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#sviluppo web
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cvsolutions · 2 months
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Soluzioni internet per il futuro? Affidati a noi! Web developer, Grafico e Consulente Informatico al tuo servizio. Contattaci: [email protected] oppure www.cvsolutions.it
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cucineeconomiche · 6 months
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Restyling del nostro sito web.
Grazie a Web Studio RL per il fantastico lavoro svolto nel restyling del nostro sito web in HTML! Il loro talento nel tradurre la nostra visione in un design web accattivante e funzionale è stato davvero eccezionale. Comprendiamo che la modifica di un sito web possa presentare sfide e richiedere competenze specifiche. È un processo complesso che può influenzare diversi aspetti, tra cui il design, la navigazione e la funzionalità, tuttavia, Web Studio RL ha affrontato queste sfide con grande competenza e professionalità. Il nuovo look del nostro sito è moderno, intuitivo e rispecchia perfettamente l'identità della nostra azienda. Abbiamo apprezzato l'attenzione ai dettagli e la capacità di ascoltare le nostre esigenze, rendendo il processo di restyling un'esperienza collaborativa e piacevole. Grazie ancora per l'impegno e per aver superato le nostre aspettative. Consigliamo caldamente i loro servizi a chiunque cerchi un partner affidabile e competente per il restyling del proprio sito web. Grazie mille!
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sitiweb-re · 11 months
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7 consigli per raggiungere nuovi clienti in mercati diversi
Seguendo questi consigli, potrete ampliare il target demografico della vostra azienda per raggiungere nuovi consumatori con la giusta strategia di marketing. #digitale #marketing #multilivello #sitoweb #sviluppo
  Quando si espande la propria base di mercato, è importante fare una ricerca approfondita sul pubblico target nuovo ed esistente. Fate ricerche sulle aziende già presenti nei nuovi mercati che volete raggiungere e, se possibile, cercate di collaborare con aziende che la pensano allo stesso modo. Create una strategia di marketing digitale multilivello in grado di raggiungere il maggior numero di…
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gfrino · 1 year
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Sviluppo Applicazioni iOS e Android: La Guida Completa di ticinoWEB per il Successo Digitale
Benvenuti nel blog di ticinoWEB, il punto di riferimento per il successo digitale nel Ticino! Oggi vogliamo condividere con voi una guida completa sul nostro servizio di sviluppo applicazioni per iOS e Android. Se siete alla ricerca di un partner affidabile per trasformare la vostra idea in un’app mobile di successo, siete nel posto giusto. Continuate a leggere e scoprite come ticinoWEB può…
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regregle · 23 days
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TRGTKLS - GOLD
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Il sito web https://trgtkls.org/ è una piattaforma blog che fornisce informazioni su vari argomenti. È specializzato in aree come "Blog" e "Webmaster" e interagisce con un ampio pubblico di lettori. Mira inoltre a offrire ai visitatori una prospettiva diversa fornendo contenuti informativi sull'"Italia".
I post del blog su questa piattaforma coprono una varietà di argomenti. Vengono offerti contenuti informativi e aggiornati in settori quali tecnologia, e-commerce, marketing digitale e web design. Gli articoli nella categoria blog sono organizzati in base agli interessi degli utenti e scritti in un linguaggio comprensibile a tutti.
L'argomento "Webmaster" è uno dei focus principali del sito. Il webmastering affronta molte aree legate alla gestione, allo sviluppo e al miglioramento dei siti web. Questo sito aiuta i webmaster a migliorare le proprie competenze fornendo suggerimenti utili, linee guida e risorse. Inoltre, vengono presentati contenuti dettagliati per migliorare le prestazioni dei siti Web, creare strategie SEO e aumentare la consapevolezza sui problemi di sicurezza.
