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#Francesco Di Leva
cinematic-literature · 3 months
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Il buco in testa (2020) by Antonio Capuano
Book title: Figli di un Bronx minore (1998) by Peppe Lanzetta
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lamiaprigione · 1 year
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Nostalgia (2022)
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warningsine · 11 months
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L'ultima notte di Amore (2022), dir. Andrea Di Stefano
A police lieutenant named Franco Amore on the night before his retirement is called to investigate a crime scene where his best friend and long-time partner Dino has been killed during a diamond heist.
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moviemosaics · 1 year
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Nostalgia
directed by Mario Martone, 2022
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deprotagonisten · 1 year
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Nostalgia
Recensie Nostalgia ★★★1/2 - vanaf 29-1 te zien op @IFFR en vanaf 9-2 in de bioscoop Blijft om een specifieke rede bij. De constante spanning bouwt zich steeds verder op. Het is maar waar je nostalgisch van wordt, van deze alternatieve maffiafilm! #IFFR
De dramafilm Nostalgia gaat over Felice, die na 40 jaar weer terugkeert naar zijn Napels. Ooit ontvluchtte hij de stad, maar nu hij terug is wil hij toch graag blijven. Of dat zo slim is, is een andere vraag. Wat wij van Nostalgia vinden, lees je in onze recensie. (more…) “”
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Pressbook del film Ti mangio il cuore
Ti mangio il cuore è un film di genere drammatico del 2022, diretto da Pippo Mezzapesa, con Elodie e Francesco Patanè. Uscita al cinema il 22 settembre 2022. Durata 115 minuti. Distribuito da 01 Distribution.
Ti mangio il cuore è un film di genere drammatico del 2022, diretto da Pippo Mezzapesa, con Elodie e Francesco Patanè. Uscita al cinema il 22 settembre 2022. Durata 115 minuti. Distribuito da 01 Distribution. ti-mangio-il-cuoreDownload
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cortimanontroppo · 2 years
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Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa dal 22 settembre 2022
Il film è tratto dall'omonimo romanzo-inchiesta di Carlo Bonini e Giuliano Foschini sulla mafia foggiana
Il film è tratto dall’omonimo romanzo-inchiesta di Carlo Bonini e Giuliano Foschini sulla mafia foggiana. Ti mangio il cuore, film diretto da Pippo Mezzapesa, è incentrato sulla Quarta Mafia, l’organizzazione meno conosciuta tra quelle criminali in Italia. Nonostante la poca notorietà, è tanto pericolosa quanto le altre ed è radicata nella parte alta della Puglia, quella comandata dalle famiglie…
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falcemartello · 4 months
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TECNOLOGIE PERSUASIVE
Possono le tecnologie modificare le nostre abitudini? Possono certe tecnologie spingerci a modificare le nostre abitudini, le nostre necessità, i nostri bisogni?
Si possono, possono farlo in maniera pervasiva. Le tecnologie non sono “neutre” chi le progetta sa benissimo quali modificazioni le tecnologie producono nella vita degli esseri umani.
Adesso grazie alle neuroscienze chi progetta tecnologie sa come manipolare le persone attraverso stimoli percettivi, emozionali, sensoriali con comprovata efficacia.
Grazie alla neuropsicobiologia tramite le tecnologie digitali e le loro interfacce chi detiene il sapere e la conoscenza di tali artefatti e li produce più se vuole stravolgere le nostre esistenze, spingerci a prendere determinate decisioni, ad assumere certi stili di vita ed anche a conformarci a determinate regole.
Non è che fosse necessario il digitale e la neuropsicobiologia per progettare tecnologie persuasive: pensiamo al Pan Opticon di Jeremy Bentham.
Spiega Focault : “Egli proclama una reale invenzione della quale dice ch’è «l’uovo di Colombo». E, in effetti, Bentham propone ai medici, ai penalisti, agli industriali, agli educatori proprio ciò che essi cercavano: egli ha trovato una tecnologia di potere capace di risolvere i problemi di sorveglianza.”
Focault descrive la struttura, la tecnologia architettonica teorizzata da Bentham:
”Poiché il principio era: alla periferia, un edificio a forma di anello; al centro, una torre; nella torre sono aperte larghe finestre che danno sulla facciata interna dell’anello. L’edificio periferico è diviso in celle, ciascuna delle quali ne attraversa l’intero spessore. Queste celle hanno due finestre: una aperta verso l’interno, che corrisponde alle finestre della torre; l’altra, che da verso l’esterno, permette alla luce riattraversare la cella da parte a parte.”
