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#Randolf Menzel & Matthias Eckoldt
pleaseanotherbook · 3 years
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A passo di saggio: una breve selezione degli ultimi saggi che ho letto
Abbiamo scavallato e siamo approdati al nuovo anno, sono piena di possibilità e spero di non ricadere di nuovo nel blocco del lettore. Sono sul divano di casa dei miei con Cecità di José Saramago al fianco e sono sicura che mi devasterà definitivamente. Ma mentre in sottofondo ho un pessimo film di Natale (quelli che mia madre chiama affettuosamente “panettoncini di Natale”) sto ripensando a tutti gli ultimi libri che ho letto e soprattutto a tutti i saggi che ho accumulato tra i libri finiti. Ho cercato di dar fondo alla pila di cartacei non letti affastellati sul mio tavolo (è una pila altissima, mi è anche caduta in testa recentemente).  Tra questi ce ne sono molti davvero interessanti e che mi hanno dato modo di approfondire diversi argomenti. Tra un bicchiere di prosecco e l’altro vi racconto di quattro saggi tutti diversissimi tra loro:
 Il vampiro nella letteratura italiana – Giuseppe Tardiola
Invisibili – Caroline Criado Perez
L'intelligenza delle api. Cosa possiamo imparare da loro – Randolf Menzel & Matthias Eckoldt
Breve storia della letteratura rosa - Patrizia Violi
Il vampiro nella letteratura italiana di Giuseppe Tardiola
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Praticamente del tutto ignorata dalla critica, la figura del vampiro può, al contrario, vantare una tradizione nazionale, narrativa e poetica, vivace e di primissimo ordine, per gli originali contenuti e le prestigiose ascendenze. Questa ricerca, la prima nel suo genere in Italia, da Emilio Praga a Italo Calvino, da Tarchetti a Furio Jesi, da Luigi Capuana ad Alberto Abruzzese, analizza compiutamente le ormai più che secolari vicende letterarie del vampiro italiano, e ne rivela le sue sorprendenti e sempre inattese metamorfosi.
Questo volumetto rosso l’ho trovato insieme ad Am de La Bella e il Cavaliere in una libreria di Via Saluzzo a Torino mentre aspettavamo le nostre amiche per un aperitivo. Tra altri volumi non proprio recentissimi spiccava anche questo saggio sulla figura del vampiro nella letteratura italiana. Un ritrovamento speciale soprattutto nella misura in cui non avevo proprio idea del fatto che in molti si siano cimentati in vampiri più o meno canonici. L’excursus non è particolarmente lungo ma abbastanza approfondito. Muove i passi dai vampiri romantici per eccellenza, quello di Polidori e quello di Bram Stoker tanto per fare dei nomi e analizza nella sostanza quelli italiani. Citandone anche alcuni passi. Ammetto che avevo comprato il volume perché avevo letto il nome di Italo Calvino nella quarta di copertina e meno male che avevo letto “Il castello dei destini incrociati” qualche settimana prima di incominciarne la lettura. Il vampiro è una di quelle figure fantastiche che fanno tantissima presa sulla mente del lettore ma siamo ormai estremamente deviati dalla rappresentazione della Meyer in Twilight, ma il vampiro ha molto da raccontare, è un intero universo in cui convergono la brama dell’immortalità, la bellezza e la giovinezza che lasciano i visi immutati, e il potere che arriva dal poter manipolare e illudere, la forza e la potenza, un insieme di caratteristiche invidiabili che hanno sempre attirato l’immaginario. Ed è veramente interessante vedere come anche i nostri connazionali si siano lasciati sedurre dal fascino dei vampiri.
