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#letture di novembre
deathshallbenomore · 2 years
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benzedrina · 1 year
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Stamattina mia madre ti ha incontrato, così random all'ospedale, tu eri con tua madre e mi ha detto che prima non sapevi che fare e poi quando tua madre si è allontanata l'hai salutata. Cazzo, ti incontrano tutti e io non ti vedo da Novembre. Bella merda. Ma anche solo per mandarti a fanculo, così dal cuore, e poi parlare, giusto un po'.
Ritorno a Milano per qualche giorno, ho preso per la prima volta un Italo e c'è un bambino che piange come un ossesso qui vicino a me. Non si è capito cosa vuole.
Mi sono messo a leggere Monster (manga) dall'ipad e dalle 13 sono arrivato alle 18 nel giro di manco 5 volumi (e in totale ne sono 18). Leggere manga non lo metto tra le letture, non conto neanche i manga che leggo e manco me li segno, forse perché è una cosa che faccio da quando ho memoria letteraria. Gli altri leggevano l'ultimo di Harry potter e io invece l'ultimo di one piece, o 20th century boys, o Blame, o boh, ne ho letti centinaia. Poi ho cominciato a leggere libri, ma tardi, molto tardi e se mi mettessi sul comodino un manga qualsiasi o uno dei miei libri della vita, sceglierei un quel manga qualsiasi. È il mezzo di narrazione che preferisco.
Vedevo dei reel su tiktok (amo quel suo algoritmo infame) e c'era questa intervista a uno scrittore. Gli si chiedeva che importanza avesse la scrittura in generale e lui per farla breve si è messo a raccontare un aneddoto. Gli chiedono di andare nella periferia di Montevideo, tra baracche e fame, e gli chiedono di raccontare del mare e lui ha parlato per ore del mare attraverso la sua scrittura perché "dovevo portare tutta quell'acqua lì". E quelle parole m'hanno sconfitto, ma m'hanno sconfitto dentro nel midollo, perché sono parole semplici, come Rilke che paragona la felicità a qualcosa che cade, parole così semplici da essere quasi inascoltabili. Il però è che bisogna ascoltarle, a prescindere dall'evento, dal luogo, dal tempo. Ci siamo inventati luoghi diversi per parole dal sapore diverso e poi ci siamo scordati di ascoltare mentre siamo in giro per le strade, da soli o in compagnia, o siamo seduti al solito tavolo il sabato sera mentre la musica va e l'alcol scende e quel testa di cazzo di tipello fa il mega splendido e simpatico per scopare con la tipa di turno che si aggrega a noi. Ecco lui è un caso limite, se gli dico qualcosa, lui risponde "vabbè fr ma solo ora ci arrivi?" che gli voglio dare una testata sui denti così forte che poi se li deve finalmente sistemare, e poi rivende la stessa frase il giorno dopo alla tipa random. Però non gli posso dire nulla, è proprio testa di cazzo al naturale come me.
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fotopadova · 2 years
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Walker Evans -  Parte prima: vocazione scrittore
di Paolo Felletti Spadazzi
  --- L'iniziazione alla letteratura
Walker Evans nacque a St. Louis, Missouri, il 2 novembre 1903. Egli, tuttavia, ha sempre sostenuto di essere nato il giorno tre, forse perché corrispondeva al numero romano III posto alla fine del suo nome (Rathbone 1995). Infatti, suo nonno si chiamava Walker Evans (senior), suo padre Walker Evans (junior) e quindi lui, per la precisione, si chiamava Walker Evans III.
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                                           1907, Walker Evans jr., Walker Evans III, Walker Evans sr.
Il padre, Walker Evans jr., non era laureato, ma già dai ventiquattro anni lavorava come copywriter, era cioè uno scrittore professionista e stilava testi per la pubblicità. Nel 1908 (Evans aveva 5 anni), a causa di un'interessante offerta di lavoro da parte del pubblicitario Albert Lasker, Walker Evans jr. (il padre) si trasferì con la famiglia da St. Louis a Kenilworth, un villaggio suburbano alla periferia di Chicago, progettato sullo stile dell'omonima cittadina inglese. Lasker era uno degli uomini più in vista d'America nel settore della pubblicità e Evans jr. non poteva certo perdere questa occasione. E poi Kenilworth era pieno di verde e molto adatto per un bambino dell'età di Walker III. Dopo la scuola Walker III ascoltava le letture fatte ad alta voce ai bambini del circondario da una vicina di casa, Fanny Phelps, che avrebbe fatto nascere in lui la passione per la letteratura. Il padre era stato incaricato da Lasker della campagna pubblicitaria per la farina di frittelle Zia Jemima. "Questo incarico avrebbe fatto un'impressione indelebile sul piccolo Evans, che in seguito avrebbe rabbrividito per l'imbarazzo al solo pensiero" (Rathbone 1995).
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                           1909, Le frittelle di zia Jemima, la cui  pubblicità fu affidata a Walker Evans jr.
Nel 1914, un'altra offerta di lavoro nel settore automobilistico fece sì che il padre si trasferisse a Toledo con la famiglia. Walker, che si affacciava allora all'adolescenza, fu traumatizzato da questo nuovo trasloco, poiché lo sradicò dal verde villaggio di Kenilworth, troncò i suoi legami col suo migliore amico e quelli con la signora Phelps e le sue letture ad alta voce, proiettandolo in un ambiente ostile, metropolitano e multietnico.
