucecaramel · 2 months
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Il sole è tramontato
Un altro giorno senza il suo amato
Un altro giorno oscurato
Da questa immane
Solitudine.
E la Luna
La piu bella dell'anno
Si è messa in tiro per san valentino
Sperando di scorgere il suo amato.
La luna, la più bella del creato.
E Io. Solo come il sole.
E lacrime di sale il mio spirito piange
E sospira
E aspetta
Aspetta
Notte
È notte e la luna non si vede
La sua melamconia l'ha distrutta
E nella sua mente
S'è ritirata.
A sentire ogni lamento,
Ogni desiderio,
Ogni pianto di un innamorato
Si è eclissata
E la notte è scura.
Così scura che è accecante.
Accecanti sono i lampioni
Accecanti i fari delle auto
Accecanti le stelle
Accecanti i cellulari
Assordanti i silenzi
Assordanti i clacson
Assorsanti le canzoni
Assordanti i pensieri
Assordanti le parole
Queste parole come una cascata,
Un buco nero delle mie emozioni,
E san valentino un bimbo malvagio
Che nella sua notte distrugge i timpani,
E colpisce gli occhi, ma forse
Forse
Forse non e colpa sua di queste lacrime
Ed ecco che noto una ragazza
Una delle tante che ho visto oggi
Che in mano tiene una singola
Pallida rosa.
Che tenera scena
Una ragazza che tiene una rosa,
Tiene l'amore,
Tiene il cuore in mano,
E torna a casa
Sola.
Cos'è una rosa di fronte alla solitudine.
Cos'è un amore senza baci rubati,
E ridere fino alle lacrime
Insieme.
E ho visto più ragazze sole con una rosa
Che insieme ad un ragazzo.
E ho visto rose con più compagnia
Di ogni uomo sposato.
Ecco. Io sono quella ragazza.
Non avrò una rosa ma condivido
La solitudine,
Il silenzio,
La paura.
Nei nostri sguardi c'è intesa.
Io non sono io,
Io sono lei,
Io sono quel ritorno a casa
Quell'umiliazione,
Quella vita che ti ha preso troppo
E che quel giorno ti lascia
Sola.
Io sono quella vita.
Io sono la rosa.
Io sono amore
Con le spine.
Io non ho amato ma cazzo
Io sono amore.
Sono amore che straripa
Sono desideri d'amore.
L'amore mi pervade
Mi riempie il cuore
Di battiti e gli occhi
Di lacrime.
Cazzo io sono amore
Sono pura energia
Sono un silenzio
Un grido
Sono le luci dei bar
I posti vuoti
I posti pieni
Sono la luna e il sole
Sono le stelle
Milioni di stelle
E tutte insieme nelle costellazioni.
Per fortuna che l'uomo ha avvelenato il cielo.
Ha nascosto il firmamento
Così che non mi possa esplodere il cuore
Per questa maledetta solitudine
Perché anche le stelle sono insieme
E io no.
Non sono insieme a nessuno
Non sono insieme a me stesso
Mi guardo e non mi riconosco
Io sono amore ma non amo nulla
E se valentino mi facesse il favore
Di trafiggermi il petto
E indirizzare questo amore verso qualcosa
Verso qualcuno allora mi sentirei meno solo.
Se le mie lacrime versate fossero su un cuore infranto
Allora mi sentirei meno solo
Se questi sospiri fossero sospiri d'amore allora
Mi sentirei meno solo
Se queste lotte fossero lotte d'amore allora
Mi sentirei meno solo
Se questa fottuta solitudine la passassi con una rosa in mano allora
Mi sentire meno solo
Se solo Dio mi vivesse nel cuore allora
Mi sentirei meno solo
Meno solo...
La ragazza scende dal bus
Si dirige a casa e scrive a se stessa un messaggio
Se tu fossi qui, mi sentirei meno sola
Ma lui non c'è
La Luna se n'è andata.
Ha lasciato il firmamento
Sperando di sentirsi meno sola.
Ha donato se stessa sperando di sentirsi
Meno sola.
