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Amazing Dance
and Video Mapping Performance
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Sculture “Auto”Mobili
Installazioni che sfidano le leggi di gravità. 
Ammirando le opere di Gerry Judah, scultore indiano, non si può non pensare a quando da piccoli si giocava con la pista Polistil. 
Le sue Porche, Mercedes, Land Rover, Alfa Romeo e Jaguar, svettano, ogni anno, nei cieli britannici, per celebrare il Goodwood Festival Of Speed, la più importante manifestazione britannica di automotive.
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iomedia · 10 years
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Vertigini dal Basso
#:  Foto scattate da Romain Jacquet-Lagrèz
Se non soffrite di vertigini alzate la testa ed ammirate la città con maggior estensione in altezza. Hong Kong, la metropoli con più grattacieli al mondo,  vista dal basso , immortalata dal fotografo francese Romain Jacquet-Lagrèz .
Questo spettacolare servizio fotografico vi farà girar la testa.
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iomedia · 10 years
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PIXEL PANTIES
Il sogno di tutti i nerd: spogliare Lara Croft e scoprire che sotto gli shorts porta delle mutandine ad 8bit.
Dopo una nottata insonne a giocare alla vecchia Amiga 500, i designers portoghesi Sebastião Teixeira e Cesária Martins, hanno pensato di creare una linea di slip femminili “pixellati”.
Ora, in attesa che trovino uno sponsor che produca questa curiosa idea, stanno ideando la versione maschile: speriamo che non prendano a modello Super Mario!
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iomedia · 10 years
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SCUOLA ELEMENTARE IN 3D
Murales Tridimensionale
L’ artista Anders Gjennestad, alias Strøk, ha trasformato la facciata della scuola elementare Virgilio, nel centro di Gaeta, in un murales tridimensionale. L’opera è stata realizzata in occasione del festival “Memorie Urbane”.
Strøk ha realizzato delle figure che sfidano la forza di gravità e che impersonificano degli studenti in cerca di spazio per giocare e divertirsi.
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iomedia · 10 years
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BLOOP Proactive Arts Festival
Ibiza 20 luglio - 24 agosto
Il 20 luglio 2014 BLOOP Proactive Arts Festival darà finalmente il via al lungo mese di programmazione dedicato all'arte e alla musica, ospitato dalla splendida isola di Ibiza e completamente gratuito.
  Snatch! Records con la partecipazione di Riva Starr & Santos saranno headliner alla festa d'inaugurazione ufficiale di Bloop, insieme a Digital Genetic Pasta e alle esibizioni live di The Coolness e Mila, il 20 luglio a Sa Punta D'es Moli dalle ore 17.00 a mezzanotte.
  Anche quest'anno torneranno i BLOOP N Sunsets' - le emozionanti session musicali organizzate al tramonto all'interno dell'headquarter di BLOOP.
Il party di chiusura di BLOOP saluterà tutti gli ospiti e i partecipanti alla fine del festival dopo ben 35 giorni di festa, durante l'ultima settimana. La speciale line-up per questa occasione molto speciale sarà annunciata molto presto: restate aggiornati attraverso il sito ufficiale www.bloop-festival.com!
Per tutta la durata del festival gratuito dedicato alla arte proactivo ci saranno anche:
  BLOOP HQ MUSEUM
Un museo di arte proattiva con installazioni artistiche interattive di Lo Spino e Xavi's lab, un murale di Gaucholadri (vincitore del contest di BLOOP per Global Street Art), fotografie di Marc Colomines, un'installazione vegetale di Montse Nadal, un'installazione di Pineapple Crocodile e Silva Ramacci e molte altre accompagnate dal sottofondo sonoro di Digital Genetic Pasta.
    THE MERCARTIILLO
Il mercato con espositori accuratamente selezionati nel campo di Design e Arte accoglierà i visitatori nella Plaza di fronte al BLOOP Headquarter. Gli stand saranno aperti dal 5 al 15 agosto tutte le sere (tranne il lunedì) dalle ore 17 alle ore 24.
    OPEN AIR GALLERY
In accordo con il principio del festival - L' Arte è per tutti - la Open Air Gallery
continua a fare il suo corso con ulteriori aggiunte alla ricca collezione. Un progetto con l'obiettivo a lungo termine di convertire una città in una grande tela con murales e installazioni, accessibili a tutti per tutto l'anno.