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                                               1915, Walker Evans poco dopo il trasloco  a Toledo.
Nove in inglese e quattro in latino
Nel 1918 il padre lascia la famiglia per andare ad abitare con Louise Hower, una vicina di casa con la quale aveva da tempo una relazione e, l'anno seguente, sua madre si trasferisce a New York con la sorella di Walker. Walker viene mandato alla Loomis Chaffee School, che dista circa 200 km da New York.
Walker nutre una immediata antipatia per Batchelder, il preside della scuola (chiamato mister B.). Il suo profitto è insoddisfacente: i voti migliori sono in inglese, mentre in latino i risultati sono totalmente insufficienti. Dato lo scarso rendimento e la forte depressione che lo affliggeva, i genitori, d'intesa con il preside, decidono di cambiare scuola, iscrivendolo dapprima a una scuola pubblica di New York e poi all'Accademia di Mercesburg (1921).
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                                       Cartolina del 1910. L'edificio più  antico della scuola di Loomis.
Però, dopo meno di un anno, Evans si trasferisce alla Phillips Academy di Andover, dove desiderava andare, probabilmente perché aveva letto che da lì proveniva il maggior numero di laureati di Yale. La Phillips è tuttora considerata “il collegio più elitario d’America” e vanta tra i suoi alumni ben cinque premi Nobel. Nel 1922 la sua richiesta di iscriversi a Yale fu respinta, perché i voti conseguiti alla Phillips erano troppo bassi. Allora Evans ripiegò sullo Williams College, università privata di arti liberali situata a Williamstown. Fu durante il suo primo anno alla Williams che divenne quello che in seguito lui stesso descrisse come "un bibliofilo patologico" (Rathbone 1995). Evans, infatti, "saltava le lezioni per ritirarsi nella biblioteca a coltivare i suoi interessi letterari".
 Il viaggio in Europa
Quando tornò a New York per le vacanze di Natale del 1923, Evans probabilmente sapeva che non sarebbe più tornato a studiare allo Williams College. A New York lavora in una libreria in lingua francese e alla New York Public Library.
Il 6 aprile del 1926, grazie al sostegno economico della famiglia, Evans parte per un gran tour in Europa. Visita Parigi, Versailles, Marsiglia, Cannes, Juan les Pins, Genova, Napoli, Roma, Firenze, Ventimiglia. Nell’agosto e settembre 1926, mentre si trova a Parigi, frequenta lezioni di letteratura alla Sorbona e cerca, senza successo, di scrivere dei racconti brevi.
L'idea che, per uno scrittore americano, fosse quasi obbligatorio fare un viaggio a Parigi non era certamente una novità. Inoltre poteva costituire un'attrattiva il fatto che, mentre in America c'era il proibizionismo, in Europa si poteva dare libero sfogo ad eventuali inclinazioni alcoliche.
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                             1926-1927  Evans in Francia in amena compagnia e con un fiasco di vino.
Tra 1910 e il 1911 troviamo a Parigi il poeta Thomas Eliot, uno degli idoli di Evans. Dal 1921 al 1924, vi abitava Francis Scott Fitzgerald e, nei primi anni '20, Ezra Pound. Facevano tutti parte di quella lost generation che gravitava attorno al salotto di Gertrude Stein. Ernest Hemingway, che nel 1933 sarà compagno di bevute di Evans all'Avana, si trovò diverse volte a Parigi tra il 1921 e il 1931. Anche Man Ray, che faceva parte del gruppo surrealista, lavorava a Parigi dal 1921. Non risulta, tuttavia, che, durante il suo soggiorno, Evans abbia incontrato qualcuno dei suoi scrittori preferiti. Dall'intervista con Paul Cummings (Cummings 1971) apprendiamo che Sylvia Beach propose a Evans di presentarlo a James Joyce. Evans nutriva un'ammirazione reverenziale per il personaggio ma, al momento dell'incontro, preferì sottrarsi. Racconta a Cummings: "Era il mio dio. Anche questo mi ha impedito di scrivere. Volevo scrivere così o per niente".
Tra i letterati del passato che ebbero maggiore influenza su Evans vi sono certamente Flaubert e Baudelaire. Nell'intervista a Katz del 1971 Evans afferma: "Il metodo di Flaubert credo di averlo incorporato quasi inconsciamente [...]. Ma spiritualmente è Baudelaire che ha avuto più influenza su di me" (Katz 1971).
Durante il viaggio in Europa Evans aveva scattato alcune foto con una Kodak portatile. Tornato a New York nella primavera del 1927 incominciò a prendere sul serio la fotografia, anche con l'aiuto del fotografo e film maker Ralph Steiner (1899-1986) che condivise con Evans l'interesse per i soggetti vernacolari e gli insegnò a maneggiare gli apparecchi di grande formato.
 Il primo articolo su Hound & Horn
In quell'epoca Evans incontra anche Lincoln Kirstein, che diventerà un suo grande amico e che avrà grande influenza sul suo lavoro. Kirstein, fin da quando è studente ad Harvard, ha fondato insieme a Varian Fry la rivista Hound & Horn, dove vengono pubblicate le foto di Evans e, nell'ottobre 1931, il suo saggio La ricomparsa della fotografia (Evans 1931).