Invisibili di Caroline Criado Perez
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In una società costruita a immagine e somiglianza degli uomini, metà della popolazione, quella femminile, viene sistematicamente ignorata. A testimoniarlo, la sconvolgente assenza di dati disponibili sui corpi, le abitudini e i bisogni femminili. Come nel caso degli smartphone, sviluppati in base alla misura delle mani degli uomini; o della temperatura media degli uffici, tarata sul metabolismo maschile; o della ricerca medica, che esclude le donne dai test «per amor di semplificazione». Partendo da questi casi sorprendenti ed esaminandone moltissimi altri, Caroline Criado Perez dà vita a un’indagine senza precedenti che ci mostra come il vuoto di dati di genere abbia creato un pregiudizio pervasivo e latente che ha un riverbero profondo, a volte perfino fatale, sulla vita delle donne. Perché nei bagni delle donne c'è sempre la coda e in quelli dei maschi no? Perché i medici spesso non sono in grado di diagnosticare in tempo un infarto in una donna? Perché, negli incidenti stradali, le donne rischiano di più degli uomini? Un libro rivoluzionario ed estremamente rivelatorio che vi farà vedere il mondo con altri occhi.
“Invisibili” è uno di quei libri che non puoi leggere senza provare emozioni forti, senza rimanere indifferenti. È uno schiaffo bello forte a tutte le nostre convinzioni, un saggio che dati alla mano, analizza la mancanza di dati di genere in moltissimi ambiti della nostra società, dalla salute all’edilizia, dalla topografia delle nostre città al mondo del lavoro, dal soddisfacimento delle necessità familiari alla gestione di intere comunità. Caroline Criado Perez è attentissima a ricostruire la falla nell’impianto che guida le scelte politiche e sociali di un mondo costruito a misura d’uomo, o per meglio dire a misura di maschio. Fa molta rabbia capire quanto decisioni apparentemente banali, non solo non tengono conto del punto di vista femminile, ma hanno ripercussioni ad amplissimo raggio. È uno di quei saggi che donano moltissima prospettiva su molti temi e può davvero scuotere le coscienze. È vero, sono rimasta sconvolta da quanto poco interessa il contributo delle donne in questioni che le riguardano da vicino, sono temi fondamentali non solo per la parità dei diritti, ma anche e soprattutto per il benessere di metà della popolazione mondiale. Quanto poco si pensa al lavoro di cura di cui le donne si fanno carico ogni giorno? Quanto poco si fa attenzione al fatto che il golden standard sia basato su un uomo di settanta kg sempre, per ogni tipo di equipaggiamento e strumentazione? E poi mi ha sconvolto sapere che anche in ambito medico, nella ricerca scientifica per nuovi farmaci e cure non si tenga conto delle differenze intrinseche e fondamentali dell’anatomia e fisiologia femminile e maschile. Mi ha lasciato esterrefatta rendermi conto ancora di più quanto possa fare la differenza tenere delle statistiche e tirare fuori dati sulla prospettiva femminile, basandosi sul semplice assunto che più dati abbiamo a disposizione, disaggregati per genere, più possiamo estrarre informazioni utili che possono cambiare il mondo, possono migliorare le condizioni di minoranze che quasi nessuno tiene in considerazione. Il nostro mondo deve essere a misura di tutti, non solo dei più forti. Un saggio illuminante e irrinunciabile che dovrebbe essere letto da tutti.
L'intelligenza delle api. Cosa possiamo imparare da loro di Randolf Menzel, Matthias Eckoldt
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Amiamo le api soprattutto perché producono il miele. Ma sono anche fra gli animali più importanti e più intelligenti del pianeta. Senza la loro attività di impollinatrici, in tutto il mondo ci sarebbero problemi per le risorse alimentari. Sono però in grado di fare di più: il loro minuscolo cervello pensa, pianifica, fa di conto e forse sogna. Le api possiedono, sorprendentemente, molte delle nostre capacità mentali. Come percepiscono i profumi e vedono i colori, come si forma la loro memoria, come apprendono regole e modelli, addirittura come riconoscono i volti, da dove derivano le loro conoscenze, che cosa sanno e come vengono prese le decisioni in quel superorganismo che è una popolazione di api: sono i grandi temi di questo particolarissimo libro. Randolf Menzel e Matthias Eckoldt parlano anche della moria delle api e del ruolo che questi insetti possono avere nel creare un sistema di allerta precoce contro gli effetti nocivi delle nostre tecnologie.
