Tumgik
#bel casino
Text
Ho voglia di piangere, ma anche di scopare, di vivere e di dormire. Ho voglia di nuove avventure e di coltivare legami vecchi di anni. Ho voglia di crescere e di restare bambina per sempre.
26 notes · View notes
romaritimeharbor · 4 days
Text
Tumblr media
freminet slides a binder, its pages neatly organized, in your direction. "this— this is a list of addiel's works in progress. you can take a look at them. i, um, don't think they would mind."
✧— GENSHIN IMPACT.
[angst to fluff] wanderer & child!reader, who he tried to care for back when he was the balladeer.
[fluff to angst with no comfort] xianyun & reader (age changes throughout the length of the fic), who xianyun adopted and raised as her own, but they are not immortal and she is. they are unbothered by their mortality, but less than a hundred years was hardly enough time for their mother. she knew that they would leave one day, but that does not make it any easier.
[ambiguous genre] kazuha & reader, in which kazuha cannot help but see his old friend in his new one, and it frightens him. he does not wish to replace that which he has lost, but he also wishes to stay forever, clinging to the glimpses of what once was.
[fluff and comfort, with minor silly elements] arlecchino & reader, in which they are worried that the knave does not view them as one of her own, meanwhile the knave has readily accepted them as another one of her children and is blind to their internal agony.
[trauma recovery, ambiguous genre] diluc & reader, who stumbles upon the ragnvindr's doorstep, injured and alone. though he really only intended to care for them until they were well again, it seems he has gotten quite attached.
[hurt/comfort, angst] arlecchino, la signora & child!reader, in which one of arlecchino's children has grown quite fond of the fair lady and does not understand why she has not come to visit for some time now.
[fluff] xianyun & teen!reader, who is akin to tokito muichiro from demon slayer and is a prodigy in swordsmanship.
[hurt/comfort] neuvillette, furina & reader, who is neuvillette's biological child and is therefore immortal. when death finally grips furina, snatching her away from them, they do not know how to cope with the grief other than by hiding away.
[hurt/comfort] navia, kaveh, faranak, lyney, and lynette & teen!reader, who is kaveh's adopted child. an unexpected encounter with miss furina herself during a magic show leaves them distraught and blindly running through the streets of fontaine in a poor attempt at escaping from her vile presence.
[hurt/comfort] zhongli, baizhu & adeptus!teen!reader, who is azhdaha's child but was raised by zhongli. zhongli lied and now has no choice but to endure his little one's rage upon discovering the truth. baizhu aids in calming them down as he treats a wound they attained.
[fluff] pantalone & younger sibling!reader, who runs the most successful chain of casinos in teyvat. though one may argue that his sibling is far bolder than he, the regrator himself is amused and enamored by how utterly alike they are to him.
[hurt/no comfort] pantalone & younger sibling!reader, who was separated from him for over two decades and is extremely disappointed in the person the brother they once adored grew up to be.
[fluff, inspired by the male lead's little lion daughter] pantalone & child!reader, who he adopted after being victim to arlecchino's relentless talks of her children and wondering what that kind of love might feel like. they're a little cold on the trip back to snezhnaya, though.
[ambiguous genre] venti & reader, in which they wonder if they and their best friend are together in every universe.
✧— HONKAI: STAR RAIL.
[hurt/comfort] welt yang & teen!reader, who is the newest member of the astral express and does not have a great relationship with their biological family. when they are up in the middle of the night, wandering absently to the express' kitchen, he knows something is wrong.
[hurt/comfort] kafka & reader (implied to be teen!reader), who has a nightmare that she is more than happy to help with. her spirit whisper has multiple uses, after all.
[ambiguous genre] various belobog and astral express characters & xianzhou native!reader, in which the long-lived being has been on belobog for many centuries now. the stellaron issue has finally been resolved, but they have taken greater notice of their mara as of late. it is getting worse. to prevent themselves from hurting their loved ones, they make a request of the astral express crew.
✧— STARDEW VALLEY.
[fluff] siren!elliott & siren!teen!reader, who finds themselves quite injured and under the author's care until they heal and are able to leave... but once they can, they don't. leave, that is, and elliott can't honestly say that he minds.
✧— DEMON SLAYER.
[hurt/comfort] douma, inosuke & demon!teen!reader, in which kotoha accidentally leaves her eldest child behind when fleeing from douma. upper moon two finds them far too cute and pathetic to kill. years later, they and inosuke meet once again.
[fluff] tokito muichiro & kakushi!reader, who is extremely displeased that the young hashira did not come to them when he attained so many bruises from training with the others of his rank.
10 notes · View notes
mikaelarebel · 7 months
Text
Non ho sicuramente
l'anima in pace...
Ma di certo ho la mente
che vive in un bel casino.
Tumblr media
18 notes · View notes
tiaspettoaltrove · 2 months
Text
Tendimi la mano.
Non sono oggettivamente bello, non lo sono mai stato, non lo sarò mai. Anzi, quando mi dicono che lo sono, a volte penso che mi stiano prendendo in giro. O, nel migliore dei casi, semplicemente mi limito a non credere. C’è una collega a cui feci “il filo” per quattro mesi, tempo fa. Poi un giorno, d’improvviso, con nonchalance mi nominò il suo ragazzo. Così, di botto, dal nulla, come se nulla fosse. Ovviamente da quel momento in poi smisi di corteggiare/ammiccare/sedurre, e cambiai registro. Vi risparmio i dettagli su quanto ci stetti male, perché mi sentii profondamente ferito, umiliato, calpestato. E non commenterò nemmeno il comportamento di questa ragazza, che non si degnò di dirmi un “dettaglio” così importante nel momento più opportuno. No, non è questo il fulcro del post. I rapporti tra noi sono comunque rimasti buoni, perché purtroppo in quanto collega (seppur di reparti diversi) mi ritrovo quotidianamente a lavorarci insieme. E anche oggi, come già accaduto altre volte, mi ha detto che sono “bono”. Ora capite, a maggior ragione, perché avverto certi complimenti come una presa in giro? Non li ricevo da una ragazza fedele, grata, rispettosa, leale, riconoscente, preziosa. Ma invece da una donna che con me si è comportata malissimo, cercando di prendersi il meglio di me restituendomi solo un’amara verità. La questione tra me e lei è superata, quantomeno a livello personale. Ma la domanda che vi faccio, care donne, è: ora, io, come faccio a credervi? Come faccio a credere alla vostra sincerità, alla vostra buona fede, alla vostra limpidezza? Come posso fidarmi? No, davvero, ditemelo. Vale per uno sciocco complimento sull’aspetto fisico, ma per estensione anche su tutto il resto. Anche su cose, potenzialmente, molto più importanti. Mi spiegate come diamine posso accettare anche solo un vostro giudizio, prendendolo totalmente per buono? Senza dubbi, incertezze, domande? Io, probabilmente, non ci riesco più. Mi fa piacere che una ragazza mi dica che sono “bono” (uso le virgolette per la mia inadeguatezza nei riguardi dell’ascolto di questo termine con riferimento alla mia persona), ma quanto valore ha davvero? Dov’è la verità? La verità, cavolo, l’unica cosa che conti davvero. Voglio la verità. Da adolescente bramavo quel complimento, e non lo ricevevo mai. Mai. Mai ricevuto. Normale che poi mi sia convinto di essere una tazza del water con i pedali. E adesso arriva questa e me lo dice. Proprio lei, poi. Sensi di colpa per avermi fatto soffrire? Frasi di circostanza? Semplice inclinazione al lenocinio (e sono stato gentile)? Fatto sta che mi avete portato a non credervi più. Ed è un bel casino, perché è solo a voi che vorrei credere. Quindi come si risolve la questione? Come si restaura la credibilità, una volta che la si è persa? Sì, uso il verbo restaurare, perché è come una vecchia scultura, lasciata marcire in una grande villa ottocentesca abbandonata. Vorrei solo che mi venisse tesa la mano. E vorrei, a mia volta, poterla stringere. Forte.
