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#Primavera Araba
cinquecolonnemagazine · 3 months
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Yemen: gli Houthi sono terroristi?
Il gruppo Houthi, nato nel nord dello Yemen, è nuovamente nel gruppo di "terroristi globali" designati dagli Stati Uniti. La decisione, resa nota dal consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, segue i continui attacchi e minacce da parte del gruppo armato ribelle. Non è la prima volta che il gruppo yemenita viene designato come terrorista. Possiamo davvero considerarli così? Chi sono gli Houthi, i ribelli dello Yemen Il termine Houthi è quello più comunemente usato per definire un gruppo armato yemenita, prevalentemente sciita, nato nel 1992 sotto la guida, appunto, di Ḥusayn Badr al-Dīn al-Ḥūth. Il vero nome del movimento è Ansar Allah, che in arabo significa "Partigiani di Dio". Deriva da un primo nucleo, chiamato "Gioventù credente", nato nel governatorato di Sa'ada, nello Yemen del Nord. L'obiettivo del gruppo era promuovere la rinascita dello zaydismo sciita nel Paese e l'autonomia delle regioni del nord. Come ben sappiamo, l'Islam non è un monolite ma al suo interno si consuma un'importante frattura tra sciiti e sunniti nata per questioni di successione alla morte di Maometto. I sunniti, il cui credo si basa sugli insegnamenti del Profeta, sono sempre stati la maggioranza rispetto agli sciiti che riconoscono gli imam come loro guida. L'Iran è l'unico Paese a maggioranza sciita e rappresenta un punto di riferimento per il mondo sciita. Lo Yemen, dal canto suo, è l'unico Paese del mondo musulmano a contemplare seguaci sciiti della variante dello zaydismo. Gli Houthi nella storia araba Con l'invasione Usa dell'Iraq, nel 2003, il gruppo Ansar Allah ha manifestato posizioni antiamericane e antiisraeliane tanto da entrare in conflitto con il regime yemenita di Ali Abdallah Saleh che ne ordinò la repressione. Durante la primavera araba in Yemen si ebbero molte manifestazioni di piazza contro Saleh alle quali parteciparono anche gli Houthi. In quel periodo assunsero il controllo di regioni strategiche del Paese. Da allora lo Yemen vive una situazione politica caratterizzata da una profonda divisione: da un lato ci sono gli Houti che conservano il controllo di una parte del Paese e godono del sostegno dell'Iran, dall'altro il governo sostenuto dal 2015 da una Coalizione internazionale con a capo l’Arabia Saudita e riconosciuto dalla comunità internazionale. Terroristi globali Gli Houthi hanno, ormai, preso il controllo del Golfo di Aden, punto di passaggio strategico per le navi mercantili che viaggiano tra l'Europa e l'Asia. Per i loro ripetuti attacchi a navi internazionale gli Stati Uniti di Biden hanno riconsiderato la designazione di terroristi globali. Nelle ultime settimane del suo mandato Donald Trump aveva già inserito gli Houthi nell'elenco dei terroristi e nel febbraio 2021, l'amministrazione Biden li aveva rimossi. Ora il nuovo cambio di passo anche se la decisione, come ha reso noto lo stesso consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, potrà essere revocata in mancanza di altri attacchi pirati. La designazione entrerà in vigore tra 30 giorni, il tempo necessario per garantire aiuti umanitari alla popolazione. Non dimentichiamo, infatti, che nello Yemen si sta consumando una delle crisi umanitarie più gravi del mondo. In copertina foto di jones814 da Pixabay Read the full article
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ilgiornaledelriccio · 4 months
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Bombardamento USA-UK sullo Yemen. L'imponderabilità della diplomazia e la necessità della guerra.
Bombardamento su Sana’a, 2015. In Yemen c’è una guerra da oltre 9 anni, scaturita dalla precedente Primavera araba a guida occidentale del 2011: il presidente Ali Abdullah Saleh venne spodestato e rimpiazzato da Abd Rabbuh Mansour Hadi, un sunnita benvisto da Arabia Saudita e Stati Uniti d’America, ma tra il settembre 2014 e il febbraio 2015 il gruppo armato sciita degli Huthi, con ampio…
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personal-reporter · 9 months
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Valle dei Templi di Agrigento: antiche meraviglie della Sicilia
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La Valle dei Templi di Agrigento è una delle più grandi attrazioni turistiche della Sicilia, con un patrimonio antico che risale al VI secolo a.C. Situata sulla costa meridionale dell'isola, questa valle è un sito archeologico di rilevanza mondiale, che offre una visione della grande civiltà greca e romana. La valle si estende per circa 1300 ettari e comprende molte rovine antiche, come templi, basi e muri di fortificazione. La maggior parte delle rovine si trovano lungo il lato orientale della valle, con una vista panoramica sui campi circostanti e sul mare Ionio. I templi antichi presenti nella Valle dei Templi di Agrigento includono il Tempio della Concordia, il Tempio di Giunone, il Tempio di Zeus e il Tempio di Ercole. Ogni tempio ha una propria storia e importanza archeologica. Il Tempio della Concordia è uno dei templi meglio conservati della Valle dei Templi, costruito tra il 440 e il 430 a.C. Questo tempio dorico, dedicato alla dea della pace, fu trasformato in una chiesa cristiana nel V secolo e servì come rifugio per i cristiani durante la persecuzione romana. Dopo la conquista araba, il tempio fu trasformato in una moschea e infine in una chiesa cristiana. Il Tempio di Giunone, costruito tra il 450 e il 430 a.C., era dedicato alla dea della fertilità e fu riparato e modificato molte volte durante il corso della sua storia. Durante il periodo normanno, fu riparato e trasformato in chiesa cristiana. Il Tempio di Zeus è uno dei templi più grandi della valle e fu costruito tra il 480 e il 470 a.C. per celebrare la vittoria dei greci contro i cartaginesi nella battaglia di Imera. Il tempio subì molti danni nel corso degli anni, uno dei quali fu causato da un terremoto nel IV secolo d.C. Il Tempio di Ercole, costruito alla fine del V secolo a.C., era dedicato al dio della forza e dell'eroismo. Il tempio fu distrutto durante le guerre puniche e successivamente ricostruito dai romani. La valle offre inoltre molte altre attrazioni culturali, come le terme romane, le necropoli, le mura della città e le torri di avvistamento. Il Museo Archeologico