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#CARLO BORDONI
fabiansteinhauer · 10 months
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Von wem sind die Schuhe?
Vom wem die Strümpfe? Das sind so Fragen, die, weil sie sich in Schichten und an Schichten stellen, archäologisch und genealogisch angegangen werden sollten.
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tonisemitoni · 11 months
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Un bel concerto di canto nel cortile di Palazzo d'Accursio
Ieri pomeriggio, chi avesse varcato il portone di palazzo d’Accursio, sede dal 1336 del governo della città di Bologna dal secolo XIV, lasciando il bailamme di piazza Maggiore, sarebbe entrato in un’oasi di pace creata dal piacevole concerto di brani lirici eseguiti congiuntamente dalla Corale Vincenzo Bellini di Budrio e dalla Corale Quadrivium di Medicina, diretti dalla maestra Paola Del Verme,…
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calledeitaca · 1 year
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«La sociedad líquida» (Umberto Eco)
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La idea de modernidad o sociedad líquida se debe, como es conocido, a Zygmunt Bauman. Para aquellos que quieran entender las diversas implicaciones de este concepto les puede ser útil Estado de crisis (Paidós, Barcelona, 2016), en donde Bauman y Carlo Bordoni discuten de éste y otros problemas.
La sociedad líquida comienza a delinearse con esa corriente llamada postmoderna (por otra parte, término paraguas bajo el cual se apiñan diversos fenómenos, desde arquitectura hasta filosofía y literatura, y no siempre de una manera coherente). El postmodernismo marcaba la crisis de las grandes narraciones que consideraban poder sobreponerle al mundo un modelo de orden; dedicado a una revisitación lúdica o irónica del pasado, en diversos modos se ha traspuesto con las pulsiones nihilistas. Pero para Bordoni también el postmodernismo se encuentra en fase decreciente. De carácter temporal, hemos pasado a través de él sin darnos cuenta y un día será estudiado como el pre–romanticismo que servía para señalar un acontecimiento en curso, simbolizando una especie de transbordador que llevaba de la modernidad hasta un presente todavía sin nombre.
Para Bauman, entre las características de este presente en estado naciente se puede contar la crisis del Estado (¿qué libertad de decisión le queda a los Estados nacionales ante los poderes de las fuerzas supranacionales?). Desaparece una entidad que le garantizaba a los individuos la posibilidad de resolver de manera homogénea los diversos problemas de nuestro tiempo, y con su crisis se ha perfilado la crisis de las ideologías y, por lo tanto, de los partidos, y en general de toda apelación a una comunidad de valores que le permitía al individuo sentirse parte de algo que sabía interpretar sus necesidades.
Con la crisis del concepto de comunidad emerge un individualismo desenfrenado: ya nadie puede ser considerado compañero de ruta, sino enemigo de cada uno de los otros, de los cuales hay que tener mucho cuidado. Este subjetivismo ha minado las bases de la modernidad, la hizo frágil, creándose una situación en la que, a falta de cualquier punto de referencia, todo se disuelve en una especie de liquidez. Se pierde la certeza del Derecho (la magistratura es vista como enemiga) y las únicas salidas para el individuo sin puntos de referencia son, por un lado, la apariencia a toda costa, la apariencia y el consumismo como valor (fenómenos de los cuales a menudo me he ocupado en los artículos de mi columna «La Bustina di Minerva»). Sin embargo, se trata de un consumismo que no busca poseer objetos de deseo con los cuales quedarse satisfechos, sino que de inmediato los vuelve obsoletos, y el individuo pasa de un consumo a otro en una suerte de bulimia sin objetivo (el nuevo teléfono celular nos ofrece muy pocas ventajas respecto al viejo, pero el viejo lo desechamos como chatarra para participar en esta orgía del deseo).
Crisis de las ideologías y de los partidos: alguien ha dicho que estos últimos ya son taxis en los que se sube un cabecilla o capo mafioso que controla los votos, escogiéndolos con desfachatez de acuerdo a las oportunidades que le permiten —y esto hace comprensibles y hasta honestos a los oportunistas que cambian constantemente de partido—. No solamente los individuos, sino la sociedad misma, viven en un continuo proceso de precarización.
