Tumgik
#martialartsnotes
gianlucavisconti · 1 year
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L’ATTENZIONE VA COLTIVATA
Qualunque nostra azione per dare buoni frutti deve essere fatta bene; e l'unico modo per fare bene le cose esige la nostra totale e continua attenzione.
Tutto quello che facciamo, anche il gesto più umile e consuetudinario, per elevarsi richiede la nostra presenza mentale, la piena consapevolezza di ciò che facciamo, di come lo facciamo.
Per chi coltiva una qualsiasi disciplina, un’arte o una “Via”, la disattenzione è uno dei principali nemici. Pregiudica la qualità del proprio apprendimento, l’espressione del proprio agire e pregiudica la possibilità di raggiungere un livello superiore nella propria disciplina.
La disattenzione è una sorta di “peccato” contro se stessi: il peccato di vivere e di agire… assopendosi.
Il filosofo taoista Chuang Tzu metteva in guardia dal cadere nella disattenzione, con queste parole:
«Ti puoi permettere di essere disattento?
Adattati a qualsiasi cosa succeda, e lascia che la tua mente sia libera; rimani centrato accettando quello che fai.»
Fajin - Taijiquan & Cultura orientale (FB)
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gianlucavisconti · 1 year
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IL SEGRETO DI “TUTTO IL CORPO”
«Nel metodo di ricerca della forza, la lentezza batte la velocità, bisogna essere tranquilli anziché impazienti, e la cosa più importante di tutte è non usare la forza bruta.
Quando vi esercitate, dovete lasciare che ogni giuntura del corpo sia guidata dalla natura, e non abbiate alcun punto fiacco.
Le ossa devono essere flessibili, i muscoli e i tendini devono allungarsi, la carne non deve avere ostacoli e il sangue deve fluire liberamente come la sorgente che porta l'acqua a un pozzo.
Soltanto in questo modo si può imparare il segreto di tutto il corpo e della forza che pervade tutto, e la forza innata non defluirà».
(Wang Xianzhai)
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gianlucavisconti · 2 years
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LA QUIETE NEL MOVIMENTO
L’apparente paradosso, di “quiete” e “movimento” insieme, non esiste nella pratica del Taijiquan, tant’è che uno dei motti tipici dell’arte invita i praticanti ad essere sempre “fermi nel movimento”, cercando di abbinare alla “stabilità” che la struttura corporea deve avere in ogni istante, la “fluidità”che ogni gesto deve sempre esprimere.
Questo particolare tipo di movimento, che chiamiamo “energetico”, si coltiva attraverso precise modalità di espressione:
- la lentezza (’man’), presupposto irrinunciabile affinché la mente impari a guidare l’energia attraverso il corpo.
- la morbidezza (‘rou’), derivata dal controllo mio-fasciale, tendineo e articolare;
- il rilasciamento profondo e volontario (‘song’), che libera il corpo dalle tensioni non utili.
Il muoversi in maniera rilassata, morbida e lenta, facilita gradualmente l’integrazione mente/corpo/energia, in quanto lega la mente (‘shen’) con l’intenzione (‘yi’) e armonizza l’energia interna (‘qi’) con il movimento corporeo (‘li’), facendone crescere la forza interna (jin).
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gianlucavisconti · 2 years
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QUATTRO LIVELLI DI RILASSAMENTO
«La tensione è come avere dei nodi induriti, nascosti nei nostri muscoli, nella nostra mente e nel profondo dei nostri cuori.
Pratichiamo Taijiquan per scoprire quei nodi e scioglierli.
Un corpo rilassato è un corpo che non si sofferma sulle cose.
Una mente rilassata è una mente che non trattiene le cose.
Se vuoi rilassarti, pratica Taiji.
Se vuoi che gli altri si rilassino, pratica Taiji (su di essi).
Ci sono quattro livelli di rilassamento:
1. rilassare le spalle e le braccia;
2. rilassare la vita e la parte bassa della schiena;
3. rilassare le ginocchia e i piedi;
4. rilassare la mente.
È facile vedere “cosa”, è facile mostrare “come”, ma richiede una vera comprensione lo spiegare “perché”.»
(David Chen, “Words of Wisdom on Taijiquan Practice”)
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gianlucavisconti · 2 years
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RILASSARSI È "FONDERSI"
«Rilassamento significa abbandonarsi completamente, mente e corpo. Significa arrendersi: totalmente, all'universo intero, all'infinito.
Quando siete capaci di arrendervi totalmente all'infinito, sapete rilassarvi e fondervi con l'unità che la filosofia taoista descrive come l'integrazione del celeste con l’umano.
Quando poniamo una ciotola d’acqua sulla superficie di un lago, l'acqua in essa contenuta non è l'acqua del lago perché le rigidi pareti del contenitore la tengono separata, impedendole di arrendersi alla forza maggiore.