Ma io me stesso lo darei
Tutto
Venderei le mie passioni per delle fiamme che mi incendino,
Venderei i miei amici per degli stronzi per cui morire,
Venderei il mio cuore per amare qualcuno
Che mi sbrani,
Venderei il mio corpo per sentirmi immondizia,
Per sentirmi pura follia,
Venderei queste parole per impazzire di fame
Di sete, di paura
Il sole sta sorgendo
E forse
Forse
Nel vedere la sua solitudine
Mi sento meno solo.
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xsottosopra · 8 months
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Lettera d'addio
le lacrime bruciano sulla pelle vista offuscata dai ricordi sangue tra le mani, è successo di nuovo questa notte non vedo le stelle mi mangiano l’anima demoni ingordi in questo mondo non mi ci trovo sarà colpa delle mie scelte sarà colpa delle battaglie perse non ce la faccio ad andare avanti in sere come queste si riaprono quei tagli vorrei bloccare quegli istanti cazzate fatte per piacere ad altri a cosa serve se dentro non c’è equilibrio? mi cerco tra le righe di questo libro tutto ciò che sembra infinito prima o poi finisce anche il fiore più bello prima o poi appassisce il freddo che c’ho dentro spesso mi incupisce cerco appigli nelle rovine cerco serenità ma trovo solo spine sono ciò che vuoi ma non ciò che scegli mi fa stare male più di quanto pensi a quelle promesse ci credevo mi trasmettevi tranquillità, ora solo gelo sbaglio, riprovo stavolta sul serio rinasco, poi muoio quanto costa il cielo se non dovessi farcela pensami quando lo guardi è li che voglio andare, già pronti i bagagli qui non lascio nulla, solo fantasmi non mi ascolti, mi senti a tratti perché dal male siamo così attratti? farsi male e poi guarire indole masochista il bello è solo una svista cerchi persone in vista a me perdi tra la mischia vado via senza fare rumore solitudine, autodistruzione
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la-novellista · 11 months
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Devi dirlo, dillo a tutti…
Cosa?
Che sei mia. Che ti senti mia. Sei roba mia. Che perdono il loro tempo. Di' loro che si rassegnino. Che se ne facciano una ragione. Mostragli la fotografia delle nostre anime abbracciate. Diglielo al mondo. "Sono sua". Digli così. Proveranno a conquistarti e s'inventeranno innumerevoli acrobazie. Tu goditi lo spettacolo di cabaret e sorridi. Poi digli che sei mia. Digli che non è colpa tua, né mia. Che sei mia. Perché sei nata mia. Ed io, io non ho bisogno d'inventarmi nulla. Sono tuo. Non è forse questa una bella realtà? Perché inventare? Sono tuo. Sei mia. Ci apparteniamo. Proprietà. Proprietà dell'anima. Non risulta su nessun cazzo di registro. Ma è quella che conta davvero. Del resto te ne fai nulla. Il resto è un'invenzione, una farsa, una commedia. La vita vera accade altrove. Accade dietro le quinte di questo schifo di teatro o, magari, sul tetto… Sotto un tetto di stelle, in un letto di luna, abbracciati ad un sogno.
Angelo de Pascalis
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sottileincanto · 8 months
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Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Erri de Luca
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scorcidipoesia · 8 months
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Sono tornata a Myrtos, si, e sento l'aria ancora tiepida e profumata di uva sferzarmi il viso ormai stanco e scolorito dallo smog della città.
Mi accorgo di essere ansante mentre cammino, non abituata all'aria fine e mi sento come un fiore tolto dal vaso.
Talvolta è come se io riuscissi a respirare solo la mia aria sporca.
Nel volo ho pianto tutte le mie speranze, e guardando fuori mentre l'aereo si lasciava indietro le nuvole pesanti,ho sentito come coltelli nella carne ..e nel tragitto per tornare nella terra dove ho seminato le mie visioni,mi hanno accompagnata, come un pianto senza lacrime, doloroso, intimo, taciuto, solo quelle.
