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Trampolieri Matrimonio Lecce
ARTISTI DI STRADA PER MATRIMONISpettacoli per eventi esclusivi e matrimonio con bellissimi trampolieri sposo sposaSe desiderate un matrimonio originale, creativo e magico, e volete assolutamente lasciare senza parole i vostri ospiti, potrete riuscirci solo se proponete loro uno degli spettacoli con i trampolieri in abito da sposi. All-focus Open Circus Puglia propone spettacoli composti da…
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Roberto Bolle testimone di nozze tra étoile della Scala, in Salento
I primi ballerini del Teatro alla Scala di Milano si sono sposati in Puglia, paese di origine delle sposa. Un matrimonio da sogno celebrato nella basilica di Santa Caterina D’Alessandria di Galatina. I festeggiamenti con parenti e amici, tra una taranta e un tango tra gli sposi, sono invece avvenuti alla Masseria di San Lorenzo, una location del’500 a pochi chilometri da Lecce. Testimone di nozze…
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rassegnastampacoupon · 10 months
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Nuovi bellissimi messaggi dal blog di Mario D’Ignazio
Riceviamo e pubblichiamo alcuni degli ultimi messaggi del blog di Mario D’Ignazio, attivo anche su Facebook e presso le principali società editrici italiane. Il primo post riguarda i romanzi ispirati alla Bibbia, che sono davvero tantissimi, alcuni raccontano gli episodi interi e reali, altri invece li romanzano. I personaggi biblici a cui si sono ispirati tanti scrittori e romanzieri sono: Adamo ed Eva, Caino e Abele, Mosè, Davide, Salomone e Gesù. Vediamo allora quali sono i romanzi ispirati alla Bibbia insieme ai ragazzi del blog di Mario D’Ignazio.
L’influsso che ha esercitato la Bibbia sulla letteratura mondiale
Nelle opere classiche della letteratura occidentale che risalgono alla metà del XX secolo l’influenza della Bibbia è molto evidente, infatti poeti e scrittori si sono ispirati ai contenuti narrativi, temi, motivi e personaggi tanto dell’Antico quanto del Nuovo Testamento. La letteratura, infatti, non ha mai trascurato la Bibbia, anzi è stato realizzato un nuovo genere letterario, quello del thriller religioso di cui fanno parte romanzi come Qumran e Il tesoro del tempio di Eliette Abécassis, Il codice da Vinci di Dan Brown, Il corpo di Richard Ben Sapir ecc.
Romanzi ispirati alla Bibbia
Dante nella sua Divina Commedia tenta di portare l’uomo verso la giusta via e con la Bibbia è possibile spiegare la Divina Commedia, che ha all’interno tematiche di tipo allegorico perché il viaggio di Dante nell’aldilà è ricco si significato morale e religioso. Dante si sofferma sul suo tempo, il Medioevo dove i poteri del Papato e dell’Impero lottano tra loro, e lo considera corrotto, con pochi valori civili e religiosi e ritiene che è un momento in cui l’uomo può perdere la via e l’unica salvezza la ripone in Beatrice che diventa il mezzo di elevazione spirituale che lo condurrà in Paradiso. Anche Manzoni come Dante rappresenta l’umanesimo cristiano e con i Promessi Sposi ci da il messaggio che aver fiducia in Dio può convertire il male che facciamo o subiamo. 
La Provvidenza nei Promessi Sposi è un qualcosa di interiore da accettare o no, e gli sposi alla fine arrivano a pensare che è importante confidare in Dio con la speranza che le sofferenze servano a migliorare la vita. Victor Hugo, l’autore de I miserabili e di Notre-Dame de Paris, sosteneva che il Dio della Bibbia può dare le spiegazioni sul fatto che il Bene e il Male sono stati creati per necessità. I suoi personaggi sono profondi, umani e autentici. Il drammaturgo sostiene: “Dio non ha creato che l’essere imponderabile. Lo creò imperfetto; se così non fosse stato, tanta perfezione, persa nell’infinito, si sarebbe mescolata e confusa con Dio; e la creazione, ebbra di tanto splendore, si sarebbe lasciata assorbire in lui e non sarebbe mai esistita”.
Cenacoli d'Orazione
In uno dei suoi ultimi messaggi pubblicati su Facebook, Mario D’Ignazio ha condiviso un post del blog riguardante i Cenacoli d'Orazione, che sono dei momenti di preghiera, organizzati a periodi alterni, durante i quali i fedeli si riuniscono in una casa a scelta e pregano alla presenza dell'Icona dell'Apparizione.
Dal 2011 Mario D'Ignazio ha organizzato, dietro richiesta del Cielo, diversi Cenacoli d'Orazione in numerosi paesi del Sud Italia, tra i quali troviamo anche Galatina, Squinzano (in provincia di Lecce), Turi, Rutigliano, Crispiano e altri comuni della Puglia.
Durante questi momenti di raccoglimento, il veggente, dopo aver recitato la preghiera della Divina Misericordia e del Rosario e aver invocato lo Spirito Santo, unge tutti i presenti con l'Olio Santo e rivela gli ultimi messaggi che gli sono arrivati dalla Madonna.
L'ultimo messaggio straordinario: 22 settembre 2019, Turi (in provincia di Bari)
In occasione del Cenacolo d'Orazione di Turi, in provincia di Bari, la Vergine Maria è apparsa a Mario D'Ignazio e a tutti i fedeli presenti all'incontro.
Era vestita di bianco ed era tutta raggiante. Dopo aver dato la Comunione a D'Ignazio e ai presenti e averli benedetti, ha rivelato di essere la Vergine Immacolata e Pura e di aver portato la pace del suo Divin Figlio, Gesù, Eterno Amore.
Il Cenacolo è proseguito poi con l'esortazione della Madonna a pregare ogni giorno in onore del suo Cuore di Madre e ad adorare la Croce.
L'incontro, in quell'occasione, si è chiuso con una dichiarazione d'amore materno della Vergine Maria a D'Ignazio e ai fedeli e un ringraziamento per essere stati presenti a quel momento di preghiera e di riparazione.
Mario D'Ignazio, durante il Cenacolo D'Orazione di Turi, ha parlato anche della sua esperienza mistica e delle persecuzioni subite negli ultimi otto anni.
L'apparizione mariana del 5 luglio 2022 a Brindisi
Tre anni dopo l'ultima apparizione pubblica a Turi, la Vergine Maria si è mostrata di nuovo a Mario D'Ignazio e ai fedeli in occasione di un Cenacolo d'Orazione tenutosi a Brindisi il 5 luglio 2022.
