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#Dagospia
salottoitalia · 2 years
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𝑺𝒕𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒗𝒐𝒊 
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circolettirossi · 2 months
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tangocontirofisso · 8 months
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evatremila · 2 years
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Dagospia lancia la bomba dell'estate, Totti e Ilary oggi si separano! E arrivano le prime conferme... Totti si separa, la voce rimbalza per tutta Roma lanciata dal sito di gossip Dagospia: in attesa di saperne di più arriva la conferma del Corriere: dopo 17 anni tra Francesco e Ilary è finita sul serio «Dagospia aveva ragione! - stasera Fr... Continua a leggere.. https://bit.ly/3NYsAxy
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soldan56 · 2 months
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il manifesto elettorale di #Dagospia, condivisibile
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pettirosso1959 · 1 month
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MA CHI ERA VERAMENTE KARL MARX?
Da Barbara Costa per Dagospia:
Karl Marx era un mantenuto. Lui, la moglie, i figli, addirittura l’amante, vivevano tutti sulle spalle di Friedrich Engels, compagno comunista ricchissimo, rampollo di facoltosi industriali.
In nome del proletariato, Marx non ha lavorato un giorno in vita sua. In nome del proletariato, Marx sdegnava i proletari, non ne ha mai frequentato uno, tranne le prostitute dei bordelli con cui andava a spassarsela con Engels, che pagava per tutti e due. Lo stesso Engels, accusato di stupro da una cameriera, disse che si era trattato di amore non ricambiato.
Karl Marx, piccolo borghese, sposò un’aristocratica, Jenny von Westphalen, una baronessa anglo-tedesca. Jenny e Marx fecero sesso prima del matrimonio, lei felicissima di aver perso con lui la verginità, gioia sparita subito dopo le nozze: Marx si rivelò un marito egoista e fannullone, dedito solo a teorizzare la rivoluzione che avrebbe cambiato i destini del mondo, quel comunismo che nel ‘900 rovinò la vita a popoli interi.
Alla sua famiglia riservò una vita di stenti: più di un figlio morì di malattie e denutrizione. Un’esistenza misera, piena di debiti, una vita a scrocco di Engels, che passava a Marx tre quarti del suo stipendio, e una volta per lui addirittura rubò. Engels gli trovava editori per libri che Marx non consegnava mai (Il Capitale ci mise 23 anni a scriverlo).
Marx fece fallire quasi tutti i giornali cui collaborava o che avevano la sventura di finire sotto la sua direzione. Fogli finanziati da quei borghesi tanto disprezzati, ma che coi loro soldi gli hanno sempre permesso di portare avanti le sue idee. Il suo non era disprezzo, ma rancore per non essere come loro.
Marx parlava male le lingue, il suo accento tedesco era insopportabile e insopprimibile, nemmeno il suo aspetto fisico affascinava: accurate biografie parlano della sua barba ispida e mal curata, del suo odore sgradevole, i suoi modi aspri e aggressivi, le sue unghie lunghe e nere. L’amico dei proletari non era invitato nei lussuosi salotti parigini, e se ne rodeva. I Marx avevano una domestica, Lenchen, che dormiva in un cantuccio nello studio del gran pensatore.
Marx non la pagava ma se la scopava (lo facevano pure per strada). Quando Lenchen rimase incinta Marx, terrorizzato della reazione di Jenny, piagnucolò soldi e aiuto da Engels, il quale accettò di riconoscere lui il bambino e di prendersi in casa Lenchen, pur di salvare il matrimonio al suo amico. Engels gli si ribellò una volta sola, quando rimase vedovo e Marx, invece di confortarlo, gli chiese soldi per comprare un paio di scarpe. Engels s’incazzò, ma gli diede lo stesso 5 sterline.
Marx sosteneva che tutto è determinato dall’economia, anche il sesso, i sentimenti, le passioni: per le sue necessità, lui usava i soldi degli altri. Marx andava avanti a furia di prestiti pur di non mettersi a lavorare per mantenere la sua famiglia: a Londra il poco che avevano finì pignorato. Buttati fuori da ogni tugurio di cui non pagavano l’affitto, alla loro porta bussavano i creditori che Marx chiamava avidi borghesi, ed erano macellai, lattai, farmacisti, gente che viveva di onesto e duro lavoro, quello che Marx non ha mai conosciuto, semmai schifato.
