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#bilbolbul
cinemadetectives · 9 months
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Exploring the New World of Chris Reynolds by Emilio Cirri (interview from 4 March 2020 - Lo Spazio Bianco) - "Chris Reynolds was one of the most awaited authors at BilBolBul 2019. We therefore took the occasion to discover his work, his career and his future plans..." (read more here)
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luisamiller · 1 year
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Amandovolo
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Cake from the Marche region made with almonds, bitter almond extract, dark chocolate, honey, vanilla, orange zest, cream, eggs, butter and sugar.
Zuccotto
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Florentine semi-frozen dessert made with ricotta gelato, gelato alla crema (gelato made with vanilla, eggs, milk and sugar), dark chocolate gelato, Alchermes (Italian liqueur made with rose water, vanilla, cinnamon, cloves and coriander), orange liqueur, rhum, Cognac, candied citron, candied cherries, cocoa, eggs and sugar.
Torta di zucca gialla
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Cake made with squash, almonds, cinnamon, breadcrumbs, milk, eggs, butter and sugar.
Dolce Torino
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Emilian cake made with ladyfingers, hazelnuts, dark chocolate, vanilla, Alchermes, eggs, butter and sugar.
Torcolo
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Umbrian ring-shaped cake made with extra-virgin olive oil, milk, eggs, butter and sugar.
Torta Bilbolbul
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Cake made with cocoa, candied orange zest, cinnamon, milk, eggs and sugar.
Zuppa inglese alla romana
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Roman sponge cake made with Italian meringue, Alchermes and crema pasticcera (Italian custard).
Dolce Firenze
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Florentine cake made with stale bread, raisins, pine nuts, lemon zest, milk, butter and sugar.
Pan Ducale
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Abruzzese cake made with almonds, wholegrain flour, candied citron, orange zest, cinnamon, dark chocolate, eggs and butter.
Attorta
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Cake from the city of Spoleto made with apples, raisins, hazelnuts, walnuts, Alchermes, extra-virgin olive oil, breadcrumbs, lemon zest, eggs and sugar.
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frederikpeeters · 3 years
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https://bilbolbul.net/BBB21
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hollow-press · 6 years
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Hollow Press is proud to announce the first exhibition at the career of the iconic underground artist Mat Brinkman,
probably the most influential underground comic artist of last twenty years,
in collaboration with BilBolBul 2018, will be exhibited at the prestigious Pinacoteca of Bologna.
Will be exhibited about 70-80 pieces from Michele Nitri's private collection, one of the hugest Brinkman's collection in the World,
with pieces able to show almost every step of the crazy artist career.
Begin to book your flight to visit the exhibition and not miss this unique event!
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stefanowpasquini · 2 years
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#Untitled #8 #December #2021 #RikkeVilladsen #BilBolBul #Bologna (at Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna) https://www.instagram.com/p/CXOnL6zobJy/?utm_medium=tumblr
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klubzin · 7 years
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klub zin will be at URCA Festival in Bologne starting next week along with Magdalena Rzepecka and some stuff by XUH and Anka Waćkowska! i will also be taking part in some of the events, so come by and say hi :^)))
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Profumo di cannella e cornici rosse che illuminano una domenica grigia. #bilbolbul #duemiladiciassette #hamelin #bologna (at Hamelin associazione culturale)
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yesiamdrowning · 6 years
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Bologna.
