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“Questa separazione ci fa tanto male perché le nostre anime sono legate l'una all'altra. Forse lo sono sempre state e lo saranno sempre. Forse abbiamo vissuto mille vite prima di questa e in ciascuna ci siamo incontrati. E forse, ogni volta, siamo stati costretti a separarci per le stesse ragioni. Perciò questo è un addio che dura da diecimila anni e prelude a quelli a venire. Quando ti guardo, vedo la tua bellezza e la tua grazia e so che sono andate via via crescendo in ciascuna delle tue vite. So anche che in ciascuna delle mie vite sono andato alla tua ricerca. E cercavo proprio te, non qualcuna che ti somigli, perché la tua anima e la mia devono sempre riunirsi. E poi, per ragioni che nessuno di noi capisce, siamo costretti a dirci addio. Vorrei dirti che tutto andrà benissimo, e giuro che farò il possibile perché ciò accada. Ma se non ci incontrassimo più e questo fosse un vero addio, so che ci rivedremo in un'altra vita. Ci incontreremo di nuovo, e forse il volere delle stelle sarà cambiato e potremo amarci tanto da compensare tutte le separazioni precedenti.”
— Le pagine della nostra vita (Nicholas Sparks) 
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“Io soffro le pene dell'inferno; t'amo al punto di non aver altro pensiero se non per te, di non poter posare gli occhi su nulla senza vederti davanti a me, di non azzardarmi a dire una parola senza timore che m'esca il tuo nome! Tu queste cose non le capisci! Mi sembra d'esser stretta nella morsa di due artigli, d'esser legata in un sacco, non so come spiegarmi. Il ricordo di te, sempre vivo, mi stringe la gola, mi strazia qui, nel petto, sotto il seno, mi spezza le gambe fino a togliermi la forza di camminare. E me ne sto tutto il giorno su una sedia, come un'ebete, pensando a te.”
— Guy de Maupassant, Bel Ami, 1885 - Parte seconda, cap. VII
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“Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perché non esiste alcun termine di paragone. L’uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza aver mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa? Per questo la vita somiglia sempre a uno schizzo. Ma nemmeno “schizzo” è la parola giusta, perché uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo che è la nostra vita è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro.”
— Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere
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“Forse se fossero rimasti insieme ancora per qualche tempo, avrebbero cominciato a capire a poco a poco le parole che dicevano. I loro vocabolari di sarebbero pudicamente e lentamente avvicinati l'uno all'altro come amanti molto timidi, e la musica dell'uno avrebbe cominciato a intrecciarsi con la musica dell'altro. Ma è troppo tardi.”
— Milan Kundera, “L'insostenibile leggerezza dell'essere”, 1982.
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Un giorno mi sono svegliata e non sapevo più chi ero, tante volte mi sono alzata vedendo il sole crescere nella mia stanza buia, attraverso le tapparelle, ma è diverso questa volta, ho notato un’ombra avanzare direttamente sul mio letto crescendo verso il mio viso. Ho visto l’oscurità piombarmi addosso, non sapevo cosa fosse e mi faceva spavento. Ho pensato che col tempo andasse via riportandomi a vedere la luce colorata del sole, ma no, vedo tutto nero. Ho paura. Credo di essermi persa, persa, attraverso quella luce, una luce che non riconosco più, forse non riconosco più me stessa. Molte volte ho passato momenti difficili, ma da cui sono sempre riuscita a salvarmi, questa volta sento che è diverso. E’ cambiato il modo in cui affronto i problemi, sono sempre stata abituata a guardarli dal punto di vista di un’adolescente che ci deve sbattere la testa e crescere. Ora li sento impossessarsi della mia personalità della mia vita, senza luogo di uscita. Un giorno mi sono svegliata e sentivo le mie gambe pesanti, più del solito. Mi sono svegliata e credevo di sognare, non mi ero mai sentita così. Ho ripensato a tutto il mio trascorso, e ho visto una persona diversa da ieri che aveva paura del domani, e non mi ero mai posta la domanda: Cosa sarai domani? Ho sempre vissuto il presente affacciandomi ogni giorno sulla possibilità del mio futuro vivendo il momento. Io oggi non so chi sono. Oggi sento che tutto quello che accade, non possa portarmi ad un domani che accetterò. Ho ripensato ad un momento della mia vita, esattamente a due anni fa, quando ho provato a suicidarmi. Io quel giorno sono morta per davvero. La mia testa quel giorno mi ha salvato da quel gesto di così poco conto, ma sono morta quel giorno. Ho sentito il mio passato infrangersi e il futuro sgretolarsi. Ho sentito il peso della mia famiglia, dei miei amici. Non potevo farlo, ma io quel giorno sono morta. Oggi sono qua e non so bene chi sono.