Regionale di Agrigento è situato nella valle e offre una vasta raccolta di opere d'arte e manufatti archeologici, tra cui vasi, monete e statue. Il museo fa parte del parco archeologico, che offre una guida audio in diverse lingue per i turisti che vogliono saperne di più sulla storia della Valle dei Templi. Nonostante l'antichità della valle, il territorio presenta diverse ecosistemi che possono essere esplorati durante l'escursione. Il Giardino della Kolymbetra, creato dagli antichi agrigentini nel IV secolo a.C., è stato restaurato recentemente e offre una varietà di alberi di frutta, piante e floricoltura che si può annusare attraverso un percorso dedicato. La Valle dei Templi di Agrigento può essere visitata in qualsiasi momento dell'anno, ma il periodo migliore per godere della bellezza del luogo è la primavera, quando la fioritura rende il paesaggio ancora più spettacolare. Infine, la valle offre un'ampia scelta per quanto riguarda l'alloggio e il cibo. Ci sono molte opzioni di alloggio a portata di mano tra cui agriturismi, hotel, B&B e case vacanze. I ristoranti locali servono piatti tipici della cucina siciliana come pasta con le sarde, caponata, melanzane alla parmigiana, ricotta fresca e la famosa cassata siciliana. La Valle dei Templi di Agrigento è un luogo di grande interesse archeologico e storico che offre ai visitatori una magnifica esperienza culturale nel cuore della Sicilia. Un luogo imperdibile per chiunque voglia esplorare la bellezza e la storia della Sicilia. Foto di Benoit_Brochet Read the full article
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frualeirazzifrua-blog · 9 months
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CIAO ANDREA…
Andrea Purgatori è scomparso a Roma a 70 anni. Giornalista, scrittore, sceneggiatore, cercava la Verità e la raccontava. Dal 2017 lo faceva (anche) sulle pagine di Style Magazine. Il nostro ricordo
Andrea Purgatori (Roma, 1/2/1953-Roma, 19/7/2023). Foto Getty
Andrea Purgatori aveva 70 anni. Era giornalista, scrittore, saggista, autore, sceneggiatore. Nato a Roma l'1 febbraio 1953, è deceduto stamattina, nell'ospedale dove era ricoverato, per una grave e fulminante malattia. La notizia l'hanno comunicata i figli Edoardo, Ludovico, Victoria e la famiglia all'ANSA. Dal 2017 era collaboratore eccellente di Style Magazine. Il nostro ricordo lo apre Michele Ciavarella.
«Ciao Andrea, come stai? Fantastica la puntata di ieri sera. Hai già pensato a che cosa scrivere per il prossimo numero? Ti do soltanto la deadline: lunedì della prossima settimana. A presto, baci. Michele».
Stesso messaggio in email e su Whathsapp. «Ok, non preoccuparti». E spariva. Fino all’ultimo giorno quando lo imploravo: «Mi dici che cosa scrivi?». E giù proposte su proposte. Su cui si intrometteva Alessandro Calascibetta, per suggerire, per spostare l’obiettivo, per calibrare. Un dialogo a tre che mi ha riempito di esperienze.
Per anni, Andrea Purgatori su Style Magazine ha avuto un appuntamento mensile: History Repeating, una rubrica diventata un modo per legare l’attualità alla Storia. Nei primi anni attraverso la cronaca, poi attraverso il Cinema: ne era un conoscitore amante e pensante. E ogni mese, stabilito l’argomento, spariva di nuovo. E io a tremare per la chiusura. Il pezzo arriva sempre, magari scritto di notte e inviato alle 4 del mattino (lo certificava l’email). Perfetto, senza sbavature, bastava calarlo in pagina e titolarlo.
Che piacere leggerlo! E quante notizia, quanta storia, quanti ricordi personali che sapeva trasferire suscitando interessi inconsapevoli. E ogni volta in me affiorava il ricordo di me giovane praticante a il manifesto, in via Tomacelli a Roma. Nella redazione che era nello stesso palazzo di quella del grande Corriere della Sera. E lui già giornalista famoso che svettava sugli altri anche per prestanza fisica.
E mi ricordo le sue cronache e le inchieste su Ustica: una scuola di giornalismo. Le sue e quelle di Daria Lucca, la cronista di giudiziaria del manifesto: indagavano in tandem fin dalla prima notte. Leggendoli, ho imparato a scrivere.
Finché a una mia email non risponde. Non risponde neanche su Whatsapp e non vedo la spunta blu della lettura. E vado in ansia: la chiusura si avvicina inesorabile. Lo tempesto di messaggi e lui, finalmente, mi risponde: «Michele non posso garantirti la consegna, sto facendo una terapia pesante». Capisco tutto. Una doccia fredda. Non voglio crederci. Non ho il coraggio di chiedere nulla.
Avrei preferito che non mi avesse risposto. Chiedo ad Alessandro Calascibetta se per favore può informarsi lui. Si informa, ma l’ottimismo della speranza non è quello della vita. E poi arriva oggi. Che tristezza Andrea, che dispiacere (Michele Ciavarella)
ANDREA PURGATORI, DETECTIVE DELLA VERITÀ
Per anni, al Corriere della Sera (inviato dal 1976 al 2000), Andrea Purgatori si è occupato di terrorismo, intelligence, criminalità. Si dedicò con tenacia alla strage di Ustica del 1980. Nel 1992 scrisse, sul tema, la sceneggiatura del film Il muro di gomma di Marco Risi (Nastro d'argento per il miglior soggetto). Con la stessa intensità seguì la scomparsa di Emanuela Orlandi, la cattura di Totò Riina. Prima, aveva seguito il Caso Moro. Dopo “coprirà” la guerra tra Iran e Iraq, la prima guerra del Golfo, l'Intifada, lo scoppio della Primavera araba.
Autore di reportage investigativi, ha condotto con successo su La7 Atlantide. In precedenza aveva collaborato come autore e conduttore con la Rai. Docente di sceneggiatura, consigliere degli autori (era presidente della sezione "indipendente" della Mostra del Cinema di Venezia "Le giornate degli autori”), tra i suoi ultimi lavori la partecipazione al documentario Vatican Girl proprio sul caso di Emanuela Orlandi (su Netflix). Per la sceneggiatura di Il giudice ragazzino, la storia del giudice Rosario Livatino ucciso dalla mafia nel 1990, vinse il Globo d'oro nel 1994.
Con il suo punto di vista investigativo (amava il noir e le detective story...), era dal 2017 collaboratore regolare di Style Magazine. La sua rubrica History Repeating raccontava il nostro oggi "usando" le immagini e le storie e i personaggi del cinema del passato. L'ultimo articolo, del numero di giugno 2023, lo trovate qui: i volti di Faye Dunaway e Jack Nicholson in Chinatown di Roman Polanski. Le nostre guerre per l'acqua erano già tutte in quel film del 1974 e nella Los Angeles Anni 30 che raccontava, ci svela Andrea...
