Tumgik
#preso in giro
giuliano-jiulian · 4 months
Text
Sta ragazza e proprio malata non sta bene solo perché uno dice una cosa che a lei nn va bene lei se la prede e si offende come se l'avessi insultata ho cose del genere
Pazza ubriaca che mi a preso per il culo rovinando le mie giornate
1 note · View note
the-evil-pizza · 4 months
Text
FORZA NAPOLI SEMPRE
3 notes · View notes
deathshallbenomore · 2 years
Text
.
8 notes · View notes
omarfor-orchestra · 1 year
Text
Alright
Tumblr media
1 note · View note
pgfone · 10 months
Text
Tumblr media Tumblr media
Allora, quest'anno ho messo queste zucche chiamate "moscata di provenza" e avevano preso una brutta piega, come prima cosa mi hanno invaso tutto l'orto che per innaffiare devo fare i passi come Carla Fracci, poi di 6 piante 3 si sono ammalate e si sono seccate completamente nel giro di pochi giorni, le altre rimaste, pochi fiori e zero zucche, ZERO, tutti i giorni a cercare tra le foglie ma niente, capite che lo smadonnamento era alle porte, quando oggi, non so da dove (perché sono sempre lì a traccheggiare sull'orto) sono uscite fuori queste due super zucche.
210 notes · View notes
abr · 14 days
Text
Incredibile come stiano convincendo una forma di vita basata sul carbonio, che proprio guarda caso il carbonio sia il male da eliminare al più presto.
Vien da pensare che le macchine e la AI abbian già preso il controllo a nostra insaputa e stiano operando la Soluzione Finale stile Terminator Saga. Solo in modo più furbo dei film: senza tante inutili nukes e killer robot, bastano tutti 'sti gretini in giro che convincono gli umani a suicidarsi per sopravvivere (!).
Tutto quel che le macchine e la AI dovrebbero fare per indurlo è manipolare le statistiche: è la Nuova Bibbia ma che dico, il nuovo indiscutibile Corano.
41 notes · View notes
rosefuckinggenius · 5 months
Text
Tumblr media
HAPPY NEW YEAR 💖✨
Primissima illustrazione di questo nuovo 2024 e non poteva che essere ✨lei✨
Anche a questo giro ho preso ispirazione dalla bellissima storia di @tyrionsonoftywin99 e @ticketybye “Il fato ci ha fatto (r)incontrare” e avevo l’urgenza di illustrare Tancredi aka MY PRECIOUS BABY!!
E niente, sto ancora piango per il cap 14 💔👍🏻
104 notes · View notes
kon-igi · 4 months
Text
CHIAMA I RICORDI COL LORO NOME
Nel 2019, la mia compagna, le mie figlie e io decidemmo di intraprendere un percorso che alla fine ci avrebbe portato a diventare la famiglia affidataria di un minore e questo implicava un sacco di incontri, singoli e di gruppo, con cui assistenti sociali e operatori valutavano la nostra capacità di accudimento e contemporaneamente ci informavano e ci formavano su cosa significasse prendersi cura di un minore in modo continuativo ma parallelamente alla famiglia biologica, con la quale dovevamo rimanere sempre in contatto.
(anticipo che poi la cosa finì in un nulla di fatto perché poco dopo scoppiò il caso Bibbiano - 30 km in linea d'aria da Parma - e per precauzione/paura tutti gli affidi subirono un arresto. E poi arrivò il Covid)
La mia riflessione nasce alla lontana da un video che youtube mi ha suggerito questa mattina presto - è poco importante ai fini della storia ma è questo - che mi ha ricordato una caratteristica della mia infanzia...
Difficilmente riuscivo a essere felice per le cose che rendevano felici gli altri e quella vecchia canzone - che è considerato l'Inno del Carnevale di Viareggio, mio luogo di nascita e dei primi 20 anni di vita - ne è l'esempio emblematico, direi quasi sinestesico.