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 Hound & Horn, le copertine di due  numeri contenenti foto di Walker Evans (autunno 1930 e luglio-settembre  1934).
L'articolo, che contiene le recensioni di alcuni libri di fotografia, delinea la posizione di Evans nel panorama fotografico dell'epoca e costituisce quasi un programma per la sua successiva attività.
A proposito di Steichen the Photographer (1929) di Carl Sandburg, Evans scrive: "Steichen è la fotografia fuori dai binari nel nostro modo reiterato di imponenza tecnica e di vuoto spirituale [...] la sua caratteristica generale è il denaro".
Di Foto-auge (1929), curato da Franz Roh e Jan Tschichold (dove compariva anche una foto di Atget), dice: "è un libro nervoso e importante".
Di Die Welt ist schön (1928) di Renger Patzsch, dichiara: "Le cento foto di Renger Patzsch rendono il libro emozionante da sfogliare in negozio e deludente da portare a casa."
In merito ad Atget photographe de Paris (1930) asserisce: "La sua nota generale è la comprensione lirica della strada, l'osservazione allenata di essa, la sensazione speciale per la patina, l'occhio per i dettagli rivelatori, su tutti i quali viene lanciata una poesia che non è "la poesia della strada" o "la poesia di Parigi, "ma la proiezione della persona di Atget".
Quanto a Antlitz der Zeit (1929) di August Sander, scrive: "E' più di un libro di "studio di tipi umani"; un caso in cui la fotocamera guarda nella giusta direzione tra le persone", "uno dei futuri predetti da Atget", un "montaggio fotografico della società, un processo clinico”.
 Fotografia e scrittura: un matrimonio problematico
Molti dei libri fotografici di Evans vennero realizzati in collaborazione con scrittori.
Tuttavia Evans pretese quasi sempre che le sue fotografie rimanessero separate dal testo, raccolte generalmente alla fine o all'inizio del libro. Anche in American Photographs, libro edito dal MoMA e impaginato da lui stesso, le didascalie delle foto sono raccolte alla fine della sequenza delle immagini. Sembra quasi, cioè, che Evans rifugga da una contaminazione tra i due mezzi espressivi, quello della sua vocazione giovanile e il suo sostituto, per il quale è diventato famoso.
Il primo in ordine di tempo è il libro di poesia The Bridge (1930) di Hart Crane. In questo caso non si può parlare di una vera e propria collaborazione, perché Crane, che era amico di Evans, gli chiese di inserire nel volume alcune sue fotografie del ponte di Brooklyn, che erano già state scattate da Evans e che Crane conosceva.
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                                        1930 The Bridge di Hart Crane, con foto di Walker Evans.
Nel 1933 Evans realizzò insieme a Carleton Beals, scrittore, storico e attivista politico americano, il libro The Crime of Cuba, che contiene 31 foto selezionate tra le diverse centinaia che Evans scattò durante il suo soggiorno all'Havana.
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                                1933 The  Crime of Cuba di Carleton Beals con foto di Walker Evans.
Forse il suo libro più famoso fu quello realizzato insieme a James Agee e pubblicato nel 1941, dal titolo Let Us Now Praise Famous Men. All'inizio del libro vi sono 61 foto fuori testo, che ritraggono tre famiglie di coloni dell'Alabama e che furono scattate cinque anni prima della pubblicazione, quando Agee ed Evans si recarono nel Sud su incarico della rivista Fortune, per documentare l'ambiente contadino durante la Grande Depressione. Il lavoro non venne mai pubblicato da Fortune, ma, solo cinque anni dopo, dall'editore di Boston Houghton Mifflin.
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                                     941 Let Us  Now Praise Famous Men (con foto del 1936).
Infine, nell'autunno del 1941, esegue 32 foto per li libro di Karl Bickel The Mangrove Coast: The Story of the West Coast of Florida. Le foto, che compaiono alla fine del libro, non sono direttamente in relazione con il testo e illustrano aspetti sociali e vernacolari della Florida, luogo di ritiro per pensionati benestanti.
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                                   1942 The Mangrove Coast: The Story of the West Coast of  Florida.
Tra il 1943 e il 1945 Evans scrive diverse recensioni su libri, film e opere d'arte per la rivista Time.
Dal 1945 al 1965 lavora per la rivista Fortune dove raggiunge una posizione con autonomia sempre più ampia, riuscendo a controllare interamente i propri progetti e curando, oltre alle foto e alla loro impaginazione, anche i testi.
Contemporaneamente, negli anni '50, scrive anche per il New York Times.
 Vorrei essere un letterato
Nell'intervista rilasciata a Paul Cummings nel 1971, l'intervistatore sottolinea il fatto che Evans fotografa spesso oggetti che recano molti segni e gli chiede se sia interessato alle lettere alfabetiche e alle parole. Evans risponde che i caratteri e segni sono molto importanti per lui, che hanno infinite possibilità, sia decorative in sé che come arte popolare, e anche dal punto di vista simbolico e del significato, o anche del doppio significato.
Allora Cummings gli chiede: "Sai perché sono importanti per te?"
Evans risponde: "No, non so perché. Penso che in verità mi piacerebbe essere un letterato. [...] I segni sono solo un simbolo visivo della scrittura."