  Quest'anno i murales saranno opera di artisti internazionali come INTI, Agostino Iacurci, Gaucholadri, Fikos, Bisser, Pekolejo, mentre le installazioni saranno realizzate da Fra. Biancoshock contribuirà alla realizzazione del progetto. Fra gli artisti che hanno già offerto il loro contributo: Phlegm, Interesni Kazki, B-Toy, Cuellimangui, Skount, Fede Massa aka  Cruz, BLOOP KIDS, David de la Mano & Pablo S. Herrero, Emilio Cejalvo e altri ancora. La mappa della Open Air Gallery sarà distribuita in tutti i punti dell'isola.
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iomedia · 10 years
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Pubblicità Controverse e Scioccanti
Odiata, noiosa e fastidiosa. La Pubblicità è quella zanzara che ti ronza nelle orecchie mentre stai sognando di esser su una spiaggia deserta di un'isola caraibica. Eppure dietro questo insetto che cerca di succhiarci il sangue, a nostra insaputa, vendendoci generi di ogni tipo, dall'assorbente con le ali all'olio che ti fa saltare una staccionata nonostante i 60 anni suonati, c'è la mente di studiosi della psicologia e del comportamento umano. 
In un mondo così rumoroso e disordinato, la nostra “zanzara” ha pochi secondi per  catturare l'attenzione del malcapitato spettatore e pungerlo generando: curiosità, spavento, angoscia, allegria, disprezzo, odio…ecc. 
Vogliamo condividere con voi i messaggi più controversi e scioccanti che cattureranno la vostra attenzione e vi comunicheranno un’ emozione, ci piacerebbe sapere quale di queste vi ha colpito, in maniera positiva o negativa.
Attenzione alcuni annunci sono molto controversi.
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iomedia · 10 years
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Villa aperta
Roma, Accademia di Francia-Villa Medici, dal 18 al 21 giugno
  Dal 18 al 21 giugno 2014 torna Villa Aperta, il festival di musica pop, electro e rock che si svolge nella straordinaria cornice dei giardini di Villa Medici. Quattro serate di musica live che accoglieranno artisti e gruppi internazionali, attraversando i generi musicali e presentando le tendenze più innovative della scena musicale attuale ma anche artisti che hanno segnato la storia del rock.
  Mercoledì 18 giugno si esibirà il gruppo parigino post-rock That Summer, fondato agli inizi degli anni ‘90 da David Sanson, borsista dell'Accademia di Francia a Roma nel 2013-2014. La stessa sera saliranno sul palco di Villa Aperta i Luminal, gruppo indie rock romano che dopo il successo dell’album “Amatoriale Italia” ha partecipato all'edizione speciale dello storico album degli Afterhours “Hai paura del buio?”, e la band post-punk francese Cheveu, le cui influenze vanno dal blues, al punk, alla musica elettronica.
  Ospite d'onore della serata di giovedì 19 giugno è Christophe, cantautore francese di origine italiana la cui musica trova le sue origini nel rock'n'roll ma anche nella canzone d'autore francese. Christophe presenterà sul palco di Villa Medici il suo nuovo album “Paradis retrouvé”, oltre ai grandi successi degli anni 60-70. A seguire sul palco si esibirà Ramona Lisa, nome d’arte di Caroline Polachek, che ha realizzato il suo primo album solo, “Arcadia”, durante una residenza a Villa Medici.
  Venerdì 20 giugno sono di scena Au revoir Simone, gruppo indie pop statunitense, tutto al femminile. A seguire il mix di soul, blues, jazz e pop psichedelico del musicista neozelandese Connan Mockasin. Infine, per la prima volta in Italia, Jackson and his Computerband, uno dei creatori del french touch che proporrà al pubblico romano un inedito set up live avveniristico.
  Sabato 21 giugno, giornata della Festa della Musica, il festival si conclude con una carte blanche à SAVOIR FAIRE e permetterà di scoprire il meglio della scena electro francese con Gesaffelstein, la cui tecno energica, nera e ossessiva farà ballare ed emozionare il pubblico, come testimonia il suo primo album “Aleph” (2013). Gesaffelstein ha collaborato con Lana Del Rey, Cassius, Depeche Mode e ancora Kanye West con il suo amico Brodinski, con cui dividerà la scena di Villa Aperta il 21 giugno. Dj, produttore e remixer, Brodinski è anche il cofondatore dell’etichetta Bromance. Ultimo artista SAVOIR FAIRE, The Hacker, padrino della nuova scena electro-pop con la sua tecno fredda. Tra queste live performance, si esibirà il gruppo francese Links, capeggiato da Laurent Durupt, attualmente borsista a Villa Medici, il cui lavoro si sviluppa tra musica contemporanea ed elettronica.