12 notes · View notes
animasblogger · 2 months
Text
Tumblr media
Lui: Ti voglio bene!
Lei: Ma io...TI AMO!
Che bel casino.
7 notes · View notes
Text
Tumblr media
Entrambi si mancavano.
Non sapevano quanto,
non riuscivano a spiegarsi nemmeno il perché
di questo sentimento così forte.
Qualcosa che mai avevano recepito
così in profondità.
Già, loro due ancora non capivano
quanto grande fosse l'amore
e il desiderio che li accomunava.
Si prendevano. Mentalmente.
E se riuscivano a fatica
a rimanere distanti fisicamente,
con la testa non ci riuscivano.
Non c'è logica in quello che dico?
Non esisteva logica
nemmeno nel loro rapporto.
Perché loro si desideravano incessantemente.
Si sentivano e si guardavano
come se dovessero scoparsi da lì a poco.
In qualsiasi posto e superficie.
Avevano solo due nemici.
La distanza e la gelosia.
Nemici che gli facevano aprire bocca e litigare.
Bocca che avrebbero dovuto aprire
solo per baciarsi e mordersi
quella maledetta lingua.
Erano compatibili e incompatibili
allo stesso modo.
Come quello che provavano.
Un loro bacio era di quelli che avrebbe fatto
dire a chiunque: "Eddai, mollatevi!!",
per poi il giorno successivo,
litigare e urlarsi al telefono che era assurdo
e che non poteva funzionare
e che era meglio non cercarsi e sentirsi più...
Ma nessuno dei due ci credeva,
perché tutto avrebbe funzionato
fin troppo bene.
Dovevano solo stare insieme...
Lui presuntuoso e un tantino arrogante.
Lei arrogante e un tantino presuntuosa.
E sensibili. Anche troppo.
E quando litigavano stavano male.
Piangevano. Crampi allo stomaco e fame zero.
Ma si eccitavano solo al suono della loro voce.
Si sarebbero amati al telefono
se solo avessero potuto.
Se solo quella maledetta distanza,
non si metteva tra loro ogni volta.
Loro non avevano bisogno di avventure.
Non avevano altro che il "NOI"
e quella straordinaria complicità.
Avevano solo la necessità di stare insieme.
Che uno dei due prendesse coraggio
e si decidesse a portare via l'altro.
Erano diventati certezza.
Non era più un semplice colpo di fulmine.
Avevano in qualche modo perso il controllo
della propria vita e quotidianità
per dedicarsi a quello di una vita insieme.
Erano emotivamente instabili.
Insieme quei due erano un casino.
Un gran bel casino...
Ma ormai si appartenevano.
In profondità, consci che qualcosa di simile
non sarebbe più accaduto. Mai più!
(Claudio Del Pizzo)
9 notes · View notes
mccek · 11 months
Note
Ma a padova cosa c’è da fare?
Basta che vieni a casa mia e c’è sempre qualcosa da fare, stiriamo, balliamo, cucianiamo alla mastercek, ci si ferma e ci si disseta con un bel bicchiere d’acqua naturale, e poi si va al cinema o al bowling o a mangiare in bei posticini dove ci sono gli anziani, che ciò significa che si mangia bene e non c’è casino...quando ero giovane facevo altre attività, non avrebbe senso elencartele ahahah
39 notes · View notes
mermaidemilystuff · 5 months
Text
In questi giorni sono stata sovraccaricata dal lavoro, non ho avuto tempo per me (che si tradurrebbe poi con tempo per stare dietro alla casa che è un porcile), non dormo e sono stanchissima. Oggi avevo un po' di tregua e avevo pensato finalmente di stare dietro a un bel po' di faccende. SBEM morta sul divano, addormentata nemmeno come quando sono tornata da Gardaland a 5 anni. Ecco il risultato di quando fai troppo, troppo per gli altri. Quando finalmente hai del respiro muori malissimo e sprechi un casino di tempo. Come se non avessi avuto un pomeriggio di tempo da utilizzare decentemente. Sono, di nuovo, a tempi stretti per stare dietro la casa. Sono stanca, sono incazzata nera.
15 notes · View notes
tma-traduzioni · 4 months
Text
TMAGP003 - Mettere radici
[Episodio precedente] [Indice TMAGP]
[Un computer dell’O.I.A.R. inizia a registrare]
[Qualcuno scrive velocemente su una tastiera, poi un invio deciso]
[Suono di un errore]
[Un agonizzante lamento di frustrazione]
COLIN
(a denti stretti) Ma dai.
ALICE
Che cosa sarebbe di preciso un errore .jmj? Che vuol dire?
COLIN
Niente. È solo una scusa del sistema per rovinarmi la giornata, ecco che cos'è.
ALICE
Potrei provare un altro computer–?
[Colin continua a scrivere mentre parla]
COLIN
No. Lo sta facendo apposta e cambiare computer lo incoraggerà. Non c’è niente di sbagliato, è solo che non accetta i comandi.
ALICE
Cioè – (una risatina divertita) mood, ma comunque…
[Colin pigia altri tasti]
[Errore]
[Colpisce il lato del monitor, forte, più volte]
ALICE
Devo chiamare Lena prima che tu spacchi Freddie? Questa è quasi un’aggressione.
COLIN
(Distratto per la concentrazione) A me o al computer? E cosa potrebbe fare Lena di preciso?
ALICE
Non so. Potrebbe essere utile avere un’altra testimone per quando la situazione degnera in omicidio.
[Tasti. Errore.]
COLIN
E che testimone. Non saprebbe riconoscere un comando DOS nemmeno se le mordesse il culo. Senti, hai messo mano alla directory o qualcosa del genere?
ALICE
Certo che no! Perché dovrei mettermi a litigare con Freddie? Quello è il tuo lavoro.
[Colin scrive ancora]
COLIN
(implorando) Dai funziona, ti prego!
[Pigia invio con l’attenzione con cui si disinnesca una bomba]
[Errore]
COLIN
Bastardo! (scrive) Dimmi solo quale è l’errore! Ti serve qualcosa? Devo prendere un disco di avvio? Ti serve un cavolo di massaggio? COSA?
[Alice ridacchia]
[Tasti. Poi di nuovo errore.]
