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#rkomi ne ha già 3
unwinthehart · 2 years
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thenightskinny: 13. ADDIO feat. rkomi, holyernia, mahmood & gazzelle fuori il 16/09
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venice-world · 3 years
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1 PENSIERI 1
Mai nella mia vita avrei mai pensato di scrivere un libro. Spesso ci sottovalutiamo, noi esseri umani siamo strani, vogliamo una cosa e poi una volta ottenuta perdiamo l’interesse. Oggi 29 marzo 2021 provo qualcosa di inedito dentro me, una sorta di solitudine, voglia di alienarmi da tutto. Adoro le cose scritte di getto senza pensarci, sono le più sincere, la sincerità è fondamentale. Mi ritengo diverso da tutti, ho una personalità inquietante, in un momento potrei scalare l’everest, nell’istante successivo sono apatico, privo di senso, mi chiudo in camera spengo il cervello e attendo che il mostro vada via. Il bello di questo libro è che non ha nessun senso logico, come ogni cosa che faccio. Vorrei stare bene con me stesso, sentirmi libero, essere sereno. É la cosa che desidero di più. Vorrei vivere in una casa in campagna, nel silenzio, immerso nella natura, sarebbe la cosa più appagante del mondo. La pandemia sta rovinando la mia stabilità mentale. Mi fa stare male fingere di essere felice, ma è necessario perché nessuno può darmi la soluzione al problema, solo io posso. Pensiamo tutti di essere brave persone, ma dentro ognuno di noi, chi più chi meno, c’è del marcio, l’uomo è un peccatore per natura. L’estate è un periodo bellissimo, perché vado quella settimana a Giulianova a vivere quella spensieratezza che durante il resto dell’anno non ho. Mi ricordo una volta che tornato a casa dopo quella settimana, piansi, al solo pensiero che sarebbe tornata la normalità. Piangere credo sia una delle sensazioni più liberatorie che si possano provare. Oggi avrei dovuto studiare, non l’ho fatto, sono andato a pranzo da mia nonna e poi sono stato sul letto per 6 ore a guardare il vuoto, la sera ho visto la nazionale, che ha vinto 2-0 e forse a pasquetta nonostante la zona rossa riesco a uscire. Raccontare la quotidianità fa bene dicono, è un modo di sfogarsi. Faccio lo stronzo e sono freddo ma in realtà voglio amare, proprio ieri mentre parlavo con un’amica le ho confessato che il periodo più felice della mia vita è
stato il periodo in cui sono stato fidanzato, dal 2014 al 2017, un periodo fantastico; mi sentivo invincibile, senza problemi a cui pensare, innamorato della vita. Un altro momento speciale che ricordo sempre con emozione, ero sul treno che facevo velletri-roma termini avanti e indietro aspettando l’ora di pranzo per tornare a casa e far credere a mia mamma che stavo a scuola, e mentre ero su quel treno ascoltavo “dove gli occhi non arrivano” l’album di rkomi appena uscito e guardavo il panorama sognando un futuro migliore. Già lo so che in questo libro ci saranno errori verbali o altro ma me ne sbatto il cazzo, i pensieri vanno presi al volo e incollati qui, come vengono vengono. É incredibile come riesco ad innamorarmi di tutte le ragazze che incontro sui mezzi, come fate a esse tutte fighe, tacci vostra. Riuscirò un giorno ad essere totalmente me stesso con le persone? Penso sia difficile come rimorchiare in discoteca :)