Marx non aveva rapporti con la famiglia d’origine, ma era contento quando un parente moriva e gli lasciava qualche eredità. Rivide sua madre dopo 20 anni e solo per chiederle soldi: la donna rifiutò e Marx ci litigò a morte. Si fece di ogni amico un nemico, scrivendo su chi aveva successo articoli rosari di insulti. Il filosofo Moses Hess, che aveva organizzato collette per aiutarlo, negli scritti di Marx è solo il marito di una prostituta che gli ha attaccato la gonorrea, e altri sono denigrati come pazzi sifilitici per identici motivi. Marx metteva in giro fake-news di sua invenzione per colpire chi era migliore di lui. Invidioso marcio, gli lanciava contro le più infami calunnie.
Marx da ragazzo voleva fare il poeta, non c’era riuscito, per questo odiava gli scrittori affermati e gioiva delle loro disgrazie: come fu contento quando Ferdinand Lassalle venne sfidato a duello e ucciso dal marito della donna che si era portato a letto!
Lassalle morto non poteva più scrivere libri migliori di Marx, non gli intralciava più il comando della causa comunista, soprattutto era uno a cui non doveva più soldi. Marx non perse mai l’amicizia di Engels, il quale assicurò la dote alle figlie di Marx: il padre coi soldi altrui si sentì in dovere di garantirgli “vantaggiosi matrimoni, perché una vita proletaria non fa certo per loro”. Tussi e Laura Marx, sposate a uomini ricchissimi i cui soldi mantennero lo stesso Marx, morirono suicide, disperate per tutte le corna ricevute dai loro mariti.
Andare a letto con Marx doveva essere un vero sacrificio. Si lavava poco, l’igiene gli era sconosciuta. Ferdinand von Westphalen, suo cognato e ministro degli interni di Bismark, gli mise alla calcagna un agente segreto, che stilò questo bel ritrattino: “Uomo disordinato, per Karl Marx lavarsi, prendersi cura della sua persona, cambiare la biancheria, sono eventi piuttosto rari. Spesso è ubriaco, dorme tutto il giorno vestito sul sofà, incurante di tutto”.
Ha ragione Montanelli: cosa non ha detto e scritto Karl Marx? Tutto e il contrario di tutto, tranne la giusta profezia di un fatto storico che si sia poi realizzato. L’era capitalistica finirà con l’esaurimento dei mezzi di produzione che l’hanno determinata, questa e altre cazzate Marx le sosteneva più d’un secolo e mezzo fa, e stiamo ancora aspettando il sol dell’avvenire, l’abolizione della proprietà privata e tutto il potere al popolo, per un’insensata società di individui tutti uguali, immobili come statuine del presepe, senza problemi, tantomeno sessuali, appagati da chissà quale felicità.
#KarlMarx
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buscandoelparaiso · 5 months
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ovviamente devo vedere il documentario di ilary, ovviamente voglio sapere tutto il gossip, ovviamente applaudo il fatto che lei fatturi su sta storia, ma mi fa anche riderissimo il fatto che era andata a verissimo a giurare su sua mamma che gli appostamenti sotto casa, l'investigatore privato, il tradimento e tutte cose non c'erano mai stati e che dagospia aveva fatto solo una figuraccia, ha fatto dire a totti con video su ig che stavano bene insieme e che non c'era nessun problema in famiglia e adesso si scopre che in realta' dagospia aveva ragione e che era successo tutto veramente, che trash galattico scusate
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thenationview · 1 year
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The Democratic Party Races Fast to Split: Orlando and Schlein Divide the Left
The Democratic Party Races Fast to Split: Orlando and Schlein Divide the Left
The further we go, the more the split within the Democratic Party seems to become a reality. Telling the background of the dem split is Dagospia, who makes known how the rock of the scandal is the choice of the new secretary, with Enrico Letta, fed up with the situation that he even thought about resigning early so as not to have to be the only one to manage candidacies for the regionals in…
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enricaleone91 · 10 days
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Maretta nel daytime Rai
Ascolti in caduta libera e scelte discutibili...la Rai diventa una macchietta di sé stessa. #ascolti #rai
Ascolti abbastanza impietosi questa settimana in casa Rai, che si ritrova a commette sempre gli stessi errori.  Sono state giornate lunghe quelle vissute nei corridoi della Rai: l’addio di Amadeus, lo stop di Fiorello, la chiusura dello show di Chiara Francini, l’addio (quasi certo come ha anticipato Dagospia) di Massimo Bernardini a TvTalk e la cesura perpetrata ai danni del monologo sul 25…
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salottoitalia · 3 months
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𝑪𝒊𝒂𝒐 𝑺𝒂𝒏𝒅𝒓𝒂🌹
…] 𝑺𝒂𝒏𝒅𝒓𝒂 𝑴𝒊𝒍𝒐  ricorda tutto. Amici, amanti, fratelli, conoscenti: “E non rimpiango niente perché il rimpianto è la cosa più insensata e inutile che esista. Al bivio fai una scelta, tiri una linea, percorri una strada al posto di un’altra. È chiaro che ogni decisione corrisponde a una rinuncia, ma la vita è fatta così. Sono comunque più le persone che ho abbandonato volontariamente di quelle che ho perso. Il mio motto è ‘alla prossima’. Prima o poi, ne sono certa, ci si incontrerà nuovamente”. 𝑫𝒂𝒈𝒐𝒔𝒑𝒊𝒂
https://www.dagospia.com/.../ldquo-sandra-milo-non-si...https://www.dagospia.com/.../video-flash-sandra-milo...