La Madonna, durante quell'apparizione, si è mostrata vestita di bianco, con una cintura azzurra ai fianchi e dodici stelle scintillanti intorno al suo capo.
Alla sua destra c'era Giovanna D'Arco, la vergine combattente e patrona della Francia, mentre a sinistra l'Arcangelo Michele.
Durante questo momento di preghiera, la Vergine Maria, dopo aver invitato i fedeli a recitare la preghiera del Rosario, che ha un potere redentivo, guaritore, liberatore e intercessore, li ha esortati a non condannare chi commette peccato, ma piuttosto a correggerlo con amore fraterno affinché possa ravvedersi e salvarsi.
Quali sono le apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa
Fonti storiche certe affermano che la prima apparizione risale a Gregorio di Nizza (335 392) e consiste nella visione della Vergine da parte del vescovo greco Gregorio Taumaturgo nel 231 e, poi, nel Santuario del Pilar a Saragozza, invece, si dice che l’apostolo Giacomo, evangelizzatore della Spagna nell’anno 40. La Chiesa ha riconosciuto ufficialmente quindici apparizioni:
·  Laus (Francia) 1664-1718, Benôite Rencurel;
·  Roma 1842, Alfonso Ratisbonne;
·  La Salette (Francia) 1846, Massimino Giraud e Melania Calvat;
·  Lourdes (Francia) 1858, Bernadette Soubirous;
·  Champion (Usa) 1859, Adele Brise;
·  Pontmain (Francia) 1871, Eugène e Joseph Barbedette, François Richer e Jeanne Lebossé; Gietrzwald (Polonia) 1877, Justine Szafrynska e Barbara Samulowska;
·  Knock (Irlanda) 1879, Margaret Beirne e diverse persone;
·  Fatima (Portogallo) 1917, Lucia Dos Santos, Francesco e Giacinta Marto;
·  Beauraing (Belgio) 1932, Fernande, Gilberte e Albert Voisin, Andrée e Gilberte Degeimbre; Banneux (Belgio) 1933, Mariette Béco;
·  Amsterdam (Olanda) 1945-1959, Ida Peerdemann;
·  Akita (Giappone) 1973-1981, Agnes Sasagawa;
·  Betania (Venezuela) 1976-1988, Maria Esperanza Medano;
·  Kibeho (Ruanda) 1981-1986, Alphonsine Mumereke, Nathalie Ukamazimpaka e Marie-Claire Mukangango.
Cosa significa riconoscimento ufficiale della Chiesa
Il mariologo Antonino Grasso, docente all’Istituto superiore di Scienze religiose di Catania, autore nel 2012 di Perché appare la Madonna? Per capire le apparizioni mariane (Editrice Ancilla) sostiene che “Significa che la Chiesa si è espressa favorevolmente attraverso dei decreti” e che “Secondo le norme emanate dalla Congregazione per la dottrina della fede nel 1978 la Chiesa demanda al vescovo l’esame dei fatti, con un’analisi accurata affidata a una commissione di esperti, dopo la quale sempre l’ordinario diocesano esprime un pronunciamento. A seconda della particolarità dell’apparizione e delle sue 'ricadute' può occuparsene anche una Conferenza episcopale o direttamente la Santa Sede”. 
A questo proposito i giudizi sono tre: negativo (constat de non supernaturalitate), attendista (non constat de supernaturalitate, anche se questa opzione non è contemplata nella normativa del 1978), positivo (constat de supernaturalitate). Grasso aggiunge che “Un caso di pronunciamento negativo – dice Grasso – è quello che si è avuto lo scorso marzo, quando l’arcivescovo di Brindisi-Ostuni ha misconosciuto le apparizioni di cui si diceva protagonista un giovane del luogo” e che c’è anche una tipologia “intermedia” dove il vescovo non si espone in modo ufficiale sulle apparizioni mariane ma vede la “bontà” della devozione che comportano tali apparizioni e approva il culto. A Belpasso, arcidiocesi di Catania, sembra che la Vergine sia apparsa dal 1981 al 1986 e nel 2000 l’arcivescovo ha creato un Santuario diocesano in quel posto e ogni anno si celebra l’anniversario delle apparizioni mariane. Quelle riconosciute con certezza sono quella di Guadalupe in Messico e quella di santa Caterina Labouré a Parigi.
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nardonews24 · 2 years
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FIERA SALENTO SPOSI: IN ARRIVO UN WEEK-END RICCO DI SORPRESE
FIERA SALENTO SPOSI: IN ARRIVO UN WEEK-END RICCO DI SORPRESE
Cresce l’attesa e inizia il conto alla rovescia in vista della nuova edizione di Fiera Salento Sposi, l’evento organizzato da Giovanni Conversano e Giada Pezzaioli della Platinum Eventi. Un nuovo appuntamento che già si conferma essere un nuovo successo: “Sono oltre 2500 le coppie che si sono già pre-registrate ad oggi in vista dell’evento in programma al Grand Hotel Tiziano di Lecce  sabato 1 e…
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La Terra d'Otranto in sette vedute ottocentesche
di Armando Polito
Credo che il potere dell’immagine, e non mi riferisco solo a quella artistica quale può essere una pittura, sul testo sia incontrovertibile, solo pensando all’effetto immediato e d’insieme (sul suo livello di profondità non m’attardo) che essa produce in chi l’osserva. La tecnologia digitale negli ultimi decenni ha favorito la prevaricazione, spero non definitiva, dell’immagine sul testo portando all’estreme conseguenze ciò che in passato era una rarità costosa che pochi, autori e lettori, potevano permettersi. E il pensiero corre alle miniature dei manoscritti medioevali e, dopo l’invenzione della stampa, alle tavole destinate a corredare testi per lo più scientifici o riguardanti la letteratura greca e latina (penso, in particolare alle innumerevoli  cinquecentine con le Metamorfosi di Ovidio tradotte e illustrate, sulla scia di analogo processo di “moralizzazione” innescato fin dal secolo XIV), prodotti oggi diremmo di nicchia, per arrivare poi nel XIX secolo alle edizioni illustrate di opere letterarie contemporanee (spicca tra tutte la quarantana dei Promessi sposi con le tavole di Francesco Gonin). In tempi in cui ci sentiamo quasi obbligati dalla sezione virtuale della nostra vita sociale a rendere partecipe tutto il mondo, soprattutto con foto e video, dei momenti anche più futili ed idioti della nostra esistenza, vacanze in luoghi più o meno esotici e … visite più o meno frettolose al bagno comprese, restiamo perfino perplessi se troviamo poche (rispetto alla mole dell’opera) illustrazioni in una produzione letteraria che nei secolo XVIII e XIX ebbe grande risonanza: i resoconti di viaggi. Chi non ha letto o  almeno una volta non ha sentito nominare, per esempio, il Voyage pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile di Jean-Claude Richard de Saint-Non, uscito a Parigi in quattro volumi dal 1781 al 1786? Avremo fra poco occasione di ritornarci a proposito di alcune tavole, ma intanto mi preme ricordare che non a caso le prime due parole del titolo ricorreranno in una caterva di opere consimili uscite nel secolo successivo e che pittoresco non sta nel dominante significato attuale di curioso, ma eredita quello che aveva nel secolo precedente, cioè si riferisce ad un gusto pittorico che rappresenta prevalentemente paesaggi solitari, specialmente con imponenti architetture o rovine, caratterizzato da forti effetti chiaroscurali. E due tra i periodici più diffusi del secolo XIX, entrambi napoletani,  erediteranno questa tendenza, non solo nel nome: il Poliorama pittoresco uscito dal 1830 al 1860 e L’omnibus pittoresco dal 1838 al 1854; al primo, guarda caso, farò fra poco riferimento anche per un dettaglio iconografico.