  Programma
18 giugno That Summer / Luminal / Cheveu
19 giugno Ramona Lisa (Caroline Polachek) / Christophe
20 giugno Connan Mockasin / Au revoir Simone / Jackson and his Computerband
21 giugno The Hacker / Brodinski / Gesaffelstein / Links
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La memoria del presente
Pesaro, Musei Civici di Palazzo Mosca, dal 22 giugno al 2 novembre 2014
Protagonista dell’estate pesarese sarà la grande mostra LA MEMORIA DEL PRESENTE Capolavori dal Novecento Italiano allestita ai Musei Civici di Palazzo Mosca dal 22 giugno fino al 2 novembre 2014.
 Nata dalla collaborazione tra Musei Civici, Comune di Pesaro, Sistema Museo e Popsophia  Festival del Contemporaneo, patrocinata da Consiglio Regionale delle Marche e Provincia di  Pesaro-Urbino e con il sostegno di Banca dell’Adriatico, l’esposizione si deve alla disponibilità dalla Fondazione Cassa di risparmio della provincia di Macerata che ha generosamente  prestato numerosi capolavori della preziosa collezione di Palazzo Ricci.
  Oltre ai capolavori della Fondazione Carima, la mostra annovera alcuni prestiti da prestigiose collezioni private che integrano il percorso espositivo con alcune opere emblematiche. Tra  queste il bellissimo “Ritratto di signora” di Giorgio de Chirico, un dipinto degli anni venti dove il  naturalismo dell'artista raggiunge l'apice di un'intonazione delicatamente armoniosa e dove lo  sguardo malinconico del soggetto rimanda alle atmosfere metafisiche di una memoria ancestrale.  Da segnalare inoltre una sequenza straordinaria di opere di Filippo De Pisis, uno dei rari dipinti  ancora figurativi di Giuseppe Capogrossi del 1941 e una bella composizione astratta di Bice  Lazzari del 1956.
 Una mostra sul Novecento con dipinti e sculture di importanza internazionale per raccontare  un secolo “impetuoso”, in pieno movimento, stravolto da due conflitti mondiali e che nell'arte  trova il luogo ideale per esprimere tutte le sue vicissitudini.
 Il progetto a cura di Stefano Cecchetto illustra il rivoluzionario cambiamento in Italia dal primo  dopoguerra fino agli anni settanta e presenta un percorso trasversale ai diversi linguaggi  espressivi mettendo in risalto l'atto creativo dell'artista quale “artefice” di una rinascita.  
Dal “Ritratto della Signora Vigliani Ranieri Clelia” di Giacomo Balla, che ancora richiama il  romanticismo di fine Ottocento, alla “Fucilazione di Ernesto Treccani”, la prima parte della mostra  mette a fuoco le innovazioni stilistiche dagli anni venti al secondo conflitto mondiale: l'influenza  francese de Les Italiens de Paris, documentata dai dipinti di De Pisis; la ventata prorompente del  Futurismo e il suo superamento verso la riscoperta di una nuova e più personale poetica. Il  panorama della visione subisce una svolta e l'artista decide di rappresentare, non più quello che  l'occhio vede, bensì l'analisi emozionale del proprio pensiero.  La tensione dinamica di pittori quali Balla, Depero, Dottori, Prampolini, Conti, Tulli, decreta la  visione esasperata di una velocità espressiva, sempre in equilibrio tra scomposizione e  ricomposizione del soggetto. Un segnale di distacco dalla tradizione figurativa verso  l’irrequietudine della ricerca che trova il suo emblema nella “vita silente” delle “Muse inquietanti”,  malinconiche e tragiche, di Giorgio de Chirico.