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Da più di vent’anni ho amici che vivono a Bologna. E da vent’anni sono sempre stato uno di quelli che “fortunato te che vivi a Bologna”. Sarà che quand’ero al liceo e poi all’università qualcuno ha detto pure a me che Bologna è la Londra italiana, ci sono rimasto sotto. Le prime volte non badavo neanche alle risposte che mi venivano date. Poi iniziai a notare dei sospirosi “eh già” e infine, quando ai party selvaggi si sono sostituite le cene a casa, ho incominciato a chiedere a bruciapelo: spiegami, perché Bologna continua a piacere così tanto! Qualcuno, sorpreso, mette assieme qualche motivazione, mentre continua a imboccare un marmocchio o trascina il cane giù dal divano: perché è pieno di belle ragazze, è la versione dei perenni latin-lover; perché c’è gente che sa vivere, è la versione dei nottambuli; perché ci sono i portici e si può uscire anche quando piove, è la versione degli urbanisti. Qualcuno, più impegnato, mi dice: perché è una città a misura d’uomo. Qualcuno, più onesto con se stesso, mi dice: perché vengo da Pescarolo. A pensarci, anche Padova è a misura d’uomo e anche a Modena si mangia un gran bene, anche i romagnoli sanno decisamente come vivere, e pure Treviso ha i suoi portici sotto cui passeggiare, e le ragazze di Macerata o di Livorno mi pare che non abbiano nulla da invidiare alle bolognesi - tra l’altro difficilissime da scovare tra migliaia di universitarie fuori-sede. Capitolo a parte meriterebbe poi tutto il sud dell’Italia in blocco. Nessuna di queste città, tuttavia, raccoglie il plebiscito di simpatia che tocca a Bologna. E questo mi sembra il primo dato su cui riflettere. Una spiagazione è forse, per così dire, di natura logistica: “importante snodo ferroviario”, come si impara a scuola, per Bologna passa più gente che per le altre città e quindi ci sono più ricordi e anche più leggende. Ci sono quelli che hanno fatto il servizio militare lì, nel terzo artiglieria, quelli che c’hanno incontrato l’esperissima Isotta, quelli che c’hanno iniziato il Dams e hanno finito per baraccare alle feste degli universitari fino a trent’anni, quelli che ci sono andati per un concerto al Covo ma hanno tamponato in via Stalingrado e sono finiti al Freakout (e vi assicuro che sono due esperienze totalmente diverse), quelli che hanno assistito al live dei Mr. Bungle all’Estragon nel 1996 “senza sapere che ci fosse Mike Patton”, quelli che hanno perso la coincidenza per Venezia Mestre, o che hanno fatto una sosta obbligata perché salire verso il nord è un’anabasi estenuante e una trattoria bolognese è un buon modo per sopravvivere e per rimanere ancorati alla genuinità prima di soccombere nei ritmi industriali. Poi ci sono le parole, o meglio parole-simbolo che alimentano miti godereccio-gastronomici: “tortellini” suona dieci volte di più allegro di risotto allo zafferano o fonduta o abbacchio e anche “lambrusco”, per quanto sia uno dei vini a più alto rischio-sbratto che ci siano in giro, è una parola più allegra e musicale di chianti o nero d’avola. Lo senti e immagini già una tavolata in taverna con Guccini, Dalla e Vecchioni che cantano Porta Romana. Allora perché non vivo a Bologna? La prima risposta che mi viene è questa: perché dove vivo in poco più di tre anni sono riuscito a crearmi un microcosmo di affetti e abitudini, mi sono creato un bozzolo e mi ci trovo bene dentro. Tante volte, anche per motivi lavorativi, mi sono chiesto se, potendo trasferire questo bozzolo, andrei a vivere a Bologna ma finisco sempre per dirmi che se fossi in grado di andare là, probabilmente potrei vivere indifferentemente a New York, a Sydndey o a Parigi. E se approfondisco la mia riflessione, concludo che tutto sommato questo bozzolo preferisco tenerlo dove sta. Perché? Un po’ perché mi sono affezionato ai portici della mia città, più affettuosi, più casalinghi dei larghi splendidi portici di Bologna e un po’ perché mi inquieta tantissimo una cosa: se tolgo quelle mie amicizie bolognesi da vent’anni, conosco ragazzi che in cinque anni di Bologna hanno stretto rapporti con tre persone in croce. Perché se è la Londra italiana (forse) per i pregi, lo è (senza dubbi) anche per i difetti; magari non per lo smog ma sicuramente per i rapporti mordi e fuggi. Ci sono ragazze/i che si sono fatti “½ città” da così tanti anni che a quest’ora Bologna dovrebbe avere 6OO mila abitanti. Ci sono occasioni in cui vai a una serata e incontri un tuo amico di Catania ma non incontri gli amici di Bologna. Sono anni che passo per la piazza sotto casa di un’amica: non ci siamo mai incontrati per puro caso, mentre una volta ho incrociato Michael Amott dei Carcass in via Rizzoli. C’è una tradizione che preme sulla città ed è una tradizione campagnola, quella saggia, che raccoglie raffinati e semplici, cattolici e comunisti, che nel corso degli anni, si è evoluta, si è educata e alla fine si è assuefatta alle civetterie, sotto gli occhi di tutti.  