Vorrei scrivere una canzone e registrarla, quando avrò qualcosa di vero da dire forse la farò. Altro momento che voglio raccontare, 1 gennaio 2020 ore 6:10, buio, io alla stazione di Velletri aspettando di tornare a casa, un freddo boia e un sonno incredibile; prendo le cuffiette e metto “NO PROBLEM” di bresh, non so mi ha dato delle vibes uniche, mi sentivo leggero, correvo sulle nuvole, che sensazione! O forse ero fatto come una pigna e ho enfatizzato troppo. Mi diverte osservare le persone, fare delle teorie su cosa pensano, come sono fatte, ognuno di noi ha quella cosa che lo differenzia dall’altro. Spesso mi lamento del fatto che non riesco a godermi niente, sono dipendente dal futuro, spezza ogni mia aspettativa, su tutto, però la vita è uno schiocco di dita, oggi ci sei domani non si sa. La musica mi tiene in vita, è alla pari del respirare; adoro associare le canzoni ai momenti importanti. Quando mi sono lasciato nel 2017, è stato uno dei periodi più bui della mia vita; lo stesso giorno uscivano 3 dischi che ancora oggi a sentirli provo quel malessere che mi riporta indietro nel tempo. I 3 dischi erano “fenomeno” di fabri fibra, “DAMN” di kenrick lamar e “zzala” di lazza. Christian è il mio migliore amico, il fratello che non ho avuto, vorrei parlare di più con lui, fare discorsi seri, sapere cosa prova, cosa pensa ma rispetto il suo essere timido. Elisabetta ti voglio bene, sei mia sorella, ma una cosa te la devo dire, evita il più possibile di stare a metà nelle
situazioni, non rimanere nel limbo, sii decisa e vivrai molto meglio ogni cosa. Elisa, invidio il tuo modo di vivere con estrema gioia ogni cosa che fai, sei contagiosa nel senso buono del termine. Alessia, sono felice che ci siamo riavvicinati, sei migliorata sotto tutti i punti di vista, ora sei più matura e consapevole. Croce, una persona vera, genuina che ogni volta viene travolto dalla vita; un giorno troverai la tua identità e sarai realizzato, spero di esserci. Sentivo il bisogno di dire queste cose che forse già saprete ma che ribadisco con piacere. Non avere segreti è la base di ogni rapporto. Le novità mi terrorizzano. Soffro di disturbo bipolare, lo sanno poche persone perché tanto se gli altri sapessero non farebbe differenza. Alessia mi distrugge il fatto che non ho avuto il coraggio di dirtelo, mi dispiace tanto, è difficile. Mi pesa parlarne, infatti credo che concluderò quest’argomento con una citazione tratta dal mio film preferito, “Joker”: “la parte peggiore di avere una malattia mentale è che le persone si aspettano che ti comporti come se non l’avessi”. Che fastidio quando il giorno dopo hai una cosa importante da fare e vorresti che la notte durasse per sempre. Sono diventato moderatore di un canale twitch, mi fa sentire parte di qualcosa. Non mi frega niente di come mi vesto, se potessi mi vestirei con le stesse cose ogni giorno. Quando esco con alcuni amici, mi prendono per il culo su questa cosa, all’inizio ci stavo male, poi ho capito che devo essere me stesso sempre, a prescindere da tutti. Ho prodotto beat e ora sono a 921 visualizzazioni totali, punto a 1000, sarebbe una grande soddisfazione. Non sono ancora pronto a dirlo ai miei amici, forse un giorno si. Ora sono le 2:27 ed è una di quelle notti che vorrei durassero per sempre, perché il domani mi spaventa, non sono pronto a viverlo, prendo tempo facendo altro, provo a fregarlo ma lui non ne vuole sapere di fermarsi. Non produco da tantissimo, ormai faccio uscire solo vecchi progetti credendo sia abbastanza, non è così. Sono andato da solo al cinema a vedere “Joker”, è stato uno dei momenti più intimi della mia vita. Quando sono da solo è come se ci fossero tante versioni di me nella stanza che conversano, è il modo migliore che ho per spiegare cosa sento. Prima o poi imparerò a suonare la chitarra, strumento affascinante. Voglio andare a Venice Beach, comprarmi uno skate e chillarmela godendomi ogni singolo
attimo. Vorrei imparare a surfare, credo che sia una figata, una sensazione di onnipotenza in cui domini il mare. Faccio tantissima autocritica, sono estremamente razionale. Credo che quello che sto facendo qui su questo foglio sia qualcosa che non tutti sarebbero in grado di fare; e non parlo di scrittura, parlo di avere il coraggio di esternare ogni nostro pensiero, emozione, sensazione. Questo è solo il primo capitolo di questo mio flusso, fatto per necessità e non per convenienza, col cuore. Non abbiate paura di vivere. Lo dico a voi così magari ci credo un po’ anch’io.
