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#è sconvolgente se ci penso
lesbicastagna · 1 year
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momento mio dio quanto sono fortunata posso studiare ciò che mi interessa posso vivere fuori da casa e mantenere un tenore di vita dignitoso senza lavorare 8 ore al giorno mio dio mio dio
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hermioneblk · 2 years
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by Tsugumi Ohba, Takeshi Obata
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I disegni sono favolosi Saiko mi ricorda molto Light ma per quanto riguarda la storia questa non mi colpisce per niente anzi… Sembra dettata dalla mancanza di idee come se uno che sta scrivendo un libro scrivesse un libro su qualcuno che sta scrivendo un libro… Ridondante?
Purtroppo Death Note è insuperabile, il lato negativo di chi riesce a creare un’opera d’arte del genere è che non riuscirà mai più non solo a superarsi ma neanche ad eguagliarsi a meno che non vada avanti all’infinito con la stessa storia… e a questo punto penso che sarebbe stato meglio.
Death Note aveva un’idea grandiosa e personaggi eccellenti una logica mozzafiato e anche una certa dose di criminalità che lo rendeva molto più intrigante e per adulti. Qui siamo alle prese con due ragazzini delle medie che tra l’altro ci mettono anche l’amore in mezzo… Cominciamo male, malissimo e temo che io mi fermo qui. Delusione totale, certo non mi aspettavo qualcosa all’altezza di Death Note ma qui siamo agli antipodi. Non c’è niente che mi genera una certa curiosità per la sorte dei due personaggi, devono fare un manga e allora? Nel frattempo sono innamorati di due ragazze… tra l’altro ci viene ripetutamente detto che le donne nella società hanno come unico compito sposarsi e se poi non hanno successo non fa niente. Molti commenti hanno puntualizzato infatti anche questa misoginia che effettivamente non è neanche latente ma mi era sfuggita per quanto ero rimasta sconvolta da questa trama frustrante.
Sono stata ad aspettare un colpo di scena per tutte le pagine invece non c’è stato altro che questa voglia di creare un manga ma per me non è sufficiente soprattutto perché come trama è stata poverissima, la storia dello zio Saiko era abbastanza elaborata ma per quanto il collegamento con il presente era creativo non basta, i personaggi non sono interessanti, anzi sono indigesti, tutti quanti tranne Saiko. Da una parte me lo aspettavo che non sarebbe successo niente di sconvolgente perché su Death Note successe tutto subito, il quaderno è caduto dall’alto all’inizio e chi legge rimane folgorato invece qui… Il nulla. Forse la parte più traumatica è stata la storia d’amore, quella proprio è insopportabile e di una banalità inaccettabile… ha tutta l’aria di essere un riempitivo, la storia di creare un manga non basta e allora ci mettiamo anche una storia d’amore. Mi può star bene che sono due studenti che vogliono fare i manga ma che ci mettono pure due ragazze da conquistare proprio no… Non ci siamo per niente, non solo noia ma soprattutto delusione, da questi due autori mi aspettavo molto di più, moltissimo e dunque una stella è data soprattutto in funzione del potenziale che hanno dimostrato di avere e che sembra hanno perso. La storia non è bruttissima ma penso che la maggior parte della gente la legge solo perché è attirata dai due autori. Forse era meglio che continuavano con Death Note. Io mi fermo qua, non vale sicuramente l’investimento di 60 €. Già …Facciamo un po’ di conti: un numero costa 2,99 €… Per fortuna che si tratta di un ebook ma sono in tutto 20 numeri quindi a conti fatti verrebbero quasi 60 €… Mi dispiace ma non lo faccio, mi fermo qui.
Una stella è data al formato digitale perché finalmente i manga così possono essere letti senza difficoltà altrimenti si andava sempre ad avere alcune vignette talmente tanto piccole che serviva la lente d’ingrandimento. Decisamente questo è il modo migliore per leggerli, ma serve una bella trama dunque niente contenuto ma bel contenitore… Che fregatura!
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arte-miss7 · 2 years
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Connessione
Prepotente quel giorno,
è sopravventa nella mia mente,
Che non sentivo più soltanto mia
Ma irrimediabilmente condivisa.
Non ci ho mai creduto,
Mai lo avevo sperimentato
Il colpo di fulmine,
che idiozia.
Eppure quel gioco di sguardi fu tutto
Tutto tranne che fulmineo,
Se ci penso ancora me lo sento,
Me lo sento addosso,
simile ad un vestito
Che se prima mi stava a pennello,
Ora lo sento lentamente scivolare via
Come se non mi fosse mai davvero appartenuto.
Lasciandomi nuda,
infreddolita
In tua presenza adoravo stare nuda,
Era estate
Faceva caldo.
Ora è autunno
Fa freddo
E io sono rimasta esposta
senza tutte le mura
che con tanta fatica avevo eretto
Per riuscire sopravvivere
senza quella paura,
Che mi vede nel futuro, priva di alcun affetto.
A volte mi chiedo cosa ne sia rimasto
di quella sconvolgente connessione
Forse è rimasta intrappolata
tra i libri impolverati della biblioteca,
O forse è stata soltanto una dolce illusione
Che nella mia mente è destinata a sfumare assieme al tuo ricordo.
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utente-null · 2 years
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a volte penso e rifletto e mi rendo conto di che merda sia il genere umano e di quanto sia assurdo che certe cose capitino così, bambini che scompaiono così dal nulla e che non vengono più ritrovati che non si sa che fine facciamo se vengano venduti a famiglie o come schiavi o fatti prostituire, sbirri e giornalisti ratti che lavorano di merda, pedofili, assassini, guerre per il potere e i soldi per del cazzo di gas o petrolio o stronzate tipo l'oro, per cose che alla fine non contano niente, e poi pezzi di merda che ammazzano gli animali per farsi gioielli o pellicce o borse, ce ma che cazzo è diocan ce è sconvolgente vero non è normale tutto ciò e tutte ste situazioni veramente io sono sconvolta e più ci penso più proprio non capisco come possano succedere ste cose così e come venga in mente alla gente di compiere ste azioni. siamo dei sottoevoluti del cazzo odio il genere umano a volte spero che esplodiamo tutti
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ispirata all'anon di un po' di tempo fa: moca è geloso di pessi, ma mamma chiello lo consola.
"Giorgio, se non fai qualcosa tu giuro che vado lì e gli distruggo quel cazzo di telefono."
Giorgio portò gli occhi al cielo, continuando a passarsi l'asciugamano attorno al collo per asciugarsi il sudore. Come sempre, le minacce di Leo erano più parole che altro. Sapeva benissimo anche lui che non l'avrebbe fatto davvero, ma ci teneva comunque a darsi l'aria di quello cattivo. "Leo, calmati, è normale."
Perché sì, in fondo Manuel era ancora solo un ragazzo, e struggersi in quel modo per problemi amorosi, non staccandosi un secondo dal proprio cellullare, nemmeno mentre era in spogliatoio e quasi tutti gli altri suoi compagni erano già belli che spogliati e diretti alle docce mentre lui era ancora lì seduto in tenuta d'allenamento, era normale.
Normale, ma problematico per la squadra.
"Quello ha la testa completamente altrove" ribattè Leo stizzito. "Se non si dà una svegliata rischia di andare male alla prossima partita, e questo è inaccettabile. Quindi o vai tu con le buone, o ci penso io con le cattive."
