Tumgik
#Prima sfida
crisicsgames · 8 months
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Ringrazio, per così dire, la sadica @vpervaffanculo
Rules: Pick a song for every letter of your url and tag that many people
T - There Is a Light That Never Goes Out - The Smiths
H - Hurricane - Bob Dylan
E - Enjoy the Silence - Depeche Mode
U - Una Storia Sbagliata - Fabrizio De André
N - Now You're Taken - Mogwai
B - Blister in the Sun - Violent Femmes
E - Ekki Múkk - Sigur Rós
A - Anonimo - Lucio Battisti
R - Rock the Casbah - The Clash
A - Alison - Slowdive
B - Bluebird of Happiness - Mojave 3
L - Lullaby - Low
E - Enver - Offlaga Disco Pax
L - L'equilibrio - Scisma
I - Incenerate - Sonic Youth
G - Grace - Jeff Buckley
H - High and Dry - Radiohead
T - Transmission - Joy Division
N - No Time No Space - Franco Battiato
E - Ecstasy - Soviet Soviet
S - Stranamore - Roberto Vecchioni
S - Stella di Mare - Lucio Dalla
O - One of These Days - Pink Floyd
F - Fade Into You - Mazzy Star
B - Breed - Nirvana
E - E Penso a Te - Lucio Battisti
I - I'm the Ocean - Neil Young
N - Nuvole Senza Messico - Giorgio Canali
G - Goodbye Stranger - Supertramp
Non taggo nessuno perché di alcuni avrei paura a vedere gli abbinamenti
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sauolasa · 1 year
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La sfida di Tsipras: "Vogliamo governare per la prima volta la Grecia, senza la Troika"
Sei punti di vantaggio, secondo i sondaggi, per il primo ministro Kyriákos Mitsotákis, alla vigilia dell'ultimo giorno di campagna elettorale in Grecia, per le elezioni di domenica. Ma il leader dell'opposizione, Aléxis Tsipras, non demorde e chiede ai greci una nuova possibilità di governare
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allass990 · 12 days
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Il Padrino Parte II
Per incarnare il personaggio di Don Corleone con tanta accuratezza, De Niro si recò in Sicilia e vi risiedette per un periodo per imparare la lingua italiana con il dialetto siciliano, finché non padroneggiò il personaggio e lo interpretò.
Realisticamente, senza essere troppo artificioso.
Questa non è stata solo la sfida più importante per De Niro, ma la sfida più grande è stata quella di trovare lo stesso tono di voce rauco con cui parlava.
Ha Marlon Brando nella prima parte. E De Niro ci è andato davvero vicino
Lo ha detto in un modo che corrispondeva a quel tono, e lo ha detto bene in un modo che ha stupito tutti coloro che hanno visto il film, rendendolo ampiamente meritevole di un Oscar per il suo ruolo, e Vito Corleone immortala quel tono.
Il personaggio iconico della storia del cinema
Globalismo.
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haiku--di--aliantis · 2 months
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Senza fiato. Vestita o nuda, una donna mi deve colpire, bloccare il respiro. Sono attratto magneticamente, da una donna che abbia una mente di prim'ordine. È per me uno stimolo. Una sfida continua. Personalmente ho il cervello in continua ebollizione: penso, scrivo, esco, suono. Rido, scambio battute, leggo, ascolto, corro, medito. Ti valuto attentamente le tette e l'inguine, sappilo. Poi ti guardo fissa e ti faccio capire che mi fai sangue. Sono uno assolutamente scorretto politicamente. Mi spiazzi? Beh, di sicuro m'hai comperato. Costo molto, certo. E sono di gusti molto particolari: odio i luoghi comuni e le banalità. Non parlarmi mai di S. Valentino. Se poi oltre ad essere colta, pulita e profumata hai anche un bel culo, avrai guadagnato tutta la mia attenzione di maschio al midollo. E comunque il culo te lo tocco e prima o poi me lo devi dare.