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atomheartmagazine · 2 years
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Sanremo 2022 - Le pagelle della quinta serata
Siamo arrivati alla finale di Sanremo 2022. Anche per quest’anno, il nostro l’abbiamo fatto. Qui sotto i voti. Ciao ciao (cit).
Matteo Romano: 3. Il mondo non aveva bisogno né di TikTok, né di ‘sta canzoncina.
Giusy Ferreri. 5. Miele è un po’ la classica canzone di Sanremo che al terzo ascolto migliora. Il problema è che dal quarto già ti ha rotto un pelo le palle. Lei e quella dannata trombettina.
Rkomi: 5. Lui è tutto ciò che a Sanremo non centra nulla. Che, se ci pensiamo bene bene bene, è anche una cosa buona per lui. Ammette di non prendere tutte le note. E in effetti in 5 serate forse ne ha presa una sola. Però, in generale, Rkomi non è quello visto a Sanremo in questa settimana. Ha pezzi validi, altri meno. Non è Freddy Mercury, intendiamoci. Ma neanche Trucebaldazzi, per dire.
Iva Zanicchi: 6,5. La sua è una di quelle canzoni che non riascolterò più nella vita, ma questo conta poco. Per capacità vocali, la Zanicchi non si discute. Una delle poche artiste presenti in gara a saper, davvero, cantare.
Aka 7even: 2. Vorrei solo dimenticare, grazie. E anche alla svelta.
Massimo Ranieri: 5. La canzone è oggettivamente molto bella. Infatti vince il premio della critica. Lui, invece, non è stato per niente in forma.
Noemi: 7. Una delle migliori quest’anno, come spesso le capita, e anche per distacco.
Fabrizio Moro: 6. Il problema di Moro è che il pezzo non pare originalissimo. Ma volendo è il suo problema de sempre. Perché tutte le volte che lo ascolti hai perennemente l’impressione che l’abbia già cantato in precedenza. Però, tutto sommato, la sufficienza alla fine delle cinque serate la merita.
Dargen D’Amico: 7,5. Se aprite un vocabolario qualsiasi, alla voce “cazzaro” ci trovate una foto di Jacopo con i suoi occhiali da sole. È un cazzaro totale, ma di quelli che fanno bene alla società. Un talento unico nel suo genere, di cui – di fatto – è capostipite. Il ringraziamento finale al governo italiano (reo di dimenticarsi delle piccole realtà), detto con la naturalezza di chi sta leggendo la lista delle spesa, è un colpo ben assestato in faccia a tutti.
Elisa: 9,5. Lei sta lì, con la naturalezza di chi pare non sapere affatto quanto possa esser brava. Canta (e incanta) con quella stessa genuinità. Fa una gara a parte. È il Brasile degli ’70, in un girone in cui si ritrova a giocare contro El Salvador, Panama e Arabia Saudita.
Irama: 4. Ci vediamo anche il prossimo anno? Spero di no, dai.
Michele Bravi: 6,5. Il suo Sanremo è stato in crescendo. Bella canzone e la sua interpretazione è stata quasi sempre priva di sbavature, migliorando serata dopo serata.
La Rappresentante Di Lista: 8,5. Qui c’è tutto, ed è anche usato bene. Qui non c’è da parlare, ma solo da muovere le mani a tempo. Ciao ciao.
Emma: 3. Le serate sono state molto lunghe. Quindi vorrei ringraziare lei e la Michielin (che abbiamo scoperto in veste di direttrice d’orchestra, mecojoni) per avermi regalato le occasioni per la pausa pipì. A buon rendere.
Mahmood feat. Blanco: 6. Blanco è un talento pazzesco. La coppia con Mahmood funziona, ma non convince appieno. Non convince perché dovevano e potevano fare molto di più. Hanno vinto e non hanno rubato nulla, diciamolo. Il loro è un pezzo che sta già mangiando le classifiche. Però, conoscendo i due, poteva essere un pezzo potente. Di quelli che restano. Al momento non sembra essere così.
