L’anello
"Un Anello per allagarli, un Anello per incantarli, un Anello per accecarli e nel fuoco gettarli"
(Mi dispiace tanto ma non ho potuto trattenermi dal farlo)
La notte era calma e fredda, le strade erano buie ormai da molto tempo e il silenzio era calato sulla città come un sottile telo trasparente.
La Luna era appena visibile dall'interno della camera da letto e la sua debole luce lattea illuminava i capelli chiari di Caesar che dormiva profondamente accanto a lui, dandogli le spalle.
Joseph si girò, attento a non svegliare l'altro con i suoi goffi movimenti, e si alzò lentamente dal letto.
Sussultò quando i piedi nudi toccarono le assi fredde del pavimento e si affrettò a recuperare le pantofole scivolate inspiegabilmente sotto al comodino.
Caesar dietro di lui si mosse un pochino, ma non si svegliò.
Joseph espirò e uscì dalla stanza in punta di piedi, scendendo le scale ed entrando in cucina.
Si avvicinò alla credenza e prese quello che il suo ragazzo era assolutamente sicuro essere un barattolo pieno di burro d'arachidi e proprio per questo non lo sfiorava neanche.
Il suo orgoglio culinario non gli avrebbe mai permesso di mangiare una schifezza come quella.
Per Joseph, finché Caesar la pensava così andava bene, anche perché era solo grazie a quell'idea che il moro era riuscito a nascondere il suo regalo di San Valentino.
Aprì il barattolo, prese la scatolina blu dal suo interno e l'aprì per la centesima volta da quando l'aveva comprata tre giorni prima.
L'anello d'argento luccicante risplendeva nell'oscurità, evidenziando il contorno del piccolo smeraldo incastonato su di esso.
Joseph sorrise, ripensando al povero commesso della gioielleria che aveva fatto correre avanti e indietro per cercare un gioiello che rispecchiasse perfettamente tutto ciò che amava di Caesar.
Guardò l'orologio a muro e il suo sorriso crebbe quando vide che mancavano pochi minuti alla mezzanotte.
<Aah~> sospirò <finalmente dopo tre anni chiederò a Caesar di sposarmi!>
Ridacchiò felice e guardò l'anello con occhi pieni di tenero amore.
<Non vedo l'ora di vedere il mio bel Caesarino in abito da sp-SHIT! FU*K FU*K FU*K FU*K!!! TAVOLO INFAME, PROPRIO QUI DOVEVI STARE?! L'AVEVO DETTO A CAESAR DI NON COMPRARTI POR*O SCHIFO!!!>
Numerose imprecazioni seguirono la tragedia che è sbattere il mignolo del piede contro la gamba di un tavolo in metallo.
<...JoJo? Sei...stai bene?>
Joseph smise all'istante di saltellare, stringendosi il piede, completamente bloccato dalla voce proveniente dalla porta.
<JoJo?>
<Ah...C-Caesar! Sei...sveglio?>
Si udì un sospiro.
<No, sto dormendo. Certo che sono sveglio! Chiunque si sarebbe svegliato dopo averti sentito gridare in quel modo!>
<Ah...ecco...mi dispiace tanto! Puoi tornare a dormire adesso!>
Mentre parlava fece scattare la mano indietro, tastando il ripiano della cucina e appena sentì la forma della scatolina sotto le dita la afferrò, nascondendola nella tasca dei pantaloni del pigiama.
<Che stai facendo qui, al buio, nel cuore della notte?>
<Niente! Solo...ehm...>
Sentì un fruscio leggero davanti a lui, subito dopo un click e poi una luce abbagliante invase la stanza.
<Oow! Avvisa prima di tentare di accecarmi, per favore!> esclamò Joseph schermandosi gli occhi con le mani.
Caesar lo ignorò e avanzò verso di lui, fissando il barattolo dietro la sua schiena.
<Ti sei alzato senza svegliarmi come fai di solito solo per mangiare del...burro d'arachidi a mezzanotte passata?> sentenziò.
<Ehm...sì?>
Il biondo lo guardò alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
<Hmm...farò finta di crederci visto che è tardi. Vedi di tornare a letto in fretta e non prendertela più col tavolo per la tua goffaggine!> disse dando un colpetto sulla superficie del mobile assassino.