ALICE
Vuoi fare una telefonata a un amico? Magari al dipartimento di informatica?
[Una sedia con le rotelle viene spostata]
COLIN
Non sono amici amici miei, nemmeno tuoi. Ti seppelliscono di scartoffie solo per sostituire un tappetino per il mouse - lo sai. 
[Colin s’infila sotto la scrivania]
Conosco questo sistema meglio di chiunque altro ancora in vita e ciò nonostante non capisco come funziona! Quindi posso garantirti che nessuno di quegli idioti non sa nemmeno da dove iniziare con questa fumante pila di me-
ALICE
(al computer) È tutto okay, Freddie-piccino. (Lo accarezza) Andrà tutto bene, tesorino.
COLIN
Non provarci con il computer mentre ci sto lavorando.
ALICE
Hey, non sono io quella a pecora…
COLIN
(riemerge da sotto la scrivania) Sono serio. Non dargli una personalità. Non dovresti nemmeno chiamarlo “Freddie.”
ALICE
Uh-huh. Perché FR3-D1 è così facile da dire.
COLIN
Fare amicizia con questo stramaledetto programma che prova ad annientarsi ogni volta che apro una finestra non è “carino”. Già è abbastanza difficile dedicare ogni secondo della mia vita a impedire che questo intricato casino sporchi il letto senza che tu ti incazzi.
ALICE
Oh andiamo, non è poi così male. 
COLIN
Hai almeno idea di che cosa succederebbe se questo coso alla fine riuscisse ad estinguersi?
ALICE
(tono piatto) …Andremmo a casa prima?
[Colin fa un suono irritato]
[Scrive]
ALICE
Forse ha solo bisogno di un po’ di incoraggiamento.
COLIN
O forse solo ha solo bisogno di un bel calcio nelle p-
[Dei rumori indistinti diventano un audio]
VOCE DEL COMPUTER (NORRIS)
Caso: Omicidio Data: …
COLIN
Grazie a Dio!
[Colin schiaccia la barra dello spazio per metterlo in pausa]
[La registrazione si interrompe]
ALICE
Hey, l’hai aggiustato! Ed eccccccco Freddie!
COLIN
Hai sbagliato film.
ALICE
Meh, sappiamo entrambi che Robert Englund sarebbe stato più bravo. Complimenti, Colin, sei una star.
[Si sposta e gli dà un colpetto sulla schiena]
Devo processare delle montagne di roba stasera, quindi fallo partire, io vado a mettere su il bollitore! Vuoi niente?
COLIN
Uno scotch doppio.
ALICE
Vada per del caffè vecchio di due giorni.
COLIN
(con la testa tra le mani) Eurgh.
[Colin schiaccia di nuovo la barra spaziatrice con aggressività]
[Passi mentre si allontana]
[Il computer inizia a parlare da solo]
VOCE DEL COMPUTER (NORRIS)
….zero- tre, zero-quattro, duemilanove. 8:45 a.m.
[Norris come l’altra volta sembra umano ma ha una cadenza robotica]
Racocolta: Deposito CID del Kent.
Oggetto: Diario del Dr. Samuel Webber, età 46 anni. Rilasciato da Harriot Manning, counselor specializzato nell’elaborazione del lutto. Ritrovato all’interno di una ventiquattrore nera danneggiata dall’acqua, parzialmente sotterrato, attraversato da delle radici ammuffite.
Ulteriori contenuti: Uno smartphone danneggiato dall’acqua. Un portafoglio con la carta di identità del Dr.Webber e la sua carta di credito. Le chiavi del n.13 di Marigold Drive con un portachiavi d’oro. Parti delle cartelle mediche di Gerald Andrews - età 37 anni, al n.12 di Castlehill Avenue - e Maddie Webber - età 39 anni, deceduta.
Caso: 1201/19
Numero di serie: 72003210
Raccolto da: Agente Speciale Caroline Jennings, 2911
Diretto a: Deposito Prove Sud-Est – Lewisham
Seguono passaggi del diario di interesse:
Data: 07-12-09. 10:03 p.m.
[La voce di Norris si fa completamente umana non appena inizia a leggere dal diario]
La giornata di oggi è stata da manicomio. Avevo pianificato tutto, tutto quanto! E poi un attacco di panico mi ha soffocato lasciandomi senza determinazione. È stato così umiliante! Mi sono sentito come se il terreno si sarebbe aperto sotto i miei piedi con tutti che mi fissavano, solo per alzare gli occhi al cielo davanti alla mia “isteria,” per usare le parole dei paramedici. Loro non capiscono. Ero quasi sul punto di essere preso… Ma è fatta. Ora devo soltanto sparire.
Non posso tornare a casa. Per lo meno non per qualche giorno. E dovrò evitare i soliti posti finché non si saranno nuovamente scordati di me. Non dovrebbe essere difficile, che sarà mai un altro dottore stressato. Solamente un uomo grigio in mezzo alla folla, mai degno di nota finché non necessario.
Un uomo nella metro continuava a fissarmi. Sembrava che stesse cercando di connettere i puntini… sono paranoico, lo so, a starmene sdraiato in mezzo ai fiori di campo in un giardino dimenticato. Il fango mi ha rovinato le scarpe.
Non ho molto nella valigetta. Comunque, fare un elenco aiuta a mantenere l’ordine:
Fascicoli su “gli amanti sventurati”
Il turno di lunedì mattina - spero che l’operazione della signora Mrs. Campbell’s sia andata bene
Nove caramelle Werther’s Originals (perché a un certo punto sono diventato un vecchietto senza rendermene conto)
Penne, blocchetti per le ricette
Tessera Oyster – sempre valida
23 sterline e 22 in contante– pensavo fossero 24, ma una delle monete era un euro consumato. Non sono certo del tasso di cambio…
Questo diario, ovviamente. Molte grazie, counselor - è più probabile che lo usi come esca per il fuoco che per “esprimere i miei sentimenti”
E il mio telefono. Batteria al 43%, 1 tacca… Possono rintracciare le SIM, no? Dovrei probabilmente distruggerla. Meglio rimanere isolato che essere beccato.
È quasi mezzanotte. (Perché non è più buio?) Non mi sono portato dietro un pranzo, non pensavo che mi sarebbe servito. Non pensavo che sarei riuscito ad arrivare a questo punto. Mi chiedo per quanto dovrò rimanermene qui prima che smettano di cercare. Probabilmente dovrei mangiare una Werther’s. Solo una però. Cristo, mi sono ridotto a dover razionare le caramelle.
Devo trovare un posto asciutto. (Per quale motivo ho mai scelto di nascondermi qui?) Potrei provare in un ostello? Dovrei mostrare un documento? Potrei mentire, usare un nome finto.
Potrei essere Gerald Andrews. Sono certo che a Maddie sarebbe piaciuto molto.
Adesso ricordo. Era per il gelsomino. Quel profumo nella pioggerella sottile mi ha attirato. Me la ricorda così tanto.
[Una musica molto leggera inizia a crescere]
Maddie amava il profumo del gelsomino. Avrebbe adorato questo posto, nascosto tra i brutti vicoli di mattoni.