Non ho trovato i piccoli voli che durante l'estate collegavano Cefalonia ad Atene, Zacinto e Lefkada, e nemmeno ho incontrato i turisti biondi con la pelle bianca bruciata dal sole nel piccolo aeroporto, la pista sul mare, tra i fichi d'india e gli oleandri attaccati ai muri di qualsiasi casa, macchie di colore.
Mi ha accolto l'isola cangiante nel suo cielo chiaro oggi, il blu indaco e viola ricordo delle giornate pigre di agosto.
Ho cercato con gli occhi lo zaino blu che nei miei deliri di debolezza e amore ho visto a terra accanto alle valigie estranee mentre ti attendevo nel sogno, senza sapere che anche la tua valigia sarebbe stata sconosciuta, da aprire, e non avrei mai saputo il suo colore.
Sento nell'aria il sale e l'odore delle erbe aromatiche che ancora resistono nel Mediterraneo, mi luccicano gli occhi mentre nel viaggio rivedo le acque trasparenti di questo luogo incontaminato e vero che non esiste da nessuna parte.
Finalmente sono tornata nella Proprietà Privata di Dio, finalmente ho intorno gli abiti di persone semplici che sorridono, finalmente rivedo i pergolati che questa estate erano coperti di glicini, finalmente i miei occhi ritrovano i mulini a vento sul monte Enos, le caprette pascolare libere, le olive lasciate a terra, e quelle che attendono la prossima raccolta.
Vedo anche un immenso colore giallo e arancio di limoni e arance che mi fanno male agli occhi.
E’ una gioia per me vedere arance sulle piante, mi viene sempre la voglia di arrampicarmi e rubarne , lo faccio sempre, e qualche volta mi spareranno dietro, ma anche oggi prendo un limone giallo sole e mi inebrio di un profumo che nessuno potrebbe riprodurre, nessun maledetto avido commerciante, stilista o profumeria potrebbe smerciare l'aroma di Myrtos.
Non si smercia la bellezza, l'integrità, l'anima delle cose, delle persone, sono doni intatti che non si imitano nè vendono,ne copiano. Brevetti che la natura ha creato unici. Inimitabili.
E ora i sassolini di Myrtos e il monte silenzioso che abbraccia le maree che si incontrano qui, con Itaca alle spalle, dove tutto è fermo nel sogno che non deve appassire, sfiorire, realizzarsi, io guardo ancora la schiuma fredda dell'inverno, e quell'aria forte che mi punge i polmoni malati di tubi di scappamento.Sento male agli occhi, per colpa dei colori, o forse è solo colpa mia che ho osato sfidare Itaka, incontrarla, visitarla, amarla.
E Itaka si è fermata, ha danzato in me, mi ha fatto l'amore, per poi allontanarsi nella sua distanza.
Tu, l'uomo dei sogni .. abbiamo fatto l'amore nudi nelle acque incandescenti delle notti di agosto, l'uomo che con me ha fatto la doccia di stelle mentre contavo i giorni, le ore.
Ho consegnato ai mirti tutti gli abbracci che non ho potuto darti.
Ho guardato per te quel turchese che mi ha fatto innamorare, e ora sei tu che guardi il mare per me.
Ora voglio che tu guardi il mare per me, ti incendi di rosso, voli, sei felice, vivi, non indugi in questa vita avara.
Sono coraggiosa, ora che apro le mani e ti consegno come nel Meltemi a tutte quelle che saranno le occasioni che avrai nella vita, le donne che amerai per un week end, le donne di una notte, l'amore dei tuoi ricordi, le tue note di musica.
La piccola donna che ha osato sfidare Itaka, che non è salita sul traghetto ma ha guardato ogni via, ogni ciottolo di Itaka, e da Antisamos ha visto andare avanti e indietro le vele degli altri, temerari come lei, che volevano sfidare il sogno.
Ora il sogno dolora, è una ferita di terra che mi rimane addosso insieme a tutte le cicatrici che ho sulla pelle come frontiere, ma so che a Itaka non tornerò perchè l'ho avuta dentro.
Ho gustato ogni suo odore e liquido di vino, nettare il frastuono che mi ha preso di te.