Joseph era sicuro di non aver mai odiato un tavolo con tanta intensità prima di allora.
Quando sentì Caesar salire le scale, tirò fuori la scatolina dalla tasca e la rimise al suo posto con un sospiro di sollievo.
Scoccò un'ultima occhiata all'orologio che ormai segnava l'una meno venti e, sorridendo come un bambino reduce da una notte di Halloween fruttuosa, corse in camera da letto, saltando addosso al fidanzato e guadagnandosi un'affettuosa sgridata.
•~•~•~•~•~•
Joseph sentì il profumo di carne e verdure ancora prima di arrivare in cucina, dove Caesar stava sicuramente dando sfoggio delle sue affinate abilità culinarie.
Era tradizione, ormai, che il biondo cucinasse la sera di San Valentino (non che non preparasse anche il resto dei pasti, ma Joseph stava lentamente migliorando ai fornelli ed era finalmente in grado di prepararsi piatti semplici senza far scoppiare un incendio).
Un brivido percorse la schiena del moro al ricordo della loro cucina completamente carbonizzata e, soprattutto, delle notti passate a dormire sul balcone senza neanche un sacco a pelo o un cuscino.
Caesar sapeva essere davvero crudele quando voleva...
Stava giusto appendendo il giubbotto all'appendiabiti quando la testa del biondo fece capolino dalla cucina.
Appena quello lo vide fu pervaso dal sollievo.
Sorrise...per un brevissimo istante, poi sul suo volto nacque un cipiglio minaccioso.
<JoJo! Era ora! L'ultima volta che ho controllato la panetteria non era così lontana da giustificare un ritardo di QUATTRO ORE>
Le braccia incrociate al petto e le sopracciglia aggrottate potevano fare pensare fosse infastidito dal suo comportamento, ma Joseph sapeva che quando lo rimproverava senza guardarlo negli occhi significava che era solo preoccupato.
Avanzò sorridendo, posò una mano sulla testa dell'altro arruffandogli i capelli e si chinò quel poco che bastava per dargli un piccolo e morbido bacio sulla guancia.
<Aaww~ Il mio Caesarino era preoccupato per me~> canticchiò.
Il biondo reagì all'istante con una gomitata nelle costole che fece sibilare Joseph per il dolore.
Caesar distolse lo sguardo, consapevole del rossore sulle sue guance.
<No che non lo ero! Assolutamente! Grosso come sei nessuno avrebbe il coraggio di avvicinarsi a te, figuriamoci attaccarti! Ero solo...mi serviva il pane! È indispensabile per lo spezzati->
<Non serve>
<Uh?>
<Non serve che prepari niente. Perché il tuo fantastico fidanzato ha deciso che stasera andremo a mangiare fuori!>
<Eh? Cos->
<Non puoi rifiutarti, il ristorante è già prenotato, anzi, vai a cambiarti che sennò faremo tardi. Su su, mi piacerebbe vederti con la camicia azzurra a triangolini~>
<E-ehi...Jo-aspetta!>
Le proteste di Caesar furono inutili: infatti, in tempo tre secondi, fu gettato nella loro stanza e ricevette anche una porta sul naso nel tentativo di afferrare il braccio di Joseph.
Seguì uno splendido sproloquio di fantasiose bestemmie.
<Ow...JoJo, giuro che appena esco da qui ti strangolo con le mie mani!> tuonò minaccioso mentre si infilava controvoglia la camicia azzurra in questione, cercando di non macchiarla con il sangue fuoriuscito dal naso.
<Aaww~ Dai, non c'è bisogno di mascherare così i tuoi veri sentimenti, lo so che quando mi minacci di morte vuol dire che mi ami~~> rispose il moro dall'altra parte della porta.
<Hai voglia! Guarda, ti amo così tanto in questo momento che il mio naso perde sangue per l'emozione!>
<Hahaha, ma se è stata la por->
<Per il tuo bene farai meglio a non finire la frase, aprire all'istante la porta, dirmi cosa stai architettando e, soprattutto, se c'è il rischio che vada a fuoco qualcosa. Sai, chiedo solo perché ho trovato un angolino in giardino che potrebbe essere più comodo del balcone per le lunghe permanenze>
Il biondo poté quasi sentire l'altro piangere dopo quelle sue parole.