Chi mi conosce bene sa quanto sono fissata con le api, sono anni che ne sono affascinata e le voglio conoscere più a fondo. Quest’anno non sono mancati libri che le riguardano e la pietra miliare delle mie letture a tema è rappresentata da questo saggio. Erano mesi che lo puntavo e lo avevo in wishlist e finalmente sono riuscita a leggerlo. Si tratta di un saggio estremamente interessante sulla anatomia e fisiologia del cervello delle api, che analizza in maniera approfondita alcuni aspetti fondamentali dei loro organi di senso: olfatto e vista in maniera principali, ma anche tatto. Inoltre, analizza anche il funzionamento del loro apprendimento e della loro memoria. È un saggio molto tecnico, che da per scontate nozioni di zoologia e di fisiologia spinta (sapere come funziona un potenziale d’azione che permette i passaggi di impulsi elettrici nel cervello potrebbe aiutare nella comprensione) ma fornisce spunti molto interessanti. Che le api siano degli insetti estremamente intelligenti lo sapevo già, che siano capaci di tanto invece mi stupiva. Il loro modo di orientarsi, di apprendere, di crescere, di muoversi sono impressionanti ed estremamente complessi, così come la loro danza. Gli impollinatori tutti, non solo le api, sono fondamentali per il benessere del nostro ecosistema ed è fondamentale proteggerli. Sapere come funzionano può sicuramente aiutare nel proteggerli. E io sono super affascinata dal loro modo di gestire la colonia e loro stesse. Le api non sono mai solo dei singoli, fanno parte di un tutto, di una comunità che funziona con l’apporto informativo e materiale di tutte le api dalle bottinatrici alle esploratrici, dalle spazzine alle guardiane. Da uno scienziato che ha trascorso tutta la sua vita immerso nel mondo delle api, un approfondimento ricco e speciale su degli insetti che sono fondamentali per noi.
Breve storia della letteratura rosa di Patrizia Violi
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Avete mai letto un romanzo rosa? No? Probabilmente, invece, lo avete letto eccome, solo che non vi vien facile associare in un unico genere Pamela di Richardson e Liala, Jane Eyre e Twilight. Questo ci dice che il mondo del «rosa», nella sua storia e nelle sue differenti espressioni, è molto più complesso e profondo di quanto forse siamo abituati a pensare. L’autrice, in questo saggio piacevole e leggero, illustra con precisione elementi ricorrenti, evoluzione, nomi celebri e recenti sviluppi della letteratura di consumo più amata di sempre, e non certo soltanto dalle donne.
Anche in questo caso devo ringraziare Am de La Bella e il Cavaliere che mi ha prestato questo volumetto davvero molto breve ma incredibilmente denso. Se mi seguite da un po’ sapete bene quanto io ami i romance, quanti ne ho letti nel corso degli anni e quanto mi abbiano sempre affascinato. Leggere un romance per me vuol dire staccare il cervello, immergermi nelle vite di altri, e dimenticare per qualche ora le sventure della mia vita. È una catarsi a volte, è soprattutto una distrazione. “Breve storia della letteratura rosa” ovviamente fa qualcosa di diverso, dona una certa prospettiva al genere, districando i principali nodi che hanno portato all’evoluzione del genere. Già il titolo però mette in luce il principale difetto, essendo “breve” immancabilmente manca di approfondimenti, che in alcuni casi sono veramente essenziali. Ma per una panoramica per capire da dove iniziare ad affrontare il genere il saggio della Violi è perfetto, gli accenni che se ne fanno sono fondamentali: dalla casalinga di Borghera ai giorni nostri, i passi fondamentali toccati dalla Violi sono diversi, ma serve soprattutto per dare rispettabilità a questo genere sempre molto bistrattato. Non è solo “roba da donne” ma è un genere che ha moltissimo da offrire ad ogni tipo di lettore, e la Violi fornisce le basi per capire perché.