Nel novero delle innumerevoli relazioni di viaggio del secolo XIX un posto di rilievo spetta certamente a quella napoletana di Domenico Cuciniello e Lorenzo Bianchi dal titolo Viaggio pittorico nel regno delle due Sicilie, uscita in tre volumi dal 1830 al 1833.
Di quest’opera, che rappresenta certamente per quanto dirò a breve,  un gesto di coraggio imprenditoriale oltre che di sfida culturale, ignorerei ancora l’esistenza se non me l’avesse segnalata qualche giorno fa l’amico napoletano Aniello Langella1, grande conoscitore e cultore di storia locale,  titolare del blog Vesuvioweb (http://www.vesuvioweb.com/it/ ), che invito a visitare, non solo gli aspetti che ha comune con quello che mi ospita, non ultimo l’assenza di qualsiasi forma di pubblicità.
Un esemplare è custodito nella  ETH-Bibliothek di Zurigo (https://doi.org/10.3931/e-rara-51757) e da questo sono tratte le immagini che seguiranno relative all’argomento, cominciando dal frontespizio.
In basso si legge: NAPOLI Presso gli Editori Vico di S. Anna di Palazzo N° 38 presso Nicola Settembre negoziante di carta strada Toledo n° 290.
Questo spiega i concetti di coraggio e di sfida messi in campo qualche riga fa. Gli autori, infatti, avevano costituito fin dal 1825 un’impresa litografica che già nei due anni successivi si distinse per un primo album di tavole aventi come soggetto figure tipiche del popolo napoletano, cui seguì, con successo maggiore, un secondo.
Di seguito una parziale carrellata.
Il venditore di maccheroni cotti/Il segretario degli idioti*
* Era al servizio di chi non sapeva scrivere; idiota sta in senso etimologico, dal latino idiota(m)=ignorante, a sua volta dal greco ἰδιώτης (leggi idiotes) che dal significato di privato cittadino passò in un disgraziato climax a quello di popolano (non degno di pubblici incarichi) e poi a quello di ignorante; mi viene in mente per associazione parziale di idee il grande successo riscosso nel XIX ed oltre dal segretario galante, genere editoriale basato su opuscoli contenenti lettere preconfezionate, cui potevano attingere utenti, soprattutto innamorati, che sapevano leggere e scrivere ma non erano dotati di grandi capacità linguistiche o di sufficiente fantasia.
Il cambiamonete/Il pescivendolo
  Il ciabattino/Lo zoccolaio
  Il franfellicaro*/La venditrice di castagne infornate
* Venditore di franfelliche, pezzetti di zucchero e miele colorati; dal francese fanfreluche=fronzolo, a sua volta dal dal latino medioevale  famfaluca o famfoluca (Du Cange, p. 409, a sua volta dal greco dal πομϕόλυξ  (leggi pomfòliux=bolla d’aria,  vescichetta, efflorescenza metallica.
Tuttavia fu proprio il Viaggio pittorico il loro capolavoro editoriale, anche se il nome del Bianchi rimase un po’ defilato, mentre quello del Cuciniello ebbe gli onori della cronaca, tanto che in occasione del trasferimento della sua salma dalla sepoltura comune a quella della cappella di famiglia a cinque anni dalla morte comparve sul settimanale Poliorama pittoresco, n. 25, del Gennaio 1845, un articolo corredato anche del suo ritratto in un’incisione di Gaetano Riccio (lo riproduco di seguito).
  Alla Terra d’Otranto nella prima parte del secondo volume  sono dedicati vari pezzi testuali con questi titoli: Veduta di Otranto (pp. 87-88 con successiva tavola fuori testo); Veduta di Brindisi (pp. 193-194 con successiva tavola fuori testo); Colonna miliare di Brindisi (pp. 195-196 con successiva tavola fuori testo); Veduta di Taranto (pp. 101-102 con successiva tavola fuori testo)2; La piazza di Lecce (pp. 103-104 con successiva tavola fuori testo); Veduta di Lecce (pp. 105-106 con successiva tavola fuori testo); Veduta di Gallipoli (pp. 107-108 con successiva tavola fuori testo); La tribuna della cattedrale di Otranto (p. 109 con successiva tavola fuori testo). in calce recano tutte la firma del disegnatore Francesco Wenzel a sinistra e dei litografi Domenico Cuciniello e Lorenzo Bianchi a destra, ad eccezione di quella relativa ad Otranto, il cui disegno è di Gioacchino Forino.
Le riproduco nell’ordine appena riportato.
1) VEDUTA DI BRINDISI  
    2) COLONNA MILIARE DI BRINDISI
  3) VEDUTA DI TARANTO
   4) LA PIAZZA DI LECCE
      5) VEDUTA DI LECCE
  6) VEDUTA DI GALLIPOLI
  7) LA TRIBUNA DELLA CATTEDRALE DI OTRANTO
   Giunto a questo punto, non son riuscito a resistere alla tentazione di operare un confronto tra queste vedute e quelle riguardanti lo stesso soggetto che sono a corredo del Voyage del Saint-Non3. A sinistra le francesi, a destra le napoletane, che, secondo me, non hanno nulla da invidiare alle prime.