Aliantis
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angelap3 · 2 months
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La malattia
"Io sono convinta che il cancro sia un malanno intelligente. E questa storia dell’intelligenza mi è venuta in mente perché, quando mi tolsero quello grosso, dissi: voglio vederlo, mettetelo da parte, è roba mia, voglio vederlo. E due giorni dopo la operazione andai all’ospedale a guardarlo al microscopio. Mi fece un’impressione enorme perché era un sassolino, nient’altro che un sassolino. Bianco, molto pulito, grazioso. Sezionato, invece, appariva una piazza impazzita. C’era qualcosa di vitale e di intelligente in queste cellule che lottavano fra loro. Mi fece pensare a creature di un altro pianeta.
Cominciai a chiamarlo Alieno e da allora è cominciato un silenzioso dialogo con lui, una sfida a questo nemico che è in me, una specie di Bin Laden: non si sa mai in che caverna sia. Ogni tanto viene fuori e lì non c’è l’esercito americano. Ci sono solo io. Quando viene fuori, viene fuori per eliminarmi. E allora io gli faccio un discorso. Gli dico: tu esisti perché esisto io, sei un mio parassita, per vivere hai bisogno di me. Se mi ammazzi muori anche tu. Questa sfida è diventata così personale e così umana che ho continuato a fumare come prima e più di prima."
Oriana Fallaci da un'intervista rilasciata a Lucia Annunziata e Carlo Rossella il 16 dicembre 2001
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diceriadelluntore · 1 month
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Icone Mancate
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Questa è una chitarra elettrica che pochi conoscono. Sebbene sia una Fender, la Performer, prodotta nel biennio 1985-1986 (anche come basso) divenne un oggetto per collezionisti per una serie di coincidenze negative.
Nasceva dall'esigenza della leggendaria casa liutaia americana di contrastare il successo delle Superstrats, cioè quelle chitarre che nella forma si rifacevano alla mitica Stratocaster ma che ne "aumentavano" le prestazioni, viste le richieste dei musicisti heavy metal di maggiore potenza sonora: per facilitare i movimenti i manici erano più sottili, la tastiera era a due ottave di estensione e si facevano esperimenti complessi con i pick up e gli humbuckers per maggiore output sonoro: icona di questo movimento fu la Frankenstrat che Eddie Van Halen si costruì con le proprie mani, divenendo una sorta di prototipo del genere. Marchi come Jackson, Guild, Ibanez, Kramer, Charvel, Washburn divennero famosissimi e sfornavano chitarre in quantità. Fender cercò di rispondere, e tra le idee c'era la Perfomer, che io trovo tra le chitarre più belle di sempre: aveva i pick up gemelli inclinati, 24 fret e una paletta a freccia caratteristica che volutamente si distingueva dalle Stratocaster
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La Fender proprio in quel momento stava per essere venduta dalla CBS, ma problemi societari impedirono la produzione in uno stabilimento americano. Fu di fatti prodotta in Giappone, a Fujigen, prima che nel 1985 la produzione si trasferisse a Corona, dove ancora oggi si producono le linee più pregiate.
Voglio ricordare una cosa, quasi a riscatto della sfida delle Superstrats. In una decina di anni il fenomeno si consumò, soprattutto dopo che il grunge e i nuovi stili preferivano strumenti vintage ai nuovi superbolidi della chitarra. Fender, che in dieci anni ridivenne un'azienda solida e gigantesca, finì per comprarsi buona parte degli altri luitai: Guild fu acquistata da Fender nel 1995, Jackson e Charvel nel 2002, la Ibanez quasi fallì, la Kramer andò in bancarotta e fu acquistata dalla Gibson nel 1993.
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susieporta · 18 days
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SENZIENZA
(POST LUNGHISSIMO, PER POCHI)
Prima dei due anni l'ippocampo, sede (anche) della memoria narrativa, non è ancora del tutto formato.
Durante questo periodo, è il corpo stesso che si incarica di memorizzare tutto:
eventi, relazioni, reazioni, bisogni soddisfatti e insoddisfatti, presenze, assenze, sotto forma di reazioni neurofisiologiche ripetute, le quali si cristallizzano in tensioni muscolari e blocchi psicoenergetici, oppure in programmi autonomici stabili.