A questo punto, con tale struttura panottica è “sufficiente allora mettere un sorvegliante nella torre centrale, e in ogni cella rinchiudere un folle, un malato, un condannato, un operaio, o uno scolaro. Per un effetto di controluce, si possono vedere dalla torre le piccole sagome prigioniere nelle celle della periferia, che si stagliano nella luce. Insomma si inverte il principio della segreta; la piena luce e la sorveglianza captano meglio dell’ombra, che in ultima analisi proteggeva.”
Non è importante che il sorvegliante sia al suo posto è sufficiente che il malato, il prigioniero, il lavoratore sappia di poter essere continuamente sotto osservazione in maniera da essere indotto, spinto ad assumere comportamenti “conformi” a quelli che chiede il “padrone”.
Ma con l’avvento del digitale, delle tecnologie a schermo, con l’arrivo dei social network, dei robot e dei bot, dei sexbot umanoidi e delle voci suadenti degli assistenti artificiali il gioco della persuasione ormai è prassi e l’inganno e la manipolazione sono le armi con cui drogare ed indottrinare la società dei burattini di carne umana.
La manipolazione dolce che fa leva sulle nostre debolezze è molto più potente del manganello. Ma al giorno d'oggi il Potere non si accontenta più, perciò le usa entrambe. Gli uomini non sono mai stati così controllati e controllabili nella storia dell'umanità. Scordiamoci la favola della democrazia, mai e poi mai siamo stati sudditi a tal maniera senza neanche averne contezza.
Francesco Centineo
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti
LA LEGGE E IL DONO
Esiste l'obbligo come sacrificio. La "Legge di Dio" è obbligo morale che impone il sacrificio in nome dell'attesa della resurrezione, in nome di un bene che si proietta oltre la vita, oltre l'esistenza terrena che è prova, esperienza della relazione con la "Legge", lavacro che emenda, possibilità di esercitare l'onere, di patire l'imposizione, di meritare la salvezza e l'eternità. Eppure, il sacrificio della croce è rifiuto dell'obbligo e scelta d'amore: non è, dunque, sacrificio. E' pienezza del desiderio, la rappresentazione di un desiderio di amore verso l'uomo che si compie nell'atto più estremo: accettare la morte come compimento del desiderio di vita, la promessa di vita eterna che è già nel cuore dell'uomo di fede. La sofferenza e la morte di Cristo sono dono. Non è sacrificio come non lo è l'atto d'amore di una madre verso il figlio. In un'espressione rivelatrice, Agostino D'Ippona, nelle "Confessioni", afferma: «La misura dell'amore è amare senza misura». Senza misura è dunque l'amare, con verità. L'amore vero non chiede corrispettivo. Questo è il salto che il cristianesimo compie rispetto all'ebraismo, il salto che il Nuovo testamento afferma rispetto all'Antico. Non più il sacrifico, ma il dono, in nome dell'amore. Ed è in questa scia che Francesco Hayez (1791-1882) dipinge la sua "Susanna al bagno", 1859, Pinacoteca di Brera, privando la scena dalla presenza di altri due protagonisti, essenziali per il racconto biblico vetero testamentario, i cosiddetti "Vecchioni", i giudici che bramano la donna e la ricattano facendo leva sulla sua purezza. Per Hayez, la legge che Susanna adempie non è imposta dal rifiuto della putrida perversione, in genere rappresentata dalle figure ributtanti dei vecchi che la insidiano, ma dalla libertà di una scelta sussurrata con gli occhi di un amore fedele. Così, Susanna non ha bisogno del contraltare dei giudici ingannevoli: è sola di fronte a se stessa. Esprime tristezza. Ma è consapevole della sua decisione. L'unica possibile, l'unica che contempli un amore senza compromessi.
In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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sambigliong · 8 months
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L'INFAME DEI DUE MONDI
Questa è la "lettera scritta" da Giuseppe Garibaldi, o per meglio dire Joseph Marie Garibaldì, che 2 giorni prima di morire inviò al professor Carlo Lorenzini, meglio conosciuto come Carlo Collodi. E' tratta dal romanzo "Le confessioni di Joseph Marie Garibaldì", di Francesco Luca Borghesi.