Higsnob feat. Hu: 7,5. Probabilmente gli artisti più interessanti di questa edizione del Festival.
Sangiovanni: 3. In molti mi avete fatto notare che non può essere insufficiente uno che ha fatto un successone come quello fatto con Malibù mesi fa. A questo punto occorre partire da un presupposto molto semplice: non basta azzeccare un pezzo per essere i Pink Floyd. Insomma, prendi Ranocchia: qualche settimana fa ha tirato fuori dal cappello un gol in mezza sforbiciata, ma resta comunque uno che con il pallone c’ha poco da spartire. Sangiovanni è Ranocchia, ma ho il netto sospetto che il secondo canterebbe assai meglio (come, del resto, anche il primo probabilmente starebbe meglio su un campo non meglio specificato). Tornando a Malibù, non è un capolavoro, ma semplicemente un pezzo che ci ha sfrantecato la uallera un’estate intera. Io non me ne vanterei. Il pezzo di Sanremo, invece? Mi mette voglia di scavalcare cancelli aperti.
Gianni Morandi: 7,5. È arrivato sul podio, ed è già un successone. Ha dato vitalità a un Festival per lunghi tratti clinicamente morto.
Rettore feat. Ditonellapiaga: 8,5. Non eravamo pronti a tutto ciò. Non ci saremmo mai aspettati che Ditonellapiaga potesse quasi eclissare la presenza della Rettore. È una delle cose più belle viste in quest’edizione del Festival e in tante altre prima.
Yuman: 5. Non lo so. Sul serio. Non lo so. Abbastanza anonimo.
Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir: 3. Solitamente, il bello e il brutto di Lauro è che almeno ti dà cose di cui parlare. Quest’anno è parso disinnescato. La canzone, beh, non era nemmeno un capolavoro assoluto, per usare un eufemismo.
Ana Mena: 2. Bene. È fatta. Mo’ tornano a sorbirsela gli amichetti spagnoli.
Tananai: 0. Se la simpatia ti desse automaticamente delle doti canore, Tananai varrebbe almeno Marvin Gaye. Invece niente. Orribile.
Giovanni Truppi: 8. Criticato dai più per la canottiera. Perché al Festival devi presentarti bene, dicono. Salvo poi stracciarsi le vesti per gente che su quel palco si presenta nei peggiori modi. Che poi è Sanremo, mica il catechismo, suvvia. Truppi si presenta al Festival da Giovanni Truppi. Il Giovanni Truppi che è sempre stato. È la cosa più rispettosa che potesse fare. E non era per nulla facile. Il pezzo è validissimo.
Le Vibrazioni: 6. Disinnescati anche loro, probabilmente da se stessi. Era la quota rock (?), o almeno questa era la speranza. In realtà non sono stati la quota di niente. Non sono riusciti a superare la sufficienza né a sfociare nell’insufficienza (almeno ti fai notare, dici).
Amadeus: 4. Probabilmente è stato il suo ultimo Festival. Non ha brillato né per qualità degli artisti in gara né per intrattenimento (a parte con la Ferilli, idolo indiscusso). Si poteva fare meglio.
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atomheartmagazine · 2 years
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Sanremo 2022 - Le pagelle della seconda serata
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Sanremo 2022, forse non tutti lo sanno, è iniziato. Quindi spariamo qualche voto come ogni anno.
Achille Lauro: 3. S’è battezzato da solo. UUUUUUHHHH! Strappiamoci le vesti urlando e andiamo oltre (che poi, volendo, farlo sarebbe un po’ un plagio della sua carriera). Il voto è per la qualità musicale (a Sanremo si valuta questo, dicono voci di corridoio). Poi però gli diamo un 7 per la capacità di tirare fuori una roba a caso e senza senso solo per rompere i coglioni ai benpensanti. Vorrei votare anche l’outfit, ma non c’era.
Yuman: 4. Boh. Vorrei dire qualcosa, giuro. Ma ho meno voglia di lui. Non sapevo nemmeno chi fosse e dopo averlo ascoltato o ancor meno voglia di approfondire. Anonimo.