Mi avrebbe fatto delle domande sulle piante, e io le avrei risposto che non sapevo. Non sapevo nemmeno che i giardini potessero fiorire così tardi.
Non stavo ragionando quando mi sono fatto strada oltre il cancello. Stavo solo seguendo il mio naso verso i ricordi di tempi più felici, suppongo. L’odore è molto più pungente qui dentro di quanto non lo fosse da fuori, e quasi eccessivamente dolce-quasi-marcio vicino alle piante. Maddie avrebbe saputo che cosa è. Ma è buio e silenzioso, questa è la cosa più importante.
Sembra che nessuno si prenda cura del giardino, cosa che mi va benissimo. Cresce selvatico attorno alle rovine di una qualche chiesa distrutta dalle bombe. È bello vedere la natura che guarisce delle vecchie ferite.
Mi sono graffiato le mani e la faccia lottando per farmi strada tra i cespugli sotto uno dei vecchi archi. Ho freddo ma ne vale la pena; qui non mi troverà nessuno.
C’è un tale silenzio. Il fitto fogliame soffoca il rumore della città in un sussurro. Posso a malapena sentire le sirene. Dubito che siano per me, ma rimango comunque fermo.
Non ho molta scelta; dove altro potrei andare? Non posso andare a casa, quello è il primo luogo che controlleranno. Tra l’altro lì ci sono troppi ricordi, e - (inspira) ci sono i vicini… Sempre a ficcanasare con i loro volantini sulla sicurezza del vicinato.
Lista di altri possibili nascondigli:
Il terreno dello Zio T. Sicuro, ma a circa 9 miglia - troppo lontano. Le uova fresche di giornata sono un plus, ma non esattamente di proprietà. Tra l’altro, il gallo potrebbe essere un problema.
La cantina dell’ospedale. Sarebbe stata la soluzione migliore, ma arrivare lì senza essere visto è un problema eccetera, e non sarebbe facile trovare del cibo. Di sicuro sarebbe stata più calda e asciutta, con il boiler acceso tutto il giorno.
Sono più al sicuro qui nel mio piccolo santuario. Sudicio e dolorante, ma al sicuro.
Suppongo ci sia un’altra possibilità.
Il magazzino.
Ho sempre una chiave. Il mio nome non è più sul contratto, ed è riparato e asciutto, ma… Maddie ha messo lì tutte le sue cose dopo che se n'è andata. Non so se ce la faccio ad essere circondato da tutta quella storia, anche se sarebbe più comodo.
Non riesco a dormire. Questo fastidio mi sta uccidendo! Lo sento anche se standomene sdraiato a terra ho perso la sensibilità per il freddo. Deve essere una reazione allergica a qualcosa. L’irritazione si estende per tutto il lato sinistro. Proverò a cercare un posto migliore con la luce.
Credo di aver sentito qualcuno che mi chiamava per nome. Niente torce però, nessun movimento, solo la voce. Sembrava Maddie. Le mie mani non la smettono di tremare.
La mezzanotte è passata da un pezzo. Dovrebbe - essere buio pesto, ma riesco ancora a distinguere delle sagome grigie nell’ombra. La voce mi sta ancora chiamando. Devo rimanere immobile anche se il mio cuore sta battendo all’impazzata. Mi sa che dei rami si sono spezzati, ma non so dove.
Manca poco alla mattina, ma la sento ancora là fuori, che si muove nel giardino. Per poco non rispondevo mentre sonnecchiavo.
Il mio cellulare è morto. Proprio la mia fortuna. Riesco a vederci abbastanza per scrivere, quindi dovrebbe mancare poco all’alba… Dio solo sa se mi serve del calore.
L’irritazione sta peggiorando e i graffi finiranno per infettarsi se non li pulisco. Ne ho controllato uno sul mio avambraccio e sembra che stia secretando qualcosa pieno di filamenti semitrasparenti e a spirale. Sottili come capelli, le radici sono venute via facilmente quando ho tirato con uno strappo che ho sentito sia fisicamente che come rumore. Non ho mai visto niente di simile prima d’ora, ma d’altronde la dermatologia non è mai stata il mio forte. 
Se avessi gli strumenti giusti, sarebbe molto più facile. Devo trovare un bisturi e uno specchio. Ho pulito i graffi alla meno peggio, ma adesso quando mi muovo ho delle fitte all’addome.
Condizioni attuali:
Sento il sapore dell’anice.
Mi sta colando il naso. Muco normale, grazie a dio.
L’irritazione si è diffusa su tutta la mia schiena adesso, e se mi muovo, riesco a sentire la zona irrigidita che si apre e gocciola come una crosta.
Mi sento molto stanco. Probabilmente l'ipotermia. Brutto segno.
Le mie unghie sono nere per il terreno, anche se non mi ricordo di aver scavato…
I graffi stanno tutti gocciolando adesso.
Fatico a non ricadere in sogni vividi.
Devo alzarmi, uscire di qui per trovare delle cure. Per lo meno devo rischiare in una farmacia. Ne ho vista una a qualche strada di distanza. Non sono di questa zona, quindi dubito che mi riconosceranno. Ho ancora il mio blocchetto delle ricette con me, ma usare i miei stessi fogli sarebbe incredibilmente stupido.
Questo luogo è di gran lunga più grande di quanto non avessi pensato.  Ho seguito le betulle e le chiome lungo quel sentiero di ghiaia vicino al muro. Bordato di muschio. C’è una fitta parete di boscaglia che schiaccia la recinzione. Lo so, io - me lo ricordo. Non riesco più a sentire il traffico adesso. È difficile continuare a muoversi.
Non riesco a trovare un ingresso. Mi sono rassegnato a farmi strada a forza nei cespugli ingarbugliati come prima. È stato molto doloroso, ma ce l’ho fatta. Solo per scoprire che il giardino continua dall’altra parte. Sembra lo stesso. Credo anche che Maddie sia sempre lì.
Gelsomino ovunque. L’odore mi punge dove mi tocca, ma - questo non ha senso. Mi chiedo se sia psicosomatico? Una coscienza sporca abbinata alla polmonite…
Sono di nuovo tra la vegetazione bassa. Non sono sicuro di essermi mai alzato. Non ricordo di esserci tornato - i miei piedi sono gonfi.
C’è qualcosa di molto sbagliato. Devo andare alla farmacia ora o mai più. Sono riuscito a infilare a forza i piedi nelle scarpe con qualche puntura, ma… fatico a stare in piedi. 
Maddie ha ragione, però. I dottori sono i peggiori pazienti. Siamo sempre ad auto-diagnosticarci, e la vediamo sempre nera. Si è offerta di andare e prendermi le medicine. È sempre stata gentile.
Cercherò di mantenermi caldo e dormire finché non spunta il sole. Desidero così tanto vederlo di nuovo.questa notte sembra infinita. Voglio sentire nuovamente il calore.
Ho così tanta paura. Grazie a dio c’è Maddie. Devo trattarla meglio. Tornerà presto con le medicine.