Giorgio sospirò. Era meglio evitare di fargli fare una sfuriata pubblica, quello era sicuro. Portò lo sguardo verso Manuel, seduto da solo, immobile, gli occhi fissi sul telefono come se stesse aspettando un comunicato di morte. Sì, Giorgio aveva decisamente bisogno di parlarci.
Gli si avvicinò - e allontanandosi da Leo lo sentì chiaramente borbottare qualcosa su primedonne bisognose di attenzioni - e gli si sedette accanto.
"Ehi, Manuel, tutto bene?" gli chiese, tentando di mantenersi sul vago per vedere quanto l'altro si sarebbe aperto a lui.
Manuel staccò gli occhi dal telefono per un secondo, sorpreso di vederlo, poi riabbassò lo sguardo e fece un verso che poteva dire tutto o niente, scrollando le spalle. Non aveva molta voglia di parlare, quindi. Giorgio addocchiò lo schermo: c'era la foto di Matteo, sorridente, che stava festeggiando con i suoi compagni l'ultima vittoria dell'Atalanta. Corrugò la fronte. Cosa c'era di così sconvolgente in quella foto?
"Manuel" lo chiamò dolcemente, poggiandogli una mano sulla spalla, "lo sai che se hai un problema - qualsiasi tipo di problema - puoi parlarmene, vero?"
E non lo diceva tanto per dire. Lui era il capitano, era compito suo prendersi cura dei suoi compagni, sia che avessero problemi in campo che fuori. Ma non era solo questo: l'esperienza degli Europei li aveva portati a legarsi in modo particolare, tutti loro, e ormai considerava Manuel come un suo fratello minore. Voleva davvero aiutarlo, ma prima Manuel doveva dirgli cosa gli passava per la testa.
L'altro annuì, ma rimase in silenzio. Giorgio non gli fece ulteriore pressione, lasciandogli i suoi tempi. Alla fine, Manuel parlò. "È Matteo."
E su quello c'erano stati ben pochi dubbi da parte sua. "Cosa è successo stavolta?" gli chiese, non riuscendo a trattenersi dall'aggiungere quel stavolta. Con Manuel, quando stava imbronciato così, c'entrava sempre Matteo, in un modo o nell'altro.
Manuel si corrucciò. "È che fa troppo lo scemo con quello, coso, Zappacosta. Non lo sopporto."
Giorgio sospirò. Ed ecco svelato il mistero. Era semplicemente geloso.
"Cos'ha fatto esattamente? Ci ha provato con lui?"
"No."
No? "E allora cosa ha fatto, scusa?"
Manuel si mordicchiò il labbro, indeciso, poi gli mostrò il cellulare. Era ancora la stessa foto di prima, e Giorgio continuava a non capire. Si concentrò su Matteo, e allora lo vide: aveva un braccio attorno al collo del compagno e lo stava guardando mentre sorrideva radioso. "Vedi?" fece Manuel, con una nota di isteria nella voce.
"Manuel" disse Giorgio, prendendosi del tempo per scegliere le parole da dire, "sta solo festeggiando con un proprio compagno di squadra. Lo fai anche tu, no?"
Manuel sembrò essere stato appena pugnalato alle spalle. Ritrasse subito il cellulare. "Lo so benissimo, non sono stupido" disse, per poi fermarsi.
"Però?" lo incalzò Giorgio.
"Però..." Tirò su col naso. "Però dovrei esserci io, lì, a festeggiare con lui. Non ce la faccio a stargli lontano, Giorgio."
La sua voce era tremante. Sembrava sul punto di piangere.
Giorgio gli portò un braccio attorno alle spalle e lo strinse a sé. Manuel era un tipo molto sensibile, se n'era accorto da tempo, e quello era l'unico modo che conosceva per consolarlo. "Ehi, le relazioni a distanza sono dure, lo so."
Manuel scosse la testa. "Come se tu ne sapessi qualcosa."
Lanciò un'occhiata davanti a sé, e Giorgio fece lo stesso. Di fronte a loro c'era Leo, intento a spogliarsi per dirigersi a sua volta verso le docce. Giorgio ridacchiò. "Se pensi che ci sia andata sempre rosa e fiori, ti sbagli di grosso." L'inizio della loro relazione era stato un disastro, l'anno di Leo al Milan aveva solo peggiorato le cose, e solo negli ultimi anni avevano trovato una certa stabilità. Questo, però, Manuel ovviamente non poteva saperlo. "Ci sono momenti in cui potresti soffrire, pensare che tutto prima o poi finirà, ma se vi volete bene veramente le cose alla fine si risolveranno. Tu parlane con lui e non farti prendere da ansie immotivate, va bene?"
Manuel strinse il cellulare più forte a sé, poi annuì. Giorgio gli scompigliò i capelli e si alzò. "Sono sicuro che anche a Matteo manchi" disse, per poi raggiungere nuovamente Leo, che lo addocchiò. "Allora? Hai risolto, o devo dirgli io di darsi una svegliata?"
Scosse la testa. "Starà bene. Problemi d'amore." Poi, istintivamente, si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia.
"E questo a cosa è dovuto?" chiese Leo, cercando di fingere indifferenza. Le sue guance rosa, però, lo tradivano.
Giorgio gli diede un altro bacio, questa volta all'angolo della bocca, e sorrise. "Stavo solo ripensando al passato" rispose.
Leo corrugò la fronte, ma non disse nulla. Gli diede un veloce bacio a stampo e si diresse verso le docce. "Muoviti, perché io dopo non ti aspetto" disse, per poi sparire nei bagni.
Giorgio sorrise, poi rivolse un ultimo sguardo a Manuel. L'altro fu preso alla sprovvista e riabbassò lo sguardo sul telefono, come se non fosse stato a fissarli fino a quel momento. Si spogliò, si mise un asciugamano attorno alla vita e tornò da lui. "Forza, muoviti anche tu" disse. Poi gli diede una pacca sulla spalla e raggiunse il resto dei suoi compagni.
Quanto era difficile essere uno dei vecchietti della situazione, a volte.