<Caesarino...sai essere così crudele quando ti impegni...>
Joseph aprì la porta e sorrise quando vide che nonostante tutto Caesar aveva messo la camicia che gli aveva regalato dopo sei mesi di fidanzamento.
Io biondo arrossì quando capì a cosa stava pensando quell'adorabile testa vuota del suo ragazzo.
<Bene!> esclamò poi il moro <Al ristorante!>
Afferrò la mano dell'altro, prese al volo sciarpa e cappotto e si chiuse la porta alle spalle, tirandosi dietro un italiano confuso e accigliato.
•~•~•~•~•~•
Ci sono quei momenti nella vita dove la disperazione è tale da farti pensare al peggio (come per esempio farti credere che l'anello con cui hai intenzione di chiedere all'amore della tua vita di sposarti stia per cadere in un lavandino) e poi, quando per una qualche fortuita coincidenza la disgrazia non accade, tutto ciò che rimane è un immenso e piacevole senso di sollievo.
Ecco cosa provava Joseph guardando il piccolo cerchietto d'argento in bilico tra l'interno smaltato e il tubo di scarico del lavabo nel bagno del ristorante dov'era arrivato appena venti minuti prima con Caesar.
<Ok, ok> disse fissando il gioiello mentre goccioline di sudore freddo gli bagnavano le tempie.
<Sono pronto! Sono nato pronto! Sono capace di non...ugh...combinare pasticci...sì...>
In realtà non ci credeva neanche lui.
In fondo, non era stato lui stesso a mettersi in quella complicata situazione?
<Aaarg! WHY AM I STUPID?! Ma dico io, quale persona normale tira fuori un anello di quel valore quando si lava le mani dopo aver usato il bagno?! IO! E perché io? PERCHÉ QUANDO DIO DISTRIBUIVA IL BUONSENSO IO ERO A COMBATTERE DEI AZTECHI IN GONNELLA!>
Si agitò per un po', andando avanti e indietro nel piccolo bagno.
Poi si fermò, fece un profondo respiro, si sporse sul lavabo e allungò esitante la mano.
Lo toccò...
...
...e ovviamente lo fece cadere.
<OH NOOOO! L-l'anello! Aiuto!>
Si gettò in avanti, ma era troppo tardi: il piccolo e prezioso gioiello si scontrò, tintinnando, contro il fondo della parte curva del tubo che si ripiegava al di sotto del lavabo.
Purtroppo o per fortuna la reazione fu immediata: si abbassò, cinse il condotto di metallo con le mani e, in un colpo solo, lo sradicò dalla parete.
L'anello volò all'indietro e Joseph non poté gioirne perché si ritrovò a fissare ciò che stringeva tra le mani: ovvero la prova di un atto vandalico immotivato contro il bagno di uno dei ristoranti migliori di Venezia.
Guardò il tubo per un po', incerto se inveire in inglese o bestemmiare in italiano.
Alla fine si alzò, si pulì lentamente il vestito dalla polvere, rimise il gioiello nella scatolina, riposizionò il tubo al suo posto, abbandonandolo in uno stato di estrema precarietà, e, con passo sicuro, uscì dal bagno diretto verso la grande sala sul retro.
Quando si sedette al tavolo, il suo risotto ai funghi era praticamente ghiaccio nel piatto, mentre il secondo di Caesar era già lì: fegato di vitello tagliato in listarelle con cipolle bianche, rigorosamente di Chioggia, non tritate, ma tagliate a metà e affettate sottilmente.
Il biondo alzò gli occhi su di lui e aggrottò le sopracciglia sembrando infastidito.
<Finalmente, sei in bagno da più di dieci minuti! Stavo cominciando a pensare che fossi annegato nel gabinetto o qualcosa del genere>
<Ehi!> si lamentò Joseph sedendosi <Neanche io riuscirei a fare una cosa simile!>
<Mmh, tu dici? Francamente, io non ne sarei così sicuro> rispose e si portò alle labbra un altro boccone di carne.