BRINDISI
LECCE
TARANTO
___________
1 Si tratta del dottore, non dell’omonimo, molto più giovane ballerino, anche lui napoletano (di Torre Annunziata, mentre il primo è originario di Torre del Greco) che s’incontra come prima ricorrenza in Google. Lo preciso  con tutto il rispetto  per i ballerini …
2 Per un errore di rilegatura questa sezione si trova qui e non prima.
3 Sono 9 e si trovano nel tomo III uscito nel 1783: due per Brindisi ed una ciascuna per Lecce, Squinzano, Maglie, Otranto, Soleto, Gallipoli e Manduria.
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gentile-wedding · 4 years
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Grazie 💖infinite a voi Tea 👰e Marco🤵, meravigliosi sposi Gentile Wedding atelier. Siamo fieri e onorati di avere fatto parte del vostro giorno 💞più bello. Abbiamo avuto l'occasione di vivere la favola di due persone splendide😘, ed è stato tutto bellissimo e speciale accanto a voi. Un abbraccio dalla Gentile Wedding family! @eliana.gentile @matrimoniocom #GentileWedding #altamoda #sposa #Monopoli #weddingdress #bridetobe #bride #abitodasposa #dream #dress #love #Bride2020 #matrimoniocom #martinafranca #putignano #conversano #polignanoamare #lecce #sanvitodeinormanni #triggiano #noicattaro #bari #rutigliano #moladibari #casamassima #taranto #acquavivadellefonti #locorotondo #ostuni #fasano — view on Instagram https://ift.tt/3eW8cxu
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cinziacreazioni · 4 years
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matrimoniowedding · 7 years
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Trampolieri Matrimonio Lecce
ARTISTI DI STRADA PER MATRIMONISpettacoli per eventi esclusivi e matrimonio con bellissimi trampolieri sposo sposaSe desiderate un matrimonio originale, creativo e magico, e volete assolutamente lasciare senza parole i vostri ospiti, potrete riuscirci solo se proponete loro uno degli spettacoli con i trampolieri in abito da sposi. All-focus Open Circus Puglia propone spettacoli composti da…
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nardonews24 · 2 years
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1-2 OTTOBRE TORNA FIERA SALENTO SPOSI CON LA PRIMA WEDDING CAKE COMPETITION
1-2 OTTOBRE TORNA FIERA SALENTO SPOSI CON LA PRIMA WEDDING CAKE COMPETITION
Inizia il conto alla rovescia in vista della nuova edizione di Fiera Salento Sposi che si svolgerà l’1-2 ottobre 2022 a Lecce: il tour event  dell’Agenzia Platinum, di Giovanni Conversano e Giada Pezzaioli,  che gode del patrocinio del Comune di Lecce e della Regione Puglia, farà tappa presso il Grand Hotel Tiziano. (more…)
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nardonews24 · 3 years
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FIERA SALENTO SPOSI: IL SUCCESSO AL GRAND HOTEL TIZIANO DI LECCE
FIERA SALENTO SPOSI: IL SUCCESSO AL GRAND HOTEL TIZIANO DI LECCE
Lecce ha alzato il sipario sulla fiera coraggio, simbolo della ripartenza, e che ancora una volta ha riconfermato un successo di presenze. Con il patrocinio della Regione Puglia e del Comune di Lecce, si è svolta il 25-26 settembre presso il Grand Hotel Tiziano una nuova edizione di  Fiera Salento Sposi, un progetto che da 10 anni desidera valorizzare la tradizione e la cultura #madeinsalento,…
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nardonews24 · 3 years
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WEDDING – IL 25 E 26 SETTEMBRE TORNA FIERA SALENTO SPOSI
WEDDING – IL 25 E 26 SETTEMBRE TORNA FIERA SALENTO SPOSI
Una vetrina per il giorno del sì, insieme a due speciali workshop per organizzare al meglio il proprio matrimonio. Inizia il conto alla rovescia per il primo evento post-pandemia dal profumo di fiori d’arancio. Con il patrocinio della Regione e del Comune di Lecce, torna il 25-26 settembre presso il Grand Hotel Tiziano di Lecce una nuova edizione di  Fiera Salento Sposi, un progetto che da 10…
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cinziacreazioni · 4 years
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cinziacreazioni · 4 years
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Gli Arcadi di Terra d'Otranto (10/x): Tommaso Perrone di Lecce
di Armando Polito
In Prose degli Arcadi, Antonio de’ Rossi, Roma, 1718, tomo III, p. XIV si legge Tommaso Perrone Leccese, Avvocato Napolitano.  Se Leccese si riferisce alla terra d’origine, Napolitano è in rapporto con il diverso ambito culturale e professionale con il quale allora, come oggi, ci si doveva confrontare.
Edisio Atteo era il suo nome pastorale. Se per Edisio mi pare poco probabile che il riferimento sia a quell’Edesio che insieme con Frumentio evangelizzò l’India secondo il racconto di Rufino di Aquileia (IV-V secolo d. C.)1, Atteo è quasi sicuramente dal greco Ἀκταῖος (leggi Actàios), che significa dell’Attica.
Di lui ho reperito i componimenti che seguono.
In Michele Federigo d’Althann vescovo di Vaccia, cardinale di Santa Chiesa, Viceré di Napoli, ecc. acclamato in Arcadia col nome di Teadalgo Miagriano. Componimenti degli Arcadi della Colonia Sebezia, e d’altri non Coloni, Mosca, Napoli, 1724, pp. 77 e 121-124:
1) 
Più che d’auroa , e di gemme in fronte sparsi,
mostri que’ fregi, onde tua mente luceb:
com’il Sol, che veggiamc d’un vetro starsi
dall’altra parte, e in questa pur traluce.
E son fra gli altri i più sublimi apparsi
Senno, Valor, Giustizia e chi n’è Duce,
soave maestà, che cercan farsi
maggiori al tuo gran Nome, a la tua luce.
Felice Arcadia! Del tuo nome adorno
s’illustra; e i regi antichi, onde solead
vantarsi, obliae e tu la fai sì altera.
Ed or che t’ha nel grembo, un più bel giorno,
ne puref allor, che Augusto la reggea,
vide l’alta Cittàg, che al Mondo imperah.
_________
a oro
b dei quali la tua mente risplende
c vediamo
d dei quali soleva
e dimentica
f Sic, per neppure.
g Roma
h comanda
  2)
O s’uguali al desio potessi l’ale
muover così, che de l’oscura notte
uscissi fuori e con altero volo,
per goder sempremai del chiaro giorno,
là mi fermassi ove s’accende il Sole,
senza mai paventara l’ira del tempo!