Mauro Mancia chiama queste forme neuro-psico-corporee inconsapevoli "inconscio non rimosso", per indicare il fatto che vi è un inconscio il quale, a differenza di quello di Freud, non ha avuto il tempo di essere ricordato per poi essere spazzato via nel dimenticatoio della mente.
Eppure, quell'inconscio non rimosso, è drammaticamente presente nel corpo, come dicevo.
È presente nel respiro, nella postura, nei gesti che abbiamo quando tocchiamo qualcuno, quando ci facciamo toccare, oppure quando ci ritiriamo in noi se qualcuno ci si avvicina troppo, sia fisicamente che emotivamente.
Ma anche bell'eccitazione o nella inibizione del desiderio, nella nostra capacità o incapacità di emozionarci, di aprirci agli altri o di chiuderci ad essi, così come alla vita in generale.
L'inconscio non rimosso è il corpo che, volenti o nolenti, parla della nostra origine e della nostra storia.
Di una storia che ci riguarda ma che non conosciamo, perché, non avendola mai potuta raccontare a noi stessi, non l'abbiamo mai potuta ricordare.
Eppure questa storia determina, in larga parte, chi siamo, nel nostro presente.
Nelle nostre reazioni attuali agli eventi, nei nostri stili di attaccamento, nei nostri pattern emotivi che si attivano di fronte al dolore di una perdita, di una sfida o al tentativo di difenderci da qualcosa che temiamo, è il passato del nostro corpo che si fa presente.
Qui ed ora.
Ecco perché da questo punto di vista il cosiddetto qui ed ora, come dicono le neuroscienze, è un presente ricordato.
Così, ci sembra di essere liberi e di vivere al di là dei nostri copioni, quando invece sono i nostri copioni, i blocchi energetico-emotivi, a determinare le nostre reazioni e scelte attuali.
Ma anche la nostra visione del mondo, di noi stessi e degli altri.
Sono i nostri copioni somatici a scrivere il nostro destino, sotto forma di un'illusione di scelta.
Solo che non ce ne rendiamo conto, perché il cervello copre questo gap con una sorta di anestesia cognitiva.
Ecco perché è solo il lavoro sul corpo e con il corpo che, proprio per questo, può sbloccare le convinzione limitanti che sono alla base dei nostri modi di essere.
Il lavoro di consapevolezza corporea viene chiamato "senzienza", per distinguere le sensazioni sentite (selfsense) dalle sensazioni consapevolizzate solo a livello cognitivo, o intellettualmente, se volete.
Pensare le emozioni e sentirle, difatti, sono due cose diverse.
Pensare le emozioni, sentirle e entrarci dentro fino a farsene trasformare, sono 3 cose diverse.
E non è assolutamente vero che per comprendere che qualcosa non mi piace, o viceversa mi piace, che mi fa stare bene oppure male, a partire da una sensazione di peso sul petto o di mal di stomaco, devo darle un nome.
La sensazione è, a volte, già autoevidente di per sé.
Non c'è bisogno di alcuna cognizione, di alcuna parola, di alcun linguaggio verbale o concetto per esprimerla.
Ciò che mi occorre, è sentire quello che sento pienamente: ecco la senzienza.
La consapevolezza del corpo a partire dal corpo.
Vi è uno stato dell'essere precognitivo e preverbale che non può essere ignorato.
Quando ti chiedono come fai a sapere che...
E tu rispondi "perché lo sento", ecco: quella è la senzienza.
Aperta e chiusa parentesi: non è assolutamente vero, ulteriormente, che siamo storie che camminano (come dice qualche ex formatore di PNL incazzato che cerca di tirare l'acqua al proprio mulino), e che basta cambiare la storia che ci raccontiamo per cambiare il passato.
Chiusa parentesi.
A volte le parole non bastano per modificare quel nucleo emotivo inconscio radicato nel corpo, che continua ad agire sulle nostre reazioni emotive e relazionali, sui nostri impulsi e schemi difensivi, dalle profondità del nostro sistema nervoso autonomo, proprio perché esso è al di là delle parole che ci diciamo.