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Sabatini: "Offerta araba vera per Allegri arrivata due mesi fa. Ha detto no perché non vuole essere il più ricco del cimitero"
JUVENTUS.COM – PLAYER PROFILE, JOSEPH NONGE Sul proprio sito ufficiale, la Juventus si sofferma su un approfondimento delle qualità di Joseph Nonge, centrocampista belga della Primavera bianconera: ” Dopo gli approfondimenti su Tommaso Barbieri e Dean Huijsen, è il momento di… LIVE TJ – ALLENAMENTO TERMINATO. DOMANI ALLE 12 PARLERÀ ALLEGRI 13:14 – ALLENAMENTO TERMINATO – La Juventus, tramite il…
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arcobalengo · 1 year
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Il senatore John McCain non era un politico qualsiasi. Da vent’anni era a capo dell’International Republican Institute (Iri), il ramo repubblicano di un’organizzazione governativa (il Ned) parallela alla Cia. L’Iri era un’agenzia intergovernativa, il cui budget viene annualmente approvato dal Congresso, in un capitolo di bilancio che fa capo alla Segreteria di Stato, ovvero al ministero degli Esteri. L’Iri, come il Ned o il National Democratic Institute (Ndi) erano tutti bracci diplomatici occulti della Casa Bianca, il lato gentile e democratico della Cia. Brigavano per sovvertire governi e rovesciare regimi, senza però usare le armi, facendo leva sui meccanismi propri delle democrazie e sul controllo dell’opinione pubblica. Era stato McCain la mente della rivoluzione che ha detronizzato Slobodan Milosevic dalla presidenza della Serbia, colui che aveva cercato più volte di rovesciare il governo di Hugo Chavez in Venezuela, l’ideatore della rivoluzione arancione in Ucraina nel 2004 e di Maidan nel 2013. McCain era stato il grande manovratore della Primavera araba e di tutte le sue rivoluzioni (Iran, Tunisia, Egitto, Libia, Siria). «Difficilmente McCain agiva senza prima essersi consultato con il segretario di Stato o con la Casa Bianca. Si può dire che McCain fosse il ministro degli Esteri ombra degli Stati Uniti, colui che faceva ciò che doveva essere fatto ma che non si poteva far sapere all’opinione pubblica», ha spiegato l’ex senatore Usa Mike Gravel.
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Come confermò qualche giorno dopo lo stesso direttore della comunicazione del suo staff Brian Rogers, il senatore dell’Arizona si recò illegalmente vicino a Idlib attraverso la Turchia, per incontrare alcuni leader della «opposizione armata siriana». Come avviene sempre in queste occasioni solenni di diplomazia, l’incontro venne documentato fotograficamente. Tre scatti di gruppo: due fuori da un edificio con degli strani disegni sulla porta d’entrata, uno nel corso di una riunione in una stanza col pavimento ricoperto di tappeti. Presumibilmente, si trattava di un edificio governativo, vista la presenza di una bandiera siriana accanto alla scrivania che dominava la stanza. Tre fotografie che in un sistema informativo sano dovrebbero rappresentare la pistola fumante che dimostrava quanto fossero stretti i legami tra gli Stati Uniti e l’Isis. Le immagini ritraevano Mohammad Nour, Salem Idriss, Abu Mosa, John McCain e Ibrahim al Badri. Il primo era il portavoce del Fronte al Nusra (al Qaida in Siria). Il secondo era il capo dell’Esercito siriano libero (responsabile in Siria di raccapriccianti massacri). Il terzo era il portavoce dell’Isis, il quarto era il nostro eroe statunitense. L’ultimo era noto anche come Abu Du’a, e figurava nella lista dei cinque terroristi più ricercati dagli Stati Uniti (dieci milioni di dollari di ricompensa). Il suo nome di battaglia era Abu Bakr al Baghdadi, il leader dello Stato islamico, meglio conosciuto come Isis. Il quinto è il «califfo » a capo dell’Esercito islamico dell’Iraq e del Levante, ovvero dell’Isis.
Franco Fracassi - The Italy Project
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visionairemagazine · 2 years
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Poietika: La Parola è Donna
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REGIONE MOLISE e FONDAZIONE MOLISE CULTURA presentano: POIETIKA Art festival VII EDIZIONE dal 28 settembre al 2 ottobre 2022 Campobasso Dal 28 settembre al 2 ottobre 2022 a Campobasso ritorna Poietika Art Festival, un evento di caratura internazionale per ospiti e temi trattati. La traccia portante della VII Edizione è 'La Parola è Donna', dedicata all'esplorazione della figura femminile in tutte le sue sfaccettature. Scrittrici, un Premio Nobel, giornaliste, storiche, economiste, attiviste, artiste: saranno imperdibili e speciali gli appuntamenti in programma. Uno spazio speciale sarà dato al fumetto, con laboratori dedicati ai più giovani. Le ospiti in dialogo sono:
Joumana Haddad, autrice libanese, giornalista e attivista per i diritti umani. È stata selezionata tra le 100 donne arabe più influenti al mondo per quattro anni consecutivi.
Tawakkol Karman, attivista per i diritti umani, giornalista e politica. Conosciuta come la "madre della rivoluzione", "la donna di ferro" e "la signora della primavera araba" Karman a soli 32 anni è stata la prima donna araba e la seconda musulmana a vincere il Premio Nobel per la Pace nel 2011.
Linda Scott, economista, ha fondato la Global Business Coalition for Women's Economic Empowerment, una coalizione di undici grandi multinazionali che collaborano per l'emancipazione economica delle donne. Attualmente è consulente di genere della Banca Mondiale e ha scritto un documento sull'impatto della disuguaglianza di genere sulla povertà per l'USAID.
Sakena Jacoobi, attivista afghana e direttrice esecutiva dell'Afghan Institute of Learning (AIL), ONG guidata dalle donne che ha fondato nel 1995. È nota per il suo lavoro in difesa dei diritti dei bambini, delle donne e per l'istruzione.
Laura Scarpa, insignita nel 2022 del Romics d’Oro alla XXVIII edizione di Romics, fumettista, illustratrice, editrice, docente, saggista e storica del fumetto, ha debuttato nel 1978 su Linus con “Il Drago” e in seguito per le Edizioni Ottaviano. Elisa Casseri, scrittrice, drammaturga e autrice.
Marisa Salabelle, autrice.