Ho tracciato il mio firmamento nelle carezze che il tempo mi ha regalato ma che si riprende, nella corsa della vita, ho visto i cieli scuri della notte nei tuoi occhi silenziosi mentre abbracciavo il silenzio.
Sei stato come il silenzio che ora mi fa piangere qui, da sola, mentre coi gabbiani guardo l'andirivieni delle onde.
Non si fermano mai, eppure io mi sono arresa, il viaggio mi ha spaventato.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista madreperle
coralli ebano e ambre
tutta merce fina,
anche profumi penetranti d'ogni sorta
più profumi inebrianti che puoi - dice Kavafis.
E io ho sfidato il tuo porto, ho trovato la tua quiete cosi calma rispetto alla mia furia, al mio rincorrerti furiosa di donna pazza ed impaziente.
Ho acquistato il gioiello prezioso ma pericoloso più raro che esista, l'amore, e ho provato a regalartelo aprendoti le mani, le righe del mio destino si sono aperte davanti a te, ho sfidato i venti nuovi della città, il mio cambiamento, ma mi sono sentita sola.
Più sola di come sono adesso, perchè ora intorno a me ho l'abbraccio del monte e la certezza del sole dell'inverno.
Vorrei prendere il traghetto che ora passa e raccoglie i pochi turisti che sfidano i sogni, salire e tornare a Itaka, itaka sfiorata.
Silenziose e calde le mie lacrime prendono il posto delle parole che non so più dire.
Vedo in lontananza il gioco di luce del Faro nella punta dove si incontrano i venti che deviano a Lixouri, e quei raggi sembrano pensieri positivi che provano ad arrivarmi, sentieri di direzioni da seguire, ma sono cosi stanca adesso che preferisco stare sdraiata nel freddo della spiaggia che è improvvisamente al buio.
Poche luci di case lontane, nessuno ha violato Myrtos. Nemmeno le auto oggi, e anche io sono scesa correndo e avevo le ali, ascoltavo Ignatiades e volavo.
Ma volavo a terra, farfalla zoppa di leggerezza, bambola caduta.
Il tramonto precoce mi scopre infeddolita, ma avevo freddo anche prima di arrivare qui, ho sentito tanto freddo.
Non ho ascoltato la frenesia dei venti dentro di te, l'ardore che non tace, mi sono spaventata di un fuoco che è bruciato presto e ora posso piangere.
Ora, ora che sono finalmente nella mia casa dell'anima posso finalmente gridare, e che importa se mi metterò a correre sulla spiaggia a piedi nudi, se piangerò, se mi strapperò gli abiti di dosso che hanno l'odore dell'inverno che mi porto dentro.
Che importa se qualcuno, pochi, mi guardano in questa solitudine che grida, ora posso finalmente piangere e spaccarmi le dita contro il muro della mia disillusione.
Ora, ora il sentiero che mi riporta in alto, sulla strada per Argostoli dove debbo salvarmi, mi dice che amore forse andrebbe solo sognato e mai incontrato.
Amore come una rete senza pesci, amore come un calcolo che non tiene conto del cuore, sono vuota come una bottiglia ferma che aspetta di partire nel mare, io stessa mi sono lanciata nel mare e voglio restare in balìa dei flutti ora.
Che importa se sono disperata, l'importante è che sia lucida, ora che il mondo mi è caduto addosso e brancolo nei suoi pezzi sporchi di quello che non volevo vedere, ora che le mie collane non brillano più e mi rimane l'opaco di una pietra consumata..ora che i miei fiori sono caduti fuori dal vaso..ora che non ho altari dove inginocchiarmi perchè non credo più in niente, ora forse la vita ha avuto la meglio con me, perchè scelgo di arrendermi, e arranco in alto, verso la strada che poi mi porta dove gli ulivi si inventano le ombre della notte.
Solo il silenzio e i campanacci delle mie pecore, adesso. Le stesse, che scendono e brucano la solitudine della prima erba del giorno, fresca di rugiada e silenzio, bagnata di stelle.
Ora che sono disperata sono in pace, perchè ho perso il turchese, e il sole non mi colora più, e le stelle possono piovermi addosso, non mi raffredderanno ancora.