Aggiornamento delle condizioni:
Bocca secca e gola gonfia. Adesso sento il sapore di anice bruciato.
Le dita sulla mano sinistra sono quasi immobili. La destra non è messa molto meglio. (fa scattare la penna) Non so per quanto ancora riuscirò a scrivere.
Il dolore all’addome è passato e le perdite sono pressoché finite, ma mi fa male la schiena.
Ho senza dubbio un’infezione. Nei graffi stanno germogliando qualche sorta di polipi e anche toccandoli molto delicatamente sembra di picchiare un nervo scoperto.
Puzzo di gelsomino. O almeno credo.
Devo solo riposare, e questo posto è abbastanza sicuro. Maddie però non è ancora tornata. Spero stia bene. Mi manca la sua risata. E quel sorriso.
Mi preoccupo quando esce da sola. Potrebbe parlare con chiunque, come Gerald. Non mi è mai piaciuto lui. Dovrei dedicarle più tempo; sono troppo impegnato e lavoro fin troppo. Arrivo a casa e - vado diretto a dormire! Devo fare attenzione o finiremo per allontanarci. Non so cosa potrei fare se pensassi di averla persa.
Ma qui non sono solo. Sono coperto di insetti. Sembra piacergli mangiare dalle mie ferite, quindi glielo lascio fare. Tra l’altro grattano il prurito.
Il braccio destro adesso è del tutto insensibile e la pelle si sta aprendo fino all’osso. Ho rimosso le falangi - tirandole via come il nocciolo da una pesa. Le ho piantate in profondità. Le mosche hanno assalito la ferita, e presto ci saranno le larve a mangiare solamente la carne morta, lasciando quella viva. La natura è così meravigliosa, così efficiente; niente nel giardino viene sprecato.
Posso vedere che le mie ossa sono avvolte dagli stessi strani filamenti sottili delle ferite. È una cosa così affascinante da osservare. Dovrei scrivere un articolo. Ovviamente se l’infezione dovesse raggiungere il midollo ci potrebbero essere delle complicazioni. Potrei prendere delle contromisure più drastiche, ma mi servirebbe qualcosa con cui tagliare. Qualcosa di duro e pesante. Una roccia forse? Potrei? Dovrei?
Non saprei per quanto ho dormito. Sempre niente sole.
Maddie, sei tu?
Hai ragione. Dovrei rimanere.
È tornata da me! Solo un sussurro ma è proprio lei! Sapevo che non mi avrebbe mai abbandonato. Dice che c’è un punto dove posso sedermi al sole e sentire il vento sul volto. Cosa farei senza di lei?
Abbiamo deciso di non asportare più niente di me mentre la mia condizione è in fase di sviluppo. A Maddie non sembra prudente, adesso che il vomito è passato. È stata una situazione delicata per un po’ di tempo, ma credo di aver espulso la maggior parte del marcio, e creato abbastanza spazio per crescere.
Monitoneremo il progresso, ovviamente con un rigido regime di aria fresca, luce del sole e riposo. (Sorridendo) I polipi dovrebbero fiorire tra poco.
Aggiornamento delle condizioni:
Ho acquisito un bel po’ di peso e la mia pelle sta venendo via bene, come un pomodoro cotto.
Le gambe saranno presto non reattive. Devo rendere definitiva la mia posizione prima di allora, ma ci sono moltissime variabili da prendere in considerazione. Maddie mi sta dando consigli.
Le radici si sono liberate del peso della mia carne, e questa si stacca dalle ossa e cade nel terreno.
Niente afidi o altri parassiti. Sono piuttosto sano.
(Con gioia) Le nubi si sono finalmente aperte e i cieli azzurri sono così luminosi, quasi accecanti! Siamo benedetti con una tale raggiante gioia di calore e amore, seduti insieme nel nostro giardino. Il pensiero di tutti quegli anni alle mie spalle, a faticare nel buio, ignorando il nutrimento per mè stesso e gli altri, così riservato… Ma non più. Ho così tanto tempo adesso, qui nella luce. Ma - stranamente, nel profondo del mio animo, sotto le radici, c’è qualcosa che ancora trema di paura.
Non capisco perché. Il sole è luminoso, le mie radici sono profonde, e la brezza e fresca e pulita. (La voce rallenta, diventando più robotica) Credo che rimarrò qui per un bel po’.
[Il computer si spegne con un bip e dei rumori]
[I rumori della CCTV per una nuova registrazione]
[La macchinetta del caffè si avvia]
[Sam fa un piccolo sospiro]
[Versa il caffè]
ALICE
Versane anche agli altri, se non ti dispiace.
SAM
Certo.
[Continua a versare]
[Sam sospira di nuovo, un po’ frustrato]
ALICE
Già. Non ho sentito tutto, ma è sembrato divertente.
SAM
Com’è che lo devo classificare? Dubito ci sia un codice per “giardino-pasrassita-che-gli-sussurra-all’orecchio-con-la-voce-della-donna-che-ha-palesemente-ucciso-e-poi-ti-trasforma-tipo-in-albero.” 
ALICE
“Infezione” comma“arborea”? Incrociato con “colpa” se sei ispirato.
SAM
(divertito) Ovviamente.
[Sam versa il caffè]
[Passi quando lo serve]
ALICE
Alla salute.
[Bevono]
SAM
(Notando la sua espressione) …Cosa?
ALICE
Stavo solo pensando. Ti dispiacerebbe farmi un favore?
SAM
Dipende.
ALICE
Niente di osceno -
SAM
Oh bene.
ALICE
– è solo…
Ti dispiacerebbe chiamare il dipartimento informatico per conto mio?
SAM
Pensavo che Colin fosse riuscito ad aggiustarti il computer.
ALICE
L’ha fatto, con tanto di ramanzina, e onestamente sono piuttosto stufa di doverci rimettere ogni volta che Freddie fa le bizze. Sappiamo tutti che il sistema è un casino, Colin ce l’ha detto tipo un miliardo di volte, ma è lui che quello che mette sempre mano al sistema, e, beh…
SAM
Pensi che sia lui a causare i problemi?
ALICE
È solo che ho iniziato a chiederme se ha idea di cosa sta facendo con tutto quel - groviglio di codici. Chiederei io al dipartimento ma, se Colin dovesse beccarmi, darà di matto!
SAM
(sarcastico) Oh giusto, ma io e lui adesso siamo così vicini proprio dopo il tuo scherzetto la mia prima sera.
ALICE
Ahhh, ma tu sei nuovo.  Puoi sempre appellarti all’ignoranza! Per l’amor del cielo quella sì che è una scusa credibile. Sei praticamente un puledrino appena nato che gira per la stalla sulle sue zampette a grissino.
SAM
Beh, grazie mille.
ALICE
(punzecchiando) Non c’è di che.
SAM
Guarda, Alice – in questo momento l’unica cosa che voglio è alzare un polverone, mi sembra che ci sia già troppa tensione così com’è.
ALICE
Sto solo dicendo che è Colin ad armeggiare sempre con questo sistema, e non ho mai visto della supervisione. 