¿Qué puede sustituir a esta licuefacción? Todavía no lo sabemos y este interregno durará bastante tiempo. Bauman observa cómo (terminada la fe en una salvación proveniente de lo alto, del Estado o de la revolución) es típico del interregno el movimiento de indignación. Estos movimientos saben qué es lo que no quieren pero no qué quieren. Y quisiera recordar que uno de los problemas planteados por los responsables del orden público a propósito de los «bloques negros» es que nunca se logra etiquetarlos, como sucedía con los anarquistas, con los fascistas, con las Brigadas Rojas. Ellos actúan, pero nadie sabe cuándo y en qué dirección. Ni siquiera ellos.
¿Existe una manera de sobrevivir a la liquidez? Existe, y es precisamente darse cuenta que se vive en una sociedad líquida que requiere, para ser entendida y acaso superada, nuevos instrumentos. Pero el problema es que la política y en gran parte la intelligentsia todavía no ha comprendido el alcance del fenómeno. Bauman sigue siendo, por ahora, una vox clamantis in deserto.
Traducción: María Teresa Meneses Fuente: Milenio
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sounds-right · 1 year
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Ratamacue, Storia di arte per voce e batteria al No'hma - Milano
Prosegue la Rassegna Armonie e Suoni di No'hma - Milano, con un nuovo appuntamento in doppia data: mercoledì 22 e giovedì 23 marzo va in scena Ratamacue, Storia di arte per voce e batteria, con Phil Mer e Carlo Vanoni. 
Ratamacue è uno spettacolo che si regge sul tempo e sul ritmo: il tempo è quello attraversato dalla storia dell'arte; il ritmo è quello della batteria, co-protagonista della narrazione dello storico dell'arte Carlo Vanoni - da cui il titolo, Ratamacue, che è un rudimento per lo studio del tamburo. Due linguaggi a confronto, l'arte e la musica, diversi ma non troppo, a condurre insieme lo spettatore in un viaggio nell'arte, da Giotto a Yves Klein. La batteria dialoga con la parola, creando di volta in volta atmosfere in perfetta sintonia con le immagini proiettate sullo schermo.
La collaborazione tra Vanoni e Mer in Ratamacue parte da un presupposto: l'arte può essere spiegata, ma va soprattutto "ascoltata". Questa "sinestesia teatrale" è la stessa che caratterizza molta della programmazione di No'hma, in cui linguaggi e codici artistici differenti si mescolano per dare forma a un palinsesto in grado di raggiungere i pubblici più differenti grazie all'eterogeneità dell'offerta.
Phil Mer è protagonista indiscusso della batteria nella musica italiana, capace di passare dalle raffinate riletture in chiave jazz ai più frequentati palcoscenici pop (ha collaborato, fra gli altri con Pooh, Pino Daniele, Malika Ajane). Carlo Vanoni, storico dell'arte, collabora con varie gallerie d'arte e curatore di mostre. Ha portato in teatro spettacoli di successo, ed è spesso ospite di trasmissioni radiofoniche e televisive. 
L'ingresso sarà come sempre gratuito previa prenotazione obbligatoria, effettuabile sul sito Eventbrite oppure mandando una mail a [email protected] o ancora contattando il numero 0245485085. Lo spettacolo sarà trasmesso in streaming sui canali del Teatro.
RATAMACUE 
Storia di arte per voce e batteria
di Carlo Vanoni
liberamente ispirato a Io sono il cambiamento - storia di arte
musiche di Phil Mer
regia di Marco Rampoldi
video di Vertov - realizzati da Luca Condorelli
riprese aeree Marco Russo - elementi scenici Mattia Bordoni
assistente alla regia Luca Corbani 
assistenza tecnica Ivan Azzetti
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tarditardi · 1 year
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Ratamacue, Storia di arte per voce e batteria al No'hma - Milano
Prosegue la Rassegna Armonie e Suoni di No'hma - Milano, con un nuovo appuntamento in doppia data: mercoledì 22 e giovedì 23 marzo va in scena Ratamacue, Storia di arte per voce e batteria, con Phil Mer e Carlo Vanoni. 