Lorenza Foschini, giornalista, autrice, e conduttrice di programmi televisivi di successo.
Marinette Pendola, storica nata a Tunisi da genitori di lontana origine siciliana. Studiosa della storia, degli usi e costumi della comunità italiana in Tunisia, membro del gruppo di ricerca “Progetto della memoria” promosso dall’ Ambasciata Italiana a Tunisi.
Cècile Bidault, giovane autrice francese, proviene da esperienze di illustrazione e animazione.
Marta Besantini, artista che vive da 12 anni in Francia, dove lavora come freelance, passando da ceramica, illustrazione, corsi e workshop. POIETIKA Poietika nasce nel 2015 come luogo di incontri, di conversazioni e dialoghi, tra il locale e il globale, tra il Molise e il mondo. Tra gli ospiti straordinari delle passate edizioni (Steve McCurry, Adonis, Umberto Galimberti, Pupi Avati, Tahar Ben Jelloun, Antonio Moresco, Pino Bertelli, Ibrahim Nasrallah, Vito Mancuso, Vandana Shiva, Valerio Magrelli, Letizia Battaglia, Mariangela Gualtieri, Salvatore Natoli, Patrizia Valduga, e tanti altri... La VII Edizione è dedicata alla memoria dell'attrice Paola Cerimele, prematuramente scomparsa
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e-o-t-w · 2 years
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Eyes on the world #104
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2 anni interi di rubrica. Una discreta soddisfazione direi.
Ma non c’è tempo per festeggiare, un’altra settimana incombe e dobbiamo avere il tempo di metabolizzare quella appena conclusa.
Cominciamo 👇
🇺🇦 -20% DI GAS EROGATO, LA REAZIONE UCRAINA, LO SCAMBIO DI PRIGIONIERI: LA SETTIMANA IN BREVE
(1) Prosegue la fase tutto sommato di stallo del conflitto tra #Russia e #Ucraina, che sempre meno riempie le cronache in favore delle conseguenze del conflitto stesso. Ben 92 membri delle forze armate ucraine sono state accusate di crimini contro l’umanità in Russia, che negli ultimi mesi ha avviato circa 1.300 indagini penali contro politici e militari dello schieramento opposto. A dare la notizia Alexander Bastrykin, il capo del Comitato Investigativo (l’agenzia investigativa russa), che tuttavia non ha chiarito dove si trovino queste 92 persone o se sono state arrestate. Prosegue intanto il braccio di ferro con #Gazprom, l’azienda energetica statale russa, che ha reso nota l’ennesima riduzione delle forniture di gas verso la #Germania e il resto d’Europa lo scorso mercoledì. Il flusso è sceso del 20% della capacità totale, parlando di manutenzioni e problematiche di tipo tecnico. Ha fatto notizia anche il viaggio di Sergei Lavrov (ministro degli Esteri russo) in #Africa, nel tentativo di convincere i leader di numerosi paesi che la crisi alimentare dovuta al blocco del grano ucraino sia colpa dell’Occidente, in modo da provare a portarli dalla parte della Russia. I paesi in questione sono Egitto, Etiopia, Uganda e Repubblica del Congo, ma non è detto che altri paesi non stiano agendo sottotraccia. Sul campo invece pare che l’Ucraina stia reagendo, approfittando del suddetto periodo di stallo, con un contrattacco per riconquistare Kherson, centro chiave vicino al fiume Dnipro e alle città di Mykolaiv e Odessa (obiettivi russi). Sono state abbattute le vie di comunicazione della città, che al momento è isolata da altri territori occupati dall’esercito russo. E l’#Europa? Si sta organizzando per gestire la sempre più probabile mancanza di gas. Come già anticipato nelle scorse settimane, è stato approvato un accordo per ridurre il consumo di gas naturale del 15% tra l’agosto 2022 e il 31 marzo 2023. La riduzione non è obbligatoria, ma potrebbe divenire tale in caso di emergenza (ad esempio nel caso in cui la Russia limitasse le forniture oltre un livello sostenibile). Sempre questa settimana, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha fatto sapere di aver inoltrato alla Russia una proposta di scambio di prigionieri per liberare la giocatrice di basket Brittney Griner, arrestata lo scorso febbraio proprio in Russia con l’accusa di contrabbando di droga. Gli USA avrebbero offerto in cambio Viktor Bout, tra i trafficanti di armi più noti degli ultimi decenni e condannato a 25 anni negli Stati Uniti. Si attende una risposta del ministro Lavrov in tal senso. Nel frattempo, una prigione nella regione di Donetsk è stata distrutta, con le due fazioni che si stanno accusando a vicenda per l’accaduto. Al suo interno si trovavano prigionieri di guerra ucraini. Secondo Kiev, i russi l’avrebbero bruciata per distruggere le prove di torture e uccisioni, mentre la controparte afferma che sarebbero stati i missili sparati con “lanciarazzi occidentali” a causarne la distruzione.
🇹🇳 TUNISIA: FINE DELLA DEMOCRAZIA E NUOVA COSTITUZIONE. PIÙ POTERI NELLE MANI DEL PRESIDENTE SAIED
(2) Era un pericolo concreto e puntualmente si è realizzato: la #Tunisia tornerà a essere un paese a guida autoritaria. Adesso è (pressoché) ufficiale dal momento che il presidente Kais #Saied, che aveva proposto una nuova Costituzione in sostituzione di quella scritta nel 2011 (dopo la Primavera araba), ha ricevuto l’ok per procedere attraverso un referendum da lui proposto. La Tunisia era lo stato che più di tutti si era avvicinato a un sistema democratico, che piano piano è stato eroso a causa di problemi strutturali del paese (prevalentemente economici) culminati con l’elezione di Saied nel 2019. 5 anni prima una nuova Costituzione fu l’apice raggiunto dalle forze politiche guidate dal partito islamista moderato Ennahda; questo aveva ridotto i poteri del presidente, aumentato quelli di parlamento e magistratura, garantito il diritto di manifestazione ed espressione. Tuttavia l’economia continuò a peggiorare, l’inflazione aumentò, così come il debito pubblico e la disoccupazione. Pian piano i tunisini persero fiducia nel nuovo governo democratico e nel 2016 il primo ministro Essid venne sfiduciato perché incapace di risolvere gli annosi problemi del paese. La situazione fu piuttosto caotica fino all’elezione del 2019 del nuovo presidente Kais Saied, professore di diritto costituzionale presentatosi da indipendente, senza esperienza politica pregressa. Si pensò che potesse essere la soluzione ai problemi della Tunisia, ma le sue posizioni estremamente conservatrici/accentratrici lo portarono a smantellare diverse istituzioni democratiche tunisine, rimuovendo il primo ministro e bloccando i lavori del parlamento. Questa mossa fu vista da molti come un vero e proprio colpo di stato, dal momento che fu seguita dallo scioglimento del Consiglio superiore della magistratura, consentendogli di governare per decreto e lasciandogli libertà praticamente assoluta. E la situazione non migliorerà con la nuova Costituzione.