Noemi: 7,5. Non ne sbaglia mezza, nonostante il tecnico del suono – durante la sua esibizione – sia andato al bar.
Gianni Morandi: 6,5. Non il mio pezzo preferito della storia. Ma si presenta sul palco emozionatissimo, al limite del pianto. Poi parte la musica e dimostra almeno il triplo dell’energia di Yuman. Che je voi dì? Non è un brano che resterà nella storia di Sanremo e nemmeno nella sua.
Gianni Morandi ha almeno il triplo dell'energia di Yuman. Per dire. #Sanremo2022
— Adriano Costantino (@A_Costantino) 1 febbraio 2022
La Rappresentante di Lista: 8. Veronica è sempre Veronica. Voce e presenza scenica di altissimo livello. Anche vestita da un film Disney a caso. Ciao ciao. Pazzeschi.
Michele Bravi: 6. A Miché, un po’ di colore, qualche sorriso. La vita è bell… ehm, no, non mi pare il periodo in effetti. Niente Miché, che ti devo dire. Continua così. Passerà.
Massimo Ranieri: 4-. Che botta intensa di vita, oh. Ci voleva proprio, ragazzi. A fine esibizione ci ho messo un po’ a rialzare i miei coglioni da terra. Stanno ancora lì.
Massimo Ranieri sembra stia cantando al suo stesso funerale. [vittore]
— Spinoza LIVE (@LiveSpinoza) 1 febbraio 2022
Mahmood feat. Blanco: 5. BLANCHITO BEB… ah no. Non l’ha detto. Niente. Comunque non male, il duo funziona. Ci si aspettava di meglio, ma Blanco era emozionatissimo e Mahmood canta tutto allo stesso modo da secoli. Possono migliorare. Ma anche peggiorare. Potrebbe anche piovere nel weekend.
Ana Mena: 3. A metà tra il carnevale di Venezia e le sagre di paese. Colonna sonora perfetta per i predicottesim o brano perfetto per sfrantecare l’anima del cazzo al vicino d’ombrellone in estate. Scegliete voi. Complimenti Ana, fare peggio era davvero difficile. Daje così. Ueppa.
Rkomi: 6,5. Totalmente diverso da tutto. Mirko ci ha abituato bene fino ad oggi, e ci conferma quanto di buono fatto anche sul palco dell’Ariston. Il nuovo che avanza. Certo, sembra un po’ Vasco Rossi vestito da De Niro, c’è da dirlo.
Dargen D’Amico: 7. Fottutamente scanzonato come sempre. Il suo è il pezzo da cantare il sabato notte, all’uscita dalla discoteca (quando le riaprono…), in mezzo alla strada e dopo 15 Negroni Sbagliati e 22 shottini di dubbia provenienza e fattezza. Il palco è già suo, l’alcol test nostro. Prenditi tutto quello che è tuo, Jacopo. “Fottitene e balla”.
Giusy Ferreri: 2. Abbiamo aspettato mezzanotte per sentire ‘sta roba. Complimenti a chi c’era, abbiamo avuto davvero fegato. Siamo stati degli eroi.
L'ultimo cantante in gara alle 23.54. Signori e signori, è record. #Sanremo2022
— Adriano Costantino (@A_Costantino) 1 febbraio 2022
Amadeus: 3. Ah Amadé, sai chi ti saluta? No, sul serio. Mi ci avevi fatto credere. A un certo punto ho creduto che quest’anno, con la gara, si procedesse spediti. E invece niente, oh. Anzi, ‘sto cazzo. Sei ore di Festival in cui la musica fa da contorno a te che fai a gara di schicchere sul gozzo per 40 minuti almeno con chiunque salga sul palco. Ciao proprio.
Ornella Muti: 5. È parsa molto a disagio. Era la prima serata, magari. O magari questo contesto non è esattamente il suo habitat, per dire. Vedremo.
Fiorello: 5. Almeno tenta di far ridere. A volte riuscendoci, altre molto meno.
La Canalis che sponsorizza "La MIA Liguria". È di Sassari. Dal disagio è tutto, linea allo studio. #Sanremo2022
— Adriano Costantino (@A_Costantino) 1 febbraio 2022
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