Ratamacue è uno spettacolo che si regge sul tempo e sul ritmo: il tempo è quello attraversato dalla storia dell'arte; il ritmo è quello della batteria, co-protagonista della narrazione dello storico dell'arte Carlo Vanoni - da cui il titolo, Ratamacue, che è un rudimento per lo studio del tamburo. Due linguaggi a confronto, l'arte e la musica, diversi ma non troppo, a condurre insieme lo spettatore in un viaggio nell'arte, da Giotto a Yves Klein. La batteria dialoga con la parola, creando di volta in volta atmosfere in perfetta sintonia con le immagini proiettate sullo schermo.
La collaborazione tra Vanoni e Mer in Ratamacue parte da un presupposto: l'arte può essere spiegata, ma va soprattutto "ascoltata". Questa "sinestesia teatrale" è la stessa che caratterizza molta della programmazione di No'hma, in cui linguaggi e codici artistici differenti si mescolano per dare forma a un palinsesto in grado di raggiungere i pubblici più differenti grazie all'eterogeneità dell'offerta.
Phil Mer è protagonista indiscusso della batteria nella musica italiana, capace di passare dalle raffinate riletture in chiave jazz ai più frequentati palcoscenici pop (ha collaborato, fra gli altri con Pooh, Pino Daniele, Malika Ajane). Carlo Vanoni, storico dell'arte, collabora con varie gallerie d'arte e curatore di mostre. Ha portato in teatro spettacoli di successo, ed è spesso ospite di trasmissioni radiofoniche e televisive. 
L'ingresso sarà come sempre gratuito previa prenotazione obbligatoria, effettuabile sul sito Eventbrite oppure mandando una mail a [email protected] o ancora contattando il numero 0245485085. Lo spettacolo sarà trasmesso in streaming sui canali del Teatro.
RATAMACUE 
Storia di arte per voce e batteria
di Carlo Vanoni
liberamente ispirato a Io sono il cambiamento - storia di arte
musiche di Phil Mer
regia di Marco Rampoldi
video di Vertov - realizzati da Luca Condorelli
riprese aeree Marco Russo - elementi scenici Mattia Bordoni
assistente alla regia Luca Corbani 
assistenza tecnica Ivan Azzetti
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garadinervi · 4 years
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Augusto Garau, in Arte Concreta. 24 litografie originali: Afro, Bombelli, Bordoni, Dorfles, Fontana, Garau, Huber, Mazzon, Monnet, Munari, Soldati, Veronesi, Text by Giulio Carlo Argan, Salto Editore, Milano, 1949, Edition of 250 copies numbered and signed
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ventocaldodellest · 3 years
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L’«habitus» per stare nel mondo
di CARLO BORDONI
Normalmente si tende a confondere l’etica con la morale, come se si trattasse di due sinonimi per lo stesso concetto. Michel Foucault ci ha messi in guardia da questa facile identificazione, che fa perdere di vista la differenza tra un carattere costitutivo della comunità e il giudizio che ne deriva. Ci troviamo di fronte alle due componenti dell’anima aristotelica, quella «alogica», del carattere irriflesso (l’ethos), e quella invece «logica» (il logos), propria del pensiero razionale.
Se infatti etica è l’insieme dei convincimenti condivisi da una società, che formano il carattere della persona, il suo modo di essere è irriflesso e quindi, nelle parole di Aristotele, è «a-logon», senza logos; avviene cioè prima dell’intervento del pensiero razionale. Pertanto il giudizio morale è un «pre-giudizio», comporta una valutazione acritica sulla base di una verità non provata.
In sostanza l’etica ha la dignità di una disposizione dell’essere e contribuisce a formare la sua personalità, mentre la morale è il giudizio espresso sulla base di quelle convinzioni, in assenza di ogni discernimento, ovvero senza l’intervento moderatore dell’intelletto.