I contenuti presentati sotto il titolo "italia" affrontano vari temi legati a questo Paese. Vengono fornite informazioni su argomenti quali la storia, la cultura, le attrazioni turistiche, il cibo, la lingua e lo stile di vita dell'Italia. Questi contenuti offrono ai visitatori l'opportunità di conoscere meglio l'Italia e incoraggiarli ad esplorare questo Paese.
Di conseguenza, il sito https://trgtkls.org/ fa appello agli interessi degli utenti e mira ad aumentare il loro livello di conoscenza offrendo contenuti ricchi e diversificati su una vasta gamma di argomenti.
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Resolvis. Il Marketing e la Comunicazione al servizio dei migliori affari.
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lostaff · 1 year
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Gente di Tumblr:
Sono così emozionato, sono ASSOLUTAMENTE emozionato. Ok, so che probabilmente vi starete chiedendo quando inizieranno le reazioni normali. Pollice su, pollice giù, faccina felice, faccina triste, cose del genere...
Ma non facciamo le cose normali qui su Tumblr! Normale è per gli altri siti web!
Ora, alcuni di voi che sono sulla mia stessa lunghezza d'onda ascendente hanno capito che nelle reazioni c'è di più di quanto sembri.
Tutto questo non è stata esattamente una mia idea: sembra che i granchi del codice siano diventati un po' canaglie e abbiano installato ogni sorta di combinazioni pazze per sbloccare reazioni nascoste.
Ma mi sto prendendo tutto il merito io, dal momento che stavano cavalcando la mia grande idea. Questo è il vero sviluppo del prodotto!
Potete reagire a tutti i post con un'emoji di ME, Brick Whartley! Qualsiasi post con almeno 100 🦀 e 200 reazioni 🧀 sbloccherà la nuova reazione BRICK. Perché le mie due cose preferite (oltre ai clic) sono i miei amici, i granchi, e anche il formaggio squisito.
Bellissimo! Perfetto! Ma aspettate, c'è di più! Qualsiasi post con 500 reazioni 🐴 sbloccherà la reazione 🦄. 444 reazioni 4️⃣ sbloccheranno la reazione 🌚, per ragioni astrologiche di cui non sono sicuro al 100%. Un certo numero di 🐛 indurrà il PIKAMAN a reagire fuori dalla sua caverna per abbellire il tuo post. E non è tutto: dovrete provare tutte le combinazioni per scoprire quali altri segreti nascondono i granchi del codice!
DAVVERO INCREDIBILE, vero? Non potete vedermi, ma confidate che questo Brick reagisca con tutto ciò che ha!
Amici, è fantastico essere un genio!
Vostro clicktasticamente,
Brick Wartley Chief Reactions Officer Chief Officer of Merchandising and Physical Engineering (in congedo)
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palmiz · 1 year
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La tecnologia e lo sviluppo tecnico scientifico è sempre stato condizionato dagli interessi economici di pochi a dispetto del benessere del resto del mondo.
Web
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"Un bacio e passa la *bua*: ora è scienza!"
Quante volte curiamo le piccole e grandi "bue" dei nostri bimbi con un cerotto, ma soprattutto con un bacio. Quel bacio, spesso, calma i pianti più di ogni altra medicina.
Oggi la scienza lo conferma: una risonanza mostra come un semplice bacio di questa mamma ricercatrice al suo bambino, attivi una reazione emotiva simmetrica che genera effetti benefici per entrambi.
Il bacio funge da ponte emotivo fra i loro cervelli, le sensazioni sono le stesse, come se suonassero all’unisono la medesima musica empatica.
E' dimostrato finalmente che baciare i nostri bambini non è importante solo per il loro sviluppo psichico e affettivo, ma può ridurre anche la probabilità dell'insorgere di alcune malattie come la cefalea di cui soffrono molti adulti.
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stregamorganablog · 1 year
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Vogliono le Femmine con il fisico , le zizze, il culo grosso, senza cellulite, sempre sistemate, con il sorriso perfetto e poi loro sembrano Mario Merola nel periodo dello sviluppo.
web.