<Noto sempre una certa sfiducia nei miei confronti, eh? Non credi che possa essere serio anch'io ogni tanto?>
<Oh no, ti prego. Se lo fossi la mia vita diventerebbe terribilmente noiosa>
Il cuore di Joseph accelerò improvvisamente e un piacevole calore gli riempì il petto.
Rise di cuore, sorridendo felice.
<Bene, allora scommettiamo!> esclamò abbandonando definitivamente la forchetta nel piatto praticamente intonso.
Caesar alzò lo sguardo incuriosito.
<Una scommessa?>
<Esattamente! Scommetto che riuscirò a riunire tutte le possibilità che ho di sorprenderti in un'unica volta!>
L'italiano sembrava alquanto perplesso.
Anche il fegato di vitello finì per passare in secondo piano.
<Cioè, tu ti staresti giocando le sorprese di tutta una vita...adesso?>
Il moro annuì deciso.
Caesar ridacchiò sembrando scettico e allungò la mano per stringere quella del fidanzato.
Nei suoi occhi brillava quella vivida ed eccitante curiosità che solo il suo JoJo riusciva a trasmettergli.
<Va bene> disse con un ghigno <Ci sto>
<Nice, nice, very nice Caesarino~> esultò l'altro.
Fece per dare un bacio sulla guancia al biondo, ma fu fermato da una mano che gli venne posata sulla bocca.
<Ma...> iniziò quello <...devi farlo qui, adesso. Devi soprendermi ora e in questo ristorante, a questo tavolo. In palio ci sono tre decisioni che possiamo prendere noi per l'altro e che non possiamo contestare o cambiare in un secondo momento>
Un'idea balenò nella mente opportunista di Joseph che, di fatto, accettò subito.
<Affare fatto! Mi piaci quando sei così proprositivo, Caesarino~>
<Invece che chiamarmi con nomignoli stupidi, vedi di sbrigarti e fare la tua mossa> biascicò quello imbarazzato, tonando a masticare un pezzo di carne fredda.
Joseph emise un verso di approvazione.
Si sporse di lato, fece un cenno con la mano e subito si materializzò accanto a loro un gruppo di uomini attempati, armati di flauti e violini.
Caesar sussultò, guardandoli sbigottito mentre intonavano le prime note della sua composizione preferita di Giuseppe Verdi.
<Cos-...da dove vengono questi tizi?>
<Caesar Antonio Zeppeli>
Joseph pronunciò il suo nome con una serietà tale da far cadere la forchetta dalla mano del biondo che si limitò a guardare l'altro in silenzio.
<Come dire...non sono bravo con i discorsi importanti, ma cercherò di impegnarmi per te.
Quando ti ho incontrato quattro anni fa a Roma non avrei mai pensato che avresti potuto piacermi, soprattutto così, in modo...romantico, ecco. In realtà non ti sopportavo proprio, ho pensato fossi un playboy snob e altezzoso e, insomma, ormai stiamo insieme da un po' e non metterei mai in dubbio il tuo amore per me, ma dannazione! Avresti potuto dirmi prima che che non ti interessavano solo le donne! Mi sarei risparmiato di indebitarmi con Lisa Lisa per saperlo! Quella strega mi ha fatto fare il lacchè gratis per un mese... Comunque ora sto divagando, non è questo il punto. Quello che volevo dire è che...sinceramente all'inizio non ci speravo, credevo di non essere abbastanza per te...e invece eccoti qui, ad ascoltare la mia lunghissima e terribile proposta di matrimonio. Allora, che ne dici, Caesarino? Ti va di passare il resto della tua vita col qui presente Joseph Joestar che molto probabilmente ti causerà un guaio dopo un altro, potendoti risarcire solo con coccole e un amore incondizionato?>
Aprì la scatolina contenente il gioiello con un sorriso enorme sul volto.
Davanti a lui, Caesar era rosso in viso, profondamente sorpreso e in evidente difficoltà nel formulare una frase sensata.
Uno degli anziani violinisti tossicchiò un pochino e si sporse verso Caesar, sussurrandogli discretamente nell'orecchio.
<Ragazzo, non me ne intendo di queste cose perché non mi sono mai sposato, ma credo proprio che questo sia il momento in cui dovresti dire di sì>
Il biondo lo guardò al culmine dell'imbarazzo.