 Bibliografia
Agee, James e Evans, Walker (2002). Sia lode ora a uomini di fama, Milano: Il Saggiatore (ed. or. 1941)
Crane, Hart (1930). The Bridge. New York: Horace Liveright
Beals, Carleton (1933). The Crime of Cuba. Philadelphia: J. B. Lippincott
Bickel, Karl A. (1942), The Mangrove Coast: The Story of the West Coast of Florida, New York: Coward-McCann Inc
Cummings, Paul (1971), Oral history interview with Walker Evans, Oct. 13-Dec. 23, Archives of American Art, Smithsonian Institution https://www.aaa.si.edu/download_pdf_transcript/ajax?record_id=edanmdm-AAADCD_oh_212650
Evans, Walker (1931). The Reappearance of Photography. In Hound & Horn (Oct.-Dec. ): 125-28. http://photohelios-team.blogspot.com/2009/02/essay-walker-evans.html
Evans, Walker (1966). Many Are Called, With an introduction by James Agee, Boston: Houghton Mifflin
Katz, Leslie (1971) in Bertrand, Anne - ed. (2017). Walker Evans. Le Secret del la Photographie. Entretien avec Leslie Katz, Parigi: Centre Pompidou parzialmente riportata in: https://americansuburbx.com/2011/10/interview-an-interview-with-walker-evans-pt-1-1971.html
Punket, Robert (2000), Walker Evans: Florida, Los Angeles: Paul Getty Museum Publications https://www.getty.edu/publications/resources/virtuallibrary/0892365668.pdf
Rathbone, Belinda (1995). Walker Evans: A Biography, Boston: Houghton Mifflin Harcourt 
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chez-mimich · 1 year
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CONSIDERAZIONI SEMISERIE SULLA PASQUA DI NOSTRO SIGNORE (E SULLA NOSTRA)
Da bambino per me la Pasqua era qualcosa di assolutamente misterioso, non solo per la Resurrezione di nostro Signore, ma della Pasqua mi stupiva lo schiacciamento temporale, per così dire. Erano passati solo tre-quattro mesi dal Natale (a seconda se la Pasqua fosse “bassa” o “alta”) e trovavo quel bambino nato in una mangiatoia, già uomo e uomo perseguitato e messo in Croce. Eppure io andavo a Messa tutte le domeniche e non mi perdevo una sola “puntata” della vita di Gesù Bambino. Però, per me c’era qualcosa che non tornava proprio nell’anno liturgico. Non riuscivo mai a capire come il neonato Gesù, dopo pochi mesi, fosse un trentatreenne a cui molti volevano male. Più che “come”, non riuscivo a capire “quando” fosse diventato grande senza che io me ne accorgessi. Ma il dopo-Pasqua era anche peggio, perché fino alla Resurrezione non c’erano problemi. Deposto il corpo di Gesù dalla Croce, portato nel sepolcro con quel pietrone davanti, sapevo che dubbi non potevano essercene. Poi Gesù risorge ed io non riuscivo a farmi una ragione, non tanto che Gesù fosse risorto (io tifavo per lui perché sapevo che sarebbe risorto, visto che Gesù e Zorro erano i nostri due supereroi), ma non riuscivo a immaginare le donne che fecero la scoperta. Le identificavo con le tante vedove di Sant’Agabio, il quartiere dove sono nato e vissuto, che andavano al cimitero a trovare i loro mariti. Come avrebbero reagito se sul cancello del cimitero avessero trovato il custode che diceva: “I vostri mariti non sono più qui…” Comunque dopo Pasqua il mistero si infittiva perché il Mariulin, pur seguendo tutte le nuove avventure di Gesù risorto, non si capacitava di come, verso il principio dell’estate con l’Ascensione, Gesù Cristo sparisse di nuovo, ma questa volta chiamato dal suo papà vero, quel Dio che noi bambini avevamo timore al solo nominarlo. Durante il “tempo ordinario” della Chiesa, il sacerdote alla domenica continuava con i Vangeli e le letture che lo riguardavano come se niente fosse, ma io nei banchi della chiesa di Sant’Agabio a Novara, non mi davo pace e mi chiedevo dove fosse finito. Poi verso l’autunno, alla prima domenica di dicembre o anche all’ultima di novembre, incominciava l’Avvento e Gesù doveva ancora nascere. Mi mancava sempre un pezzo, ma cominciavo a capire che la storia era circolare e si sarebbe ripetuta sempre così. Naturalmente noi bambini, contravvenendo a quello che ci diceva Don Carlo, consideravamo il Natale più importante della Pasqua, non tanto perché considerassimo il nascere più credibile del risorgere, ma per il fatto che era praticamente l’unica occasione dell’anno nella quale ricevevamo un giocattolo in regalo. La Pasqua comunque tornava come il Natale, ed io il venerdì Santo, me lo immaginavo sempre come un oscuro giorno di pioggia (e spesso lo era, perché una volta in primavera pioveva davvero) e passavo poi un paio di giorni in ansia perché mi chiedevo se Gesù ce l’avrebbe fatta, anche questa volta, a resuscitare. Da quando sono bambino (ma mi dicono anche prima), ci è sempre riuscito. Il problema vero è che oggi per i bambini, per i loro papà e per le loro mamme, la Pasqua è un ponte con il mare, le città d’arte e le piste da sci e nessuno è più sconvolto da quell’uomo sulla Croce (eppure ce ne sono ancora tantissimi intorno a noi) e tantomeno è più in ansia nell’attesa di sapere se anche questa volta Gesù ce la farà a resuscitare. Comunque ce la farà, ve lo dico io. Buona Pasqua a tutti.