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bergamorisvegliata · 4 months
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...DAL WEB...
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A scuola portavo il diario di Smemoranda 📔 e lo zaino invicta (che in termini di paragone era resistente quanto un Nokia 3310). Usavo i ciucci colorati, masticavo le Big Babol, collezionavo le sorprese degli ovetti Kinder o del Mulino Bianco. Vestivo jeans Energie, Levi’s 501, canottiere Onyx, Bomber Gas e ho indossato le zeppe 🤦‍♀️. Aspettavo il Festivalbar 🎶 e le classifiche di MTV quasi più del Natale 🎄. Avevo “la comitiva ” formata da un numero imprecisato di ragazzini , ragazzine e non esistevano i bulli… Erano più rompicazzi sbandati, si passavano le giornate a giocare, ridere e scherzare o a chiacchierare sui muretti della città❤️... Sono cresciuta con Willy il principe di Bel Air🎶 Beverly Hills 90210,
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poi è arrivato Dawson's creek❤️ Friends..
la mia infanzia?
Happy Days,La casa nella prateria,Quark, Holly e Benji, Mila e Shiro, Georgie, Lady Oscar, Jem, Magica Emi, Occhi di gatto, Piccoli problemi di cuore, Creamy ed Esplorando il corpo umano. Collezionavo i poster del Cioè,
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avevo i Bon Bons di Malizia e le trousse della Pupa e le Bombolette deodorante Malizia profumo d'intesa.. Ho conosciuto la Cabina telefonica 📞 , i gettoni di rame, facevo la collezione delle schede telefoniche con tiratura limitata (altro che pokemon 😒), i telefoni della nonna con la ruota ed i primi telefoni bianchi della Sip ☎️ . Ho fatto milioni di squilli e sognato con la Christmas card 🥰🤩mentre masticavo le Brooklyn. Erano gli anni della Lambada 💃🏻 e yo-yo, delle macchine fotografiche 📷 col rullino che non vedevi l’ora di sviluppare e che su 25 ne uscivano bene 3/4 foto al massimo. (col cacchio che fotografavo le foto dello spritz, a 15/20mila lire a sviluppo🤣) In gita scolastica se eri fortunata ti compravano quella usa e getta e sul pullman eri una “criminale” se sedevi in fondo.😂 E mentre sfrecciavo con la Mountain Bike a cambio Shimano 🚵‍♀️ sgommando sulle discese dei garage, sognavo la mia massima tecnologia che era il Game boy con il Tetris o SuperMario.😍
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Rimpiango tutt’oggi la Lira 💰perché con 10 Mila lire ci facevi serata, pizza bibita e ti restava pure qualcosa per il giorno dopo 🥺. Con questo post oggi è come se avessi preso una Bic e riavvolto il nastro di una vecchia cassetta 📼 Un tuffo nel passato ❤️ Un sorriso ti si è stampato in faccia certamente sin dall'inizio della lettura! 😍 "Gli anni del tranquillo siam qui noi" ❤️ (e forse anche qualche anno prima 😉)
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arcobalengo · 11 months
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"KKR VICINA ALL'ACQUISTO DI TIM".
Teoricamente non avremmo un governo di "destra" che dovrebbe tutelare gli interessi nazionali?
Meloni e i suoi hanno presente chi sono questi di KKR? Si rendono conto di cosa significherebbe vendere anche TIM a questi signori?
Eppure dovrebbero saperlo, perché da anni li informiamo di cosa sta facendo questo fondo con le aziende che acquisisce. Basti vedere cosa sta combinando con l'ex Magneti Marelli, drasticamente dilaniata proprio da quando è stata venduta da Exor degli Elkann al fondo americano KKR.
Una azienda con 100 anni di storia industriale italiana e una presenza di migliaia di lavoratori è stata assalita da questi signori che hanno cominciato a farne carne da macello.