Se arrivi da fuori, dopo pochi passi percorribili a piedi o con i mezzi pubblici in costante movimento di giorno e notte, puoi rimanere meravigliato dalle vecchie stradette del centro storico dove è difficile trovare altrove un’operazione così meticolosa di restauro cittadino; puoi sorprenderti dell’umanità delle piazze nel rione della Bolognina, puoi lasciare il cuore sul menù dell’Orsa, o nella granita al pistacchio di via Mascarella e nel vicino Modo (definirla libreria è riduttivo); ma se ci nuoti un po’ puoi restare sorpreso di quanti bolognesi siano solo meri osservatori per poi postare foto e commenti su Facebook a mò di Tripadvisor o giornalino d’istituto mentre puliscono le loro Vans per il prossimo concerto dove “bisogna esserci”. Ecco, Bologna è la città-orgia degli eventi ai quali bisogna presenziare: la mostra dedicata a Bowie, il concerto dei Converge e almeno 1O concerti l’anno come quello dei Convege, un tempo il Decadence ora il College Party (stesso posto, livello culturale anche), il Bilbolbul, l’I-Days, il Biografilm, le serate al Cassero, eccetera. Un tempo si diceva “Bologna è la città-vetrina dei comunisti”. Certamente, una città-test dove i comunisti hanno sfoderato una certa efficienza accompagnata da una buona dose di fortuna dettata dal contesto: a Milano o a Torino penso che i comunisti non sarebbero riusciti a fare nessuna vetrina. Peccato che a furia di allestire questa ventrina abbiano finito per confondersi con i manichini. Tant’è che adesso mentre a Faenza puoi trovare locali che non servono Coca Cola come gesto politico e altrove che reinvestono parte dei guadagni invernali in eventi gratuiti estivi (concept usato in verità da 11 anni dallo Zoo di Bologna con l’Handmade, che però non si svolge a Bologna ma vicino Reggio) Bologna sembra sempre più “la settimana di qualcosa” in formato mignon, dove uno spritz che costa meno di 5€ è sempre più difficile da trovare - persino in posti storicamente “contro”, come il TPO. Una forma di sottile infighettimento a me profondamente sgradita. Allora mi accorgo di essere affezionato più all’idea (accumulata negli anni) che ho di questa città che a come realmente è.
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cinemadetectives · 4 years
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The Golden Age - Part Two (L’eta d’oro booklet, Bilbolbul 2019) by Chris Reynolds (from cld_mgn)
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laurakazmeier · 4 years
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Research: Dappled Light in Art
After finding the previous article, I looked for more art featuring dappled light. I thought this could give me more ideas for experimentation. I found a couple artists online through simple searches and also immediately thought of Joaquin Sorolla, as I’ve been to an exhibition of his and remembered him being known as ‘the Master of light.’ I also remembered a print I’d seen a while ago on Pinterest, and with some specific google searching I was able to find it again - la Porta Oriente by Vittorio Giardino. 
I found it interesting to see how a few artists have portrayed this idea, mentioned in my earlier research on dappled light, about how the light becomes an immersive experience and envelopes us. All of these scenes are also quite serene, they have a positive tone and some seem lively. 
'La Porta D'Oriente' by Vittorio Giardino
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Zhu Yiyong
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Joaquin Sorolla, Sewing the Sail, 1896
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Claude Monet, Garden Path, 1901
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Claude Monet, The Olive Grove in the Moreno Garden, 1884
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Nikolay Petrovich Bogdanov-Belsky, Birthday Teacher, 1920
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Laurent Parcelier, 1962 - found this artist through Pinterest
fantastical drawings, looks real but almost surreal, cartoon like, exaggerated, really beautiful lively bright portrayal of light, makes the scene seem so alive and exciting.  