Tutti i viareggini la conoscono e la cantano nel periodo più divertente e frenetico della città ma io la associo a un'allegria dalla quale ero sovente escluso, odore di zucchero filato che non mangiavo e domeniche che significavano solo che l'indomani sarei tornato a scuola, preso in giro dai compagni e snobbato dalla maestra.
Vabbe'... first world problem in confronto ad altri vissuti (in fondo ero amato e accudito) però l'effetto a distanza di anni è ancora questo.
Tornando al quasi presente, una sera le assistenti sociali chiesero al nostro gruppo di futuri genitori affidatari di rievocare a turno prima un ricordo triste e poi uno felice.
E in quel momento ebbi la rivelazione che la quasi totalità dei presenti voleva dare amore a un bambino o a una bambina non propri perché sapeva in prima persona cosa significasse vivere senza quell'amore: gli episodi raccontati a turno non era tristi, erano terribili... violenza, abbandono, soprusi, povertà e ingiustizie impensabili nei confronti di bambino piccolo e, ovviamente, quando arrivò il nostro turno (la mia compagna non ne voleva sapere di aprire bocca) mi sentivo così fortunato e quasi un impostore che, in modo che voleva essere catartico e autoironico, raccontai di quando la maestra in terza o in quarta elementare chiamò un prete che davanti a tutta la classe mi schizzò di acqua santa perché - a detta della vecchia carampana - sicuramente ero indiavolato.
Ribadisco che la cosa voleva essere intesa come un modo per riderci su e detendere l'atmosfera pesante che il racconto dei vissuti terribili aveva fatto calare sul gruppo ma mentre sto mimando con una risatina il gesto del prete con l'aspersorio, mi accorgo che tutti i presenti hanno sgranato gli occhi e hanno dilatato le narici, nella più classica delle espressioni che indicano un sentimento infraintendibile...
La furia dell'indignazione.
Cioè... tu a 10 anni hai visto tua madre pestata a sangue da tuo padre e fatta tacere con un coltello alla gola ed empatizzi con me che ti sto raccontando una stronzata buona per uno sketch su Italia Uno?
Mi sono sentito uno stronzo, soprattutto quando la furia ha lasciato il posto a gesti e parole DI CONFORTO per quello che, evidentemente, sembrava loro una prevaricazione esistenziale orribile (cioè, lo era ma, per cortesia... senso delle proporzioni, signori della giuria).
Mi sono quindi rimesso a sedere, incassando il supporto con un certo qual senso di vergogna, finché poi non è arrivato il momento della condivisione dei momenti felici.
Silenzio di tomba.
Nessuno parlava.
Nessuno riusciva a ricordare qualcosa che lo avesse reso felice.
Con un nodo in gola - perché avevo capito che razza di vita avevano avuto le persone attorno a me - mi rendo conto che io ne avevo MIGLIAIA di momenti felici da condividere ma che ognuno di essi sarebbe stato una spina che avrei conficcato nel loro cuore con le mie stesse mani.
E allora mi alzo e rievoco ad alta voce il ricordo felice per me più antico, quello che ancora ora, a distanza di decenni, rimane saldo e vivido nella parte più profonda del mio cuore...
-Le palle di Natale con la lucina rossa dentro. Quando ero piccolo, durante le vacanze di Natale aspettavo che mio papà e mia mamma andassero a letto e poi mi alzavo per andare a guardare l'albero... non i regali sotto, proprio l'albero. Era finto, di plastica bianca spennachiosa, ma mia mamma avvolgeva sempre intorno alla base una striscia decorativa verde a formare una ghirlanda e mio padre stendeva tutto attorno ai rami un filo con delle palle che, una volta attaccate alla presa elettrica, si illuminavano di rosso. Io mi alzavo di nascosto e nel caldo silenzio della notte guardavo le luci intermittenti dipingere gli angoli del divano e del tavolo, con un sottile ronzio che andava e veniva. Ero al caldo, ero protetto, voluto e amato. Se allungo le mani posso ancora tastare quel ronzio rosso che riempe la silenziosa distanza tra me e l'albero e niente potrà mai rendere quella sensazione di calda pienezza meno potente od offuscarne la completezza. Quello era l'amore che mi veniva dato e che a nessuno sarebbe mai dovuto mancare.