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wdonnait · 13 days
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Vera Spadini, fidanzata di Cesare Cremonini
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/vera-spadini-fidanzata-di-cesare-cremonini/117482?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117482
Vera Spadini, fidanzata di Cesare Cremonini
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Il recente pettegolezzo che ha catturato l’attenzione mediatica riguardava solo in parte la verità. Il fulcro di questo gossip era stato il settimanale “Chi”, che aveva diffuso la notizia secondo cui Cesare Cremonini, seguito alla conclusione di una relazione sentimentale di lunga durata con Martina Maggiore, avrebbe iniziato a vedere una nota giornalista. Sebbene non fossero stati rivelati nomi specifici, il focus era sull’ambiente della Rai, lasciando supporre a molti l’identità di Giorgia Cardinaletti, figura prominente del TG1 serale.
Tuttavia, una correzione poco evidenziata da Dagospia suggeriva una verità parziale: il protagonista della vicenda è il cantautore di Bologna, e il contesto è quello del giornalismo, ma l’interesse si sposta verso il reparto motori di Sky Sport. Non si tratta di Federica Masolin, amata dagli appassionati di Formula 1, ma di Vera Spadini, che da sette anni guida le trasmissioni del Motomondiale ogni weekend.
Vera Spadini flirt o relazione seria?
Nonostante non ci siano foto o incontri pubblici che confermino una relazione, molti dei seguaci di Vera hanno iniziato a soprannominarla “Cesarina”, stabilendo un’apparente connessione tra lei e Cremonini. Inoltre, i due si conoscono bene, avendo Cremonini partecipato a un’intervista con Spadini prima del suo concerto a Imola nel 2022, evento che concluse il suo tour estivo, trasmesso su Sky Sport in luglio.
Condividono molteplici interessi quali lo sport, i motori e la musica. Spadini ha anche scritto un libro su Kurt Kobain e frequenta concerti rock e metal, documentando le sue esperienze sui social media. Un ulteriore legame tra loro è rappresentato da Valentino Rossi, amico di lunga data che, secondo Dagospia, avrebbe favorito il loro avvicinamento.
Per quanto concerne Cremonini e Martina, l’unico dato certo è la fine della loro relazione, confermata da lei qualche mese fa: “Io e Cesare non siamo più una coppia da tempo. Abbiamo scelto di non mantenere contatti per ora, quindi ignoro i suoi spostamenti. Per me Cesare resterà sempre una persona molto amata, un amore che probabilmente non finirà mai. È stata una storia significativa e profonda, che mi ha però lasciato delle ferite.”