Infatti, possiamo raccontarcela come vogliamo, a volte; possiamo sovrascrivere il nastro della nostra narrazione interiore fino allo sfinimento.
Ma non cambia nulla.
Gli schemi si ripetono, le modalità di compenso e di difesa si ripresentano inesorabilmente, gli agiti e i copioni comportamentali ritornano in modo implacabile.
In questi casi, occorre certamente dare un nome a ciò che si sente: ma solo dopo aver lavorato sui nuclei emotivi a partire dalla dimensione preverbale che li ospita.
Da quella terra di confine polimorfa, plastica e ancestrale, che è il corpo.
Il quale soltanto rappresenta, se curato, una base stabile per la nostra identità.
Ecco perché il 1 settembre cominceremo da qui.
Da un approccio Botton Up: dal basso verso l'alto.
Dal sentire, fino in fondo, il nostro sentire: dalla senzienza.
Perché chi non mette radici, non può volare.
"Le emozioni possono anche gridare in te, posarsi sulla tua pelle, nella tua dermatite, o agitare le pareti del tuo colon, possono arrivare nei sogni notturni o nei disagi dei tuoi figli, ma se ti chiedi perché con l'intento di farle passare, senza ascoltarle, se sai tutto su di esse ma non permetti che si incarnino, se le pensi e ne parli ma non sei disposto a rischiare nulla, nulla muterà". (Erica Francesca Poli)
©Omar Montecchiani
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patemi-pk · 3 months
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A few interesting upcoming volumes
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Per la prima volta in un unico volume le 9 storie di Giorgio Pezzin, Paolo Mottura e Marco Palazzi che ripercorrono le grandi tappe della storia dell’umanità! Dall’Antica Grecia fino alla nascita della stampa, un viaggio nel tempo tra splendidi scenari con gli omologhi “antichi” di Topolino!
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Due grandi storie di Topolino riproposte in due volumi, per un grande formato da collezione! “Topolino e le nebbie di Meyrink”, dalle forti tinte horror, sceneggiata da Marco Nucci per i disegni di Fabio Celoni. E “Amelia e le sette streghe vulcaniche, di Bruno Enna e Roberto Vian. All’interno dei due volumi materiale inedito e contributi autoriali!
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Il thriller di Marco Nucci e Casty, ricco di atmosfere cupe e citazioni noir, con una sfida al cardiopalma tra il machiavellico Macchia Nera e Topolino, riproposto in grande formato in un volume cartonato da collezione!
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crisicsgames · 7 months
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BASIM SUIT OF THE MASTER ROSHAN
Per riscattarla o nel gioco o nel sito Ubiconnect To redeem it either in the game or on the Ubiconnect website (e un gioco nulla di piu non la realta anche se ci sino eliminazione ed ect ☮️) #shortsgame #Assassinscreedmirage #Suit #basim #Roshan #ps5 #xboxseriesx #pcgaming #youtubegaming #shortsyoutube #youtubeshorts
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ilblogdellestorie · 6 months
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"Un film non cambia le cose, le storie sì. C'è ancora domani è dedicato a mia figlia, che a otto anni e mezzo fatica a credere alle privazioni che le donne erano costrette a subire. Volevo che questa storia arrivasse alle ragazze, a tutte, perché è un attimo che si torni indietro e i diritti vanno difesi". Così Paola Cortellesi, nel presentare il suo film C'è ancora domani al Cineland di Ostia. Un'opera prima, la sua, che esce nelle sale in un periodo in cui la violenza sulle donne è di triste attualità. "Purtroppo un periodo che dura da anni - dice - Alle donne di qualsiasi estrazione sociale veniva consigliato di tacere. E noi siamo stanche, anche se non lo abbiamo vissuto personalmente". Emblematica la scena del pestaggio tra le mura domestiche rappresentata come un balletto, "una scena che si ripete, una routine - spiega - con la musica che canta 'nessuno ci può separare'. E nessuno può separare Delia da suo marito, per lei una condanna". "Per un attore accettare di interpretare un personaggio così odioso, stupido, senza riscatto, con la difficoltà di muoversi su registro molto drammatico e dall'altro su territorio ridicolo è stata una sfida molto grande - spiega Paola Cortellesi parlando del ruolo di Valerio Mastandrea - Non smetterò mai di essergli grata. Credo che il merito del successo di questo film sia dovuto al fatto che ognuno vi si riconosce in un pezzettino, in una parola, in un atteggiamento - dice al pubblico - E mi piace pensare che susciti un confronto tra chi lo guarda, che riporti le persone a parlare, a condividere".