Usate l'Immaginazione, sentitevi adattabili come l’acqua, totalmente flessibili, cedevoli alla forma del contenitore.
Quando l'acqua che siete voi si riversa nel lago, voi siete il lago».
(Waysun Liao)
via M° Roberto Vallone.
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gianlucavisconti · 2 years
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QUANDO RESISTERE E QUANDO CEDERE
«La forza dovrebbe sempre essere accompagnata dalla morbidezza. Se resisti troppo, ti spezzerai.
Così, la persona forte sa quando usare la forza e quando cedere, e la fortuna e il disastro dipendono dal fatto che tu sappia come e quando cedere».
(Lieh-tzu)
via M° Roberto Vallone
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gianlucavisconti · 2 years
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COLTIVARE UNO SPIRITO RILASSATO
Una volta superata la soglia dei 100 anni, a Wu Tu-nan un giornalista fece questa domanda: – Maestro, qual è il segreto della sua longevità? Pensa che sia il Taiji Quan?”. Dopo averci pensato un attimo, Wu Tu-nan rispose: – Sì… ma non direttamente. – Che significa questo? – chiese allora l’intervistatore. – Beh – disse il maestro – il vero segreto della longevità è avere uno spirito rilassato; e in questo la pratica del Taiji aiuti tanto. ———————— “Coltivare uno spirito rilassato” è il vero cuore del Taiji; lo è sempre, persino nella sua applicazione marziale. Ciò vuol dire che, anche in uno scontro fisico, lo spirito del praticante rimane sereno. Questo gli permette di “combattere senza combattere”, perché egli ha imparato a percepire il confronto semplicemente come una forma di “interazione fra opposte energie”. In questo modo, a prevalere sarà chi riuscirà ad armonizzarsi maggiormente con l’avversario. In uno spirito rilassato non ci può essere spazio per l’animosità. La mente è libera dal timore della sconfitta, svincolata dal desiderio della vittoria. Se il confronto è proprio inevitabile, lo si accetta con animo sereno, vigile intenzione, mente distaccata e spirito rilassato.
Fajin - Taijiquan e cultura orientale, FB
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gianlucavisconti · 2 years
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TRARRE FORZA DALLA TERRA
«L’energia della terra comincia a scorrere lungo le gambe quando siamo in grado di fare tre cose:
- rilassare i piedi e connetterci con la forza della terra;
- ruotare i piedi verso l'esterno creando un movimento a spirale verso l’alto;
- spingere verso il basso come se dovessimo stendere le gambe o saltare.
Queste tre azioni, eseguite in coordinazione permettono alla forza della terra di salire verso l'alto.
Una volta che la forza della terra arriva fino ai fianchi, per permetterle di continuare dobbiamo rivolgere i fianchi verso la direzione nella quale intendiamo scaricare la forza.
Questo permette alla forza della terra di proseguire fino alla settima vertebra cervicale.
Quindi, per permetterle di arrivare fino al braccio che scarica, incassiamo il torace, e spostiamo leggermente indietro il mento, come in un'azione di rinculo di una spinta. Tutti questi movimenti avvengono in un istante.
Tutte queste azioni apparentemente scollegate vanno coordinate per far sì che l'energia si trasmetta lungo il corpo, per cui dobbiamo essere diventati abili a muoverci in maniera integrata.
La capacità di muovere l'energia non è solo un'abilità puramente meccanica. Come in tutti gli aspetti del Tai Chi, la mente svolge un ruolo cruciale. Senza la capacità della mente di focalizzarsi su un singolo punto, la forza si disperde. È necessario integrare corpo, mente e spirito in una unità».
(Mantak Chia, “La struttura interna del Tai Chi”)
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gianlucavisconti · 2 years
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FINCHÉ Il “DIFFICILE” NON DIVENTA “FACILE”
«Pratica le componenti difficili e impegnative della tua arte fino a quando non diventano facili.
La mente deve essere rapida, agile e flessibile.
Applica il Kung-Fu in accordo con l'ambiente e le circostanze.
Infine, segui le regole ma sii flessibile nell'applicarle, e ricorda: nulla è assoluto!».
(Chen Xiaoxing)
via M° Roberto Vallone
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gianlucavisconti · 2 years
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Heng and Ha, the two guardian spirits found at the entrance to temples in the Far East also represent the primordial sound of the universe, the cosmic pulsation, inspiration and expiration, closing and opening. These concepts are very common in Qi Gong, Traditional Medicine and Martial Arts.
M° Dante Basili
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gianlucavisconti · 2 years
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LO SVILUPPO DEL "MOVIMENTO NATURALE"
«Per dominare un'arte marziale non sono sufficienti un allenamento intensivo e l'uso della forza.
È necessario “capire”, e presupposto della comprensione è lo studio dello sviluppo del movimento naturale in tutti gli esseri viventi».