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notizieoggi2023 · 21 days
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Isola dei Famosi, la reazione di Alvin ai saluti di Vladimir: ecco cosa ha fatto durante la puntata Dopo essere stato l'inviato storico de L'Isola dei Famosi per ben cinque edizioni di seguito, quest'anno Alvin non è della partita, sostituito da Elenoire Casalegno. Ciononostante, Vladimir Luxuria ha parlato di lui durante la prima puntata della nuova edizione del reality show, salutandolo in diretta. Ma come avrà mai reagito Alvin? Possiamo solo dire che ha risposto con una Instagram Stories nella quale ha ripreso le parole della conduttrice. Ma, nel frattempo, a scatenarsi sono stati i telespettatori. Non ci resta che andare a scoprire che cosa è successo! LEGGI ANCHE:-- Isola dei famosi, Tonia assente: “parenti non riescono a contattarla”. Cosa è successo alla naufraga Alvin salutato in diretta da Luxuria a L'Isola dei famosi: la sua reazione Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Durante la prima puntata dell'Isola 2024, Vladimir Luxuria ha salutato uno storico protagonista del programma: "Voglio salutare davvero con il cuore, un grandissimo inviato dell'Isola dei Famosi, tante edizioni. Ci siamo anche sentiti. Ciao Alvin! Un grande bacio!" Lui ha reagito ripostando il video dei saluti dall'account ufficiale del programma, ma nel frattempo sul suo profilo si sono scatenati i fan. Tra un "Senza Alvin non è isola… ALVIN TUTTA LA VITA!!!" e un "L'isola senza di te non sarà la stessa", c'è anche chi lo avrebbe voluto come conduttore al posto di Vladimir: "L’unica persona che avrebbe davvero meritato di Presentare l’Isola, eri Tu". Isola, Vladimir non potrà farlo: cosa le viene impedito di fare in puntata Nel frattempo, secondo i rumors riportati da Dagospia, sembra che Mediaset abbia richiesto a Vladimir Luxuria di adottare un abbigliamento sobrio, evitando qualsiasi tipo di esagerazione. “All’ex parlamentare è stato chiesto un look sobrio, niente eccessi…”, scrive il noto sito di gossip… Tanto che pare che i suoi outfit debbano passare prima per l'approvazione dei vertici Mediaset. Photo Credits: per gentile concessione dell'ufficio stampa Mediaset
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giancarlonicoli · 1 month
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21 mar 2024 17:48
“IL POTERE? TUTTI CREDONO CHE SIA INCARNATO DA CHI COMPARE IN TV E SUI GIORNALI. SBAGLIATO. È INVISIBILE” – DAGO AFFIDA A “OGGI” LA SUA LEZIONE SU CHI COMANDA: “IL POTERE STA NEGLI APPARATI, IN QUELLO CHE VIENE DEFINITO “DEEP STATE”, LO STATO PROFONDO: I POLITICI PASSANO, LORO RESTANO – A ROMA DA SOLO NON CONTI NULLA, CONTI SOLO SE RIMANI UNITO AD ALTRI UGUALI A TE - NELLA CAPITALE SI CONTANO PIÙ DI 30 CIRCOLI: NAUTICI, GOLFISTICI, VENATORI, SCACCHISTICI, TENNISTICI, IPPICI. OH, SAREMO MICA DIVENTATI TUTTI CANOTTIERI? PER ESSERE AMMESSI SERVE L’AFFIDABILITÀ - I PARVENU ENTRANO NELLA STANZA DEI BOTTONI E CREDONO DI POTER FARE TUTTO QUELLO CHE VOGLIONO - NON AVETE IDEA DI CHE COSA MI HANNO FATTO IN 24 ANNI QUELLI CHE COMANDANO: INTIMIDAZIONI, QUERELE, LA GUARDIA DI FINANZA CHE VIENE A SIGILLARMI LA CASA, LA PUBBLICITÀ CHE SPARISCE…”
Stefano Lorenzetto per “OGGI”
Il Mercury, cinema a luci rosse, si trovava a 700 metri dalla basilica di San Pietro, in via Porta di Castello 44. «Proprietario dei muri era il Vaticano. Sul finire degli anni Ottanta, con l’arrivo delle videocassette, andò in crisi. Fu trasformato nel Muccassassina, il locale notturno più trasgressivo della Capitale: frocioni, drag queen, dark room, Cicciolina e la ventenne Vladimir Luxuria a fare da buttadentro», racconta Roberto D’Agostino. Lei che ne sa del patrimonio immobiliare ecclesiastico? «Ma scusi, se poi i preti lì ci hanno messo l’ufficio stampa del Giubileo! E oggi ospita il centro conferenze della Lumsa, la Libera Università Maria Santissima Assunta».