Come se chi esprime un giudizio morale lo facesse applicando i termini del suo carattere personale al comportamento altrui e quindi rendendolo assoluto. Invece l’etica è l’equilibrio che si viene a formare nel rapporto tra l’individuo e la società in cui vive; tra ciò che la società si aspetta dal singolo, dal suo comportamento e dalle sue azioni, e ciò che il singolo percepisce di sé. Fa parte del processo di individuazione, ma proprio per questo, non può essere esteso né preteso. Quando ciò avviene è una forzatura, una forma di violenza psicologica e di illibertà.
Il giudizio morale, infatti, ha valore solo quando riguarda sé stessi e si fa regolatore del proprio carattere; serve ad approvare o a disapprovare il proprio operato o i propri pensieri. Usarlo per valutare eticamente le scelte altrui è dunque un «pre-giudizio» basato sulla propria relativa concezione del bene e del male, del giusto e dell’errato.
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opera-ghosts · 4 years
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Faustina Bordoni (30 March 1697 – 4 November 1781) was an Italian mezzo-sopranoMade her operatic debut at Venice in 1716 in Carlo Francesco Pollarolo's Ariodante, singing in her home city until 1725 in operas by Albinoni, the Gasparini brothers, Giacomelli, Leonardo Leo, Giuseppe Maria Orlandini, the Pollarolos, father and son, and Leonardo Vinci, amongst others. In 1718 and 1719 in Venice she sang alongside Francesca Cuzzoni, later to become her great rival. During this period she also performed several times at Reggio nell'Emilia, Naples and Parma, and at least once in Milan, Modena and Florence. After her German début in 1723, singing in  Pietro Torri's Griselda at Munich, she was a great favourite north of the Alps during the 1720s, also enjoying great success in Vienna (1725–26). Her nickname was the "new siren", and she was commonly known simply as "Faustina". Her London début, as Rossane in Handel's Alessandro, took place on 5 May 1726, alongside Senesino and Cuzzoni. During the next two seasons she created four more Handel roles: Alceste in Admeto and Pulcheria in Riccardo Primo (both 1727), and Emira in Siroe and Elisa in Tolomeo (1728). She also sang in a revival of Radamisto, and in operas by Ariosti and Giovanni Bononcini. In a performance of the latter's Astianatte on 6 June 1727, a riot broke out in the audience between her followers and those of her 'rival' Cuzzoni in the King's Theatre, Haymarket,  in front of Caroline, Princess of Wales. This furore seized the public imagination and a great deal of journalistic exaggeration  – the pamphleteer John Arbuthnot published "The DEVIL to pay at St. JAMES's: Or A full and true ACCOUNT of a most horrid and bloody BATTLE between Madam FAUSTINA and Madam CUZZONI", in which he lambasted the two ladies: "TWO of a Trade seldom or ever agree … But who would have thought the Infection should reach the Hay-market and inspire Two Singing Ladies to pull each other's Coiffs, to the no small Disquiet of the Directors, who (God help them) have enough to do to keep Peace and Quietness between them. … I shall not determine who is the Aggressor, but take the surer Side, and wisely pronounce them both in Fault; for it is certainly an apparent Shame that two such well bred Ladies should call Bitch and Whore, should scold and fight like any Billingsgates." Recent research has shown, however, that it was the singers' supporters who were behaving badly, rather than the singers themselves, who had worked together before in Italy and continued to work together for the Royal Academy until the directors were forced to dissolve it in 1728 owing to mounting debts.The composer Quantz gave a description of Bordoni's qualities, as given to Charles Burney: Faustina had a mezzo-soprano voice, that was less clear than penetrating. Her compass now was only from B flat to G in alt; but after this time she extended its limits downward. She possessed what the Italians call un cantar granito; her execution was articulate and brilliant. She had a fluent tongue for pronouncing words rapidly and distinctly, and a flexible throat for divisions, with so beautiful a shake that she put it in motion upon short notice, just when she would. The passages might be smooth, or by leaps, or consisting of iterations of the same note; their execution was equally easy to her as to any instrument whatever. She was, doubtless, the first who introduced with success a swift repetition of the same note. She sang adagios with great passion and expression, but was not equally successful if such deep sorrow were to be impressed on the hearer as might require dragging, sliding, or notes of syncopation and tempo rubato. She had a very happy memory in arbitrary changes and embellishments, and a clear and quick judgment in giving to words their full value and expression. In her action she was very happy; and as her performance possessed that flexibility of muscles and face-play which constitute expression, she succeeded equally well in furious, tender, and amorous parts. In short, she was born for singing and acting.Burney himself remarked on the strength of the note E (E5) in her voice, and it is worth noting that half of the arias written for her by Handel are in E or A (minor or major), keys which could give this note particular prominence.