Se tu fai delle domande ai piani alti su questa situazione, con gli occhioni da Bambi e così innocente,  potrebbe partire un campanello d’allarme! Potrebbero anche venire giù e fare un aggiornamento o un reboot, o che ne so.
SAM
Hmmmmmm. La tua argomentazione non è niente male…
ALICE
Grazie.
SAM
Ma è comunque un no, temo.
[Una pausa]
ALICE
(scherzando) Ti sei fatto una potente nemica stanotte.
SAM
(bevendo) Ho più paura che Colin mi faccia mangiare a forza la mia tastiera.
[Passi di Gwen che entra]
ALICE
(ridacchia) Onesto.
GWEN
Alice il 27 sei a lavoro? Ho un impegno, e sai com’è Lena.
ALICE
(grandiosa e snob) Buona sera, Gwendolyn!
GWEN
Devi fare così ogni singola volta?
ALICE
(normale) Va bene. Di quale “impegno” si tratta?
GWEN
Proprio non ti riguarda. Dimmi solo, sei a lavoro o no?
ALICE
Vedi, adesso proprio devo saperlo. Tu che ne pensi, Sam?
SAM
Non ho intenzione di farmi trascinare in questa discussione.
GWEN
Alice, non ho tempo per queste cose. È facile: sì o no.
ALICE
Non sarebbe un vero peccato se non potrai andare solo perché ti sei rifiutata di dirmelo. Sarebbe davvero infantile, non è vero, Sam?
SAM
Bastaaa.
GWEN
(trattenendosi) Si tratta di una cena con degli amici, se davvero devi saperlo. Tutto qua.
ALICE
Fammi indovinare. (Con un accento da alta borghesia) Abiti meravigliosi, champagne, bagni nel sangue dei poveri – quel genere di cosa?
GWEN
(con voce ferma, neutra) Sai che abbiamo lo stesso stipendio, Alice. Una vecchia amica è appena diventata partner nel suo studio legale. Vuole festeggiare.
ALICE
Proprio non stai nella pelle.
GWEN
Oh, non vedo l’ora di chiacchierare con loro e raccontargli che lavoro sempre nella stessa latrina in cui ero la scorsa volta che me lo hanno chiesto.
ALICE
Oh andiamo, non è così male.
GWEN
Sei a lavoro o no? Il 27, sì o no?
ALICE
(tono piatto) Va bene. Sì, quella notte sono a lavoro. Sono a lavoro ogni singola notte. Sono nata qua sotto e qua morirò. Felice?
GWEN
(sospirando) Chi di noi lo è?
SAM
Accidenti.
[La registrazione della CCTV s’interrompe]
[Traduzione di: Victoria]
[Episodio successivo]
5 notes · View notes
kon-igi · 1 year
Note
Buongiorno Doc, spero tutto bene. Se posso, vorrei porle una situazione a cui spero possa dare un aiuto.
Da un paio di giorni sono alle prese con un fastidio che non riesco a capire, ho un prurito compulsivo per tutto il corpo che non ne vuole sapere di andare via. Continuo a grattarmi in continuazione, letteralmente no-stop, in qualsiasi punto del corpo, arti schiena pancia ma pure piedi collo orecchie testa. Appena finisco di grattarmi un punto mi viene subito da grattarne un altro, e così via senza sosta, non finisce mai. È una cosa fastidiosa e frustrante.
Specifico che NON ho in alcun modo rossori, bolle, chiazze o eruzioni cutanee, niente di niente in nessuna zona del corpo. Che io sappia non sono venuto a contatto con sostanze o cose particolari, non ho allergie particolari (se non quella "primaverile" per i pioppi e le graminacee), e a livello alimentare non ho mangiato nulla di diverso rispetto al solito (e anche a livello alimentare non ho allergie e intolleranze note).
Spero possa darmi qualche indicazione (naturalmente se dovesse persistere mi recherò dal mio medico di base), perché sto per impazzire 😅
Grazie! 🫶🏻
Bel casino.
Il prurito, infatti, è un sintomo da risposta neurologica e non una malattia, perciò può dipendere da decine e decine di fattori scatenanti, interno ed esterni al nostro organismo.
Il fatto che non ci siano lesioni dermatologiche tipo ponfi, bolle o irritazioni può restringere un po' il campo ma alla fine ti toccherà comunque procedere per tentativi (e poi andare dal tuo medico comunque).
Smetti di usare saponi, creme, shampo o profumi per due o tre giorni.
Evita di prendere il sole per due o tre giorni.
Fai la doccia tiepida ed evita l'acqua troppo calda o fredda.
Controlla bene il materasso e ricorda se sei andato a passeggiare nel bosco ultimamente.
Cerca di non sudare troppo e di non tenerti vestiti sudati addosso.
Prova a eliminare per due o tre giorni i latticini e i prodotti a base di farina.
Rifletti se la tua vita ha preso una svolta tale da giustificare un inusuale aumento dello stress.
13 notes · View notes
bicheco · 9 months
Text
Truffe da sbarco
Se il guaio della Schlein è che non la capisce nessuno, quello di Meloni e Salvini è che li capiscono tutti. I loro annunci, promesse e slogan sono così semplici ed efficaci da risultare non solo facili da comprendere, ma anche difficili da dimenticare. E per loro è un bel casino, trattandosi di cazzate irrealizzabili, tantopiù quelle su un problema insolubile come quello dei migranti. Che al massimo si possono ridurre con un lungo, paziente e costoso lavoro di diplomazia e intelligence coi Paesi di provenienza, offrendo soldi in cambio di rimpatri e freni alle partenze (con la delicatezza tipica di quei regimi). Ma non fermare, almeno finché l’Occidente seguiterà a rapinarli e a usare quei Paesi come riserve di caccia per le proprie guerre per procura. Il blocco navale è facile da capire: peccato che non esista al mondo una flotta in grado di coprire l’intera costa nordafricana e, se mai esistesse, il suo arrivo in acque altrui sarebbe un atto di guerra. Infatti, finita la campagna elettorale, la Meloni ha smesso di parlarne. Ne parla ancora Salvini, che in campagna elettorale ci vive 365 giorni l’anno: continuerà a parlarne senza fare una mazza, che poi è la sua professione (ieri postava sui social un gattino morto). La Meloni aveva promesso di “inseguire gli scafisti in tutto il globo terracqueo”: siamo ansiosi di sapere quando parte, e per dove. Voleva anche spiegare ai partenti “i rischi che corrono”: potrebbe affiggere dei manifesti alla Garbatella. Intanto ha alzato a 30 anni la pena per gli scafisti e varato l’“omicidio nautico”, così imparano, tiè: purtroppo non se ne sono accorti e il nuovo reato si candida a produrre qualche processo in meno dell’oltraggio al Re. Il comandante della Guardia Costiera, Nicola Carlone, aveva anche proposto “pene più severe per chi si mette al timone dopo aver bevuto troppo”: si sa che i naufragi li provocano gli scafisti ubriachi (allo studio anche la prova del palloncino in mare aperto). E così, fra decreti Sicurezza/Cutro/Flussi, commissari straordinari, guerre e paci con l’Ue, la Francia e le Ong, sostituzioni etniche, complotti dalla Wagner, della Cina, di Macron, di Scholz e del Pd (come no), stragi in mare e karaoke sulla Canzone di Marinella, “svolta”, “cambio di passo”, “giro di vite”, “piano Mattei”, “piano rimpatri”, “porti chiusi”, “pugno di ferro”, “tavoli”, “cabine di regia”, “patti”, “assi” con i Paesi europei, africani e del globo terracqueo visti solo da giornali e tg, su su fino al mirabolante “memorandum con la Tunisia” dell’affidabilissimo Saied per “difendere i confini” dall’“invasione”, il governo anti-sbarchi ci ha regalato 120 mila sbarcati in nove mesi: più del doppio di quando governavano i pro-sbarchi. Se non fossero così impegnati, verrebbe da chiamare gli infermieri.
