Tumgik
untrenochepassa · 5 years
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Mi hai insegnato tante le cose, la prima di tutte: sopravvivere.
Sopravvivere in un mondo che non è giusto e che non ti dona meriti, sopravvivere con le mie forze e impegnarmi nelle cose che faccio mettendoci più testa che cuore.
Dopo avermi insegnato l’arte della sopravvivenza hai cercato di rendermi più matura, meno risentita, meno attaccata alle parole che si dicono e più razionale nel parlare ma specialmente nell’ascoltare.
Non mi hai mai vista donna.
Mi hai vista ragazzina, sprovveduta e persa nella sua impulsività, nei maglioni larghi e nel poco trucco e ti sei posto l’obiettivo di cambiare certi aspetti di me che non ti andavano proprio giu. Ma io di cambiare non ne ho mai voluto sapere. Mi dicevi cresci e regredivo. Mi dicevi smettila e io continuavo e continuavo e continuavo all’infinito. Tu dicevi fatti furba e io mi facevo più scema.
Perché?
Quando hai capito che non sarei mai cambiata hai cercato di amarmi per come ero, ma ero così diversa da te e hai finito per accudirmi.
Darmi da mangiare perché io non so cucinare, dei vestiti comodi quando arrivavo stanca e parole dure ma incisive quando piangevo se qualcosa non andava.
Non mi concedevi il lusso di piangere, mia valvola di sfogo preferita, dicevi che piangere rende deboli, che non si piange per le stronzate. Mi sembra di vederti mentre lo dici e più lo dici più io piango disperata perché penso che io e te siamo due rette parallele che proprio non si riescono ad incontrare. È la cosa che mi fa stare più male quando penso a te è che mi ricordo solo dei cani...nell’ultimo periodo invece di parlare ci mandavamo foto di cani e di animali carini, forse pensando che ci sarebbe bastato? Non lo so.
Domani sará un giorno speciale e io vorrei affrontare la felicità a testa alta, come mi hai insegnato tu.
Ma non si leva mai quel senso di colpa che la sera mi attanaglia e che mi fa pensare che se solo ci avessi provato ad essere un po meno me stessa e un po di piu come mi volevi tu...forse sarebbe finita meglio. Non bene, ma senza dubbio meglio.
E invece tu mi fai i dispetti e io ci rimango male, come sempre.
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untrenochepassa · 7 years
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Per le tue cannonate Lei s'è messa l'armatura E niente più la tocca Ma è piena di paura...
Mannarino, le rane.
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untrenochepassa · 7 years
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però ti penso e quando lo faccio mi viene una malinconia che si ferma all'altezza della gola e che non scende e neanche sale per uscire.. Rimane lì. Mi chiedo tante volte se sarò felice di nuovo o di più. Se lui può rendermi felice a lungo andare, ma tanto non ci credo nemmeno io. E se tu mi vedessi adesso diresti che sono diventata mediocre e io ti manderei affanculo dicendoti che mediocre ci sarai te con quella cretina senza cervello che ti porti a spasso. Poi cadrei nel solito loop guardandoti e ciao. Quindi meglio così, meglio i letti degli altri a caso le notti in cui non riesco a dormire e tu non ci sei. La mia vita da tre anni è una sala d'aspetto piena di gente, che però è solo di passaggio. Buonanotte
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untrenochepassa · 7 years
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Joseph Gordon-Levitt, Geoffrey Arend and Matthew Gray Gubler,  “(500) Days of Summer” (Marc Webb, 2009).
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untrenochepassa · 7 years
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Nessuno ci fa del male. Siamo noi che ci facciamo del male perché facciamo cattivo uso del grande potere che abbiamo, il potere di scegliere.
J. Martin Kole (via anormalguywithabnormalmind)
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untrenochepassa · 7 years
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Ho chiuso il dolore Dentro una scatola di cioccolatini fondenti E sono andata avanti Un uomo dopo l'altro Nel tentativo di ritrovare anche solo un piccolo minuscolo dettaglio che mi riportasse da te Ma non c'era mai Non c'era niente in nessuno E più tentavo Più scappavo Più scappavo Più mi odiavo Era un circolo vizioso Poi sono andata a riprendere la scatola di cioccolatini Un giorno che m'ero rotta il cazzo E il dolore è uscito tutto di botto E mi ha tirato vari pugni abbastanza assestati (In tre anni aveva covato un sacco di rabbia) Alla fine della storia comunque volevo dirvi che Non basta una scatola di cioccolatini e neanche un cesto bello grosso e neanche una stanza grande sigillata Lui, il dolore, appena ti distrai Uno spiffero per scappare lo trova E lo devi affrontare.