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paoloferrario · 7 years
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MENZEL Randolf, ECKOLDT Matthias, L’intelligenza delle api. Cosa possiamo imparare da loro, Raffaello Cortina, 2017, p. 310
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pleaseanotherbook · 3 years
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BEST OF 2020: I DIECI LIBRI PIÙ BELLI LETTI QUEST’ANNO
Il 2020 è stato un anno complicato, uno di quelli che rimarrà nella storia sotto più punti di vista. È stato un anno complicato anche dal punto di vista delle mie letture. Avevo fissato per la sfida di lettura su Goodreads un limite molto basso, 50 libri, certa che lo avrei ampiamente superato, e invece sono riuscita a centrarlo a stento. Ho vissuto uno dei blocchi del lettore più spaventosi di sempre che neanche credevo di poter vivere che mi ha lasciato abbastanza sconvolta. La lettura per me è sempre stata un conforto e una cura e scoprirmi incapace di leggere è stato un colpo durissimo da accettare. Ma per fortuna ne sono uscita. Per fortuna.
Per il prossimo anno ho settato lo stesso limite, con la stessa voglia di leggere libri belli che avevo lo scorso anno. Ho letto diversi saggi e ne vorrei leggere altri, e diversi libri di narrativa, e spero di replicare anche per il 2021.
Dal momento che ho letto pochissimi libri per i miei standard scegliere quelli che più mi sono piaciuti non è stato particolarmente difficile. Devo dire che sono stata abbastanza eclettica e ho fatto diverse scoperte che mi porterò dietro.
Enjoy!
Le disobbedienti: Storie di sei donne che hanno cambiato l'arte di Elisabetta Rasy
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Che cosa unisce Artemisia Gentileschi, stuprata a diciotto anni da un amico del padre e in seguito protagonista della pittura del Seicento, a un'icona della bellezza e del fascino novecentesco come Frida Kahlo? Qual è il nesso tra Élisabeth Vigée Le Brun, costretta all'esilio dalla Rivoluzione francese, e Charlotte Salomon, perseguitata dai nazisti? C'è qualcosa che lega l'elegante Berthe Morisot, cui Édouard Manet dedica appassionati ritratti, alla trasgressiva Suzanne Valadon, l'amante di Toulouse-Lautrec e di tanti altri nella Parigi della Belle Époque? Malgrado la diversità di epoca storica, di ambiente e di carattere, un tratto essenziale accomuna queste sei pittrici: il talento prima di tutto, ma anche la forza del desiderio e il coraggio di ribellarsi alle regole del gioco imposte dalla società. Ognuna di loro, infatti, ha saputo armarsi di una speciale qualità dell'anima per contrastare la propria fragilità e le aggressioni della vita: antiche risorse femminili, come coraggio, tenacia, resistenza, oppure vizi trasformati in virtù, come irrequietezza, ribellione e passione. Elisabetta Rasy racconta, con instancabile attenzione ai dettagli dell'intimità che disegnano un destino, la vita delle sei pittrici nella loro irriducibile singolarità.
È una prospettiva molto interessante quella che regala la Rasy composta da aneddoti, sfumature, impressioni, contesto storico, dei ritratti di donne a tutto tondo che non si lasciano facilmente ostacolare, che nonostante le vite difficili, le difficoltà evidenti, la disperazione innata si ribellano a tutto anche a loro stesse.
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Kentuki di Samanta Schweblin
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Buenos Aires, interno giorno. Ma anche Zagabria, Pechino, Tel Aviv, Oaxaca: il fenomeno si diffonde in fretta, in ogni angolo del pianeta, giorno e notte. Si chiamano kentuki: tutti ne parlano, tutti desiderano avere o essere un kentuki. Topo, corvo, drago, coniglio: all’apparenza innocui e adorabili peluche che vagano per il salotto di casa, in realtà robottini con telecamere al posto degli occhi e rotelle ai piedi, collegati casualmente a un utente anonimo che potrebbe essere dovunque. Di innocuo, in effetti, hanno ben poco: scrutano, sbirciano, si muovono dentro la vita di un’altra persona. Così, una pensionata di Lima può seguire le giornate di un’adolescente tedesca, e gioire o preoccuparsi per lei; un ragazzino di Antigua può lanciarsi in un’avventura per le lande norvegesi, e vedere per la prima volta la neve; o ancora un padre fresco di divorzio può colmare il vuoto lasciato dall’ex moglie. Le possibilità sono infinite, e non sempre limpide: oltre a curiosità e tenerezza, il nuovo dispositivo scatena infatti forme inedite di voyeurismo e ossessione.