Mai fare domande di cui si conosce già la risposta: il fondatore di Dagospia sa tutto. La Città Eterna per lui non ha segreti, se non altro perché la osserva dal terrazzo di un doppio attico affacciato a 360 gradi su quella che ha sempre chiamato «Roma godona» e ora è diventata Roma Santa e Dannata, titolo (con rispettose iniziali maiuscole) del suo docufilm girato insieme a Marco Giusti, disponibile su RaiPlay. Tant’è che è stato chiamato a parlarne all’Istituto italiano di cultura a Londra, su invito del direttore Francesco Bongarrà, in occasione della mostra Legion life in the Roman army al British Museum, aperta fino al 23 giugno.
Più dannata che santa, si direbbe dal docufilm.
«Mi ha sempre stupito che il buon Dio si sia inventato una città santa mettendoci accanto il diavolo. Una Gerusalemme, il Vaticano, che ha intorno una Babele, Roma. Già nel 1834 per il poeta Giuseppe Gioachino Belli, impiegato pontificio, era “caput mundi” ma anche “la chiavica der monno”».
Capitale e fognatura del globo.
«Non che Milano sia la capitale morale. È che qui non ci siamo mai fatti intortare da filosofie, dogmi, ideologie. Il cattolicesimo è l’unica religione inclusiva: accoglie tutti e tutti assolve. Sa che Bene e Male sono due facce della stessa medaglia e quella medaglia siamo noi. Nessuno può scagliare il primo sampietrino. Negli anni Sessanta conobbi lo sceneggiatore Gore Vidal, snobissimo e antipaticissimo. Gli chiesi: com’è che voi gay venite tutti a Roma, non avete i festini a Hollywood? Mi rispose: “Perché qui si scopa”».
Molto esplicito.
«Al Palatino hanno rinvenuto un’epigrafe in greco che recita: “Ho imparato che a Roma la via diritta è un labirinto”. Nel quartiere San Lorenzo, dove abitavo, vidi Pier Paolo Pasolini nella trattoria Pommidoro che flirtava con un quindicenne: era Ninetto Davoli. Oggi chiamerebbero i carabinieri».
A Roma c’è il potere. Lei è un uomo di potere?
«Iooo? Da solo non conti nulla. Il simbolo di Roma antica è il fascio, un mazzo di verghe con la scure. L’insegna del comando. Abramo Lincoln ci appoggia sopra le mani nel monumento di Washington. Conti solo se rimani unito ad altri uguali a te».
Traduca il concetto.
«La Dc erano dieci partiti legati come un fascio e ha governato per 40 anni. Nella Capitale si contano più di 30 circoli: nautici, golfistici, venatori, scacchistici, tennistici, ippici. Oh, saremo mica diventati tutti canottieri? Per essere ammessi in quei club esclusivi devi esibire un’unica patente: l’affidabilità. Nel 1977, quando mi proposi a Rai 2 per Odeon, il rotocalco televisivo, fui portato al cospetto di un alto dirigente di viale Mazzini, il quale chiese al curatore Brando Giordani: “È affidabile?”. “Sì”, rispose il giornalista. “Bene, allora buon lavoro, arrivederci”, concluse quello. Nient’altro».
Accipicchia, un vero talent scout.
«Più che circoli ristretti, diciamo che sono logge. Devi conoscerne le regole e rispettarle».
E quali sarebbero le regole del potere?
«Mai associarlo al sesso, mai ai soldi, mai al tradimento. Invece i parvenu scesi dal Nord entrano nella stanza dei bottoni e, ubriachi di hybris, credono di poter fare tutto quello che vogliono. Bettino Craxi flirtò con Moana Pozzi. Silvio Berlusconi organizzò i festini a Palazzo Grazioli. Matteo Renzi arrivò a Palazzo Chigi e nominò capo dipartimento degli Affari giuridici e legislativi Antonella Manzione, che era stata comandante dei vigili urbani di Firenze con lui sindaco. Tutt’e tre spazzati via».
La prima volta in cui vide il potere da vicino?
«Fu quando Francesco Cossiga si rivolse a me perché veniva ritenuto un folle e quindi nessun organo di stampa gli pubblicava i comunicati, neppure l’Adnkronos del suo amico Pippo Marra. Una mattina sono nel suo studio di via Quirino Visconti. Da Washington chiamano Kossiga, l’amerikano con la kappa: gli Usa hanno bisogno di far decollare dall’Italia i loro cacciabombardieri per la guerra nel Kosovo.