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lamilanomagazine · 1 year
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Modena, La Tenda tra musica Jazz e il ricordo di Pier Vittorio Tondelli
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Modena, La Tenda tra musica Jazz e il ricordo di Pier Vittorio Tondelli. Sono la figura e le opere di Pier Vittorio Tondelli e la musica jazz i protagonisti del week end alla Tenda, dove prosegue con due appuntamenti la rassegna culturale inserita nell’ambito delle attività proposte dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Modena. Le iniziative, con inizio alle ore 21, sono a ingresso gratuito. Si sviluppa, in particolare, tra la musica e le letteratura l’evento di venerdì 16, ovvero il secondo appuntamento della "Trilogia della Via Emilia" di SquiLibri, il collettivo di attori, narratori e musicisti che esplora la letteratura contemporanea proponendo reading in cui le letture di brani si alternano allo storytelling accompagnato da musica dal vivo. La serata intitolata "Storie di un libertino postmoderno" è dedicata allo scrittore reggiano Tondelli e fa seguito a quella di novembre su Gianni Celati e Luigi Ghirri, mentre il 20 gennaio il percorso si concluderà con l’ultima "tappa" incentrata su Antonio Delfini. Malgrado la scomparsa a soli 36 anni di Aids, Pier Vittorio Tondelli ha trasmesso sulla carta una tale carica vitale da risultare tuttora vibrante e seminale. La ricognizione sulla sua opera prende avvio dal suo libro d’esordio, "Altri libertini", per arrivare fino a "Camere separate", passando per "Pao Pao", "Rimini", "Un weekend postmoderno" e "Biglietti agli amici". Il collettivo SquiLibri è composto da Stefania Delia Carnevali, Eleonora De Agostini, Claudio Luppi, Francesco Rossetti, Daniele Rossi e Luca Zirondoli. Spazio alle note live, invece, sabato 17, con la musica jazz della rassegna Arts&Jam curata dall’associazione Muse e da JazzOff produzioni. In concerto, sul palco della struttura di viale Monte Kosica, si esibisce il Marco Frattini trio, in cui il batterista che dà il nome alla formazione è affiancato da due tra i maggiori esponenti della nuova impronta jazz italiana, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Claudio Vignali al pianoforte. "Nel 2004 mi capitò di ascoltare le composizioni in piano solo di Chilly Gonzales", racconta Frattini. "Da quel momento quelle musiche non smisero più di risuonare dentro di me. Non sentivo solo il piano, sentivo percussioni, archi, variazioni tematiche, insomma mi ritrovai ad arrangiare involontariamente i brani del compositore canadese nella mia mente. Inconsciamente le mie scelte di arrangiamento erano mosse da un desiderio di contrastare in qualche modo il ‘pieno’ della musica moderna attraverso un vuoto metaforico e sonoro che riuscisse ad abbracciare tutto quello che il mio percorso artistico mi aveva permesso di vivere. Un vuoto pieno di musica senza confini di genere, vissuto come infinita potenzialità sonora". Il calendario completo di tutte le iniziative e le modalità di prenotazione sono consultabili sui canali social e sul sito web de La Tenda . Per informazioni: mail [email protected], telefono 059 2034808.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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crisalideamg · 1 year
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#CRISALIDE 📖✍🏻 di Marco Gentili
“E mentre la Giulietta andava sulla mitica Via Aurelia, due uomini in silenzio sorridevano felici e in pace col mondo. La notizia che Diego gli aveva dato solo mezz’ora prima, adesso sembrava alleggerirsi, sotto gli archi e l’oboe di una magia creata da un genio assoluto che non avrebbe mai più avuto eguali”
#libero #forte #autunno #lettureconsigliate #novembre #pensieri #viaggiare #mare #italia #isola #libridaleggere #libro #libri #romanzo #perunpugnodilibri #amore #passione #Roma #Salento #speranza #abitudine #scrivere #travel #bugie #aforismi #pagine #letture #instagood #travelblogger
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Le mie letture di novembre 📚 1. A cena con l’assassino 2. Tre giorni di felicità 3. La casa delle luci 4. La fotografa degli spiriti 5. Agatha Raisin e una cucchiate di veleno 6. Racconti macabri 2 7. Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno 8. Le belle dell’arte 9. Puzzle 10. Sleepy Hollow 11. Il detective fantasma 12. Aristotle e Dante si immergono nelle acque del mondo Voto più alto 👉🏻 8 Voto più basso 👉🏻 5+ Pagine lette 👉🏻 3.196 ❓Il libro più bello che avete letto a novembre? #wrapupbooks #bookrecaps #antrodilibri #bibliophilelegentibus #amicandito #ilclubdeilettorifelici #storiebookite1 #thebookclubpost https://www.instagram.com/p/Cl26L6hMPrQ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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unita2org · 5 months
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IL MONDO CAMBIA RAPIDAMENTE, MA L'OCCIDENTE FA FINTA DI NIENTE
di Redazione https://www.youtube.com/watch?v=lnmsQyI2QKU Discorso e risposte alle domande del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, Sergej Lavrov, al forum internazionale “Letture Primakov”, Mosca, 27 novembre 2023. Gli eventi nel mondo di oggi si stanno sviluppando in modo dinamico. Dire questo è non dire nulla. Molte delle “costanti delle relazioni internazionali” vengono…
