2019. Una fermata e partono i flashback. Noi sul pullman, erano forse le 3 di notte, e io volevo un maritozzo con la panna. Non volevo tornare a Torino senza averne mai assaggiato uno. Tu non volevi farmi mancare nulla e quindi “va bene, ma facciamo in fretta che se passa il pullman rimaniamo qui stanotte”. Prendiamo un maritozzo a testa e un bombolone al cioccolato. Torniamo di corsa al pullman. Un barbone vicino al cassonetto ti preoccupa perché urlando fruga nel bidone in cerca di un mozzicone di sigaretta. Spaventa la gente intorno, io ti guardo, tu cerchi di rassicurarmi ma ti conosco, “cazzo ma quando passa”. Quando finalmente arriva, io mi piazzo sul primo sedile che mi trovo davanti, perché a Roma si sa che gli autisti non sanno guidare. Tu ti siedi vicino a me. Arriviamo a Colli Albani, finalmente a casa. Scendiamo dal pullman e ti accorgi che il tuo pantalone è appiccicoso. In 10 anni non me ne sono mai accorta, sei un po’ schizzinoso. Ma forse stavolta avevi ragione. “Non posso stare un minuto in più con questo jeans addosso”. Arriviamo a casa, il tempo di chiudere la porta della mia stanza e tu sei in boxer davanti a me con la faccia sconsolata. Io ti guardo e dentro di me ringrazio chiunque abbia contribuito a questa sventura.

““I miei più grandi dolori in questo mondo sono stati i dolori di Heathcliff; io li ho scrutati, e sentiti tutti, uno per uno, sin dal principio: nella mia vita il più gran pensiero è lui. Se tutti gli altri perissero e lui restasse, anch'io continuerei a esistere; e se tutti gli altri restassero e lui fosse annichilito, l'universo mi diverrebbe totalmente estraneo: non mi sembrerebbe di farne parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo muterà, lo sento bene, come l'inverno cambia le chiome degli alberi. Il mio amore per Heathcliff rassomiglia alle rocce eterne sotto terra: una sorgente che da poca gioia visibile, ma necessaria. Nelly, io sono Heathcliff! Egli è sempre, sempre nella mia mente: non come gioia, come io non sono una gioia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Perciò non parlare si separazione: è inattuabile.””

— Cime Tempestose - Emily Bronte

• ..come un uragano i suoi problemi avevano travolto la mia vita. […] Tutto era iniziato con una stupida battuta, detta con quella leggerezza ironica che lo contraddistingue da anni. Lo conoscevo bene, e non ci ho dato più di tanto peso. Poco dopo la stessa battuta, il tono era cambiato. ‘Non vorrei deluderti, ma non sarà così’, gli ho detto cercando di imitare il suo modo di essere. Qualche mese dopo, avevamo appena finito di discutere, ci eravamo calmati e ci guardavamo come per rassicurarci che le cose si sarebbero risolte. ‘È inutile pensare al futuro. Te l’ho detto, quando ti sarai laureata probabilmente non ci sarò più’. ‘Dai smettila, guarda che se non vieni alla mia laurea mi arrabbio sul serio’, mi stava facendo innervosire. Subito dopo il silenzio. Con lo sguardo basso sussurra, ‘Oh, verrai al mio funerale vero?’. Mi guardava con quegli occhi da cane bastonato, gli stessi che mi avevano fatta innamorare di lui. Avevo gli occhi lucidi, ormai non potevo più fare finta di non aver sentito. ‘Vuoi proprio vedere le mie lacrime, non ti bastano quelle di stamattina, eh?!’ Non si scherza su cose serie come questa. Lui non scherzava più, e dopo l’ennesima conferma, ogni volta che lo sentivo lamentarsi della sua vita lo sgridavo, gli urlavo contro come se mi avesse fatto chissà quale torto, e lui non capiva. ‘Finiamola con questa storia malsana. Non dobbiamo sopportarci per forza. Chiudiamola qui se è quello che vuoi.’ Così sono sparita, senza dargli spiegazioni. Era troppo, e io avevo paura. Lui aveva me, ma io ero rimasta sola, con una responsabilità che era diventata più grande di me. B. •
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Odio forse un po’ più me che te.