Ho gelo dentro, e solo la stanchezza mi colora il viso di un colore che è triste, perchè io sono triste.
Non smetterò di sorridere, ma il mio mondo si è fermato, e ora non so quando riprenderà a correre, a lanciare appelli al cielo e alle navi che passano andando a oriente.
Non so dove andrò, mi è passata la speranza di guardare avanti.
Ho provato a vivere di presente, ma mi sono ritrovata nella prigione del disincanto e ho dovuto chiudere le ali.
Ora sono ancora a Myrtos, ma l'acqua non è di quell'azzurro così unico che sembrava inventato da un pittore alla ricerca di prospettiva.
Ora io non vedo niente.
Ora io sento solo il mio universo in frantumi, e sotto a questi pezzettini di gelo e vetro io galleggio e mi lascio andare, nella destinazione che ancora non c'è.
Torno in aeroporto. Di nuovo incontro il gregge che attraversa, e le rondini rimaste, e il cane Sagapò, e i campi di frutteti, e il rombo dei voli che vanno, nessuno resta a Myrtos.
Insieme a me partono i pochi in aeroporto, le hostess chiudono la postazione di lavoro e l'aeroporto si addormenta.
Nessuno viene a stuzzicare i sogni, arriverà l'estate per sogni nuovi e viaggi, e vele.
Sento la spinta del decollo e sto volando via.
Lascio alla mia terra dell'anima, il mio dolore che nasconderò.
Deve giacere qui, insieme al canto dei passeri il mattino, e ai bimbi che vanno a scuola camminando sulla mulattiera che scende a Poros.
I traghetti sono fermi, visioni danzanti di colori che partono ora attendono bussole, destinazioni, prenotazioni di vita.
A Myrtos lascio quello che sentivo dentro come un bambino a muoversi e bere il mio sangue.
E tutte le grandi visioni di infinito che appartengono solo a questa terra, ma io devo andare nella mia.
Mi aspetta una moltitudine di giorni da inventare, e parole da dirmi.
E ancora andrò avanti, a parlarmi da sola.
Tatiana Andena
Aug 10th, 2013
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ypsilonzeta1 · 1 year
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Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
Erri de Luca
Opera sull’acqua e altre poesie
Einaudi, 2002
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yomersapiens · 1 year
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I gusti sono gusti e per fortuna i tuoi sono pessimi.
Altrimenti col cacchio che saresti venuta a letto con me. Forse perché ti piacciono i cani e in un canile sceglieresti quello più malconcio e che sta lontano da tutti, messo in una gabbia a parte, con un cartello "non avvicinarsi", la spiegazione "morde", ma tu ti avvicini lo stesso e noti che non ha i denti, che sta steso gonfio sulla propria pancia, che ha un carattere di merda, si lava poco, non ha un lavoro ed è martoriato da non si capisce quante malattie e tu dici "voglio lui!". Quindi la colpa non è mia, o del metaforico cane. Io ho ottimi gusti. Scelgo bene a chi fare pena. Sei tu che devi farti vedere da qualcuno di bravo, per capire perché ti piacciono i casi umani canidi (caninidi? cinfolili?).
Mi piace mantenere un buon rapporto con le mie ex. L'altro giorno mi ha scritto una delle più recenti che evidentemente ancora mi rispetta per dirmi "Matteo, non sto bene, tu che sei esperto, cosa è meglio fare quando hai una potentissima diarrea?". Ho lasciato un ottimo ricordo non c'è che dire! Io e i miei mal di pancia costanti e le ore in bagno e le tappe obbligatorie in ogni wc pubblico. Sono diventato quello a cui pensi quando devi andare a cagare di continuo e in effetti non è che mi impegni molto a lasciare un ricordo diverso di me. Almeno un'altra mia ex mi scrive per farsi consigliare su dove andare a mangiare bene. La mia pancia (quella rotondità che litiga con la cintura) la coltivo con cura, scegliendo appositamente dove andare a riempirla e pensando sempre alle conseguenze. Dato che in ogni caso starò male allora deve valerne la pena. Non vado a mangiare in un localetto da quattro soldi per stare male allo stesso modo di un locale cinque stelle. Eh no. Quando sarò sulla tazza a pentirmi voglio ricordare la cura nell'impiattare le pietanze, la bellezza delle porzioni, i complimenti allo chef.