L’ex presidente telefona al premier Romano Prodi, il quale da buon cristiano gli obietta che lui non uccide e nega il permesso. Allora Cossiga cerca Massimo D’Alema, che pur di prendere il posto di Prodi avrebbe sganciato una bomba atomica. “Vuoi diventare presidente del Consiglio?”, gli chiede. Conclusione: D’Alema è il primo comunista a diventare capo del governo italiano e gli americani possono far partire gli aerei dal Belpaese».
Come mai, nonostante le sue delazioni, la lasciano libero di campare? Il potere è tollerante?
«Scherza? Lei non ha idea di che cosa mi hanno fatto in 24 anni quelli che comandano: intimidazioni, querele, la Guardia di finanza che viene a sigillarmi la casa, la pubblicità che sparisce. Io non ho alle spalle John Elkann o Carlo De Benedetti».
Provi a identificarlo, questo maledetto potere.
«Tutti credono che sia incarnato da chi compare in tv e sui giornali. Sbagliato. Il potere è invisibile. Sta sotto, negli apparati, in quello che viene definito “deep State”, lo Stato profondo: Consulta, Corte dei conti, Ragioneria generale, servizi segreti, funzionari dei ministeri. Si fanno chiamare “servitori dello Stato”, non sono né di destra né di sinistra. I politici passano, loro restano. Rimasero persino dopo la caduta di Benito Mussolini».
Ma lei li tiene tutti sotto tiro. Come ci riesce?
«Faccio e ricevo telefonate. Chi si rivolge a me sa che non tradirò mai la sua fiducia. E uso un algoritmo inglese, Kilkaya. Mi svela che cosa piace ai lettori. Costa meno di un dipendente, 1.500 euro al mese: vede in tempo reale su che cosa cliccano».
Si maligna che il suo potere le derivi da un solido legame con i servizi segreti.
«Assurdo. Una delle sorprese della mia vita fu incontrarli. M’aspettavo qualcosa alla John le Carré o alla Graham Greene, agenti 007 divenuti romanzieri, invece mi venne da ridere. Fu tutt’altra cosa quando conobbi il capo stazione della Cia».
Parla di Robert Gorelick, mandato in Italia dalla Central intelligence agency dal 2003 al 2008?
«Lasciamo perdere. I servizi francesi e inglesi sì che sono fantastici. E quelli vaticani? Superlativi».
Lei sarebbe disponibile a fare la spia per davvero, pur di proteggere il Paese in cui vive?
«Scherza? Mi offende. Il sito si chiama così solo perché ho fuso il nomignolo Dago con Spia, la rubrica che tenevo sull’Espresso. Mi sento un po’ Tacito, un po’ portineria elettronica. Tagliare i panni addosso agli altri è forse l’ultima trincea del libero pensiero, sostenevano Fruttero e Lucentini. Il gossip è una risorsa strategica della politica. Dalla Recherche di Marcel Proust a Monica Lewinsky, passando per il Watergate, è tutto un pettegolezzo».
Il cerimoniale della Repubblica suddivide le cariche in 7 categorie e 121 classi. Dopo il capo dello Stato, vengono cardinali, presidente del Senato, presidente della Camera, presidente del Consiglio dei ministri. Perché un porporato conta più del Parlamento e del governo?
«Non lo sapevo. Molti sottovalutano il potere di Santa Madre Chiesa. Lo scoprii nel 1999, quando mi preparavo a lanciare Dagospia e fui ricevuto in Vaticano da un tizio che costruiva i siti per tutte le diocesi del mondo. Le pare che una struttura così, salda da 2 mila anni, si faccia scalfire dalle chiacchiere dei giornali? Io sono fortunato, ho sempre avuto fede. Un prete pedofilo non mi turba. A Roma abbiamo avuto papa Borgia, si figuri».
Quanto conta Sergio Mattarella?
«Tantissimo. Il potere invisibile coltiva la virtù del silenzio. Infatti l’ho ribattezzato la Mummia sicula, anche se al Colle dispiace. Lei ha mai letto un’intervista con Enrico Cuccia? Se il capo di Mediobanca avesse parlato, sarebbe stata la sua fine».
Papa Francesco rilascia un’intervista al mese.