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paoloferrario · 2 years
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Che guaio un popolo di analfabeti grafici, di Carlo Bordoni, in Corriere della Sera / La Lettura, 8 maggio 2022. Recensione di: Lorenzo Pregliasco, Benedetti sondaggi. Legegre i dati, capire il presente, Add editore, 2022
Che guaio un popolo di analfabeti grafici, di Carlo Bordoni, in Corriere della Sera / La Lettura, 8 maggio 2022. Recensione di: Lorenzo Pregliasco, Benedetti sondaggi. Legegre i dati, capire il presente, Add editore, 2022
letto in edizione cartacea cerca in: https://www.corriere.it/la-lettura/
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CALIFICACIÓN PERSONAL: 7.5 / 10
Título Original: Bolishopping
Año: 2014
Duración: 90 min
País: Argentina
Director: Pablo Stigliani
Guion: Pablo Stigliani
Música: Sergio Korin
Fotografía: Sebastián Aramayo
Reparto: Arturo Goetz, Juan Carlos Aduviri, Rafael Ferro, Olívia Torres, Hector Bordoni, Celeste Salazar
Productora: Stigliani Mouriño Cine, INCAA
Género: Drama
https://www.imdb.com/title/tt4052768/
TRAILER:
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fabiansteinhauer · 11 months
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Komödie
Komödie ist dasjenige Drama, das von Leuten handelt. Sie handelt von denen, von denen immer etwas absteht, zum Beispiel Haare, Fäden, Ohren oder Schnürsenkel. In der Komödie sprechen die Leute abschweifend, dort spricht man keine Hochsprache, man spricht dort Dialekt, in Tönen, die für nichts ganz, nicht ganz gerade stehen. Man spricht dort Hessisch oder Kanack oder sagt wenigstens mal oi wey. Die Komödie steht den Leuten nicht, lässt sie lächerlich erscheinen. Sie steht den Leuten ab. In der Komödie tauchen Abstehende und eingebildete Kranke, also Abgestandene auf. Komische Leute: eine Tautologie, die einschließt, widersprüchlich zu sein.
In der Komödie sind alle Seiten falsch und am Ende ist alles zerstiebt, zersteubt (alles andere bestäubt oder verstaubt), alles zerstoben. Die talentiertesten Melancholiker fühlen sich in der Komödie am wohlsten. Da schunkelt es so. Hat einer immer noch keinen Witz, kann seine Melancholie so doll nicht sein. Die Kömödie zerstreut nichts, was nicht zerstreut wäre; sie expliziert Zerstreuung, die spätestens seit Blaise Pascal zu den Kültürtechniken der Souveränität gehört (auch oder weil die Leute, das Personal der Komödie, gerade nicht souverän sind).
Larry David ist Komödiant. Die oben abgebildete Passage ist eine Referenz. Sie ist eine Referenz zu etwas und an etwas. Sie ist Referenz an Martin Heideggers Text über den Ursprung des Kunstwerkes, an eine Replik von Meyer Shapiro, an Jacques Derridas Text Restitutionen/ von der Wahrheit nach Maß und an Carlo Bordonis Heidegger und ein Paar Schuhe. Spätestens jetzt ist diese Passage eine Referenz, die an diesen Texten hängt, weil sie mit diesen Texten assoziiert ist. Die Passage formuliert die Frage nach dem Eignen, nach dem Eigenen, nach dem Eigentum und nach dem Eigentümlichen als Frage danach, wem (die) Schuhe gehören. Larry David ist ein Mime, er stellt in dieser Passage Larry David nach.