 La seconda parte, dal “Paesaggio” di Osvaldo Licini al “Concetto spaziale” di Lucio Fontana, indaga  la trasformazione dei linguaggi artistici dal secondo dopoguerra fino agli anni settanta; quando la   spinta innovativa si sposta verso territori sempre più inconsueti, come i tagli di Fontana che sono  un trucco filosofico, ma anche il segno chirurgico di una divisione netta tra figurazione e  concettualità. Tuttavia, se l’Informale ha ormai raggiunto la dissolvenza di qualsiasi ipotesi  figurativa, in controtendenza all’astrazione si palesano movimenti e sperimentazioni di nuovi linguaggi visivi. Campigli, Vedova, Burri Afro, Schifano, Giò Pomodoro sono tra i testimoni di questo spirito creativo che, indagando il passato per dichiarare il proprio futuro, scompone e ricompone tutti gli schemi possibili dell’arte. Da qui prenderanno forma tutte le tesi e le antitesi che ancora oggi rappresentano il tratto distintivo della modernità.
 La mostra affiancherà il festival Popsophia in programma a Rocca Costanza dal 2 al 6 luglio, sul tema della “nostalgia del presente”; manifestazione giunta con successo alla quarta edizione dove la filosofia indaga il pop e il pop racconta la filosofia attraverso la parola, la musica, il cinema e, naturalmente, l'arte.
Per info: www.popsophia.it
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iomedia · 10 years
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Julião Sarmento
Torino, Galleria d'Arte Moderna (GAM), dal 12 giugno al 31 agosto 2014
  La GAM di Torino dedica un particolare tributo all’artista portoghese Julião Sarmento, con l’allestimento di una eccezionale mostra che inaugura il terzo capitolo di Dialoghi, il progetto espositivo che punta a instaurare un dialogo tra artisti affermati e attivi sulla scena contemporanea internazionale e opere scelte delle collezioni permanenti. La mostra, allestita negli spazi del GAM Underground Project su una superficie di oltre 1000 mq, costituisce un importante riconoscimento del lavoro dell’artista, ad oltre 15 anni dalla sua prima ed unica esposizione in uno spazio museale in Italia, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Lo sviluppo della ricerca artistica di Sarmento è presentato in GAM secondo un rigoroso taglio curatoriale sviluppato con criteri tematici, che ne analizza con occhio critico l’opera. Si partirà dalle sequenze dei lavori che ruotano intorno al tema della figura femminile e dell’oggetto, per concludere con le opere dedicate all’architettura, tra cui i due video Cromlech del 2010 e R.O.C. (40 plus one) del 2011 dove si ricompone il binomio donna-architettura. In mostra una selezione di circa 30 opere, tra le più significative nella sua produzione artistica, danno conto della visione totalizzante del mondo, offerta da Sarmento attraverso differenti mezzi: la fotografia, la pittura e, in tempi recenti, la scultura. Le opere esposte coprono l’intera produzione dell’artista, dalla fine degli anni 70 fino ai lavori più recenti. Nel contesto di Dialoghi, Julião Sarmento ha scelto, tra le opere della collezione del museo, due differenti “modelli” ispiratori della sua ricerca artistica: il pittore italiano Giorgio Morandi e l’artista americano Sol Lewitt, due artisti apparentemente distanti ma che conservano entrambi una solida ricerca formale, caratteristica che Sarmento considera sia punto di partenza, sia punto d’arrivo necessario. Al centro dell’allestimento il confronto con i due maestri è testimoniato dal grande trittico White Veil, realizzato appositamente per la mostra alla GAM, posto in dialogo con Complex Form #52 di Sol Lewitt e, sulla parete di fronte, con una selezione di 12 opere di Giorgio Morandi – delicate e intense pagine ad acquerello e a matita – e a una coppia di nature morte dipinte. Le infinite varianti di Morandi sulla pagina dipinta, le analisi su forme, volume e spazio di Lewitt hanno sollecitato l’attenzione di Sarmento, da sempre teso a ‘combinare’ il lavoro sul dettaglio della rappresentazione e il mantenimento di una visione superiore, entro cui inserire tale analisi. Un rinvio narrativo, una continua allusione a qualcos’altro che sembra affiorare dalle immagini. Ogni sua opera sembra chiedere qualcosa di più all’osservatore, il completamento necessario ad una sua (provvisoria) comprensione. In occasione della mostra è pubblicato un importante volume edito da Silvana Editoriale che, oltre alla riproduzione a colori di tutte le opere esposte e ad innovativo design grafico, proporrà i saggi di Danilo Eccher e Riccardo Passoni, Direttore e Vicedirettore della GAM e curatori della mostra, e dei critici portoghesi Alexandre Melo e Sérgio Mah. Julião Sarmento È nato nel 1948 a Lisbona, dove vive e lavora. La realizzazione della mostra e del catalogo è resa possibile dal contributo della Galleria Giorgio Persano e del Banco Espirito Santo.
