Carla Accardi (Italian, 1924-2014), Bianconero su turchese [Black and White on Turquoise], 1960. Casein tempera on card laid on canvas, 46.5 x 67.8 cm.
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Carla Accardi 1958
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Carla Accardi, Assedio rosso n. 3, 1956
VS
Junya Ishigami, Forest Kindergarten, Rizhao | Shandong, China, 2015–2022
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Carla Accardi - Nerobiancorosso (Nerobianco) 1995
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" La donna non ha contrapposto alle costruzioni dell'uomo se non la sua dimensione esistenziale: non ha avuto condottieri, pensatori, scienziati, ma ha avuto energia, pensiero, coraggio, dedizione, attenzione, senso, follia. La traccia di tutto ciò è sparita perché non era destinata a restare, ma la nostra forza è nel non avere nessuna mitizzazione dei fatti: agire non è una specializzazione di casta, ma lo diventa mediante il potere a cui l’agire viene indirizzato. L’umanità maschile si è impadronita di questo meccanismo la cui giustificazione è stata la cultura. Smentire la cultura significa smentire la valutazione dei fatti in base al potere.
La maternità è il momento in cui, ripercorrendo le tappe iniziali della vita in simbiosi emotiva col figlio, la donna si disaccultura. Essa vede il mondo come un prodotto estraneo alle esigenze primarie dell'esistenza che lei rivive. La maternità è il suo “viaggio”. La coscienza della donna si volge spontaneamente all'indietro, alle origini della vita e si interroga.
Il pensiero maschile ha ratificato il meccanismo che fa apparire necessari la guerra, il condottiero, l’eroismo, la sfida tra le generazioni. L’inconscio maschile è un ricettacolo di sangue e di paura. Poiché riconosciamo che il mondo è percorso da questi fantasmi di morte e vediamo nella pietà un ruolo imposto alla donna, abbandoniamo l’uomo perché tocchi il fondo della sua solitudine. "
Carla Lonzi, Sputiamo su Hegel.
(Libro elettronico; 1ª edizione: casa editrice "Rivolta Femminile", 1970)
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Carla Accardi (Italian, 1924–2014), Grigio azzurro, 1963, 29,2 x 17,1 cm
178 notes
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Carla Accardi, Verde, 1974
varnish on sicofoil
30 x 30 inches (76 x 76 cm)
SW 18048
Private Collection
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Carla Accardi , Viola-rosso 1964
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segni rosa n. 2, carla accardi (1967)
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Carla Accardo - Favoloso su nero (1959)
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Carla Accardi (Italian, 1924-2014), Untitled, 1990. Vinyl painting on canvas, 60 x 80 cm.
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Carla Accardi, Biancorossonero, 1957
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Immaginazione aurea
Artisti-orafi e orafi-artisti in Italia nel secondo Novecento
Catalogo a cura di Enrico Crispolti
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2001,176 pagine, 300 ill.colori, 23x28 cm., ISBN 9788882153014
euro 30,00
Mostra Ancona - Mole Vanvitelliana 21 aprile - 29 luglio 2001
Opere di: Carla Accardi, Afro, Getulio Alviani, Mario Ballocco, Renato Barisani, Aldo Calò, Carmelo Cappello, Eugenio Carmi, Pietro Cascella, Alik Cavaliere, Mario Ceroli, Bruno Ceccobelli, Riccardo Dalisi, Lucio Fontana, Omar Galliani, Lorenzo Guerrini, Edgardo Mannucci, Eliseo Mattiacci, Fausto Melotti, Bruno Munari, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Mimmo Rotella, Emilio Scanavino, Ettore Sottsass jr., Daniel Spoerri, Mauro Staccioli, Vladimiro Tulli, Giulio Turcato, Giuseppe Uncini, Luigi Veronesi e molti altri.
Attraverso la ricostruzione dell'attività dell'oreficeria italiana nella seconda metà del XX secolo, il volume mira a rompere l'usuale schema bipartito di artisti-orafi e orafi-artisti, istituendo un confronto aperto e paritetico tra le opere d'oreficeria realizzate da artisti plastici oppure da artigiani orafi. I più interessanti maestri della scultura contemporanea e dell'oreficeria in Italia, presentano le forme loro suggerite dall'immaginazione e dalla fantasia, nelle prezione materie dell'oro e dell'argento. Nel lavoro sull'oro (ma in realtà è in gioco una vasta gamma di materiali), ciascuno riversa le proprie esperienze e le proprie sperimentazioni: per l'artista l'impegno nell'oreficeria non è mai un trasferimento di ricerche già elaborate, ma l'occasione di una nuova e affascinante avventura espressiva; per l'orafo si tratta di portare intenzionalmente la propria realizzazione a un livello di elaborazione di valenza anche plastica.
02/06/22
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Carla Accardi - Gira il sole. 2012
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Carla Accardi, Segni rosa, 1967
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