I’ non farei, ch’oltraggio alcun dal tempo,
e dal ratto volar di sue presteb ale
soffrisse, ma godendo eterno il Sole,
l’ombre fugasse de la cieca notte,
questo sì chiaro, e memorabil giorno,
in cui TEODALGO mi solleva a volo.
Ma come aver poss’io per tanto volo
penne ben degne se non basta il tempo
del viver mio, non che di questo giorno,
a farne inchiesta, e trasportar su l’ale
de la Fama il suo nome ove fa notte
quando l’altro Emisperoc illustrad il Sole
ed ivi ancor dove risplende il Sole
stanco non mai del suo mirabil volo?
Or se tanto non posso e pur la notte
mi tien fra l’ombre e m’è nemico il tempo,
a te felice Arcadia io drizzo l’alee
del mio vago pensiero in sì bel giorno.
Deh sorgi altera, e godi, e loda il giorno,
che i tuoi Campi feconda un nuovo Sole
maggior de l’altro, che spiegando l’alee
de’ suoi rapidi raggi, a Te col volo
giunse, recando ed ontaf, e scorno al tempo.
per far che non t’accechi invidag notte.
E quella, che ti copre, usatah notte,
sorga più lieta, e chiara al par del giorno,
e le vicende sue ti mostri il tempo
sempre felici e non ti turbi il  Sole.
E i tuoi Pastori, quasi cigni, al volo,
e al canto spieghin la lor voce, e l’alee.
E dican sempre dibattendo l’alee:
– TEODALGO è il Sole, che la notte a volo,
e ‘l Tempo fuga, e ne dà vita, e giorno.
__________
a temere
b veloci
c emisfero
d illumina
e ali
f offesa
g invidiosa
h abituale
  3) 
Questa di puro latte opra gentile,
che poco dianzi il mio Capraro avvolse
fra questi giunchi, è il frutto che raccolse
dal gregge mio qui non tenuto a vile.
Questa, TEODALGO, in don ti porgo umìle,
poiché la nostr’Arcadia in Te rivolse
l’occhio ben saggia e nel suo sen t’accolse,
come suol vagaa donna aureo monile.
Qui ci vedrai, con tuo piacer, menareb
al verde prato il gregge, ed al ruscello
e cantar lieti al suon d’umile cannac.
Ma Tu, che ti orni d’opre illustri, e chiare,
alfin sarai più gran Pastor di quello
ch’or fatto sei né il mio pensier m’inganna.
_____
a graziosa
b condurre
c siringa
  4) 
Come il raggio del Sol, che prima indora
di Pelioa, e d’Ossab le superbe cime,
scende poi ne le Valli oscure ed imec
ed esse ancor di sua presenza onora,
quivi pur chiaro, e pur benigno allora
ogni rozzo arbusceld, che non s’estimee,
e ogni altra gentil pianta sublime,
con sua rara virtù feconda, e infiora,
così TEODALGO, Tu de’ primi Eroi
l’alte Sedi rischiari ed or ne scendi
ad illustrar’i nostri bassi Campi.
Tu pien di nuovo almof splendor fra noi,
oltre l’usatog, il furor sacro accendi
e nel volto a ciascun la gioia stampi.
_________
a Monte della Tessaglia.
b Monte tra il Pelio e l’Olimpo. Quando i giganti Oto ed Efialte tentarono di scalare quest’ultimo misero l’uno sull’altro il Pelio e l’Ossa.
c profonde
d arbusto
e che non è degnato di alcuna considerazione
f nobile
g oltre l’abituale
  In Vari componimenti per le nozze degl’Illustrissimi Signori il Signor D. Niccolò Parisani-Buonanni Marchese di Caggiano etc. e la Signora D. Emmanuele Erberta Vitilio de’ Marchesi dell’Auletta etc., Mosca, Napoli, 1717, s. p.:
5) 
Queste grandi Almea (che di chiaro semeb
trasser la spogliac) furon già criate
d’ugual pensiero e furo anco dotate
d’un pungente desìo d’unirsi insieme.
or Imene d le stringe e quella spemee,
che incerta fu, le rende omaif beate,
giunta nel suo bel fine, e avventurate
faralleg fin che chiudan l’ore estremeh.
Ei dunque scaldi e accenda in sì bel nodo
l’oneste voglie, sì che ERBERTA doni
della futura prole il certo segno.
Nascan figli, e nipoti; e in alto modo
di lor Fama quinci e quindi suoni,
com’è de’ cari Sposi ora il disegno.
__________
a anime
b stirpe
c il corpo
d Nell’antichità classica era il dio delle nozze e, come nome comune, l’ epitalamio, il canto nuziale  che si cantava in coro mentre si accompagnava la sposa alla casa del marito. La voce è dal latino hymenaeu(m), che è trascrizione del greco ὑμέναιος (leggi iumènaios), a sua volta da ὑμήν (leggi iumèn), che significa membrana, imene.
e speranza
f ormai
g le farà
h fino alla fine della vita
  In Raccolta di componimenti in Lode di sua Eminenza il Cardinale D. Arrigo Enriquez per la di Lui Promozione al Cardinalato indirizzata al medesimo da Giacinto Viva Consolo dell’Accademia de’ Spioni di Lecce, Domenico Viverito, Lecce, 1754, s. p.2:
6) 
Poiché, Signor, giungesti all’alto segnoa,
ove il tuo sangue e tua Virtù sì rara
ti feanb  la via da molto tempo a gara
e ruppero il confin del tuo ritegno,
ben è dover che il nostro umile ingegno
mostri in questa occasion sì bella e cara
che tutto il lume, onde si rende chiara
nostra fama, divien dal tuo disegno.
Sì tu solevi un tempo in culto stile
con prose, e rime ornar nostra Adunanzac
e quinci nacque il ben che poi ne avvenne.
Or, perché sei tu sempre a te simile,
tì offre quei fior, che fare ha per usanza
in segno del suo amor, che in te ritenne.
____________
a alla carica cardinalizia
b facevano
c L’accademia degli Spioni di Lecce, fondata nel 1683. In  L’Accademia degli spioni di Lecce, sua origine, progressi, e leggi: dove si fa menzione nommen de’ viventi, che de’ morti accademici, fondata l’anno 1683 dedicata da Oronzio Carro vicesegretario della medesima al glorioso martire di Cristo, patrizio, e primo vescovo di Lecce, S. Oronzio, Chiriatti, Lecce, 1723, vi è un intervento dell’Enriquez dal titolo Ragionamento indiritto agli Accademici Spioni. Per altre notizie su quest’accademia vedi Archivio storico per le province napoletane, anno III, fascicolo I, Giannini, Napoli , 1878, pp. 150-153.