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poesiablog60 · 9 months
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Grazie del tuo amore
è il mio ultimo miracolo
passato il tempo dei prodigi.
Grazie del tuo amore…
mi ha insegnato a leggere, a scrivere
mi ha regalato meravigliose parole
è quel che ha annullato le altre donne…in un momento
catturando i miei più bei ricordi.
Grazie dal profondo
a te che sei apparsa dai libri del culto e della preghiera.
Grazie del tuo abbraccio che ha esteso per me sogni e immagini
e del tuo viso che si è insinuato come un uccellino
tra i miei quaderni e appunti.
Grazie perché vivi nelle mie poesie,
Grazie…
perché regni tra le mie dita
Grazie perché sei nella mia vita.
Grazie del tuo amore
mi ha dato la buona novella prima di tutti i credenti
e mi ha fatto re…
mi ha incoronato
mi ha battezzato con l’acqua del gelsomino
Grazie del tuo amore,
mi ha onorato, educato ed insegnato la scienza degli avi
mi ha concesso la felicità del Paradiso dinnanzi agli uomini.
Grazie…
dei giorni incerti sotto le volte delle nubi e l’acqua triste d’Ottobre,
degli attimi di smarrimento e di certezza.
Grazie dei tuoi occhi che viaggiano soli
verso le isole delle violette e della nostalgia.
Grazie…
di tutti gli anni trascorsi
perché sono gli anni più dolci.
Grazie del tuo amore
è il più caro e leale degli amici
è quello che piange sul mio petto
quando piange il cielo.
Grazie del tuo amore, è un’elica,
un pavone…menta…acqua,
una nuvola rosa che è passata per caso all’equatore,
è la sorpresa che disorienta i profeti.
Grazie dei tuoi capelli…distrazione del mondo,
ladri di ogni foresta di palme.
Grazie per ogni minuto…
i tuoi occhi ne sono stati generosi in un’epoca avara.
Grazie delle ore di imprudenza e di sfida
e della ricerca dell’impossibile…
Grazie di tutti gli anni del tuo amore
del loro autunno e del loro inverno,
delle nuvole e del sereno,
del reciproco contrasto del loro cielo.
Grazie per il tempo del pianto e le stagioni della lunga insonnia
Grazie per questa dolce tristezza…
Grazie per questa dolce tristezza…
Nizzar Qabbani
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raccontiniper18 · 5 months
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Scrive Lei.
Ieri pomeriggio mi è venuta voglia di ''cambiare'' e di dedicarmi un po' a me, mi sono fatta bella, unghie nuove, capelli ricci,trucco semplice ma bello acceso, e mi sono depilata completamente (ultimamente avevo il solito triangolino) fatto un bel bagno caldo e mi sono un po' sfogata con il mio amato doccino. Dopo una bella venuta ed essermi fatta bella aspettavo il mio amore che tornasse da lavoro, che palle anche di domenica deve lavorare.
Esco dalla vasca mi asciugo mi risistemo i capelli mi asciugo e resto in vestaglia con nulla sotto.
Non mi va di cucinare quindi chiedo lui di passare a prendere la pizza prima di ritorno,scrivendo un messaggio su wh app prima a lui e in seguito alla pizzeria, rispondono entrambi positivamente,ovviamente.