Si tratta di una storia dai risvolti distopici che mi ha colpito immediatamente. Volevo leggerla da tempo ma ho continuato a rimandare finché non mi sono decisa a prendere il libro in mano. E non me ne sono minimamente pentita. Una storia con una vena distopica davvero inquietante dal ritmo serratissimo, che mi ha conquistato fin dalle premesse. In un mondo che diventa sempre più tecnologico e connesso, diventiamo sempre più facilmente controllabili, e mettere in gioco la nostra privacy per il brivido del possesso si scontra con la voglia sconfinata di preservarla a qualsiasi costo. E la linea sottile che ci divide dalla follia è sottilissima.
La mia recensione
Gli incendiari di K.O. Kwon
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Cosí si dice: da giovane attivista John Leal aveva aiutato i dissidenti coreani a raggiungere clandestinamente Seul dalla Corea del Nord, fino al giorno in cui era stato rapito, gettato in un gulag e torturato. Scampato alla morte, ma non al ricordo degli orrori, era ritornato in America, aveva avuto una rivelazione e si era messo al servizio dell'umanità fondando il gruppo Jejah. Questa storia, o una versione sempre un po’ diversa di essa, racconta John Leal ai «discepoli» riuniti al suo cospetto. Ma Will non ci casca. La retorica della fede, i «giochi di magia», l'«abracadabra», come li definisce, gli sono ben noti, e per questo ne diffida. Lui stesso li ha praticati nella sua vita precedente, quando viveva in California e aveva abbracciato la religione e il proselitismo per tentare di salvare una madre sofferente. Un giorno poi si era inginocchiato in preghiera come d'abitudine, ma non aveva sentito niente. La voce di Dio era sparita. Aveva abbandonato la Scuola biblica, cambiato costa e vita e si era iscritto al prestigioso Edwards College. È all'Edwards che Will incontra Phoebe. La sua disinvoltura, la popolarità a scuola e con i ragazzi di quella bruna sottile dai tratti coreani accendono immediatamente il suo desiderio, cosí poco allenato, ma nascondono anche ferite profonde e mai rimarginate: il fantasma di un pianoforte a cui Phoebe ha rinunciato quando ha capito di non poter essere la piú brava, e il fantasma di una madre amorevole e protettiva, morta forse anche per sua colpa. Will e Phoebe si amano come fanno i naufraghi con la terra avvistata, bramosi e incerti, ma le acque che li circondano sono molto insidiose. John Leal subodora il vuoto quando lo incontra, e promette di saperlo riempire. Come in ogni forma d'amore, la battaglia che viene ingaggiata ha per posta l'anima. Quando in tv vede scorrere le immagini di un attentato ai danni della clinica Phipps, dove si praticano aborti, Will deve chiedersi chi infine si sia aggiudicato quella di Phoebe, e la propria.
Mi sono innamorata della copertina di questo libro. Quel blu notte così intenso, quel fuoco che divampa al centro, la sensazione di essere in costante pericolo. Soprattutto mi ha colpito perché la Kwon è una sudcoreana trapiantata in America e pensavo che se ne sentisse l’atmosfera, anche se la storia di per sé è un intricato castello di carte pronto a essere distrutto. Una storia terribile e avvincente, che scandaglia le vite di due giovani ragazzi innamorati e persi, investiti dal peso di un gruppo di fanatici religiosi. In un ritmo implacabile e duro la Kwon tratteggia la guerra privata di un’intera esistenza.