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untrenochepassa · 7 years
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Proud Family / Culture Shock (S03E03)
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untrenochepassa · 7 years
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Inno alle piccole cose
Credimi c'è stato un tempo In cui ci siamo nutriti solo di piccole cose Dita dentro le fossette, tue Mani sulla schiena, mie Io a 17 anni che imparo ad accendere la macchina Un mc drive mangiato sul letto Io con la tua divisa Tu senza niente addosso Prendere una bici e venire sotto casa mia Saltarti in braccio alla stazione Infinite ore giorni mesi ad aspettare
Credimi amore mio Ora mi guardi e non vedi più niente Ora neanche un cenno Ma c'è stato un tempo in cui Di piccole cose Ci siamo nutriti e amati Noi due. Dir di più equivarrebbe a straparlare.
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untrenochepassa · 7 years
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Jeff Goldblum, “The Big Chill” (Lawrence Kasdan, 1983).
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untrenochepassa · 7 years
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A volte non capisco e credetemi, è una sensazione bellissima.
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untrenochepassa · 7 years
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L'amore è trovare mani che masturbano meglio delle proprie
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untrenochepassa · 7 years
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untrenochepassa · 7 years
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E poi penso: ma perché lo voglio incontrare a tutti i costi? Per dirgli cosa? Per dargli cosa? Un bacio? Uno schiaffone? Una pacca sul culo? Un'occhiataccia? Non riesco a spiegarmi tante cose In cima alla lista c'è Perchè voglio pensarti Perchè voglio incontrati per non dirti poi nulla per non darti poi nulla Perchè voglio baciarti, assiduamente Perchè voglio. Alle volte, penso, un buon mascara resistente all'acqua nella borsa può risolvere tanti problemi e nascondere con tutte quelle ciglia Come delle tende Chi cerchi continuamente.
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untrenochepassa · 7 years
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Pensarsi pieni di occasioni, ancora. Non è finito niente, non abbiamo perso tutto, o forse qualcuno, ma qualcosa resta e questo è l'importante. Per anni sono stata alla ricerca dell'indistruttibile, dell'infinito, del per sempre, poi ho dovuto fare i conti con la vita. Niente promesse, magari due o tre speranze, ma anche quelle cambiano continuamente. Prima per esempio avrei voluto essere bella ad ogni costo. Mi piangeva il cuore per via del mio naso troppo pronunciato, dei miei denti storti e del mio seno inesistente. Sono carina, lo siamo tutti a modo nostro, ma io volevo proprio essere bella. Poi mi è passata ed ho iniziato a sperare di poter vivere al mare, presto o tardi, e adesso invece sogno una città ingombrante ed alienante. Per fortuna sono un tipo da un'ossessione alla volta, altrimenti sai che casino? Comunque. Qualcosa resta e c'è ancora molto da fare, da dare, da imparare. Per esempio ora sono curiosa di sapere cosa si prova a scoprirsi di nuovo innamorati quando si è già un po’ cresciuti e ci si crede meno. Mi sa che proprio per questo si rischia di rimbecillire più del solito. Sono preoccupata, ma non troppo: ci si potrà ancora stupire, disillusi e delusi come siamo? Ci vorranno gli effetti speciali o basteranno le cose normali? Andrò mai al mare d'inverno? Ogni tanto scrivo un inno alla vita, ché non ci ho capito niente ma lo ripeto spesso: mi piace tanto.
Susanna Casciani (via toutcequirest)
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untrenochepassa · 7 years
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coffee
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untrenochepassa · 7 years
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high school musical meme | [2 of 10 songs] / “it’s like catching lightning, the chances of finding somone like you.” 
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untrenochepassa · 7 years
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Una persona incantevole una volta mi disse che bisognerebbe trovare il coraggio di dire voglio, piuttosto che un ipocrita vorrei, quando desideriamo qualcosa. Significa assumersi la responsabilità dei propri sogni e del proprio volere, senza vergognarsene negandogli la meritata dignità d’un assertivo presente. Nell’incertezza sentiti pure libero di volere, non è poi detto che tu ottenga qualcosa.
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