È difficile lasciare andare una persona che sai che probabilmente tiene a te più di quanto tu tenga a lei. È difficile quando ti svegli un giorno e scopri che quel sentimento che volevi ricostruire apparteneva a due ragazzini che non hanno avuto la possibilità di viverselo, e tu in questi anni hai solo cercato di dare un nome e un senso al loro volersi a tutti i costi. È difficile quando ti rendi conto che una dei due ragazzini eri tu, ma di lei non ti è rimasto niente, se non il suo nome.

💔

Forse se dopo tutti questi anni siamo ancora noi è perché in qualche modo sentiamo di doverlo a quei ragazzini che si volevano così tanto anni fa. 💔

‘Ma perché ti piace proprio lui?’ ‘Mi piace perché non mi dice spesso che mi vuole bene, me lo dice quando sono arrabbiata e voglio mandare all’aria tutto. Sa come farmi capire che esagero facendomi ragionare e non urlandomi in faccia come fa la maggior parte delle persone. È felice quando mangio con gusto o quando vede in me un briciolo di determinazione. A lui piacciono di me, le cose che a me non piacciono, mi fa sentire bella. Non mi ha mai fatto promesse ma non ha mai preso in considerazione l’idea di andarsene, e lui più di chiunque altro sa cosa vuol dire sopportare una come me. Asseconda sempre le mie richieste, e lo fa con il sorriso. È disposto a prendersi le colpe, quando sa che ho solo bisogno di un po’ di attenzioni. Quando ho scoperto che è perfetto per me? Quando eravamo in macchina e lui mi ha chiesto di cercare quella canzone dei Tokio Hotel che gli facevo ascoltare quando eravamo piccoli.’

Odio la distanza cuore, ma non mi arrendo.

Il mio cuore è tuo anche stasera. Trattamelo bene e non ti dimenticare di spaccare tutto. ♥️🌹🌊

Sono da amare. 🌹🌊

Sono da amare. 🌹🌊

• Perché ancora non ho trovato labbra più belle delle tue •
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Fiera di lui. 💣

Innamorata di quello che tiri fuori, da sempre.

Il mio cuore. ❤️

San Lorenzo. Tra un bicchiere di IPA del ‘Luppolo’ abbandonato a terra e un gradino di Piazza dell’Immacolata ho lasciato il mio cuore.

Ma credo proprio che rimarrà lì ancora per un po’.

“Si voltò convincendosi di una cosa: lei non avrebbe ricevuto da altri lo stesso amore incondizionato che le aveva dato lui. Nessuno l'avrebbe stretta come se fosse la cosa più importante di tutte. Nessuno, e lei lo avrebbe percepito, e si sarebbe pentita di averlo lasciato. E sarebbe tornata. Più che una convinzione, la sua era una speranza a cui aggrapparsi.”