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elenascrive · 3 years
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Oggi è il Tuo Compleanno. Sono trascorsi 24 anni dall’ultima volta che ci siamo visti eppure come vedi non mi sono per niente dimenticata di Te. Sarebbe stato impossibile il contrario, Tu che sei stato il Primo a farmi trepidare d’amore e ancora adesso se penso a Te il cuore torna a battere all’impazzata. Mi hai regalato delle emozioni indelebili, quelle che Il Mio animo romantico ha sempre sognato di vivere e Tu con semplicità e naturalezza hai trasformato in una dolce Realtà. Chissà come sta andando ora la Tua vita? Se vivi ancora qui o Ti sei trasferito altrove... Sei Ti sei sposato oppure convivi... Se sei diventato Papà oppure hai un cane... Quante domande che non troveranno mai risposte e forse da una parte credo che sia meglio così, sai? Perché rovinare il ricordo struggente che ho di Te? Voglio continuare a ricordarti com’eri, quel ragazzo biondo come il sole caldo e gli occhi azzurri come il cielo d’estate, a cui tante ragazze andavano dietro ma che per qualche strana ragione aveva scelto Me! Ebbene a distanza di anni non me lo so ancora spiegare, so soltanto che anche adesso non mi sembra vero di essere riuscita a fare breccia nel Tuo cuore, nonostante le Mie insicurezze e paure. Come un Principe azzurro mi hai presa per mano facendomi vivere la più bella delle fiabe. Io ero innamorata da Te da sempre, sin dal Nostro primo incontro quando pensavo di odiarti perché mi stavi antipatico e la cosa lo so era del tutto reciproca. Ci amavamo già senza saperlo. Poi un giorno ci siamo avvicinati senza più distaccarci. Dapprima amici e poi via via sempre più complici sino a scoprirci innamorati l’uno dell’altra ma con tanta paura di ammetterlo per timore di rovinare tutto. Ma L’Amore può ogni cosa e ha fatto si di realizzare per Noi Il Nostro Sogno! La vita poi è stata piuttosto bastarda dividendo di colpo le Nostre strade. Eravamo troppo giovani per insistere e così abbiamo finito con il disperderci, frantumando di colpo quello stesso sogno. È stata dura raccogliere i cocci e ricominciare da capo. Una ferita che ci ha messo un bel po’ prima di cicatrizzarsi e quando la tocco fa male tutt’ora ma sono ugualmente felice di portarla, perché mi ricorda di Te e del Grandissimo Amore provato che ai Miei occhi Ti rende meravigliosamente unico! ‬Quest’oggi nel Giorno del Tuo compleanno che non ho dimenticato proprio come Te, Ti ringrazio di cuore per essere stato in grado di amarmi in modo del tutto sconvolgente!
Tanti Auguri Uomo Splendido, sperando che Tu sia rimasto il ragazzo di allora, ricco d’animo e speciale come pochi... qualcosa mi dice di sì!
@elenascrive
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88-ita · 2 years
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mi sento insignificante.
posso soltanto immaginare la sensazione, ed è orribile.
piango Ogni volta che provo a mettermi nei suoi panni.
Siamo donne, non bambole, adesso il mio pensiero è se per caso passa una ragazza di fronte allo stadio debba avere paura? è sconvolgente veramente è una sensazione orribile vedendo che nessuno ha reagito e tutti siano rimasti bloccati, mi spiace e ti sto vicino!!!!!
anche perché io personalmente non sarei nemmeno riuscita a reagire se non vedo che nessuno mi possa difendere, mi sentirei sbagliata, perché ho deciso io di fermarmi lì, ma non ho deciso di essere guardata come un oggetto, che puoi toccare, che puoi offendere...
è un mondo schifoso dovrebbero rieducare e iniziare ad educare i ragazzi e le ragazze da iniziare a reagire tagliamo le mani a sti "uomini" perché così il prossimo che ci prova ci pensa due volte, ecco cosa penso rabbia... tanta rabbia e senza potere...
DEVO VESTIRMI DA UOMO per non "chiamare l'attenzione"? per sopravvivere in mezzo alla strada?per poter camminare "tranquilla" che nessuno mi disturbi? per non sentire offese gratuite? per non sentire quei commenti sgradevoli? per non farmi sentire in colpa di essere donna? per non essere provocante? non è che io voglia andare in giro nuda (e se fosse è una scelta mia, dove SCELGO IO chi può e come può).
ma devo sentire quella sensazione di ansia, paura, panico, perché ho un jeans attillato e l'animale che è in quelle bestie non sa cosa sia il RISPETTO.
mi viene da piangere ancora e ancora perché non è giusto un mondo così.
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yellowinter · 3 years
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heyy, scusa il disturbo, volevo chiederti una cosa
praticamente il ragazzo di una mia amica ha il bpd e lei l'ha lasciato perché ( oltre al fatto che la loro relazione non stava andando bene ) lui le ha detto che probabilmente gli piace una sua amica che si era dichiarata a lui.
si è giustificato dicendo che è colpa del bpd che gli sballa le relazioni, che la cotta per l'altra ragazza gli sarebbe passata velocemente e che non riesce a controllarlo — ma lei comunque non se l'è sentita di continuare la relazione per il fatto che probabilmente a lui piaceva un'altra nonostante stessero insieme.
dato che mi interessa molto capirne di più anche su questo disturbo, volevo sapere se secondo te è vero, se lui sarebbe riuscito a "controllarlo" o comunque sapere cosa ne pensi.
grazie in anticipo per la risposta <3
Credo che questa domanda tu debba farla a uno specialista per avere una risposta corretta... comunque secondo me non è una cosa che dipende dal disturbo. Lui sta con una e si è preso una cotta per un'altra... mi sembra una situazione molto comune che affrontano tantissime coppie, non ci vedo nulla di sconvolgente o inspiegabile. Non penso che le persone con il disturbo borderline siano incapaci di amare, sicuramente è tutto più complicato, ma se una persona ti piace e ne sei innamorato allora non ti fai prendere da altre ragazze. Non ci sono scuse, non ci sono alternative.
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ammalia · 3 years
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Ciaoò!!! Sono nuova qui, ma per quello che ho intenzione di raccontarvi, questo poco importa, voglio un posticino tutto mio e vostro dove poter parlare e sparlare....di cosa!? Bè ovviamente di tutto ma in particolare di maschietti!!! Non di uomini, quelli sono estinti, tranne, forse, qualche esemplare, ma ovviamente sono introvabili.... Tipo edizioni limitate....
Comincio col presentarmi, mi chiamo.....Ammalia (chiaramente nome falso) ho 50 anni, del sud Italia da poco di nuovo single, ho voluto e creato questo spazio personale perché ho voglia di condividere, di confrontarmi, di tirare fuori ciò che ho nella testa e nell'anima.
Raccontami non è mai stato il mio forte, cado sempre nel banale, anche perché vista da fuori la mia vita è alquanto noiosa, ragion per cui passo direttamente al primo argomento che vorrei trattare. ...
Oggi vorrei raccontare della mia esperienza sulle chat di incontri, da pauraaa!!!! Un mondo parallelo ( neanche tanto affascinante) dove purtroppo incontri tanta frustrazione, disadattati di ogni genere ma principalmente leoni da tastiera assatanati di sesso virtuale....si purtroppo ho detto "virtuale" perché di concreto poi c'è ben poco.
Sicuramente ci saranno le eccezioni, ma sono mosche bianche, qualche inguaribile ottimista simil romantico lo si trova.....ma magari è complessato o poco attraente.
Io ho cominciato ad iscrivermi ad un sito del genere circa 2 mesi fa, la cosa più divertente ma altrettanto sconvolgente è che ho visto più cazzi in foto in questo breve periodo che in tutta la mia vita!!!!
Eppure vi assicuro che fino ad una certa, ne ho avute di avventure! Lo sfogio che se ne fa è imbarazzante ed esilarante (per me). Tutti in primo piano, in tiro, di tutte le forme e misure, ma penso no! "State già così eccitati per fare la foto, avete già il cazzo duro, cosa vi porta poi a mostrarlo a chicchessia??? Pensate di essere unici??? Pensate sia il più bello??? Magari siete convinti che una donna possa eccitarsi a tal punto da spogliarsi e ricambiare la foto??? Mah!!! "
Può essere che la strana sono io! Certo può essere, spero solo di non essere l'unica strana in questo senso, io al massimo lo voglio dal vivo, qui ,ora, e poi vedi se mi spoglio e tutto il resto😉😉😉 .