Klingt alles erfunden, ist es auch, ändert aber kein Fitzelchen an dem, was daran wahr und real ist. David braucht Schuhe und findet welche in einem Haufen. Diese Schuhe werden nicht mehr als das gebraucht, als das die hergestellt wurden. Ihren eigentliche Sinn und ihre eigentliche Funktion wird in dem haufen nicht wahrgenommen. In dem Haufen erinnern sie an den Holocaust oder die Shoa, dafür sind Schuhe eigentlich nicht gemacht. Also nimmt David ein Paar aus dem Haufen. Ohne Aneignung eignet sich wenig, nicht die Komödie, nicht, wenn sie anfangen will, dann muss auch die Eignung anfangen.
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congnghemang · 4 years
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Tin Công Giáo Hoàn Vũ 21.10.2020
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1. Việc tôn kính ngôi mộ của Chân phước Carlo Acutis phải kéo dài ra vì những người hành hương đổ về Assisi đông quá 2. Phó Tổng thống Mike Pence bác bỏ những người chỉ trích nhắm vào ứng viên Tòa án tối cao Amy Coney Barrett 3. Phó tổng thống Pence giải thích việc đề cử Thẩm phán Amy Coney Barrett của Tổng thống Trump +++++
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Ngày 27 tháng 8 năm 2020 tân Đại sứ của Australia tại Tòa thánh đã đệ trình thư ủy nhiệm lên ĐTC Phanxicô. Cô đã phát biểu với Đài phát thanh Vatican về niềm hy vọng và tầm nhìn của cô về vai trò này. (Tin Vatican - Linda Bordoni) Cô Chiara Porro, tân đại sứ là một người trẻ linh hoạt, năm nay cô mới 36 tuổi, cô vui mừng được Đức Thánh Cha Phanxicô tiếp kiến, một cuộc tiếp kiến riêng sau nhiều tháng cách ly vì đại dịch coronavirus. Khi được hỏi đâu là những ưu tiên của cô trong nhiệm vụ nuôi dưỡng và củng cố mối quan hệ song phương giữa Tòa thánh và Australia, cô cho hay: “Thật khó để đặt ra bất kỳ ưu tiên nào mà không nghĩ đến bối cảnh của cơn đại dịch đã và đang ảnh hưởng đến mọi khía cạnh của cuộc sống chúng ta”. Đại sứ Porro, được đào tạo chuyên ngành ngoại giao và đã nắm giữ nhiều chức vụ quan trọng như đại sứ thường trú duy nhất của khu vực Thái Bình Dương tại Tòa thánh. Cô tin rằng nước Úc có nhiều đóng góp trong việc chống lại coronavirus toàn cầu, và cô nói, đây là một trong những ưu tiên hàng đầu của cô, khi cô bắt đầu “đảm nhận trọng trách làm việc cạnh Tòa Thánh”. Cô cũng đề cập đến những khủng hoảng mà Australia đã nhanh chóng đáp ứng lại những nhu cầu cấp bách cho những người nghèo khổ qua các chương trình nhân đạo... Cô chia sẻ: “Bạn có thể tưởng tượng, các đảo quốc nhỏ bé ở Thái Bình Dương phải phụ thuộc rất nhiều vào nguồn cung cấp từ bên ngoài, và với các hoạt động du lịch, nhu cầu thực phẩm, thuốc men thực sự là rất lớn, chính phủ Úc đã đầu tư rất nhiều nguồn lực vào lãnh vực này, như cung cấp và đào tạo các nhân viên y tế, cũng như làm việc với tất cả các quốc gia trong khu vực bị ảnh hưởng vì bị hạn chế đi lại. +++++
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1. Đức Thánh Cha Phanxicô bổ nhiệm em của Sơ Deirdre Byrne làm giám mục Springfield, Massachusetts 2. Tiểu sử Đức Tân Giám Mục William Byrne 3. Thêm bảy Vệ binh Thụy Sĩ của Vatican xét nghiệm dương tính với coronavirus
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elcorreografico · 5 years
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Vidal pasó por localidades del sur y sudoeste bonaerense
@mariuvidal pasó por localidades del sur y sudoeste bonaerense @BAProvincia
La gobernadora de la provincia de Buenos Aires, María Eugenia Vidal, aseguró que “la gente espera que le demos respuestas concretas” al visitar la ciudad de Médanos, en el partido bonaerense de Villarino, donde recorrió las obras de un nuevo polideportivo.