Poi si girò verso Joseph che lo stava fissando con uno sguardo a metà tra il preoccupato e lo speranzoso.
Sospirò debolmente e si coprì il viso rosso con le mani.
<C-certo che sì...stupido...che ti avrei tenuto a fare con me per tre anni per poi rifiutarti adesso?> borbottò in preda all'imbarazzo.
Joseph scattò, al settimo cielo.
Balzò in piedi e la sedia si rovesciò con un tonfo.
<CAESAR MI HA DETTO DI SIIIIÌ!!!>
In quel momento, proprio in quel momento, successe la tragedia.
Allargò d'improvviso le braccia, tenendo ancora tra le dita la scatolina aperta.
L'anello disegnò una perfetta parabola, schizzando via dal suo contenitore e atterrando proprio sulla rètina di un cameriere che stava esibendosi in una performance di grande maestria con una pietanza flambè.
Seguì un urlo di dolore, un suono sorpreso, un grido e poi il caos.
La padella portata da quel pover'uomo gli cadde dalle mani, mandando a fuoco la tovaglia, che diede fuoco alla giacca piena di fronzoli di un uomo, il quale scattò subito di lato, incendiando la tenda della finestra.
In pochi istanti, dunque, scoppiò un incendio.
Tutti inziarono a correre verso l'ingresso del ristorante gridando e tossendo.
Il personale si agitava nel panico più totale, una donna era svenuta per lo spavento e il marito, in evidente iperventilazione, la sosteneva minacciando di fare causa a tutti e tutto, il povero cameriere era ancora a terra tastandosi l'occhio e pregando di non averlo perso.
Insomma, peggio di così non sarebbe di certo potuta andare.
Ah no, c'era ancora quel piccolo dettaglio trascurabile del fiume d'acqua proveniente dal bagno, dove il tubo di metallo sdradicato da Joseph era schizzato via al primo lavaggio di mani, colpendo il povero disgraziato in questione proprio in quel punto innominabile poco sotto il pube.
Caesar si guardò intorno allibito.
Aveva davvero appena acconsentito a sposare un uomo che nel giro di pochi secondi aveva distrutto un ristorante?
Il sistema antincendio si attivò e quando cominciò a piovere al coperto, Joseph afferrò la mano del biondo, recuperò l'anello da terra e, senza guardarsi dietro, iniziò a correre come un fulmine verso la porta.
<Scappiamo, Caesar!>
<JoJo! Ma che hai combinato lì dentro?!?!>
Joseph rise.
<Non ne ho idea!>
Continuarono a correre anche una volta fuori, con i vestiti che grondavano acqua.
Raggiunsero una piazza, grande e illuminata da bei lampioni con ghirigori floreali.
Il moro prese delicatamente la mano dell'altro e infilò l'anello all'anulare, sorridendo come un bambino.
Caesar sospirò, sorrise e, sporgendosi in avanti, gli cinse il viso con le mani, baciandolo dolcemente.
<Hai vinto la scommessa, idiota> sussurrò ridacchiando.
<Mh mh, non avevo dubbi in merito>
Sorrise e cinse le spalle del biondo con un braccio, poi poggiò la tempia contro la sua.
<Preparati per indossare un abito da sposa tra tre mesi e, mi raccomando, voglio i fiocchetti>
Caesar si girò, ma ogni protesta gli morì in gola davanti al sorriso gentile del suo futuro marito.
Sospirò e tornò a guardare il cielo stellato oltre i bassi condomini.
<Come vuoi, JoJo>
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(A)Mare col box: la proposta di Locale (Palermo) per un San Valentino di gusto
La Sicilia è ancora in Zona Arancione e i tanti che durante l'anno hanno qualcosa da farsi perdonare non possono portare la loro lei o il proprio lui al ristorante per San Valentino.