Vi prometto però che dal prossimo post comincerò a raccontarveli uno ad uno perché ne voglio proprio parlare, forse per farmi convincere e rassicurare che non sono loro i malati di sesso!!!! Buona giornata popolo!!! A presto 😉.
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come-stellecadenti · 3 years
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Sto ascoltando estate dei negramaro, superclassico, per due come noi, e amour plastique a ripetizione. da sola nella mia stanzetta di sempre con le lucine rosa accese e la testa in tumulto. penso e ripenso a noi, a tutto quello che è successo, a tutto quello che è stato, che mi ha travolto quasi un anno fa ormai, quando tu ancora eri totalmente immerso in te stesso e nei tuoi casini che non ti rendevano uomo, ancora. a me il nostro amore mi ha cambiata, e mi ha cambiata in un modo inaspettato e sconvolgente, e ancora mi terrorizza un pó, ma io me lo ricordo, io me lo ricordo come mi sentivo prima di scoprire che tu avevi tradito il nostro amore, io me lo ricordo quanto ci credevo e con quanto ardore credevo in noi, in noi come coppia, in noi come essere unico che ce l'avrebbe fatta nella vita, insieme. perciò ora io ho DAVVERO bisogno che tu sia in grado di dimostrarmi che non ho sbagliato allora e che non sto sbagliando adesso ad aver messo in stand-by il mio cuore invece di dare un taglio netto. io ho bisogno di vedere, di sentire che non sono stata una folle a credere per prima in noi con quell'incoscienza che solo chi ama davvero conosce. tu mi dici che a darmi più di questo non riesci, che vuoi un atto di fede da me (che ho fatto), che ci vuole tempo...ma io non lo so cosa devi fare. so solo che devi fare qualcosa. adesso. il prima possibile. non so se grandi gesti, parole, dimostrazioni, romanticismo, so solo che devi toccarmi davvero le corde del mio cuore. di questo ho bisogno: sentire in un modo puro ed impellente di potermi DAVVERO fidare di te e del nostro amore, di mettere da parte tutto perché noi siamo diversi da tutto il resto sul serio, che siamo fuoco ma anche dolcissima luna. spero tu riesca a comprendere le mie parole e che tu riesca a leggere oltre, come nessuno è mai riuscito davvero a fare.
io me lo merito, me lo merito proprio un amore che mi faccia sentire completa e felice. mai insicura. mai inquieta. mai più fragile e sola in piena notte a combattere con le mie paure. mai più. leggera. un amore che mi renda una persona migliore.
e sono stanca, sono esausta da tutte queste immagini e pensieri che mi attanagliano la testa e mi divorano dentro e mi fanno soffrire in un modo che spero tu non scopra mai. io voglio stare bene. voglio guardarti negli occhi e sentirmi sciogliere il cuore e sentirmi a casa, nel mio porto sicuro, come facevo prima. voglio intrecciare la mano nella tua e sentire che è quello che mi appartiene.
voglio risentirmi tua. al 100%.
e vorrei che avessi avuto tu l'esigenza di scrivermi queste parole perché in piena notte, mentre ascolti le nostre canzoni, hai un solo pensiero incessante in testa che sono io, che siamo noi.
Io credo che bisogna agire, credo che i tempi siano maturi per fare qualcosa di Concreto e prendere in mano la cosa per risolverla una volta per tutte. Per iniziare a brillare di nuovo, insieme.
Quindi la domanda che mi pongo adesso nel modo più trasparente possibile, riuscirai a farmi credere ancora nel nostro amore come se fosse l'unico vero amore possibile al mondo?? a farmi sentire di nuovo protetta, al sicuro? a farmi credere, nuovamente, che siamo noi contro tutti?
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veronica-nardi · 4 years
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Yanxi Palace: Princess Adventures Commento
"Le azioni più dannose nascono dalla paura".
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Dunque, è tutto il giorno che ho questo commento in sospeso, non ho voglia di scriverlo e non ce l'avrò nemmeno domani, perché a volte mi capita di vedere serie che mi fanno reagire così. Quindi mi limito a buttare giù i punti principali in poche (davvero poche) parole:
Pensavo fosse coreana, poi mi sono resa piacevolmente conto che è cinese (ho riconosciuto la lingua dopo cinque minuti, pride)
Pensavo si trattasse di una serie storica serie e pesante, invece si è rivelata più leggera (non nel senso che è stupida). Ma non è stato un male.
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Fu Kang An ha messo in piedi un piano vendicativo piuttosto contorto e poco giusto, da cui non ci ha guadagnato niente se non una notizia sconvolgente riguardante la sua famiglia e il cuore spezzato. Questo doveva essere il giovane Petyr Baelish della Cina, ma purtroppo per lui è diventato un sentimentale.
Il Principe Duo Er Ji è stato l'ingenuo della situazione per la maggior parte del tempo, anche se alla fine si rivela meno stupido di quello che credevo. Carino il suo cambio di pensiero riguardo l'amore, anche se la cosa avviene dal giorno alla notte (ma in una serie di 6 episodi da 40 minuti non posso aspettarmi chissà quali introspezioni)
La Principessa Siwan. Beh, che dire di lei. Oltre al fatto che dai suoi stessi intrighi non solo non ha guadagnato nulla ma ci ha addirittura perso, si può riassumere il personaggio così: "Chi la fa l'aspetti."
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La Principessa Zhaohua. Questa è stata una protagonista un po' particolare, ben lontana dalla classica ragazza buona e generosa, e la cosa non mi è dispiaciuta per niente. Zhaohua incarna perfettamente il detto "l'apparenza inganna". Per tutta la serie ho pensato che fosse un certo tipo di persona, e il magnifico plot twist sul finalissimo mi ha lasciata molto piacevolmente di stucco.
La Consorte Ling: la Cersei Lannister della situazione, ma un passo avanti rispetto alla Regina di Westeros. Come mi ha giustamente fatto notare @dilebe06, la Consorte Ling è partita da zero nella scala sociale, e si è dovuta impegnare una volta arrivata a corte per raggiungere il potere che ha ora, mentre Cersei partiva da una posizione avvantaggiata, in quanto già nobile e promessa sposa del re. L'ho veramente amata quando con una nonchalance meravigliosa sgancia la rivelazione dell'anno a Fu Kang An riguardo la sua famiglia, in quella che considero la scena madre della serie (oltre al finale).
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BELLISSIME le scenografie, i dettagli, i costumi e la fotografia. Credo che la parte tecnica sia la cosa che mi sia piaciuta di più di questa serie, e penso che queste scenografie siano tra le mie preferite di quest'anno. Le terrò sicuramente in considerazione quando farò il quiz.
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Il drama è abbastanza leggero ma offre storyline anche tragiche e interessanti, per esempio la questione della vendetta e il discorso sull'amore tra i due lead maschili.
Il più grande insegnamento, che è più un appunto da tenere sempre a mente, che mi ricorderò sempre di questa serie è qualcosa che dice Fu Kang An nel finale di stagione: "Le azioni più dannose nascono dalla paura."
Le perle cinesi ❤
Consigliata? Sì. Vista la lunghezza, è una serie che si può vedere in un pomeriggio.