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Annette Amberg. Una questione privata
Roma, Istituto Svizzero di Roma, dal 12 giugno all' 11 settembre 2014
  Il ciclo Openings Out to Reality è stato avviato all’Istituto Svizzero di Roma quasi due anni fa, per mettere a verifica il potenziale dell’arte facendo delle istituzioni il luogo dove rappresentare l’estensione e la pratica di tale ricerca. Si tratta di una sperimentazione dalla durata variabile, sin dall’inizio volutamente non predefinita, caratterizzata da una sequenza di fasi il cui senso è calato interamente nell’esperienza artistica. L’incedere di tale metodo, dalla temporalità anomala, permette di interrogare il funzionamento istituzionale a partire dal lavoro artistico, facendo di questa durata lo strumento per pensare il cambiamento.
  Invitata a confrontarsi con le ipotesi di Openings, Annette Amberg ha intrapreso una serie di indagini in direzioni differenti, una lunga ricerca idiosincratica dove istanze culturali e realtà storica presente, ragioni istituzionali e storie personali si sono intersecate in un unico groviglio difficile da disbrogliare. Una questione privata di Annette Amberg (il titolo è tratto dall’omonimo romanzo postumo dello scrittore piemontese Beppe Fenoglio) è l’accumulazione della relazione che l’artista ha intrapreso con questa istituzione e le persone che vi lavorano, il suo programma e i suoi spazi. Ma allo stesso tempo questo titolo riflette la posta in palio del suo metodo di lavoro e di Openings: trasformare un’istituzione in una rete tra differenti livelli di interessi e desideri. Protagonista di questa mostra, di queste opere, è l’Istituto Svizzero di Roma (costrittivo a volte, crogiuolo di energie altre volte) e il suo spazio fisico. Una parte del lavoro sarà visibile dall’esterno di villa Maraini e la sua dépendance, il suo giardino, le sue mura possenti e il cancello di ingresso che rappresentano il territorio svizzero a Roma. Questo luogo è scelto da Annette Amberg per riflettere sulla nozione dell’identità, dell’accesso e del potere. I suoi spazi interni dove pubblico e privato si alternano, si mescolano, si confondono in tutte le gradazioni che dall’uno conducono all’altro, interrogheranno l’ambivalenza con cui un territorio viene conosciuto, vissuto e attraversato.
  Annette Amberg (1978) vive e lavora a Zurigo. Mostre personali: Łódź, Piano Nobile, Geneva (2013); Everything But Arms, Kunsthaus Glarus (2011), Caravan 4/2009, Aargauer Kunsthaus (2009). Il suo lavoro è stato presentato in varie mostre collettive tra cui: Marti Collection, PasquArt Biel; NoLocal/NoGlobal, WallRiss, Friburgo; Emmy Moore’s Journal: An Exhibition Based on a Letter in a Short Story by Jane Bowles, The Printed Room presso SALTS, Basilea; The Futures of the Past, Kunstraum Riehen, Murmurial, Curtat Tunnel, Losanna (2013); Unheimliche Reisen - Archiv trifft Gegenwart, Dienstgebäude, Zurigo; Swiss Art Awards, Basilea (2012);Projecto/Sonae,Serralves, Porto (performance in occasione della personale di Charlotte Moth); Swiss Art Awards, Basel (2011); Of Objects, Fields, And Mirrors, Kunsthaus Glarus (2010).  
  Nel 2013 ha ricevuto il Prix Fondation Liechti. Insieme all’artista Fabian Marti ha gestito il programma  Amberg&Marti dal 2006 al 2007, e dal 2007 al 2011 ha lavorato come assistant curator alla Kunsthalle Basel. Con Manuela Schlumpf ha iniziato di recente il progetto Qa Zurigo.