__________________
1 Historia ecclesiastica, libro I, cap. IX (nella Patrologia del Migne, s. n., Parigi, 1849, tomo XXI colonne 478-480).
2 Il sonetto reca l’intestazione: Sonetto dell’Arcidiacono Tommaso Perrone tra gli Arcadi detto Edisio Atteo. Nel volume è riportato pure un sonetto di un altro arcade leccese, IgnazioViva (Verino Agrotereo). Ricordo per analoga celebrazione Poesie toscane, e latine per la promozione alla Sacra Porpora dell’Eminentissimo, e Reverendissimo Principe il Signor Cardinale Arrigo Enriquez Principe di SquinzanoProtettore della Città, e del Ducato di Camerino, Gabrielli, Camerino, 1754.
  (CONTINUA)
Per la prima parte (premessa)
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/08/gli-arcadi-di-terra-dotranto-premessa-1-x/     
Per la seconda parte (Francesco Maria dell’Antoglietta di Taranto):
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/15/gli-arcadi-di-terra-dotranto-2-x-francesco-maria-dellantoglietta-di-taranto/ 
Per la terza parte (Tommaso Niccolò d’Aquino di Taranto)
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/23/gli-arcadi-di-terra-dotranto-3-x-tommaso-niccolo-daquino-di-taranto-1665-1721/ 
Per la quarta parte (Gaetano Romano Maffei di Grottaglie)  
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/31/gli-arcadi-di-terra-dotranto-4-x-gaetano-romano-maffei-di-grottaglie/    
Per la quinta parte (Tommaso Maria Ferrari (1647-1716) di Casalnuovo): http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/08/16/gli-arcadi-di-terra-dotranto-5-x-tommaso-maria-ferrari-1647-1716-di-casalnuovo/
Per la sesta parte (Oronzo Guglielmo Arnò di Manduria,  Giovanni Battista Gagliardo, Antonio Galeota e Francesco Carducci di Taranto) : http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/08/26/gli-arcadi-di-terra-dotranto-6-x-oronzo-guglielmo-arno-di-manduria-giovanni-battista-gagliardo-antonio-galeota-e-francesco-carducci-di-taranto/
Per la settima parte (Antonio Caraccio di Nardò): http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/09/17/gli-arcadi-di-terra-dotranto-7-x-antonio-caraccio-di-nardo/
 Per l’ottava parte (Donato Capece Zurlo di Copertino): http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/09/21/gli-arcadi-di-terra-dotranto-8-x-donato-maria-capece-zurlo-di-copertino/
Per la nona parte (Giulio Mattei di Lecce): http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/09/28/gli-arcadi-di-terra-dotranto-9-x-giulio-mattei-di-lecce/
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Gli Arcadi di Terra d'Otranto (9/x): Giulio Mattei di Lecce
di Armando Polito
Salenzio Itomeo il suo nome pastorale. Abate, entrò nell’Arcadia il 20 giugno 17081. Per Salenzio non è azzardato supporre un riferimento al Salento, quasi una forma aggettivale sostitutiva di Salentino, anche in funzione distintiva rispetto al milanese Pietro Antonio Crevenna, entrato in Arcadia il 2 maggio 17042, il cui nome pastorale era Salento Elafieio. Ma non credo sia estraneo neppure il Salentium di Leadro Alberti (XV-XVI secolo), per il quale rinvio a http://www.fondazioneterradotranto.it/2013/12/16/tuttal-piu-me-lo-bevo-ma-non-me-la-bevo/, in linea con gli stessi moderni  equivoci  rilevati per Tommaso Maria Ferrari.  Per Itomeo il riscontro è con il monte Itome in Messenia. Riporto due passi di Pausania (II secolo d. C.)3:
Καὶ γὰρ τοῦ Διὸς τὸ  ἐπὶ  τῇ  κορυφῇ  τῆς  Ἰθώμης τέμενος …
(E infatti il santuario di Giove sulla cima dell’Itome …)
Ἐς δὲ τὴν κορυφὴν ἐρχομένῳ τῆς  Ἰθώμης, ἣ δὴ Μεσσηνίοις ἐστὶν ἀκρόπολις, πηγὴ Κλεψύδρα γίνεται. Πάντας μὲν οὖν καταριθμήσασθαι καὶ προθυμηθέντι ἄπορον, ὁπόσοι θέλουσι γενέσθαι καὶ τραφῆναι παρὰ σφίσι Δία. Μέτεστι δ᾽ οὖν καὶ Μεσσηνίοις τοῦ λόγου. Φασὶ γὰρ καὶ οὗτοι τραφῆναι παρὰ σφίσι τὸν θεόν, Ἰθώμην δὲ εἶναι καὶ Νέδαν τὰς θρεψαμένας, κεκλῆσθαι δὲ ἀπὸ μὲν τῆς Νέδας τὸν ποταμόν, τὴν δὲ ἑτέραν τῷ ὄρει τὴν Ἰθώμην δεδωκέναι τὸ ὄνομα. Ταύτας δὲ τὰς νύμφας τὸν Δία, κλαπέντα ὑπὸ Κουρήτων διὰ τὸ ἐκ τοῦ πατρὸς δεῖμα, ἐνταῦθα λοῦσαι λέγουσι καὶ τὸ ὄνομα εἶναι τῷ ὕδατι ἀπὸ τῶν Κουρήτων τῆς κλοπῆς. Φέρουσί τε ἀνὰ πᾶσαν ἡμέραν ὕδωρ ἀπὸ τῆς πηγῆς ἐς τοῦ Διὸς τοῦ Ἰθωμάτα τὸ ἱερόν.
(Per chi va sulla vetta dell’Itome, che per i Messeni è la rocca, c’è la sorgente Clessidra. Cosa difficile anche per chi prende a cuore la questione è contare tutti quelli che pretendono che Zeus sia nato e cresciuto presso di loro. Il discorso riguarda pure i Messeni.  Infatti anche questi dicono che il dio è cresciuto tra loro, che nutrici sono state Itome e Neda, che da Neda è chiamato il fiume e che l’altra abbia dato il nome Itome al monte. Dicono che queste ninfe lì abbiano lavato Zeus, che era stato nascosto dai Cureti per timore del padre, e che il nome alla fonte sia derivato dall’inganno dei Cureti. E ogni giorno portano l’acqua dalla fonte al tempio di Zeus Itomata)
Di lui non ho notizia di opere singole pubblicate, ma della sua attività di poeta rimangono numerose tracce in varie raccolte.