«Fa i dispetti a Paolo Ruffini e Andrea Tornielli, i capi della comunicazione vaticana. Ma è l’unico al mondo che ha avuto il coraggio di dire che l’Ucraina, senza aiuti, soccomberà nel giro di un mese, quindi non le resta che trattare con la Russia».
Sarà lo Spirito Santo o il potere a scegliere il prossimo pontefice?
«Io spero che venga eletto Matteo Maria Zuppi».
Nel 2010 riteneva che gli italiani più potenti fossero Gianni Agnelli e Maurizio Costanzo. Oggi?
«Siamo indebitati fino al collo. Il potere ce l’ha la nostra creditrice, l’Unione europea. E scopriamo che l’Avvocato è stato il più grande evasore fiscale di questo Paese, ecco che cosa resta del suo mito».
Come mai non prende sul serio Giorgia Meloni?
«Draghi di qua, Draghi di là... All’inizio le avevo dato fiducia: l’ho chiamata la Draghetta. Quelli sopra di lei speravano che diventasse una democristiana, che creasse un vero partito conservatore. Invece è stata colta dalla sindrome di Carlito’s way ,ha presente? Al Pacino esce dal carcere, vuol cambiare vita, ma il passato lo trapassa: arrivano le cambiali da pagare e resta incastrato.
Meloni s’è sentita dire dallo zoccolo duro del Msi: “Ahò, siamo stati per mezzo secolo nelle fogne, ora ci prendiamo ciò che è nostro”. E lei, che non si fida di nessuno, ha trovato nei vecchi sodali della sezione Colle Oppio la sua sicurezza. È diventata la Ducetta. Ha scambiato l’autorevolezza con l’autoritarismo».
«Pipparoli», «smanaccioni», «twittaroli»: maltratta gli internauti con nomignoli urticanti.
«Ma no, è che allungano la mano perché non riescono ad allungare altro. Che cos’è in fin dei conti l’erotismo? Un racconto per chi legge, vedi Le mille e una notte .Eil Decameron del Boccaccio».
Da 1 a 10, quanto potere ha Instagram?
«Dieci».
E TikTok?
«Non lo conosco, lo vedo poco. Tutti i social, da Facebook a X, appartengono alla tragedia dell’essere umano. Siamo d’accordo sul fatto che Aristotele e Platone erano un po’ più acculturati di Matteo Salvini? Ebbene, perché i Greci crearono la filosofia, il teatro, le arti, l’Olimpo, Zeus, Venere, cioè un mondo parallelo?
E noi perché abbiamo inventato il cinema e la tv? Perché quando ci guardiamo allo specchio non ci piace ciò che appare, vediamo l’insoddisfazione più totale. Internet appaga le attese e le pretese dell’uomo. Se lei deve scegliere una sua foto, selezionerà quella in cui ha l’aspetto più seducente. Siamo tutti influencer».
Vanità delle vanità. Gran brutta malattia.
«La disperazione che vedo in giro nasce dal fatto che non esistono più né idee né ideali né ideologie: abbiamo solo noi stessi. Il corpo è il display per mostrare agli altri non ciò che siamo, ma ciò che vorremmo essere. Sparita la realtà, siamo diventati una fiction. Con questa ferraglia che ho addosso io comunico al mondo che avrei voluto essere Keith Richards, il chitarrista dei Rolling Stones. Purtroppo non avevo lo stesso talento».
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zabahronz · 2 months
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Se mi lasci non lo postare
Ritrovarsi di nuovo a parlare di Chiara Ferragni e in particolare della sua presunta separazione dal marito Federico Leonardo Lucia (meglio conosciuto come Fedez) mi è sembrato un pò inaspettato. Certo, mi aspettavo di rivedere l'influencer più conosciuta d'Italia nei miei post, ma devo ammettere non così presto. Se questa notizia sia lo scoop dell'anno di Dagospia o un buco nell'acqua potrà dircelo solo il tempo (e la stessa Ferragni quando sarà ospite da Fabio Fazio), ma approfitto di questa notizia per parlare di un argomento strettamente collegato ad esso.