Per fortuna la soluzione è facile, a portata di delivery e take away, almeno a Palermo, grazie a Locale, osteria contemporanea e cocktail bar d'eccellenza in cui tutto o quasi è siciliano, ovvero locale. Per domenica 14 febbraio lo staff si è inventato "(A) Mare col box". Sui social lo staff con la consueta ironia scrive: "Uomini, quest'anno vi è andata bene, vi faremo da complici: alla vostra cena romantica ci abbiamo pensato noi 😜 (A)mare il nostro box di mare per amare. Festeggia l'amore, sempre.__"
Poi il tono si fa un po' più serio. "Rossi, arancioni, gialli... verde. É il verde in realtà il colore che aspettiamo, colore della ripartenza dopo uno stop, ripartenza reale e definitiva. Nel mentre cerchiamo, come sempre, di adattarci al momento e reagire di conseguenza. Questo è il nostro modo per starvi vicini, sperando che sia l'ultima volta a distanza. Un box per due. (A)mare col box perché questo San Valentino sarà diverso ma bisogna pur sempre trovare un modo per celebrare il sentimento più bello, l'amore. In questo caso con un box tutto a base di pesce".
Ma cosa c'è dentro (A)Mare col box, la proposta di Locale - Palermo per San Valentino 2021?
- Paninetto alla barbabietola salmone e mela🍏verde;
- Insalata di finocchio e gambero 🦐 con crema di mais;
- Ostriche 🦪 crema di lime ed erba cipollina.
- Paccheri con salsa di crostacei 🦞 e crumble agli agrumi.
- Fagottino di orate 🐟 e seppia, scampo fondente e carciofo su crema di patate.
- Dolce Rossa Trancio di torta Red Velvet 😋😍
(A) Mare col box costa 40€. Una bottiglia di Neroluce (Spumante Principi di Butera, Sicilia DOC) in omaggio ogni due box.
LOCALE
Via Francesco Guardione 88, 90139 Palermo
0917932430 - anche Whatsapp - delivery
anche con https://www.socialfood.it/palermo/locale
(foto, media info): http://lorenzotiezzi.it/locale/
instagram.com/localepalermo/
https://www.facebook.com/localepalermo/
https://localepalermo.it/
Locale, a Palermo, è un'osteria moderna, perfetta per una cena easy con gli amici e pure per un pranzo in famiglia; è un cocktail bar in cui rilassarsi dopo una giornata di lavoro bevendo qualcosa di buono e gustandosi, perché no, anche un Piattino, una sorta di tapa che mette insieme tradizione siciliana e fantasia... Tra i tanti piattini, ecco Ammare (insalatina di pesce con crema di basilico e spuma di bufala), le Polpettine di Nonna Pina, di carne, con sugo e crostini di pane... Non mancherà mai neanche Caciocavallo Morbido, in tempura con miele siciliano. Quando era stato tolto dal menu, i gestori hanno dovuto sentire troppe lamentele.
Locale, nato nel settembre 2017, è nel cuore di Palermo, a due passi dal Teatro Massimo. Il successo di questo spazio è stato immediato e si consolida con proposte divertenti, anche oggi, in tempo di restrizioni. Qui tutto è locale. Le ispirazioni arrivano da tutto il mondo, ma piatti, cocktail e design sono decisamente palermitani. Aperto dalla mattina alla notte, Locale ha iniziato a farsi notare da chi, tra i giovani palermitani, cercava proposte d'eccellenza e un posto tranquillo per godersele. Poi, pian piano, grazie al passaparola, a Locale hanno iniziato anche da arrivare le famiglie, soprattutto per il pranzo della domenica, che in Sicilia è un vero e proprio rito a cui si inizia a pensare dal lunedì.
Il cocktail bar occupa il pianterreno, al primo piano c'è la zona ristorante, in cui spicca una saletta logicamente chiamata salotto. Perché a Locale si sta come a casa. Gestito dalla famiglia Bellavista, racconta le passioni e le esperienze di chi l'ha creato. Maurizio, il papà, gestisce locali da sempre. A lungo si è occupato di quello del Circolo Ufficiali, a Palermo. Maurizio, il figlio più grande, arriva da esperienze in ristoranti in giro per il mondo (Blue Marlin Ibiza, Londra, Milano), mentre Greta, laureata in disegno industriale, si occupa soprattutto del design e della comunicazione. Ma non solo, perché come sempre in famiglia si fa un po' di tutto, anche solo per il piacere di dare una mano e stare insieme.
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