Punteggio: 7.8
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Photo
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Quando da piccolo mi facevo il bagno al mare tu dopo un po’ mi chiedevi di mostrarti le mani. Se le dita avevano delle pieghe era ora di uscire. Di recente la scienza ha ampiamente dimostrato che era tutta una farsa e che noi bambini avremmo potuto rimanere in acqua ancora a lungo. Andava così negli anni 90. E forse ancora oggi tante mamme poco studiate tirano fuori i propri figli dall’acqua con questa ignobile scusa. Fummo vittime del raggrinzimento delle pelle. E prima o poi la storia porterà a galla tutta la verità. Eppure nel 1972, proprio qui davanti a me, furono rinvenuti due fustacchioni bronzei che bighellonavano sul fondale marino dal V secolo a.C., senza che nessuno dicesse loro di uscire. Forse erano finiti in fondo al mare perché avevano fatto il bagno dopo mangiato. E il bagno dopo che hai magnato non si fa. Lo sapevano persino i (magna)greci. Ricordo le immagini del documentario sul ritrovamento. Questi due signori in fissa con il crossfit che riaffiorano in superficie tramite due specie di paracadute. Poi la folla curiosa che assale e soccorre i due forestieri sdraiati sulla battigia. Ho sempre invidiato la barba dei bronzi. Hanno una barba folta e riccia. Forse non è neppure una barba, sono onde marine. Hanno il mare in faccia. Inoltre i bronzi hanno degli splendidi addominali. A proposito di tartarughe. Oggi ho deciso di andare in una zona un po’ più isolata. Pianto l’ombrellone a pochi metri da una zona transennata. Mi avvicino. Penso al peggio (sarà la scena di un delitto?) e al meglio (avranno trovato altri bronzi?). Invece un cartello del WWF indica di fare attenzione: là sotto ci sono le preziose uova di tartaruga caretta caretta, un animale in via d’estinzione. Bronzi, tartarughe, non ci manca niente… È la seconda volta che vengo qui a Riace Marina. Forse anch’io mi aspetto di trovare qualcosa su questa spiaggia. Vorrei che lo Jonio mi facesse un presente. Basterebbe anche solo che mi restituisse i Super Santos che gli ho imprestato in gioventù. Il mare d’altronde mi dona sempre questa sensazione, soprattutto quando lo guardo dall’alto e riesco ad apprezzarne bene l’immensità. Chissà cosa c’è là sotto? Quanti tesori, quante minacce si potrebbero celare? Per questo anni fa presi il brevetto per le immersioni subacquee. Spesso ci si immerge per vincere la paura, per andare oltre la superficie e cercare di capire come è profondo il mare. Ma in questi ultimi anni la pigrizia ha avuto il sopravvento su di me e le mie paure. E me ne sto in panciolle su spiagge assolate, mangiando panini, buttando like su Instagram. La nonna, tua mamma, vide il mare per la prima volta a 15 anni. Mi raccontava sempre con enfasi quel suo primo, fin troppo rinviato, incontro: quando lo riconobbe esclamò stupita “Che beeello! che graaande!”, con un tono euforico che ricordo ancora bene, ma che non posso descrivere a parole, chiaramente. Noi ci siamo abituati. Ma scoprire il mare da grandi dev’essere qualcosa di sconvolgente. Sarebbe bello tornare a stupirci. [leggi l’articolo anche sul blog de @lamiacalabriabellissima ] (presso Riace Marina, Calabria, Italy) https://www.instagram.com/p/CDTu80zqcM4/?igshid=1ocbsotpof7nw
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myborderland · 5 years
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“Tra le cose essenziali che si preparano dentro di noi vi sono gli incontri rinviati. Può trattarsi di luoghi e di uomini, di quadri come di libri. Vi sono città per le quali provo un’attrazione così forte come se fossi predestinato a trascorrervi una vita intera fin dall'inizio. Con mille astuzie evito di andarvi, e ogni volta che si presenta l’occasione di visitarle e vi rinuncio, sento aumentare a tal segno la loro importanza che si potrebbe quasi pensare che io sono ancora al mondo soltanto per quelle città e che sarei già scomparso da un pezzo se non ci fossero loro che continuano ad aspettarmi.
Vi sono persone di cui mi piace sentir parlare, e allora ascolto quanto più è possibile e con tale avidità che si potrebbe quasi pensare che in fondo so di loro più di quanto ne sappiano esse stesse – ma evito di guardare una loro fotografia e mi sottraggo a ogni raffigurazione visiva, come se un divieto particolare e legittimo impedisse di conoscere la loro faccia. Vi sono anche persone che mi incontrano per anni sul medesimo percorso, che mi danno motivo di riflettere e mi appaiono come enigmi di cui sono chiamato a trovare la soluzione, e tuttavia io non rivolgo loro la parola, proseguo in silenzio per la mia strada, come esse fanno con me, e tutt'e due ci scambiamo sguardi interrogativi, tutt'e due teniamo le labbra ben chiuse: io penso a quello che sarà il nostro primo colloquio e mi eccito all'idea di tutte le cose inaspettate che scoprirò allora. E infine vi sono persone che amo da anni senza che esse possano averne il minimo sospetto, e intanto io divento sempre più vecchio, e ormai deve apparire come un’assurda illusione l’idea che io glielo dica mai, sebbene io viva sempre nell’attesa di questo momento stupendo. Senza questo minuzioso prepararmi al futuro non sarei capace di vivere, e per me, se mi studio attentamente, questi preparativi non sono meno importanti delle improvvise sorprese che arrivano come dal nulla e lasciano senza parola. Non vorrei nominare i libri ai quali continuo ancora oggi a prepararmi. La lista comprende alcune delle opere più celebri della letteratura mondiale, opere del cui valore non potrei dubitare perché hanno avuto in passato il consenso di tutti coloro le cui opinioni sono state per me determinanti. È evidente che l’imbattersi in uno di tali libri dopo vent’anni di attesa diventa qualcosa di sconvolgente: forse solo così è possibile arrivare a quelle resurrezioni spirituali che ti preservano dalle conseguenze della routine e della decadenza”.
Elias Canetti – da “Il gioco degli occhi – storia di una vita (1931-1937)”
(ecco, così)
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cerchiofirenze77 · 5 years
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I fenomeni fisici di Roberto Setti
Da “ Sopravvivere” Anno III n° 2/3 Aprile- Settembre 1987   Autore Luciana Campani Setti
I  FENOMENI FISICI
Posso con certezza affermare, per di più a seguito di serena ponderazione, che i fenomeni fisici - soprattutto apporti - che ho osservato in seno al Cerchio Firenze 77,  grazie alla medianità di Roberto, hanno costituito nella mia vita, l’implicazione più rilevante, tanto da aver originato il germe di ciò che poi ha modificato il mio atteggiamento pratico in seno alla vita stessa e il mio “sentire” spirituale, il tutto però, senza che sia stata ottenebrata, credo, la mia serenità di giudizio.                                                                                   Concordo tuttavia con quanto affermato dalla Guida Michel e che è riportato nel seguente articolo, nel senso che le manifestazioni stesse non costituissero se non il clamore di una grancassa, destinato a richiamare l’attenzione dei distratti – chiamiamoli pur così – in relazione alla più importante delle estrinsecazioni, ovvero la messaggistica intellettiva a contenuto spirituale.