🇺🇸 USA: IL SENATORE JOE MANCHIN CONVINTO A DARE L’OK, PARTONO LE RIFORME. INTANTO LA CINA…
(3) Ricordate le ambiziose riforme economiche del governo americano? Mercoledì sera si sono sbloccate, a sorpresa, dopo che per oltre un anno erano in stallo. Sono le più ambiziose mai proposte, specialmente per il quantitativo di fondi messi a disposizione della comunità, parte dei quali provenienti da una maggiore tassazione per le grandi aziende e per i cittadini più ricchi. Il tutto per compensare l’aumento dei costi della sanità e contrastare il cambiamento climatico. Ma chi era il responsabile del blocco di queste riforme? Un senatore in particolare, l’unico voto utile affinché le riforme venissero approvate. La persona in questione è Joe #Manchin, che con i provvedimenti progressisti non sembra andare particolarmente d’accordo. Al momento quindi i numeri per approvarle ci sarebbero e questo potrebbe essere un ottimo risultato per il presidente Biden, soprattutto in vista delle elezioni di metà mandato di novembre. Tuttavia quanto ottenuto non arriva senza qualche concessione, dal momento che non tutto ciò che era stato previsto si trova dentro il pacchetto approvato anche da Manchin. Tra queste, una riduzione nell’aumento delle tasse, investimenti nel settore dei combustibili fossili (in netto contrasto con la necessità di trovare nuove fonti di energia rinnovabile e contrastare il cambiamento climatico) e diversi provvedimenti diretti allo stato della West Virginia (lo stesso di Manchin) al fine di favorire infrastrutture di interesse personale, come ad esempio un gasdotto. I senatori democratici hanno deciso di portare avanti questo piano modificato poiché pensano sia l’unico modo per ottenere la risoluzione che cercano. Il voto è previsto per la prossima settimana ed è importante approvarlo prima che le istituzioni chiudano per l’estate. Intanto sono stati diffusi i dati sul #PIL statunitense del secondo trimestre dal dipartimento del Commercio: il calo continua, stavolta dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2021. Anche nel primo la contrazione era stata alta (-1,6%) e si fa sempre più grande lo spettro della recessione (stesso timore diffuso in Italia, nonostante la crescita dell’1% dell’ultimo trimestre). Intanto in settimana Biden ha sentito il leader cinese Xi Jinping e i rapporti sono più che mai tesi. La speaker della Camera Nancy Pelosi ha manifestato l’intenzione di fare un viaggio a #Taiwan, compromettendo forse definitivamente i rapporti già critici tra le due nazioni. Xi, in riferimento a ciò, pare abbia detto che chi gioca con il fuoco prima o poi muore bruciato.
🇮🇹 ITALIA: AZIONE ACCOGLIE LA GELMINI E LA CARFAGNA, IL PD ALLA RICERCA DI ALLEATI, MENTRE LA DESTRA…
(4) Con il voto che lentamente si avvicina, facciamo un attimo il punto sulle ultime novità dalla politica italiana. A fare notizia, innanzitutto, è il partito #Azione di Carlo Calenda, che ha accolto all’interno del suo schieramento le ministre Gelmini e Carfagna, in uscita da Forza Italia dopo la netta virata a dx del partito di Silvio Berlusconi. Azione si sta affermando come il primo tra i partiti più piccoli della scena politica nazionale (dopo Fratelli d’Italia, PD, Lega, M5S e Forza Italia, in rigoroso ordine di preferenza in base agli ultimi sondaggi). Il PD, che pare proprio possa rinunciare alla coalizione con il M5S, potrebbe includerlo nell’alleanza di centrosinistra e aggiungere un probabile 3-6% a suo favore, ma c’è una resistenza proprio delle ex ministre di Forza Italia da superare. Presentarsi da solo potrebbe però significare rimanere fuori dal Parlamento. La destra, dal canto suo, ha fatto sapere che – in caso di vittoria alle elezioni – sarà il partito che ha preso più voti a scegliere il futuro presidente del Consiglio. La proposta, avanzata nello specifico da Giorgia Meloni (seria candidata al ruolo), è stata quindi accettata. Nello stesso tempo si sono fatte più insistenti le notizie su presunti legami tra esponenti della destra italiana e la Russia. La Stampa ha riportato che a fine maggio un funzionario dell’ambasciata russa in Italia avrebbe chiesto a un collaboratore di Salvini se fosse loro intenzione ritirare i ministri dal governo Draghi, cosa poi non avvenuta. Diversi analisti ritengono comunque che potrebbero esserci state pressioni esterne per spingere la Lega a uscire dal governo Draghi. Un’altra news ha riguardato il noto Gruppo Wagner (mercenari russi attivi in Libia) che avrebbe allentato le misure di sicurezza in alcune città affinché partissero più migranti in direzione Italia, i cui sbarchi sono spesso strumentalizzati dalla destra italiana per generare allarmismo. Il M5S, dopo numerose discussioni interne, ha invece scelto di confermare la nota regola dei due mandati, che impedisce ai politici del partito con incarichi istituzionali di candidarsi per la terza volta. Figure di spicco del Movimento non potranno quindi partecipare alle elezioni del 25 settembre; tra questi: il presidente della Camera Roberto Fico, gli ex ministri Toninelli, Grillo e Fraccaro, ma anche Vito Crimi e Alfonso Bonafede. A nulla sono valse le richieste di alcune eccezioni del presidente del Movimento Giuseppe Conte al fondatore Beppe Grillo. Sempre in settimana è stata respinta la proposta della senatrice Alessandra Maiorino (M5S) per introdurre un linguaggio più inclusivo nelle comunicazioni istituzionali del Senato stesso. Il voto è avvenuto a scrutinio segreto, su richiesta di Fratelli d’Italia, e – pur avendo ottenuto 152 voti favorevoli, 60 contrari e 16 astenuti – non ha raggiunto la maggioranza assoluta (161 voti) per essere approvata.