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Sources: 
https://www.catawiki.com/l/16270099-giardino-vittorio-2x-lithographs-la-quiete-and-serenita
https://fineartamerica.com/featured/dappled-light-amy-vangsgard.html
https://willkempartschool.com/sorolla-museum-exhibition/
https://drawpaintacademy.com/dappled-light/
https://www.collater.al/std-bilbolbul-festival-internazionale-di-fumetto/
https://www.tuttartpitturasculturapoesiamusica.com/2013/08/Laurent-Parcelier.html
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spinebookstore · 4 years
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#FUORIFASE è un gruppo di lettura online creato insieme ad Hamelin associazione culturale @hamelinassociazioneculturale / @bilbolbulfestival di Bologna. Si chiama "Fuori Fase" perché è così che ci sentiamo in questo periodo, e ne parliamo a partire da #libri, #fumetti, #film e da tre #verbi che raccontano il presente: abitare, uscire, aspettare. 3 incontri online su Zoom, per 5 titoli selezionati sulle tre parole. Ogni incontro costa 20 euro, e c'è uno sconto per chi li segue tutti e tre e sui libri che fanno parte delle bibliografie. ✎ Info e dettagli sulla nostra pagina Facebook (LINK IN BIO) ✎ Qui trovi il modulo di iscrizione: https://bit.ly/3gmb0UI Progetto grafico di Lorenzo Ghetti @il.ghetti . . 🗨️ HAMELIN Associazione Culturale. Creata a #Bologna nel 1996, Hamelin è un’associazione culturale che mette in relazione promozione culturale e vocazione pedagogica, lavorando in particolare con bambini e adolescenti attraverso la letteratura, il fumetto, l’illustrazione e il cinema. Hamelin organizza percorsi di lettura e laboratori di fumetto per le scuole, conferenze e corsi di aggiornamento per insegnati, bibliotecari e genitori, mostre e progetti didattici. Cura inoltre il progetto nazionale di promozione della lettura “Xanadu. Comunità di lettori ostinati”, la rivista “Hamelin. Storie figure pedagogia” e BilBOlbul Festival internazionale di fumetto. via Zamboni, 15 40126 Bologna (BO) . . ##spinebookstore #Spine #Bari #Puglia #Italia #libri #fumetti #autoproduzioni #smallpress #albiillustrati #microproduzioni #editoria #edizioni #italiane #estere #stampe #graphicnovel #illustrazione #arte #poster #bookshop #booklovers #illustratedbooks #indipendente (presso SPINE Bookstore) https://www.instagram.com/p/CAwz4yFAaBI/?igshid=tcstkse2lv8w
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Non solo Zerocalcare
Si è da poco concluso Bilbolbul, festival internazionale del fumetto, e vogliamo approfittare di questa occasione per farvi conoscere un po’ meglio le ricche dotazioni di fumetti per adulti delle nostre biblioteche, collezioni che vengono costantemente incrementate ed in cui potete trovare anche le più recenti pubblicazioni.
Dal nostro precedente percorso di lettura sulla graphic novel - termine inglese con cui ci si riferisce a storie illustrate a cavallo tra la narrativa ed il fumetto, solitamente indirizzate al pubblico adulto – è passato qualche anno, e nel frattempo molti autori del genere sono diventati sempre più famosi.
Primo fra tutti Zerocalcare, a cui dobbiamo sicuramente il merito di aver “sdoganato” il fumetto.
Ed ecco, fra i nostri scaffali:La scuola di pizze in faccia del professor Calcare
- pubblicato il 21/10/2019 e già esaurito presso l’editore e  Kobane calling
, in cui l’autore ci narra dei suoi tre viaggi in Turchia, Iraq, Siria, “per documentare la vita della resistenza curda in una delle zone calde meno spiegate dai media mainstream. Zerocalcare realizza un lungo racconto, a tratti intimo, a tratti corale, nel quale l'esistenza degli abitanti del Rojava  emerge come un baluardo di estrema speranza per tutta l'umanità.”
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Dalla sua Profezia dell’Armadillo è stato tratto, lo scorso anno, anche l’omonimo film:
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Fra gli autori nostrani la nostra preferenza va però a Gipi, uno straordinario autore, un poeta del disegno, non a caso il primo in assoluto ad esser stato candidato al prestigioso premio Strega. Le sue opere hanno ottenuto riconoscimenti a livello mondiale. Fra di esse citiamo: La terra dei figli, in cui «Gipi ci mette di fronte a situazioni estreme, barbariche, primordiali.... non troverete risposte facili, nei suoi libri, ma pagine forti, dove ogni pagina è disegnata come fosse l’ultima. E in fondo a tutto c’è la nostra faccia, senza lifting, con tutte le sue rughe» - Paolo Rumiz, La Repubblica; Appunti per una storia di guerra, Il libro che ha lanciato Gipi tra i grandi nomi della scena internazionale del fumetto, con il riconoscimento del Prix du Meilleur Album al Festival di Angoulême 2006 ed Esterno notte.
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Gipi è anche autore di cinema. La sua ultima opera, Il ragazzo più felice del mondo, scritta, diretta ed interpretata da Gipi stesso, è stata presentata nella sezione "Sconfini" alla 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. E’ una storia vera e incredibile, meta-documentario e commedia autoriflessiva sul senso della fama, divertente e sospesa tra sincerità e furbizia.