Perdo un po' di tempo su amazon per scegliere gli ultimi regali di natale, ma data la mia mente perversa (si se non si fosse capito oggi sono vogliosissima) scrivo sextoy e vedo la miriadi di giochi che ci sono su amazon, non pensavo ce ne fossero tanti, aggiungo al carrello un bel po' di roba e decido di aspettare il mio lui per confermare l'acquisto.
Mi annoio, e mi è salita ancor di più la voglia.
Penso fra me e me :''Ok, ho deciso è da un po' che non lo facciamo. ''
Mi dirigo in bagno apro il cassetto, apro il cassetto e lo prendo.
Noooooh non è il mio dildo o altri sex toy,quelli sono in camera da letto eheehhe.
Sapete cos'è???
Sicuri??
Ci siete arrivati?
LA PERETTA.
La riempio con acqua tiepida, e un po' di sapone e sbatto su e giù.
Metto la vestaglia sul termosifone a muro.
mi metto a cavalcioni sul bide, un po' di sapone sul mio ano.
Su e giù.
Un'altro po' di sapone ed entro con un dito nel mio culetto.
Faccio un po' di su e giù dentro, e mi piace.
Con l'altra mano mi masturbo il clitoride e con l'altra continuo a penetrarmi il culetto.
Rivengo.
Mi calmo.
E faccio la mia perettina.
1 2 3 fin quando l'acqua non è limpidissima...
Finito di far tutto doccetta veloce, mi riasciugo e mi rimetto la vestaglia.
Mi dirigo in salotto e aspetto il mio amore.
Dopo mezz'oretta sento che il garage si sta aprendo.
Dopo 2 minuti è su'.
Appena mi guarda con la vestaglia e svestita. Mi sorride e mi dice ''ciao,amore. Ciao tette ciao patata ciao culetto.''
Si perchè lui saluta tutto avvolte ci parla con le mie zone intime ahahaha
Ci sediamo a tavola.
Mangiamo.
Dopo 2 fette di pizza io decido di scendere giù e di fargli un bel bocchino, quindi dico di essere sazia. E vado sotto il tavolo.
Gli calo i pantaloni,poi le mutande e lui continua a mangiare ovviamente, ha fame poverino,ma io ho fame di salsiccia.
Eccolo li, bello floscio, è cosi' innocente e indifeso quando è a testa giù, gli prendo un po le palle in boccha e le ciuccio, lentamente, alternando leccate sempre e solo alle palline.
Lui ansima.
Io continuo a ciucciare le palle.
Lui dopo un po' mi prega di ciucciarglielo.
Ma io continuo a dedicarmi a solo le sue palline.
Dopo un po' finisce di mangiare, e sposta la sedia all'infuori cosi da farmi uscire anche a me. Nel frattempo che io risalgo lui è già nudo.
Lo spingo sul tavolo e li glielo ciuccio, solo la cappella fortissimo.
Non riesco a prenderlo tutto in bocca ma a lui fa impazzire quando io ci provo e soffoco,quindi l'accontento.
Succhio e vado su e giu,riciuccio e vado su e giù.
Alzo gli occhi e lui è già in paradiso.
Ok, è ora di venire piccolo mio.
Lui dice ''Nono,c'è tempo devi impegnarti di più''
Io sorrido ed accetto la sfida, dopo 2 minuti che succhio all'impazzata il mio lui resiste e si pavoneggia
''Misà che stai perdendo colpi amore mio,non riesci a farmi venire con quella boccuccia?''
Ok, do 10 succhiate lente lente ma intense, non so come non abbia fatto a venire, se mi succhiava a me cosi' il clitoride sarei venuta penso.
Poi prendo due dita me le infilo in fi*a .
Sono bagnatissima, un lago, nemmeno le sento le due dita per quanto sono eccitata. Do un paio di colpetti poi esco dal mio buchetto e boooooom gliele inflilo entrambe nel suo culetto.
Lui per la sorpresa salta un po' su, ma poi sta fermo e si gode il tutto.