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Gli umani di Matt Haig
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Per il bene dell'intero universo, il professor Martin deve essere eliminato. E con lui chiunque sia al corrente delle sue scoperte. Ma a causa di un contrattempo, l'alieno mandato sulla Terra si materializza ai bordi di un'autostrada, in una sera fredda e umida, completamente nudo, nonché privo delle più basilari nozioni della vita sociale. Inizia così una divertente commedia degli errori, in cui il finto professor Martin impara a vivere da terrestre. E ben presto, contro le previsioni aliene, la forzata vicinanza con la specie umana, soprattutto con i due esemplari (moglie e figlio) che compongono la famiglia del professore, lo costringe a rivedere il suo giudizio, passando dal più completo disgusto a un'inconfessabile simpatia. Certo, i terrestri sono tutt'altro che perfetti, eppure hanno inventato la poesia, la musica e persino il burro di arachidi…
Durante il blocco del lettore più spaventoso che abbia mai affrontato ho iniziato a leggerlo dietro suggerimento di una mia amica e devo dire che me ne sono innamorata immediatamente. È uno di quei libri che rifugge un genere di appartenenza e diventa universale, perché parla di sentimenti, di umanità, di vita. Una storia intensa e speciale, che supera i confini dello spazio-tempo e disegna un viaggio nel mondo degli umani, che accompagna il lettore nella scoperta di cosa rappresenti la vita umana, la convivenza di scienza e spiritualità, sentimenti e raziocinio, intelligenza e intuizione, amore e dolore, la perdita e la coscienza.
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Il morso della vipera di Alice Basso
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Il suono metallico dei tasti risuona stanza. Seduta alla sua scrivania, Anita dattilografa le storie della rivista Saturnalia: detective dai lunghi cappotti che tra una sparatoria e l'altra hanno sempre un bicchiere di whisky tra le mani. Nulla di più lontano dal suo mondo. Eppure le pagine di Hammett e Chandler che il suo affascinante editore Sebastiano Satta Ascona traduce, le fanno scoprire il potere delle parole. Un potere che va ben oltre la carta. Anita ne rimane affascinata. Proprio lei che non ha mai letto nulla. Ma se Anita si trova ora a lavorare per una rivista di racconti gialli la colpa è solo la sua. Perché poteva accettare la proposta del suo amato fidanzato Corrado, come avrebbe fatto qualsiasi altra giovane donna del 1935, invece di pronunciare quelle parole totalmente inaspettate: ti sposo ma voglio prima lavorare. E ora si trova con quella macchina da scrivere davanti in compagnia di racconti che poi alla fine così tanto male non sono. Anzi, sembra quasi che le stiano insegnando qualcosa. Forse per questo quando un'anziana donna viene arrestata e tacciata da tutti come pazza perché afferma che un eroe di guerra è in realtà un assassino, Anita è l'unica a crederle. Eppure quelli non sono anni in cui dare spazio ad una visione obiettiva della realtà. Il fascismo è in piena espansione. Il cattivo non viene quasi mai sconfitto. Anita deve trovare tutto il coraggio che ha e l'intuizione che le hanno insegnato i suoi amici detective per indagare e scovare il bandolo della matassa. Perché una donna può tenere in mano un filo non solo per cucire e rammendare, ma per far sentire la sua voce.
Quando ho girato l’ultima pagina, ho sospirato stringendomi il volume al petto e un po’ ho imprecato perché appunto sono arrivata all’ultima parola. È una storia meravigliosa, che ti tiene incollato alle pagine, che si vuole fare leggere. È una storia come quella di J.D. Smith, che non può e non deve lasciare indifferenti. Come sempre i libri di Alice sfuggono da ogni definizione, anche questa è una storia che avvinghia e trascina, che lascia il lettore esaltato, che ovviamente ne vuole ancora. Si ride, si riflette, si investiga, si fa un giro immenso e ci si ferma di fronte alla verità universale che ci si riconosce sempre un po’ nei libri che si amano.
La mia recensione
L'intelligenza delle api. Cosa possiamo imparare da loro di Randolf Menzel, Matthias Eckoldt
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Amiamo le api soprattutto perché producono il miele. Ma sono anche fra gli animali più importanti e più intelligenti del pianeta. Senza la loro attività di impollinatrici, in tutto il mondo ci sarebbero problemi per le risorse alimentari. Sono però in grado di fare di più: il loro minuscolo cervello pensa, pianifica, fa di conto e forse sogna. Le api possiedono, sorprendentemente, molte delle nostre capacità mentali. Come percepiscono i profumi e vedono i colori, come si forma la loro memoria, come apprendono regole e modelli, addirittura come riconoscono i volti, da dove derivano le loro conoscenze, che cosa sanno e come vengono prese le decisioni in quel superorganismo che è una popolazione di api: sono i grandi temi di questo particolarissimo libro. Randolf Menzel e Matthias Eckoldt parlano anche della moria delle api e del ruolo che questi insetti possono avere nel creare un sistema di allerta precoce contro gli effetti nocivi delle nostre tecnologie.