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marcogiovenale · 5 months
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audio completo della presentazione di "dialoghi della sedia", di chiara serani, allo studio campo boario, 9 nov. 2023
  https://slowforward.files.wordpress.com/2023/11/presentaz-dialoghi-della-sedia-di-chiara-serani_-studio-campo-boario-9-nov-2023.mp3   Dialoghi della sedia, di Chiara Serani (Anterem Edizioni) interventi di Marco Giovenale e Luigi Severi, letture dell’autrice e di Michele Zaffarano Studio Campo Boario, Roma, 9 novembre 2023   locandina e…
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Edoardo Leo in scena a Firenze con 'Ti racconto una storia'
Vent’anni di appunti, ritagli, ricordi e risate, trasformati in uno spettacolo coinvolgente che cambia forma e contenuto ogni volta, in base allo spazio e all’occasione: si presenta così ‘Ti racconto una storia’ (letture serie e semiserie)’ che Edoardo Leo porterà in scena sabato 25 novembre sul palco del Tuscany Hall di Firenze.     Improvvisazioni musicali di Jonis Bascir. ‘Ti racconto…
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circusfans-italia · 5 months
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IL CIRCO RUSSO CONTRO GLI ATTACCHI ANIMALISTI
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IL CIRCO RUSSO CONTRO GLI ATTACCHI ANIMALISTI
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Dopo un attacco strumentale da parte di animalisti russi nei confronti dei fratelli Zapashny, è stata indetta una conferenza stampa a San Pietroburgo il 16 novembre da parte dei dirigenti del circo russo per portare alla luce la verità sulla vita degli animali circensi e sui metodi di trasporto e addestramento. A questa importante riunione è stata invitata a parlare anche la nostra Maily Monni che da qualche anno lavora con elefante e cavalli.
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  Vi riportiamo degli stralci di questa riunione in cui spicca la presenza di Edgard Zapashny e di Gia Eradze. L'intera industria circense si è opposta al divieto dell'uso degli animali nel circo. Secondo loro, né gli animali stessi, né gli artisti, né gli spettatori, né l'arte circense in generale ne trarranno beneficio. Ciò è accaduto durante una tavola rotonda al Circo Ciniselli, che si è svolta nell'ambito del Forum culturale internazionale di San Pietroburgo. Nel mese di ottobre, il deputato della Duma di Stato russa Alexey Nechaev ha proposto di vietare l’uso degli animali negli spettacoli circensi. Sono ora in corso le cosiddette letture zero del disegno di legge con un ampio coinvolgimento del pubblico.
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“I grandi artisti circensi sovietici e russi hanno sempre lavorato con gli animali, motivo per cui il nostro circo è famoso in tutto il mondo. E molte persone vengono al circo per guardare gli animali. Guarda le nostre esibizioni, allo spettacolo dei fratelli Zapashny, i biglietti sono sempre esauriti ovunque. Credo che dovrebbe esserci un circo con animali; se a qualcuno non piace, queste persone semplicemente  possono non andarci. Non obblighiamo nessuno da nessuna parte", ha detto Gia Eradze, regista e direttore artistico del centro di produzione "Royal Circus of Gia Eradze", che ha molti animali nelle sue esibizioni. Il direttore della compagnia circense statale russa (Rosgostsirk) Sergei Belyakov ha confermato che l'interesse del pubblico per gli spettacoli circensi in cui sono coinvolti animali è significativamente più alto rispetto a quelli in cui non lo sono. “La prima cosa che chiedono gli acquirenti dei biglietti è: “Quali animali ci sono nel programma?” Se alla gente non piace il circo con gli animali, allora non vada. Ci sono molte più persone a cui piace questo circo”, ha assicurato. Dimentica Dumbo I partecipanti alla tavola rotonda hanno convenuto che ci sono alcune persone nel circo che trattano crudelmente gli animali, ma sono solo poche. “Come si suol dire, in famiglia c'è una pecora nera, ma nella stragrande maggioranza, almeno nei circhi statali, gli animali vivono in condizioni confortevoli. Coloro che abusano degli animali devono essere puniti, senza dubbio, su questo nessuno lo mette in dubbio", ha assicurato Sergei Belyakov. Il direttore del Grande Circo Statale di Mosca in Vernadsky Avenue, Edgard Zapashny, ha osservato che i cittadini comuni a volte vedono pura crudeltà sugli animali anche nel normale trattamento degli animali, e ha ricordato la scandalosa registrazione video che ha suscitato scalpore nell'ottobre di quest'anno. Sono state effettuate riprese di prove in cui i predatori venivano bagnati con l'acqua dei tubi e fatti oscillare con dei bastoni. Subito dopo la comparsa del video, Edgard Zapashny ha dichiarato di averlo pubblicato da solo, anche se diversi anni fa. E ciò che i non iniziati consideravano crudeltà sugli animali era solo un tentativo di separare i predatori combattenti. “In natura i predatori combattono fino alla morte, quindi per separarli bisogna ricorrere a metodi duri se gli altri