“El secreto es primero trabajar en equipo con los intendentes, no importa de qué espacio político sean. Las elecciones duran tres meses, y los…
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sprezzaturaeglosas · 7 years
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Fruits mûrs et moins mûrs de Glossa
Années après années, le label espagnol Glossa continue d’ajouter à son catalogue des réalisations parmi les plus intéressantes et sur lesquelles il faut s’arrêter régulièrement. Contrairement aux disques mis en avant ici précédemment, les résultats s’avèrent radicalement différents pour chacune de ces trois nouveautés faisant la part belle au monde de l’opéra.

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Ce n’est pas la première fois que l’opéra ballet  — et non une commedia per musica comme indiquée — La liberazione di Ruggiero dall’isola di Alcina de Francesca Caccini (1587-1640) est enregistré mais rien jusqu’à présent n’avait fait chavirer les coeurs, si ce n’est ce que Gabriel Garrido en fit en concert durant l’année 2002. Sur papier, cette captation tombe donc à point nommé et ne peut que rendre justice à ce qui est avant tout le premier opéra composé par une femme, le premier opéra sur Alcina et le premier opéra italien représenté à l’étranger (Varsovie, 1628).
Hélas, c’est avec un sentiment mitigé que l’on quitte le disque, partagé entre la conviction absolue que la musique est d’une richesse inouïe et la déception d’une direction suivie d’un casting desquels l’on pouvait légitimement s’attendre à mieux. Dès le départ, le manque de contrastes est criant et les chanteurs ne semblent dès lors pas aider à surmonter cet obstacle. L’Alcina d’Elena Biscuola et le Ruggiero de Mauro Borgioni manquent tous deux de caractère et le sort paraît s’acharner encore plus sur les petits rôles. En vérité, les idées les plus intéressantes et les personnages qui revêtent un peu de chair émanent des interventions d’Emanuela Galli et de Francesca Lombardi Mazzulli. Ensuite, on s’interrogera sur la pertinence des improvisations à la percussion et du choix de certains ballets, peu en adéquation avec l’époque de Francesca Caccini (piste n°27 notamment). Enfin, si le disque se laisse écouter et constitue tout de même une trace pérenne de meilleure qualité que les tentatives précédentes, tout ceci donne le goût d’un rendez-vous manqué.

_______________ Francesca Caccini La liberazione di Ruggiero dall’isola di Alcina (Florence, 1625) Albastrina — La Pifarescha Elena Sartori, direction 2017 Glossa GCD 923902 __________
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En avril 2016, le chef György Vashegyi, son Orfeo Orchestra et son Purcell Choir donnaient à entendre de grands motets de Mondonville (1711-1772) fort remarqués par la critique. Moins d’un an plus tard, les hongrois s’attaquent à l’œuvre profane du même compositeur, jetant sous les projecteurs Isbé, pastorale héroïque donnée à Paris en 1742. Compositeur essentiellement apprécié pour le répertoire sacré et la musique instrumentale, Mondonville vécut avec Isbé un succès en demi-teinte, comparé au modèle de l’époque, Issé de Destouches, et au maître qu’était Rameau malgré une volonté évidente de différer de celui-ci. Pourtant, la partition témoigne d’une écriture sans cesse raffinée, où les trouvailles se situent tant dans les textures instrumentales que dans l’inventivité des récitatifs, loin de la tradition française.