«Illustrissimo professore Carlo Lorenzini,
Scrivo con rispetto e gratitudine a Voi che decideste di farmi cosa grata riportando le mie memorie al popolo di una penisola che mai amai come avrei potuto, che mai difesi come avrebbe meritato.
Una penisola che non fu mai e mai sarà la mia patria.
Una penisola meravigliosa che io non solo non unificai, se non unicamente al nome, ma che addirittura divisi, e, per mia colpa, divisa sarà per sempre.
[...] codesto giorno, trentuno maggio ottantadue del secolo milleottocento, sono a ricordare la mia vita trascorsa, in attesa che venga definitivamente compiuto il mio destino [...] forse non temo neppure: diciamo che attendo che presto sia fatta giustizia e chi mai può sapere se dopo la morte vi sarà giustizia?!
Voi infatti penserete che io sia felicemente italiano: se così fosse le sorprese non vi mancheranno.
Se vi aspettavate un patriota, troverete un avventuriero.
Se vi aspettavate un probo, troverete un dissoluto.
La spedizione dei mille fu realmente la più vile porcata che il suolo della penisola possa aver mai vissuto e, a questo punto, spero che mai sia costretta a rivedere.
La mia vita era rivolta alla ricerca di fama e ricchezza: mi venne in mente di unificare l'Italia in quanto sarei potuto diventare potente e ricco.
Cercai appoggi, soldi e falsi ideali su cui far leva e trovai qualcuno che, dopo avermi usato, mi mise da parte.
Diciamo subito e senza giri di parole: il patriottismo in Italia non è mai esistito.
Mi ricordano tutti come il patriota Giuseppe Garibaldi, ma queste sono voci, magari leggende, ma certamente menzogne.
Mi chiamo Joseph Marie Garibaldi e, contrariamente, a quanto pensano molti, sono e mi sento francese".
* VA PRONUNCIATO COSI: Joseph Marie Garibaldì (accento sulla i finale)
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gregor-samsung · 11 months
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“ Nella gola, dove a malapena ci stava un cannone, erano ammucchiati i resti di non meno di quattro. Essi avevano notato soltanto il momento in cui era stato ridotto al silenzio l'ultimo pezzo messo fuori uso; non era stato sostituito rapidamente per mancanza di uomini. I rottami erano disseminati sui due lati della strada; in mezzo ad essi gli uomini avevano trovato il modo di tenere aperto un passaggio per il quale ora stava facendo fuoco il quinto pezzo. Uomini? Sembravano demoni d'inferno! Erano tutti senza berretto, denudati sino alla cintola, le loro carni fumanti, nere per le macchie di polvere e gli spruzzi di sangue. Lavoravano come pazzi con calcatoio, cartocci, leva e cordoncino. Mettevano le spalle gonfie e le mani sanguinanti contro le ruote ad ogni rinculo e sollevavano il pesante cannone per rimetterlo in batteria. Non c'erano comandi; in quel terribile ambiente di schianti di bombe, scoppi di granate, frammenti di ferro sibilanti e schegge di legno che volavano per aria, non si sarebbe potuto udire la voce di nessuno. Gli ufficiali, se erano ufficiali, non si distinguevano dai soldati; lavoravano tutti insieme — ognuno finché durava — guidati dall'occhio. Passata la spugna, il cannone veniva caricato; appena caricato, era puntato e sparato. Il colonnello osservò qualcosa di nuovo per la sua esperienza militare, qualcosa di orribile, contro natura: il cannone sanguinava dalla volata! Per la temporanea mancanza d'acqua, l'uomo addetto alla spugna l'aveva immersa in una pozza di sangue dei suoi compagni. In tutto questo lavoro non c'erano scontri; il dovere del momento era ovvio. Quando uno cadeva, un altro, che aveva l'aspetto un po' piú pulito, sembrava scaturire dalla terra sulle orme del morto, per cadere a sua volta.