A livello personale devo aggiungere che questa grancassa, penso, abbia battuto – sebbene magari e per alcuni, per una volta sola soltanto – in relazione a qualche centinaio di persone ma che, nel mio caso, sia stato conseguito l’effetto massimo, nel modo più clamoroso e sconvolgente. Non scendo in particolari, poiché già ho abbondantemente scritto in merito e moltissimi sono coloro i quali – sia pure per solo sentito dire (mi riferisco, ovviamente, alla ristretta cerchia dei lettori di questa rivista) – sono al corrente di quanto mi è accaduto.
Altra affermazione che mi sento di fare, è che giudico di essere stata una privilegiata anche se – ripetutamente – mi sono sentita dire (sia nelle sedute fiorentine,sia successivamente, .............) – che ciò è successo “perché doveva succedere”: nel senso che una ragione c’è stata e che le implicazioni del mio karma avevano comportato cause che, nella mia vita attuale, dovevano appunto produrre questi effetti o, meglio, una tale implicazione personale in simili accadimenti.
Nel mio caso, pertanto, la grancassa ha funzionato, e nel modo più sorprendente. Nutro comunque un certo ritegno ad ammetterlo pubblicamente, ma devo tuttavia confessare che presumo di essere stata la persona con riferimento alla quale sono stati battuti – tramite quella grancassa – i colpi più rintronanti. Per questo ho detto di ritenermi, nonostante arcane affermazioni in senso contrario, un privilegiato, sebbene soltanto “piccola rotellina” di un grande ingranaggio.
La mia speranza è che, malgrado le mie disattenzioni, la frenesia derivatemi dall’ansia, il mio slancio talora malcontento, non abbiamo se non limitatamente invalidato i “Piani” in base ai quali sono stato coinvolto – almeno a livello personale – in maniera pregnante.
Parlando della medianità di Roberto Setti si è sempre preferito mettere in evidenza il contenuto dei messaggi intellettivi, poiché è proprio a quello che le Entità comunicanti davano importanza. Ricordo che una sera, durante una seduta, Michel– l’entità che presiedeva appunto ai fenomeni fisici – iniziò con queste parole una delle sue materializzazioni lente di oggetti: “Vedete, i fenomeni che accadono in queste riunioni sono simili ai colpi di grancassa che venivano battuti per richiamare l’attenzione della gente ad un discorso che si voleva fare. Ma errato sarebbe dare più importanza alla grancassa che al discorso. E allora, soniamo questa grancassa”.
Anche Alan, l’entità di un inglese che si presentava spesso alle nostre sedute, cercò di ridimensionare l’importanza dei fenomeni fisici parlandoci così: “La mia ultima incarnazione fu nel secolo scorso, quando l’India era una colonia dell’Impero Britannico: allora ebbi modo di osservare molti guru, molti Istruttori, maestri indiani. Erano molto più diffusi di quanto non lo siano oggi: c’era un’altra atmosfera nell’India del secolo scorso e da ciò che potei vedere laggiù cominciai ad acquistare interesse per l’insegnamento occulto.
La prima impressione quando si vede un fenomeno strano – e credo sia un’impressione comune a tutti gli uomini – è che si crede che la persona in grado di produrre quel fenomeno sia molto evoluta. Osservando, per esempio, un fachiro che riesce a far crescere e sviluppare celermente una pianta, si pensa che sicuramente sia in possesso della conoscenza. Ma non è così. Quelli sono fenomeni inconsueti (naturalmente parlo di fenomeni veri, non di giochi di prestigio), ma molto spesso chi li produce non sa come essi avvengono. Sono, per esempio, retaggio di altre incarnazioni nelle quali quella entità ha eseguito certe pratiche, certi esercizi che sviluppano questi poteri occulti; poi, nella incarnazione successiva, per qualche ragione karmica – non per caso certamente – riaffiorano. Ed ecco che la nuova personalità si trova con questi poteri e automaticamente li adopera, produce effetti strani, inconsueti ed anche belli, senza sapere come e perché.
Vorrei portarvi un esempio: nel caso di un bravissimo atleta che sapesse sollevare un grave peso che gli altri uomini non riescono a sollevare, non pensereste certo che quell’atleta conosce la Verità, non è vero? Lo stesso vale per certi fenomeni, questi poteri che certi viventi hanno. E le entità stesse che li producono non sempre sono a conoscenza delle Verità più nascoste.
Dicendo questo, noi siamo al di fuori di ogni sospetto, poiché nelle nostre riunioni questi fenomeni fisici avvengono e non potremmo essere accusati de deprezzare i fenomeni fisici solo perché non li sappiamo provocare. Se vi diciamo questo è per spiegarvi come stanno le cose, ripetendo quello che sempre vi hanno detto i nostri maestri: e cioè di vagliare attentamente ciò che viene detto e valutarlo. Il resto sono cose meravigliose, interessanti, non v’è dubbio, ma non possono essere paragonate all’insegnamento che viene dato”.
Condivido quanto Michel e Alan hanno detto, ma resta la constatazione che le persone che partecipavano per la prima volta alle nostre sedute erano soprattutto colpite dal fenomeno fisico, sia che esso fosse l’apporto a materializzazione lenta, o le luminescenze, o gli inspiegabili profumi, o il suono di una trombetta che sembrava volteggiare nella stanza, o le carezze di una mano lieve lontana dal medium. Tutto questo dava loro la certezza di essersi trovati di fronte a qualcosa di veramente paranormale.
Ed è forse di fronte all’interesse suscitato dai fenomeni fisici che quando stendemmo il nostro libro intitolato “Sintesi” - stampato privatamente -Dali ci consigliò di dedicare un capitolo alla descrizione di tutti i fatti strani che ci erano capitati, fino dall’inizio dell’estrinsecazione di questa medianità.
Negli articoli ispirati alle nostre esperienze, nelle testimonianze di chi ha partecipato alle sedute, nei libri che abbiamo dato alle “Mediterranee”. Si parla quasi esclusivamente dell’apporto a materializzazione lenta, poiché il fenomeno che poteva essere osservato da quindici o venti persone contemporaneamente, così come le intense luminosità e i profumi erano percepiti da tutti i presenti. Ma vi sono stati fenomeni che solo poche persone hanno constatato, esperienze delle quali esiste solo la testimonianza di coloro che le hanno vissute e che penso di poter riferire sicura che l’intento che mi sono prefissa nel farle conoscere sia palese: dimostrare cioè quali latenti risorse esistono nei nostri veicoli di evoluzione, quali meravigliose cose si potrebbero compiere sapendole fare emergere e usare a scopi non egoistici.