Voliamo come sempre alle menzioni d’onore 👇
- Notizia legata alla guerra, ma non troppo, a tema spazio. Yuri Borisov, direttore generale dell’Agenzia spaziale russa, ha fatto sapere che dal 2024 la Russia abbandonerà la Stazione Spaziale Internazionale per costruire una nuova stazione orbitale. La NASA, dal canto suo, ha reso noto che non le sono ancora arrivate comunicazioni ufficiali a riguardo.
- L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha leggermente rivisto al ribasso le previsioni sull’andamento dell’Italia nel prossimo futuro, complice la situazione politica instabile. Da “positivo” il giudizio è passato a “stabile”. Se il nuovo governo dovesse continuare a lavorare su riforme e fisco, c’è la possibilità che questo risalga.
- Ricordate il dipendente di #Google convinto che un’intelligenza artificiale sviluppata dall’azienda avesse preso coscienza di sé? L’uomo è stato licenziato questa settimana per aver rivelato e reso pubbliche informazioni riservate su tecnologie utilizzate da Google.
- Diverse sparatorie nella zona di Vancouver hanno agitato il #Canada lo scorso weekend. 3 persone (tra cui il sospettato per gli attacchi) hanno perso la vita, mentre 2 sono ferite. L’uomo sospettato è stato ucciso da agenti che cercavano di fermarlo mentre – ipotizza la polizia – era intenzionato a colpire persone senza fissa dimora. Le motivazioni dietro il gesto non sono ancora note.
- Dopo aver ricevuto massicce critiche in proposito, #Instagram ha deciso di sospendere le sperimentazioni per trasformare il social in una piattaforma più simile a TikTok, caratterizzata dagli ormai ben noti reel e la visione a tutto schermo dei contenuti. Nelle ultime settimane, diversi utenti (anche di un certo peso) hanno espresso il loro disappunto nel vedere Instagram snaturato in questo modo.
- Sono stati registrati i primi morti da vaiolo delle scimmie fuori dall’Africa. Un uomo di 41 anni dal sistema immunitario molto debole ha perso la vita in Brasile, mentre non ci sono informazioni di un’altra persona morta in Spagna. I contagi totali nel mondo hanno superato le 21 mila unità.
- Degli hacker hanno preso di mira l’Agenzia delle Entrate italiana. Un gruppo chiamato Lockbit ha mostrato diversi documenti presumibilmente sottratti all’ente. Si vedono carte d’identità, scansioni, contratti, ma è possibile che siano stati sottratti a un’organizzazione con cui collabora (anche perché molti di questi documenti non appartengono a cittadini italiani). Dal canto suo, l’Agenzia delle Entrate non ha confermato di aver subito l’attacco, ma ha semplicemente chiesto chiarimenti alla società che gestisce l’infrastruttura tecnologica.
- Dal 27 luglio è possibile iscriversi al Registro pubblico delle opposizioni, che consente di bloccare l’arrivo di telefonate pubblicitarie sul proprio numero. Entro luglio le società di telemarketing dovranno adattarsi, ma molti pensano che il problema non si risolverà, dal momento che diverse di queste sono difficilmente rintracciabili dalle autorità, non essendo iscritte al registro degli operatori della comunicazione (sul quale ricadrà la suddetta norma).
- Si torna a parlare di #Myanmar, dove sono state eseguite le prime condanne a morte dal 1988. A essere uccise dalla giunta militare (che, ricordiamo, ha preso il potere nel febbraio 2021) sono state 4 persone, tutte attiviste per la democrazia.
- Calo dei ricavi per #Meta, per la prima volta nella sua storia. -1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con un dato che raggiunge quasi i 29 miliardi di dollari. Gli utili sono calati del 36% rispetto al secondo trimestre del 2021.
- Parzialmente riaperto il caso della morte del sindaco di Pollica (SA) Angelo Vassallo, ucciso il 5 settembre 2010. L’uomo, secondo gli ultimi sviluppi diffusi dalla procura antimafia di Salerno, si sarebbe opposto al progetto di un clan camorristico che avrebbe voluto trasformare la spiaggia di Acciaroli (frazione di Pollica) in un centro di smistamento di droga. Vassallo era al terzo mandato e nel 2010 era stato eletto per la quarta volta. Secondo la procura, le indagini nel tempo avrebbero subito una serie di depistaggi e rallentamenti, con diversi carabinieri coinvolti.
- Ha fatto parecchio discutere la calorosa accoglienza che il presidente francese Emmanuel Macron ha riservato al principe saudita Mohammed Bin Salman in visita in Francia, suo primo viaggio in Europa dal 2018 (anno dell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi). Il tanto sbandierato isolamento internazionale, promosso anche dagli USA, non sta avvenendo principalmente a causa della guerra in Ucraina. Il doversi smarcare dalle risorse energetiche russe sta costringendo diversi paesi occidentali a stringere accordi con i principali produttori mondiali, tra cui l’Arabia Saudita per ciò che concerne il petrolio. Con annesse polemiche al seguito.
- Il noto pilota tedesco di #F1 Sebastian #Vettel, considerato tra i più forti di sempre, ha fatto sapere di volersi ritirare alla fine di questa stagione. Dopo l’approdo in Red Bull, vinse per 4 volte di fila il titolo mondiale prima di passare in Ferrari nel 2015 e rimanerci 6 stagioni.
- Lo scorso weekend il Mediterraneo è stato interessato da intensi flussi migratori. Secondo i dati forniti dalla Guardia Costiera, circa 2.000 migranti hanno raggiunto le coste italiane, con l’hotspot di Lampedusa (che conta ufficialmente 350 posti) che è arrivato a ospitarne oltre 1.500. In 5 hanno perso la vita nel tragitto.
- Dopo le decisioni della BCE della scorsa settimana, anche la Banca centrale americana ha alzato nuovamente i tassi di interesse dello 0,75%, facendo salire il costo del denaro per le banche a un valore intermedio tra 2,25 e 2,5%. È il terzo aumento dei tassi quest’anno, nella speranza di contenere l’inflazione. La previsione è che entro fine 2022 si raggiunga il 3,5%.
- Si torna a parlare di armi nucleari in Corea del Nord. In particolare, è il dittatore Kim Jong-Un ad aver reintrodotto l’argomento, nel corso del 69° anniversario della conclusione della guerra di Corea. Un ha non troppo velatamente minacciato la Corea del Sud e il nuovo presidente Yoon Suk-yeol, che ha promesso una politica più rigida nei confronti della controparte del Nord. Stesso discorso è stato fatto nei confronti degli USA.