—

“Roma quando piove è ancora più bella che con il sole. E’ bella, se trascuri le voragini che si formano sull’asfalto, come in via Nazionale, o a piazza Venezia. Se trascuri il traffico che si moltiplica, quel traffico che per quante strade alternative tu conosca, troverai sempre la fila, come se si fossero date appuntamento lì. Se trascuri il raddoppiarsi delle macchine parcheggiate in doppia fila, dell’aumento dei colpi di clacson, dei pazzi che corrono a velocità proibitiva in centro abitato, desiderosi soltanto di tornare a casa all’asciutto, possibilmente con una buona cena calda a tavola. O con la moglie che li aspetta a gambe aperte in camera da letto. O solo con il proprio gatto, visto che la moglie se ne era andata anni prima per andare ad aspettare a gambe aperte qualcun altro. Storie comuni di uomini di tutti i giorni. Uomini dalle storie molto diverse, con ambizioni diverse, compiti diversi, aspettative diverse. Queste differenze le noti soprattutto se vai alla stazione Termini. Ci sono quelli con la valigetta ventiquattr’ore che salgono sul treno per Milano, giusto un paio di giorni, per lavoro, per andare a salvare la propria azienda che da un po’ di tempo non guadagna più. Una valigetta ventiquattr’ore, con due paia di mutande, spazzolino, dentifricio, una camicia e il necessario per lasciar riposare le lenti a contatto durante la notte. Ci sono quelli che invece stanno con il trolley da duecento chili, che staranno via una settimana, o forse di più. Partono per lavoro, tornano a casa, oppure vanno a trovare qualcuno di speciale, così speciale che neanche quella distanza abissale li ha frenati. Sai com’è, è speciale. Ci sono le coppie che si stanno salutando, tra dieci minuti partirà il treno di lui, o il treno di lei. Lei quasi sempre piange, mentre lui le asciuga le lacrime e si finge tranquillo. Sappiamo benissimo che non appena il treno partirà, cederà anche lui alle lacrime. Le donne hanno questo potere, tirano fuori il lato debole di un uomo non per distruggerlo, ma per farlo conoscere all’uomo stesso, che molte volte finge di non averne uno. E non è che il tuo lato debole puoi ignorarlo per sempre; quello si accumula, e dopo un po’ scoppia, e li amico mio, sei spacciato. Ci sono turisti, per la maggior parte cinesi, tutti uguali, con lo stesso taglio di capelli che è una specie di caschetto, o un look spettinato. Cinesi che ridono, cinesi che indicano, cinesi che fanno le foto; secondo me i cinesi ci nascono con la macchinetta fotografica al collo. Persone, persone, e ancora persone. Migliaia di persone. Vorrei potervi dire che io appartengo alla categoria “valigetta ventiquattr’ore”, potrebbe voler dire che sono un uomo d’affari importante che deve andare fuori città a risolvere problemi del cazzo di una società del cazzo in un’altra città del cazzo. Vorrei potervi dire che sono cinese e che mi sono venuto a fare una vacanza indimenticabile a Roma. Vorrei potervi dire che sono quello che “Sai com’è, è speciale.” No, decisamente no. Tra tutti quei controllori, gli addetti alle pulizie che si muovono con quelle macchinette strane, i tabacchi, le edicole, i binari e i treni che fischiano, io sono quello che sta asciugando gli occhi di lei davanti a me, fingendomi tranquillo. Anche se non la rivedrò più. E non era stata una mia scelta, forse avrei dovuto aspettarmelo, forse non avrei mai dovuto cominciare nulla, forse era stato tutto una colossale stronzata. Ma sai com’è, era speciale.”

— Incipit “Troppe coincidenze compongono un destino” - Tommaso Fusari

Non mi importa il giudizio delle persone, chi mi vuole bene sa, chi ha fatto finta di volermene per tutto questo tempo parlerà di ipocrisia. Ho voluto aspettare che passassero un po’ di giorni, il tempo per tornare alla realtà, a tutto quello che non riesco a gestire, che in qualche modo non sento appartenermi, il tempo per scaricare l’emozione, il tempo per abituarmi nuovamente all’assenza di persone che ho scoperto mi mancano più di quanto potessi immaginare. Mi rendo conto dei limiti che hanno i miei progetti, so di dover rimanere con i piedi per terra e accettare quello che ho qui, la mia vita, la mia casa, le persone che ho la fortuna di avere accanto. So anche che è un periodo difficile e ho capito che, Roma..sei il mio rifugio, il mio posto e il mio momento felice. E tutte le volte che avrò voglia di mangiarmi una buona carbonara, pizza e mortazza o anche solo di una passeggiata lungo il Tevere al tramonto con il trapizzino e un’IPA (che rigorosamente mi sceglierà il mio cervoisier preferito🙃), mi basterà prendere quel pullman, con le quasi 10h di viaggio, che sembrano addirittura troppo poche quando ci si deve preparare per scendere a Roma.

Manchi, e mancherai. 🌹