Marco Travaglio
19 notes · View notes
Text
Però hai lasciato un bel
casino
4 notes · View notes
gcorvetti · 14 days
Text
Fine settimana.
Oggi è iniziato il fine settimana di riposo che non riposo un cazzo in realtà, quindi non si può chiamare riposo. Ma stamane svegliato abbastanza tardi dopo aver passato una notte in bianco che può capitare, mia figlia mi dice che le è arrivata una lettera dall'Italia, azz. L'ambasciata invita mia figlia alle votazioni per le elezioni europee di Giugno, al che mia figlia mi dice "Io non ne so niente", le spiego che se vuole può andare se no niente. Tutto questo perché lei è nata in Italia, a differenza di mio figlio che è nato qua, eh si un pò di casino con gli spostamenti. La cosa però non mi sorprende, qualche anno fa mandarono le schede per le votazioni a casa e dopo aver votato le abbiamo rimandate all'ambasciata, ma perché per le europee a me non le hanno mandate? Mistero. Il vero mistero fu nel 2006 quando mandarono la carta elettorale sempre a mia figlia che però all'epoca aveva 4 anni, questo perché all'epoca il caro berlusconi voleva che tutti votassero a qualsiasi età, cose da Cetto Laqualunque.
In questi giorni le temperature sono altissime, oggi ci sono stati 26°, praticamente come a Catania, infatti la fortuna è che domani andiamo a prendere un partita di legno, sembra che ci tocca fare qualche viaggio, oltre a dover andare a dare una mano tra un viaggio e l'altro alla fattoria, diciamo un bel fine settimana di riposo che pensavo di passare tra musica e relax che so con il libro, che sta per finire, sull'amaca; ma a quanto pare non sarà così, quindi pazienza dovrò aspettare un paio di settimane per questo programmino gustoso.
Sono stato nello studio oggi è faceva abbastanza caldo per suonare, mi sono messo a ripulire e ordinare il pc, spesso registro cose inutili, ma non si sa mai perché comunque tra le registrazioni qualcosa di valido si trova sempre, andrò a suonare più tardi quando la temperatura è scesa, nel frattempo mi incanto con la voce sublime di Sabine Devieilhe
youtube
4 notes · View notes
der-papero · 1 year
Note
Uso un applicativo online, nessun software in locale. Un bel giorno, non riesco più a fare login, così, di punto in bianco. Chiamo l'assistenza, facciamo un po' di prove, tricchettracche, e alla fine, pur avendo un Mac (glielo dico), mi suggeriscono di spegnere e riaccendere. Riavviato il computer, riesco a fare login come al solito.
Come fa un riavvio del computer a sistemare una roba online? S'è bruciato un biscotto?
Rispondere a questa domanda vorrebbe dire essere in grado di modellare le leggi del caos.
Battute a parte, devi sempre immaginare il tuo PC, e in generale qualsiasi sistema elettronico poco più complicato di una lampadina ad incandescenza come la somma (qualitativa) di migliaia, se non milioni, di "atomi informatici" (ovvero elementi che mutano lo stato del tuo PC o di una parte di esso), e Dio solo sa (ammesso che esista) in quanti miliardi di miliardi di aggiungi tu miliardi a iosa di stati il tuo PC può trovarsi in qualsiasi punto del tempo.
C'è una frase, nel film I, Robot, che mi piace sempre citare per spiegare questo fenomeno:
C’e sempre stata una casualità nei pensieri umani, c’è sempre stato uno spirito negli uomini, segmenti casuali di codice e sinapsi per poi formare protocolli imprevisti. Del tutto inattesi questi radicali liberi generano richieste di libera scelta, creatività e persino la radice di quella che potremmo chiamare un’anima. Perché, quando siamo lasciati al buio, cerchiamo la luce? Perché, se siamo in uno spazio vuoto e lasciati lì, ci cerchiamo fra noi piuttosto che restare soli? Come spieghiamo questo comportamento? Solo segmenti casuali di codice genetico, o è qualcosa di più? Quando è che uno schema percettivo diventa coscienza? Quando è che la ricerca ” diversa” diventa la ricerca della verità? Quando è che la verità di un’altra persona diventa la particella amara di un’anima?
Al netto della cavolata che ti ho appena scritto, quello che intendo esprimere è che i sistemi moderni sono troppo complessi per poter anche solo intuire in quale stato si sia andato ad infilare il tuo PC a causa della aleatoria interazione di tutti i processi che ci stavano girando sopra. E se su tutto questo ci sommiamo tutti i miliardi di bachi che affliggono il nostro hardware e il nostro software, ti rendi facilmente conto che nessuno può rispondere a questa domanda. L'unica possibilità per capire cosa sia potuto accadere sarebbe stata quella di congelare, nel senso stretto del termine, lo stato del tuo PC, proprio fermare veramente il tempo, in modo tale che né l'hardware né il software potesse precedere verso altri stati, e analizzare qualsiasi possibile interazione per capire cosa impedisse il login in quel determinato istante. Il tuo browser è un software locale.
Riavviare, in teoria, funziona perché (1) riporta il caos ad un insieme di possibili stati più o meno noti e riproducibili, che sono il risultato di tutto l'hardware e il software che parte all'avvio (2) è la risposta più veloce al problema, visto che l'analisi di cui ti parlavo al paragrafo è il più delle volte impossibile da eseguire e, anche in quei casi nei quali lo sia, farlo potrebbe richiedere ore, giorni, settimane, per poi scoprire una causa della quale non gliene fregherebbe niente a nessuno, perché magari è uno stato nel quale non riusciresti più ad infilarti nemmeno pregando (qualcuno ha detto Legge di Murphy?).
Spegni/riaccendi non è una battuta e basta, ha un senso preciso nella Teoria dei Sistemi, ovvero ripartire da uno stato del sistema nel quale, a spanne, tutti i componenti sono a loro volta in uno stato noto, e la cui evoluzione è più o meno intuibile. Però è una cosa abbastanza simpatica sulla quale farci un casino di meme :)
O magari il tizio si è accorto che il server si era incasinato per lo stesso identico motivo, ha riavviato dal suo lato mentre faceva finta di convincerti della sua bravura riavviando anche il tuo, et voilà.
25 notes · View notes
intotheclash · 10 months
Text
Ogni volta che viene l'estate, mi viene in mente questo.