- Lo scorso weekend si sono conclusi i mondiali di atletica di Eugene (USA) che si sarebbero dovuti tenere lo scorso anno e rinviati a causa della pandemia (e dell’Olimpiade 2020 di Tokyo, a sua volta rimandata al 2021). L’Italia ha chiuso al 19° posto del medagliere, con un oro (Massimo Stano nella 35 km di marcia maschile) e un bronzo (Elena Vallortigara nel salto in alto femminile). In cima ovviamente i padroni di casa degli USA, che hanno concluso la competizione con 13 ori, 9 argenti e 11 bronzi, davanti all’Etiopia (4-4-2) e la Giamaica (2-7-1).
- La situazione in #Iraq continua a non essere delle migliori. Lo scorso mercoledì centinaia di manifestanti (e sostenitori del leader di uno dei principali partiti di governo Muqtada al Sadr) hanno assalito il palazzo del parlamento e lo hanno occupato per diverse ore. La protesta è dovuta alla decisione dello schieramento avversario (appoggiato dall’Iran) di presentare un candidato per la carica di primo ministro. Al Sadr, nel corso delle elezioni di ottobre, non era riuscito a formare un governo, lasciando un vuoto di potere che dura da allora.
Alla prossima 👋
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gdsradio7 · 2 years
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Karbai: "Seppellita la primavera araba"
Karbai: “Seppellita la primavera araba”
“La nuova Costituzione adottata in Tunisia con il referendum del 25 luglio segna il fallimento della rivoluzione del 2011”: ne è convinto Majdi Karbai, deputato tunisino del partito Corrente democratica (Attayar), residente in Italia da vari anni. L’agenzia Dire lo contatta dopo un appuntamento elettorale voluto dal presidente Kais Saied ma osteggiato da coloro che non volevano rinunciare alla…
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rosewood71 · 2 years
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ANNO DELLA TIGRE - 2022
La Thailandia, ha il loro complesso sistema che si allinea con il calendario buddista lunisolare di 354 giorni, che ha date che indicano le fasi lunari e l'ora dell'anno solare. Ed Il 13 aprile segna l'inizio del capodanno thailandese.
Il festival celebra la fine della stagione secca per accogliere la pioggia necessaria per un raccolto di riso di successo.
La festa comunitaria si svolge per un periodo di tre giorni o più, ed è quando l'anno assume l'animale successivo nello zodiaco rotante di 12 animali.
L'etimologia di Songkran deriva dalla parola sanscrita 'sankranti', ovvero il passaggio del sole da una parte all'altra dello zodiaco, ed è simbolica di trasformazione e cambiamento.
La tradizione potrebbe aver avuto origine dalla festa del raccolto indù Makar Sankranti, che accoglie l'inizio della primavera con coloratissimi aquiloni svettanti.
l'usanza thailandese, serve solo una piccola ciotola di acqua profumata, questo e sufficiente per lavare via i problemi dell'anno precedente e ricominciare da capo.
Questa festa è anche il momento di, onorare i loro anziani, fare offerte di cibo ai monaci, accendere petardi per spaventare gli spiriti maligni e fare il bagno ritualmente alle immagini del Buddha domestico.
(The Tiger)
Avatar: Yakkhini (un demone femminile)
Elemento: legno
Habitat dello spirito custode: albero di neem
Caratteristiche: Marte è la bocca (loquace), Giove è il cuore (scarse capacità di apprendimento), il sole è il lombo (ama i piaceri sensuali), Mercurio e Venere sono le mani (abili e scaltre), Saturno e la luna sono i piedi (volontà viaggia molto e sii fortunato).
Le pagine sono riccamente illustrate con quattro immagini di ciascuno dei 12 animali dello zodiaco, combinate con avatar maschili e femminili alternati, l'aspetto materiale o incarnazione di una divinità sulla terra e una pianta simbolica in cui il khwan, anime multiple o vita forze, risiede.
Avatar: Yakkhini (un demone femminile)
Yakkha: Una classe di esseri non umani generalmente descritti come non umani. Sono menzionati con Deva, Rakkhasa, Dānava, Gandhabba, Kinnara e Mahoraga (Naga). A volte gli Yakkha sono stati degradati allo stato di orchi cannibali dagli occhi rossi.
Le femmine Yakkha (Yakkhinī) sono, in questi casi, più paurose e di mente più malvagia del maschio. Mangiano carne e sangue e divorano anche gli uomini.
Normalmente l'atteggiamento degli Yakkha verso l'uomo è di benevolenza. Sono interessati al benessere spirituale degli esseri umani con i quali entrano in contatto e assomigliano in qualche modo ai geni tutelari. Tuttavia, il re Yakkha, Vessavaṇa, è rappresentato mentre dice al Buddha che, per la maggior parte, gli Yakkha non credono né nel Buddha né nei suoi insegnamenti, che impongono ai suoi seguaci di astenersi da vari mali e sono quindi sgradevoli ad alcuni dei Yakkha. Tali Yakkha sono disposti a molestare i seguaci del Buddha nei loro ritrovi nei boschi.
Albero di neem - Albero del paradiso
Sarbaroganibarini ovvero che cura tutti i mali. Cosi viene descritto l'albero di Neem, dall'Ayurveda, la medicina tradizionale indiana risalente ad alcuni millenni fa.
(Storia) Neem è una parola Hindi che deriva dal Sanscrito Nimba. È solo una delle tante parole con cui viene indicato quest'albero. Ad esempio, nella tradizione araba veniva chiamato con il nome di Shajar-e-Mubarak cioè l'albero benedetto. Nella mitologia indiana esistono diverse versioni sull'origine sacra del neem; un antico testo appartenente ai Veda descrive come Garuda, un Dio-uccello, lasciò cadere dal cielo alcune gocce di ambrosia, elisir dell'immortalità, sull'albero di neem. Un'altra antica tradizione ritiene che sia stato Indra, Dio dei fulmini, della pioggia e delle tempeste, a bagnare la Terra con Amrita dando origine al neem. Altri miti mettono in relazione Dhanvantari, conosciuto come il Dio della medicina e l'albero di neem. Le prime testimonianze sull'utilizzo terapeutico del neem risalgono al 4500 a.C., in una grotta in Pakistan sono state rinvenute delle foglie di neem insieme ad altri manufatti appartenenti alla medicina ayurvedica. La farmacopea tradizionale indiana sin dalle sue origini inserisce il neem in numerose soluzioni, infatti era considerato come un rimedio universale. L'Ayurveda è l'antica medicina tradizionale e ad oggi è ben integrata nel sistema sanitario indiano e si trovano facilmente in commercio un consistente numero di preparati ayurvedici contenenti neem, come il jatyadi taila un olio contro l'ulcera, dhattur tailam un olio per dermatiti e dolori muscolari oppure il palit nasya un rimedio contro la calvizie....