A un certo punto sento una mano che mi si poggia sul braccio (avevo chiuso gli occhi per rievocare il ricordo) e accanto a me c'è la mia compagna che sorride, triste e piena di amore allo stesso tempo.
E attorno a me tutti stanno piangendo in silenzio, esattamente quello che col mio ricordo semplice volevo evitare e che invece doveva aver toccato lo stesso luogo profondo del loro cuore.
E in mezzo alle lacrime (che figuriamoci se a quel punto il sottoscritto frignone è riuscito a trattenere) cominciano a scavare tra i ricordi e a tirarli fuori... il cucciolo che si lasciava accarezzare attraverso il cancello della vicina, il primo sorso dalla bottiglietta di vetro di cedrata, la polvere di un campetto da calcio che si appiccicava sulla pelle sudata, l'odore della cantina, il giradischi a pile...
E nulla. Non so più cosa dire e nemmeno cosa volessi dire.
Forse che sembriamo così piccoli, malmessi e fragili ma che se qualcuno ci picchietta sulla testa e sul cuore siamo capaci di riempire il mondo di cose terribili e meravigliose.
Decidere quali ricordare e quali stendere davanti a noi è una scelta che spetta non a chi picchietta ma a chi permette che essi fluiscano da quella parte profonda di sé a riempire lo spazio tra noi e il domani.
67 notes · View notes
losguardodiunbambino · 5 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Sabato ho preso un treno e sono andato a farmi un giro a Firenze. Ho scattato qualche foto e col calare della sera tutto intorno a me sembrava diventare così romantico e, complice l'essere solo, l'effetto è stato sempre lo stesso: "perché indugi in malinconie inessenziali?"
80 notes · View notes
deathshallbenomore · 2 years
Text
.
1 note · View note
ilpianistasultetto · 5 months
Text
Tumblr media
Anche quest' anno, come faccio ormai da anni, sono andato alla Discoteca Laziale per il solito auto-regalo natalizio. Ormai e' una mia tradizione scartare i regali ricevuti e poi mostrare meraviglia verso il mio auto-regalo con il massimo dello stupore possibile. Appena entrato mi sono subito indignato. Ormai i vinili potrebbero essere pubblicizzati sul portale Immobiliare.it, visti i prezzi; meno di 40euro non c'e' praticamente quasi piu' nulla. Ho fatto un giro per le sale dicendomi continuamente: " non comprare niente, non comprare niente". Poi, da lontano ho visto Rosanna dietro il suo bancone. Mi sono ricordato le prime volte che la vidi, una ragazzetta che aiutava il padre sempre dietro quello stesso bancone. Oggi, ad aiutare lei, due ragazze, le nipoti. Discoteche storiche a Roma ne sono rimaste due, Millerecord e questa, la discoteca laziale. Mi si e' fatto il cuore tenero a ripensare tutte quelle volte che ho parlato di musica con Rosanna. La sua caparbieta' a voler tenere aperta quell'attivita' che dopo gli anni '80 ha vissuto momenti veramente cupi tra l'espansione dei CD e poi degli MP3. Potevo uscire a mani vuote? Ho preso 4 vinili, pagato e sono tornato a casa contento. Il pacco regalo e' sotto l'albero.. @ilpianistasultetto
youtube
79 notes · View notes
Text
Tumblr media
Comunicazione di servizio a tutti i naviganti , scrittori presunti e non, autoreferenziati e non, tutto quello che il sottoscritto qui pubblica è preso in giro su vari social e l’unica condizione che mi sono dato è che se sotto la frase trovo la “firma” non ho nessun problema a pubblicarla così come si evince se scorrete il mio blog, ma se la firma non c’è io non la metto semplice no? 😀 quindi smettete di autoreferenziarvi accusandomi di aver copiato o omesso la firma, evidentemente qualcuno l’avrà fatto prima di me !!!!