Riferisco questo episodio così come è stato descritto sul nostro libro “Sintesi”. Una sera il nostro medium era atteso per una cena in casa di amici: egli doveva trovarsi da loro verso le venti. L’attesa si protrasse oltre le ventidue, allorché l’atteso ospite telefonò avvertendo di trovarsi – senza ricordarsi come e perché – al viale dei Colli, vicino al bar Fontana. Uno degli amici si recò a prelevarlo in macchina e lo accompagnò nella casa dove era atteso con una certa ansia. Roberto riferì che prima delle diciannove era stato dal barbiere per farsi tagliare i capelli, poi si era diretto verso la fermata del tram per recarsi all’appuntamento con gli amici. Da quel momento le immagini e il ricordo cessavano in lui totalmente, per ritornare invece chiare e precise allorché si era trovato seduto sulla panchina vicino al bar Fontana. Poco dopo aver raccontato agli amici, stupiti quanto lui, queste inspiegabili circostanze, Roberto cadde in trance e nel corso di questa seduta la Guida Dali chiarì che del medium si erano serviti quale “mezzo” per porgere conforto e aiuto a un giovane angosciato sull’orlo del suicidio, Il colloquio con lo sconosciuto era durato per più di un’ora.
Circa un anno più tardi, Roberto incontrò in tram un giovane a lui sconosciuto che si avvicinò a lui, lo salutò e con molta effusione gli assicurò  che tutto quello che egli gli aveva detto quella sera si era avverato; precisò  che aveva ottenuto impiego e che aveva ritrovato fiducia nella vita. Mentre il giovane parlava con Roberto cercava di ricordare a che cosa egli potesse riferirsi, ma non gli venne in mente di collegare quelle frasi al ricordo di quella sera lontana. Lo lasciò parlare per puro senso di cortesia, ma il giovane che inizialmente si esprimeva con effusione e slancio, imbarazzato dal senso di distacco del suo interlocutore, divenne meno espansivo. Subito dopo, ad una fermata, il giovane scese salutando. Pochi giorni dopo, durante una riunione, la Guida spiegò che la persona incontrata sul tram era esattamente quella che la sera dell’anno precedente era stata aiutata a superare la grave crisi ed era stata felice di esprimere la sua riconoscenza a chi, con le sue parole di conforto, lo aveva distolto da drammatiche decisioni. Ma di fronte alla non partecipazione di Roberto aveva temuto che non si trattasse della stessa persona: cosa che in effetti era vera, poiché solo il corpo fisico era lo stesso.
Anche per questo episodio mi servo del racconto scritto da amici, poiché io non ero presente. “Eravamo ospiti nella villa di Beppe Cappelli, era una sera d’estate e con noi c’era Roberto che non era mai stato prima d’allora in casa di quegli amici e non conosceva la campagna circostante. Dopo cena ci sedemmo attorno ad un piccolo tavolo in giardino, la calma e il silenzio attorno a noi erano assoluti. Roberto era seduto su una panchina di legno, tra l’ing. Viezzoli e la signorina Wanda. Una debole luce elettrica proveniente da una lampada affissa al muro esterno della villa, rischiarava la zona dove eravamo riuniti; ogni altra parte del giardino era nell'ombra.In lontananza brillavano nitide le luci di Firenze.
Improvvisamente Roberto scattò in piedi, gettò la sigaretta che stava fumando, lo vedemmo sollevarsi al di sopra della spalliera della panchina, poi arretrarsi verso la zona d’ombra e scomparire agli occhi di tutti noi. Mal superando l’effetto della sorpresa e in uno stato d’animo di viva inquietudine, ci ponemmo alla ricerca di Roberto: il cancello era chiuso a chiave; all’interno della recinzione (oltre due metri di altezza), non ci fu possibile trovare lo scomparso. Aprimmo il cancello e le nostre ricerche furono estese all’esterno, sulla strada e nella macchia boschiva al di là della strada; la nostra inquietudine, di attimo in attimo, aumentava mutandosi in ansia. Mezz’ora più tardi, dopo averlo chiamato ripetutamente a gran voce, potemmo udire in lontananza Roberto che ci rispondeva: due di noi, guidati dalla voce, gli andarono incontro nel bosco.
Rientrati in casa, con un senso di indicibile sollievo ma ancora scossi dallo sgomento provato, ci facemmo
raccontare da Roberto cosa era accaduto: ma anch’egli ben poco sapeva.Ricordava solo di essersi trovato nell’aia di una casa colonica disabitata, di aver visto le luci di Firenze e con queste si era orientato verso il punto in cui sapeva esserci la villa degli amici di cui sentiva in lontananza il richiamo. Nella trance che seguì fu spiegato che si era trattato di una vera e propria smaterializzazione mai prima avvenuta, ma non ci fu detto quale era stato lo scopo di questa esperienza”.
Questi episodi sono avvenuti agli inizi degli anni ’50, quando Roberto aveva circa vent’anni e posso dire quasi con certezza che egli non aveva gradito il fatto che il suo corpo fisico fosse usato per esperienze incontrollabili, anche se aveva la massima fiducia nelle sue Guide. Un’altra esperienza lo aveva messo a disagio: una sera eravamo riusciti a scattare una fotografia mentre dalla bocca di Roberto, in trance profonda, usciva una massa ectoplasmatica, nel centro della quale si stava formando un volto di bimbo in miniatura. Quando la mostrammo a Roberto, egli non seppe frenare un gesto di disappunto: quella massa che gli usciva dalla bocca lo turbava.
Questi casi non si sono mai più ripetuti ed è mia convinzione che le Guide non abbiano più voluto sottoporre Roberto ad esperienze verso le quali egli non si sentiva del tutto disponibile. Nel proseguimento delle nostre sedute le volute ectoplasmatiche si sono sempre dipartite dalle mani di Roberto e non più dalla bocca.
Un fenomeno che si è ripetuto diverse volte è quello della pioggia di petali di rosa accompagnata da un intenso profumo, in concomitanza con la manifestazione di una entità che parla con una dolce voce femminile. Aggirandosi fra noi in stato di levitazione. Una nostra amica così racconta la sua esperienza: “…Dopo l’intervento di Dali si è manifestata Teresa, preceduta come sempre dal profumo di rose fresche e pronunciando brevi frasi con voce fievole e fra lunghe pause.
La voce proveniva dall’alto, poiché l’entità era in levitazione: ad un dato istante sentii che Teresa mi era vicina e volli toccarla, ma non mi fu possibile. Eppure la sua mano mi aveva sfiorato la fronte, mentre sentivo che
qualcosa cadeva dall’alto con un leggero movimento d’aria: d’istinto protesi le braccia, ma non riuscivo a capire di che cosa si trattasse. Terminata la seduta le riaccese le luci, vidi nel mio grembo diversi petali di rosa  e, fra essi, anche una rosa intera con gambo spinoso e foglie: ma anche il pavimento era cosparso di petali di rosa bianchi.
Un’altra partecipante aveva tra le mani una rosa del tutto simile alla mia ed un’altra rosa era posta sulla scrivania accanto al medium: essa era arricchita da due boccioli semichiusi. La rosa, da me gelosamente custodita, ha conservato per molto tempo il suo profumo ed il colore originale”.
Un’altra eccezionale esperienza che solo noi intimi possiamo testimoniare è quella delle correzioni a mezzo scrittura diretta (1) dei dattiloscritti che Roberto ed io preparavamo per la pubblicazione degli ultimi libri. La scelta veniva fatta tra le pagine che l’amica Nella Bonora aveva scritto a macchina decodificando le registrazioni delle sedute: le mettevamo in un ordine scelto da noi, a volte logico, a volte cronologico, senza apporre nessuna correzione alle frasi che le entità avevano pronunciato.