Questo approccio è lo stesso che ho adoperato per avvicinarmi a te. So che starò male e in qualche modo finirò per ore al cesso rannicchiato su me stesso ripercorrendo ogni istante degli errori commessi commiserandomi per aver abbandonato la tanta agognata solitudine che mi sono guadagnato in anni di allenamento risultando insopportabile ai più ma non a te che hai gusti pessimi e ti vuoi del male ma ecco, mentre starò sviscerando tutto questo dolore, penserò al tuo sapore e quel ricordo mi cullerà e sospirando mi ripeterò che ne è valsa la pena. Nonostante tu sappia di cane. Un pungente sapore di cane bagnato nascosto negli anfratti del tuo collo.
Ci sono un sacco di negozi vintage qua a Vienna. Uno dopo l'altro, hanno aperto senza alcun ritegno nelle zone più ricche della città. Si fanno chiamare vintage ma alla fine è tutta roba di seconda mano proposta con un nome diverso, più accattivante. Li vendono a prezzi esorbitanti perché così uno si convince che è roba di valore, eh certo, se costa un botto e la pro-zia Adelina ha smesso di indossarlo negli anni 90 dato che la stoffa le creava orticaria e adesso lo ritrovo a poche centinaia di euro sicuro è perché sono stato prescelto per portare avanti questa maledizione! Allora sto pensando di aprire negozi di terza, quarta e addirittura quinta mano. Dove si vendono vestiti lerci e luridi e messi malissimo, tenuti assieme per miracolo ma che almeno costano il prezzo giusto. Una sciocchezza. Sempre a causa dei tuoi gusti pessimi però, so che entreresti e compreresti tutto. Ma proprio tutto anche la merce più scandalosamente rovinata dal tempo, tipo me. Davvero guarda io fossi in te mi darei alla religione perché solo Gesù può salvarti a questo punto.
Ho messo a dieta Ernesto e per proprietà transitiva mi sono messo a dieta anche io. Che poi non è che sia più tondeggiante del solito, sono solo flaccido. Come quando prendi l'impasto per la pizza che ha lievitato per un sacco di ore e lo sbatti sul tavolo per stenderlo. Sotto l'impasto il tavolo c'è ed è bello duro a manifestare la sua esistenza. Sotto la mia panza ci sono gli addominali, o quello che resta di loro, vorrei dire che sono pure belli duri come il tavolo nominato in precedenza ma no, esistono e mi aiutano molto con i mal di pancia, nel renderli più intensi ed esplosivi. Ernesto è a dieta ma mica mi sono assunto la responsabilità di questa decisione, eh no, col cazzo. L'ho portato nella casa vacanze e al momento della consegna ho detto "Se notate che è di cattivo umore è perché da qualche settimana l'ho messo a dieta (mentivo), gli do solo una scatoletta al giorno (bugia) e siccome riceve pochissimo da mangiare (falsità) ora è più aggressivo del solito (menzogna, è sempre aggressivo) ma se guardate bene si vedono già i primi risultati (palla suprema)!!!". La seconda famiglia di Ernesto, ragazzi buoni come il pane tra cui pure la mia ex che si fida dei miei consigli su i ristoranti, hanno assecondato questa richiesta ed Ernesto è stato messo a dieta da loro, perché io col cazzo che voglio stare vicino a lui quando non mangia abbastanza. Già quando ha lo stomaco pieno non fa altro che picchiarmi e bullizzarmi, figurati con lo stomaco vuoto. Sicuro inizia a offendermi e a dirmi cose vere quanto cattive tipo "Stai diventando calvo. Si vede, inutile che ti fai biondo" e io gli dovrei rispondere che lo so ma tanto finché esistono persone come te, che hanno gusti pessimi, a me che me ne frega di restare bello? È uno sbattimento assurdo e io voglio decadere in santa pace come mi merito, come un palazzo antico che non vale la pena ristrutturare e tanto sarà abbattuto per fare posto a un centro commerciale pieno di negozi vintage.