Dopo che l'ho infilato e sadomizzato con le mie ditina gli tolgo la bocca da quel cazzone che si ritrova lo guardo e gli dico ''Se resisti a 10 colpi, questa sera ti do il culo''
Incomincio a ciucciarlo e in simultanea gli sfondo in culo con 2 dita,scendo con la bocca e penetro con le due dita insieme ,risalgo e caccio fuori le dita.
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''Ho vintooooooo...'' mi dice
ma all'undicesima mi sb*rra tutta la bocca.
Quasi soffoco per quanta ne ha, tanto che un po' ne esce dal labbro laterale. Ingoio tutto,amo il suo seme.
Mi rialzo e vedo lui soddisfattissimo.
Mi dice ''Ei piccola,grazie. Aspetta ti cola un po' di sb*rra'' e mi lecca il lato guancia e mi da un bel bacione.
Io sorrido e ricambio il bacio.
Volete la continuazione?? Scriveteci in chat.
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donaruz · 10 months
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13 LUGLIO 1954 moriva FRIDA KAHLO
Un corpo fragile e uno spirito indomito.
Una vita difficile, quella di Frida Kahlo, segnata dalla lunga malattia e da grandi passioni, vissute senza remore, incondizionatamente con tutta sé stessa, abbandonano al cuore la razionalità.
La passione per l’arte, quella per il suo Messico e l’amore tormentato per Diego Rivera, il compagno di una vita.
Quella di Frida è stata una vita breve ma ricchissima perché vivere col cuore non significa limitarsi a contare i giorni, i mesi o gli anni, ma significa contare le emozioni, perché la vita non è mera sopravvivenza. E non è vero che chi vive più a lungo vive di più.
Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere.
LA VITA E LE OPERE DI FRIDA KAHLO:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente.
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendola così a curare nel modo adeguato.
2. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi.
Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità.
3. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio ad una sfolgorante carriera artistica.
La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata.
4. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da istallare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”.
5. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo quindici anni (e lui trentasei), sotto i ponteggi della scuola nazionale preparatoria, mentre Diego stava dipingendo un murale per l’auditorium della scuola.
6. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
7. Frida Kahlo ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.
8. Frida Kahlo e Diego potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida, che soffrì molto per i tradimenti del marito che ebbe persino una relazione con la sorella minore di Frida, Cristina.
Vista l’impossibilità di fare affidamento sulla fedeltà di Diego, i due decisero di vivere in case separate, unite tra loro da un piccolo ponte, in modo che ognuno di loro potesse avere il proprio spazio “artistico”.
9. Le opere di Frida kahlo sono spesso state accostate al movimento Surrealista, ma Frida ha sempre rifiutato tale vicinanza sostenendo: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
10. L’album dei Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro, otto giorni prima della sua morte a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.
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haiku--di--aliantis · 2 months
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Vuoi fare ad "amore di ferro" e vedere chi si stanca prima? Sfida accettata.
Aliantis
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Beatrice (Pat Bartley - Will Schwartzmann)
youtube
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pgfone · 1 year
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Ti seguo da un po' di giorni ma mi sei apparso per la prima volta oggi in dash. Posso farti una domanda? (Questa non valeva.) Se ti chiedessero i motivi per cui ti piace la tua vita, cosa risponderesti? Ammesso che ti piaccia davvero. Anche io vivo circondata dalla natura e vedere quell'oliveto mi ha ricordato il mio. Stando lontana da casa, non ci vado da qualche mese.🥺
Cazzarola, questa è una domanda difficile eh, comunque, della mia vita mi piace questa continua sfida con la natura, è una sfida di astuzia perchè alla natura non gli piace proprio farsi addomesticare e quindi, per non rimetterci anche l'argenteria di nonna devo inventarmi tutti gli anni cose nuove e cercare di capire gli eventi prima che avvengano, tutto questo mi galvanizza e mi da sempre nuovi stimoli per andare avanti. La mia, è proprio una passione viscerale per la campagna che ho da sempre, che mi detta i ritmi e che mi da un minimo di pace interiore senza la quale sarei già rinchiuso a Rebibbia da parecchio tempo.
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