non agiscono. Oleg Zubkov, il proprietario del parco Taigan, dove ogni anno due o tre leoni morivano nei combattimenti, è stato affermato che non aveva interferito in questo. Interveniamo e cerchiamo di prevenire la morte, ma a loro ancora non piace”, ha osservato Edgard Zapashny. Allo stesso tempo, ha continuato l'addestratore, anche le cose più innocenti possono essere mostrate negativamente. “Prova a realizzare per la prima volta un video di un cane con la museruola e il guinzaglio. A nessun cane piacerà questo, si lamenterà e resisterà, e il suo proprietario sarà semplicemente uno scuoiatore". Il direttore artistico del Grande Circo di Mosca in Vernadsky Avenue, Askold Zapashny, è sicuro che il problema sia la “scarsa consapevolezza” della popolazione. “Le persone sanno così poco della natura vivente che sono costrette a dire cose ovvie. Secondo alcuni, la fauna selvatica è quella raffigurata nel cartone animato "Dumbo", ma non è così, la natura è molto crudele. Mi chiedo cosa accadrebbe a chi si spaventasse davanti al nostro video se vedesse un piccolo ippopotamo con la pancia squarciata mentre viene beccato da un uccellino. Quindi qualsiasi circo o zoo è un conforto per gli animali. Naturalmente possono anche essere buoni e cattivi, e quelli cattivi devono essere affrontati, ma vietare tutto del tutto non è la soluzione”. L'artista circense italiana, addestratrice di elefanti, cavalli e persino oche Maily Monni ha espresso disaccordo con coloro che credono che gli animali da circo soffrano costantemente. “La mia elefantessa Mara ama stare vicino alle persone perché portano sempre i suoi dolci preferiti: mele e banane. Abbiamo fatto le prove, dopo di che sarebbe dovuto iniziare un tour con i bambini. Ha visto i bambini anche prima della fine delle prove, ha capito tutto e ha cominciato a muovere le orecchie in attesa. Quando ho provato a portarla via, mi ha guardato con uno sguardo triste, che diceva chiaramente: "È davvero ora?". Maily Monni ha inoltre esortato a non considerare tutti gli addestratori come dei mostri. “Amo moltissimo i miei animali; quando sono malati mi preoccupo non meno che per i miei figli. Le persone diventano addestratrici perché amano gli animali e vogliono prendersi cura di loro”, ha sottolineato.
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“Non lasciare che le tue tradizioni e la tua cultura vengano rubate. Un circo senza animali non è un circo”, ha affermato l’addestratore di animali guatemalteco Carlos Bresciani. IL CIRCO RUSSO CONTRO GLI ATTACCHI ANIMALISTI Visita le nostre sezioni ARCHIVIO  TOURNEE' Per rimanere sempre aggiornati sulle tappe dei circhi italiani Se questo articolo ti è piaciuto condividilo sui tuoi socials utilizzando i bottoni che trovi qui sotto Read the full article
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Novembre in biblioteca con Nati per leggere Novembre tutto da leggere a Magione e Tavernelle con gli appuntamenti rivolti alle fasce d’età da zero a cinque anni nell’ambito del progetto “Nati pe...
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gaiaitaliacom · 6 months
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Presentata la prima Giornata di studi e approfondimento su Marcel Proust a Parma
Lo scorso anno, in occasione dei 100 anni dalla scomparsa di Marcel Proust (avvenuta il 18 novembre 1922), la Francia ha festeggiato il suo scrittore simbolo con manifestazioni, letture e numerose iniziative. Oggi, passata l’ebbrezza delle celebrazioni proustiane del 2022, è arrivato il momento di fare un bilancio, e in particolare su una questione: quanto gli inediti giovanili recentemente…
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personal-reporter · 6 months
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The Magic of Christmas a Forlì
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La Magia del Natale ritorna alla Fiera di Forlì nel weekend di sabato 25 e domenica 26 novembre, dalle 10 alle 19, dove aprirà la stagione dell’Avvento e trasformerà il quartiere fieristico di Forlì in un luogo dove vivere una favola per tutta la famiglia insieme a Babbo Natale. Chi è alla ricerca di decorazioni, piccoli pensieri e idee regalo originali, potrà ammirare i progetti creativi realizzati da hobbisti e artigiani, per ricreare anche a casa un’atmosfera  unica, oltre a tanti accessori da indossare e regalare tra gioielli handmade, borse, calde sciarpe, colorati cappelli tricot e tutto quello che la fantasia e l’abilità manuale possono produrre. Il pubblico potrà pranzare in fiera e, per spuntini e merende, oltre a godere dei piccoli punti ristoro con dolcetti tipici e altre golosità di stagione. The Magic of Christmas è soprattutto la festa per i più piccini, che avranno  uno speciale meet and greet con Babbo Natale, che sarà in fiera per tutto il weekend per salutarlo, scattare foto insieme e consegnare la letterina dei desideri, portata da casa o realizzata in fiera grazie all’aiuto di Federica Magnani, appassionata di creatività manuale e scrittura. L’antica tradizione italiana del Presepe rivive grazie alla mostra dei Presepi artistici realizzati dagli allievi dei corsi di arte presepiale di Pier Giorgio Poeta e presentati proprio a The Magic