Con i cannoni distrutti giacevano gli uomini distrutti, accanto ai rottami, sotto e sopra di essi; e dietro, giú per la discesa, quei feriti che potevano muoversi, si trascinavano sulle mani e sulle ginocchia. Il colonnello — per pietà aveva fatto fare dietrofront alla sua cavalcata — dovette passare col cavallo sopra quelli che erano già morti per non schiacciare gli altri che erano ancora parzialmente vivi. In quell'inferno persistette ad andare; si portò di fianco al cannone e, nel fumo della ultima scarica, toccò sulla guancia l'uomo che impugnava il calcatoio, il quale subito stramazzò credendosi colpito a morte. Un demonio dannato sette volte saltò avanti a prendere il posto del caduto, ma indugiò e levò gli occhi all'ufficiale che era a cavallo con uno sguardo spettrale, i denti che lampeggiavano tra le labbra nere, gli occhi fieri e dilatati che ardevano come brace sotto la fronte insanguinata. Il colonnello fece un gesto imperioso e indicò la retroguardia. Quel demonio s'inchinò in segno d'obbedienza. Era il capitano Coulter. Quando il colonnello fece segno di arrestare l'azione, simultaneamente sul campo cadde il silenzio. Il fiume di proiettili non si rovesciò piú in quella gola della morte perché il nemico cessò di far fuoco. Erano ore che il grosso dell'esercito si era allontanato, e il comandante della retroguardia, il quale aveva tenuto a lungo la sua pericolosa posizione nella speranza di ridurre al silenzio l'artiglieria federale, proprio in quel momento aveva fatto cessare la propria. “
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Brano tratto dal racconto Il fatto della Tacca di Coulter raccolto in:
Ambrose Bierce, Storie di soldati, traduzione di Antonio Meo, nota introduttiva di Francesco Binni, Einaudi (collana Centopagine n° 41, collezione di narratori diretta da Italo Calvino), 1976; pp. 83-84.
[Edizione originale: Tales of Soldiers and Civilians, San Francisco: E.L.G. Steele, 1891]
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mtonino · 9 months
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21° Molise Cinema 2023
Paesi in lungo - Concorso opere prime e seconde
In concorso:
Come pecore in mezzo ai lupi Regia: Lyda Patitucci Interpreti: Isabella Ragonese, Andrea Arcangeli, Carolina Michelangeli, Aleksander Gavranic, Clara Ponsot, Gabriele Portoghese, Imma Villa, Tommaso Ragno, 100’
Disco boy Regia: Giacomo Abbruzzese Interpreti: Franz Rogowski, Morr Ndiaye, Laetitia Ky, Leon Lucev, Matteo Olivetti, Robert Wieckiewicz, Mutamba Kalonji, Michal Balicki, 91’
La lunga corsa Regia: Andrea Magnani Interpreti: Adriano Tardiolo, Giovanni Calcagno, Nina Naboka, Barbora Bobulova, Gianluca Gobbi, Aylin Prandi, Stefano Cassetti, Maksim Kostyunin, 88’
Margini Regia: Niccolò Falsetti Interpreti: Francesco Turbanti, Emanuele Linfatti, Matteo Creatini, Silvia D'Amico, Nicola Rignanese, Paolo Cioni, Aurora Malianni, Valentina Carnelutti, 91’
Piano piano Regia: Nicola Prosatore Interpreti: Dominique Donnarumma, Giuseppe Pirozzi, Antonio De Matteo, Antonia Truppo, Giovanni Esposito, Lello Arena, Massimiliano Caiazzo, 84’
I pionieri Regia: Luca Scivoletto Interpreti: Mattia Bonaventura, Francesco Cilia, Danilo Di Vita, Matilde Sofia Fazio, Peppino Mazzotta, Lorenza Indovina, Eleonora Danco, Elvira Camarrone, Maurizio Bologna, Tim Daish, Claudio Bigagli, Beth Mc Creton, 86’
Fuori concorso:
Mixed by Erry Regia: Sydney Sibilia Luigi D'Oriano, Emanuele Palumbo, Giuseppe Arena, Francesco Di Leva, Greta Esposito, Cristiana Dell’Anna, Adriano Pantaleo, Chiara Celotto, Fabrizio Gifuni, Adriano Saleri, 110’.
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orotrasparente · 1 year
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non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia
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diceriadelluntore · 1 year
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In Estrema Sintesi
In un saggio del 1946,  Politics and English Language, George Orwell criticava l’uso cattivo della lingua inglese a lui contemporanea, dando colpa soprattutto alla classe politica di indicare “la cattiva strada”, usando una lingua “brutta e imprecisa perché i nostri pensieri sono stupidi, ma a sua volta la sciatteria della lingua ci rende più facili i pensieri stupidi”. 