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Fra i pochi fumettisti noti anche a chi di fumetti è quasi completamente a digiuno, Marjane Satrapi, l’autrice iraniana del long-seller autobiografico Persepolis: pubblicato nel 2000 e tuttora in vetta alle classifiche, divenuto anche film d’animazione, è considerato uno dei più importanti fumetti contemporanei, nonché uno dei 100 libri più rappresentativi del Ventunesimo secolo (secondo il Guardian). Persepolis parla dell’Iran e di come la sua gloriosa tradizione culturale sia stata messa in crisi dal suo passato recente, segnato dall’ascesa di regimi repressivi. Il progressivo e sanguinoso deterioramento delle libertà individuali è raccontato attraverso le vicende della famiglia Satrapi, di alta estrazione sociale, grande apertura mentale ed orientamento politico decisamente progressista.
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Diversamente dalla Satrapi, che scrisse fumetti solo per un breve periodo della sua vita, Manu Larcenet è un autore molto prolifico, a cui dobbiamo un capolavoro come Blast,  la storia di un vagabondo perseguitato dalla polizia e, soprattutto, da inquietanti turbe interiori. Un racconto oscuro di 800 pagine che indaga i risvolti più inquietanti della solitudine e della malattia. Oppure il delizioso  Faremo senza, una riflessione profonda e allo stesso tempo scanzonata sul senso della vita, che invita il lettore a un corpo a corpo con le proprie mancanze e i propri timori  «Leggere Manu Larcenet significa confrontarsi con uno dei corpus più significativi del fumetto contemporaneo. Diciamolo pure: Larcenet è uno dei grandi autori dei nostri tempi.» - Fumettologica.
Un romanzo storico in forma di fumetto?  Berlin di Jason Lutes, trilogia centrata sul declino della Repubblica di Weimar e l’ascesa del Nazismo. Lutes ha, col suo lavoro mastodontico, fatto di lunghissime ricerche in loco e nelle biblioteche, aperto nuove strade alle graphic novel americane: “Berlin ci parla come mai nessuno aveva fatto della Storia, quella con la S maiuscola, che ha forgiato le radici del nostro presente, a metà tra il documentario perfettamente ricostruito e un appassionante romanzo fiume con al centro personaggi vivi e credibili”.
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Fra i più prestati di quest’anno, anche Blankets, di Craig Thompson e Fun Home di Alison Bechdel, due opere autobiografiche vincitrici di numerosi premi e  considerate fra le migliori graphic novel dopo il 2000.
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In  Blankets  Craig Thompson parte dalla sua infanzia nel Wisconsin per raccontarci la sua vita familiare e il suo rapporto con la religione, fino ad arrivare all'incontro con Raina: l'amore esplode allora con tutta la sua forza, sorprendendo il protagonista e coinvolgendo i lettori in un fiume di emozioni tanto appassionanti quanto letterariamente mature.
Fun Home, oltre alla trama che segna un ulteriore svolta intimista, sperimenta delle soluzioni visive davvero innovative come un utilizzo assolutamente originale dello “spazio bianco” tra le vignette.
Chiudiamo questa breve carrellata con un altro autore italiano, Leo Ortolani, autore del famoso Ratman. La sua ultima pubblicazione , Cinzia, è un libro che tratta di un tema sensibile come la transessualità. Una graphic novel che ci insegna ad accettarci per quello che siamo, senza avere paura del giudizio altrui, consapevoli che questo può portarci su una strada più tortuosa ma inevitabile per rimanere onesti con noi stessi. 
Per capire come i fumetti non debbano più esser considerati un genere di nicchia, in cui imperano solo i supereroi, ma affrontino la vita in ogni sua sfaccettatura, come ogni altro romanzo. E forse, addirittura, in modo anche più incisivo. Che ne pensate, voi?
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elniboristo · 6 years
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145. Stefano Ricci & Pasquale Mirra - Teatro San Leonardo Bologna, 13.11.2017
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nicoladagostino · 7 years
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Videointervista a tre giovani ma già bravissimi artisti del collettivo bolognese Brace, protagonisti di una delle Mostre Off a BilBOlbul 2017: A volte qualcosa si rompe - YouTube)
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justindiecomics · 7 years
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berliac · 5 years
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