io.
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“La vidi che mi guardava, con quegli occhi grandi e un poco obliqui, occhi fermi trasparenti, grandi dentro. Non lo seppi allora, non lo sapevo l'indomani, ma ero già cosa sua, preso nel cerchio dei suoi occhi, dallo spazio che occupavano.”
— - Cesare Pavese
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“Hai negli occhi i suoi occhi. Sei parole distratte. Mangi poesie d’amore. Tu non scivoli altrove, ogni volta è la morte. Sei un cielo stellato. Sei persa.”
— C. Pavese, “Hai negli occhi i suoi occhi”
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«Ma forse è anche meglio offenderla, la gente, almeno ci si salva dalla disgrazia di amarla».
- Fëdor Dostoevskij, “L’adolescente”
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“[…] tuttavia amo le foglioline vischiose che si dischiudono in primavera, amo il cielo azzurro, amo alcune persone che a volte si amano senza sapere esattamente il perché.”
— Fedor Dostoevskij, I Fratelli Karamazov
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“Com'è strano incontrarti di sera in mezzo alle gente come due vecchi amici: “Ehi ciao, come stai?”. Quando un giorno di notte m'hai detto: “Non ti lascerò mai.”
— Jovanotti (via la-voce-dei-pensieri)
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“Io soffro le pene dell'inferno; t'amo al punto di non aver altro pensiero se non per te, di non poter posare gli occhi su nulla senza vederti davanti a me, di non azzardarmi a dire una parola senza timore che m'esca il tuo nome! Tu queste cose non le capisci! Mi sembra d'esser stretta nella morsa di due artigli, d'esser legata in un sacco, non so come spiegarmi. Il ricordo di te, sempre vivo, mi stringe la gola, mi strazia qui, nel petto, sotto il seno, mi spezza le gambe fino a togliermi la forza di camminare. E me ne sto tutto il giorno su una sedia, come un'ebete, pensando a te.”
— Guy de Maupassant, Bel Ami, 1885 - Parte seconda, cap. VII
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“Restiamo soli nonostante tutti i nostri sforzi, e restiamo liberi nonostante tutti gli abbracci. Nessuno mai appartiene a nessuno. Ci si presta, nostro malgrado, al gioco civettuolo o appassionato del possesso, ma non ci si dà mai.”
— Guy de Maupassant, da Sull’acqua (Sur l’eau), racconto, 1876
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“-Sei innamorato, – ripeté Saval. -No. Questa ragazza mi turba, mi seduce, m’inquieta, mi attira e mi spaventa. Diffido di lei come d’una trappola, e ho voglia di lei, come del gelato quando si ha sete.”
— Guy de Maupassany
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“Non mi riuscirà più di sognare dopo esser stato così felice accanto a te nella realtà.”
— Fëdor Dostoevskij
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An Autumn Moonrise - Edward Wilkins Waite
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Bevvi una sola sorsata… Bevvi una sola sorsata di vita. Vi dirò quanto la pagai: Precisamente un'esistenza. È questo il prezzo sul mercato, dicono.
Emily Dickinson (via perpassareiltempo)
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