La loro astuzia sta nel fatto che fanno tutto sottotraccia e nessuno si accorge di nulla, a parte chi vive la cosa dal di dentro.
Cosa fanno costoro? In breve tempo iniziano a far saltare le dirigenze e ci mettono i loro uomini, poi cominciano a delocalizzare pezzo dopo pezzo attuando, in accordo con i sindacati, dei licenziamenti "volontari". Cosa prevedono questi "licenziamenti volontari? In pratica danno incentivi in denaro a chi vuole andarsene, così i più qualificati prendono questi soldi e il giorno dopo vanno a lavorare altrove, spesso nella concorrenza.
Pian piano quelli che rimangono, abbandonati a se stessi e senza prospettive, se ne vanno da sé e loro iniziano a chiudere stabilimenti con la scusa della riduzione dei costi fissi. Peccato chiudano proprio le ricerche e sviluppo, ciò che una azienda seria non dovrebbe mai fare, pena la fine di ogni possibilità di business e di crescita.
Queste attività distruttive viaggiano bene in quanto sottotraccia, sono talmente furbi che mentre fanno queste operazioni mettono annunci sul web di ricerca di nuovi dipendenti, in modo che da fuori l'immagine dell'azienda rimanga pulita.
In realtà appunto, costoro annientano competenze italiane di primo livello che da sole creerebbero economie di scala.
Altra cosa, questi signori, che seguono l' agenda 2030, spesso giustificano il tutto con il fatto che ci sarebbe una "transazione ecologica in atto". Balle, le competenze elettroniche, per esempio, sono applicabili in qualsiasi ambito industriale, è solo questione di volontà ed obiettivi.
Quali sono quelli di questi signori? Comprare marchi italiani, distruggere il comparto nostrano e rivendere il pacchetto ridotto a qualcuno col nome prestigioso? Chi li commissiona per fare queste operazioni? Sono meccanismi che continuiamo a vedere in tante aziende alle prese con fondi di tal genere.
Ora, di fronte a questi meccanismi un governo serio dovrebbe intervenire, anche perché ribadiamo, è stato già informato di ciò, tanto è vero che Meloni si mostrò critica nel momento in cui seppe dell'interesse di KKR per TIM.
Governo, sappiamo che siete troppo impegnati a mandare le armi in Ucraina in questo momento, ma ditecelo chiaramente: vi interessa la salvaguardia dell'interesse nazionale, mediante la protezione delle aziende industriali nostrane? O siete lì a fare il solito circo finto nazionalista per poi proseguire con le agende mondialiste?
WI
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gfrino · 1 year
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loveint-diario · 1 year
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L’aria frizzante profumata di sale dell’estate era diventata bagnata odorante di terra, il sole al tramonto non si nascondeva più oltre Licata, aveva ripreso a tuffarsi nel mare e questi erano i segni che l’autunno stava iniziando a Gela, dove ancora nel 2014 risiedevo e lavoravo. Un’amica conoscendo la mia passione per la fotografia mi parlò di Instagram, dicendomi che era un’app che permetteva alle persone di condividere foto con una breve didascalia, sulla quale anche artisti e fotografi condividevano i loro lavori. L’applicazione era gratuita, bastava scaricarla, registrarsi creando un account e subito si potevano condividere foto, seguire altri user ed essere seguiti da follower.
Instagram è un social media, un servizio di rete sociale basato sulla condivisione di immagini, foto e video, creato nel 2010 e di proprietà di Meta e quindi di Mark Zuckerberg, dal 2012. Il nome deriva dall’unione dei termini Instant Camera e Telegram perché quando fu creata, i suoi sviluppatori la concepirono per consentire la condivisione di foto istantanee accompagnate da un breve testo, che potevano essere catturate dalla fotocamera del proprio cellulare, all’inizio solo per iPhone, e che potevano essere condivise subito in rete. Dalla sua nascita Instagram ha avuto una crescita ogni anno sempre maggiore in termini di numero di utenti e di sviluppo di interfaccia, desing e funzionalità, ma è rimasta sempre un’applicazione scaricabile gratuitamente.