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Maria Pia Severi. I colori della realtà
Milano, Milano Art Gallery, dall’11 al 30 giugno 2014
La storica Milano Art Gallery situata in via Alessi 11 a Milano, si prepara ad ospitare l'attesissima mostra personale dal titolo "I colori della realtà" della rinomata artista modenese Maria Pia Severi, organizzata dal manager di noti personaggi Salvo Nugnes, che si terrà dall’11 al 30 giugno 2014, con vernissage inaugurale in data Mercoledì 11 Giugno, alle ore 18.30. La Severi dimostra un geniale estro creativo in ambito fotografico, congiunto alle consolidate doti tecniche e strumentali e all'acuta sensibilità intuitiva. Da molti anni è protagonista di importanti esposizioni e ha pubblicato interessanti volumi di successo. Vittorio Sgarbi commentandone l'innato talento ha dichiarato "La frammentazione della realtà operata dalla Severi regala una stupefacente intensità. Colpiscono i giochi di luce arricchiti da rimandi al dinamismo e alla celerità, che rapiscono lo sguardo muovendolo all'interno di un vortice, in cui le immagini riprodotte arrivano a conquistare colui che le osserva". E sottolinea "La Severi non vuole, che le sue fotografie riproducano alcunché, ma che siano l'equivalente in moto e anche remoto, del nostro ricordo, delle nostre sensazioni. Un'emozione, una luce, un'impressione, una fotografia fuggitiva, che non focalizza un luogo e che non riproduce un momento, ma uno stato d'animo per la perdita dei sensi, uno stordimento. Come chi si sveglia all'improvviso e ricorda soltanto i frammenti di un sogno, perdendone il senso, la continuità narrativa".
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Runo Lagomarsino. Ears go deeper than eyes can see
Napoli, Galleria Umberto Di Marino, dall’11 giugno al 9 ottobre 2014
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, mercoledì 11 giugno 2014, la personale di Runo Lagomarsino dal titolo Ears go deeper than eyes can see. Il passato recente o remoto, nelle modalità in cui è stato rappresentato, messo alla prova, rifiutato, ridefinito, così come i processi storici che sono in grado d'influenzare gli assetti socio-politici attuali, costituiscono la cornice all'interno della quale si muove l'indagine dell'artista svedese di origini argentine. Il lavoro di Runo Lagomarsino si pone alla ricerca di fratture, narrazioni altre o misconosciute, grazie alle quali smantellare il sapere tradizionale, permettendo di leggere passato e futuro da nuovi punti di vista. Nell'opera che dà il titolo all'esposizione, Ears go deeper than eyes can see, una serie di ceramiche artigianali sono disposte su fogli di cartone. Questi piccoli oggetti, creati a seguito di personali ritrovamenti di cocci di ceramica sulle spiagge delle Mauritius, assumono un'esistenza autonoma ambigua. Da un lato, infatti, fanno eco ai criteri di catalogazione scientifica per l'esposizione di reperti archeologici, dall'altro mettono in evidenza la fragilità delle proprie forme generate dalla pressione del gesto umano sulla materia malleabile. Nella stessa stanza, due pile di poster mettono a confronto momenti diversi della conquista occidentale dell'America Latina: attraverso un'illustrazione tratta dal libro El primer nueva corónica y buen gobierno (1612-1616) di Felipe Guaman Poma de Ayalas (uno dei testi fondamentali per la ricostruzione della cultura Inca) e un disegno di Mathias Goeritz, autore di un'importante riconsiderazione del Modernismo in Sud America attraverso il Manifesto dell'Architettura Emozionale (1953). L'indagine scrupolosa che Runo Lagomarsino conduce intorno al colonialismo e al relativo dibattito storiografico implica, quindi, il punto di vista come premessa ideologica determinante per il prevalere di una cultura rispetto ad un'altra. Il senso di appartenenza ad una specifica comunità, infatti, gioca un ruolo decisivo rispetto alla narrazione degli avvenimenti e al peso che questi poi assumono nell'immaginare un futuro possibile. Su questo crinale l'artista s'interroga rispetto alla definizione di ogni supposta "identità coloniale" a latitudini diverse, in modo da offrire molteplici prospettive, includendo anche uno sguardo critico sui linguaggi abitualmente usati dagli artisti e dai teorici per descrivere il colonialismo. Nella seconda stanza, il dettaglio di una corona turrita viene stampato ripetutamente sulle pareti come a creare una lunga barriera. Il timbro riporta alla mente i controlli di frontiera su passaporti e visti: un'autorizzazione ufficiale governativa al di sopra della quale, però, sono sospesi i Sun drawing blu. La dimensione del viaggio in quanto "spazio politico" ha spesso obbligato a riconsiderare i punti di riferimento, allo stesso modo