Due sonetti sono in Michele Federigo d’Althann vescovo di Vaccia, cardinale di Santa Chiesa, Viceré di Napoli, ecc. acclamato in Arcadia col nome di Teadalgo Miagriano Componimenti degli Arcadi della Colonia Sebezia, e d’altri non Coloni, Mosca, Napoli, 1724, pp. 63 e 102: 
Signor, da l’uno a l’altro estremo Polo
andran di nostra Arcadia i pregi alteri,
e riverranno in lei que’ dì primieri, in
cui sublime ergean suoi cigni il volo.a
Se l’antico splendor tutto in Te solo
oggi riveste, e gli onorati, e veri
sentier riprende, onde un dì fia b che speri
girnec  più chiaro il nostro eletto stuolo,
or qual darem ghirlanda al tuo valore?
Ch’a sommi Eroi non basta il crin fregiarsi
di lauro, o palma, o d’altro pari onore.
Dee sol di tue Virtudi ‘l serto farsi,
onde splender vedremo ogni Pastore
più che d’auro, e di gemme in fronte sparsi.
_______
a e ritorneranno in lei quei primi giorni in cui  i poeti dell’Arcadia dettero splendida prova di sé. Michele Federico d’Althann era entrato nell’Arcadia nel 1722.
b sarà
c procedere
  Spirti d’onor, che ‘n riva al Tebroa ancora
d’Arcadia amanti intorno a lei godete,
deh sul Sebetob a rimirar movete,
qual degno Eroe le nostre selve onora!
Quel, cha Virtude il Regno orna, e ristora,
il gran TEODALGOc, or non sdegnar vedrete
un serto umil, ch’in queste piagged liete
rozza man di Pastor tesse, ed infiora.
Vedrete ancor, come la fronda e ‘l fiore
pregio racquisti a la sua fronte intorno,
e prenda qualità dal suo valore.
Ma no, restate; e ‘l rivedrete un giorno
d’altro ben degno Ovil Sommo Pastore
sul Vatican di maggior serto adorno.e
________
a Tevere
b Antico fiume di Napoli.
c Come recita pure il titolo della raccolta, Teadalgo Miagriano era il nome pastorale di Michele Federico d’Althann.
d contrade
e Questi ultimi tre versi non furono profetici, perché Federico non fu papa.
  Quattro sonetti sono in Rime degli Arcadi, Antonio de’ Rossi, Roma, 1717, tomo VI, pp. 283-285
Quell’io, ch’un tempo nell’età ferventea
vissi morendo al folgorar d’un guardo b,
che balenando ognor lume bugiardo,
fè d’impuro desioc l’anima ardente,
or d’altra etaded altro pensiero in mente
tepido accoglioe, e più d’amor non ardo,
che di ragione il moto lento, e tardo
contra il caldo d’amor fu sol possente:
così del van desio l’anima sciolse
il tempo, e fu dal tempo il fuoco spento,
che né forza, né luogo allor ritolse;
e alfin del lungo suo vaneggiamento
l’effeminato mio pensier raccolse
frutto sol di vergogna, e pentimento.
__________
a l’età giovanile
b sguardo
c desiderio
d dell’età matura
e accolgo
  Il faggio è questo, in cui Serranoa incise
sotto il nome di Fillib i vari moti
del gran Pianetac, e i corsi a lui sol noti
delle stelle da noi tanto divised:
il sasso è questo, ove talor s’assise
cantando delle cose i semi ignotie,
come il tuon si formi, e come rotif
il fulmine sul monte in varie guiseg.
Or più nol veggioh, ch’a trovar sua stella
nel Ciel è gitoi, ove spess’io rimiro,
e chiamo Morte, che m’unisca a quella,
sovente al dolce luogo il passo giro,
e poiché non poss’io l’anima bella,
mi stringo al faggio, e al sasso, e poi sospiro.
___________
a Nome di pastorello inventato.
b Pastorella amata da Serrano.
c Giove
d lontane
e le origini sconosciute
f ruoti
g in vari modi
h non lo vedo
i andato
  Di quell’ardor, che sparso in ogni parte
del petto mio, sì dolcemente appresi,
canto; e del bel, di cui forte m’accesi,
in amoroso stil vergo le cartea.
Quanto possibil sia l’ingegno, e l’arte
alzar vogl’io, per far chiari, e palesi
i raib, che dal bel volto al cor discesi,
fiamme, e dolcezze anc nel mio cor cosparted.
Ardito mio pensier dispiega l’ale,
passa le nubi omaie libero, e sciolto,
né ti sgomenti il volo, alto, e mortale,
poiché, quando da morte i’ f sarò colto,
forse avverrà, che viva, ed immortale
la mia fiamma ne resti, e ‘l suo bel volto.
____________
a scrivo versi d’amore
b raggi
c Sic per han.
d cosparse
e ormai
f io
  Poiché di tristo umor gravida il ciglio,
la Real Donna, che in Liguria impera,
vide l’Italia in quella parte, ov’era
del proprio sangue il bel terren vermiglio,
– Qual fia – proruppe – quel più saggio figlio
di tanti, e tanti infra l’eletta schiera,
ch’or nel mio soglio asceso, a me l’intera
pace riserbi nel comun periglio! -.
Indi volgendo maestoso, e tardo
in quel, che la cingea, stuolo d’Eroi,
sovra di te, Signor, fermò lo sguardo,
e rimembrando i fatti egregi tuoi,
disse: – Le giuste brame, ond’io tutt’ardo,
tu solo, o Figlio, oggi  adempir  ben puoi.
La Real Donna potrebbe essere Genova e il Signor/Figlio Giovanni Antonio Giustiniani doge dal 1715 al 1717.
Della considerazione in cui il Mattei era tenuto da Giambattista Vico è prova nella raccolta da lui pubblicata nel 1721, della quale riproduco il frontespizio.
Alle pagine 109-146 si trova un lungo componimento del Vico nel quale (vv. 324-432) sono nominati i poeti4 il cui contributo fu inserito nella raccolta e ai vv. 401-402 si legge: il Mattei che valore/ha del nome maggiore. E, quasi a compensazione del valore senza notorietà, il Vico apre la raccolta proprio con un sonetto del nostro, che precede, addirittura, la dedica nuziale del grande napoletano. Non lascia adito a dubbi la nota che si legge in calce.
Ad un Ritratto dell’Eccellentissima Signora Marchesana di Sant’Eramo. 