Speriamo sia un buongiorno 🤪
74 notes · View notes
angelap3 · 1 month
Text
Tumblr media
❤️ 𝑼𝒏𝒂 𝒎𝒂𝒎𝒎𝒂 𝒆̀ 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒉𝒆:
“Vieni a pranzo che ti ho preso il pane buono.” Non il pane fresco. Non il pane caldo. No. Il pane buono.
Una mamma è quella che:
- Amore tieni. Prendi i soldi che mi hai prestato l’altro giorno.
- Ma erano venti euro mamma, questi sono cinquanta.
- Non fa niente. Mettili via che ti fanno comodo.
E intanto te li spinge giù nella tasca.
Una mamma è quella che:
“Allora? Raccontami qualcosa!” E mentre tu racconti del più e del meno, lei ti guarda gli occhi come se guardasse l’infinito da uno spioncino.
E mentre stai ancora parlando, ti interrompe e ti fa: come stai amore? Stai bene?
Una mamma è quella che:
- Amore senti che dolci questi pachino!
- Mamma adesso non mi v..
Troppo tardi. Col dito è già arrivata in fondo alla trachea.
Una mamma è quella che:
- Come stai tesoro?
- Eh insomma mamma. Un po’ di raffreddore.
- Hai preso un colpo d’aria?
- Ma non lo so mamma. Magari un po’ di freddo.
- Copriti bene che vai sempre in giro con “ I RENI “ scoperti.
E mentre te lo dice, ti spinge la maglietta giù nei pantaloni.
Una mamma è quella che:
tu potrai anche fare 180 corsi di cucina... Utilizzare solo prodotti biologici.... Prendere tre stelle Michelin... ma i suoi pomodori al riso saranno sempre mille volte più buoni dei tuoi. E comunque sia alla fine ti dirà: “Mah. L’ultima volta mi sono venuti meglio.”
Una mamma è quella che:
“L’altro giorno ho visto un film bellissimo SUL SECONDO“ “Com’era il titolo mamma?“ “Boh, non me lo ricordo “ “ Vabbè ma di che parlava “ “ Non mi ricordo niente. Ma è stato proprio bellissimo “
Una mamma è quella che:
- Non fare troppo tardi che poi domani dormi fino a mezzogiorno!
- Veramente sono già a letto mamma.
(cambio immediato di tonalità che diventa calma, tiepida, felice. Quasi le avessero appena comunicato una splendida notizia)
- Ecco. Copriti bene! “
Una mamma è quella che:
“Amore al telegiornale hanno detto che si fregano i numeri delle carte di credito.” “Ma da dove mamma?” “Non ho capito, ma tu stai attento.”
Una mamma è quella che:
“Amore vai piano!”
“Mamma vado in treno”
“Vai piano lo stesso!”
Una mamma è quella che:
Lei 50, tu 20.
- Tesoro mi accompagni a fare un po’ di spesa?
- Dai che palle mamma! Prossima volta. Giuro!
Lei 70, tu 40.
- Mamma andiamo a fare un po’ di spesa, ti accompagno?
- Ho un gran dolore alle ossa tesoro. Vai tu. Prendi un po’ di carne e di verdura. Poi ti ridò i soldi.
Una mamma è quella che:
- Buona notte amore.
- Buona notte mamma.
E tu dormi. E invece lei, soltanto un po’.
~A. Faber~
29 notes · View notes
yomersapiens · 8 months
Text
Tumblr media
C'erano un po' di cose da fare, dovevo finire per poi permettermi di iniziare di nuovo da capo ed è successo pure altro e allora mi sono preso del tempo e sono stato un po' via da qua.