Chiunque si occupi per passione o per lavoro di fotografia, o di immagini e grafica digitali, sa quanta memoria occupino sui propri supporti questi dati; e sa anche quanti giga si consumino nella condivisione di queste immagini, per cui senza voler essere maliziosi, viene da chiedersi come possa una piattaforma fornire gratuitamente, a milioni di utenti, uno spazio infinito di archiviazione di dati senza guadagnarci nulla. Persino un account di posta elettronica gratuito pone un limite di archiviazione di dati, superato il quale è necessario pagare il servizio, mentre invece, un social media offre a milioni di persone, la possibilità di archiviare le fotografie e i video di tutta una vita, senza chiedere in cambio niente.
Niente è gratuito, ogni volta che prendiamo qualcosa gratis la ripaghiamo in perdita di freschezza o di qualità del prodotto ma soprattutto in sicurezza per noi stessi.
Il termine account, letteralmente ‘conto’, o esteso user account ‘conto utente’, è preso dal linguaggio bancario e indica un conto corrente. Un conto bancario è generalmente nominale, infatti diamo il nostro documento d’identità per aprirne uno, ci consente di accedere a determinati servizi, ma cosa più importante ci consente di mantenere in sicurezza le nostre risorse economiche, se vogliamo ciò che ci permette di mantenerci, i nostri averi.
In informatica, un account è un utente registrato ed identificato presso un sito web, che ha la possibilità di usufruire dei servizi messi a disposizione dal sito. Il sistema informatico è in grado di riconoscere l’identità del titolare di un account, ne memorizza i dati e conserva informazioni ad esso attribuite, utilizzando questi dati e queste informazioni per generare un profilo utente associato all’account e permettergli così, di usufruire dei suoi servizi. Pensando al nostro account su Instagram, l’app conserva le nostre memorie fotografiche e i nostri video, il luogo, il giorno e l’ora in cui le abbiamo scattate e condivise, anche se i due momenti di cattura e condivisione possono non coincidere conserva tutti i dati; il nostro profilo permette all’app e agli altri di identificarci e questo ci consente di continuare a condividere le nostre immagini e i nostri video, per farci conoscere o fare conoscere le nostre opere, i nostri prodotti, le nostre abitudini, i nostri animali domestici, i nostri figli, le nostre figlie, i nostri amici, i posti che visitiamo viaggiando, ma anche informazioni come il nostro bar preferito, il nostro libro preferito, l’interno della nostra abitazione, il nostro volto.
È davvero un ‘conto corrente’ nel quale stiamo depositando il nostro tesoro più caro: la nostra vita e la nostra privacy. Ma questo ‘conto corrente’ non è nostro, appartiene all’applicazione che per funzionare correttamente deve anche avere il permesso di accedere alla nostra fotocamera, alla nostra galleria e ai nostri contatti. Instagram conserva i nostri dati e apprende informazioni su di noi e sul nostro comportamento attraverso l’utilizzo che facciamo non solo del servizio, perché autorizziamo il suo accesso a dati che non riguardano il servizio, riguardano la nostra privacy, apprende rastrellando dati anche quando non utlizziamo l’applicazione. Inoltre, attraverso una procedura gamificata ci addestra a condividere sempre di più e in maniera sempre più personalizzata le nostre vite, ci addestra a non poter più fare a meno di avere un account su Instagram, uno su Facebook, uno su WhatsApp, eccetera, eccetera.
È il caso di chiederselo: abbiamo un account su Instagram o siamo noi il ‘conto corrente’?