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aforismidiunpazzo · 2 years
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Accadde Oggi: 14 Gennaio 2011
Il presidente della Tunisia Zine El Abidine Ben Ali lascia il paese per fuggire in Arabia Saudita, dopo una serie di manifestazioni di piazza contro il suo regime e contro la polizia corrotta e violenta, manifestazioni che chiedevano libertà, diritti e democrazia. Questa data è considerata come l’anniversario della Rivoluzione Tunisina e la nascita della Primavera Araba.
Continua su Aforismi di un pazzo.
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cinquecolonnemagazine · 8 months
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Tunisia e Marocco: il cuore del Maghreb
Tunisia e Marocco rappresentano il cuore del Maghreb, la regione geografica e culturale situata nel nord dell'Africa e affacciata sul Mar Mediterraneo, luogo di grande diversità e storia millenaria. Il termine "Maghreb" deriva dall'arabo e significa "luogo in cui tramonta il sole", indicando la sua posizione occidentale rispetto al mondo arabo. La regione, infatti, è composta da cinque Paesi unici tra cui Algeria, Libia e Mauritania, il Maghreb è un crocevia di culture, tradizioni e influenze globali che si intrecciano in un affascinante mosaico di identità. Tunisia e Marocco: antiche civiltà immerse in una sinfonia di colori e cultura La Tunisia, con la sua storia che risale all'antica Cartagine e all'Impero Romano, è una culla di civiltà millenarie. La città di Cartagine è stata un importante centro commerciale nell'antichità, mentre la città di Tunisi mescola tradizioni arabe, berbere ed europee. La Tunisia è stata anche la culla della Primavera Araba del 2010-2011, che ha scosso la regione e portato importanti cambiamenti politici. Il Marocco, con le sue città vibranti, mercati affollati e paesaggi variegati, è una terra ricca di contrasti. Dalla sontuosità delle città imperiali come Marrakech e Fes alle tranquille spiagge della costa atlantica, anche il Marocco incarna un affascinante mix di cultura araba, berbere e influenze europee. I suoi colori vivaci, l'artigianato intricato e l'architettura moresca riflettono la sua ricca storia e il suo presente vibrante. Algeria, Libia e Mauritania tra montagne, deserti, dune e oasi L'Algeria è una nazione di contrasti geografici, dalla catena montuosa del Tell Atlas ai vasti deserti del Sahara. Con una storia segnata dalla colonizzazione francese e dalla lotta per l'indipendenza, l'Algeria ha sviluppato una forte identità nazionale. Il Paese è anche conosciuto per le sue tradizioni musicali, letterarie e culinarie, che riflettono la diversità etnica della sua popolazione. La Libia è una nazione vasta e variegata, con un paesaggio che va dalle dune del deserto del Sahara alle coste mediterranee. La storia della Libia è stata influenzata da popoli nomadi del deserto e da imperi antichi, creando una cultura unica. Tuttavia, il Paese ha anche affrontato instabilità politica e conflitti dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi nel 2011. La Mauritania, situata prevalentemente nel deserto del Sahara, è una terra di tradizioni nomadi e cultura berbere. L'arte del tappeto, la musica e la poesia hanno una presenza centrale nella vita quotidiana del popolo mauritano. Tuttavia, il paese ha anche affrontato sfide legate alla povertà e all'accesso alle risorse. Influenze globali e sfide comuni Sebbene ognuno di questi Paesi abbia la propria identità culturale e storica, condivide anche sfide comuni. La lotta per l'istruzione, lo sviluppo economico sostenibile, la sicurezza regionale e la promozione dei diritti umani sono temi che attraversano le nazioni del Maghreb. Inoltre, la regione è stata influenzata da eventi globali come la migrazione e la lotta al terrorismo. Il Maghreb è una regione in costante evoluzione, con una mescolanza di tradizioni antiche e influenze contemporanee. Le sfide e le opportunità che i paesi del Maghreb affrontano oggi plasmeranno il loro futuro e avranno un impatto sulla stabilità della regione e oltre. Il Maghreb è una terra di diversità e complessità, con una ricca storia e una vibrante vita culturale. Mentre queste nazioni continuano a cercare il loro posto nel mondo contemporaneo, è fondamentale riconoscere la loro unicità e affrontare le sfide che incontrano insieme. In copertina foto di Antonios Ntoumas da Pixabay Read the full article
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andrealilli · 3 years
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L'uomo che vendette la sua pelle, di Kaouther Ben Hania (2020)
L’uomo che vendette la sua pelle, di Kaouther Ben Hania (2020)
di Andrea Lilli – Fanno strani scherzi, le parole del cuore. Per un “Ti amo!” perdiamo la testa, sfidiamo la sorte, giriamo il mondo quanto è tondo, ci giochiamo corpo e anima, non abbiamo più dubbi: puntiamo tutto lì, su quel punto esclamativo. Quando in treno la bella Abeer cede all’istinto e gli confessa di amarlo, Sam non si contiene dalla gioia. “Amici”, grida euforico agli sconosciuti…
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toscanoirriverente · 3 years
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“Ci sono poche opinioni più condivise di quella che indica come un fallimento le rivolte arabe - scrive su Foreign Affairs Marc Lynch, professore alla George Washington University, accreditato come l’analista che lanciò la definizione di Primavere arabe - Ma sarebbe una conclusione affrettata: quelle rivolte hanno completamente cambiato ogni possibile dimensione della politica araba”.
Ma non solo della politica. Le società stanno pagando un prezzo altissimo: guerre, repressioni, crisi economica, terrorismo scavano le vite degli abitanti dei paesi arabi che vennero investiti dall’onda del 2010.
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ultimavoce · 5 years
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#AbdelazizBouteflika non è più il #presidente dell'#Algeria, costretto a lasciare la carica dalle #proteste nelle piazze. Quanto a lungo manterranno il #comando i #militari adesso? Abdelaziz Bouteflika ha annunciato le dimissioni dopo vent’anni al potere. Lunedì i media algerini avevano rivelato per primi la decisione di Bouteflika, 82 anni, di lasciare la presidenza.
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Patrick Zaki: "Italia, pensaci bene. Che errore sostenere il regime di Tunisi"
È stato il Paese che ha dato il via alla storica stagione della Primavera araba. Il Paese che ha fatto sognare milioni di persone, nella speranza che anche il Nordafrica avrebbe potuto conoscere la democrazia. E invece… source
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