Ciò che la coppia più seguita d'Italia ha sempre fatto trasparire nei suoi post e nelle sue storie è la vita perfetta: marito e moglie felicemente innamorati, due splendidi bambini, due carriere più che avviate, una casa da sogno e frequenti viaggi e vacanze in prima classe. Una vita fin troppo perfetta, perché infatti è una menzogna. Dietro i profili Instagram dei Ferragnez si nascondono due persone comuni, con le loro debolezze e i loro problemi: era inevitabile che lo scandalo pandorogate avrebbe irrimediabilmente eroso il loro rapporto.
Ciononostante devo muovere una critica ai nostri due protagonisti: il vostro mettere in piena vista le vostre vicissitudini, nel bene e nel male, vi ha solo ostacolato. Ma da un lato è qualcosa di cui la società odierna è colpevole nel suo collettivo, quindi mi azzardo a dire che i Ferragnez sono la piena rappresentazione di una società a cui piace apparire e essere apparente. Un apparenza che ci porta a diventare ciò che veramente non siamo. La vita è come un teatro i cui protagonisti sono attori, diceva Erwing Goffman, e personalmente non posso che esserne d'accordo.
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stranotizie · 2 months
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Fabio Fazio domenica prossima ospiterà Chiara Ferragni per quella che sarà a tutti gli effetti la seconda intervista rilasciata dall’imprenditrice dopo lo scandalo Balocco. La prima è quella che ha rilasciato ieri (a sorpresa) fra le pagine del Corriere al grido di “sono stata zitta troppo tempo, ora parlo“. Se al CorSera ha parlato esclusivamente dello scandalo Balocco e in generale della beneficenza, da Fabio Fazio affronterà l’altro tasto dolente: la separazione da Fedez. “L’amore tra Chiara e Fedez è nato da Fazio e si chiuderà da Fazio” – le parole di Dagospia – “Il 3 marzo l’influencer sarà a Che Tempo Che Fa per confermare il dago-scoop sulla fine del matrimonio con il rapper. Nell’estate 2016, fu Fedez ad andare da Fabio e mostrare un cuore, mentre cantava un verso della canzone-tormentone “Vorrei ma non Posto”, in cui prendeva in giro Chiara. Era stata proprio quella strofa, poco prima, a farli conoscere. Nel giro di qualche mese arrivò la proposta di matrimonio in diretta tv. Poi le nozze, la fama, i figli e i problemi degli ultimi tempi, tra lingue in bocca, malattia e pandori, il servizio fotografico senza vestiti, la foto rivelatrice pubblicata da “Chi” e i dubbi di media e follower nei primi tempi”. Fazio-Ferragni, Dagospia insinua: “A lui sai che gliene frega, voleva rimandare” Ma Dagospia proprio qualche ora fa ha pubblicato un’altra flash news a riguardo svelando un curioso retroscena: Fabio Fazio, al contrario di quanto si credeva, non ha fatto i salti di gioia in merito a questa intervista. “FLASH! – COME MAI L’INTERVISTA DI CHIARA FERRAGNI DA FABIO FAZIO ANDRÀ IN ONDA DOMENICA 3 MARZO E NON DOMANI?” – si legge sul sito di D’Agostino – “DALL’ALTO SUO SNOBBISMO RADICAL-CHIC, FABIOLO L’HA TRATTATA COME UNA SGUATTERA DEL GUATEMALA: VOLEVA ADDIRITTURA RIMANDARE IL SUO BLA-BLA AL SEMOLINO AL 10 MARZO – SAI CHE GLIENE FREGA DI UNA FERRAGNI TRASH-ENDENTE, LUI INTERVISTA IL PAPA, MACRON, I GRANDI ATTORI E SCRITTORI. E DOMANI HA NIENTEMENO NAOMI CAMPBELL IN STUDIO…”. Intervista di Chiara Ferragni al Corriere: “Sono stata zitta troppo tempo, ora parlo!” https://t.co/tk8vALF080 — BICCY.IT (@BITCHYFit) February 24, 2024 Fonte
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Ferragnez game over: è rottura tra Chiara Ferragni e Fedez
Ascolta la versione audio dell’articolo Adesso toccherà scindere il termine Ferragnez, parolina magica vidimata persino dalla Treccani che per oltre cinque anni ha luccicato sulle nostre grigie esistenze: Fedez e Chiara Ferragni si sono lasciati. L’ha scritto Dagospia, un’autorità in materia di coppie che scoppiano (vedi il precedente Totti-Ilary), e lo confermano in tanti: il rapper da domenica…
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