L’altera fronte, il bel celeste aspetto,
e ‘l volto imitator dell’alta mente
sù questa tela a noi rendon presente
Donna, ch’eccelsi spirti accoglie in petto.
Ma il grave onor, l’Angelico intelletto,
l’almo valor del senno, e la possente
forza del brio chi mai sì degnamente
ritrar potria conforme al gran Subietto?
E pur qui l’Arte la Natura hà vinta,
s’ogni virtù di lei vive, e innamora,
e vera appar, non che adombrata o finta.
Tal forte Idea compone, orna e colora,
l’eroica Immago, che se ben dipinta,
maraviglia, e rispetto esige ancora.
  Questo nobil sonetto giunto, già data fuori la Raccolta, si è stimato ben fatto qui collocarlo.
  E alle pp. 59 e 104 due sonetti del leccese.
Il laccio, ondea furb presi i cori alteric
di questi Eroi, la su nel Ciel s’ordìo
per man d’Amor, sommo Signore, e Dio
di Giove istesso, e de gli Dei più ferid,
santa Onestà lo strinse, e i suoi severi
modi a’ vezzi d’Amor soavi unìoe,
e molcef intanto un nobile desìo
i degni affetti lor casti, e sinceri.
Vieni dunque Imeneog con lieti auspici,
e su l’almeh già strette in un raccolti
versa de’ tuoi favori il bel tesoro.
Quindi vedrem da nozze sì felici
nascere i figli, e rinnovare i volti,
e i fatti egregi de’ grand’Avi loro.
__________ 
a da cui
b furono
c fieri
d fieri
e unì
f delizia
g Nell’antichità classica era il dio delle nozze e, come nome comune, l’ epitalamio, il canto nuziale  che si cantava in coro mentre si accompagnava la sposa alla casa del marito. La voce è dal latino hymenaeu(m), che è trascrizione del greco ὑμέναιος (leggi iumènaios), a sua volta da ὑμήν (leggi iumèn), che significa membrana, imene.
h anime
Io veggioa in mezzo al bel talamob d’oro
sparger nembi di gioia, e far soggiorno
Amor, sua Madrec, delle Grazie il coro,
et Imeneod col vago cinto adorno,
et accese in festivo alto lavoro
mille facie cambiar la notte in giorno,
e Donne, e Cavalier con bel decoro
muover le danze, e cento applausi intorno.
Veggioa la pompaf in apparir fastosi
Eig vinto, et Ellah del trionfo alterai
i duo ben degni, e fortunati Sposi.
Odo al suon di più Lire, e in vaga schiera
cantar nobili Cignil: Eroi famosi
o qual Germem il Sebeton attende, e spera!
__________ 
a vedo
b stanza nuziale
c Venere
d Vedi la nota g del sonetto precedente.
e fiaccole
f sfarzo
g lo sposo
h la sposa
i fiera
l poeti
m discendenza
n Antico fiume di Napoli.
  (CONTINUA)
  Per la prima parte (premessa)
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/08/gli-arcadi-di-terra-dotranto-premessa-1-x/
Per la seconda parte (Francesco Maria dell’Antoglietta di Taranto):
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/15/gli-arcadi-di-terra-dotranto-2-x-francesco-maria-dellantoglietta-di-taranto/ 
Per la terza parte (Tommaso Niccolò d’Aquino di Taranto)
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/23/gli-arcadi-di-terra-dotranto-3-x-tommaso-niccolo-daquino-di-taranto-1665-1721/ 
 Per la quarta parte (Gaetano Romano Maffei di Grottaglie)  
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/31/gli-arcadi-di-terra-dotranto-4-x-gaetano-romano-maffei-di-grottaglie/    
Per la quinta parte (Tommaso Maria Ferrari (1647-1716) di Casalnuovo): http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/08/16/gli-arcadi-di-terra-dotranto-5-x-tommaso-maria-ferrari-1647-1716-di-casalnuovo/
Per la sesta parte (Oronzo Guglielmo Arnò di Manduria,  Giovanni Battista Gagliardo, Antonio Galeota e Francesco Carducci di Taranto): http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/08/26/gli-arcadi-di-terra-dotranto-6-x-oronzo-guglielmo-arno-di-manduria-giovanni-battista-gagliardo-antonio-galeota-e-francesco-carducci-di-taranto/
Per la settima parte (Antonio Caraccio di Nardò): http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/09/17/gli-arcadi-di-terra-dotranto-7-x-antonio-caraccio-di-nardo/
 Per l’ottava parte (Donato Capece Zurlo di Copertino): http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/09/21/gli-arcadi-di-terra-dotranto-8-x-donato-maria-capece-zurlo-di-copertino/
  _______________
  1 Giovanni Mario Crescimbeni, L’Arcadia, Roma, Antonio de’ Rossi, 1711, p. 371.
2 Giovanni Mario Crescimbeni, L’Arcadia, op. cit., p. 361; per completezza va detto che qualche decennio dopo  il pisano Carlo Lanfranchi Chiccoli assumerà il nome pastorale di  Salento Scopeo.
3 Ἑλλάδος περιήγησις, IV, 3, 9: Καὶ γὰρ τοῦ Διὸς τὸ  ἐπὶ  τῇ  κορυφῇ  τῆς  Ἰθώμης   τέμενος … (e infatti il santuario di Giove sulla cima dell’Itome …)
4 Oltre a Giulio Mattei sono (per quelli che fecero parte dell’Arcadia aggiungo il nome pastorale): Nicola Capasso, Nicola Cirillo, Nicola Galizia, Giacinto di Cristofaro, Gioacchino Poeta (Clealgo Argeateo), Matteo Egizio (Timaste Pisandeo), Francesco Manfredi, Casimiro Rossi (Vatilio Elettriano), Giuseppe di Palma, Francesco Buonocore, Gennaro Perotti (Filomato Nemesiano), Agnello Spagnuolo (Fidermo Falesio), Niccolò Sersale, Niccolò Salerno (Pirgeo Libadio), Andrea de Luna d’Aragona (Varisto Pareate), Andrea Nobilione, Vincenzo Tristano, Francesco Valletta, Giuseppe di Cesare, Silverio Giuseppe Cestari (Salvirio Tiboate), Giuseppe Aurelio di Gennaro, Vincenzo Viscini, Andrea  Corcioni, Basilio Forlosia, Giulio Mattei, Marcello Vanalesti (Spimelio), Francesco Salernitano, Giovanni Maria Puoti, Casimiro Rossi (Vatilio Elettriano), Pietro Metastasio (Artino Corasio), Casto Emilio Marmi, Anton Maria Salvini (Aristeo Cratio).
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