Che cos'ero intorno ai 20 anni?

Un manicomio su un letto di danni

sogni sciatti, notti di festa

ma cos'hai visto in questa qui?

Ad un certo punto ho incominciato a fare grafiche. Per chiunque. Qualsiasi cosa, anche se non me lo chiedono. A volte credo di farlo per non lasciarti andare, come se fare lo stesso lavoro significhi avere ancora qualcosa in comune. Poi magari tu un giorno ti imbatti in una di quelle grafiche, sparse qua e là. E metti che ti piace, e chiedi di chi è. E magari al mio nome sorridi - che tanto tu lo avevi capito subito che ero brava - e mentre sorridi, pensi che il mondo è piccolo, anche se le nostre distanze sono grandi. 

So che dovrei stare al mio posto

 ma quello che sento non ci sta 

nel poco spazio che mi lasci 

non farmi fare quella forte, cado a pezzi 

ma non ballerò 

resta zitto ad ascoltarmi 

e lo so che sono nuda se mi guardi 

siamo ancora a questo punto dopo anni 

non sarò mai meglio di questo 

e per te è lo stesso 

ma io conosco quello sguardo anche se menti 

e vorrei essere al tuo fianco mentre invecchi 

ma non ballerò tu resta zitto ad ascoltarmi 

ti ho detto tutto sono nuda, non guardarmi 

siamo ancora a questo punto in questi anni

“Sai qual è il tuo problema? È che ti hanno chiuso la porta in faccia e tu sei rimasto lì a fissarla senza guardare l’altra che ti si era spalancata davanti”

- cit.

Per quando tornerai

lascio aperto

il cuore.

Forse si tratta di affrontare quello che verrà, Come una bellissima odissea di cui nessuno si ricorderà

Le luci della centrale elettrica - Le ragazze stanno bene (via cialda)

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Ma per una come me, che voleva prenderti per mano e cascare dentro un letto che pena...che nostalgia, non guardarti negli occhi e dirti un'altra bugia. Almeno non ti avessi incontrato, io che qui sto morendo e tu che mangi il gelato.

Tra i file di ricordi e non poterti raggiungere

perché ci sono le targhe dispari

E i nostri venerdì neri,

i tuoi miracoli economici,

i lunedì difettosi.

Accompagnami a raccogliere i petardi

che non sono esplosi.

a12

E’ estate. Tu parli di lavoro, e io ti rispondo con questo screen di quattro giorni fa. Ti dico che aspettavo solo il momento per mandartelo. Ridi: “Te la stavi tenendo, eh?”. Sì, come tante, tantissime altre cose, ma aspetto il contesto in cui stanno bene. “Brava, aspetta il momento giusto”. Ribatto che il momento giusto potrebbe non arrivare mai. Mi rispondi con una terribile inflessione dialettale. Mi prendi in giro: dici che ti sto augurando di morire giovane. Per te è banale. Abbiamo tutti i momenti del mondo, uno dovrà pur essere quello buono. Non ci avevi mai pensato che la fine potesse arrivare prima dell’occasione giusta. Lo capisco solo ora, dopo mesi. Dopo che “E’ finita” lo hai detto tu. Probabilmente, il momento giusto era quello, ma è passato senza che ce ne accorgessimo. Senza un motivo apparente, io colleziono ancora frasi da farti leggere.

Magari il momento giusto era quello che non è ancora arrivato.

Human life occurs only once, and the reason we cannot determine which of our decisions are good and which bad is that in a given situation we can make only one decision; we are not granted a second, third, or fourth life in which to compare various decisions.

The Unbearable Lightness of Being, Milan Kundera (via a-dance-with-the-absurd)

Mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato e ne provo un fastidio intollerabile.

Italo Calvino, Lezioni americane. (via tripps42)

L'essenza dello scrivere 😍

Some writing advice from Hemingway. 

Be true to your writing.

Midnight in Paris

😍

Midnight in Paris (2011)

a10

Gli scrivevo delle poesie. Quando gliele leggevo si commuoveva sempre. Diceva che erano bellissime. Magari non era vero, ma mi incoraggiava a scrivere.