Con tattica politica che sappiamo a quali tempi si rifà, in questi giorni ha molta presa il dibattitto (?) iniziato con la conferenza stampa del 28 Marzo in cui il Ministro della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, insieme al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di bandire la produzione della cosiddetta carne sintetica.
Sarebbe interessante anche discutere della motivazione sulla decisione che, nelle parole del Ministro, suona “pimpante”: una legge all’avanguardia per un mondo che resti civile e in linea con quello che è stato lo sviluppo dell’umanità.
Ma sono più interessato all’uso dell’aggettivo sintetico. Nel caso delle produzioni in questioni, viene usato come sostituito del termine coltivato, termine che spiega meglio l’origine di allevamento in laboratorio di cellule staminali animali che portano alla produzione “in vitro” di carne. Sintetico, tra i suoi innumerevoli significati, descrive in chimica una sostanza ottenuta per sintesi, non proveniente dall’elaborazione di organismi animali o vegetali, e talora sinonimo di artificiale (voce Sintetico, Vocabolario Treccani). Per la premessa di prima, è del tutto erroneo usarlo, ma facendo leva sul significato sinonimo, fa molte più presa. Perchè quella carne è sintetizzata: produrre un composto attraverso una reazione, o una serie di reazioni, di sintesi, partendo cioè sia dagli elementi sia da composti più semplici (voce Sintetizzare, Vocabolario Treccani): in questo caso partendo da organismi animali, le cellule staminali.
Posso comprendere che sia una sottigliezza intellettuale, sebbene sia sostanziale, ma è inevitabile per due motivi: il primo, che sembra un modus operandi di questo Governo, usare in maniera chirurgica questioni secondarie per nascondere problemi molto più grossi, e allo stesso tempo dimostrare correlazione con le aspettative elettorali; il secondo, sul totale abbandono dell’opinione pubblica della critica agli slogan, per cui basta che una parola o un concetto sia ripetuto in quantità per essere vero.
Nel 1977, durante la conferenza stampa per la presentazione dei Mondiali di Calcio in Argentina dell’anno successivo, un giornalista italiano alza la mano e chiede:  "Ci dicono che qui scompaiono le persone, è vero?" . I vertici dell'esercito presenti alla conferenza stringono le mascelle, stralunano gli occhi, poi uno di loro prende la parola e risponde nervoso: "Lei è mal informato. Comunque indagheremo". Il giovane reporter era Gianni Minà e quella sera ebbe la visita della polizia nella sua stanza d'albergo. Il giorno dopo la RAI gli chiese per la sua incolumità di lasciare l’Argentina.
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Dal 25 Maggio Nostalgia di Mario Martone
Tratto dall'omonimo romanzo di Ermanno Rea, è il quarto film di Martone a essere presentato al Festival di Cannes.
Tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea, è il quarto film di Martone a essere presentato al Festival di Cannes Nostalgia Nostalgia, film diretto da Mario Martone, è tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea ed è ambientato a Napoli nel Rione Sanità. È qui che il protagonista Felice (Pierfrancesco Favino) torna dopo quarant’anni di assenza, lontano dalla sua terra. L’uomo, tornato per sua…
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lamilanomagazine · 9 months
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Venezia 80: la selezione ufficiale.