le migrazioni modificano continuamente le identità personali verso direzioni inaspettate. I disegni sono il risultato della semplice azione di esporre ogni foglio di carta al sole del Mediterraneo, immergendolo poi nel mare e dando voce in questo modo ai segreti delle mille storie in essi contenute. In For the ghosts and the raving poets, infatti, una lampadina è lasciata sul pavimento, pronta a ad essere sospesa e accesa durante le ore di chiusura della galleria. Una luce che i visitatori non vedranno mai e che risplende come una piccola simbolica presenza in memoria di quei fantasmi. Infine, Following the Light of the Sun, I Only Discovered the Ground pone l'accento sulle dinamiche di potere legate al giudizio storico e culturale. Una proiezione di diapositive mostra materiali recuperati dall'archivio di Zurab Tsereteli, artista russo-giorgiano incaricato di realizzare la scultura più alta del mondo per le celebrazioni del 500° anniversario del viaggio di Cristoforo Colombo. La statua, infatti, non è mai stata assemblata per intero per via di continui rifiuti da parte delle istituzioni americane, così che i suoi componenti hanno peregrinato per più di vent'anni prima di trovare una collocazione definitiva a Porto Rico, dove è attualmente in corso l'assemblaggio. Le immagini sono accompagnate dalle note dell'inno russo, creando possibili fraintendimenti e sottolineando lo spiazzamento e l'arbitrarietà insiti nella scrittura di ogni storia.
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iomedia · 10 years
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Duvetica e Tadao Ando firmano un nuovo showroom
Milano, via Senato 41/A, il 23 giugno 2014
  L’architetto giapponese Tadao Ando, per i dieci anni del brand, firma a Milano il nuovo showroom e l’ampliamento del flagship store Duvetica. La superficie complessiva di circa 240 metri quadrati è caratterizzata da forme geometriche lineari, cemento a vista ed elementi essenziali. Cuore del progetto è l’imponente parete in cemento curva e inclinata che taglia verticalmente i due piani, stagliandosi nella vetrina di via Senato.
Con lo spostamento dello showroom in via Senato, si amplia e si rinnova il flagship store di via Santo Spirito 22, realizzato sempre dallo studio Tadao Ando nel 2011.
  Tadao Ando è stato incaricato da Duvetica di intervenire sullo spazio preesistente per rivalutare la struttura interna dei locali. L’ingresso principale in via Senato è connotato da un’ampia vetrina, che offre una visuale dei due piani e dell’imponente muro che caratterizza lo showroom, tagliandone i due livelli. Situata nell’area accoglienza, questa parete realizzata in cemento architettonico “faccia a vista”, inclinata sul piano verticale e curva sul piano orizzontale, ha una lunghezza di 12 metri, un’altezza di oltre 7 metri e una profondità di 20 centimetri. Il piano terra ospita la zona accoglienza e il color range – nella stanza principale – le collezioni donna, bambino e l’area uffici; quello sottostante è destinato all’esposizione uomo. La ristrutturazione ha cercato di mantenere il più possibile l’impianto originario, recuperando dove possibile i preesistenti soffitti lignei a cassettone e gli infissi. Come in tutti gli spazi Duvetica, i colori predominanti sono il grigio e il bianco, che caratterizzano i pavimenti, realizzati in cemento industriale spolverato al quarzo, le pareti con finitura in marmorino veneziano “schiacciato”, gli arredamenti in corian grigio perla e legno naturale velato grigio. Un tavolo in cemento, disegnato da Tadao Ando, occupa la sala riunioni antistante gli uffici. L’illuminazione è studiata per esaltare le caratteristiche e le cromie del prodotto esposto.
  La superficie del piano superiore, destinata alla vendita e all’accoglienza clienti, è stata ampliata - annettendo una parte del precedente magazzino – ed esporrà tutta la collezione uomo. Il piano seminterrato ospiterà le collezioni donna e, per la prima volta, la collezione Boy & Girl. Tutti gli spazi sono caratterizzati da pavimenti in cemento industriale grigio chiaro e pareti con finitura in marmorino veneziano lucidato bianco-grigio. Disegnato sempre dall’architetto giapponese, l’arredo – dall’impronta minimal per esaltare l’architettura dello store – riprende i colori della struttura attraverso i tavoli in corian grigio perla, i parapetti e le opere fabbrili in acciaio verniciato e le barre appendiabiti nascoste nelle pareti. Una forte componente tecnologica è data dalla presenza di schermi LCD con touch screen – che permettono al cliente sia di visionare tutta la gamma di modelli e colori disponibili e i video delle collezioni Duvetica, proiettati all’interno dello store e sugli schermi sagomati in vetrina.