of Christmas per essere poi esposti nelle varie mostre d’Italia. Ai bambini sono dedicati tre appuntamenti con la lettura di due favole in compagnia di Michela Loli, insegnante di scuola primaria e autrice della serie per ragazzi Emerald Green e dopo le letture i bambini potranno colorare un disegno a tema. Per tutto il weekend si potrà intraprendere la  creazione di piccoli alberi di Natale e gnomi da appendere, fatti con materiale di recupero: pigne, tappi di sughero, palline, tessuti pon pon e cuoricini con Emanuela Baldoni e Paola Quadrelli, alle 11, 14 e 17 ci sarà il  laboratorio a cura di Loretta  Morigi: Incartiamoci - Lory e le sue creazioni per realizzare decorazioni natalizie con carta e materiali di recupero, mentre dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19 ci sarà l’animazione a cura di Festival dei Bambini e Circo delle Meraviglie, uno spazio con trucca bimbi, Christmas Dance, giochi, piccoli spettacoli. A queste attività si aggiunge, domenica 26 novembre alle 10, 15 e 18,  il workshop gratuito a cura di Paolo Torno Racconti intorno al fuoco, uno story telling sonoro e olfattivo in cui si potrà ad un’esperienza di racconto improvvisato, suoni armonici, odori della tradizione, partecipando attivamente alla creazione della storia, creando la ricetta del giorno. Read the full article
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paoloferrario · 6 months
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In occasione della Giornata Mondiale degli Alberi, Villa del Grumello celebra il proprio patrimonio naturalistico, 19 novembre 2023
Al Grumello si celebra la Giornata Mondiale degli Alberi: disegni/pitture botaniche, passeggiate alla scoperta del patrimonio naturalistico del Parco, letture, note itineranti e narrazioni teatralizzate per i più piccoli  Per l’occasione saranno inaugurate le targhe di riconoscimento degli alberi monumentali del Parco storico del Grumello donate da Regione Lombardia  domenica 19 novembre 2023 Via…
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lamilanomagazine · 4 months
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Riparte la rassegna "Milano incontra la poesia" giunta alla dodicesima edizione. A ottobre il centesimo incontro
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Riparte la rassegna "Milano incontra la poesia" giunta alla dodicesima edizione. A ottobre il centesimo incontro Undici anni di versi, letture e confronti, decine di poeti e migliaia di persone ad ascoltarli: "Area P, Milano incontra la poesia" si appresta ad aprire una nuova stagione, la dodicesima, con un programma di dieci nuovi incontri. Si parte domenica 14 gennaio, alle ore 10.30 in Sala consiliare, con "Motu Proprio" di Carlo Penati, poesie anni '70. La rassegna ideata e curata da Giuseppe Landonio, e promossa dalla Presidenza del Consiglio comunale, è divenuta negli anni un appuntamento fisso per appassionati e non solo che una domenica al mese si ritrovano nell'Aula consiliare di Palazzo Marino per ascoltare, recitare e discutere di poesia. Decine gli autori e le autrici che si sono alternati tra i banchi dell'emiciclo della politica milanese: da Moni Ovadia a Giancarlo Majorino, Erminia dell'Oro, Dario Fo, e ancora Lella Costa, Franco Loi, Vivian Lamarque, Aldo nove, Milo De Angelis, Fawzi al Delmi, Chandra Candiani e Maria Grazia Calandrone. Se il record di pubblico resta quello raggiunto da Dario Fo (oltre duecento persone), in media ogni domenica sono circa settanta gli spettatori della rassegna. Tra gli ospiti più seguiti anche Nicola Crocetti, autore con Jovanotti di un libro sulle poesie da spiaggia, Maurizio Cucchi, Angelo Gaccione, Davide Gualtieri, Nahid Norozi, poetessa iraniana, e Antonetta Carrabs. L'appuntamento, che si rinnova gratuitamente una domenica al mese da undici anni - salvo i mesi di luglio e agosto - si è interrotto solo per il Covid, e il prossimo ottobre supererà la soglia del centesimo incontro, celebrato con una nuova mattinata in compagnia di Nicola Crocetti. "Ormai è una tradizione, un modo diverso di fruire dell'Aula consiliare e di visitare Palazzo Marino - dice la Presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi -. Per questo ringraziamo l'ideatore e curatore Giuseppe Landonio e Basilio Rizzo, primo Presidente dell'Aula consiliare a promuovere l'iniziativa. Si tratta di una rassegna curata con passione e attenzione che rappresenta un valore aggiunto per l'offerta culturale della nostra città". La dodicesima edizione di "Area P. Milano incontra la poesia" si aprirà domenica 14 gennaio alle 10.30 in Aula Consiliare con "Motu Proprio" di Carlo Penati, poesie anni '70. Il programma del 2024 prevede poi: - 11 febbraio: Giorgio Battistella legge Dante Alighieri; - 10 marzo: Antje Stehn, poetessa; - 14 aprile: Maddalena Capalbi - Macelleria di me; - 12 maggio: Poesie di bimbi (dal Giardino delle meraviglie); - 16 giugno: Alberto Figliolia-Silvana Ceruti; - 15 settembre: Le strade della poesia (Luigi Ruggeri) - 13 ottobre: ... e fanno 100! (Nicola Crocetti); - 10 novembre: La compagnia dei gelosi; - 15 dicembre: Dickinson-Goldberg.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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