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Venezia 80: la selezione ufficiale. Annunciato il programma di Venezia 80 che si terrà dal 30 agosto al 9 settembre. Sono sei i film italiani in gara per il Leone d’oro annunciati dal direttore artistico Alberto Barbera con il presidente della Biennale Roberto Cicutto. In prima mondiale approderà al Lido “Comandante” di Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino, che sarà il film di apertura e in concorso alla 80esima Mostra del Cinema di Venezia. Gli altri titoli italiani sono “Io Capitano”, di Matteo Garrone; “Finalmente l’alba”, di Saverio Costanzo; “Enea”, opera seconda di Pietro Castellitto, anche protagonista insieme a Benedetta Porcaroli; “Lubo”, di Giorgio Diritti; “Adagio”, di Stefano Sollima con Toni Servillo e Valerio Mastandrea. Tra gli altri titoli annunciati Woody Allen “Coup de Chance”, “The Palace” di Roman Polanski e “L’ordine del tempo”, di Liliana Cavani nella sezione Fuori Concorso. In gara per il Leone d’oro, tra i 23 titoli del concorso oltre ai sei italiani troviamo “Dogman”, di Luc Besson; “Maestro”, la seconda regia dell’attore Bradley Cooper che qui si dedica alla biografia del compositore Bernstein; “Priscilla”, il nuovo atteso film di Sofia Coppola sulla vera storia della moglie di Elvis Presley; ”The Killer”, il nuovo thriller di David Fincher con Michael Fassbender; “Poor Things”, di Yorgos Lantimos con Emma Stone; “El Conde” di Pablo Larrain con un Pinochet vampiro e il biopic “Ferrari”, di Michael Mann con Adam Driver e Penelope Cruz. Venezia 80, il programma ufficiale: Comandante di Edoardo De Angelis The Promised Land di Nikolaj Arcel con Mads Mikkelsen Dogman di Luc Besson con Caleb Landry Jones La Bête di Bertrand Bonello con Léa Seydoux Hors-saison di Stéphane Brizé con Guillaume Canet e Alba Rohrwacher Enea di Pietro Castellitto con un fitto cast in cui figura anche il padre Sergio Maestro di Bradley Cooper con Carey Mulligan, Cooper stesso e non solo. Priscilla di Sofia Coppola Finalmente l’alba di Saverio Costanzo con Lily James, Joe Keery, Alba Rohrwacher, Willem Dafoe Lubo di Giorgio Diritti con Franz Rogowski Origin di Ava DuVernay, regista indipendente afroamericana, per la prima volta a Venezia. The Killer di David Fincher (Netflix). Torna la prima volta da Fight Club (1999), con Michael Fassbender e Tilda Swinton. Memory di Michel Franco con Jessica Chastain. Io capitano di Matteo Garrone. Film italiano ma non in lingua italiana, per scelta del regista. Evil Does Not Exist di Ryusuke Hamaguchi. The Green Border di Agnieszka Holland, girato in semi-clandestinità sul confine bielorusso-polacco. Die Theorie Von Allem di Timm Kröger. Poor Things di Yorgos Lanthimos con Emma Stone, Mark Ruffalo (che non saranno presenti a Venezia, per lo sciopero SAG), Willem Dafoe. El Conde di Pablo Larraín, rivisitazione vampiresca di Pinochet a 50 anni dal colpo di Stato in Cile. Ferrari di Michael Mann con Adam Driver e Penélope Cruz. Adagio di Stefano Sollima con Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Adriano Giannini, Francesco Di Leva. Woman of di Małgorzata Szumowska e Michał Englert. Holly di Fien Troch. Fuori concorso: Tra i Fuori Concorso è da menzionare la scelta di due serie tv, I Know Your Soul e D’argent et de sang, quest’ultima che verrà proiettata interamente con tutti i 12 episodi da 50 minuti. Arriverà al Lido anche Woody Allen con Coup de Chance, Wes Anderson con il mediometraggio tratto da una storia di Roald Dahl, The Wonderful Story of Henry Sugar (e un cast stellare) e persino Travis Scott, protagonista di un’opera sperimentale di Harmony Korine (per A24) intitolata Aggro Dr1ft. Grandi nomi fuori concorso sono anche Richard Linklater con Hit Man, Roman Polanski con The Palace e Liliana Cavani, che riceverà il Leone d’oro alla Carriera, con L’ordine del tempo. Atteso anche il sorprendente Quentin Dupieux con Daaaaaalì! Sempre Fuori Concorso sarà anche il film di chiusura (una produzione Netflix), La sociedad de la nieve di J.A. Bayona. Venezia 80, Orizzonti: A Cielo Abierto di Mariana Arriaga e Santiago Arriaga El Paraíso di Enrico Maria Artale Behind the Mountains di Mohamed Ben Attia The Red Suitcase di Fidel Devkota Tatami di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi Paradise is Burning di Mika Gustafson The Featherweight di Robert Kolodny Invelle di Simone Massi Hesitation Wound di Selman Nacar Heartless di Nara Normande, Tiao Una sterminata domenica di Alain Parroni City of Wind di Lkhagvadulam Purev-Ochir Explanation for Everything di Gabor Reisz Gasoline Rainbow di Bill Ross, Turner Ross Housekeeping for Beginners di Goran Stolevski En attendant la nuit di Céline Rouzet Hokage – Shadow of fire di Shinya Tsukamoto Dormitory di Nehir Tuna... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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