Pour cette recréation, le pari est à la hauteur de la partition et il demeure sans aucun doute une des plus belles réalisations discographiques de ce début d’année 2017. Le chef hongrois dirige cette musique avec talent et peut compter sur des solistes qui partagent de réelles affinités avec le répertoire baroque français. Outre les habituels et excellents Alain Buet et Chantal Santon-Jeffery (admirable Venez Petits Oiseaux au premier acte, succès repris maintes fois à l’époque), il faut surtout souligner l’Isbé toute tragédienne de Katherine Watson (voyez l’air Laisse-moi soupirer, importune grandeur au quatrième acte), le beau Coridon de Reinoud Van Mechelen et surtout l’Adamas du baryton Thomas Dolié qui fait montre ici de toute l’étendue de son potentiel.
L’œuvre se termine sur un duo extrêmement touchant entre Isbé et Coridon, rehaussé par le choeur, et assène le coup de grâce: cette pastorale héroïque est une véritable réussite à mettre dans toutes les oreilles !
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Jean-Joseph Cassanéa de Mondonville Isbé Pastorale héroïque en cinq actes (Paris, 1742) Purcell choir Orfeo Orchestra György Vashegyi, direction 2017 Glossa GCD 924001 (3 CD’s) _____________
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Chaque année, le label espagnol met à l’honneur la soprano italienne Roberta Invernizzi avec un récital. Non seulement cette année elle est à l’affiche de l’opéra Catone de Georg Friedrich Händel (1685-1759), enregistré avec les Auser Music de Carlo Ipata (Glossa GCD 923511), mais elle s’illustre aussi dans un disque solo consacré au même compositeur, mettant en valeur les reines et les princesses de Händel que sont Berenice, Cleopatra ou — nous y revenons — Alcina. De plus, les reines en question sont aussi ces prima donna pour lesquelles Händel a composé les airs regroupés dans le disque: Margherita Durastanti, Francesca Cuzzoni, Faustina Bordoni et Anna Maria del Pò.


Les extraits proposés sont tirés des opéras Lotario, Poro, Berenice, Giulio Cesare, Scipione, Alcina et Giustino. Et quand bien même l’on pourrait regretter un énième récital dédié au compositeur, un énième récital quelque peu « marketing », avec une pochette somme toute racoleuse où Roberta Invernizzi n’a jamais semblé aussi bien apprêtée, le chant développé tout au long du disque opère un charme indéniable sur l’auditeur. Roberta Invernizzi, à 50 ans passés, possède un organe vocal de première fraîcheur, agile et expressif, et n’a plus rien à prouver dans un répertoire qu’elle maitrise à la perfection, continuant d’être l’interprète idéale pour cette musique. Elle insuffle vie à chaque mot, contrecarrant ceux qui considèrent la musique de Händel comme mécanique et sans relief. Le bémol du disque ? L’accompagnement de l’Accademia Hermans dirigée du clavecin par Fabio Ciofini, à laquelle on peut justement regretter une certaine approche scolaire et une texture orchestrale maigre, aux antipodes des passions dont est constamment imprégnée la ligne vocale de la soprano (écoutez Se pieta di me non senti tiré de Giulio Cesare, piste 9). Une leçon de chant donc, à défaut d’une leçon de musique.
________________ Queens Handel Operas Arias Roberta Invernizzi, soprano Accademia Hermans Fabio Ciofini, direction 2017 Glossa GCD 922904 ____________
Ces disques peuvent être directement achetés via Glossa
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alejandroclviii · 3 years
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La modernidad remplazo la sustancia con la apariencia, y los valores con la participación.
Carlo Bordoni
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garadinervi · 4 years
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Luigi Veronesi, in Arte Concreta. 24 litografie originali: Afro, Bombelli, Bordoni, Dorfles, Fontana, Garau, Huber, Mazzon, Monnet, Munari, Soldati, Veronesi, Text by Giulio Carlo Argan, Salto Editore, Milano, 1949, Edition of 250 copies numbered and signed
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