Ho scritto un libro. Lo avrò tra le mani il 16 ottobre. Qua potete trovare i primi due capitoli, se non li avete ancora letti. Poi non so cosa accadrà, cioè sicuro dovrò andare in giro a promuoverlo e venderlo perché non ho un soldo e non mi vergogno di implorare ogni singola persona e dire "per favore compralo ho fame ti prego dai accetto pure monetine o tozzi di pane".
Per aggiornamenti e date sono un poco più attivo su instagram, qua è ancora riservato alle profondità delle tristezze.
Per il resto, sono felice.
(La bellissima illustrazione degli gnomi l'ha fatta una persona speciale con uno strano odore.)
65 notes · View notes
abr · 10 days
Text
Sono nera figlia di adozione Vivo da oltre 30anni al nord nella terra dei mostri omofobi e fascisti Ho genitori ariani, bianchissimi, biondi con gli occhi azzurri … eppure Sono libera, indipendente, vivo serena non ho mai subito aggressioni, qualche scemo in giro ci sta (come ci starebbe ovunque). La mia sintesi: - Il FASCISMO non esiste - Il RAZZISMO non esiste Esistete solo voi antifa e buonisti mitomani che avete rovinato tutto, anche il piacere di vivere. Disgusto.
via https://x.com/QueenAngelica/status/1793588067611128073
Il sinistrismo e il wokismo, sua degenerazione adolescenziale, è sempre invariabilmente PATERNALISTA: si prende cura di tutti come fossero bambini scemi, soprattutto di chi non vuole (non ha preso coscienza, dicevano i marxisti). La frase rivelatrice è "vi proteggeremo anche da voi stessi" (cit. Cofferati ex sindacalista ex sindaco di Boobologna).
34 notes · View notes
lamiaprigione · 2 months
Text
Non avrei mai pensato di trovarmi nella situazione di colui che non comprende e non empatizza con un depresso, e quindi eccomi: confesso a dio onnipotente che ho peccato. C'è un'età per tutto, penso, e arrivati oltre i trenta non tollero più chi smette di vivere e si blinda in casa pur di non affrontare un problema e conservare quel briciolo di apparenza. Adesso mi interessa unicamente circondarmi di persone che hanno il potere di far accadere le cose per il solo fatto di pensarle. C’è del misticismo in questo, il mio bisogno di consolazione.
Quando torno da te penso alla strada che percorrevo per andare a casa di Valentina 13 anni fa, avevo da poco la patente, correvo come un pazzo, i cd masterizzati alla radio. Allora il giro di compagnie era diverso, il marzo più caldo che io ricordi, ogni weekend una grigliata. Mi ero preso una pausa, poi tre anni di scuse, e poi di nuovo una pausa. Gli altri andavano avanti e io non accettavo che le cose potessero cambiare. Ero così pazzo che nemmeno tenevo alla vita. Scopro ora che anche Vale è diventata madre, ne veste i panni con grande naturalezza, del resto fu lei che mi rimase accanto la notte della mia sbronza più forte.
Poi passarono otto anni, nel mezzo scoprii me stesso. Ero felice di avere un impiego ma allo stesso tempo alimentavo la mia tristezza convincendomi di essere triste, temendo altrimenti di non riuscire a scrivere. Per uscirne bastò scoprire che là fuori c'era il sole e se non lo vedevo sapevo comunque che c'era, e sapere che c'era il sole era già tutta una vita. Come chi smette di fumare odia chi fuma, confesso a dio onnipotente di odiare un depresso. Quando cercano di propinarmi quei libri motivazionali per diventare veri leader sorrido e penso che non hanno avuto la fortuna di leggere tutto Hemingway e Dostoevskij.
Dio Onnipotente, voglio essere onesto. Ti farò una proposta. Fai di me un grande scrittore e io tornerò alla Chiesa.
46 notes · View notes