Si tratta di un saggio estremamente interessante sulla anatomia e fisiologia del cervello delle api, che analizza in maniera approfondita alcuni aspetti fondamentali dei loro organi di senso: olfatto e vista in maniera principali, ma anche tatto. Inoltre, analizza anche il funzionamento del loro apprendimento e della loro memoria. È un saggio molto tecnico, che da per scontate nozioni di zoologia e di fisiologia spinta (sapere come funziona un potenziale d’azione che permette i passaggi di impulsi elettrici nel cervello potrebbe aiutare nella comprensione) ma fornisce spunti molto interessanti. Da uno scienziato che ha trascorso tutta la sua vita immerso nel mondo delle api, un approfondimento ricco e speciale su degli insetti che sono fondamentali per noi.
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Il sussurro delle api di Sofia Segovia
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Sono i primi anni del Novecento e gli echi della rivoluzione hanno raggiunto, insinuandosi tra campi e colline, la campagna fertile di Linares: un laborioso, coriaceo angolo di Messico dove sorge l’hacienda dei Morales. È in questa famiglia che vive la nana Reja, l’anziana nutrice che ha cresciuto generazioni di bambini e ora trascorre i giorni sulla sedia a dondolo. Finché una mattina, vincendo la sua leggendaria immobilità, Reja s’incammina e arriva al ponte, come svegliata da un richiamo. In un viluppo di stracci, proprio lì, e circondato da un nugolo di api, c’è un neonato. Lo chiameranno Simonopio, questo bambino magico che gli insetti non pungono, questo bambino dannato che al posto della bocca sembra abbia un buco. In silenzio, il piccolo impara a leggere i voli delle sue amiche api e da quelli a capire le oscillazioni della natura e i suoi presagi. Così, mentre l’epidemia di influenza spagnola colpisce la regione e tradizioni arcaiche si infrangono contro l’onda di un tempo nuovo, la famiglia Morales si affida all’intuito di Simonopio. E costruirà grazie a lui un nuovo futuro.
Mi sono innamorata della cover, ma quando ho letto la trama dovevo averlo. Le saghe familiari sono un’altra delle mie grandi passioni soprattutto quelle sudamericane e questa non ha fatto eccezione per la potenza delle descrizioni e la forza che ne deriva. Ho amato molto questo libro, anche se ci ho messo una vita a leggerlo. La storia della Segovia unisce monito e superstizione, realtà storica e personaggi di fantasia, gioia e dolore, la dolcezza del miele delle api e lo spavento del loro pungiglione e regala una storia piena di meraviglia da leggere con la consapevolezza che siamo sempre noi i fautori del nostro destino.
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L’Ora dei dannati di Luca Tarenzi
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Dopo aver accompagnato Dante nel suo viaggio, Virgilio, che ha intravisto la luce divina sulla montagna del Purgatorio, non può tornare nel Limbo. È destinato a restare nell'Inferno, dove può muoversi liberamente, anche se sempre alla mercé della violenza degli angeli caduti, gli Spezzati. Per questa sua peculiarità diventa un ingranaggio fondamentale nell'ambizioso piano di Pier delle Vigne, che intende raccogliere un gruppo scelto di dannati - il Conte Ugolino, Filippo Argenti e Bertran de Born - per fuggire dall'Inferno. Un fantasy ambientato in un Inferno dantesco descritto magnificamente: un racconto carcerario; una storia di redenzione piena di colpi di scena e combattimenti appassionanti, fino all'incredibile finale che lascia aperto il destino dei cinque straordinari antieroi.