(Bruce Lee)
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gianlucavisconti · 2 years
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PIENO E VUOTO
«La capacità di separare "Pieno e Vuoto", rende leggera ed agile ogni rotazione, che sarà così priva della più piccola dose di rigidità e tensione.
Senza la capacità di separare "Pieno e Vuoto" ogni passo sarà pesante, la forza stagnante, la posizione instabile; inoltre ogni azione risulterà debole e facilmente influenzabile».
(Yang Chengfu)
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gianlucavisconti · 2 years
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SENSAZIONI UNICHE
«Il Taiji non è solo un esercizio per raggiungere la calma e il rilassamento psicofisico, ma è un’arte complessa e altamente sviluppata.
Trasmette al praticante una sensazione di godimento e soddisfazione che sembra andare ben al di là di quelle trasmesse da altre arti.
Questo perché il Taiji è fluido, raffinato ed elegante sia internamente che esternamente.
Il praticante può percepire il Qi che circola all’interno del suo corpo, e può conseguire la pace mentale della meditazione.»
(Yang Jwing-Ming)
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gianlucavisconti · 2 years
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CIÒ CHE HAI IMPARATO DA TE STESSO
«Ciò che hai imparato dagli altri, ascoltando le loro parole, verrà da te presto dimenticato.
Ciò che hai imparato da te stesso, con tutto il tuo corpo, non potrai scordarlo per il resto della vita».
(Gichin Funakoshi)
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gianlucavisconti · 2 years
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DIFFERENTI LIVELLI DI COMPRENSIONE
«Non c’è giusto o sbagliato nella propria pratica, ma soltanto diversi livelli di comprensione.
Non c'è perfezione nella propria pratica, soltanto differenti livelli di raffinatezza.
Non ci sono gradi nell'arte del Taijiquan, soltanto distinti livelli di progresso».
(David Chen)
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gianlucavisconti · 2 years
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ASSORBIRE E FAR FLUIRE LA FORZA
La capacità di “assorbire” la forza dell’avversario e il suo conseguente utilizzo fluido ed equilibrato contraddistingue la pratica “matura” di tutte quelle arti marziali che enfatizzano l'importanza dell'ascolto corporeo. Discipline che, generalmente, prediligono la corta distanza, come il Wing Chun, l'Yi Quan o il Taiji.
Proprio per questo, il maestro Ip Man esortava i suoi allievi a rifuggire dall'uso improprio della forza, ripetendo spesso la stessa frase, e cioè:
«Non combattere con la forza: assorbila, falla fluire e usala»
Ma anche in quelle discipline dove la distanza è più ampia, dove spesso si preferisce prendere l'iniziativa, facendo ricorso alla potenza e alla velocità, l’eccellente praticante esprime ogni tecnica e ogni movimento con fluidità e continuità, attraverso un’armoniosa alternanza di rilassamento e tensione.
Nelle arti marziali interne l’uso della forza muscolare è, almeno teoricamente, del tutto bandito: la focalizzazione dell'agire è infatti centrato sul ruolo prioritato della mente e dell’Intenzione; sul rilassamento muscolare, sul lavoro attivo di articolazioni e tendini, sull'assetto della struttura corporea. Il movimento energetico dovrebbe infatti fluire continuamente senza interruzione, privo di attriti, di blocchi e di tensioni senza che la percezione perda continuità.
Questo non vuol dire che nell'uso marziale di disciplne come il Taiji o L'Yi Quan non si usi alcun tipo di tensione o di forza, tutt’altro. Anzi, per certi versi un particolare tipo di tensione è addirittura ininterrotta, ed è quella essenziale ma costante che salvaguarda l’integrità della struttura corporea e la connessione fra le varie parti del corpo, unite e collegate da una sorta di "colla energetica".
C’è chi, come il maestro Kenji Tokitsu, chiama questa "colla“ col termine "Zheng Li”, precisando che essa viene originata da “tensioni simultanee opposte e complementari”.
Qualcuno potrebbe pensare allora che stiamo parlando di "forza isometrica": non proprio! Essa è, piuttosto, rispetto all'isometria, l’altra faccia della stessa medaglia... Perché, mentre la forza isometrica nasce dalla contrazione, “Zheng Li” viene originata dall’espansione.
Praticando correttamente, si dovrebbe quindi avvertire come la sensazione di muoversi immersi nell’acqua o in un fluido ancora più denso, mentre permane la capacità di ascoltare la forza dell’avversario; ed è questa continua percezione che ci permette di assorbirne, fluidificarne e riutilizzarne la forza.
Nel Taijiquan, questa qualità si chiama, più propriamente "Jie Jin", che potremmo tradurre, semplicemente, come "Forza presa in prestito".
Fajin - Taijiquan e cultura orientale, FB
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