Quando nel 2014 anche io ho scaricato l’applicazione sul mio cellulare creando un mio personale account, non conoscevo niente di tutto questo, tanto che avevo creato il mio profilo con il mio nome, il mio cognome e persino la mia foto. Pensavo che si trattasse di un social che promuoveva davvero una libera condivisione, solo dopo molto tempo mi accorsi che nella piattaforma nulla era libero, ogni azione degli utenti veniva manipolata e veicolata secondo la logica della prestazione, mirando ad aumentare sempre di più il tempo di permenenza degli utenti stessi sulla piattaforma e in rete, aumentando così la loro condivisione di dati e metadati, e aumentando di conseguenza la qualità e la quantità d’informazioni su di noi, e i nostri comportamenti, che il sistema informatico poteva acquisire, conservare e utilizzare per gestire il nostro profilo.
Instagram era semplice da usare, la sua procedura era facile da apprendere, una volta creato il tuo profilo, potevi caricare dalla tua galleria una foto, o scattarla istantaneamente dal tuo cellulare (al tempo lo smartphone si chiamava cellulare, era ancora solo una cellula dello sviluppo tecnologico, non un telefono intelligente…), potevi aggiungere a piacere filtri, cornici, una breve didascalia, al tempo erano solo 160 caratteri e non c’erano gli emoji o come si chiamarono in principio gli emoticon, infine potevi postarla sul tuo profilo, dove sarebbe rimasta conservata sulla tua galleria personale. Postare una foto significava condividerla con i propri seguaci e, utilizzando gli hashtag, condividerla con chiunque avesse fatto una ricerca seguendo quel tema specifico, per esempio #natura. Adesso cosa sia un hashtag lo sappiamo tutti, ognuno ha un account su diversi social, ma al tempo era qualcosa di nuovo e aveva una funzione specifica, creare contesti e gamificarli, renderli un gioco con il quale attirare sempre più partecipanti.
L’interfaccia di Instagram nel 2014 era semplice, non molto differente da quella attuale, ma più essenziale e minimalista. La barra degli strumenti in basso aveva pochi comandi. Una home che, scorrendo il dito sullo schermo proprio come lo scorrere di una slot-machine, permetteva di vedere le pubblicazioni degli utenti seguiti, una lente d’ingrandimento per fare ricerca digitando uno specifico account o un hashtag, oppure seguire le proposte suggerite dalla piattaforma stessa in base alle tue preferenze, ai tuoi post e ai tuoi contatti. Al centro della barra degli strumenti c’era un simbolo, una croce dentro un quadrato che si utilizzava per caricare l’immagine che si voleva postare, a seguire un cuore, usato per visualizzare i like ricevuti, i follower aggiunti e le attività degli utenti che seguivi. L’ultimo simbolo a forma di omino con testa rotonda e una mezza circonferenza per busto, permetteva di accedere al proprio profilo, alla propria galleria. Non esistevano i messaggi diretti, non esistevano ancora i collage e le storie o le dirette, si poteva postare solo una foto per volta e la si poteva condividere solo nel formato 1:1, quello della fotocamera dei primi iPhone.
A quel tempo l’account ufficiale di Instagram ogni venerdì lanciava un contest, una call, un gioco a tema, gli instagramer erano chiamati a partecipare condividendo foto che avessero per tema quello scelto da Instagram e a condividerle con l’hashtag creato e suggerito dalla piattaforma. Avevano tempo fino al lunedì successivo, quando Instagram avrebbe postato nel corso della giornata, le foto dei cinque fotografi prescelti per aver rappresentato meglio il tema della competizione.
I vincitori guadagnavano solo la menzione e una quantità impressionante di follower, nessun guadagno economico o materiale era previsto. Il modello di gioco promosso da Instagram presto generò un moltiplicarsi di account tematici che pubblicavano, dandogli visibilità, le foto di account inerenti al loro tema o che postavano usando l’hashtag da loro creato. Lo si poteva fare con qualsiasi tema: tramonti sul mare, paesaggi innevati, il tuo gatto, la tua colazione, interni da sogno, hicking, si potevano creare infiniti contesti per invogliare gli utenti a condividere sempre di più, a seguire costantemente le attività sul social, a partecipare commentando, cliccando, ripostando.