Ogni volta che vado al locale siciliano passo davanti a un punto specifico dei musei d'arte viennesi. Vicino a un semaforo, in uno spiazzo largo a sufficienza, c'è sempre un ragazzo su pattini a rotelle che indossa una mascherina e una felpa con cappuccio nera e che non fa altro che pattinare, tutti i giorni. La prima volta che l'ho notato ho pensato "Che strano, non è nemmeno bravo eppure sta in mezzo alla gente a pattinare e tutti lo possono guardare". La seconda volta ho detto "Ancora qua! Scarso come ieri ma bravo che prosegue!" e così fino alla terza, alla quarta e pure all'ottava volta. Ora quando lo incontro per me non è più un ragazzo a caso che si copre di ridicolo mettendosi in pubblico a fare evoluzioni discutibili su i pattini, no, lui per me è il ragazzo che pattina. Un vero pattinatore. Un assiduo utilizzatore di uno specifico marciapiede con le sue rotelle. Lui per me è il pattinaggio. Io sono diventato scrittore allo stesso modo. Nessuno mi ha mai chiesto di farlo e anzi, il più delle volte avrei fatto meglio a lasciare perdere e invece non ho mai smesso e ora devo andare avanti perché ho convinto pure della gente a darmi retta e a credere in me. Venerdì ho il primo incontro per discutere del libro con cui ho vinto il concorso. Sono emozionato tanto quanto spero sia emozionato il ragazzo che pattina ogni volta che ci incrociamo e gli faccio un segno di approvazione con la mano.
Guardo molto le mani delle persone. Quando tremano mi domando perché lo stiano facendo, se se ne rendono conto o è qualcosa che non riescono a controllare. Se dietro ci sono anni di alcolismo o problemi neurologici. Freddo, nervosismo. Averti guardato negli occhi per più di cinque secondi.
Dicono che il tempo curi ogni cosa ma non è vero. Con il tempo semplicemente dimentichi. Le cellule del tuo corpo che contenevano determinati ricordi muoiono e vengono sostituite da cellule vuote da sovrascrivere come meglio credi. Bisogna aspettare. Ci si può allenare e incidere le cellule nuove con ricordi vecchi, è un processo simile a quel gioco che si faceva da bambini, dove sussurravi nell'orecchio di un altro bambino una frase e lui a sua volta ripeteva quello che aveva capito a qualcun altro e così via finché non si arrivava alla fine del telefono senza fili e il risultato era qualcosa di simile alla parola iniziale ma completamente diverso. Ecco, puoi fare lo stesso con i ricordi, quando vedi che stanno morendo perché il tempo è passato e le cellule non ce la fanno più. Puoi ricalcarli a mano sulle nuove cellule e modificare alcuni elementi per modernizzarli o renderli meno spigolosi, le linee forse saranno più definite e i dialoghi meno vaghi, più essenziali. Potrai anche rivedere che dolori travasare in questa stesura, se vuoi tenere gli stessi o alcuni lasciarli indietro e idealizzare maggiormente il passato. La formula del diario, questa formula che uso spesso quassù, fa proprio questo. Non sono post o episodi del podcast, sono cellule contenenti ricordi che lascio come insetti cristallizzati nella giada. Se lo faccio è perché non voglio che il tempo ammazzi qualcosa di importante.
Ma tanto sappiamo che alla fine vincerà lui: l'onnipotente tempo. Capace di trasformare uno scarso pattinatore in un professionista olimpionico. Un ossessivo paranoico in un mezzo scrittore. Dei vestiti inguardabili in una nuova fonte di introiti. E che vinca pure il tempo, io ho altro da fare, tipo continuare a peggiorare per vedere fino a dove sei disposta ad arrivare con i tuoi pessimi gusti che tanto devo ricordarmi di ringraziare nelle prossime cellule che mi troverò a incidere.
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