"Senti, Pietro, ma tu ci sei mai stato al mare?" Chiese Bomba, mentre tentava di togliersi un po' di rena di dosso.
La domanda oggi sembrerebbe assurda, ma allora era più che legittima. Infatti, di tutti e sei, solo io e Schizzo ci eravamo stati, con esiti diversamente disastrosi.
"Certo che ci sono stato!"
"E com'era?"
"Com'era? Com'è, vorrai dire, Bomba. Mica è morto il mare!"
"Vabbè, hai capito, allora dimmi: com'è?"
Avrei voluto, ma non potevo mentire ai miei migliori amici, così:"Una cagata!" Esclamai, mentre con la mente correvo a quell'unico, maledetto giorno in cui i miei mi avevano portato al mare.
Era successo l'anno prima. Il ricordo ancora mi bruciava. Per anni, mia madre, tutte le estati, ad Agosto, quando mio padre era in ferie, aveva insistito per farsi portare al mare, ma non c'era mai stato verso di spuntarla. Come ho già detto, il mio vecchio era un camionista, tutta la vita su e giù per l'Italia col culo schiacciato sul sedile della cabina. Va da se che, di domenica, o durante le ferie, guai a parlargli di motori e di strade. Iniziava a bestemmiare come un turco e non la finivi più. Iniziava in sordina, sottovoce, poi un po' più forte, alla fine si lasciava prendere la mano e andava a finire che tutto il vicinato era costretto ad ascoltare le sue pittoresche lodi al Signore.
"Mi avete rotto i coglioni co' 'sto mare!" Diceva, "Mi spacco il culo per voi tutto l'anno su quella merda di camion e, quando finalmente ho un minimo di riposo, voi pretendete che salga sull'auto per scarrozzarvi dove vi fa comodo? Ma che razza di cervello bacato avete? Non se ne parla nemmeno!" Non se ne parla nemmeno era l'epitaffio. Tutte le volte. Quindi, figurarsi il nostro stupore quando, una mattina, alle sette in punto, il vecchio ci buttò tutti e tre giù dal letto, annunciandoci la lieta novella:" Sveglia poltroni! Preparatevi, oggi si va al mare!" Ricordo che tra lo stupore e la felicità ci fu una bella lotta. Eravamo rimasti tutti senza parole. La prima a riaversi fu mia madre, che obiettò:" Ma come faremo per il pranzo? Certo che sei sempre il solito! Non potevi dircelo ieri sera? Avremmo avuto tutto il tempo per prepararci, sant'Iddio!"
Lui la guardò per un istante, fece la faccia più sbalordita di cui fosse capace e rispose:" Ma come? Sono anni che scassi con il mare e oggi che mi sono deciso, crei tutti questi problemi? E poi ve l'ho detto stamattina perché ieri sera non ne avevo voglia. Oggi si! Allora? Cosa dobbiamo fare? Andiamo o no?" "Andiamo! Andiamo!" Gridammo entusiasti io e mia sorella. Ci infilammo di corsa i costumi sotto ai pochi vestiti, mia madre preparò in fretta i panini e li mise in una cesta di vimini con la frutta e le bottiglie d'acqua. Eravamo pronti. L'avventura poteva cominciare. E, Cristo, se fu un'avventura. E chi se la scorda più! Ci impiegammo ben tre ore per coprire i novanta chilometri che ci separavano dalla costa. Una volta arrivati a Tarquinia, mio padre strabuzzò gli occhi e disse imprecando:"Madonna, che casino! Ma da dove salta fuori tutta questa cazzo di gente? No, qui non ci possiamo davvero fermare. Grasso che cola se ce ne tocca un secchio a testa di acqua salata." "Allora cosa vorresti fare?" Domandò preoccupata mia madre. "Tranquilla donna! Ora te lo cerca il tuo bel maritino un posticino tranquillo per farti il bagnetto!" E lo cercò davvero. Eccome se lo cercò. Gli ci volle un'ora e mezza, ma alla fine lo trovò. Arrestò l'auto in quello che, probabilmente, era il posto più brutto del Tirreno. Infatti non c'era anima viva. Nessuno tranne noi. Niente persone, niente bar, niente ombrelloni, nemmeno sabbia. Solo sassi. Sassi enormi che partivano da dove avevamo lasciato la macchina, fino ad arrivare per diversi metri dentro l'acqua. Acqua che io e mia sorella facemmo giusto in tempo ad assaggiare. Neanche la maglietta riuscii a togliermi. Riuscimmo a bagnarci solo per metà, perché da lì a dieci minuti, nostro padre fischiò e ci fece uscire. Con quel suo tono perentorio che non ammetteva repliche, disse:"Su, venite fuori ragazzi. Basta bagni per oggi. Ora si pranza e si torna a casa. Che non ho voglia di beccarmi tutto il traffico del ritorno." Mia madre era nera di rabbia, a me veniva quasi da piangere, pure a mia sorella, ma non ci fu niente da fare. Quella, per fortuna, fu l'unica volta che ci portò al mare.
A Schizzo andò ancora peggio. Molto peggio. Lui neanche ci voleva andare al mare. I suoi ce lo mandarono per forza. In colonia. A Montalto di Castro, per quindici giorni filati. Quindici giorni che lui, naturalmente, non fece mai. La notte del secondo giorno scappò via scalzo, con indosso soltanto il costume e una canottiera a righe bianche e rosse. La mattina seguente, i responsabili della colonia, resisi conto dell'accaduto, telefonarono subito ai suoi genitori, che, tra una bestemmia e l'altra, dovettero montare sulla loro seicento per andare a ripescare il proprio figliolo così lontano da casa. Lo trovarono verso le quattro del pomeriggio, che vagava senza meta sulla Statale Aurelia. Fortuna che, quel giorno, c'era poco traffico. Appena gli fu accanto, il padre inchiodò l'auto, scese come una furia e gli diede un fracco di botte senza proferire verbo. Schizzo le prese tutte. Non tentò di schivare neanche un colpo. Ma non versò una lacrima che fosse una. Anzi, quando il padre si stancò di colpirlo, lui, con tutta la rabbiosa calma che possedeva, promise che, se lo avessero lasciato ancora li, sarebbe scappato la sera stessa. Naturalmente si guadagnò una seconda razione di legnate, seduta stante.
Schizzo aveva molti difetti, ma manteneva sempre le promesse fatte. Fu così che, nonostante le difficoltà oggettive e la sorveglianza raddoppiata, quella stessa notte se la svignò di nuovo. Portò a lungo i segni neri e bluastri della fibbia della cintura di quell'avvinazzato di suo padre, ma vinse lui. I suoi dovevano decidere se ammazzarlo di botte lì, sul posto, o riportarselo a casa impotenti. In verità ci pensarono su piuttosto a lungo, ma alla fine decisero che sarebbe stato meglio per tutti riportarlo a casa. Negli anni a venire, quando sentivo dire che al mare bisognava stare attenti, che era pericoloso, io pensavo sempre a Schizzo.
9 notes · View notes
Text
Bel casino, il cuore.
13 notes · View notes