Gli istagramer volevano vincere, essere menzionati, vedere la loro foto pubblicata, avere tanti follower. Iniziarono a nascere gli storytellers e tanti corsi per insegnare a tutti come avere successo su Instagram, che di solito avevano tra questi consigli quello di pubblicare costantemente, di essere sempre presenti. Nacquero app che permettevano di monitorare i propri miglioramenti sul social, alcuni acquistavano pacchetti di follower e tutti, proprio tutti volevano diventare virali. Arrivarono infine gli influencer che suggerivano a tutti cosa fare, come e quando farlo per raggiungere il successo che avevano raggiunto loro stessi con i propri post virali. Il primo consiglio degli influencer fu quello di metterci la faccia. I selfie divennero virali.
Chissà cosa penserebbe di queste metafore Susan Sontag se fosse viva oggi…
Non mi azzardo ad ipotizzarlo, certo è che il gioco a cui giochiamo senza rendercene conto, ha un obiettivo molto strano, quello di farci diventare virali, e una probabilità di essere raggiunto pari a quella di vincere la lotteria di Capodanno.
Il successo corrisponde alla fama, alla celebrità, alla ricchezza economica, al potere informatico; le regole del successo le dettano gli pseudoambienti gamificati, per vincere bisogna essere unici, competitivi e vincenti, quello che viene offerto in cambio è un antidoto alla solitudine, all’anonimato, è la sicurezza di esserci.
La paura di scomparire, quella di non essere nessuno, di essere dimenticati hanno a che fare con la paura della morte, sono le paure generate dalle questioni irrisolte di chi vuole percepirsi immortale, non vuole fare i conti con l’angoscia che questa evidenza genera, non vuole dover vivere la propria vita, includendo in essa l’informazione che è a termine e che quando finirà non potremo portare con noi nulla di quello che possediamo adesso, né titoli né tesori.
Come suggeriva Agnese Trocchi la ludicizzazione dei contesti è rassicurante, tende all’infantilizzazione del comportamento, a scoraggiare la facoltà di scegliere, a non sviluppare una riflessione autonoma, ad agire secondo modalità automatizzate e a ci porta a trascorrere molto del nostro tempo guardando uno schermo convinti di stare condividendo qualcosa con i nostri simili.
La paura e la solitudine trovano un piccolo sollievo quando dopo aver postato una foto i nostri seguaci lasciano un commento, ci augurano una buona serata, lasciano una fila di emoji. Commentiamo a nostra volta le foto  degli account che seguiamo e mandiamo avanti questa pseudosocialità, fatta di giochi, di chiamate alla competizione, di complimenti, di insulti, di storie d’amore, di amicizie che spariscono così come sono arrivate nel nulla, di micro mondi che imitano e riproducono il mondo reale. Lo facciamo senza rendercene conto, ogni giorno dedichiamo tempo al nostro profilo, alla nostra comunità ma le regole non cambiano e la paura e la solitudine restano proprio lì dove le abbiamo lasciate, prima di metterle in standby giusto il tempo di essere assorbiti dal flusso gamificato del social. Così come aveva suggerito Sontag, strumentalizzare la paura del contagio aveva avuto l’effetto di isolare le persone le une dalle altre, di scoraggiare il contatto e la socialità fatta di incontri e di prossimità, di incoraggiare una salute fisica che fosse più orientata all’estetica dei corpi e al loro apparire su uno schermo televisivo, tanto che la tecnologia ha veramente fornito oggi nuovi e popolari strumenti per stimolare il desiderio, proteggendolo dai rischi e rendendolo il più possibile mentale.
Il desiderio è mentale e anche questo come la paura e la solitudine è stato addestrato.
Roma 19 dicembre 2022 h: 18:48 am – 29 dicembre 2022 h: 1:08 pm
Capitolo 15 Love Gaming - IV Parte
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