Per i libri “Dai mondi invisibili” e “Oltre l’illusione” le correzioni sono avvenute così come ha descritto Nella Bonora nel suo libro “Con amore, per amore”: (2) cioè Dali, servendosi della scrittura automatica (3) di Roberto, correggeva i dattiloscritti, aggiungeva o scartava qualcosa, dava una diversa disposizione ai capitoli.
Ebbene, per i libri “Per un mondo migliore”, “Le grandi verità”, “La voce dell’ignoto”, le correzioni sono avvenute in maniera diversa. Roberto era già ammalato e si muoveva raramente dalla sua casa di via Doni: il testo dattiloscritto preparato per essere spedito alla casa editrice, veniva lasciato sulla sua scrivania la sera. La mattina dopo, trovavamo correzioni a penna tra rigo e rigo, a volte una diversa disposizione dei capitoli, altre volte intere pagine scartate e ripiegate a metà con la scritta “Queste no”; a volte, invece, intere pagine scritte da Dali direttamente, con la stessa calligrafia da noi conosciuta quando usava la scrittura automatica.
Da notare che se Roberto, in stato di trance inconscia, si fosse alzato e recato alla scrivania, l’avvenimento non poteva passare inosservato a chi abitava con lui e che doveva aiutarlo a sedersi sulla sua sedia a rotelle. Comunque una nottata non poteva bastare a correggere un testo di trecento pagine: e che avvenissero messaggi a mezzo scrittura diretta ci era noto anche da altri episodi.
Per il libro “Oltre l’illusione” avevamo scelto una frase da apporre nella prima pagina del libro, traendola da un messaggio di Kempis degli anni ’50 e che sonava così: “…oltre l’illusione delle forme, oltre il mondo delle ombre…oltre l’eterno divenire dei cosmi, sta il supremo perché di tutto questo, sta l’Eterno, l’Infinito, l’Immortale, il Perfetto, l’Assoluto.Oltre…oltre…”.
Quando ci fu inviato il pacco con le ultime bozze del libro da correggere, trovammo stampata sotto questa frase di Kempis, un periodo a noi sconosciuto, siglato Dali. Roberto e io fra tutti i dattiloscritti in nostro possesso questa frase, sicuri però di non averla mai sentita pronunciare durante le nostre sedute e pertanto di non averla potuta includere nel testo inviato alla casa editrice. Chiedemmo perciò all’editore come aveva avuto quelle righe e ci fu risposto che erano scritte a mano in una pagina posta all’inizio del testo, dopo la frase di Kempis. Il brano in argomento, che ognuno può leggere all’inizio del libro “Oltre l’illusione” è il seguente:
”Tu che possiedi questo libro sappi che puoi possedere molto di più che carta stampata. Tu che lo leggi puoi comprendere molto di più di quanto è scritto. Tu che lo comprendi e lo accetti possiedi molto di più della conoscenza, perché hai trovato quel filo di Arianna che conduce fuori dal labirinto dell’apparenza e dell’illusione”.
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nellamiamente · 5 years
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(Quasi) 40 anni vergine
C’è un mio amico che ha quasi quaranta anni non ha mai avuto una ragazza, non per chissà quali motivi ma è sempre stato preso dal lavoro e dalle sue cose che raramente si è interessato a cercare qualcuno, in tutti questi anni ho sentito parlare solamente di una ex. Questa cosa, nel nostro gruppo di amici è diventata un po’ la storia principale, insomma tutte le volte che vedevamo che gli interessava qualcuno eravamo sempre lì a fare il tifo ma quasi sempre le cose andavano male, almeno fino a poco tempo fa. Tempo fa infatti ci dice che ha conosciuto, per caso, una ragazza e che avevano iniziato ad uscire insieme, che finalmente aveva trovato qualcuno con cui si trovava bene. Inutile dire che eravamo tutti contenti perché insomma finalmente forse avrebbe concluso e che non fosse andato tutto a rotoli come sempre.
In quei giorni eravamo tutti con il fiato sospeso, nell’attesa della notizia, sembrava come quando si aspetta la fumata bianca o nera quando eleggono il papa. Insomma dopo qualche giorno mi arriva un suo messaggio “Ci vediamo stasera? ti devo dire una cosa”, io mi sono detto “Oh finalmente ci siamo!”, ero contento per lui anche se non sapevo di preciso cosa voleva dirmi.
La sera ci vediamo ordiniamo da bere, “Allora?” gli dico e lo vedo che non ha una faccia molto allegra, penso subito che gli sia andata male, “non mi dire che ti è andata male anche stavolta” gli faccio, lui sconsolato mi dice “no no è andata bene, insomma abbiamo fatto quello che dovevamo fare”, “no! ma dai, finalmente! bisogna festeggiare!” alzo la birra per brindare ma lui rimane li con lo sguardo perso nel vuoto, io rimango perplesso. “Oh ma che hai?” gli dico, lui mi guarda con aria sconsolata e mi dice “non mi è piaciuto”, gli dico che è normale che le prime volte sia un po’ strano, sia le prime volte con una persona nuova che sopratutto le prime volte in generale, che poi sopratutto dopo tutto questo tempo magari aveva un sacco di aspettative e anche la pressione nostra e delle altre persone che conoscevano la situazione, insomma ho cercato di tranquillizzarlo e ho cercato di non fargli perdere l’entusiasmo prima di cominciare. Quando finisco di parlare alza gli occhi e mi dice “no non è quello, è andata bene...ma mi sa che sono gay”.
Onestamente non mi aspettavo mi avrebbe detto questo. La cosa non mi ha sorpreso perché anni fa ci era venuto un po’ il dubbio però dopo tutto questo tempo credevamo di esserci sbagliati, invece no. E se da una parte ero contento che finalmente avesse capito di essere gay dall’altra mi dispiaceva che ci avesse messo così tanto, che avesse perso così tanto tempo nella sua vita e mi sono sentito anche un po’ in colpa perché magari se glielo avessi detto quando ci era venuto il dubbio magari avrebbe iniziato a pensare anche lui.
A quel punto cerco di incoraggiarlo dicendogli che anche se la cosa poteva sembrare strana, perché passare la maggior parte della vita convinto di essere in un modo e poi ritrovarsi in un altro all’inizio spiazza un po’ ma poi piano piano ci si abitua e anzi finalmente si riesce a godersi meglio le cose perché finalmente tutto è come dovrebbe essere e non ci sono cose che ci sembrano fuori posto ma che non riusciamo a capire quali siano. Gli dico che da una parte lo capisco perché io mi sono reso conto di essere bisessuale a quasi trent’anni e che è stata una cosa un po’ sconvolgente da scoprire ma che alla fine è una cosa bella perché fa parte di te e di quello che sei.
Lo vedo lì che guarda la birra ma non dice niente, io cerco di incoraggiarlo di trovare cose positive da dire ma dopo un po’ finisco gli argomenti e gli chiedo cosa pensa e lui mi fa “ma se ci ho messo quarant’anni a trovare una ragazza secondo te quanti ce ne metto a trovare un ragazzo?”. Scoppiamo a ridere e gli dico che secondo me ci metterà molto meno tempo.
Dopo siamo rimasti lì un po’ a chiacchierare a cercare di capire un po’ la situazione e a cercare un modo per come fare a dirlo ai suoi genitori e agli altri amici.
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