1995, scrivo cose./ "Quelli come noi così timidi e ambiziosi piuttosto silenziosi e sempre con la testa piena di musica di arte e grandi amori" -C.Lolli
Ti dici che questa non è la vita, che ci hai sofferto
freddi monologhi su di uno schermo, si
ma io ci credevo in quel che dicevo
e tu? Mi lasci con il dubbio che non so se
mi replicavi raramente solo per pietà, anzi
quale dubbio?
Quale altra ragione ti spingeva a non bloccarmi,
a dirmi quello che non volevo sentirmi dire.
Era forse un'amicizia?
E poi...la cosa peggiore.
Non posso fartene una colpa, non posso darti alcuna colpa se non quella di essere entrata nella mia vita.
Però non puoi negarmi di farmene una colpa...questo diritto mi spetta ancora.
Voglio tornare indietro a quando ti ho "conosciuta" e cancellarti, distruggerti come un foglio di carta che prende fuoco in un caleidoscopico fuoco...ma non posso.
Giocare alla volpe e l'uva non serve.
Dovevo ascoltare un semplice consiglio da qualcuno dal quale non mi sarei aspettato una previsione di quello che sarebbe avvenuto.
quando diciamo "quello lì è un mostro" vogliamo solo distaccarci da lui, crogiolarci nell'illusione che "noi" siamo umani, buoni e privi di difetti, lui non è umano, è diverso da noi.
E invece c'è un potenziale mostro in ciascuno di noi.
Nascosto nei geni, nelle esperienze della vita. E basta che ci siano le giuste condizioni per far emergere il "mostro"
Il desiderio di dominio è parte del nostro istinto, come il desiderio che nasce dalla proibizione.
Il mostro è quello che guardiamo quando ci osserviamo allo specchio, animali senzienti ed autocoscienti destinati a una vita spesso amara.