Nella storia di Tarenzi invece la missione che si prefigge il poeta ha tutto tranne che approvazione. È un tentativo basato sul raziocinio di Pier delle Vigne e sulla cooperazione dei dannati che il suicida ha reputato necessari alla realizzazione. È un progetto ambizioso, folle, spericolato, l’unico possibile. La storia quindi si basa sugli incastri delle diverse personalità e sulle diverse aspettative che il gruppo ha, l’obiettivo, la fuga, è comune, ma nel frattempo ognuno di loro ha delle aspettative differenti. Una storia affascinante e complicata, contraddittoria e inquietante, che attraversa l’Inferno e lascia con il fiato corto e la voglia di saperne di più. Intensa e sorprendente, che tanto degli eroi buoni siamo stufi tutti, le mille sfaccettature umane del peccato sono molto più affascinanti.
La mia recensione
Invisibili di Caroline Criado Perez
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In una società costruita a immagine e somiglianza degli uomini, metà della popolazione, quella femminile, viene sistematicamente ignorata. A testimoniarlo, la sconvolgente assenza di dati disponibili sui corpi, le abitudini e i bisogni femminili. Come nel caso degli smartphone, sviluppati in base alla misura delle mani degli uomini; o della temperatura media degli uffici, tarata sul metabolismo maschile; o della ricerca medica, che esclude le donne dai test «per amor di semplificazione». Partendo da questi casi sorprendenti ed esaminandone moltissimi altri, Caroline Criado Perez dà vita a un’indagine senza precedenti che ci mostra come il vuoto di dati di genere abbia creato un pregiudizio pervasivo e latente che ha un riverbero profondo, a volte perfino fatale, sulla vita delle donne. Perché nei bagni delle donne c'è sempre la coda e in quelli dei maschi no? Perché i medici spesso non sono in grado di diagnosticare in tempo un infarto in una donna? Perché, negli incidenti stradali, le donne rischiano di più degli uomini? Un libro rivoluzionario ed estremamente rivelatorio che vi farà vedere il mondo con altri occhi.
“Invisibili” è uno di quei libri che non puoi leggere senza provare emozioni forti, senza rimanere indifferenti. È uno schiaffo bello forte a tutte le nostre convinzioni, un saggio che dati alla mano, analizza la mancanza di dati di genere in moltissimi ambiti della nostra società, dalla salute all’edilizia, dalla topografia delle nostre città al mondo del lavoro, dal soddisfacimento delle necessità familiari alla gestione di intere comunità. Caroline Criado Perez è attentissima a ricostruire la falla nell’impianto che guida le scelte politiche e sociali di un mondo costruito a misura d’uomo, o per meglio dire a misura di maschio. Un saggio illuminante e irrinunciabile che dovrebbe essere letto da tutti.
La mia recensione
Centro di Amalia Frontali & Rebecca Quasi
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Londra, 1908. La capitale britannica si prepara ai Giochi della IV Olimpiade. Miss Ina Wood appartiene alla squadra femminile di tiro con l’arco e Monsieur Pierre Le Blon è un valente schermidore belga. Si incontrano per caso, a seguito di un piccolo incidente automobilistico e scoprono di avere in comune un certo talento per la dissimulazione: Miss Wood guida un’auto non sua e Monsieur Le Blon non è chi dice di essere. Tra schermaglie sportive e romantiche gite tra i ranuncoli, si consuma quella che pare destinata a restare una fugace avventura. Ma il destino, lento e inesorabile, dispone che i nostri atleti si ritrovino a Vienna nel 1914, per affrontare il passato ed essere travolti dagli ingranaggi della Storia.
È un libro che mi ha incuriosito fin da quando le due autrici hanno iniziato a pubblicarlo a puntate riempiendo le loro pagine Facebook di estratti. È una storia di una storia d’amore senza tempo inserita in una cornice storica realistica e curatissima che mi ha emozionato fin dalla prima pagina. Rebecca Quasi e Amalia Frontali riescono nell’impresa di unire fantasia e realtà, emozioni e ricerca, storia e immaginazione, tra la Londra delle Olimpiadi del 1908 e una Vienna da Belle Époque, in un romance che sfugge le logiche del tempo e riempie il lettore di suggestioni.
La mia recensione.
Quali sono i libri che hanno segnato il vostro 2020?
Raccontatemelo in un commento.
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