  L’inaugurazione dei nuovi spazi Duvetica si terrà lunedì 23 giugno in occasione della settimana dedicata alla moda maschile, durante la quale verrà inserita, per la prima volta all’interno del calendario ufficiale di Milano Moda, la presentazione della collezione primavera estate 2015 uomo e preview donna.
  Info su www.duvetica.it
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iomedia · 10 years
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Guglielmo Castelli. Eparina
Roma, galleria Il Segno, dal 10 giugno al 10 ottobre 2014
La ricerca poetica di Guglielmo Castelli, negli ultimi due anni, si è focalizzata sulla capacità che ha la pittura di occupare lo spazio, anche fuori dal vincolo del telaio. Le dimensioni si sono evolute insieme alle forme delle sue tele. Lo spazio della pittura è rimasto per lui un percorso che non guarda indietro. Le superfici dipinte sono lavorate con attenzione, i colori si sovrappongono e i suoi quadri diventano movimento. Resta il tema dell'infanzia, tratto distintivo dell'artista, ma con uno scarto rispetto al passato: l’indagine sul colore è diventata progetto artistico. L'aspetto autobiografico, seppur presente, è al servizio di una composizione matura e compiuta. Con due mostre in contemporanea; il 10 giugno alla galleria Il Segno di Roma e il 12 giugno al Museo d'Arte Contemporanea MACRO di Roma – Artisti in Residenza , Castelli si misura con l’ambiente, intervenendo con le istallazioni che mantengono e rafforzano alcune sue peculiarità. Come i fondi, divenuti ormai quasi una firma autografa, o le figure, che inglobate sempre più caoticamente nel colore, suggeriscono posizioni anatomiche quasi impossibili. In occasione della mostra alla galleria Il Segno di Roma, verrà pubblicato un volume che raggruppa 4 anni di lavoro di Guglielmo Castelli, 2011/'12/ '13/ '14 con testi critici di Lorand Hegyi, Bartolomeo Pietromarchi e Claudio Libero Pisano, edizione Punctum. Guglielmo Castelli, nasce nel 1987 a Torino dove vive e lavora, prediligendo la pittura e il disegno. Si diploma all'Accademia di Belle Arti di Torino in scenografia teatrale. Neo vincitore della residenza per Artisti presso il Museo d’Arte Contemporanea MACRO di Roma. Tra le sue mostre personali si segnalano: nel 2013 Al di là di ogni ragionevole dubbio presso la Guidi & Schoen Gallery di Genova; nel 2012 Et ab hic Et ab hoc alla Metis-NL Gallery di Amsterdam e Chiama quando arrivi alla Galleria L’Église di Torino; nel 2011 Se si prescinde dai corpi presso la Galleria Il Segno di Roma. L’artista ha preso parte a numerose mostre collettive tra cui: Almanach - cabinet de dessin- prima presso la galleria Heike Curtze di Vienna e Salisburgo, successivamente presso la galleria Alessandro Bagnai di Firenze a cura di Lorand Hegyi. Nel 2013 L’arte è un romanzo. La straordinaria storia delle parole che diventano immagini presso il Palazzo della Penna di Perugia a cura di Luca Beatrice; nel 2012 …E bellezza sia! Modigliani, Warhol, Mapplethorpe, la Dolce Vita, Oggi alla Fondazione 107 di Torino. Il 2011 ha visto la sua partecipazione alla mostra della XII edizione del Premio Cairo presso il Palazzo della Triennale di Milano e alla collettiva Km 011. Arti a Torino 1995-2011 al Museo delle Scienze di Torino. Nel 2013 è stato inoltre selezionato per il Premio Prix Canson di Parigi e nel 2014 per il Premio della Fondazione VAF di Stoccarda. In ottobre aprirà una mostra ad Amsterdam, alla galleria Ron Lang Art, dialogando con le opere del fondatore del gruppo Cobra Lucebert.
cura di Claudio Libero Pisano
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